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Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil hanno organizzato un nuovo presidio a sostegno del settore orafo a Valenza.

Appuntamento giovedì alle 17, in piazza Statuto, con un'iniziativa che viene replicata anche nei distretti orafi di Vicenza, Milano, Arezzo e Roma. L’obiettivo è sollecitare il rinnovo del contratto collettivo del settore Orafo Argentieri, proprio nel giorno della riunione a Milano di Federorafa. Le parti sociali ribadiranno la loro contrarietà alla proposta di aumento di 77 euro mensili. L’iniziativa segue una serie di assemblee tenute in alcune aziende orafe, dove la costante per tutte è la presenza di moltissimi ordini, con il ricorso allo straordinario ed assunzioni, ma con la difficoltà a reperire manodopera professionalizzata. Già giovedì mattina i sindacati distribuiranno volantini anche nella zona Coinor, per tentare di informare e contattare i lavoratori e le lavoratrici di aziende medio piccole, dove il sindacato non è presente e non si sono potute svolgere le assemblee.

“E’ necessario che le controparti comprendano l’importanza di arrivare rapidamente a chiudere il contratto collettivo con un aumento salariale dignitoso, oltre a miglioramenti di tipo normativo” hanno sottolineato i segretari provinciali Anna Poggio, Calogero Palma e Alberto Pastorello “non è accettabile che in un settore dove si producono beni di lusso, i lavoratori abbiano paghe base così basse, bisogna chiudere presto il contratto collettino nazionale ed aprire una vera contrattazione di secondo livello collettiva che consenta a tutti di concorrere non sul costo del lavoro, ma sulla qualità ed efficienza, stabilendo anche nella lavorazione conto terzi delle tariffe rispettose di diritti e dignità. Il 10 novembre è previsto il prossimo incontro a Milano con Federorafa per riprendere la trattativa, auspicando una proposta migliore”.

 
Pubblicato in Comunicati Stampa: UILM
Mercoledì 10 novembre manifestazione a Roma per chiedere risposte concrete per il futuro dei lavoratori dell’ex Ilva e Jsw di Piombino e per un piano nazionale della siderurgia che metta al centro occupazione, sicurezza, investimenti e sviluppo sostenibile. Il tempo è scaduto!

 

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Pubblicato in Notizie: UILM
Lo scorso martedì, a Milano, presso l’Assolombarda si è tenuta la trattativa per il rinnovo del CCNL dell’industria orafa, scaduto a giugno 2020. La trattativa, che dopo aver delineato soluzioni sulle parti normative, dalla ripresa estiva si sta concentrando sugli aspetti salariali e sta registrando un preoccupante stallo: lo scorso 4 ottobre, la delegazione imprenditoriale ha confermato la propria proposta di un aumento salariale di 77 euro fino al 2024. Tale proposta è stata giudicata inaccettabile dalla Delegazione sindacale che ha risposto iniziando una campagna di assemblee e di iniziative per spiegare che l’industria orafa italiana non vuole aumentare i salari in modo analogo al resto del mondo dell’industria metalmeccanica.

Nel corso dell’incontro, la Delegazione imprenditoriale ha chiesto una ristretta nella quale ha dichiarato una disponibilità a offrire un aumento maggiore ai 77 euro offerti a settembre, ma non hanno voluto o potuto dettagliare ulteriormente la posizione in attesa di sottoporli alla Giunta di Federorafi che si riunirà il prossimo 4 novembre.

La Delegazione sindacale da un lato giudica vaghe e insoddisfacenti le proposte avanzate, ma dall’altro ritiene che quest’ultima offerta della Controparte sia l’effetto delle prime azioni sindacali che stanno producendo effetti su imprese che hanno ripreso a lavorare a pieno regime.

Per la Delegazione sindacale è quindi necessario proseguire nella campagna di assemblee nelle imprese per spiegare ai lavoratori e alle lavoratrici orafe lo stato delle trattative.

