Visualizza articoli per tag: barbagallo

Oggi, con la sua relazione, Tito Boeri si è proposto come ministro della povertà piuttosto che come Presidente della previdenza. Sono anni che chiediamo la separazione  dell'assistenza dalla previdenza, perché la prima dovrebbe essere a carico della fiscalità generale, mentre la seconda ce la stiamo pagando come lavoratori e imprese. Di questo non si è parlato, così come non si è parlato dell'evasione contributiva.

Se vogliamo applicare la flessibilità, riteniamo che chi oggi ha 55 anni e vuole andare via dal lavoro debba andar via con ciò che si è costruito sia per la parte retributiva sia per quella contributiva, altrimenti si ridurrebbe ulteriormente la sua pensione, già piuttosto bassa per il fatto stesso di essere uscito prima dal mondo del lavoro. Non possiamo pensare a ulteriori penalizzazioni.

E' chiaro che, salvo per qualche mestiere particolarmente usurante, noi non pensiamo affatto che si debba andare in pensione a 55 anni: oggi, questa richiesta proviene dagli imprenditori che vogliono applicare il turn over nella loro azienda: è una storia vecchia. Noi non abbiamo mai chiesto prepensionamenti, noi abbiamo sempre chiesto lavoro.

Roma, 8 luglio 2015

Pubblicato in Notizie
Etichettato sotto

Il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha partecipato alla manifestazione dei lavoratori della scuola davanti a Montecitorio per protestare contro il varo della riforma fatta dal governo Renzi. "Hanno votato un'ennesima legge anticostituzionale: anche se varano questa riforma – ha detto Barbagallo -  il mondo della scuola non la vuole e, dunque, non sarà mai applicata. Noi avevamo chiesto al Governo di poterci confrontare con loro su questo tema. Renzi, però, è riuscito a smentire anche se stesso: aveva detto che avrebbe convocato tutti e poi ha cambiato idea.

Oggi, tutti sono qui in piazza e lui continua a non ascoltarci. Noi non vogliamo la cosiddetta "buona scuola", vogliamo semplicemente una "scuola normale", pubblica, libera e democratica.  Io spero che si pentano, ma temo che siano imperterriti: finanziano la scuola privata, non si capisce da dove inizieranno con gli investimenti e pensano a un preside-podestà.

Gli avevamo chiesto di assumere i  precari con decreto e non l'hanno fatto. Insomma, li rimandiamo a settembre, quando faremo i conti e quando apriremo anche il discorso del rinnovo dei contratti.

Roma 7 luglio 2015

Pubblicato in Notizie

Ancora una volta, il Presidente del Consiglio ha voluto fare da solo e ha usato l'arma della fiducia per far passare la sua riforma della scuola. Così facendo, non ha accettato l'aiuto degli insegnanti, del personale Ata, delle famiglie, degli studenti né, tantomeno, degli esperti dei sindacati di categoria. Eppure il Premier aveva detto che avrebbe voluto parlare con tutti: è riuscito a smentire se stesso. Certo, ci saranno le assunzioni che abbiamo chiesto a gran voce, ma quando? come? e, soprattutto, a che prezzo? Ora utilizzerà proprio le assunzioni come foglia di fico per coprire le vergogne di una riforma sgangherata di cui nessuno sentiva la necessità e della quale non c'era alcun bisogno per dare stabilità ai precari, anch'essi, peraltro, preoccupati di restarne succubi. Tutto ciò senza contare che questo provvedimento, in alcune sue norme, di fatto, dà un'ennesima picconata ai diritti contrattuali, a danno di tutti i lavoratori del settore, proprio mentre la Consulta ha sentenziato il principio dell'illegittimità del blocco contrattuale. Il Governo deve aprire immediatamente il tavolo delle trattative per il rinnovo dei contratti: in quella sede rivendicheremo anche il ripristino di quei diritti.

Questa riforma, dunque, è inapplicabile e resterà inattuata. È rimandata a settembre, e allora si faranno i conti.

Roma, 25 giugno 2015

Pubblicato in Notizie

La Consultaha deciso: il blocco dei contratti nel pubblico impiego è illegittimo. Il Governo, dunque, ci convochi immediatamente per rinnovare i contratti di tutti i lavoratori del settore: non c'è da aspettare un minuto in più degli anni che abbiamo già perso. Certamente il nostro Presidente del Consiglio e la ministra Madia saranno pronti a rispettare la sentenza e a procedere conseguentemente: se così non fosse, saremmo di fronte a un atto gravissimo contro il quale non resteremmo a braccia conserte. Abbiamo sempre detto che il 2015 deve essere l'anno dei contratti: ora ci sono tutte le condizioni perché questa nostra rivendicazione e questo nostro impegno vengano rispettati.Infine, il fatto che il blocco non sia stato considerato illegittimo per il passato non ci impedisce di rivendicare il "maltolto" in sede di trattativa sindacale. E' un diritto che vogliamo e dobbiamo esercitare, nelle forme e nei modi che potranno scaturire dal confronto, per restituire ai lavoratori del pubblico impiego il potere d'acquisto perduto in questi anni.

