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DICHIARAZIONE DEI SEGRETARI CONFEDERALI DI CGIL, CISL E UILFRANCO MARTINI, GIGI PETTENI E TIZIANA BOCCHI

Sono stati firmati  tra Confesercenti e Cgil, Cisl e Uil, due importanti accordi interconfederali riguardanti, uno, il modello contrattuale e le relazioni sindacali, l´altro, la misurazione e certificazione della rappresentanza e rappresentatività delle organizzazioni sindacali.

Dopo gli accordi sottoscritti con Confcommercio, Confapi e le Associazioni Artigiane prosegue, dunque, il percorso intrapreso dal sindacato italiano, a partire dall'accordo unitario del 14 gennaio 2016, volto a costruire un moderno sistema di relazioni sindacali in grado di favorire lo sviluppo sociale, economico ed occupazionale del Paese.

Allo stesso modo l´intesa raggiunta sulla rappresentanza conferma la piena volontà di Cgil, Cisl e Uil di addivenire a un insieme di regole chiare e condivise per certificare la rappresentatività delle OO.SS in tutti i settori economici. Resta però evidente la necessità di censire anche le parti datoriali per stabilire quali soggetti sono titolati, o meno, a sottoscrivere contratti collettivi nazionali e porre, così, un freno al proliferare incontrollato di questi ultimi.

Gli accordi sottoscritti dimostrano ancora una volta la vitalità delle relazioni sindacali così come il ruolo che le Parti Sociali possono e devono svolgere per costruire soluzioni utili e condivise atte a tutelare e qualificare il lavoro e rendere, allo stesso tempo, maggiormente competitive le imprese.

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 "Se a settembre riusciremo a fare questo accordo, che servirà per il mondo del lavoro, per le imprese, per i lavoratori e per il Paese, avremmo fatto un buon lavoro". Così il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha commentato, a caldo, l'esito del confronto odierno che si è svolto tra Cgil, Cisl, Uil e Confindustria sulla riforma del sistema contrattuale. Al termine dell'incontro, che si è sviluppato sui temi della contrattazione collettiva, della rappresentanza, del welfare e della bilateralità, le parti hanno diramato un comunicato congiunto. "È emersa la volontà comune - si legge nel breve documento - di affermare la centralità della contrattazione collettiva, anche attraverso la misurazione della rappresentanza datoriale. Le parti - così, prosegue il comunicato - si sono accordate per approfondire i singoli aspetti del confronto con l'obiettivo, alla ripresa di settembre, di arrivare a un'intesa su tutti i punti in discussione che si inseriscono in una riflessione più generale sulla necessità di rendere più competitivo il sistema delle imprese, rilanciare l'occupazione e qualificare il lavoro".

Sollecitato dalle domande dei giornalisti, Barbagallo ha sottolineato, in conclusione, che "occorrerà definire un testo per fare l'accordo e saranno necessarie, dunque, ulteriori riunioni tecniche che potrebbero svolgersi anche nel mese di agosto".

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La grande mobilitazione nata intorno alla vicenda dell'apertura di Pasqua e il rilievo sindacale che ha assunto l'intero sito commerciale dell'Outlet di Serravalle Scrivia hanno prodotto oggi un primo significativo risultato.

Grazie alle iniziative sindacali condotte nei mesi scorsi CGIL   CISL   UIL hanno conquistato oggi un tavolo di confronto e di trattativa con la direzione del Serravalle Designer Outlet.

Risultato assolutamente non scontato dopo le rigidità e l' indisponibilità mostrate dagli interlocutori di McArthur a discutere in merito all' apertura del giorno di Pasqua.

Non possiamo pertanto che annotare come un passo decisamente positivo quello di aver avviato un confronto sindacale serio e aver registrato nelle dichiarazioni dei dirigenti di McArthur Glen la disponibilità a confrontarsi su temi e materie di grande interesse anche per tutti i lavoratori dell'outlet.

Il percorso che si è aperto, già con appuntamenti calendarizzati nelle prossime settimane, dovrà a nostro avviso realizzare un'intesa su un sistema di relazioni sindacali e industriali compiuto e strutturato, partendo da quanto già sottoscritto in fase di insediamento del centro, nel lontano anno 2000, e ad oggi ancora valido.

Le Organizzazioni Sindacali, rispettando anche un impegno assunto con i lavoratori, hanno annunciato la presentazione, alla Direzione McArthur Glen, di un documento che consideriamo una vera e propria piattaforma sindacale, di punti molto concreti che realizzino sostanzialmente il miglioramento delle condizioni di lavoro delle persone.

Oggi possiamo solo cogliere una buona disponibilità al confronto con le rappresentanze sindacali ed una volontà positiva ad affrontare temi sicuramente complessi e articolati e anche di non semplice soluzione.

Certamente la realtà lavorativa dell'outlet ha rappresentato un complesso di tematiche e di problematiche che investe una intera comunità di persone formata da qualche migliaio di lavoratrici e lavoratori e che vanno ben oltre il pur sensibile tema dell'apertura di Pasqua.