In particolare, si impegnano le Organizzazioni sindacali e le RSU dei territori a maggiore vocazione “orafa” a programmare iniziative pubbliche come presidi e volantinaggi per il giorno 4 novembre per illustrare “in tutta l’Italia orafa che conta” anche all’opinione pubblica le ragioni di un rinnovo contrattuale che va concluso entro il 2021.

Inoltre, le Organizzazioni sindacali a livello territoriale e le RSU a livello aziendale potranno proclamare da domani al 10 novembre, cioè la data del prossimo incontro di trattativa, prime iniziative di mobilitazione a sostegno della vertenza.

(dal sito: https://www.uilmnazionale.it/rinnovo-ccnl-industria-orafa-timide-e-vaghe-aperture-che-non-sono-sufficienti/)

           

La Delegazione trattante di Fim, Fiom e Uilm

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Opuscolo informativo a cura dell’ufficio Ambiente Salute e Sicurezza Uilm Nazionale  

Di seguito le risposte alle domande frequenti sui DPCM riguardanti Green Pass e ambito lavorativo  firmati dalPresidente del Consiglio, Mario Draghi. 

DPCM 12 Ottobre 2021 / Verifica possesso green pass in ambito lavorativo 

DPCM 12 Ottobre / Linee guida svolgimento controlli sul possesso del green pass PA 

FAQ DPCM 12 Ottobre 2021 

1. Come devono avvenire i controlli sul green pass dei lavoratori nel settore pubblico e  in quelloprivato? 

Ogni amministrazione/azienda è autonoma nell’organizzare i controlli, nel rispetto delle normative  sulla privacy e delle linee guida emanate con il dPCM 12 ottobre 2021. I datori di lavoro definiscono  le modalità operative per l'organizzazione delle verifiche, anche a campione, prevedendo prioritariamente, ove possibile,che tali controlli siano effettuati al momento dell'accesso ai luoghi di  lavoro, e individuano con atto formale isoggetti incaricati dell'accertamento delle violazioni degli obblighi di cui ai commi 1 e 2. È opportuno utilizzare modalità di accertamento che non determinino  ritardi o code all’ingresso. Nelle pubbliche amministrazioni, laddove l’accertamento non avvenga al  momento dell’accesso al luogo di lavoro, esso dovrà avvenire su base giornaliera, prioritariamente  nella fascia antimeridiana della giornata lavorativa, potrà essere generalizzato o a campione, purché  in misura non inferiore al 20% del personale presente in servizio e con un criterio di rotazione che  assicuri, nel tempo, il controllo su tutto il personale dipendente. 

Oltre all’app “VerificaC19”, saranno rese disponibili per i datori di lavoro, pubblici e privati,  specifiche funzionalità che consentono una verifica quotidiana e automatizzata del possesso delle  certificazioni. Tali verifiche potranno avvenire attraverso: 

  • l’integrazione del sistema di lettura e verifica del QR code del certificato verde nei sistemi di  controllo agli accessi fisici, inclusi quelli di rilevazione delle presenze, o della temperatura; • per gli enti pubblici aderenti alla Piattaforma NoiPA, realizzata dal Ministero dell'economia  e delle finanze, l’interazione asincrona tra la stessa e la Piattaforma nazionale-DGC; • per i datori di lavoro con più di 50 dipendenti, sia privati che pubblici non aderenti a NoiPA,  l’interazione asincrona tra il Portale istituzionale INPS e la Piattaforma nazionale-DGC;  • per le amministrazioni pubbliche con almeno 1.000 dipendenti, anche - con uffici di servizio  dislocati in più sedi fisiche, una interoperabilità applicativa, in modalità asincrona, tra i sistemi  informativi di gestione del personale del, e la Piattaforma nazionale-DGC. 

2. Come è possibile, per i soggetti che non possono vaccinarsi per comprovati motivi di  salute, dimostrare di poter accedere al luogo di lavoro? 

