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Questa mattina, presso il Salone Baravalle della Cisl Alessandrina, Cgil, Cisl e Uil territoriali hanno presentato con una conferenza stampa la campagna di assemblee sui  luoghi di lavoro insieme a tre asseblee pubbliche che si svolgeranno nei prossimi giorni in provincia di Alessandria.

Al centro di questa iniziativa alcuni "nodi" collegati alla Legge di Bilancio, per chiedere che siano affrontate dal Governo alcune priorità fondamentali per la tenuta del Paese, con particolare attenzione alla fase "2" dell'accordo sulle pensioni e la costruzione di un meccanismo che non penalizzi i più giovani, visto l'altissimo numero di disoccupati e precari.

Obiettivo di queste assemblee, che si svolgeranno in tutta Italia, affrontare altri temi specifici e prioritari che interessano da vicino lo sviluppo del territorio attraverso un confronto con la cittadinanza.

Le assemblee pubbliche si svolgeranno a:

- CASALE M.TO: 14/11/17 ore 9,30 c/o Salone Tartara (P.za Casello, 2)

- NOVI L.RE: 16/11/17 ore 15 c/o Salone Dopolavoro FS (P.za Stazione Fs, 16)

- ALESSADRIA: 21/11/17 ore 9,30 c/o Cinema Ambra (Viale B. Ravenna, 8)

 

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"Finalmente un emendamento del Governo al decreto legge fiscale per eliminare la gravissima stortura dell'estinzione del reato di stalking per via pecuniaria, introdotta nella riforma del sistema penale». Così Loredana Taddei, responsabile nazionale Politiche di Genere della Cgil, Liliana Ocmin, responsabile del Coordinamento Nazionale Donne Cisl, e Alessandra Menelao, responsabile nazionale dei Centri di ascolto della Uil, che per prime avevano denunciato il caso nel mese di giugno.

«Ci sono voluti cinque mesi - commentano - perché si prendessero provvedimenti con un intervento chiarificatore sull'articolo 162 ter, affinché nessuna denuncia per il reato di stalking potesse in alcun modo rientrare in una sanzione riparatoria".

"La violenza contro le donne - concludono Taddei, Ocmin e Menelao - è uno dei reati più oscuri e difficili da combattere, che richiede molta attenzione nelle misure che si intraprendono, nelle norme che si emanano e nelle parole che si dicono. Bene, dunque, correggere velocemente il grave errore".

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Lunedì 13 novembre. È questa la data che Governo e parti sociali hanno scelto per trarre le conclusioni sulla delicata e dibattuta questione previdenziale. Il confronto a Palazzo Chigi tra il premier Gentiloni, i ministri Padoan, Poletti, Madia, da un lato, e Barbagallo, Camusso e Furlan, dall'altro, ha sortito un primo parziale risultato: dare continuità alla trattativa in corso per trovare una soluzione al problema dell'aspettativa di vita.

«È positivo il fatto di avere deciso di dare continuità alla discussione - ha sottolineato il leader della Uil - che proseguirà già a partire da lunedì 6 novembre in sede tecnica e andrà avanti fino al lunedì 13 quando capiremo se ci sono posizioni convergenti e tireremo le fila di questo confronto. Tuttavia - ha proseguito il leader della Uil - il ministro Padoan ha messo dei paletti che sono tutti da verificare, ma per avere chiaro cos'è la sostenibilità nel sistema previdenziale, occorrerebbe innanzitutto separare l'assistenza dalla previdenza».

Il Governo ha precisato che al tavolo della trattativa si dovrebbero individuare, tra l'altro, le categorie di lavori gravosi. I Sindacati hanno chiesto, sì, di tenere conto della specificità dei singoli lavori, ma anche di intervenire sul sistema di calcolo relativo all'aspettativa di vita: «Le statistiche - ha concluso Barbagallo - sono fatte sulla base di criteri generali che non tengono conto della particolarità delle diverse mansioni».