Vedremo nel prosieguo del confronto quanto materialmente misureremo in atti compiuti e concreti risultati, a partire dal tema "scottante" delle aperture festive, alle politiche degli orari, fino alla realizzazione dell'asilo nido/scuola dell'infanzia.

Alessandria, lì 14 luglio '17                                             Le Segreterie Provinciali    CGIL   CISL    UIL

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Non trova ancora soluzione la vertenza dei lavoratori delle concessionarie autostradali che lunedì 10 luglio sciopereranno in tutta Italia in difesa del lavoro, con presidi nelle autostrade a Frosinone, Pescara, Firenze e Tortona (Alessandria).

Sono 3000 i lavoratori che rischiano il licenziamento se Istituzioni e Governo non daranno una soluzione al problema creatosi con l'approvazione del nuovo Codice Appalti. La nuova norma, infatti, limita la possibilità per le concessionarie di eseguire direttamente manutenzioni e progettazione mettendo a repentaglio migliaia di posti di lavoro. Ma la vertenza dei lavoratori delle concessionarie autostradali è finalizzata non solo alla salvaguardia dell'occupazione ma anche alla qualità del lavoro e delle prestazioni effettuate nella manutenzione delle autostrade, e a garantire, quindi, la sicurezza degli automobilisti.

Per Rsu e sindacati è necessario dare risposte certe e rapide a questo problema e per questo hanno chiesto al Ministro Calenda di convocare un tavolo urgente che affronti la crisi delle aziende controllate dalle concessionarie, imprese che rappresentano, per il settore edile, il principale comparto industriale.

I PRESIDI

➢               FIRENZE –ore 10.00  Casello A1 di Firenze Scandicci

➢               TORTONA –ore 08.00 Casello A7 Parcheggio Conforama, uscita direzione Tortona

➢               PESCARA –9.00 Casello A14 di Città Sant'Angelo

➢               FROSINONE -ore 9.00 Casello A1

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"A difesa dell'Inps: meno consulenti, più dipendenti". Dietro queste parole Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa promuovono per martedì 4 luglio a Roma un presidio in piazza del Pantheon a partire dalle ore 10 in contemporanea con la relazione annuale del presidente dell'Inps, Tito Boeri, a Montecitorio.

Un'occasione, spiegano le categorie di Cgil, Cisl e Uil, "dove evidenzieremo numeri e fatti che non ci tornano: dal personale, che continua a ridursi drasticamente a fronte di un aumento dei carichi di lavoro, alla gestione patrimoniale; dalla riorganizzazione dell'Inps, di cui non abbiamo più notizie, allo stato della contrattazione, tuttora bloccata". Al presidio, oltre ai lavoratori e alle lavoratrici, "prenderanno parte anche i componenti del Civ dell'Inps che hanno bocciato il bilancio dell'Istituto, cosa mai accaduta sinora".

Un presidio delle lavoratrici e dei lavoratori dell'Istituto nazionale della previdenza sociale, "per rivendicare la funzione sociale che ancora continuano a svolgere con abnegazione, nonostante tutto". Per queste ragioni  Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa saranno martedì 4 luglio in piazza del Pantheon a Roma, "per gridare con forza che vogliamo un'Inps in grado di rispondere ai bisogni dei cittadini e di tutelare i propri lavoratori".

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Documento Unitario CGIL CISL UIL: "Un'azione di prevenzione efficace, partecipata e diffusa"

Obiettivi e priorità di un percorso per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro

Premessa

Un percorso è fatto di passi e di tappe, ma prioritariamente di obiettivi e azioni da raggiungere e compiere per realizzare quanto ritenuto prioritario e fondamentale.

In tema di prevenzione e di tutele della salute e sicurezza sul lavoro il percorso intrapreso da tempo unitariamente ha visto obiettivi raggiunti e azioni realizzate, ma anche tanti traguardi non ancora superati.

Credendo nel cammino comune e nell'affermazione della prevenzione in ogni luogo di lavoro e per tutte le lavoratrici e lavoratori -ancor più oggi che le sfide aumentano sul piano dei nuovi rischi, delle condizioni di lavoro e dell'occupazione- si è inteso comporre il seguente documento nazionale che intende delineare un fondamentale quadro di interventi, modalità operative e attori - sui diversi livelli - al fine di definire un primo ambito di lavoro comune.

Quanto previsto nel documento, dovendo divenire linea condivisa e fattiva, costituirà oggetto di confronto nelle riunioni territoriali che si andranno a realizzare sul livello regionale in modo unitario e dalle quali potranno pervenire contributi, osservazioni e proposte che saranno oggetto di valutazione da parte delle Segreterie Nazionali.

Quanto prodotto nelle riunioni regionali costituirà patrimonio complessivo di questo lavoro. Che potrà, nelle forme che si riterranno più adeguate, essere allegato al documento nazionale stesso.

