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Le celebrazioni per la XII Giornata Europea contro la Tratta ci ricordano che ancora oggi, purtroppo, il  traffico di esseri umani finalizzato alla schiavitù e allo sfruttamento rappresenta un fenomeno diffuso in tutto il mondo. Il quadro tracciato lo scorso luglio dall'Unicef fornisce dati agghiaccianti su quella che rimane – è bene ripeterlo – una grave violazione dei diritti umani, oltre ad essere un crimine su cui lucrano organizzazioni criminali senza scrupoli che realizzano lauti guadagni sulla pelle di donne, uomini, ragazze e ragazzi, bambine e bambini, destinati principalmente allo sfruttamento sessuale e lavorativo. La maggioranza di questi nuovi schiavi (71%), oltre 40 milioni in tutto il mondo, sarebbero donne, ragazze e bambine.

A livello europeo, gli unici dati disponibili sono quelli Eurostat che risalgono al triennio 2010-2012 secondo cui il numero delle vittime nei 28 Paesi dell'Unione si è attestato a 30.146, di cui oltre 1.000 minori, principalmente giovani ragazze europee vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale. In tutta Europa, ragazzi e ragazze vengono sfruttati in agricoltura, nell'edilizia, nella ricezione alberghiera e nei servizi per le pulizie. L'Italia non è immune da questo dramma e lo dimostrano alcuni dati  del Dipartimento per le Pari Opportunità che nell'ambito del Piano Nazionale Anti-Tratta, alla cui redazione come donne del sindacato confederale abbiamo direttamente contribuito, ha intercettato nel corso del 2017 e inserito in protezione 200 minori, di cui 196 ragazze e 4 ragazzi.

Di fronte a questo scempio, come CGIL CISL e UIL, siamo ogni giorno impegnati a combattere una guerra contro lo sfruttamento degli essere umani.

Stiamo concentrando i nostri sforzi  sul versante della tratta ai fini dello sfruttamento sessuale, che costituisce una delle forme più efferate di sfruttamento.

Così come proseguiamo nel prevenire e contrastare lo sfruttamento e la schiavitù in ambito lavorativo, in tutti i settori, con attenzione al diffuso fenomeno dello sfruttamento del lavoro minorile.

Per noi, il rispetto dei diritti fondamentali e quindi della dignità delle persone rappresenta un valore imprescindibile da radicare in ogni angolo del pianeta.

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«Salute, diritti, lavoro, sviluppo. L'Italia che vogliamo». È questo il titolo del convegno, svoltosi a Salerno e organizzato dai Dipartimenti Politiche della salute di Cgil, Cisl, Uil nazionali, a 40 anni dal varo della legge 833 di Riforma Sanitaria. Un appuntamento importante per ricordare quell'evento con un momento di riflessione e di dibattito, al quale hanno partecipato anche i tre Segretari generali delle tre Confederazioni, Camusso, Furlan, Barbagallo. Un´occasione per fare un bilancio sull'attuazione e sull'evoluzione di quel provvedimento e per assumere i conseguenti impegni. Uno dei principi cardine del nostro Servizio Sanitario Nazionale è il suo carattere universale: i servizi e le cure sono rivolti a tutti i cittadini in condizioni di uguaglianza. Purtroppo, però, col passare del tempo, sono molti coloro che incontrano grandi difficoltà nell'accesso alle cure, alla diagnosi, alla prevenzione e alla riabilitazione. Lo stesso principio universalistico, dunque, anche con la regionalizzazione del servizio, è stato scalfito. L´obiettivo di Cgil, Cisl, Uil, quindi, è quello di aprire una vera vertenza sulla sanità pubblica per un Patto sulla salute.

«Quaranta anni fa - ha detto Barbagallo nel corso del suo intervento - con il varo di quella riforma, la nostra sanità nazionale diventò un esempio per il mondo, ma venti anni dopo è iniziato l´attacco al welfare del nostro Paese e, inoltre, i servizi si sono ulteriormente differenziati tra il Nord e il Sud. La nostra sanità non riesce più a soddisfare le esigenze degli anziani, molti dei quali sono diventati più poveri e, perciò, hanno una minore propensione a curarsi. Purtroppo - ha proseguito il leader della Uil - la precaria condizione socio-economica di molti lavoratori, pensionati e giovani in cerca di lavoro determina diseguaglianze anche sul fronte sanitario. Ecco perché occorre intervenire per accrescere il potere d'acquisto di queste categorie, mettendo a punto una vera riforma fiscale che aiuti a redistribuire la ricchezza e a ridurre il divario tra i cittadini». Dal punto di vista, poi, del funzionamento del servizio, Barbagallo ha precisato che «se, oggi, il Servizio sanitario resta ancora complessivamente decente lo si deve al lavoro e, spesso, ai sacrifici degli addetti del settore. Bisogna, dunque, partire dalla valorizzazione del personale, rispettando i rinnovi contrattuali, definendo una formazione di qualità e, inoltre, sbloccando le assunzioni perché il numero dei lavoratori non è assolutamente adeguato alle nuove esigenze di cura e assistenza. Su tutti questi temi - ha concluso Barbagallo - chiediamo al Governo di interloquire con le parti sociali per individuare le risorse e le soluzioni necessarie».