I soggetti che, per comprovati motivi di salute, non possono effettuare il vaccino contro il COVID 19, dovranno esibire un certificato contenente l’apposito “QR code” in corso di predisposizione. Nelle  more del rilascio del relativo applicativo, il personale esente – previa trasmissione della relativa  documentazione sanitaria al medico competente dell’amministrazione di appartenenza – non potrà essere soggetto ad  alcun controllo. 

3. I soggetti che hanno diritto al green pass ma ne attendono il rilascio o l’aggiornamento  come possono dimostrare di poter accedere al luogo di lavoro? 

Per i soggetti in attesa di rilascio di valida certificazione verde e che ne abbiano diritto, nelle more  del rilascio e dell’eventuale aggiornamento, sarà possibile avvalersi dei documenti rilasciati, in  formato cartaceo o digitale, dalle strutture sanitarie pubbliche e private, dalle farmacie, dai laboratori  di analisi, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta. 

4. Quali provvedimenti deve prendere il datore di lavoro che accerta che il dipendente  abbia effettuato l’accesso alla sede di servizio pur essendo sprovvisto di green pass?  Quali sanzioni rischia il lavoratore? 

Il lavoratore, pubblico o privato, è considerato assente ingiustificato, senza diritto allo stipendio, fino  alla presentazione del green pass; nel caso di aziende con meno di 15 dipendenti, dopo il quinto giorno  di assenza ingiustificata, il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per la durata corrispondente  a quella del contratto di lavoro stipulato per la sostituzione, comunque per un periodo non superiore  a dieci giorni, rinnovabili per una sola volta. 

Nel caso in cui il lavoratore acceda al luogo di lavoro senza green pass, il datore di lavoro deve poi  effettuare una segnalazione alla Prefettura ai fini dell’applicazione della sanzione amministrativa.  Infatti il lavoratore che accede al luogo di lavoro senza green pass è soggetto, con provvedimento del  Prefetto, a una sanzione amministrativa che va da 600 a 1.500 euro. Vengono poi applicate anche le  sanzioni disciplinari eventualmente previste dai contratti collettivi di settore. 

Oltre alla retribuzione, non sarà più versata al lavoratore senza green pass qualsiasi altra componente  della retribuzione, anche di natura previdenziale, avente carattere fisso e continuativo, accessorio o  indennitario, previsto per la giornata di lavoro non prestata. I giorni di assenza ingiustificata non  concorrono alla maturazione delle ferie e comportano la perdita della relativa anzianità di servizio 

5. Da chi devono essere effettuati i controlli sul green pass dei lavoratori che arrivano  da società di somministrazione? Dalla società di somministrazione o dall’azienda in  cui vengono distaccati? 

I controlli devono essere effettuati da entrambe, sia dalla società di somministrazione, sia dall’azienda  presso la quale il lavoratore svolge la propria prestazione. 

6. I protocolli e le linee guida di settore contro il COVID-19, che prevedono regole sulla  sanificazione delle sedi aziendali, sull’uso delle mascherine e sui distanziamenti,  possono essere superati attraverso l’utilizzo del green pass? 

No, l’uso del green pass è una misura ulteriore che non può far ritenere superati i protocolli e le linee  guida di settore.

7. I clienti devono verificare il green pass dei tassisti o degli autisti di vetture a noleggio  con conducente? 

I clienti non sono tenuti a verificare il green pass dei tassisti o dei conducenti di NCC.

8. I parrucchieri, gli estetisti e gli altri operatori del settore dei servizi alla persona  devono controllare il green pass dei propri clienti? E i clienti, devono controllare il  green pass di tali operatori? 

Il titolare dell’attività deve controllare il pass dei propri eventuali dipendenti ma non deve richiederlo  ai clienti, né questi ultimi sono tenuti a chiederlo a chi svolge l’attività lavorativa in questione.