Tematiche prioritarie

Strategia Nazionale per la Salute e Sicurezza sul Lavoro

Rapporti con le Istituzioni (Regioni, INAIL, ASL, Servizi di Prevenzione e Vigilanza)

Contrattazione

Rappresentanza

Pariteticità

Patronati

1 – Strategia Nazionale SSL

Per un miglioramento continuo delle condizioni di lavoro e quindi per una diminuzione significativa degli incidenti sui luoghi di lavoro e delle malattie di origine professionale, la UE si è dotata nel tempo di uno strumento programmatico a cadenza pluriennale quale la  Strategia per la salute e sicurezza sul lavoro, nel quale vengono indicati i punti di priorità sui quali concentrare l'impegno in modo sinergico e partecipato, da parte degli attori della prevenzione intesi come istituzionali e parti sociali.

Nel quadro delineato dalla Strategia comunitaria ogni Paese, indicando le proprie priorità, i passi da compiere e i soggetti che sono chiamati a concretizzarle (sul livello territoriale e nei luoghi di lavoro), ha steso la propria Strategia Nazionale.

L'Italia è uno dei pochi paesi dell'Unione a non avere ancora una propria Strategia Nazionale per la salute e sicurezza sul lavoro. Ed è l'unico che non la ha mai avuta.

In linea con l'Europa, nel rispetto del legame normativo con la Direttiva Quadro 89/391 e della presenza in Italia di un Focal point permanente dell'Agenzia di Bilbao, la Strategia Nazionale dovrebbe guardare ai temi della Strategia europea (attualmente per il periodo 2014-2020), creando assi di convergenza con il Piano Nazionale di Prevenzione (redatto attualmente dal Ministero della Salute), nel quale sono presenti obiettivi di tutela della salute dei cittadini, tra i quali la salute in ambiente di lavoro (attualmente per il periodo 2014-2018).

Il dotarsi di una Strategia come sistema Paese, significherebbe definire, in un arco di tempo ampio, le politiche di prevenzione da attuare, le risorse da impiegare, le sinergie da creare, gli obiettivi da raggiungere e i sistemi di valutazione, di percorso e di risultato, da impiegare; potendo tracciare, nel perimetro temporale della Strategia, piani e programmi annuali di intervento mirati.

Considerando questa una mancanza fondamentale, come Organizzazioni Sindacali in modo unitario, stiamo da tempo richiedendo ai Governi che nel frattempo si sono succeduti di impegnarsi e di svolgere questo compito. Ancor più non trascurando che è previsto, quale precetto normativo dal DLGS. 81 del 2008 s.m., come principale azione posta in capo al Comitato ex art.5 (così detta Cabina di Regia), in concerto con la Commissione Consultiva Permanente (ex Art.6), nella quale, in modo Tripartito, sono presenti i principali soggetti responsabili della prevenzione, sul livello nazionale, come istituzioni e parti sociali (datoriali e sindacali).

A fronte di un modello prevenzionale basato sulla legislazione concorrente, ripartita tra Stato e Regioni, la Strategia nazionale e i Piani annuali d'azione, che da questa dovrebbero discendere, costituirebbero l'intelaiatura fondamentale per un'azione sinergica tra il livello nazionale e il livello territoriale, anche con un particolare riferimento per le Micro e Piccole Imprese, che costituiscono una parte importante del sistema produttivo italiano.

Riportando a valore centrale l'attività dei Comitati Regionali di Coordinamento (ex art.7), chiamati a definire i piani  e programmi di prevenzione regionali, all'interno e a coerenza con la Strategia nazionale, determinate risulterebbe la consultazione permanente delle principali banche dati, già oggi a disposizione, di cui ancora se ne fa uno scarso uso, ma che invece dovrebbero diventare strumenti essenziali per  la definizione delle politiche locali di prevenzione e per la individuazione delle priorità su cui far convergere piani mirati di prevenzione.

Registrando il ritardo con cui il SINP è stato istituito, quale sistema complessivo di interazione tra tutti i flussi informativi di prevenzione, non si possono trascurare gli attuali sistemi IN.FOR.MO, MAL.PROF, che da tempo offrono un quadro approfondito sugli infortuni e le malattie professionali, non fermandosi al solo dato numerico statistico, ma evidenziando tutti i fattori e le cause determinanti l'evento.

Alcune priorità d'azione.

In attesa di una Strategia nazionale, occorre che si intervenga:

sull'attività dei Comitati ex art.7, richiedendone la convocazione in modo regolare, garantendo una presenza sindacale qualificata, pianificando obiettivi concreti d'intervento e programmi d'azione;

sul monitoraggio dell'utilizzo a favore della prevenzione delle risorse provenienti dalle sanzioni alle aziende (come previsto dall'art.13 del DLGS 81 del 2008 s.m.);

sulla richiesta di predisposizione, implementazione dei Registri dei mesoteliomi ReNaM e ReNaTUS, ai sensi dell'art.244 del DLGS 81 del 2008 s.m.), al fine di promuovere piani mirati di prevenzione in tema di tumori professionali.

su un maggiore e diverso coinvolgimento delle parti sociali nel sistema SINP, nel Comitato art. 7 ed in tutte le sedi di discussione dove si concerto od elaborano azioni concrete e dove si programma l'attuazione dei piani di prevenzione.