Salerno, 19 settembre 2018

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Martedì, 31 Luglio 2018 09:51

Cgil, Cisl e Uil chiedono incontro a Di Maio

«Le chiediamo un incontro al fine di poter discutere della previdenza, argomento complesso e, soprattutto in questa fase, molto sentito sia dalle persone che rappresentiamo che da tutti i cittadini». Questa la richiesta di Cgil, Cisl e Uil al Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Luigi di Maio, formalizzata in una lettera firmata dai segretari confederali Roberto Ghiselli, Ignazio Ganga e Domenico Proietti.

Nella missiva si sottolinea l'esigenza di aprire un confronto sulle questioni più generali legate alla previdenza e, inoltre, si evidenziano alcuni temi più specifici che per le tre confederazioni "andrebbero affrontati con la massima urgenza". Dalla "situazione relativa alla gestione dell'Ape sociale e degli interventi a favore dei lavoratori 'precoci', con particolare attenzione al monitoraggio sulle domande presentate", alla "gestione della norma relativa ai lavori gravosi, la cui individuazione - spiegano Ghiselli, Ganga e Proietti - ha un impatto non solo sulla gestione dell'Ape sociale e degli interventi per i lavoratori precoci, ma anche sull'esonero dell'aumento dell'età pensionabile previsto per il 2019".

Cgil, Cisl e Uil chiedono poi "il celere avvio del lavoro delle Commissioni istituite nell'ultima legge di Bilancio, che, entro il 30 settembre 2018, dovrebbero presentare le relazioni sulle proprie rilevazioni relative alla speranza di vita e alla distinzione tra spesa previdenziale e spesa assistenziale". Infine, intendono sottoporre all'attenzione del Ministero "il superamento dell'istituto della prescrizione dei contributi per i dipendenti pubblici, problema affrontato solo parzialmente e che lascia senza tutela ancora moltissimi lavoratori".

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Dopo l'ennesimo incidente sul lavoro che ha provocato la morte di un giovane lavoratore alla SLI di Vignole Borbera, Cgil, Cisl e UIL DICHIARANO 4 ORE DI SCIOPERO delle LAVORATRICI e dei LAVORATORI dell'INDUSTRIA dalle ore 8 alle ore 12 per i lavoratori giornalieri le ultime 4 ore di ogni turno per i turnisti di MARTEDÌ 19 GIUGNO 2018. Invece le segreterie provincali di Fim, Fiom e Uilm dichiarano 8 ore di sciopero per la stessa giornata.

La manifestazione si terrà in Piazza della Libertà, davanti alla Prefettura, con un presidio a partire dalle ore 9,30

Le Organizzazioni Sindacali chiedono misure di prevenzione più stringenti e di poter contare sulla presenza nel territorio di un numero congruo di Ispettori del Lavoro e dello SPRESAL per poter prevenire gli infortuni, diffondere la cultura della sicurezza e proteggere i lavoratori atipici, apprendisti e tirocinanti dagli abusi nel loro impiego e dall'assenza di reali piani formativi con la presenza di veri tutori.

320 MORTI SUL LAVORO AL 12 GIUGNO 2018

SONO UNA STRAGE

FERMIAMOLA!

FEDERAZIONI PROVINCIALI DI CGIL-CISL-UIL

14 giugno 2018

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«Il Decreto che dovrebbe ampliare le esenzioni al superticket non può funzionare». È quanto dichiarano in una nota unitaria i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil Rossana Dettori, Ignazio Ganga e Silvana Roseto.

«Innanzitutto perché - spiegano - con i soli 60 milioni di euro messi a disposizione con l´ultima legge di bilancio ben poche persone avranno benefici, persino tra quelle in condizione di povertà tale da aver diritto al Reddito di inclusione, che dovrebbero essere invece i primi beneficiari". Infatti "il valore complessivo del superticket è circa 800 milioni di euro e le entrate effettive oltre 600 milioni».

