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Venerdì, 01 Agosto 2014 10:55

Federdistribuzione: prime e timide aperture

Il 30 luglio si è svolto il previsto incontro con Federdistribuzione nell'ambito della trattativa per il rinnovo del CCNL del Terziario. In apertura dei lavori l'associazione dei datori di lavoro ha ribadito ancora una volta che in considerazione dello scenario economico non è possibile ipotizzare un rinnovo contrattuale di tipo tradizionale, ed è indispensabile che il futuro contratto realizzi un recupero di produttività e un contenimento dei costi a carico delle aziende. Di conseguenza Federdistribuzione ha dichiarato che, alla luce della tornata di trattativa svoltasi tra la fine di giugno e i primi di luglio, fatica a individuare i contenuti di un possibile sbocco per la vertenza, tenuto conto che le risposte fornite dalle OO. SS. alle richieste da essa formulate hanno evidenziato più difficoltà che convergenze sui contenuti di un futuro contratto. Federdistribuzione ha dichiarato che ritiene necessario da parte dei sindacati uno spirito più costruttivo, grande senso di responsabilità e la presa d'atto che un rinnovo che comporti un aggravio dei costi a carico delle imprese non è percorribile. A questo punto, allo scopo di mettere dei punti fermi alla discussione e di evitare momenti di contrapposizione, per dare tranquillità ai lavori del tavolo negoziale, Federdistribuzione ha dichiarato che si sentiva di dire che la comunicazione del 30 dicembre 2013, con cui dichiarava il recesso dal CCNL del Terziario e unilateralmente ne dichiarava l'ultrattività limitatamente al 31 maggio 2014, potrebbe essere superata da un accordo tra le Parti negoziali che definisse un periodo di ulteriore ultravigenza per permettere agli animi di rasserenarsi e al negoziato di procedere a partire dalla definizione di una soluzione per il fondo di assistenza sanitaria, superando la situazione di stallo presente.

Come UILTuCS abbiamo replicato che la percezione che il negoziato stenti a procedere anche a causa del macigno posto sul tavolo da Federdistribuzione con la sua lettera del 30 dicembre 2013 è senz'altro esatta. Ribadito che il recesso dal contratto e l'apposizione unilaterale di un termine di ultravigenza, ancorché scaduto da 2 mesi, è un atto illegittimo, abbiamo respinto recisamente l'ipotesi di stabilire con un accordo tra le Parti un ulteriore periodo di ultravigenza, giacché ciò implicitamente implicherebbe una presa d'atto del recesso effettuato e una sua legittimazione a posteriori. Chi ha posto il macigno sul tavolo negoziale con un atto unilaterale non può esimersi dal rimuoverlo di propria iniziativa e con un atto formale di rilevanza analoga a quello con cui il recesso è stato dichiarato. Questa sarebbe una decisione che potrebbe porre il negoziato su basi nuove, fermo restando il permanere delle notevoli distanze sul merito della trattativa emerse nel corso dei 6 mesi di negoziato. Abbiamo quindi ricordato che la piattaforma unitaria presentata a Federdistribuzione come a tutte le altre parti datoriali coinvolte muoveva dalla consapevolezza della situazione economica complessiva in cui versa il Paese ed era evidentemente tutt'altro che tradizionale dal punto di vista dei suoi contenuti. Abbiamo ricordato inoltre che nel mese di maggio la UILTuCS aveva formulato una proposta di sblocco del negoziato che si proponeva di realizzare un recupero di produttività e redditività, nel quadro di uno scambio complessivamente equo e al riconoscimento di un aumento salariale commisurato alla situazione economica, proposta che è stata respinta perché evidentemente ritenuta insufficiente e a cui si è contrapposta la reiterazione insistente delle richieste datoriali; la dichiarazione che solo dal soddisfacimento di tali richieste sarebbe stato possibile ipotizzare un aumento salariale e perfino il rifiuto di rispondere alla reiterata richiesta da noi formulata che venisse almeno indicato cosa del vecchio contratto si riteneva di poter conservare senza modifiche. Preso atto del rifiuto opposto alla nostra proposta, non abbiamo potuto far altro che toglierla dal tavolo, lasciando ad altri – evidentemente – l'onore della proposta per uscire dalla situazione di stallo in cui la trattativa era entrata e in cui si trova tutt'ora, che l'insistente dichiarazione di Federdistribuzione circa l'impossibilità di realizzare alcun tipo di aggravio dei costi per effetto del futuro contratto non contribuisce certo a superare.