Roma, 2 novembre 2017

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Nell´attuale testo del Disegno di Legge di Bilancio 2018-2020 manca qualsiasi riferimento al finanziamento degli interventi a favore del Piano Nazionale Amianto, che con la delibera della Conferenza Unificata Stato Regioni e Autonomie Locali del 5 maggio 2016 è stato assunto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Comitato Interministeriale e Interistituzionale Sanità, Ambiente, Lavoro, Giustizia, Economia, Regioni e ANCI.

Pertanto CGIL CISL UIL chiedono con urgenza che si provveda ad individuare e a definire le risorse finanziarie che devono dare garanzia per la messa in opera degli interventi più urgenti che riguardano:

- l'incentivo più consistente per la bonifica dell'amianto degli immobili privati nelle località ad elevato rischio sismico e nei Comuni a più alta incidenza di mesotelioma;

- il finanziamento ai Comuni per gli interventi in danno per la bonifica degli immobili con presenza di amianto friabile pericoloso per la salute dei cittadini;

- il finanziamento alle Regioni per la costruzione delle discariche e delle strutture utili al conferimento dei Materiali Contenenti Amianto;

- il finanziamento dei Centri di Eccellenza per la cura dei tumori asbesto correlati;

- la copertura delle misure di accesso al pensionamento anticipato per gli esposti all'amianto;

- il finanziamento per il potenziamento dei COR (Centri Organizzativi Regionali) per un miglior contrasto ai tumori professionali;

- il finanziamento del Fondo Vittime dell'Amianto (FVA) per prestazioni più consistenti per far fronte alle necessità delle vittime (Professionali e ambientali);

- il finanziamento della ricerca clinica, per trovare le terapie più efficaci per la cura dei mesotelioma, e tecnologica, per trovare metodi alternativi al conferimento in discarica dei Materiali Contenenti Amianto (MCA).

Dopo 25 anni della legge 257/92  del bando all'amianto è stato bonificato meno del 20% dell'amianto presente in Italia, mentre i decessi a causa dell'amianto continuano ad essere di oltre 3.000 persone ogni anno.

CGIL CISL UIL ritengono che la Legge di Bilancio 2018-2020, in continuità con gli interventi del 2014, dopo la bruciante delusione delle conclusioni del processo Eternit, debba significare un forte rilancio della lotta all'amianto a favore della prevenzione e della cura delle vittime.

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ASSEMBLE SINDACALE DEI LAVORATORI OUTLET DI SERRAVALLE S.

GIOVEDì 26 OTTOBRE 2017

ORE 21,00

PRESSO IL MUSEO DEI CAMPIONISSIMI DI NOVI LIGURE

Ordine del giorno:

Esito Incontri con Direzione

Illustrazione Piattaforma

Varie ed eventuali

 

Saranno presenti i Segretari Generali  

Fabio Favola ,     Cristina Vignolo,       Maura Settimo

Filcams                Fisascat                        Uiltucs

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Nel corso dei confronti con il Ministero del Lavoro, tenuti in preparazione della legge di bilancio, Cgil-Cisl-Uil hanno insistentemente richiesto di cambiare e correggere le attuali norme che regolano gli ammortizzatori sociali e le politiche attive.

Come è noto, i Decreti attuativi del Jobs Act hanno ridotto le tipologie e la durata degli ammortizzatori, hanno reso le procedure più farraginose e contorte, hanno aumentato i costi della Cig e ridotto quello dei licenziamenti.

La filosofia di tutta la riforma del mercato del lavoro puntava a una riduzione delle protezioni, in costanza di rapporto di lavoro, a favore del potenziamento delle politiche attive che avrebbero garantito il passaggio da posto a posto di lavoro e migliore occupabilità alle persone disoccupate.

La realtà sta dimostrando la fragilità di questa filosofia pensata a tavolino fuori dal contesto economico, produttivo e occupazionale che sta vivendo il nostro paese.Ad oggi, il potenziamento delle politiche attive è rimasto un mero annuncio.

