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CGIL CISL UIL: "VERGOGNOSA LA PROROGA DEL DURC FINO A NOVEMBRE APPROVATA NEL RIPARTI PIEMONTE" Le segreterie piemontesi delle tre Confederazioni stanno valutando le possibilità di impugnare la legge regionale

"È vergognoso che la legge proposta dalla Giunta ed approvata dalla maggioranza del Consiglio regionale proroghi la presentazione del Durc sino a novembre. In edilizia il Durc viene rilasciato nella misura in cui, oltre ai versamenti Inps e Inail, le imprese procedano correttamente agli accantonamenti presso le Casse Edili, come previsto dai Ccnl e Ccpl di settore. I suddetti accantonamenti si riferiscono al pagamento di alcuni istituti contrattuali che attengono al salario, quali: ferie, gratifica natalizia, previdenza complementare, sanità integrativa, formazione e sicurezza. È evidente che un provvedimento così concepito andrebbe a danneggiare in particolar modo i lavoratori, mettendo seriamente a rischio i loro salari".

Lo affermano i segretari generali di Cgil Cisl Uil Piemonte, Pier Massimo Pozzi, Alessio Ferraris e Giovanni Cortese dopo l'approvazione del 'Riparti Piemonte' in Consiglio regionale.

"Il Dpcm del 26 aprile scorso – aggiungono i segretari generali di Cgil Cisl Uil Piemonte – prevede alla base di tutti i protocolli anti covid-19, condivisi con le parti sociali, il ruolo e la centralità degli organismi paritetici e dei Rlst che, con la misura proposta, non avrebbero le risorse necessarie per garantire i controlli e le verifiche previste dalle norme. Come Cgil Cisl Uil regionali, stiamo valutando le possibilità di impugnazione di tale legge, in quanto la materia non rientra fra quelle di esclusiva competenza della Regione e soprattutto interviene su perimetri già normati dagli ultimi Dpcm e dalle leggi di conversione. Quindi, presuppone un conflitto nel nostro ordinamento giuridico con norme di rango superiore. Non ci stupisce che la Giunta non ci abbia coinvolto in nessuna discussione sul cosiddetto Riparti Piemonte né che la maggioranza del Consiglio abbia bocciato gli emendamenti che abbiamo proposto. Restiamo esterrefatti perché la legge regionale: rischia di attirare imprese poco serie negli appalti piemontesi; di aumentare, in un periodo difficile come quello che stiamo attraversando, la possibilità di infiltrazioni della criminalità organizzata e di penalizzare, esponendo alla concorrenza al ribasso, le imprese serie e gli imprenditori corretti".

FENEAL UIL - FILCA CISL - FILLEA CGIL PIEMONTE

SOSPENSIONE DEL DURC IN "RIPARTI PIEMONTE" : I SINDACATI REGIONALI DEGLI EDILI INSORGONO CONTRO LA GIUNTA CIRIO.

