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Con questo documento Filcams-CGIL, Fisascat-CISL e UILTuCS intendono proporre alle controparti le linee  principali lungo cui procedere ad un aggiornamento delle condizioni contrattuali collettive nel settore del  terziario e della distribuzione commerciale, nonostante la situazione assolutamente peculiare che il nostro Paese e l'intero mondo stanno attraversando a causa dell'epidemia.

D'altra parte va detto che la pandemia in atto è intervenuta in un ciclo economico italiano caratterizzato già da una debole crescita cui le imprese hanno reagito modificando i propri assetti organizzativi, ricorrendo a  molteplici forme di terziarizzazione ed esternalizzazione dell'attività, che si aggiungono alla condizione dei  servizi in appalto. Essa ha per altro accelerato ulteriormente processi già in atto e altamente pervasivi,  come la crescita dell'e-commerce, che ormai coinvolge anche il settore alimentare, la crisi di alcune  formule commerciali e il rilancio di altre, come nel caso del commercio alimentare di vicinato. Tali processi  non hanno per altro influito positivamente sulle condizioni di vita e di lavoro: si è diffuso un lavoro  "povero", privo di reali prospettive di crescita personale anche, ma non solo, sul piano del reddito.

E' in questo problematico contesto e dalle sue complesse evoluzioni che nasce l'esigenza di procedere ad  un rinnovo contrattuale non tradizionale. Un negoziato con un approccio meno tematico e più  interdipendente degli argomenti contrattuali. Un percorso in cui affrontare tutti i temi complessivamente  riportati nel presente documento e su cui le parti sindacali potranno dettagliare e implementare le istanze  nel rapporto con le delegate, i delegati nonché con le lavoratrici ed i lavoratori.

Un primo gruppo di argomenti che riteniamo opportuno affrontare è legato ai temi richiamati in premessa  proprio in virtù dell'impatto che hanno avuto sull'evoluzione organizzativa del settore.

Sempre nell'ambito degli impatti che l'evoluzione organizzativa vissuta almeno negli ultimi 20 anni ha  determinato sulla classificazione del personale, riteniamo oggi necessario procedere ad una sua  attualizzazione e semplificazione.

Inoltre, proprio l'evoluzione organizzativa imposta dall'emergenza sanitaria, palesatasi con la crescita delle  vendite on line e con il cosiddetto "lavoro agile" o "smart working", evidenzia la necessità di aggiornare le  norme contrattuali in materia di flessibilità organizzativa e di telelavoro. Da ciò deriva altresì, secondo noi,  la necessità di aggiornare le norme sulle agibilità sindacali e le aree su cui può intervenire la contrattazione  di secondo livello in particolare per quanto attiene l'organizzazione del lavoro.

In tale ambito si evidenzia ancora la necessità di favorire un riequilibrio nella condizione di vita e di lavoro a  partire dalla genitorialità come condizione condivisa. Permessi e congedi rappresentano uno dei supporti  alla conciliazione anche attraverso forme di incentivazione dell'utilizzo da parte dei padri e con aumenti  della paternità obbligatoria.

Per quanto attiene più in generale il mercato del lavoro e le tipologie d'impiego, emerge la necessità di  definire norme tese a favorire la stabilità dei rapporti lavorativi anche in caso di attività affidate a terzi, nonché per contrastare la crescente diffusione, anche nel settore del terziario distributivo, di forme  contrattuali che non consentono l'acquisizione di un reddito sufficiente, che colpisce particolarmente le  donne, i giovani e i lavoratori migranti. A tale riguardo sottolineiamo che l'obiettivo di ridurre la  penalizzazione a carico di donne, giovani e migranti per quello che attiene le prestazioni di lavoro disagiate e una più equa distribuzione dei carichi di lavoro non è stato raggiunto. Ciò ci induce a porre il problema  anche di una complessiva rivisitazione delle maggiorazioni connesse al lavoro disagiato (domenicale,  festivo e notturno), nonché del lavoro supplementare.