2 – Rapporti con le Istituzioni (Regioni, INAIL, ASL, Servizi di Prevenzione e Vigilanza)

Per una fattiva opera di prevenzione devono essere messe in atto le sinergie possibili tra tutti gli attori della prevenzione, istituzionali e delle parti sociali.

Le Parti Sociali sono tra i Soggetti principali ma il ruolo delle Istituzioni, soprattutto a livello locale, è fondamentale.

Oltre all'importanza strategica e programmatica dei rapporti all'interno del Comitato ex art.7 (tavolo permanente di lavoro insostituibile, vedi quanto detto nel paragrafo precedente), il sistema delle relazioni a livello locale con le istituzioni deve basarsi, anche in questo caso, su delle linee programmatiche in modo congiunto dove, delineando obiettivi e azioni, vengono stabiliti i rapporti, le funzioni e i risultati da raggiungere, monitorando tempo ed efficacia.

Basando l'azione su interventi spot, su azioni discontinue e dettate dalle priorità d'urgenza, si rischia di non dare continuità all'azione, perdendo tempo, energie e vanificando gli sforzi.

Il ruolo dell'INAIL è centrale, quale attore di prevenzione sul livello locale, ma non può operare in modo autoreferenziale. Lo strumento degli Accordi tra l'Istituto e gli attori della prevenzione, a partire dall'OO.SS., ma non meno con gli Organismi Paritetici, deve divenire una modalità d'azione permanente e finalizzata al raggiungimento di specifici obiettivi concreti. Ripensando al ruolo del CIV e dei Co.Re.Co., è fondamentale che si sviluppino programmi d'azione specifici, al fine di concretizzare l'attività e il contributo di ciascuno all'interno di un piano condiviso. Le linee programmatiche triennali del CIV nazionale sono in questo senso utili come delineazione di un perimetro di intervento che deve poi trovare le sue declinazioni concrete.

In questo ambito il ruolo del Sindacato Confederale all'interno di tutti gli Organismi dell'INAIL deve essere più attivo al fine di essere maggiormente protagonisti nelle attività di prevenzione da realizzare a tutti i livelli.

L'esperienza avviatasi oltre un anno fa e che proseguirà nei prossimi anni, di tre progetti di ricerca congiunti tra INAIL nazionale, OO.SS. ed Enti di Ricerca in partenariato, sta risultando quanto mai positiva e proficua, avendo permesso di svolgere sia un'analisi capillare, su tutto il territorio nazionale, delle condizioni di tutela della salute e sicurezza sul lavoro e dello svolgimento del ruolo di RLS (RLST e RLSSP), in relazione alle altre figure della prevenzione aziendale, attraverso la voce degli stessi protagonisti, raccolta mediante la distribuzione di migliaia di questionari, così come anche la costruzione di un portale dedicato ai Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, dove far confluire tutte le informazioni, raccogliere la documentazione e offrire approfondimenti, consentendo una libera fruizione di tutto quanto messo a disposizione, garantendo anche lo spazio di interazione e scambio di esperienze, buone prassi, problematiche, proprie del ruolo.

Il rapporto con i Servizi di Prevenzione delle ASL deve crescere, rafforzarsi, ma soprattutto trovare modalità di interazione permanenti e finalizzate. L'interesse al rapporto deve essere reciproco perché ciascuna delle parti ha bisogno delle informazioni, conoscenze ed esperienza dell'altra. Solo una collaborazione stretta e costante, nel rispetto dei ruoli e delle funzioni di ciascuno, può offrire quel campo di opportunità di intervento, a favore della prevenzione, che costituisce il terreno comune di impegno.

Alcune priorità d'azione.

Occorre che si intervenga:

nel costituire tavoli di lavoro congiunti, tra istituzioni e parti sociali, mirati alla redazione di linee guida e/o strumenti operativi di prevenzione che rispondano ad esigenze di settore e/o di rischio;

nel creare Gruppi di lavoro tematici, al fine di approfondire le nuove aree di rischio, tenendo conto dei cambiamenti della popolazione lavorativa, dell'avanzamento dell'età occupazionale e dalle condizioni del mercato del lavoro;

sul chiedere che vengano previsti con regolarità bandi di finanziamento per azioni di informazione, formazione e ricerca-azione, da parte dell'INAIL regionale e delle stesse Regioni che prevedono l'accesso delle OO.SS., non necessariamente mediato da parte di enti terzi;

nel promuovere momenti di approfondimento formativo, organizzati con la collaborazione di tecnici delle ASL/INAIL, al fine di favorire l'aggiornamento costante delle conoscenze tecniche degli RLS, RLST e RLSSP, creando anche momenti di confronto, scambio e condivisione delle problematiche all'interno delle realtà lavorative.

3 – Contrattazione

La contrattazione è il cardine centrale dell'azione sindacale.