Per Feneal UIL, Filca CISL e Fillea CGIL la decisione di sospendere il DURC in edilizia, fino a tutto novembre, è un regalo alle imprese irregolari del Presidente Alberto Cirio e della sua giunta. È evidente a tutti che a farne le spese saranno i lavoratori che perderanno pezzi importanti di salario e contribuzione e le imprese regolari che verranno spinte fuori mercato. Giuseppe Manta, segretario generale FENEAL Uil Piemonte, esprime forte disappunto. "Il Presidente Cirio, decidendo di non ascoltare ancora una volta i tanti appelli di chi rappresenta i lavoratori del settore, commette un clamoroso errore. Sospendere il DURC non significa sburocratizzare, tutt'altro, significa liberalizzare in maniera incontrollata e selvaggia colpendo le imprese serie e favorendo le irregolarità. Quando a dicembre molti lavoratori, per colpa di questa norma, non prenderanno la tredicesima, vorrà dire che li porteremo sotto il palazzo della Regione. Per Massimo Cogliandro, segretario generale della Fillea CGIL Piemonte, "ciò che preoccupa maggiormente è che la scelta della giunta Cirio è stata chiara e consapevole. Evidentemente oggi, per una parte della politica, la regolarità e la legalità sono da considerarsi un freno all'economia. Il Durc, obbligatorio in edilizia dal 2005, fu introdotto proprio per distinguere e proteggere le imprese regolari (quelle che pagavano correttamente tasse e stipendi ai lavoratori) da quelle irregolari, con l'obiettivo di impedire la concorrenza sleale. Con questa scelta scellerata di sospenderlo la giunta Cirio fa passare un messaggio ambiguo e pericoloso, riportando un settore delicato e border line in Piemonte al far west precedente all'introduzione della norma. Per Piero Tarizzo di Filca CISL Piemonte, "il DURC sospeso dalla Regione fino al 30 novembre, non è burocrazia né una tassa aggiuntiva, ma certifica il versamento dei contributi, Inps Inail ai lavoratori per la pensione, la sanità e gli infortuni, più le loro ferie, tredicesima e TFR in Cassa edile. Sono soldi sacrosanti dei lavoratori. Senza versare i soldi del DURC 30.000 operai in Piemonte già penalizzati dalla cig e dai mancati anticipi delle banche, non avranno neppure i soldi delle ferie. Avremmo una tensione sociale non più gestibile. Oltre al danno anche la beffa: le imprese furbe che non pagheranno risulteranno in regola per gli appalti, portando via il lavoro e benefit a quelle sane che hanno pagato". Cogliandro, Manta e Tarizzo non escludono che anche le tre federazioni degli edili piemontesi impugnino la norma al TAR.

Torino, 30 maggio 2020 UFFICI STAMPA

 

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Domani mattina alle 10.30 davanti alla Prefettura di Alessandria si terrà una manifestazione intitolata "Rompiamo il muro del silenzio, diamo voce agli invisibili" voluta dai sindacati di categoria CGIL, CISL e UIL per ricordare e onorare le morti degli ospiti delle RSA avvenute in questi mesi di emergenza Covid – 19 anche in provincia di Alessandria e denunciare le condizioni di lavoro del personale di queste strutture.

 

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Il ritardo nel pagamento della cassa integrazione sta creando situazioni di preoccupante disagio sociale. Tutti i cittadini, in questa fase così complessa, devono essere messi nella stessa condizione di poter far fronte all'emergenza, senza alcuna distinzione o priorità. Moltissimi lavoratori dipendenti costretti a stare in cassa integrazione stanno subendo le conseguenza di questi ritardi. Ora sembra che si voglia porre rimedio.

Noi, però, non siamo interessati a un maquillage della modulistica, ma all'impegno del nostro Istituto Previdenziale che entro una settimana deve pagare tutti i lavoratori dipendenti sospesi dal lavoro e che confidano in questo concreto sostegno. E se i conti non son pronti, che si dia almeno un acconto, subito.

 

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Siglato il tanto atteso accordo tra CGIL-CISL-UIL regionali, Regione Piemonte, FinPiemonte e Intesa San Paolo che semplifica e rende più rapide le procedure per ottenere l'anticipo degli ammortizzatori sociali. Si tratta di una notizia importantissima per migliaia di lavoratori e lavoratrici in attesa di risorse economiche per traguardare il difficile periodo di crisi amplificato dall'emergenza Covid – dichiarano i Segretari di CGIL CISL UIL del Piemonte Claudio Stacchini, Giovanni Baratta, Teresa Cianciotta – Un risultato arrivato però con tempi eccessivamente lunghi. E' dall'inizio di marzo che il Sindacato chiede alla Regione ed al Sistema Bancario di realizzare un accordo che assicuri l'anticipo dell'integrazione salariale a tutti i lavoratori in tempi rapidi. Ci sono voluti 2 mesi per raggiungere un accordo anche se solo con una importante banca piemontese. Tutto ciò non può ripetersi – specificano i sindacalisti – e nessuno provi a scaricare la responsabilità sui lavoratori della Regione e dell'INPS che ancora in queste ore, stanno sopperendo alle disfunzioni ed alle lungaggini burocratiche. I ritardi sono figli degli errori di chi aveva il compito di presentare le domande, della complessità della procedura informatica, della cattiva macchina organizzativa della stessa Regione che non si è dimostrata adeguata al volume di domande di Cassa in Deroga, Un "modello Piemonte" esisteva già, c'erano accordi in vigore con Banca Sella e Intesa SanPaolo per l'anticipo della CIGS – dicono i tre Segretari - e funzionavano bene, ma i tempi troppo lenti con cui si è mossa la Regione e l'indisponibilità dell'ABI a garantire a tutti i lavoratori il diritto alla gratuità ed all'anticipo, anche per chi non era correntista delle Banche aderenti, ha impedito di raggiungere un accordo per tutto il sistema bancario piemontese.