9. È necessario verificare il green pass dei lavoratori autonomi che prestano i propri  servizi a un’azienda e che per questo devono accedere alle sedi della stessa? Sì, tutti coloro che svolgono, a qualsiasi titolo, la propria attività lavorativa o di formazione o di  volontariato nelle sedi dell’azienda sono soggetti al controllo. 

10. È possibile per il datore di lavoro verificare il possesso del green pass con anticipo  rispetto al momento previsto per l’accesso in sede da parte del lavoratore? Sì. Nei casi di specifiche esigenze organizzative, i lavoratori sono tenuti a rendere le comunicazioni  relative al mancato possesso del green pass con il preavviso necessario al datore di lavoro per  soddisfare tali esigenze. 

11. Quali sanzioni rischia il datore di lavoro che non effettua le verifiche previste per  legge? 

Il datore di lavoro che non controlla il rispetto delle regole sul green pass è punito con una sanzione  amministrativa che va da 400 a 1.000 euro. 

12. Il green pass rilasciato in seguito all’effettuazione di un tampone deve essere valido  per tutta la durata dell’orario lavorativo? 

No. Il green pass deve essere valido nel momento in cui il lavoratore effettua il primo accesso  quotidiano alla sede di servizio e può scadere durante l’orario di lavoro, senza la necessità di  allontanamento del suo possessore. 

13. L'obbligo di green pass sussiste anche in capo agli operatori del commercio sulle aree  pubbliche la cui "sede lavorativa" è collocata all'aperto? 

Sì. L’obbligo di green pass non è collegato al fatto che la sede in cui si presta servizio sia all’aperto  o al chiuso. 

14. Quali sono i soggetti titolati a controllare le aziende? 

Le aziende potranno essere controllate dagli ispettori del lavoro e dalle aziende sanitarie locali, dei  quali si avvalgono i prefetti. 

15. I lavoratori di aziende straniere che, per motivi di servizio, devono accedere alla sede  di aziende o pubbliche amministrazioni italiane, devono dimostrare il possesso del  green pass? Nel caso degli autotrasportatori stranieri, se chi deve caricare/scaricare merce è sprovvisto di green pass, è possibile utilizzare il proprio personale per  effettuare tali operazioni? 

Il possesso del green pass è richiesto anche ai lavoratori stranieri ove debbano svolgere la propria  attività lavorativa presso aziende o pubbliche amministrazioni italiane. 

È possibile utilizzare il personale dell’azienda italiana per le operazioni di carico/scarico.

16. I contratti temporanei previsti per le aziende fino a 15 dipendenti, che devono assumere  lavoratori per sostituire quelli sprovvisti di green pass, sono soggetti alle norme  generali per i contratti a termine (quindi anche a quelle sulla contribuzione)?

I contratti di lavoro stipulati per sostituire i lavoratori sprovvisti di green pass sono soggetti alla  disciplina generale del contratto a tempo determinato e in particolare a quanto previsto degli artt. 19  ss. del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, e successive modifiche ed integrazioni. 

 

Pubblicato in Notizie: UILM

Lo scorso 15 settembre a Bologna le delegazioni trattanti di Federorafi e Fim, Fiom, Uilm si sono incontrate dopo la pausa estiva per proseguire nella discussione per il rinnovo del CCNL dell’industria orafa, argentiera e del gioiello.
All’ordine del giorno il tema degli aumenti salariali.

La Delegazione imprenditoriale ha quindi avanzato una proposta di un incremento salariale al 5° livello di 77 euro di cui:

25 a giugno 2022

25 a giugno 2023

27 a giugno 2024


Con la scadenza contrattuale sempre nel mese di giugno 2024.

Hanno inoltre sottolineato come questi aumenti sono superiori a quelli negoziati di recente nel settore tessile-abbigliamento e sono identici ai primi 3 incrementi salariali dei metalmeccanici e hanno aggiunto commenti sullo stato del settore orafo che è stato fermato dal punto di vista produttivo dalla cancellazione delle fiere.