La salute e sicurezza sul lavoro, costituendo uno di questi pilastri fondamentali, deve trovare nella contrattazione non solo una necessaria collocazione, ma l'alveo più consono per la definizione delle modalità di esercizio di quanto disposto sul piano normativo e, ancor più, per garantire le basi per una concreta realizzazione di condizioni permanenti di tutela e di miglioramento continuo.

Con la contrattazione, a tutti i livelli, si determinano i piani che poggiano sui pilastri fondamentali dell'attività lavorativa, coniugando i principi alle esigenze e specificità di ogni ambito settoriale e contesto lavorativo, al fine di garantire le migliori condizioni di lavoro per gli occupati e per la produzione, nel complessivo esercizio dell'attività.

La contrattazione su SSL deve essere sviluppata a tutti i livelli contrattuali, affrontando temi specifici e prevedendo modalità di declinazione adeguate ai contesti e alla popolazione lavorativa, tenendo conto soprattutto delle esigenze e che possano valorizzare politiche di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e che migliorino le condizioni di lavoro e favoriscano il benessere.

Ai vari livelli della Contrattazione Collettiva devono essere implementate le basi minime indicate dalla normativa vigente, generale e di settore, cosi come devono essere sviluppate, con l'aiuto delle Categorie nazionali, tutte le Contrattazioni di Gruppo, di distretto ed Aziendali.

In questo ambito devono essere realizzate al più presto le intese applicative, come previsto dal D. Lgs. 81 del 2008, a partire dall'Accordo Confindustria(datato 1995).

Devono essere più stretti i rapporti tra le Confederazioni e le Categorie a tutti i livelli per poter coordinare le azioni, e quando necessario anche di rivendicazione, contrattuale su SSL.

Deve diventare una prassi sindacale ordinaria, inserire nelle Piattaforme adeguati capitoli destinati alla SSL e alle politiche di tutela incentrate sulla valorizzazione delle persone nel lavoro. Gli spazi che la normativa prevede a favore della contrattazione sono ampi.

L'azione contrattuale, nel comprendere i temi della salute e sicurezza, non può che diventare patrimonio comune e quotidiano del singolo RLS, RLST, RLSSP.

L'azione contrattuale si esplica, non solo mediante il rinnovo dei contratti, ma attraverso svariati strumenti, come gli accordi, i protocolli, le intese; azioni negoziali che soprattutto devono svilupparsi sui temi della salute e sicurezza nei diversi luoghi di lavoro, ponendo particolare attenzione alle forme di tutela dei lavori in appalto e dei contratti di natura flessibile (che spesso rappresentano forme di lavoro precario).

Alcune priorità d'azione.

Occorre che si intervenga:

programmando ed attuando azioni concrete e modelli contrattuali innovativi ed inclusivi a livello territoriale, di gruppo, di sito, di filiera e aziendale che aumentino la cogenza delle norme e ne migliorino l'applicazione, favorendo un clima di costante miglioramento delle condizioni di lavoro e, ove esistano, il miglioramento di SGSL ed eventuali linee guida settoriali o territoriali;

elaborando una traccia contrattuale unitaria, condivisa con le Categorie, relativa ai temi della contrattazione, ad ogni livello, su salute, sicurezza e ambiente, dovendo considerare le nuove sfide e le opportunità di oggi, come i cambiamenti nel modello produttivo, le modalità di effettuazione del lavoro, la crescente digitalizzazione dei processi, riconducibili al modello "Industria 4.0";

elaborando una unica modalità condivisa di elezione/designazione per i RLS.

4 – Rappresentanza

Un elemento determinante per il radicamento e sviluppo della prevenzione è la presenza dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza in tutte le realtà lavorative. Condizione che contribuisce, in maniera significativa, al miglioramento delle condizioni di lavoro e, pertanto, alla lotta contro gli infortuni e malattie professionali.

Garantire la presenza certa di RLS, RLST e RLSSP in tutti luoghi di lavoro deve essere una priorità nella attività sindacale di CGIL, CISL UIL, e costituisce un elemento fondamentale dell'azione sindacale e di rappresentanza.

Per poter sviluppare la presenza in tutte le aziende dei Rappresentanti dei Lavoratori, sarà necessaria una forte azione coesa e unitaria del Sindacato, in termini organizzativi ed anche sul piano contrattuale, a tutti i livelli e mediante tutte le forme negoziali.

A partire dal fornire un supporto fondamentale sui temi della tutela e della prevenzione delle micro e piccole aziende è prioritaria la presenza capillare dei Rappresentati territoriali (RLST) e la costituzione di Organismi Paritetici di settore, operativi anche attraverso l'attivazione del fondo di ci all'Art. 52 dell'81/08.

Anche la presenza, negli ambiti previsti, degli RLS di sito produttivo deve risultare capillare e fattiva, operando quell'azione strategica e fondamentale di coordinamento e raccordo fra gli RLS, considerando ancor più la pericolosità dei contesti nei quali insistono più appalti e la complessità dei rischi presenti in tali specifici siti produttivi. Attraverso la contrattazione di settore, occorre che si stipulino gli accordi che regolamentano l'esercizio di ruolo degli RLSS, prendendo a riferimento quanto fatto nei porti, estendendo l'esperienza ad altri simili contesti.