L'accordo, siglato tra CGIL CISL UIL, Regione Piemonte, FinPiemonte e Intesa San Paolo, semplifica e rende più rapide le procedure per ottenere l'anticipo degli ammortizzatori sociali. Garantisce la gratuità a tutti i correntisti e consente l'apertura di nuovi conti correnti per fruire dell'anticipo anche da parte dei lavoratori che non sono correntisti di Intesa San Paolo. Istituisce il fondo di garanzia regionale e indirizza il credito alle aziende, finalizzato alla salvaguardia dell'occupazione. Si tratta di "Un atto concreto dopo tanti annunci – affermano ancora Stacchini CGIL, Baratta CISL, Cianciotta UIL - che rappresenta una buona notizia per tutti coloro che aspettano il pagamento della cassa integrazione. Spiace comunque non aver potuto fare un accordo con l'Abi regionale a fronte di una precisa disponibilità della Regione e del Sindacato. L'auspicio è – concludono i sindacalisti – che altri importanti istituti seguano l'esempio odierno e si possa dare una visione del sistema bancario diversa da quella lenta e complessa di questi mesi, più vicina ai lavoratori e alle imprese.

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"SERVE INVERTIRE LA ROTTA, NON C'È PIÙ TEMPO DA PERDERE"
"La gestione dell'emergenza sanitaria in Piemonte presenta numerose lacune. Gli assessori regionali alla Sanità e al Welfare continuano a essere sordi alle nostre richieste. Da settimane chiediamo di mettere in sicurezza, oltre agli operatori sanitari di ospedali e Rsa, anche gli ospiti, in prevalenza anziani e persone fragili di queste strutture. La Sanità regionale, che da troppi anni subisce solo tagli alla rete ospedaliera e al personale, non è riuscita a implementare le reti territoriali, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Serve subito una svolta". Lo dichiarano i segretari confederali di Cgil Cisl Uil Danila Botta, Luca Caretti, Francesco Lo Grasso, anche a nome delle rispettive federazioni di Funzione Pubblica e Medici.

Il tragico bilancio nella regione, tra le più colpite del Paese dopo la Lombardia, parla di 18mila contagiati, di circa 2mila morti. Nelle RSA, si è raggiunto fino a ieri il numero di 450 decessi tra gli anziani non autosufficienti e oltre 400 contagi tra operatori sanitari e socio-sanitari, messi in isolamento fiduciario o ricoverati presso gli ospedali. E, per ora, nulla emerge sulla situazione delle strutture residenziali di disabili e malati psichiatrici. Gli operatori sono al limite delle forze, insufficienti per il livello di prestazioni sanitarie, mentre ancora oggi i tamponi e dispositivi di protezione sono carenti per affrontare adeguatamente la lotta al contagio.

"L'autarchia, con la quale la Giunta Regionale ha affrontato l'emergenza, – concludono i segretari regionali di Cgil Cisl Uil, Danila Botta, Luca Caretti e Francesco Lo Grasso – rifiutando il confronto con le parti sociali, ha prodotto questo risultato negativo che ci preoccupa molto. Si rende quanto mai necessario affidare la guida dell'emergenza a persone altamente competenti per evitare il peggioramento della situazione. Non c'è più tempo da perdere".