Roma, 24 giugno 2015

Pubblicato in Notizie

Con il Jobs act si è generato uno squilibrio nei rapporti di forza tra imprese e lavoratori a tutto vantaggio dei primi: speriamo di rimediare in sede di rinnovo dei contratti. Se con la contrattazione riusciremo a risolvere questi problemi, avremo meno contenziosi, altrimenti le cause aumenteranno. Con il demansionamento, ad esempio, se è vero che, nella prima fase, non ci saranno riduzioni di salario è altrettanto vero che, successivamente, potrebbe essere preclusa la possibilità di fare carriera a chi ha subito quel provvedimento.Di molte norme del Jobs act, quindi, non se ne sentiva proprio la necessità neanche per le imprese che, invece, soffrono per un eccesso di leggi e per quelle condizioni che generano squilibri nella competizione interna. Oltre 2 milioni e mezzo di lavoratori in nero, 60 miliardi di corruzione, 130 miliardi di evasione fiscale: queste sono tutte premesse per una concorrenza sleale che non fa bene alle tantissime imprese oneste e che su tali aspetti attendono provvedimenti concreti dal Governo. Peraltro, lo Stato è il peggior datore di lavoro perché non rinnova i contratti dei suoi dipendenti da oltre sei anni

. E adesso sono preoccupati per la sentenza della Consulta perché sono in ballo 35 miliardi da restituire ai lavoratori del settore. Certo, non è tutta colpa di Renzi, che ha ereditato problemi da Monti, ma l'attuale Premier rischia di farne ereditare altri al prossimo Governo. Noi non vogliamo essere né gli oppositori né i paggetti dell'Esecutivo - che, tra l'altro, non è stato votato dagli italiani - noi vogliamo fare i sindacalisti e, dunque, vogliamo contrattare: se ce lo lasceranno fare, il Paese ne trarrà vantaggio.

Milano, 8 giugno 2015

Pubblicato in Notizie

I fatti accaduti a Milano sono gravissimi e inquietanti. Bisogna isolare i violenti che vanno condannati senza "se" e senza "ma": siamo vicini ai cittadini milanesi e a tutti coloro che hanno subito le conseguenze di questi atti scellerati.La Uil, inoltre, esprime piena solidarietà alle forze dell'ordine: ancora una volta, nell'esercizio del loro dovere, questi lavoratori hanno messo a rischio la propria incolumità personale e hanno gestito una situazione esplosiva, con intelligenza e freddezza.

Roma, 2 maggio 2015

Pubblicato in Notizie
Etichettato sotto

Il consigliere economico del Presidente del consiglio dei ministri ha dichiarato che nel 2016 si può avviare la discussione sul rinnovo dei contratti nel pubblico impiego. Lo Stato è il peggior datore di lavoro: finalmente c'è qualcuno che intende mettere fine a questa storia. C'è un problema, però: bisogna iniziare subito e non aspettare l'anno venturo. La discussione si deve aprire adesso: il 2015 deve essere l'anno dei contratti. Peraltro, il debito pubblico continua a salire e a macinare nuovi record negativi. Eppure, sono diminuiti i lavoratori del settore e si è ridotta la spesa perché da sei anni, per l'appunto, non si rinnovano i contratti, mentre i consulenti sono ancora tutti lì: evidentemente, qualcosa non funziona.

La Uilha anche proposto un nuovo modello contrattuale. Vorremmo capire chi è d'accordo con le nostre indicazioni e se gli imprenditori si rendono conto che senza ripresa del potere d'acquisto dei lavoratori non c'è ripresa neanche per loro. Io non voglio essere pessimista e credo che, proprio grazie alla politica contrattuale, si possa dare un forte contributo alla ripresa del Paese.

La proposta della Cgil sulla patrimoniale? Non credo che nel nostro Paese ci sia bisogno di aumentare le tasse: la pressione fiscale è salita al 43%. E sono altrettanto preoccupato quando parlano di riduzione delle tasse ai più poveri, perché in questo Paese, stando alle dichiarazioni dei redditi, i più ricchi sarebbero i lavoratori dipendenti e i pensionati e i più poveri gli imprenditori. C'è il rischio, così, che il Governo dia le risorse ancora una volta a questi ultimi. In realtà, serve una riforma  che ci consenta di affrontare i due capitoli dell'evasione fiscale (130 miliardi) e della corruzione (60 miliardi): è lì che bisogna intervenire se vogliamo risolvere i problemi economici del Paese.

Pubblicato in Notizie

Destinare risorse oltre che ai lavoratori dipendenti anche a pensionati e incapienti

Il cosiddetto "tesoretto" dovrebbe essere più cospicuo di quanto si è parlato: facendo i conti, saremmo a oltre 2,5 miliardi di euro.