Dopo una breve interruzione dei lavori, Federdistribuzione si è ripresentata al tavolo dichiarando che il recesso dal contratto è conseguenza diretta della loro fuoriuscita dalla Confcommercio. Da ciò ne deriva che per essa non sono ipotizzabili sbocchi della trattativa diversi da un nuovo contratto da essa sottoscritto con le OO. SS. confederali. Però, al fine di rasserenare gli animi, ha ribadito che è nella disponibilità di sottoscrivere con le Organizzazioni Sindacali un accordo che dia continuità al vecchio contratto, levando i riferimenti alla Confcommercio, anche senza limiti temporali, e riaprendo il negoziato sull'insieme dei temi oggetto di trattativa a partire dalla bilateralità e in particolare dell'assistenza sanitaria. Davanti alla nostra affermazione che tale dichiarazione non aggiungeva nella sostanza alcunché di nuovo, da parte della delegazione di Federdistribuzione è stato osservato che le modalità attraverso cui realizzare il superamento delle conseguenze del recesso da essa dichiarato non sarebbero altro che un "tecnicismo" alla luce del fatto che ciò che conterebbe sarebbe che oggi Federdistribuzione ha dichiarato al tavolo che intende dare continuità all'applicazione del CCNL in essere. A ciò abbiamo ulteriormente replicato che non è pensabile che un atto formale giuridicamente oltre che politicamente rilevantissimo possa essere rimosso sulla base di una dichiarazione – ancorché autorevole – fatta al tavolo negoziale. Ammesso e non concesso, infatti, che ciò sani il vulnus che la dichiarazione recettizia, per di più connessa a una determinata data di efficacia, ha arrecato ai rapporti politici tra le parti, resta irrisolto il problema della sua efficacia giuridica, che può essere rimosso esclusivamente da un atto volontario di Federdistribuzione avente analoga rilevanza formale. Infine abbiamo dichiarato ancora una volta che l'insistenza a voler affrontare innanzitutto i temi della bilateralità non ci persuade oggi come non ci persuadeva ieri. In mancanza di un contratto la bilateralità è priva del suo fondamento e solo una volta definito il contratto si potranno condividere le forme, le sedi e le modalità con cui essa si potrà realizzare.

Le Parti si sono lasciate con l'impegno reciproco a riflettere sui temi oggetto della discussione odierna e si sono aggiornate al 17 settembre prossimo.

In chiave di valutazione politica complessiva, in vista della ripresa dei negoziati a settembre con l'insieme delle controparti coinvolte nel rinnovo del CCNL del Terziario, della distribuzione e dei servizi (Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione) e della Cooperazione, la UILTuCS non può che ribadire che il significato e la portata della piattaforma rivendicativa presentata con i medesimi contenuti a tutte le controparti nell'autunno passato evidenziava l'esigenza di preservare una sostanziale unicità delle condizioni contrattuali, normative e salariali, che per noi – e crediamo non solo per noi – rappresenta un valore rilevante, se non altro per evitare che la frammentazione delle controparti datoriali, da noi non voluta e neppure lontanamente auspicata, si traduca in un sostanziale peggioramento delle condizioni di lavoro degli addetti del settore. La sospensione del negoziato con la Confcommercio nel passato mese di giugno, di cui auspichiamo la pronta riapertura e una rapida conclusione, e le difficoltà persistenti su altri tavoli negoziali a definire anche in termini generali i possibili sbocchi delle trattative non possono che suscitare preoccupazione e dovrebbero indurre tutte le Parti coinvolte a un grande senso di responsabilità. Allungare i tempi del negoziato non crediamo infatti che sia interesse né dei lavoratori né delle imprese, piccole e grandi, in cui il contratto trova applicazione, specie in una situazione di persistente crisi economica, stagnazione dei consumi e caduta dell'occupazione.

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Gli Enti Bilaterali del Terziario e del Turismo della Provincia di Alessandria hanno attivato un bando per l'assegnazione di voucher a rimborso dei buoni pasto acquistati dalle famiglie per le mense degli asili nido, delle scuole d'infanzia e delle scuole primarie della provincia.