La proposta è stata considerata assolutamente insoddisfacente dalla Delegazione sindacale per le seguenti ragioni:


1. Se è vero che il settore orafo ha sofferto la crisi conseguente la pandemia, le prospettive (e gli esiti della fiera di Vicenza) sono buone e ci sarà bisogno di ricominciare a produrre;

2. Insieme alle imprese, hanno subito la crisi anche e soprattutto i lavoratori e le lavoratrici, i cui redditi sono stati falcidiati dal ricorso alla cassa integrazione ed è quindi necessaria una dignitosa risposta salariale;

3. Il CCNL orafo è l’unico contratto del settore industriale che Fim, Fiom e Uilm non hanno ancora rinnovato;

4. Le retribuzioni contrattuali dei lavoratori orafi sono inoltre più basse sia di quelle del settore tessile che di quelle del settore metalmeccanico;

5. Infine, la proposta con “solo“ 3 delle 4 tranche di aumento dei metalmeccanici (e, guarda caso, tralasciano la più consistente) e la scadenza a giugno 2024, contemporaneamente al contratto
dei metalmeccanici, rischia di generare ulteriori ritardi e un ampliamento del divario tra le retribuzioni contrattuali degli orafi e dei metalmeccanici.


Per questi motivi le Parti si sono riconvocate per il giorno 4 ottobre, sempre a Bologna.

Nel corso di questi giorni crediamo sia utile che Federorafi e le Imprese riflettano sui nostri argomenti. 
Per parte sindacale, invece è stata decisa una campagna di assemblee con i lavoratori e le lavoratrici per informarli della situazione e della possibilità che se la posizione della Controparte non si modifica, siano necessarie iniziative di mobilitazione, accompagnate da una campagna di comunicazione all’opinione pubblica.

Pubblicato in Notizie: UILM

Nella giornata di ieri, 23 agosto 2021, le OO.SS FIM CISL, FIOM CGIL e UILM UIL di Vercelli e di Alessandria hanno raggiunto un accordo di massima con la Società Bobst e la Curatela del fallimento  Cerutti

Dopo l’avvenuta asta di fine giugno che ha visto la Bobst aggiudicarsi la società Cerutti, dopo l’accordo sindacale con la Bobst che ha definito il perimetro occupazionale con 30 diretti in Bobst e 40 in una cooperativa che lavorerà per la società svizzera per tre anni, era necessario definire gli ultimi aspetti centrali della vertenza. 

Il tavolo sindacale di ieri è stato propedeutico per ragionare e concordare soluzioni in merito a due temi importanti quali un’eventuale proroga della cassa integrazione, è dal 2 luglio che i dipendenti sono  sospesi senza alcuna copertura economica e previdenziale essendo terminato in quella data  l’ammortizzatore sociale e la creazione di un piano sociale dignitoso per coloro che hanno perso e  perderanno il proprio posto di lavoro. 

In tale riunione si è raggiunta un’intesa di massima che prevede la richiesta ai Giudici fallimentari di  proroga di 13 settimane di cassa integrazione covid che permetteranno di dare continuità alla cassa integrazione precedente fino alla terza settimana di settembre. 

Inoltre si è concordato di integrare la base economica di partenza dedicata alla creazione di un piano  sociale con l’integrazione economica aggiuntiva da parte sia di Bobst che della Curatela, condizione che  porterà a riconoscere a tutti coloro che hanno perso e perderanno il posto di lavoro circa 10000 euro

Le segreterie Territoriali di Vercelli e Alessandria 

FIOM CGIL 

FIM CISL 

UILM UIL

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Dopo lo sblocco dei licenziamenti voluto dal governo Draghi e dalla Confindustria nei giorni  scorsi alcune aziende e multinazionali (Gkn, Whirlpool, Gianetti Ruote e altre ancora) hanno  avviato le procedure per il licenziamento di centinaia e centinaia di lavoratori.  

