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DICHIARAZIONE DI CARMELO BARBAGALLO, SEGRETARIO GENERALE UIL

I nostri cuori e le nostre menti sono turbati dalle notizie e dalle immagini che giungono da Tunisi.

Sgomento per la viltà e la ferocia dell'attentato, solidarietà ai familiari delle vittime e ai feriti: sono questi i sentimenti di noi tutti.

Il coinvolgimento di nostri concittadini nella tragedia e la vicinanza al nostro Paese dei luoghi colpiti confermano le preoccupazioni che abbiamo espresso, di recente, per l'instabilità alla quale è sottoposta l'area del Mediterraneo.

Pure il Sindacato, dunque, per quanto possibile, deve farsi carico di questa condizione e dare la propria testimonianza e il proprio contributo per la soluzione di un così grave problema.

Anche per tali ragioni, la Uil aveva proposto di realizzare il Primo Maggio a Lampedusa, ma difficoltà logistiche impediscono la realizzazione di questo progetto.

Insieme a Cgil e Cisl, dunque, abbiamo deciso di svolgere la manifestazione in provincia di Ragusa – territorio anch'esso interessato al fenomeno dei flussi migratori – con le stesse motivazioni e gli stessi obiettivi che avevamo precedentemente programmato.

Roma 18 marzo 2015

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DICHIARAZIONE DI CARMELO BARBAGALLO SEGRETARIO GENERALE UIL

Non siamo per nulla confortati dai dati diffusi da Bankitalia sul calo dei prestiti a famiglie e imprese, né dalle percentuali relative alla produzione industriale. Così come ci preoccupa l'assoluta inconsistenza delle cifre impegnate per il piano Junker. A maggior ragione, bisogna fare di tutto perché lo sforzo fatto da Draghi con il Quantitative Easing non sia vanificato, ma diventi una leva per il rilancio dell'economia reale.

Intanto, il Governo continua a professare ottimismo sulle prospettive della ripresa. E però ci sono 9 milioni di lavoratori pubblici e privati che attendono il rinnovo dei contratti. Se crede davvero nella ripresa, allora l'Esecutivo inizi a dare il buon esempio, convocando le parti sociali e colmando la lacuna di 6 anni di mancati rinnovi per i dipendenti pubblici.

Analogo ragionamento vale per la previdenza. La riforma Fornero va riformata per sanare i guasti che ha provocato – a partire dalla vicenda degli esodati -  per dare più certezze ai pensionati - adeguando le loro tartassate pensioni - e per puntare sulla flessibilità di accesso al pensionamento.

Noi abbiamo chiesto di avviare un confronto su tutti questi temi perché siamo convinti che la crescita del Paese passi anche attraverso un aumento del potere di acquisto di lavoratori e pensionati. Il Governo sa bene che questa è una strada da percorrere: ci aspettiamo, dunque, risposte coerenti con le sue dichiarazioni sullo sviluppo che verrà.

Roma, 10 marzo 2015

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DICHIARAZIONE DI CARMELO BARBAGALLOSEGRETARIO GENERALE UIL

Stando alle odierne dichiarazioni, sembra che Cgil e Cisl abbiano accolto la nostra sollecitazione a riprendere il filo unitario, a partire dal confronto sui temi della contrattazione.

E' opportuno che ciò avvenga sulla base di proposte chiare, da discutere con le nostre controparti e da portare all'attenzione del Governo e del Paese, che siano in grado di contribuire alla ripresa dell'occupazione e dell'economia.

Già nelle prossime settimane, all'interno della Uil, affronteremo una discussione seminariale sull'argomento che ci consenta di porre le basi per l'elaborazione della proposta unitaria.

Roma, 13 gennaio 2015

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Siamo vicini alle famiglie delle vittime e a tutta la Francia per l'attacco terroristico alla sede del giornale satirico Charlie Hebdo. Proviamo orrore e sgomento per un tale livello di violenza scatenato nel nome di un Dio.

È un vero attacco alla libertà di tutti i Paesi e di tutta l'umanità, che colpisce tutti noi e va oltre il singolo atto di terrorismo.

L'Europa non si lasci intimidire e continui ad agire nel segno della democrazia, unico baluardo contro ogni forma di violenza.

Roma, 7 gennaio 2015

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DICHIARAZIONE DI CARMELO BARBAGALLO SEGRETARIO GENERALE UIL

Questo Jobs Act non risolverài problemi del mondo del lavoro; anzi, farà emergere contraddizioni che non saràfacile gestire. Un vero Jobs Act, invece, dovrebbe determinare la soluzione delle crisi aziendali ancora aperte e prevedere investimenti pubblici e privati.

Da questo punto di vista, abbiamo apprezzato la soluzione adottata per l'Ilva che dà un futuro a uno stabilimento strategico per la nostra economia e crea le condizioni per salvaguardare l'ambiente di quel territorio.

Risolvere le vertenze aperte, puntare sugli investimenti per lo sviluppo e l'occupazione, correggere gli errori che scaturiranno dai decreti appena approvati sono solo alcuni degli obiettivi che ci porremo giàa partire dai primi giorni del nuovo anno. Chiederemo a CGIL e CISL di predisporre, insieme, un percorso comune e iniziative unitarie per ottenere questi risultati.

Roma, 26 dicembre 2014

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Ricordo le tre ore di sciopero contro il provvedimento della Fornero sulle pensioni.

La Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan continua a sostenere che lo sciopero generale non fu programmato neanche ai tempi del governo Monti. Non è così. Solo per amore della precisione, rammento a me stesso che Cgil, Cisl e Uil proclamarono tre ore di sciopero generale contro il provvedimento della Fornero sulle pensioni.