"Abbiamo pensato ad un'azione che possa dare un concreto ed immediato sostegno al reddito delle famiglie – dichiarano all'unisono il Presidente degli Enti Bilaterali del Terziario e del Turismo Roberto Cava (Ascom), Mario Galati (FILCAMS CGIL), Cristiano Montagnini (FISASCAT CISL) e Maura Settimo (UILTUCS UIL) – Riteniamo infatti che sia fondamentale, in questa difficile congiuntura economica, supportare i lavoratori delle nostre aziende, attività che rientra, insieme all'applicazione dei contratti collettivi, alla formazione e all'orientamento,
tra gli obiettivi degli Enti".

Verranno assegnati 150 voucher da 120 euro cadauno per le mense della scuola d'infanzia e 300 voucher da 180 euro cadauno per le mense delle scuole elementari e medie.

I voucher possono essere richiesti da dipendenti di aziende del terziario e del turismo iscritte agli Enti Bilaterali e verranno assegnati trimestralmente sulla base di una graduatoria che tiene conto del reddito e della composizione del nucleo familiare: tutti i requisiti, insieme al modello per la presentazione della domanda, sono contenuti nel bando pubblicato sul sito www.entebilaterale.al.it

La prima scadenza per la presentazione delle domande è fissata al 30 settembre. Seguiranno le seguenti date di scadenza per la presentazione delle domande (15 gennio, 15 aprile, 30 giugno) rispettivamente per i periodi fruiti tra il 10 settembre 2014 e il 31 dicembre 2014, tra il 1 gennaio 2015 e il 31marzo 2015 e tra il 1 aprile 2015 e il 15 giugno 2015.

Le domande potranno essere consegnate, entro il 30 settembre, o inviate presso le sedi di Ascom (via Modena 29), Fisascat Cisl (via Tripoli 14), Filcams Cgil (via Cavour 27), Uiltucs Uil (via Fiume 10) ad Alessandria.

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In occasione dell'incontro del 3 luglio scorso, Federdistribuzione ha dichiarato di voler proseguire nell'identificazione delle priorità da essa individuate per la definizione di un nuovo contratto affrontando il tema della produttività. A titolo di premessa ha quindi aggiunto che – nell'attuale contesto economico caratterizzato a suo dire da una crisi strutturale del comparto – risulta difficile non ipotizzare misure strutturali su questo argomento, ma ha dichiarato di aver compreso che siccome tale carattere di strutturalità delle misure sulla produttività potrebbe impedire il decorso del negoziato, si è dichiarata pronta a non farne un dogma, a condizione di comprendere quali potrebbero essere i contenuti di quel "patto per la crisi" che dovrebbe accompagnare il testo di rinnovo del CCNL, rimarcando altresì che esiste uno stretto legame tra questo possibile vero recupero di produttività e la definizione della materia salariale, su cui per altro ha dichiarato di non essere al momento disponibile ad entrare nel merito.

Il primo elemento da affrontare in tale ambito sarebbe per Federdistribuzione l'orario di lavoro, con la sottolineatura che in questa fase non è interessata a definire nuove norme in tema di flessibilità del lavoro, perché ciò che le sta a cuore è la quantità dell'orario di lavoro individuale. Riconoscendo che la loro ipotesi iniziale di riconduzione dell'orario contrattuale a 40 ore settimanale per tutti non è praticabile, Federdistribuzione ha ritenuto di poter proporre oggi la cancellazione per tutti di 32 ore di permesso retribuito, vale a dire l'eliminazione totale dei permessi per quanti oggi operano a 38 ore settimanali e una decurtazione di 32 ore di ROL per quanti operano invece in regime di 40 ore settimanali "senza stare a guardare se tali ore derivano in forza di legge o di contratto."

Dato però che tale misura da sola è giudicata da Federdistribuzione insufficiente a garantire quel recupero di produttività che ritiene indispensabile, ad essa dovrebbero aggiungersene altre quattro, e precisamente:
1. L'eliminazione dei due giorni di ferie oggi previsti aggiuntivi rispetto alle 4 settimane di ferie previste per legge;
2. La modificazione della norma contrattuale relativa al pagamento di una giornata aggiuntiva di retribuzione a fronte del mancato godimento della giornata festiva del 4 novembre;
3. Modificare la base di calcolo del trattamento di fine rapporto, circoscrivendola alla sola paga base, contingenza e terzo elemento nazionale;
4. Intervenire sugli scatti d'anzianità, o eliminandoli o sospendendone la maturazione.