«Inoltre - proseguono i tre dirigenti sindacali - la decisione di 'premiare' le regioni che avevano già ridotto il superticket aumenterà il divario con le regioni in difficoltà, penalizzando i cittadini».

Dettori, Ganga e Roseto concludono ribadendo "ancora una volta" che "la soluzione più seria è l'abolizione totale del superticket, una iniqua tassa sui malati, che oltretutto si è rivelata un boomerang per il servizio sanitario".

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Sarà Prato ad ospitare il corteo dei lavoratori e il comizio dei tre leader sindacali per il Primo Maggio 2018.

Tema della tradizionale Festa dei Lavoratori sarà, quest'anno, la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Cgil, Cisl, Uil hanno scelto la città di Prato perché rappresenta un'importante e simbolica realtà industriale dove il tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è fortemente sentito.

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Martedì, 06 Marzo 2018 11:20

Cgil Cisl e Uil per la casa della salute

Alla fine del 2016 abbiamo stipulato, con l'assessorato alla sanità, l'intesa per la costituzione delle case della salute.

Nel 2017 abbiamo provveduto a far stanziare, 8 milioni di euro, quali fondi vincolati, per la loro realizzazione, sulla base di progetti presentati dalle singole aziende sanitarie locali.

Abbiamo la necessità di verificare la situazione relativa all'attuazione degli accordi, di cui sopra, in ogni territorio, in modo da procedere al confronto con l'Assessorato alla sanità in merito all'implementazione dei progetti e all'impegno di ulteriori risorse, per l'anno in corso.

Vi chiediamo, pertanto, di incontrare i Direttori Generali delle ASL per ottenere le informazioni circa gli sviluppi di  ciascuna casa della salute realizzata, con particolare riferimento a:

servizi attivati;specialità presenti; avviamento di nuovi studi di medicina di gruppo finalizzati all'attivazione di "Case della Salute Funzionali";stato di avanzamento dei progetti presentati in Regione avviati per accedere allo stanziamento degli 8 milioni destinato dalla Regione, nel 2017, a questo scopo;eventuali criticità presentatesi in corso d'opera.

Vi ringraziamo anticipatamente per l'impegno che, anche questa volta, metterete per aiutarci a costruire un adeguato confronto con l'amministrazione regionale.

 

 Le Segreterie Regionali Cgil Cisl Uil Piemonte

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Presidio il 5 febbraio, in Piazza Castello a Torino alle 15, contemporaneamente ai presidi in tutte le regioni "per sollecitare il rinnovo dei contratti nazionali delle Funzioni locali e della Sanità". A darne notizia sono i segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, Serena Sorrentino, Maurizio Petriccioli e Michelangelo Librandi, i quali, in una lettera alla ministra Marianna Madia, chiedono in concomitanza con la giornata di mobilitazione di lunedì prossimo un incontro sul tema rinnovi contrattuali.

Il confronto, infatti, scrivono i tre segretari generali, "con il quale vanno avanti le trattative, dopo aver acquisito una disponibilità delle autonomie locali a procedere celermente e avendo già predisposto l'atto integrativo con la quantificazione delle risorse per ciò che attiene le Funzioni locali e per la Sanità ad avere registrato la volontà di trovare soluzioni normative ed economiche compatibili con l'accordo del 30 novembre, sta subendo uno stallo a nostro avviso ingiustificato". Per queste ragioni, in concomitanza con il presidio, i segretari generali Sorrentino, Petriccioli e Librandi chiedono alla ministra Madia un incontro.

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Contributo per il gruppo di lavoro "Economie"