Dalla circostanza innegabile della prevalenza in questo settore dell'occupazione femminile e la diffusa  presenza di lavoratori stranieri, deriva anche la necessità di approfondire le modalità previste nell'Accordo  Interconfederale del 30 gennaio 2020 per prevenire e contrastare comportamenti discriminatori basati  sulle diversità di nazionalità, sesso, età, disabilità, opinioni politiche e in particolare violenze o molestie di  genere. Inoltre, riterremmo opportuno stabilire tutele specifiche per le lavoratrici inserite nei percorsi di  protezione relativi alle violenze di genere, recependo e valorizzando le novità legislative intervenute negli  ultimi anni.

L'alta presenza femminile deve sensibilizzare le parti a porre il tema della persistenza del divario di genere che va affrontato attraverso un'azione di rafforzamento dei percorsi di lavoro e un'azione volta allo  sviluppo diffuso di una cultura organizzativa che non ostacoli l'accesso a posti apicali. Informazione e  formazione possono essere leve di supporto in tale direzione oltre a interventi specifici della bilateralità, che possono essere individuati a sostegno della parità di genere.

Nell'ambito del contesto delineato assumono ancora rilevanza le tematiche che attengono alla sicurezza  nei luoghi di lavoro e alla formazione e riqualificazione professionale per rafforzare il diritto individuale  alla formazione permanente con la priorità da assegnare al superamento del divario delle competenze a partire da quelle digitali. Per quanto attiene il tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, partendo  dalle buone pratiche e dalle criticità emerse in questa difficile fase, le OO.SS. ritengono necessario  condividere l'obiettivo di dedicare al tema un apposito capitolo nella contrattazione nazionale che nelle  previsioni della l. 81/2008 sappia affrontare le specificità del settore con particolare attenzione alle funzioni  dei RLS e dei lavoratori fragili o con limitazioni. Riteniamo inoltre necessario accrescere le opportunità  offerte contrattualmente alle politiche attive del lavoro, ossia in primo luogo alla formazione e  riqualificazione professionali.

In merito alla previdenza e assistenza integrativa riteniamo che vadano approfondite la possibilità di  estendere ai familiari la partecipazione ai fondi contrattuali di assistenza sanitaria integrativa, nonché di  ampliarne la platea dei destinatari ai lavoratori con contratto a tempo determinato, e che vadano valutate  misure idonee ad ampliare la platea dei lavoratori iscrivibili al fondo di previdenza integrativa.

Ulteriore riflessione riteniamo debba trovare spazio nell'ambito delle materie di cui alla contrattazione  aziendale. Il tema dell'invecchiamento attivo dei lavoratori potrebbe essere affrontato agevolando processi  di turn-over, prevalentemente finalizzati all'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Potrebbero essere regolate in seno al CCNL le linee guida della cosiddetta staffetta generazionale, di cui alle relative  norme di legge, proprio al fine di favorire accordi aziendali.

Le OO.SS intendo approfondire altresì, nell'ambito delle relazioni sindacali di livello nazionale, il tema della  diffusione territoriale della presenza della distribuzione cooperativa. Nel valutare con attenzione la portata  e lo stato delle ristrutturazioni in atto a livello aziendale, risulta necessario approfondire il tema della  "riduzione della presenza diretta" della rete di vendita in parte del Paese con particolare riferimento al Mezzogiorno.

Infine, per quanto concerne il tema salariale, riteniamo necessario proseguire lungo la strada già tracciata  coi rinnovi dell'ultimo decennio che hanno determinato una dinamica retributiva in grado di garantire  sostanzialmente il potere d'acquisto delle retribuzioni contrattuali.

Pubblicato in Notizie: UILTuCS

22 DICEMBRE 2017

E' SCIOPERO!