Come UILTuCS abbiamo replicato innanzitutto reiterando ancora una volta la nostra richiesta che Federdistribuzione fornisca l'elenco delle norme del vigente contratto e dell'accordo di rinnovo del 2011 che non è sua intenzione modificare, rimarcando che giacché nella riunione di oggi la medesima richiesta è stata formulata anche dalla Filcams-CGIL ci aspettiamo che ad essa venga finalmente dato seguito, allo scopo di fare chiarezza e pulizia circa le reali intenzioni dell'associazione datoriale. Ciò detto, l'ipotesi formulata di togliere 32 ore di permesso retribuito o ROL a tutti i lavoratori non ci trova concordi anche in considerazione del fatto che quanto proposto non si limiterebbe a intervenire esclusivamente su un derivato contrattuale, e costituirebbe l'abrogazione per via contrattuale di un diritto riconosciuto in forza di una legge dal 1977 a fronte della cancellazione di 4 festività allora intervenuta per effetto del cosiddetto Accordo Lama-Agnelli che si proponeva anche con quella misura (oltre che con il superamento della norma che prevedeva il pagamento a carico dell'INPS dei primi tre giorni di malattia e con la definizione del cosiddetto "punto unico di contingenza") di realizzare un recupero della produttività del lavoro e di ridurre l'assenteismo.

Abbiamo quindi ribadito la nostra indisponibilità a mettere mano all'istituto degli scatti d'anzianità, sia in termini assoluti, sia perché anche se temporanea tale misura intrinsecamente trascinerebbe i suoi effetti oltre la durata di vigenza del contratto, a meno di non prevedere una data di "sbarramento" di tale misura che avrebbe degli effetti di palese iniquità in quanto colpirebbe alcuni lavoratori (quelli che maturerebbero lo scatto prima di tale data) e altri no. Assai difficile ci sembra inoltre prevedere la cancellazione di due giornate di ferie o il venire meno del pagamento della giornata aggiuntiva del 4 novembre, mentre per quanto attiene l'ipotesi di non ritenere più utili ai fini del Trattamento di Fine Rapporto tutti gli elementi salariali aggiuntivi rispetto a paga base, contingenza e terzo elemento nazionale (ossia, a titolo esemplificativo, gli scatti di anzianità, i superminimi mensilizzati individuali e collettivi, tutte le indennità mensilizzate e i terzi elementi provinciali, laddove esistenti) ci siamo detti del tutto indisponibili. A tale riguardo abbiamo ricordato la norma contenuta all'art. 208 del vigente contratto e la relativa nota a verbale, che contraddistingue in modo da noi ritenuto impeccabile e immodificabile i caratteri della retribuzione prevista dal vigente contratto, chiedendo se fosse intenzione di Federdistribuzione porvi mano e ribadendo che essa è per noi intangibile.

In seguito Federdistribuzione ha ritenuto necessario ritornare sui concetti sopra descritti, rimarcando per l'ennesima volta che è il contesto economico "che impone di toccare degli argomenti complessi e difficili, perché a imporlo sono tutti gli indicatori di andamento del settore" precisando che a suo dire gli istituti presi in considerazione non hanno influenza sulla busta paga netta dei lavoratori, mentre il ricorso ad essi, unitamente agli altri tre elementi sollevati in occasione degli incontri svoltisi la settimana passata (Bilateralità, Mercato del Lavoro e deroghe contrattuali), sono indispensabili a realizzare un recupero di produttività, a cui risultano imprescindibilmente connessi i meccanismi, i tempi e l'ammontare stesso dell'esito salariale del rinnovo contrattuale. In aggiunta a quanto prima affermato – inoltre – Federdistribuzione ha dichiarato che secondo lei sarebbe necessaria una riflessione aggiuntiva su come sia possibile stimolare la nuova occupazione. In particolare, dopo aver dichiarato che non è sua intenzione procedere all'identificazione di nuove tipologie di contratto di lavoro e che non ha preclusioni sul metodo con cui tale incentivazione alle nuove assunzioni si possa realizzare, sia esso a carattere strutturale o temporaneo, lascia alle organizzazioni sindacali il compito di formulare delle ipotesi, ma nel far ciò ha dichiarato formalmente che comunque essa considera l'ambito temporale delle misure non strutturali coincidente con la durata di vigenza del contratto.