L'insieme del movimento antimafia, oltre ad avere un momento collettivo con il quale esprimere pubblicamente le proprie convinzioni, ha bisogno di una forte e diffusa iniziativa politica finalizzata a riattualizzare il profilo strategico di fronte ai processi e ai cambiamenti che caratterizzano questa fase nuova della azione mafiosa, dei fenomeni di corruzione, del rapporto fra politica-mafia-affari e più in generale del tema delle economie illegali. Un recente studio dell'Università Bocconi individua il "peso tradizionale" dell'economia criminale italiana attestandolo al 10,9% rispetto al PIL. Se a tale quota aggiungiamo il "sommerso fiscale", stimato intorno al 16,5%, possiamo notare che il sommerso totale raggiunge una quota pari al 27,4% del PIL. Questa filiera di illegalità condiziona l'economia, ma anche i comportamenti delle persone. Di fronte a questo quadro chiaro ed allarmante assistiamo purtroppo a comportamenti da parte delle istituzioni assai contraddittorie. Infatti di fronte ad un un contesto di vulnerabilità delle famiglie e delle singole persone, causato dal loro progressivo impoverimento, che spinge le persone ad assumere comportamenti illusori di ultima istanza come cadere nel perimetro del gioco d'azzardo patologico o bussare in ambienti malavitosi per bisogno di credito, assistiamo ad un Paese che autorizza la presenza di 400mila slot e macchinette da gioco. Contemporaneamente assistiamo ad una scarsa disponibilità   di risorse per la sanità pubblica, come ad esempio i soli 250 mila posti letto d'ospedale. Così come non possiamo non evidenziare il fatto che i fenomeni di corruzione nella gestione della "Cosa Pubblica" sono purtroppo in crescita e che questi fenomeni sempre più determinano una relazione stretta con gli interessi mafiosi. Un paese così è un paese che non ha scelto con chiarezza da che parte stare e con che respiro investire nel benessere dei propri cittadini. Purtroppo queste prassi perpetrate da gruppi dirigenti che generano infiltrazione della Mafia nell'Economia e nella Politica tardano a tramontare.

Dobbiamo poter riconquistare quel "Controllo Sociale del Territorio" che le mafie esercitano e che è una delle forze importanti del sistema mafioso, a cominciare dalle periferie.  La criminalità organizzata, la corruzione rappresentano il maggiore ostacolo allo sviluppo democratico, politico ed economico di molti Paesi, tanto da spingere istituzioni e agenzie internazionali e la stessa UE, a lanciare un programma in materia di prevenzione del crimine nel mondo intitolato "Cultura della legalità". Il fenomeno della criminalità organizzata e della corruzione costituisce certamente, oggi, un problema globale che investe ed influenza tutte le comunità internazionali: diventa, pertanto, necessario ed indifferibile promuovere azioni integrate quantomeno al livello Europeo per arginare e contrastare le attività criminali.

Gli appuntamenti dei prossimi mesi assumono dunque un grande significato, ragion per cui dobbiamo imprimere ogni sforzo per intensificare il profilo della nostra proposta. Abbiamo di fronte a noi una occasione importante nella quale sentiamo la necessità di lanciare a tutta la Società Civile e alla Politica, al Paese Reale e al Paese Istituzionale, una sfida per una azione corale proponendo rinnovate frontiere di impegno politico e civile per conquistare condizioni di libertà e di legalità oggi purtroppo mortificate e finanche negate.

Occorrerà sin dai prossimi passi rendere esplicita la forza delle idee e la forza corale e collegiale.

Le organizzazioni sindacali CGIL CISL UIL sono da tempo impegnate sul tema della legalità, del contrasto alle mafie ed alla criminalità organizzata, indirizzando la loro iniziativa a sostegno di un'economia legale che rafforzi la sana e corretta competizione delle imprese, che affermi pienamente la dignità delle persone, i diritti dei lavoratori e la tenuta della coesione sociale.

Intanto vogliamo scegliere di raccontare l'Italia non più lasciando il primato ai modelli liberisti e "finanzacentrici", ma intendiamo assegnarne una trazione sociale, solidale e di qualità della vita incardinata sui bisogni e sull'attenzione alle persone e nell'alveo dello sviluppo sostenibile. Bene il superamento del "monopolio" del PIL a vantaggio dell'affiancamento degli indicatori BES - sempre più numerosi e protagonisti - che vanno incoraggiati perché rappresentano il segno del cambiamento.

Il contrasto alle forme di illegalità economica si fa in primo luogo togliendo i patrimoni alla criminalità organizzata ed alle mafie per poi restituirli sani e legali alla collettività.

Le esperienze e le conoscenze maturate negli ultimi anni sul versante della gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e alle mafie ci consegnano un quadro abbastanza chiaro sulle criticità e i limiti legislativi e operativi. Si stima che delle oltre 40.000 aziende sequestrate e confiscate, per un valore di circa 30 miliardi di euro,  il 90% fallisce.

La difficile e, a volte contorta via del ribaltamento dello schema mentale che "la mafia dà il lavoro e l'antimafia lo toglie" è una scommessa , una sfida necessaria per contrastare le mafie e ordinare la nostra società dentro l'alveo della legalità.