Si tratta di decisioni inaccettabili, che colpiscono l’insieme del mondo del lavoro, che  vanno contrastate con fermezza da tutti i metalmeccanici per difendere l’occupazione, il  reddito dei lavoratori, impedire la riduzione della capacità industriale del paese, evitare che  altre aziende seguano questi negativi esempi e rivendicare allo stesso tempo investimenti e  politiche industriali in tutto il territorio nazionale. 

Le ingenti risorse pubbliche messe a disposizione dalla comunità europea sul PNRR vanno  utilizzate per innovare il sistema produttivo del Paese, realizzare la transizione ecologica e  digitale, dare soluzioni alle tante crisi aperte, creare nuova e stabile occupazione. Per fare  questo, per accompagnare questo processo, occorre riformare gli ammortizzatori sociali,  renderli universali, ma anche vincolare le ingenti risorse pubbliche destinate alle imprese a  precisi vincoli sociali a partire dalla difesa dell’occupazione, al superamento della  precarietà lavorativa, alla salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro. 

Per tutte queste ragioni occorre mobilitarsi e chiedere al Governo di intervenire presso la Confindustria per bloccare i licenziamenti, rispettare l’avviso comune sull’utilizzo degli  ammortizzatori sociali sottoscritto con Cgil Cisl e Uil, dare soluzioni alle crisi aperte, aprire con il sindacato tavoli di confronto nei principali settori industriali a partire dall’automotive,  dalla siderurgia, dall’elettrodomestico. 

SCIOPERIAMO TUTTE E TUTTI PER :

∙ DIRE NO AI LICENZIAMENTI 

RIFORMARE GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI E DIFENDERE L’OCCUPAZIONE 

∙ DARE FINALMENTE SOLUZIONI CONCRETE E POSITIVE ALLE CRISI AZIENDALI APERTE 

∙ VINCOLARE GLI INVESTIMENTI DEL PNRR AD UNA OCCUPAZIONE STABILE E AD UN LAVORO IN  SALUTE E SICUREZZA 

∙ IMPEDIRE ALLE MULTINAZIONALI E AI FONDI DI INVESTIMENTO DI SPECULARE E DISTRUGGERE L’INDUSTRIA E IL LAVORO 

Le due ore di sciopero vanno effettuate con assemblee in tutti i luoghi di lavoro a partire da lunedì 19 luglio prossimo e fino a fine mese. 

 

FIM FIOM UILM Nazionali

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“Dopo l’ultimo incontro siamo preoccupati sul futuro dell’ex Ilva perché non abbiamo ricevuto nessun tipo di rassicurazione. Non c’è un punto fisso da cui partire, sembra si stia

navigando a vista. Invitalia da una parte riconferma il piano industriale presentato nel dicembre 2019, che non è mai stato condiviso con le organizzazioni sindacali, dall’altra pone la sentenza del TAR sulla chiusura della batteria 12 prevista per il 20 luglio, con le conseguenze sull’AFO 4, acciaieria 1 e treno nastri, come condizione fondamentale per l’avvio del progetto. C’è una totale confusione e si rimane appesi alla sentenza di turno senza avere un programma industriale di lungo periodo”. Lo dichiara Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm.

“Inoltre il 20 luglio sarà approvato il bilancio 2020 e successivamente ci sarà insediamento del nuovo cda con l’ingresso dello Stato - aggiunge Palombella - il Governo ha dichiarato la sua disponibilità ad estendere per 13 settimane la Cig Covid come ultima concessione straordinaria per sviluppare un confronto che abbia lo scopo di trovare tutte le soluzioni per  questa situazione drammatica”. 

“Acciaierie d’Italia si è impegnata ad avviare un confronto nei vari siti per ridurre il numero dei lavoratori collocati in Cig dal primo luglio ma ha rigettato la nostra richiesta di integrare economicamente la Cig e non ha preso nessun impegno sul futuro occupazionale dei lavoratori di Ilva As e degli appalti” continua. 

