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A seguire l'intervista di Mauro Romano al Segretario Bruno Boco, pubblicata su Italia Oggi.

«Una cosa è certa: di fronte all'atteggiamento di arroganza e di chiusura di Federdistribuzione, non solo verso i lavoratori ma verso la ripresa del Paese, non potevamo e non possiamo stare fermi». Brunetto Boco, segretario generale della Uiltucs, la federazione del terziario, commercio e servizi della Uil, non usa mezzi termini e va dritto al centro della vertenza. Appena il tempo di una pausa e, alla vigilia di un nuovo passaggio-chiave del duro negoziato in corso, incalza: «Un sindacato che abbia davvero a cuore i diritti dei lavoratori non può rimanere inerte in attesa che la controparte sia disponibile a fare accordi. Per questo, come Uiltucs, ci siamo rivolti alla magistratura e abbiamo avuto ragione: il Tribunale di Torino, ma è solo l'inizio, ha condannato diverse imprese aderenti a quell'associazione a riconoscere gli stessi aumenti retributivi previsti dal contratto collettivo firmato in primavera con Confcommercio».

Segretario, avete scelto con Federdistribuzione la via giudiziaria al contratto rispetto alla normale negoziazione sindacale?

«Assolutamente no. Noi siamo stati pronti e presenti a tutti i tavoli negoziali con Federdistribuzione. E non vogliamo altro che chiudere il prima possibile questa trattativa. Nello stesso tempo, però, non possiamo accettare che migliaia di lavoratori restino al palo solo perché la controparte non è disponibile a trovare anche il più ragionevole dei compromessi e, anzi, punta tutto, nelle rivendicazioni avanzate, alla riduzione del salario».

Addirittura, invece di accordarsi su possibili incrementi retributivi, vogliono un taglio degli stipendi?

«A questo si arriverebbe con i loro interventi su premessi, scatti, inquadramenti, incidenza di 13esima e 14esima, sulla liquidazione. Per non dire della decorrenza, completamente punitiva, che propongono: gennaio 2016-dicembre 2018. Il risultato sarebbe nefasto per le buste-paga dei lavoratori. Altro che ragionevoli aumenti. Quello che verrebbe tolto sarebbe ben più rilevante di quello che verrebbe dato».

E' lo stallo, dunque, che vi ha spinto verso la via giudiziaria?

«Certo. Una situazione di questo tipo ci ha spinto in due direzioni. Una è quella tipica della proclamazione di due giorni di sciopero. L'altra, più inedita, è quella del ricorso alla magistratura per chiedere l'applicazione anche ai lavoratori di questo settore di quegli aumenti salariali che i lavoratori delle aziende aderenti a Confcommercio già trovano in busta paga da qualche mese, perché è irrazionale oltre che ingiusta la divaricazione esistente. I tribunali ci stanno dando ragione e hanno emesso diversi decreti ingiuntivi per il pagamento di quanto dovuto».

Federdistribuzione, però, sostiene che farà opposizione ai decreti e che comunque il contratto di riferimento non è quello di Confcommercio.

«Facessero tutte le opposizioni che vogliono e che la legge permette loro di fare. Certo è che i decreti ingiuntivi vanno eseguiti e che i giudici nello stabilire i livelli di aumento hanno fatto riferimento all'unico contratto in vigore, che è quello stipulato con Confcommercio. E' quello il parametro adottato. Il resto sono chiacchiere per giustificare una sconfitta giudiziaria pesante. Anzi, a questo riguardo sarebbe opportuno per loro che le aziende di Federdistribuzione riflettessero sul fatto che, anche a fini contributivi, stanno pagando stipendi basati su minimi non più validi».

Le aziende di Federdistribuzione, però, considerano le vostre richieste incompatibili con l'attuale situazione di crisi del settore.