In modo abbastanza sommario si può convenire che le criticità maggiori risiedono nel quadro normativo e gestionale delle aziende sequestrate e confiscate, nelle procedure e nella mancanza di strutture e risorse adeguate. Il Nuovo Codice Antimafia, recentemente approvato in via definitiva dal Parlamento, rappresenta un passo avanti significativo che va nella direzione giusta. Adesso tuttavia i suoi contenuti vanno resi operativi, a partire dagli adempimenti che la Riforma assegna al Governo e per quanto riguarda il potenziamento della ANBSC al Ministero dell'Interno. Insomma CGIL CISL UIL sono impegnate unitariamente a far sì che l'implementazione delle nuove norme sia la più rapida possibile.

Il dato sul fallimento delle aziende in oggetto, le esperienze consumate sul versante delle autorità giudiziarie preposte alla gestione dei beni, i tempi lunghissimi tra sequestro e confisca, le questioni relative alle linee di credito bancarie, l'assenza di ragionevoli strumenti a tutela dei lavoratori, gli  interventi dei Tribunali fallimentari, gli alti costi per la emersione dalla illegalità, meritano di essere affrontati con la massima urgenza facendo diventare quelle nuove norme prassi consolidata. Trasformare l'azienda mafiosa in impresa legale, produttiva, trasparente, che sappia produrre lavoro vero e pulito e valori sociali costituzionalmente garantiti, è un obiettivo molto difficile ma non impossibile.

Dobbiamo, intanto, rilanciare l'etica della sinergia e ricalibrare il rapporto fra produttore e consumatore e, soprattutto, più in generale, rinvigorire l'idea di una economia sociale attraverso la quale realizzare tre obiettivi sostanziali: dare lavoro ai giovani, costruire un lavoro eticamente sostenibile, riprendere il controllo sociale del territorio proprio attraverso il riutilizzo delle attività sottratte ai mafiosi.

Occorre pertanto agire attraverso esperienze concrete e innovative, anche il concorso sincero e volitivo dei tanti soggetti che, a vario titolo, negli ultimi anni hanno speso le loro energie sul versante della lotta alle mafie. Amministratori locali, Istituzioni pubbliche, magistrati, docenti universitari, organizzazioni sindacali, reti produttive, cooperative, imprese, forze politiche, libere associazioni,  operatori della comunicazione, sistema scolastico di base dovrebbero confrontarsi e impreziosire la rete tessuta in anni difficili e straordinari e porre in essere una nuova ed efficace stagione di lotta per sconfiggere le mafie soprattutto sul versante economico, che rimane terreno decisivo alla luce della sua pervasività che non risparmia ambiti sociali, professionali, geografici.

Il lavoro rappresenta indubbiamente la condizione essenziale per dare alle persone la forza di non cedere ai ricatti e soprattutto il lavoro è la condizione per dare alle persone quella autonomia economica necessaria a progettare la propria vita. Ma occorre un lavoro tutelato e qualificato, non un lavoro sottopagato, sfruttato, ricattato, attraverso il quale si calpesta perfino la dignità delle persone in una sorta di moderna schiavitù.

Il campo d'azione è esteso: il fenomeno del caporalato, la gestione della immigrazione, i processi di integrazione, la tratta degli esseri umani, l'abbandono scolastico, la fuga dei giovani laureati all'estero, i fenomeni di familismo o di prebende per le assunzioni che oltretutto mortificano e impoveriscono qualità e professionalità, le morti insopportabili sul lavoro e tante altre battaglie che ci dovranno vedere impegnati in prima linea nel contrasto alle disuguaglianze ed agli abusi e per l'inclusione e coesione sociale elementi qualificanti in grado di connotarsi come presidi di legalità a cominciare da quella che affonda le radici nella natura economica.

La riforma del Codice Antimafia, infine, per la quale dovremo produrre ancora uno sforzo per un nostro impegno teso a garantire la sua piena applicazione, può rivelarsi utile in questo nostro rinnovato percorso di unità per la legalità.

Roma, 11 dicembre 2017

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A seguito del posticipo alla mattinata del 21 novembre prossimo del confronto finale tra Governo e Sindacati sui temi delle pensioni e della Legge di bilancio 2018, l'Assemblea pubblica di CGIL, CISL e UIL che si sarebbe dovuta tenere martedì prossimo 21/11/2017 alle ore 9.30 presso il Teatro/Cinema AMBRA di Viale Brigata Ravenna 8 in Alessandria, è rinviata a data da destinarsi.

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