Rispetto al precedente anno, infatti, è stato recuperato 1 miliardo in più dall'evasione fiscale, cifra che può essere aggiunta al miliardo e 600milioni di cui si discute in questi giorni.

Ci sono, dunque, le condizioni per ridurre le tasse oltre che ai lavoratori dipendenti anche ai pensionati e agli incapienti e, inoltre, ci sono le risorse per sbloccare i contratti dei lavoratori del pubblico impiego i cui stipendi sono fermi ormai da sei anni.

Il Governo non ha più alibi: se non procederà in tal senso, sarà evidente che tratta i pensionati e i dipendenti pubblici come cittadini di serie B.

Roma, 12 aprile 2015

Pubblicato in Notizie

VERSIONE INTEGRALE DELLA LETTERA A REPUBBLICA

BARBAGALLO: RIDUZIONE DELLE TASSE E RINNOVO CONTRATTI, UNA VITTORIA DEL SINDACATO

L'articolo di Mania, pubblicato lo scorso 4 aprile, suggerisce alcune riflessioni. Il giornalista sostiene che nella cosiddetta sfida degli 80 euro tra Sindacati e Governo, quest'ultimo sarebbe uscito vincente. Egli dice: il risultato ottenuto con le trattative del commercio e dei bancari è da considerare "a regime", la concessione del governo è avvenuta in un'unica soluzione.Aritmeticamente, nulla da eccepire. Interpretare tutto ciò come una sconfitta del Sindacato, però, è un errore di analisi prospettico. Sono 15 anni che rivendichiamo una riduzione delle tasse per lavoratori dipendenti e pensionati e se finalmente un Governo, seppur parzialmente, ha realizzato questa richiesta, non importa il perché l'abbia fatto, conta solo che l'abbia fatto.

C'è davvero una sfida su questo terreno? Magnifico, è proprio ciò che vogliamo: l'Esecutivo, allora, ci superi e riduca le tasse anche quest'anno, e anche per i pensionati, di 90 euro. Saremmo, così, felicissimi di essere stati nuovamente sconfitti! In realtà, se ciò accadesse, vinceremmo tutti, altrimenti sarebbe solo lui il perdente.

Ai più sfugge un particolare: nella sua eccezionale capacità adattiva, il Sindacato ha mutato tattica e, seppur mediaticamente relegato in un angolo dall'arroganza dell'uomo solo al comando, prosegue il suo impegno a difesa dei propri rappresentati. Lo fa - mi si passi la metafora - giocando più a scacchi che lottando sul ring.

Tuttavia, le due arti sportive non si escludono a vicenda e lo dimostreremo presto. Ci sono imprenditori o associazioni imprenditoriali che non vogliono rinnovare i contratti? Scherzano col fuoco: gli faremo sciopero nelle realtà in cui realizzano profitti. E questo ragionamento, fatte le debite proporzioni, vale anche per il Governo, il peggior datore di lavoro, che da sei anni tiene bloccati gli stipendi dei dipendenti pubblici.

Un'ultima notazione. Ho detto che il 2015 deve essere l'anno dei contratti: ci stiamo riuscendo e anche unitariamente. Basterebbe già questo a cantar vittoria per i lavoratori, per l'economia del Paese, per i Sindacati. Ma abbiamo appena iniziato.

Carmelo Barbagallo
Segretario generale Uil

Pubblicato in Notizie

BARBAGALLO: BENE EXPO PER RIPRESA DEL PAESE, MA TEMA DEL LAVORO È RIMASTO SOTTOTONO

Manifestazione Fiom? Bisogna evitare ammucchiate politiche

La Uil partecipa a questa giornata organizzata in vista di Expo 2015 perché siamo interessati alla ripresa economica del Paese: tutte le iniziative che si pongono questo obiettivo ci interessano.Ho notato, però, che è rimasta sottotono la questione del lavoro: non se ne è quasi parlato. Eppure 1 milione e mezzo di lavoratori - lungo tutta la filiera - sono artefici e garanti della qualità dei prodotti e consentono al settore agroalimentare italiano di essere tra i primi al mondo, con un primato nelle esportazioni. Si dovrebbe quindi parlare anche delle condizioni di lavoro e di aumento della produttività attraverso la valorizzazione del lavoro.

Siamo qui perché crediamo che sia l'occasione giusta per fare sentire anche la voce del mondo del lavoro: bisogna restituire potere d'acquisto a lavoratori e pensionati, altrimenti la crisi non finirà.

La manifestazione, a Roma, della Fiom? Io sono qui a Firenze per parlare di Expo e di possibilità di sviluppo per il Paese. Bisogna evitare le ammucchiate politiche: non si devono confondere le rivendicazioni sindacali con quelle dei partiti di opposizione, né bisogna essere acquiescenti al Governo.

Firenze, 28 marzo 2015

Pubblicato in Notizie
Etichettato sotto
Pagina 7 di 9

Sempre con voi

UIL Alessandria

© 2021. Tutti i diritti riservati.
Privacy Policy | Cookie Policy
Web by ModusOperandi

Search

No Internet Connection