Occorre quindi far emergere con forza il tema del rafforzamento del ruolo della rappresentanza, attraverso l'estensione delle attribuzioni del RLS ed il rafforzamento del loro ruolo (maggiori strumenti di intervento).

Queste nuove acquisizioni o avanzamenti dovrebbero proprio essere possibili attraverso una nostra azione contrattuale capillare e diffusa.

Occorre inoltre con urgenza affrontare il tema delle azioni sinergiche fra RLS e RSA/RSU, trovando nell'interazione e condivisione dell'agire nei posti di lavoro la via privilegiata e coerente per l'esercizio della rappresentanza, nelle sue diverse forme e finalità.

Tutto ciò per arrivare ad una contrattazione forte ed efficace, utile ai lavoratori, nei diversi processi e filiere produttive, a favore dello sviluppo e della protezione dei territori, dell'ambiente e delle comunità, mirando all'estensione del RLSA (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza e l'Ambiente), in tutti i CCNL.

Deve essere anche sviluppata una maggiore sinergia, un maggior collegamento tra i Componenti dei CAE che ai vari livelli si occupano di SSL e Ambiente.

Alcune priorità d'azione.

Occorre che si intervenga:

nell'affermazione del ruolo della Rappresentanza, sui temi della salute e sicurezza, ampliando i termini minimi garantiti dalla normativa vigente;

nel sostenere, da parte della rappresentanza sindacale, le azioni di rivendicazione del rispetto dei diritti degli RLS, RLST, RLSSP, nei riguardi della parte datoriale, a partire dalla disponibilità dei documenti cardine dell'azione di prevenzione (DVR, DUVRI, schede di rischio, schede dei DPI, valutazione dello stress lavoro-correlato...);

nel superare un approccio che pone l'azione di rappresentanza sotto etichette rigide di funzione politica e ruolo tecnico che non trovano nel sostegno dei lavoratori alcuna corrispondenza, ma che anzi irrigidiscono i processi aziendali all'interno della stessa compagine sindacale, rallentando l'azione prioritaria negoziale con la controparte aziendale, specie a fronte dei sempre più frequenti processi di ristrutturazione e cambiamento del mercato del lavoro, dell'economia e dell'organizzazione del lavoro. ma non meno con i soggetti di interlocuzione locale, sui temi dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile.

5 – Pariteticità

Riguardo questo tema le organizzazioni sindacali confederali hanno da molto tempo espresso la propria opinione e assunto le iniziative conseguenti, come quella di richiedere con forza e urgenza la costituzione del Fondo di sostegno alla rappresentanza e pariteticità previsto dal D. Lgs. 81 del 2008 (art. 52) e una assunzione di responsabilità da parte dei decisori istituzionali nel varare il repertorio degli OO.PP. che porterebbe ad una auspicata condizione di legalità e trasparenza sul tema.

Proseguendo con l'attività dell'OPNA (nel settore dell'Artigianato), muovendo i passi necessari per avviare l'attività dell'OPNC (con Confapi), l'impegno dovrà essere rivolto anche ai settori che, con stati di avanzamento diversi sul piano negoziale, non hanno ancora un sistema di partiticità strutturato ed operativo.

Alcune priorità d'azione.

Occorre che si intervenga:

nella prosecuzione degli interventi di info-formazione sul territorio e nelle realtà aziendali a favore dei dirigenti sindacali, delle RSU e degli RLS/RLST/RLSSP;

nella promozione di azioni formative volte all'acquisizione di conoscenze, ma soprattutto competenze, di natura negoziale e contrattuale, sui temi del lavoro e delle tutele;

a favore della diffusione dei risultati ottenuti con l'importante progetto unitario denominato IMPACT/RLS finanziato da INAIL, sui risultati del quale dovranno essere realizzati percorsi di approfondimento e riflessione, a tutti i livelli, operando anche per settori e categorie;

a favore della diffusione delle informazioni relative al nuovo portale dell'RLS, tenuto conto, non solo dei tanti materiali di approfondimento che conterrà, ma anche sui servizi che garantirà, tra i quali la storica banca dati di tutti i documenti del CRD e uno spazio virtuale di confronto e interazione tra Rappresentanti sulle questioni inerenti lo svolgimento del ruolo, come anche sui temi della prevenzione, dei rischi e delle malattie professionali.

6 – Patronati

Il ruolo dei Patronati è fondamentale per migliorare la prevenzione in collaborazione con le OO.SS., per la tutela dei lavoratori ma soprattutto per l'emersione e la riduzione delle malattie professionali.

La sinergia tra RLS e Patronato deve essere migliorata, così come il rapporto fra Patronato, le Categorie e i RLS/RLST.

L'interazione tra i Rappresentati e il Patronato deve essere migliorata, rendendola non solo costante, ma reciproca, a partire dallo scambio di informazioni, segnalazioni, supporto che deve provenire da entrambe le parti.