Proprio per questo chiediamo per gli ammortizzatori sociali i seguenti interventi:

Sblocco immediato dei fondi residui della cassa in deroga,

Risorse già assegnate alla Regione Piemonte ma non ancora rese concretamente fruibili per ritardi e continui cambi di regole e procedure burocratiche. Centinaia di lavoratrici/ori aspettano da mesi di riscuotere 4.000 euro di sostegno al reddito e non possiamo utilizzare i  circa 8 milioni già destinati a cantieri lavoro in favore di persone che potrebbero raggiungere i requisiti pensionistici;

Un Fondo Integrazione Salariale vero.

la modifica delle norme sul FIS (fondo di integrazione salariale che avrebbe dovuto sostituire la cassa in deroga ed i contratti di solidarietà di tipo B), in particolare:

il tetto aziendale per le prestazioni deve rimanere pari a 10 volte l'ammontare dei contributi versati dall'azienda (oggi è previsto un decalage che lo porta a 4 volte);

b)  i limiti di utilizzo per ogni singola impresa devono azzerarsi nell'arco del biennio mobile (oggi le risorse utilizzate per la prima prestazione continuano a essere conteggiate

riducendo la capienza delle successive richieste). Non azzerando mai il conteggio, le

aziende non hanno la capienza per ricorrere al Fis e licenziano;

garantire anche alle imprese con meno di 15 dipendenti, oggi escluse, la possibilità di ricorso all'assegno ordinario che consente una gestione più simile alla cigo;

rivedere i criteri e le procedure previste dall'Inps per accedere alle prestazioni che non corrispondono alle condizioni delle piccole imprese;

prevedere per il Fis e i fondi bilaterali il pagamento degli assegni familiari.

Tutele per le microimprese.

Dotare di ammortizzatori sociali le imprese sino a 5 dipendenti, oggi prive di qualunque protezione, salvo per quelle artigiane che hanno costituito uno specifico fondo bilaterale.

La crisi non è finita: flessibilizzare la cassa straordinaria.

Per la cassa integrazione straordinaria occorre:

a) prorogarne la durata, almeno per i casi più complessi o con forti ricadute occupazionali. La forte riduzione della durata della cigs non tiene conto dei processi di riorganizzazione e ristrutturazione produttiva e occupazionale che sono in corso e ci saranno nel prossimamente nel nostro sistema produttivo;

b) rendere più flessibile il calcolo dei 24 mesi di utilizzo nell'arco del quinquennio mobile (nuovo calcolo introdotto dal jobs act che limita fortemente l'utilizzo rispetto al passato);

c) ridurre il costo della cig intervenendo sulle aliquote o sulla base di calcolo del contributo addizionale;

Conoscere le situazioni locali e dare risorse mirate.

Non si tratta di ripristinare la precedente struttura degli ammortizzatori sociali, ma di aiutare la transizione verso il nuovo sistema con i correttivi, attraverso lo stanziamento di  nuove risorse (anche reperibili da residui di fondi stanziati per altri provvedimenti), da assegnare alle Regioni per far fronte alle criticità presenti nei singoli territori.

Pur in presenza di una timida ripresa, sono ancora numerose le imprese interessate da cessate attività o procedure concorsuali, (per loro niente cassa integrazione), così come sono numerosi i lavoratori che hanno terminato mobilità e Naspi e non hanno trovato lavoro.

Le Regioni devono avere risorse e flessibilità normativa per dare risposte (cig in deroga e mobilità/naspi in deroga) alle specifiche realtà, legandole a misure di politica attiva anche finanziate con il fondo sociale europeo, come si sta accingendo a fare la regione Piemonte;

Occorre modificare la Naspi per gli stagionali che dal jobs act hanno avuto forti penalizzazioni rispetto alla situazione precedente

E' necessario disporre di cig anche per i tempi indeterminati in agricoltura, inoltre deve essere modificata e rafforzata l'Asdi.

è necessario sospendere e posticipare la norma che prevede il tetto massimo dell'80% delle ore lavorabili per la cigs in casi di riorganizzazione e crisi aziendali.

Su questi temi il confronto con il Ministero ha registrato alcune disponibilità, ma restano ancora molti nodi da sciogliere e alcune contrarietà da superare.