 

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Ecco la lettera che i Segretari genrali di Cgil, Cisl e Uil Alessandria hanno inviato ai sindaci di Alessandria, Novi Ligure, Casale M.to, Valenza, Ovada, Tortona, Acqui Terme.


Con la presente le Organizzazioni Sindacali di CGIL-CISL-UIL sono a esprimere la preoccupazione per i criteri di accesso e le priorità poste dalle delibere comunali introdotte in seguito all'ordinanza della Protezione Civile del 29 marzo per supportare i bisogni alimentari delle persone. Chiediamo che sia garantito l'accesso ai buoni spesa anche a chi non possiede mezzi informatici o non ne conosce l'utilizzo, garantendo una modalità cartacea facilmente reperibile e canali di consegna conosciuti e accessibili.

Chiediamo di eliminare ogni barriera posta, a partire dai requisiti di cittadinanza e residenza che discriminano le persone oggi più deboli, come stranieri privi di titolo di soggiorno e persone senza fissa dimora, che sono più difficili da raggiungere in questa fase emergenziale e a cui bisogna garantire generi di prima necessità, mantenendo l'attenzione ai bisogni e alle condizioni dei nuclei familiari. L'ordinanza della Protezione Civile è certamente uno strumento utile per evitare disordini e violazioni di legge anche in considerazione della difficoltà in cui versa il sistema carcerario; è inoltre indispensabile per non lasciare nessuno solo in un periodo in cui tante persone sono impossibilitate a muoversi dalle misure restrittive in atto.

In conclusione siamo a chiedervi una particolare attenzione e sostegno per le Associazioni che assistono la popolazione fornendo pasti e generi alimentari, le quali vivono un vero e proprio assalto in questi giorni con una grande difficoltà a soddisfare tutte le richieste.
Certi di una vostra riflessione e disponibili ad un eventuale tavolo di approfondimento, vi porgiamo i nostri saluti.



I Segretari Generali di CGIL-CISL- UIL

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"Alle Istituzioni chiediamo di adoperarsi per tutelare i diritti dei cittadini stranieri che oggi sono più esposti a rischi dell'emergenza Covid-19 e chiediamo di avviare un confronto". Così i segretari confederali di Cgil, Cisl, Uil, Giuseppe Massafra, Andrea Cuccello, Ivana Veronese in una lettera inviata ai Ministeri dell'Interno, del Lavoro e degli Affari Esteri.

"In questa fase di grave crisi internazionale c'è il pericolo - affermano i tre dirigenti sindacali - che la parte più debole e indifesa delle nostre società possa restare indietro, c'è il rischio che le diseguaglianze aumentino ancora di più, c'è il pericolo che il sistema dei diritti e delle tutele possa non essere  esteso a tutte e tutti".

"Decine di migliaia di migranti irregolari e richiedenti protezione sono esclusi dalle strutture di accoglienza, a rischio della propria salute e quella degli altri. Le strutture esistenti (Cara, Siproimi, Cas, Centri per il rimpatrio) - proseguono Massafra, Cuccello, Veronese - non sono sempre adeguatamente fornite di dispositivi di sicurezza e  andrebbe garantita la corretta applicazione delle norme anti-contagio, per la sicurezza degli ospiti e del personale che vi lavora. Inoltre, migliaia di lavoratori stranieri stanno perdendo la propria occupazione a causa del lockdown delle attività e rischiano di non poter rinnovare il permesso di soggiorno".

Per questo, continuano i tre segretari confederali "abbiamo definito un dossier indicando alcuni punti urgenti che vanno immediatamente affrontati: il tema dell'accoglienza, dunque, dove affollamento e rischi sanitari rendono difficile l'adempimento di quanto previsto dai recenti decreti, il tema del rilascio o rinnovo dei titoli di soggiorno, i diritti e le tutele dei lavoratori migranti, a partire da quelli domestici e altro ancora".

"Garantire sicurezza ai cittadini stranieri, così come a tutte le persone che in questo momento rischiano di restare ai margini, è un tema urgente che va affrontato per il bene loro e di tutta la comunità", concludono Massafra, Cuccello e Veronese.