La corretta e completa redazione del DVR, con l'evidenza e la correlazione tra mansioni svolte, tutele predisposte e sorveglianza sanitaria praticata sarà fondamentale per il riconoscimento delle malattie professionali e soprattutto per le future azioni di prevenzione e sta anche al nostro corretto ruolo far evolvere la situazione in maniera positiva. Questo anche essendo capaci di sviluppare e proporre azioni concrete e innovative che siano capaci di proteggere il lavoratore e la lavoratrice dallo sviluppo di ogni patologia legata all'organizzazione del lavoro, all'uso dei materiali, delle sostanze, delle tecnologie.

Un ruolo determinate il Patronato sarà chiamato a svolgerlo, in collaborazione con le rappresentanze sindacali, sul tema del reinserimento lavorativo (accomodamento ragionevole) degli infortunati e dei tecnopatici, su cui l'INAIL ha previsto di svolgere un ruolo cardine determinante, finanziando interventi di riprogettazione  delle postazioni di lavoro. Questione che intreccia in pieno le tematiche di tipo contrattuale, la legislazione lavoristica, la vita lavorativa.

Alcune priorità d'azione.

Occorre che si intervenga:

elaborando proposte concrete per rendere più facile la collaborazione fra Categorie, Patronato e RLS/RLST.Proposte di ordine formativo, elaborazione di progetti sperimentali territoriali, progetti relativi a specifici territori o filiere o siti. Occorre favorire ed organizzare continui momenti di confronto fra i Patronati e le strutture di Categoria e Confederali a livello territoriale, che facciano il punto della situazione infortunistica e delle tecnopatie in un contesto di riferimento dato e aiutando delineare le politiche contrattuali e prevenzionali generali;

nel potenziare maggiormente l'attività, già in atto, di promozione di progetti finanziati dall'INAIL, in tema di malattie professionali, per la loro emersione e per gli studi epidemiologici relativi;

sul favorire l'organizzazione di momenti di confronto fra Patronati e strutture sindacali al fine di delineare un quadro sempre aggiornato sull'andamento degli infortuni, delle malattie professionali e delle tecnopatie, al fine di indirizzare e delineare specifiche azioni e politiche contrattuali.

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Per lunedì 29 Maggio 2017 è stato proclamato lo Sciopero Nazionale Unitario Autotrasporto Merci

Ad Alessandria è prevista una manifestazione davanti alla Prefettura di Alessandria dalle ore 14

I sindacati chiedono che lo Stato Italiano intervenga attivamente contro il tentativo della Comunità Europea di modificare il regolamento 561/06 con conseguenze drastiche sul personale viaggiante, riduzione dei tempi di riposo e aumento dei carichi di lavoro.

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Dopo la pubblicazione del Correttivo del Codice degli Appalti, Decreto Leg.vo 19/04/2017 n.56, avvenuta in Gazzetta Ufficiale in data 5 maggio u.s., Cgil, Cisl, Uil, esprimono un giudizio positivo seppur articolato in alcuni punti, sottolineando alcune criticità che non possono essere ignorate.

Non saranno sfuggite a nessuno le continue pressioni che hanno accompagnato i lavori di stesura del nuovo testo, di molti stakeholder che orientavano il legislatore a disarticolare il Decreto Legislativo 50/2016 in molte sue parti a giustificazione che questo "alleggerimento" avrebbe potuto ridare slancio alla nostra economia e all'occupazione, in modo particolare nella norma riferita al subappalto.  A questo si è aggiunto il tradizionale "colpo di mano" (sempre presente nella stesura del codice) che ha cancellato una parte importante di poteri attribuiti ad Anac ( art. 211, comma 2).

Cgil, Cisl, Uil, in questo periodo, hanno lavorato unitariamente realizzando una serie di audizioni formali ed informali per ribadire concetti prioritari legati alle tutele dei lavoratori, legalità, trasparenza, qualità dell'opera realizzata e dei servizi, lotta alla corruzione e allo spreco. Un lavoro che ha dato risultati positivi e che comunque dovranno vedere la nostra azione sindacale sempre presente laddove margini di manovra sono stati lasciati all'interno del Correttivo.

In particolare vogliamo condividere l'aver ottenuto l'obbligatorietà della clausola sociale che dovrà essere inserita nei bandi di gara, la conferma del dibattito pubblico quale strumento indispensabile per superare preventivamente le problematiche conflittuali nei territori, il miglioramento inserito nei livelli di progettazione determinando, ex ante,  i costi di manodopera. Inoltre, si rafforza il riferimento dell'applicazione del c.c.n.l., e del contratto leader stipulato con le OO.SS. maggiormente rappresentative e ampliandolo anche alle gare dei servizi e delle forniture.

Rimane invariato, nel subappalto, il riferimento che lo stesso non può superare la quota del 30% dell'importo complessivo del contratto dei lavori, servizi e forniture.