Per alcune misure servono modifiche legislative che devono essere inserite in legge di Bilancio, idem per le risorse aggiuntive, mentre per correggere alcune distorsioni basterebbero circolari applicative di INPS/Ministero con interpretazioni autentiche meno restrittive.

Aiutare chi perde e cerca lavoro.

Se vogliamo attivare e rafforzare le necessarie politiche attive, occorre che la legge di bilancio assegni il personale dei Centri per l'Impiego alle Regioni (oggi sono dipendenti delle province in avvalimento - una sorta di distacco - alle regioni) e dia certezze di risorse strutturali per il personale occupato, per la stabilizzazione dei precari e per il potenziamento degli organici.

Da oltre un anno vengono promesse 1.600 nuove assunzioni a livello nazionale da sostenere anche con le risorse del PON, senza mai concretizzarle, mentre i centri per l'impiego rimasti in un limbo istituzionale non riescono a svolgere le funzioni loro assegnate dallo stesso jobs act per carenza di  organico e di personale qualificato.

I Centri per l'Impiego devono svolgere un ruolo centrale dentro a un sistema unitario nazionale che garantisca un livello di prestazioni di qualità alle/ai disoccupate/i.

In questo contesto la sperimentazione dell'assegno di ricollocazione ha dimostrato la sua forte criticità e scarsa efficacia, in Piemonte e nel resto del paese. Ci pare poco oculato non riflettere e non costruire modifiche condivise alla luce di ciò che non ha funzionato, prima di procedere alla messa a regime dello strumento.

In particolare, oltre al potenziamento dei centri per l'impiego è necessario:

definire livelli essenziali delle prestazioni;

strutturare un sistema informatico unitario che garantisca il passaggio dei dati dalle Regioni al centro garantendo il riconoscimento delle professionalità e competenze acquisite da coloro che sono stati coinvolti in misure di politica attiva;

deve essere definito, in accordo con le regioni, cosa si deve intendere per congrua offerta di lavoro, tenendo conto delle professionalità e competenze dei singoli, della qualità anche in termini di durata dell'offerta lavorativa, della distanza dal luogo di lavoro, della retribuzione che deve essere rapportata alla Naspi iniziale. La stessa condizionalità dovrà tenere presente questi criteri per evitare di essere uno strumento punitivo ed incentivare invece i percorsi professionalizzanti;

occorre definire un sistema di accreditamento per i servizi al lavoro privati che si candidano a gestire misure di politica attiva decise e finanziate a livello nazionale.

Mercato del lavoro     Cgil Cisl Uil Piemonte

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Dichiarazione di Rocco Palombella, segretario generale della Uilm

"Oggi portiamo a compimento un altro risultato importante del percorso contrattuale dei metalmeccanici. Si tratta di un epilogo unitario di cui siamo orgogliosi per il ruolo svolto nel corso della trattativa tra le parti". Lo ha dichiarato Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, nel corso della firma del contratto nazionale di lavoro che riguarda circa trecentomila lavoratori addetti alla piccola e media industria metalmeccanica, orafa ed alla installazione di impianti del settore. Il contratto in questione, firmato da Fiom, Fim, Uilm, Unionmeccanica – Confapi prevede, fra l'altro, una tantum di 80 euro da corrispondere con la retribuzione del mese di ottobre 2017, l'introduzione di strumenti di welfare a decorrere dall'1 marzo 2018 per un valore di 150 euro e con decorrenza gennaio 2019 e gennaio 2020 sempre per un valore di 150 euro annui e l'avvio dell'assistenza sanitaria con decorrenza gennaio 2018 attraverso un contributo aziendale pari a 60 euro per ciascun lavoratore. Per la previdenza complementare (Fondapi) è previsto l'incremento della quota a carico delle imprese dello 0,20% dall'1 giugno 2018 e di un ulteriore 0,20% a decorrere dall'1 gennaio 2020, compresi i lavoratori apprendisti. "Si tratta – ha chiosato Palombella – di un'intesa che guarda al futuro caratterizzandosi per una vigenza contrattuale di quattro anni".