“C’è molta delusione perché dopo mesi di attesa non abbiamo ricevuto nessun impegno formale - conclude - Non esiste un piano industriale discusso con le organizzazioni sindacali, non si conoscono i tempi e le modalità della transizione ecologica”. 

Ufficio stampa Uilm 

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Lunedì, 07 Giugno 2021 16:09

Comunicato unitario FIM, FIOM e UILM su Cerutti

In data odierna le Organizzazioni Sindacali FIM-FIOM-UILM di Alessandria e Vercelli, grazie alla convocazione da parte della Presidente del Tribunale di Vercelli che ha dato seguito alla richiesta d’incontro inoltrata dalle parti sindacali in data 28 maggio 2021 con oggetto la proroga della cassa integrazione Covid per i mesi di maggio e giugno, si sono confrontate con la Curatela del fallimento OMG Cerutti e Cerutti Packaging Equipment presso la sede del Tribunale di Vercelli.

Nella riunione oltre ad esserci stato un chiarimento tra le parti in merito al percorso intrapreso dalla Curatela e dal Tribunale in riferimento alla procedura fallimentare, si è registrata la condivisione rispetto alla necessità di collaborare al fine di ottenere le condizioni per arrivare al miglior risultato possibile in termini occupazionali ed economici, confrontandosi attivamente con tutti i soggetti accreditati da offerte vincolanti necessarie per concorrere all’asta per l’aggiudicazione della Società Cerutti.   

Rispetto alla possibile concessione di un ulteriore periodo di cassa integrazione la Curatela e la Presidente del Tribunale hanno spiegato che il ritardo nella concessione della proroga era dovuto alla mancanza di offerte vincolanti per l’acquisizione della Società stessa e alla fattiva apertura di un tavolo negoziale con le parti sociali, le quali confermano la loro volontà e disponibilità in tal senso. 

FIM, FIOM e UILM a seguito dell’incontro odierno confidano in una tempestiva autorizzazione della richiesta di proroga dell’ammortizzatore sociale.  

       

                                                                                                  FIM-FIOM-UILM

                                                                                                Alessandria-Vercelli

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“Fin dall’inizio della trattativa abbiamo lavorato per dare omogeneità e copertura a tutto il settore e i lavoratori interessati. Con il rinnovo del contratto Unionmeccanica Confapi diamo un’iniezione di fiducia al settore industriale in una situazione complicata. Dalla ripartenza dell’industria dipende la ripresa del nostro Paese. Per questo abbiamo voluto mandare un segnale importante ai lavoratori, andando ad aumentare i salari, il welfare contrattuale e la sanità integrativa. Ancora una volta i metalmeccanici rappresentano il traino fondamentale per la ripresa nazionale”. Lo dichiarano Rocco Palombella, Segretario generale Uilm, e Luca Colonna, Segretario nazionale Uilm.

“Questo rinnovo contrattuale è uno dei più importanti nel settore industriale – sottolineano Palombella e Colonna – perchè interessa 360 mila lavoratori e 34 mila aziende”

“Abbiamo ottenuto un aumento salariale medio di 104 euro nel periodo 2021-2024, un aumento dei flexible benefits da 150 a 200 euro e del contributo del datore di lavoro per la sanità integrativa da 60 a 96 euro – aggiungono – inoltre abbiamo rafforzato e migliorato tematiche importanti come la formazione e la sicurezza”.

“Con questo importante accordo abbiamo voluto dare certezze ai lavoratori per affrontare con maggiori tutele e diritti una crisi senza precedenti” concludono.

 

Ufficio stampa Uilm nazionale

https://www.uilmnazionale.it/metalmeccanici-uilm-rinnovo-contratto-unionmeccanica-confapi-iniezione-di-fiducia-per-futuro/

 

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