Per quanto concerne l'utilizzazione del criterio del massimo ribasso, questo è stato aumentato fino alla soglia di 2 mln/euro. Questo però è possibile quando l'affidamento avviene con procedure ordinarie, ovvero attraverso gare di evidenza pubblica e per l'importo massimo di 1 mln/euro, comunque nel rispetto dei limiti previsti dall'art.97 e riferiti alle offerte giudicate "anormalmente basse". Laddove non si proceda ordinariamente, non sarà possibile ricorrere al prezzo più basso ma all'offerta economicamente più vantaggiosa.

Forti perplessità invece le esprimiamo sull'aver tolto l'inserimento della congruità nel Durc: critichiamo, e non comprendiamo,  l'ostinazione che il legislatore ha voluto mantenere nei confronti le concessioni autostradali e la gestione diretta dei lavori di manutenzione. Così come il ricorso alle procedure negoziate senza previa pubblicazione del bando di gara per lavori di somma urgenza che rischiano di diventare una sorta di "zona franca" sulla realizzazione di alcune opere, mancanza di trasparenza per i controlli al di sotto di 40.000 euro di affidamento nei contratti, e facoltà in capo alla stazione appaltante di richiedere la terna di subappaltatori per contratti inferiori alle soglie stabilite. Su questi punti, continueremo una forte azione affinchè si possano trovare le opportune soluzioni come da noi già proposte.

Nei prossimi giorni Cgil, Cisl, Uil, organizzeranno un momento di riflessione sui contenuti sommariamente sopra esposti, e, conseguentemente, programmeranno momenti di analisi a livello di macro arie territoriali, che sarà cura darne sollecita informazione.

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Martedì, 16 Maggio 2017 10:12

Riforma del Codice antimafia

Approvare la riforma del codice antimafia. Importanti le parole del Ministro dell'Interno. Abbiamo apprezzato le parole pronunciate mercoledì 10 maggio dal Ministro dell'Interno, On. Marco Minniti relativamente alla necessità di approvare la legge di riforma del Codice Antimafia e, nel condividerle, rinnoviamo l'appello a tutte le forze politiche presenti in Parlamento affinché, nel pieno rispetto della loro autonomia, accolgano questo monito.

Il Testo approvato alla Camera dei deputati, dopo un lungo ed impegnativo confronto, ha definito una sintesi apprezzata da tutti in quanto offre modalità e strumenti più incisivi per contrastare in maniera più efficace il fenomeno mafioso, anche di criminalità economica e corruzione per i quali i sequestri e le confische aumentano.

Auspichiamo pertanto un senso di responsabilità da parte delle forze politiche al Senato nel portare a rapida approvazione la riforma del codice antimafia.

Tre anni di tempo, tanti sono quelli passati da quando la legge di iniziativa popolare "Io riattivo il lavoro" fu calendarizzata alla Commissione Giustizia della Camera. Non possiamo più aspettare. Nel frattempo i fenomeni mafiosi, le confische ed i sequestri dei loro beni sono in crescita esponenziale e, se non gestiti adeguatamente, grazie anche ad un conforme potenziamento dell'Agenzia nazionale, rischiano di diventare un vero e proprio cappio al collo che strangola il Paese e le sue possibilità di crescita economica e di convivenza libera e democratica.

Approvare la riforma del codice antimafia significa lanciare un chiaro e simbolico messaggio a tutto il Paese e, in particolare, a tutti coloro che quotidianamente sono impegnati sul campo a contrastare le mafie e a favorire il riutilizzo sociale e produttivo dei beni e delle aziende confiscate.

Solo unendo le forze sane, le istituzioni, la magistratura, la società civile e il mondo del lavoro, si può vincere questa importante e fondamentale sfida per la nostra Repubblica.

Firme

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Arci

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"Se, come dichiara lo stesso Ministro Poletti, il Terzo settore riguarda circa 1 milione di lavoratori, la riforma per essere concretamente attuata deve vedere il coinvolgimento anche di chi rappresenta il lavoro dipendente. Invece il confronto che il Governo ha avuto con le Confederazioni sindacali, su una materia così vasta e complessa, si è limitato a un incontro e a un solo provvedimento, quello sull'impresa sociale, mentre anche il decreto sul nuovo Codice interviene in più parti sulle condizioni e la disciplina del lavoro, sullo status di volontario, sul sistema degli affidamenti dei servizi". Così Cgil, Cisl e Uil, in una nota unitaria, in seguito all'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri degli ultimi tre decreti attuativi della riforma del Terzo settore.

"Ribadiamo - scrivono le confederazioni - che la riforma deve rafforzare i principi del Terzo settore espressi nella legge delega: libertà associativa, partecipazione, democrazia, assenza di fine di lucro e finalità sociali".

Cgil, Cisl e Uil aggiungono che "il decreto sull'impresa sociale, l'unico che abbiamo potuto vedere in anteprima, non accoglie pienamente i principi di democrazia economica e partecipazione, e apre preoccupanti spazi a logiche commerciali in ambiti che invece devono restare saldamente ancorati alla solidarietà e alla giustizia sociale".

"Rinnoviamo pertanto - concludono - la richiesta di confronto con il Ministro, mentre trasmetteremo al Parlamento le nostre proposte".

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