Ufficio Stampa Uilm

Roma, 2 ottobre 2017

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La povertà è ancora un dramma che sottrae diritti e futuro ad una quota rilevante della popolazione del nostro Paese. I timidi segnali di ripresa economica non devono fare dimenticare un dato: in Italia vivono in povertà assoluta 4,75 milioni di persone, pari al 7,9% della popolazione complessiva.

L'introduzione del Reddito d'inclusione (Rei) è una innovazione strutturale che riprende numerosi aspetti della proposta dall'Alleanza contro la Povertà in Italia, vale a dire una misura che garantisce sostegno economico alle famiglie, costruendo contestualmente percorsi di inclusione sociale.

Va dato atto a Governo e Parlamento di avere conseguito un risultato importante. Ma la prossima Legge di Bilancio può rappresentare un altro decisivo passaggio della lotta alla povertà nel nostro Paese, in quanto lo stanziamento attuale rende possibile includere solo 1,8 milioni di individui, cioè il 38% del totale della popolazione in povertà assoluta: pertanto, il 62% dei poveri ne rimarrà escluso. In particolare il 41% dei minori in povertà assoluta non sarà raggiunto dalla misura.

Pure consapevoli della necessaria gradualità del completamento di una misura a vocazione universalistica, complessa e innovativa per il nostro paese, CGIL, CISL e UIL, chiedono al Governo e al Parlamento, un impegno ad incrementare, nel modo più ampio possibile, le risorse per il Fondo per la lotta alla povertà nella prossima Legge di Bilancio, insieme alla definizione di un Piano pluriennale di lotta alla povertà.

Tutto questo per:

includere una quota più rilevante di beneficiari, incrementare l'importo del beneficio e potenziare i servizi per l'inclusione;

avviare una politica redistributiva nel nostro Paese, a partire da chi sta peggio;

rafforzare la ripresa economica a partire da condizioni sociali e territori altrimenti  esclusi;

creare le condizioni per un'inclusione lavorativa.

La lotta alla povertà deve essere considerata, insieme a incisive politiche per lo sviluppo e il lavoro, una delle priorità per uscire davvero e tutti dagli effetti della crisi economica.

È in gioco la piena cittadinanza sociale ed economica di tutti. Non perdiamo un'occasione per rendere più giusto, inclusivo, coeso e meno ineguale il nostro Paese.

Roma, 02 ottobre 2017

(dal sito UIl.it)

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A seguito della lettera inoltrata ieri al Ministro, alle Regioni, ad Anci ed Upi per un incontro unitario sul tema, vi inviamo le osservazioni e le proposte di CGIL, CISL e UIL  relative al decreto (non ancora pubblicato) del Ministero del Lavoro in materia di gestione del personale coinvolto dai processi di razionalizzazione delle società partecipate come previsti dal D.Lgs. 175/16.

In allegato vi produciamo anche una nostra tabella che evidenzia le modifiche temporali intercorse, dopo l'intesa forte sul decreto raggiunta in sede di Conferenza unificata, agli adempimenti richiesti dal processo in questione.

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La 3M Italia Srl (ex Grafoplast) con lettera del 4 settembre '17 ha annunciato la chiusura del sito di Predosa (AL) ed avviato una procedura di mobilità.

"Ieri, durante l'incontro presso Confindustria non abbiamo ricevuto risposte soddisfacenti alle nostre richieste", lamentano i segretari di categoria erritoriali di Cgil, Cisl e Uil (UILTEC) territoriale che hanno firmato una nota per denunciare le criticità che stanno affrontando gli oltre 40 dipendenti.

Oggi, dopo il picchetto di lavoratrici e lavoratori davanti allo stabilimento produttore di marcature per cavi elettrici, a cui ha partecipato anche il Sindaco di Predosa Giancarlo Rapetti, è stato proclamato lo stato di agitazione che prevede un pacchetto di ore di sciopero a giorni alterni da domani, 27 settembre, al 4 ottobre.

Il prossimo 5 ottobre riprenderanno le trattative, ed in base all'andamento delle stesse si valuterà la situazione.

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