E' vero, si trattò solo di tre ore, ma perché fu proprio la Cisl ad opporsi all'ipotesi di un'astensione dal lavoro per l'intera giornata. Apprezzo la coerenza della Cisl, dunque; apprezzerei anche, però, che tutti ricordassero la verità dei fatti.

E uno dei fatti veri è che la Uil sciopera sempre e solo per sostenere il merito delle rivendicazioni. Anche in questa circostanza è così: saremo in piazza il 12 dicembre per gli 80 euro ai pensionati, per il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego, per una legge di stabilità che punti realmente allo sviluppo a partire dal Mezzogiorno, perché le tutele siano davvero crescenti, perché ai giovani sia data stabilità, perché non manchino le risorse per la cassa integrazione.

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In allegato la documentazione consegnata al Governo in occasione dell'incontro sulla legge di stabilità. Alleghiamo inoltre una breve sintesi dell'intervento e delle dichiarazioni del Segretario Generale Aggiunto Carmelo Barbagallo.

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DICHIARAZIONE DI CARMELO BARBAGALLOSEGRETARIO GENERALE AGGIUNTO UIL

La manifestazione ha solo un valore interno alla Cgil: la Uil rilancia la proposta di una mobilitazione unitaria

"La manifestazione di sabato scorso ha un valore tutto interno alla Cgil: segna la rinnovata unione tra la Confederazione e la Fiom. Comprendo le ragioni di organizzazione, ma non è più il tempo delle mere rappresentazioni dell'essere sindacato".

Lo ha detto il Segretario generale aggiunto della Uil, Carmelo Barbagallo, intervenendo al Congresso nazionale della Uilposte. "Noi – ha proseguito Barbagallo - avevamo proposto alla Cisl e alla Cgil un lungo e capillare percorso comune di lotte per convincere l'opinione pubblica e il Governo sulla necessità di cambiare alcuni provvedimenti ingiusti, errati ed economicamente dannosi per il Paese.

Già da domani, rilanceremo questo nostro invito: archiviato il rito della Cgil, costruiamo una stagione di mobilitazione unitaria, tutta fondata sulle questioni di merito che vogliamo sostenere, a partire dalla necessità di favorire investimenti pubblici e privati, di salvaguardare le tutele per chi le ha e di estenderle a chi ne è privo, di rinnovare i contratti per il pubblico impiego e di dare gli 80 euro anche ai pensionati".

(da www.uil.it)

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"I contratti collettivi di lavoro del pubblico impiego sono fermi al 2010. Ebbene, se lo Stato non rispetta gli accordi, anche noi ci sentiamo sciolti dal rispetto di quegli stessi accordi e, dunque, non terremo più conto dei limiti previsti per gli scioperi nel settore".

Così, il Segretario generale aggiunto della UIL, Carmelo Barbagallo, parlando al Congresso nazionale della UIL-FPL, la categoria degli Enti locali e della sanità, ha annunciato la decisione del Sindacato di via Lucullo di disdettare il Protocollo del 2001 in merito alle procedure di raffreddamento e conciliazione relative alle prestazioni indispensabili in caso di sciopero. La disdetta riguarda anche tutti i successivi accordi in materia, firmati sulla base di quel Protocollo, ed è stata comunicata formalmente con lettera inviata all'Aran, l'agenzia governativa per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni.

"Il blocco dei contratti - ha sottolineato Barbagallo nel suo intervento - è una decisione di arrogante signoria che trasforma oltre tre milioni di cittadini in sudditi: è inaccettabile. Se il Governo, dunque, non modifica la legge di stabilità, a partire dallo sblocco dei contratti nel pubblico impiego, se non mantiene le tutele per tutti i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato e non le allarga a chi non ne ha, se non dà un segno chiaro nella direzione degli investimenti e dello sviluppo per tutto il Paese, noi chiederemo a CGIL e CISL di avviare una lunga stagione di lotte unitarie che proseguirà fino a quando il Governo non avrà cambiato verso".

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Per rilanciare l'occupazione ci vogliono investimenti pubblici e privati: lo ha già detto il Governatore della Banca d'Italia, ma è rimasto inascoltato. Per quel che riguarda, poi, la legge di stabilità, noi vorremmo che il Presidente del Consiglio rispettasse la promessa di estendere gli 80 euro ai pensionati e agli incapienti.I pensionati sono i veri ammortizzatori sociali delle famiglie italiane: dove c'è un giovane che non trova lavoro o un cassintegrato o un disoccupato, intervengono con il loro aiuto. Inoltre, chiediamo che si stanzino le risorse necessarie a riprendere la contrattazione nel Pubblico Impiego.

Ci era stato detto che il jobs act avrebbe creato le condizioni per far affluire capitali in Italia: al momento, però, continuano a fuggire dal nostro Paese. Si era anche detto che non si sarebbero più operati tagli lineari, ma si sta continuando sulla stessa impostazione.

Per quel che riguarda, inoltre, il Tfr, si ricordi che si tratta di soldi dei lavoratori: devono decidere loro come utilizzarli, se per la pensione integrativa oppure se metterli in busta paga. Bisogna tagliare le tasse sul lavoro: è questa la vera ricetta per dare una speranza di sviluppo al nostro Paese.

Bisogna, infine, puntare sulla semplificazione e sulla riduzione delle attuali 150mila leggi: è una riforma che non costa nulla e che può dare importanti risultati. Perché non cominciamo?

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