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Cgil, Cisl e Uil hanno concluso questa mattina uno stringente confronto con il Governo. E 'stato fatto un grande lavoro comune, ottenendo un ottimo risultato nella direzione di tutelare la salute di tutti i lavoratori e di tutti i cittadini. Abbiamo rivisitato l'elenco delle attività produttive indispensabili, in modo da garantire la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici. E' stato tolto dall'elenco tutto ciò che non era essenziale, visto il momento difficile che stiamo vivendo.

In tutte queste attività chi lavora dovrà essere dotato degli indispensabili dispositivi di protezione individuali e, in tutti i luoghi di lavoro, dovrà essere rigorosamente adottato il Protocollo sulla sicurezza raggiunto nei giorni scorsi a Palazzo Chigi.

I prefetti dovranno coinvolgere le organizzazioni territoriali per l'autocertificazione delle attività delle imprese che svolgono attività funzionali ad assicurare la continuità delle filiere essenziali. Il Ministro delle difesa si e 'impegnato a diminuire la produzione nel settore militare, salvaguardando solo le attività indispensabili. il Ministro Patuanelli si è, inoltre, impegnato a incontrare specifici settori in cui sono emerse particolari difficoltà nell'attuazione del Protocollo.

Il governo si è inoltre impegnato a monitorare congiuntamente con il sindacato l'applicazione sia di quanto è stato concordato questa mattina, sia del Protocollo sulla sicurezza. I sindacati di categoria e territoriali e le Rsu vigileranno per la loro puntuale applicazione.

Cgil, Cisl, Uil sono vicine a tutti coloro che con grande senso di responsabilità, mettendo anche a repentaglio la propria salute e la propria vita, stanno garantendo a tutta la comunità il mantenimento, in una situazione inedita e di emergenza, delle condizioni, per quanto possibile, normali di vita.

A loro e a tutti coloro che lavorano vanno i nostri ringraziamenti e assicuriamo il nostro impegno per garantire il più possibile la salute e la sicurezza sul lavoro e nella vita quotidiana, anche nella prospettiva di ripresa e di ricostruzione che ci aspetta una volta sconfitto il covid-19.

Roma, 25 marzo 2020

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Le Segreterie generali di Cgil Cisl Uil e Fim Fiom Uilm Nazionali esprimono le seguenti valutazioni a seguito del pre-accordo raggiunto tra Arcelor Mittal, Governo e Ilva in amministrazione straordinaria nella giornata di oggi, mercoledì 4 marzo 2020.

Il negoziato avvenuto da Novembre 2019 non ha visto alcun coinvolgimento delle organizzazioni sindacali.
Alla luce dei contenuti appresi, riteniamo assolutamente non chiara la strategia del Governo in merito al risanamento ambientale, alle prospettive industriali e occupazionali del Gruppo. A questa incertezza si somma una totale incognita sulla volontà dei soggetti investitori, a partire da Arcelor Mittal, riguardo il loro impegno finanziario nella nuova compagine societaria che costituirà la nuova AMinvestco.

Nei fatti il pre-accordo prevede una fase di stallo da qui alla fine del 2020 per quanto riguarda le prospettive e l'esecuzione del piano industriale.

Tutto questo arriva dopo due anni di ulteriore incertezza, particolarmente rischiosa per una realtà industriale che necessita invece di una gestione attenta e determinata. A ciò si somma una congiuntura sfavorevole del mercato dell'acciaio.

Nello specifico ci sembra di totale indeterminazione:
– Il periodo di tempo senza una governance chiara;
– Il ruolo delle banche e dell'investitore pubblico;
– Il mix produttivo tra ciclo integrale e forni elettrici;
– Il ruolo conseguente delle due società;
– La possibilità con questo piano di occupare i 10.700 lavoratori più i 1.800 in amministrazione straordinaria e i lavoratori delle aziende di appalto, che l'accordo del 6 settembre 2018 assicurava.