Come UILTuCS abbiamo a questo punto replicato che l'affermazione di Federdistribuzione secondo cui le misure proposte in tema di produttività nel confronto di oggi "non hanno influenza sulla busta paga netta dei lavoratori" ci risulta in parte non vera e in parte frutto di un puro artificio dialettico. Come si può infatti affermare che eliminare il pagamento della giornata del 4 novembre non sia influente sulla busta paga? Come non vedere che ogni intervento sugli scatti di anzianità va a ledere la legittima aspettativa di chi ne ha uno in corso di maturazione di vedersi erogata la somma corrispondente alla normale scadenza? Come non rilevare che l'ipotesi di ridurre la base di calcolo utile ai fini del Trattamento di Fine Rapporto ha degli effetti diretti in termini di retribuzione differita, ovvero di accantonamento degli importi nel Fondo di Previdenza Integrativa, qualora il lavoratore vi abbia aderito? Come non ricordare poi che l'impianto sulle deroghe contrattuali proposto in occasione dell'incontro del 27 giugno, e non accettato dalla nostra organizzazione, non mancherebbe di determinare ricadute pesanti sia in termini di orario che di retribuzione? Infine, abbiamo ribadito che l'identificazione del periodo "temporaneo" con la durata di vigenza del contratto non è praticabile in quanto ciò renderebbe tali misure temporanee solo nella forma ma strutturali nella sostanza, giacché ad esse andrebbe comunque applicata la clausola di ultravigenza contrattuale fino al successivo rinnovo. Abbiamo inoltre precisato che non a caso la proposta di un possibile percorso per un rinnovo del contratto formulata dal nostro Segretario Generale nel mese di maggio muoveva da una circoscrizione del periodo di validità dell'eventuale documento aggiuntivo sulla crisi ben limitata all'interno della durata di vigenza contrattuale, e che mai avrebbe potuto coincidere con essa. Ed in ogni caso abbiamo ribadito che tale proposta, essendo stata respinta, non è più sul tavolo del negoziato. Ne consegue tra l'altro che non ci sentiamo in obbligo di fornire noi una proposta su come i nuovi assunti possano essere ulteriormente penalizzati a fronte delle misure già esistenti in forza di legge e di contratto tese a ridurre inizialmente il loro costo unitario del lavoro (apprendistato e graduale maturazione dei permessi retribuiti).

Alla richiesta di Federdistribuzione di indicare nuove date di incontro "a seguito di un necessario periodo di riflessione" abbiamo dato la nostra disponibilità per il giorno 16 luglio e per l'intera settimana compresa tra il 28 luglio e il 1° agosto, rimarcando altresì il fatto che le quattro giornate di trattativa appena conclusesi hanno ancora una volta palesato non solo la persistente distanza tra le reciproche posizioni, quant'anche la considerazione pressoché nulla da parte di Federdistribuzione delle richieste contenute nella piattaforma rivendicativa unitaria, a cui viene costantemente contrapposta la riproposizione dei temi oggetto della piattaforma datoriale con aggiustamenti assolutamente marginali e talvolta idonei a indurre ulteriori motivi di contrasto, ragione per cui una fase di attenta riflessione ci sembra assolutamente opportuna innanzitutto e per lo più proprio da parte loro.

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Gli Enti Bilaterali del Terziario e del Turismo della Provincia di Alessandria hanno attivato un bando per l'assegnazione di voucher a rimborso dei buoni pasto acquistati dalle famiglie per le mense degli asili nido, delle scuole d'infanzia e delle scuole primarie della provincia.

"Abbiamo pensato ad un'azione che possa dare un concreto ed immediato sostegno al reddito delle famiglie – dichiarano all'unisono il Presidente degli Enti Bilaterali del Terziario e del Turismo Roberto Cava (Ascom), Mario Galati (FILCAMS CGIL), Cristiano Montagnini (FISASCAT CISL) e Maura Settimo (UILTUCS UIL) – Riteniamo infatti che sia fondamentale, in questa difficile congiuntura economica, supportare i lavoratori delle nostre aziende, attività che rientra, insieme all'applicazione dei contratti collettivi, alla formazione e all'orientamento,
tra gli obiettivi degli Enti".