«Una tesi a dir poco improvvisata. Intanto devono spiegare come mai allora altre aziende dello stesso settore, ma non aderenti alla loro associazione, stanno pagando senza problemi gli aumenti del nuovo contratto. In secondo luogo, laddove vi sono situazioni di crisi aziendali noi siamo e siamo stati sempre pronti a trovare le soluzioni più appropriate per salvare l'impresa. Ma, da ultimo, proprio ora che gli indicatori economici parlano di una ripresa dei consumi sostenere una simile tesi è solo strumentale e, per di più, contraria agli stessi interessi del comparto oltre che del Paese. Insomma, nessuna giustificazione. Sediamoci seriamente al tavolo e chiudiamo questa lunga vertenza per il bene di tutti».

 

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DOPO IL CASO LAVORATORI STAGIONALI ECCO IL SECONDO "BUCO" NEL JOBS ACT: PER 1/3 ( oltre 300 MILA PERSONE) DELLE LAVORATRICI E LAVORATORI DOMESTICI NON CI SARANNO LE TUTELE DELLA NASPI

A cura della Uil Servizio Politiche Territoriali

Con la Pubblicazione sulla "Gazzetta Ufficiale" degli ultimi Decreti Legislativi si conclude l'attuazione della Legge Delega del Jobs Act.

Ma all'orizzonte, nonostante i proclami del Governo che afferma di aver esteso le tutele con la nuova NASPI, all'orizzonte si profila il "secondo buco" del Jobs Act.

Infatti per 1/3 (300 mila persone su un totale di 898 mila), dei lavoratori e lavoratrici domestiche che lavorano meno di 24 ore settimanali non vi sarà, in caso di perdita di lavoro, il "paracadute sociale" rappresentato dalla NASPI a differenza di quanto avveniva in passato con l'ASPI.

Infatti l'INPS con la circolare 142 emanata alla fine di luglio  specifica che l'ulteriore requisito per aver diritto alla NASPI (30 giornate lavorate nell'ultimo anno), viene interpretato, per gli addetti del lavoro domestico,  con una attività lavorativa di 5 settimane di almeno 24 ore lavorative. Ergo se lavori 24 ore o di più hai diritto alla NASPI, altrimenti con una attività fino a 23 ore a prescindere dall'anzianità contributiva non hai diritto alla NASPI.

Paradossalmente se una lavoratrice o lavoratore domestico ha lavorato sempre a 20 ore settimanali  e perde il posto di lavoro non ha diritto a nulla.

Questo significa che,  lavoratrice/lavoratore domestico con 33 anni di età con un lavoro di 20 ore settimanali  negli ultimi 3 anni e  con uno stipendio di 680 euro al mese, secondo la UIL Servizio Politiche Territoriali con la "vecchia ASPI" avrebbe preso 483 euro mensili per 10 mesi (4.830 euro), più la copertura previdenziale per aver diritto alla pensione, più eventuali assegni al nucleo familiare.

Ora con la NASPI non ha diritto a nulla!

Oppure, una domestica con 55 anni di età che ha lavorato fino al 2013 per 28 ore settimanali e poi nel 2014 e 2015 ha ridotto il proprio orario a 20 ore con l'ASPI avrebbe percepito 457 euro mensili per 12 mesi (5.490 euro), più contribuzione previdenziale e assegni familiari, mentre con la nuova NASPI non percepisce nulla di tutto ciò.

Ma ancora più paradossale: prendiamo 2 lavoratrici a 20 ore settimanali, la prima nel commercio, la seconda nel lavoro domestico: la prima, in caso di perdita di posto di lavoro dopo 2 anni, percepirebbe  400 euro al mese per 12 mesi (4.800 euro), mentre l'altra che lavora a domicilio non percepisce nulla.

Un errore o una inutile cattiveria?

Si domanda Guglielmo Loy-Segretario Confederale UIL.

Questa la domanda che ci facciamo di fronte a questa penalizzante interpretazione che fa  l'INPS (immaginiamo con l'ok del Governo) sul diritto, o meno, per circa 300.000 lavoratrici (e lavoratori) impegnate  nel secondo pilastro del Welfare Italiano: le collaboratrici familiari e le badanti.

Perché negare a chi lavora a part time (come altri 3.2 milioni colleghi di altri settori) una prestazione cosi vitale come l'indennità di disoccupazione?