Inoltre il pre-accordo prevede un aumento dei lavoratori in Cassa Integrazione e il vincolo dell'accordo sindacale entro il 30 maggio senza una nostra preventiva condivisione del piano e degli strumenti adottati.

L'assetto complessivo del piano rischia di essere insostenibile alla luce della sua scarsa verticalizzazione produttiva (tubi, laminati, lamiere, treni nastri) i cui investimenti sono molto inferiori al piano da noi sottoscritto e la positiva previsione di ripartenza dell'Afo5 ha tempistiche del suo rifacimento troppo dilatate nel tempo.

L'accordo del 6 settembre 2018 non prevedeva esuberi né l'utilizzo della Cassa Integrazione. Garantiva la presenza di un grande produttore di acciaio a eseguire il piano stabilito. Quell'accordo resta la migliore garanzia di tutta l'occupazione, del risanamento ambientale e del rilancio produttivo.

CGIL                                                      CISL                                                       UIL
Maurizio Landini                               Annamaria Furlan                       Carmelo Barbagallo

FIOM                                                      FIM                                                      UILM
Francesca Re David                           Marco Bentivogli                             Rocco Palombella

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Le strutture private di ricovero e ambulatoriali già oggi operano nel sistema sanitario piemontese, integrando l'operato di quelle pubbliche.
Gli organi di stampa riportano le dichiarazioni dell'Assessore regionale Icardi che vorrebbe consentire alle cliniche private la possibilità di dotarsi di Pronto Soccorso.
Icardi utilizza il termine ipocrisia per rafforzare il ruolo del privato nella sanità pubblica: non comprendiamo quale sia l'ipocrisia alla quale fa riferimento l'Assessore alla Sanità, ma vorremmo capire come sia possibile denunciare da un lato una passività di bilancio di circa 200 milioni di euro e, dall'altro, sostenere un ingente investimento economico da destinare alla sanità privata.
Inoltre le complessità che si presentano nei pronto soccorso dei nostri ospedali prevedono competenze multidisciplinari che non si possono limitare ad alcune specialità, data anche la componente demografica della nostra popolazione.

La frattura del femore di una persona anziana non è paragonabile alla gamba rotta di un ragazzo, perché quasi certamente nel primo caso sono presenti altre patologie che possono dare vita a complicanze che richiedono l'intervento di altri specialisti quali diabetologo, cardiologo, ecc.
Non vorremmo assistere a frequenti trasferimenti di pazienti da strutture private a strutture pubbliche, a causa di complicazioni alle quali ad oggi solo il presidio pubblico garantisce una risposta universalistica.

Nell'anno 2018 la sanità piemontese passava dal commissariamento (piano di rientro) al primo posto nella griglia Lea in Italia per la qualità delle prestazioni sanitarie, un traguardo raggiunto grazie all'impegno di tutti i dipendenti del servizio sanitario.
A questo impegno degli operatori sanitari non è però corrisposta una adeguata azione politica: l'attuazione della rete ospedaliera necessitava di un'immediata riorganizzazione
della rete territoriale per dare risposte efficaci ai cittadini ed evitare il sovraffollamento nei Pronto soccorso e l'aumento della mobilità passiva, tema ribadito durante l'incontro sindacale di Cgil, Cisl, Uil con l'Assessore Icardi.

La Sanità piemontese ha bisogno di una adeguata programmazione sanitaria che valorizzi il ruolo del pubblico e mantenga all'interno dello stesso la gestione delle attività di core business.
L'utilizzo del privato deve mantenere le caratteristiche di integrazione ai servizi pubblici e non può diventare sostitutiva degli stessi, perché il bene più prezioso di ogni persona, la salute, non può e non deve sottostare a regole di mercato.
Durante l'incontro del 12 Dicembre scorso, l'Assessore Icardi si è impegnato a costruire un percorso condiviso con le organizzazioni sindacali confederali sui temi della sanità: auspichiamo che alle dichiarazioni di principio corrisponda una concreta disponibilità al confronto che non può avvenire attraverso le dichiarazioni agli organi di stampa.

 

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