Verranno assegnati 150 voucher da 120 euro cadauno per le mense della scuola d'infanzia e 300 voucher da 180 euro cadauno per le mense delle scuole primarie.

I voucher possono essere richiesti da dipendenti di aziende del terziario e del turismo iscritte agli Enti Bilaterali e verranno assegnati trimestralmente sulla base
di una graduatoria che tiene conto del reddito e della composizione del nucleo familiare: tutti i requisiti, insieme al modello per la presentazione della domanda, sono contenuti nel bando pubblicato sul sito www.entebilaterale.al.it.

La prima scadenza per la presentazione delle domande è fissata al 30 giugno.

Le domande potranno essere consegnate, entro il 30 giugno, o inviate presso le sedi di Ascom (via Modena 29), Fisascat Cisl (via Tripoli 14), Filcams Cgil (via Cavour 27), Uiltucs Uil (via Fiume 10) ad Alessandria.

 

Scarica i documenti in allegato

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Accordo tra UILTuC UIL, FISASCAT CISL E FILCAMS CGIL E ASCOM.

Scarica l'allegato.

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Questa mattina i dipendenti di Aspal e Costruire Insieme hanno iniziato la loro protesta davanti al Comune di Alessandria. Un tavolo e le sedie vuote con i nomi dei membri della giunta è stato allestito dagli scioperanti prima all'ingresso di Palazzo Rosso e poi davanti alla sala consiliare. Infatti i lavoratori, accompagnati da sostenitori e rappresentati sindacali, hanno deciso di fare irruzione in Comune per dimostrare nuovamente la disperazione di chi da mesi aspetta risposte sul proprio futuro occupazionale da parte di un'Amministrazione comunale che non ha dimostrato intenzione di confrontarsi con responsabilità e chiarezza con i dipendenti e le parti sociali, che da mesi chiedono un confronto.

L'assessore comunale al bilancio Matteo Ferraris ha preso la parola, ma ancora una volta non è stato capace di dare risposte certe ai lavoratori che pretendono di capire quale sarà la loro sorte professionale e quale il futuro dei servizi all'infanzia e ai cittadini (Informagiovani, mediazione culturale, extra-scuola, ecc...).

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Lunedì, 03 Febbraio 2014 01:00

Caso Anfossi: tre licenziamenti annunciati

Questa mattina sono state recapitate comunicazioni preventive di licenziamento per giustificato motivo economico a tre dipendenti della ditta Anfossi di Alessandria, che vanta trenegozi in città. I lavoratori in questione sono due addetti alle vendite e una cassiera, impegnati in due dei punti Anfossi del centro città, uno in Via Migliara e l'altro in Via San Lorenzo. La UILTuCS, che ha appreso la notizia dai lavoratori, tutti iscritti al sindacato di categoria, si dichiara esterrefatta davanti alla decisione e al comportamento di un imprenditore come il signor Romano Anfossi, da sempre pubblicamente impegnato in campagne di solidarietà a favore di soggetti svantaggiati nell'alessandrino e in altri territori, spesso colpiti da calamità naturali. La UILTuCS non può che criticare
un gesto del genere, definendolo avventato e precipitoso, e sostiene che sia la conseguenza e l'ennesima dimostrazione di una miope capacità gestionale da parte dell'azienda. "Come UILTuCS, pur ammettendo le citate difficoltà economiche in cui sembra versare l'azienda, crediamo fermamente che il signor Anfossi avrebbe dovuto continuare a ricorrere agli ammortizzatori sociali (anche oltre i tre mesi di cassaintegrazione in deroga scaduti a fine novembre 2013,
magari optando ora per i contratti di solidarietà) per continuare a garantire il posto di lavoro a tutti i dipendenti. Ma nonostante i ripetuti incontri avvenuti già da mesi tra il sindacato e il consulente dell'azienda per cercare di trovare soluzioni accettabili ai problemi, evitando di danneggiare i singoli lavoratori, l'imprenditore Anfossi ha preferito intraprendere la strada per lui più facile: lasciare a casa i suoi dipendenti, senza nemmeno ritenere opportuno confrontarsi con le parti sociali, evidentemente da lui considerate poco rilevanti", così ha dichiarato Giancarlo Moduzzi della UILTuCS.

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