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Se la riforma proposta da questo Governo non risponde agli interessi dei lavoratori, dei giovani, dei disoccupati, noi faremo uno sciopero generale. E non è solo una questione di articolo 18, che è uno specchietto per le allodole: nella riforma ci sono molti altri aspetti relativi al mercato del lavoro che creeranno più precarietà nei prossimi anni.

Questa riforma serve a Renzi per presentarsi in Europa e non agli italiani. Il nostro Paese è destinato a invecchiare sempre più, mentre le giovani coppie non fanno più figli. Occorrerebbe, dunque, dare più stabilità ai giovani e più flessibilità in uscita agli anziani: esattamente il contrario di ciò che sta proponendo Renzi.

Se il Premier continua a rispondere solo ai criteri che la Merkel ha imposto all'Europa, probabilmente i nostri giovani continueranno a fare i precari.

Bergamo, 30 settembre 2014

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SINTESI DELL'INTERVENTO DEL SEGRETARIO GENERALE AGGIUNTO UIL, CARMELO BARBAGALLO AL CONGRESSO NAZIONALE DELLA UILM

"Lo sciopero va fatto alla fine e non minacciato periodicamente"

Due milioni di disoccupati dal 2008 ad oggi: è come se ci fosse stata una guerra. Nessuno ha messo in campo provvedimenti per ostacolare la finanziarizzazione selvaggia. Anche la Germania pagherà il prezzo di questa guerra finanziaria.

Renzi deve capire che la flessibilità sul patto di stabilità non serve a niente: per l'occupazione servono investimenti pubblici e privati e le risorse vanno reperite dai 180 miliardi di evasione fiscale, dai 70 miliardi della corruzione, dai 27 miliardi dei costi della politica.

Se si vareranno provvedimenti sul lavoro senza coinvolgere i sindacati, assumeremo iniziative di mobilitazione. Non abbiamo derubricato lo sciopero generale, ma questo va fatto all'ultimo momento e non minacciato periodicamente come fa la CGIL: tutte le volte che la CGIL farà fughe in avanti e la CISL tenterà mediazioni al ribasso, noi diremo "no" a prescindere, perché bisogna evitare di depotenziare la nostra azione.

Vogliamo ridisegnare il Paese: ci vuole stabilità per i giovani e flessibilità per gli anziani. È a questi ultimi che bisogna dare l'opportunità di andare in pensione volontariamente e di dedicarsi ai lavori socialmente utili: i giovani, invece, hanno bisogno di stabilità. Abbiamo bisogno di un sindacato moderno che si confronti sui fatti e non su inesistenti ideologie.

Reggio Calabria, 18/9/2014

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Ecco in sintesi l'intervento del Segretario Generale aggiunto UIL, Carmelo Barbagallo, a UNO MATTINA in merito ai debiti della PA.

Noi siamo l'unico paese in cui si fallisce per eccesso di credito. Quando un'azienda fallisce perché ha un credito nei confronti dello Stato o delle Regioni o degli enti locali è la cosa più grave che possa accadere.Del milione di disoccupati in più dal 2008 al 2013, il 40% lavorava nell'edilizia. Ci sono 30mila stazioni appaltanti e abbiamo appalti al massimo ribasso con la conseguenza che o si fanno carte false per adeguare i prezzi o non si pagano gli stipendi e gli oneri sociali o si va in contenzioso legale e ci sono, così, le opere "incompiute". Il cosiddetto "riparte Italia" dovrebbe affrontare seriamente tali questioni, magari coinvolgendo i sindacati per capire quali possano essere le soluzioni più efficaci.

Il Governo sta cercando di recuperare, ma ciò che sta facendo ancora non basta se continuano a verificarsi casi di mancato pagamento alle imprese. In passato, ho avuto modo di verificare come avveniva negli Usa il pagamento da parte degli uffici pubblici a chi otteneva un appalto: in 15 giorni pagavano e riuscivano a tenere i prezzi bassi.

Ridurre le stazioni appaltanti, introdurre i costi standard, evitare gli appalti al massimo ribasso sono strade da seguire che possono aiutare a risolvere anche questo problema.

Bisogna fare una riforma della P.A. seria, non per e-mail. Per come è strutturata la nostra P.A., in Italia fare impresa è un'impresa: occorrono 28 passaggi o autorizzazioni, per completare i quali ci vogliono moltis mesi, quando va bene, se non anni. Perciò il nostro Paese è ancora in forte crisi. Il Presidente del Consiglio non vuole lezioni? Non ne dia nemmeno lui fino a quando non avremo la possibilità di uscire da questa crisi, con un Pil e un'occupazione che aumentino davvero.

Lo Stato non paga, non si può fare la compensazione tra tasse da pagare e debiti dello Stato, le banche non concedono prestiti: non si capisce dove andremo. Come se non bastasse, si continuano a mettere gli anziani contro i giovani. I giovani non hanno speranza: questo Paese rischia di andare verso l'estinzione, con 1,48 figli a coppia siamo sotto la parità. Io vorrei dare una speranza. Quando il Presidente del Consiglio dice che bisogna cambiare il Paese, sono d'accordo, ma allora bisogna dare stabilità ai giovani e flessibilità agli anziani: se lui vuole, ne possiamo discutere.

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