PER L'INTERO TURNO DI LAVORO

FEDERDISTRIBUZIONE

DISTRIBUZIONE COOPERATIVA

I dipendenti delle aziende della distribuzione commerciale aderenti a FEDERDISTRIBUZIONE e i dipendenti della DISTRIBUZIONE COOPERATIVVA (COOP) scioperano perché sono in attesa di un contratto nazionale di lavoro dal 2013, anno in cui è scaduto il precedente contratto.

Il Contratto Nazionale di Lavoro è un diritto costituzionale delle lavoratrici e dei lavoratori, in quanto attraverso esso vengono stabilite le retribuzioni sufficienti a garantire la loro libertà e dignità, come recita la nostra carata fondamentale.

Federdistribuzione ha dato disposizione alle proprie aziende di erogare ai dipendenti 16 euro lordi da gennaio 2018, guarda caso in concomitanza con la proclamazione di questo sciopero, con lo scopo di far fallire la lotta sindacale e continuare così a negare loro un Contratto DOVUTO.

Le COOP chiedono un contratto che peggiori diritti e retribuzioni dei lavoratori, con un aumento salariale più basso di quanto riconosciuto nel commercio e un abbattimento dei trattamenti di malattia.

Ci vuole rispetto per le lavoratrici e i lavoratori che con il loro operato rendono ricche aziende e cooperative.

NO ALL'ELEMOSINA, CONTRATTO SUBITO!

Presidio PIAZZETTA DELLA LEGA – ALESSANDRIA ore 10:00

Pubblicato in Notizie

Il giorno 8 settembre 2017 a Roma si è tenuto l'incontro con le associazioni cooperative per il rinnovo del CCNL della distribuzione cooperativa.

Dal confronto è emersa l'impossibilità di far evolvere positivamente il negoziato verso il rinnovo del CCNL, soprattutto a causa della irragionevole posizione di parte datoriale di avere, prima di raggiungere un'intesa complessiva, una proposta unitaria delle OO.SS. relativa alla rivisitazione del trattamento economico dei giorni di assenza per malattia ricompresi nel periodo di carenza.

Nonostante Filcams, Fisascat e Uiltucs abbiano invitato le controparti a proseguire il confronto sulla totalità dei temi, nella piena autonomia contrattuale, ricercando una mediazione equilibrata comprensiva dell'aumento salariale, le associazioni cooperative hanno negato la possibilità di procedere in tale direzione riservandosi di riferire alle imprese l'esito del confronto.

Filcams, Fisacat e Uiltucs ritengono inaccettabile che a quasi quattro anni dalla scadenza del CCNL le Associazione Cooperative si rifiutino di negoziare il rinnovo del CCNL assumendo una posizione precostituita su un tema come quello della malattia, certamente non solo simbolico, e che si somma alle gravose richieste di intervenire su divisore orario, maggiorazioni, orario di lavoro, derogabilità e classificazione.

L'indisponibilità a mantenere aperto il negoziato da parte delle cooperative è un atto grave che danneggia pesantemente dal punto di vista retributivo le lavoratrici e i lavoratori delle Cooperative di consumo che da anni non ricevono alcun aumento contrattuale.

Filcams, Fisascat e Uiltucs ritengono fondamentale il rinnovo del CCNL, anche in ragione del necessario governo condiviso delle difficili vertenze aziendali aperte. Il venire meno di un tavolo di trattativa inerente il CCNL, apre la strada ad un inasprimento delle relazioni sindacali a tutti i livelli e all'avvio di una necessaria riflessione sul valore e il ruolo della contrattazione aziendale; pertanto ritengono imprescindibile che si riprenda un vero confronto a breve, evitando rigidità e posizioni volte a mortificare il lavoro.

p.la FILCAMS/CGIL p.la FISASCAT/CISL p.la UILTuCS

A. Di Labio A. Dell'Orefice P. Andreani

Roma, 11 settembre 2017

Pubblicato in Notizie

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