Come si può contraddire le affermazioni del Governo che hanno sempre enfatizzato l'allargamento a tutti i lavoratori  degli ammortizzatori?  Con questo siamo al secondo buco del Jobs Act: al primo è stata messa un toppetta, a questo? Speriamo in urgente "ravvedimento operoso"

In allegato le tabelle complete del caso.

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Venerdì, 18 Settembre 2015 11:10

CCNL Ristorazione Collettiva: nessun passo avanti

Il confronto per il rinnovo del CCNL per le imprese rappresentate da ANGEM e ACI è proseguito nelle giornate del 15 e 16 settembre 2015 senza, tuttavia, far registrare avanzamenti sui temi cruciali oggetto del negoziato (orario di lavoro, part time, cambio appalto, malattia ecc.).

A fronte delle osservazioni formulate dalle organizzazioni sindacali, la controparte si è riservata una ulteriore riflessione il cui esito sarà oggetto del prossimo incontro fissato per il 21 settembre 2015, sempre a livello di segreterie nazionali.Conseguentemente, la prevista riunione con la partecipazione della delegazione trattante è posticipata a lunedì 5 ottobre alle ore 11,00 in luogo da confermare.

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Venerdì 11 settembre i lavoratori del turismo della provincia di Alessandria sciopereranno per l'intera giornata. La mattina di venerdì alle 9, davanti alle sedi di Confindustria (Via Legnano 34)  e Confcommercio (Via Modena 29) di Alessandria, si terranno presidi di lavoratori che chiedono a gran voce il rinnovo del contratto del turismo.

Da ormai più di due anni i lavoratori sono infatti senza contratto, ancora in attesa del naturale rinnovo. Gli addetti del settore non ricevono un aumento dal mese di aprile 2013.

Confindustria Alberghi, Ferdeturismo e Confesercenti hanno infatti interrotto bruscamente le trattative, mandando all'aria la chiusura del negoziato.

Non reggono le solite scuse che rimandano alla crisi del settore, soprattutto alla luce di eventi storici importanti che si svolgono nel Paese proprio in questo 2015, come l'Expo e il Giubileo, che vedono l'attenzione del mondo e flussi di turisti in Italia.

Maura Settimo, Segretaria provinciale  UILTUCS: "E' sconcertante l'atteggiamento delle controparti che non vedono nel rinnovo un'opportunità per rilanciare e far crescere ulteriormente un settore che sta già dando timidi segnali di ripresa.

Non è la prima volta che assistiamo alla rottura del tavolo della trattativa e questo atteggiamento arrogante non è più accettabile da parte dei lavoratori, risorsa umana indispensabile per garantire accoglienza, servizi adeguati e perno per lo sviluppo dell'economia del Paese.

Come UILTUCS crediamo e sosteniamo questa giornata di sciopero, affinché possa essere l'occasione per porre luce su questa criticità del rinnovo del contratto che non solo blocca un settore, ma le prospettive di crescita partendo da un comparto che dovrebbe essere strategico per il Paese e il suo futuro".

 

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Il grande gruppo svedese, fino a ieri modello di corrette relazioni sindacali, in nome di un maggior profitto, cancella anch'esso, in un colpo solo, anni di attenzione ai problemi del lavoro. Ha dato disdetta unilaterale del contratto aziendale e vuole modificare e ridurre sia il premio aziendale sia le maggiorazioni del lavoro domenicale: i lavoratori che hanno contribuito al successo di questa realtà non meritano un simile trattamento.

A livello sindacale proseguiremo nella nostra battaglia e nella trattativa per difendere anni di conquiste anche all'IKEA. Si ripropone, però, ancora una volta, il problema più generale del rispetto delle regole da parte delle multinazionali.

Problema che non può essere risolto localmente, ma con un impegno del Governo ad affrontare la questione a livello europeo e internazionale, attraverso l'adozione di regolamenti che limitino lo strapotere di queste imprese senza confine.

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Questa mattina, in Prefettura, la UILTUCS di Alessandria e gli altri sindacati di categoria che seguono i lavoratori del settore della Vigilanza privata hanno incontrato il Prefetto, il Questore e il responsabile  dell'Amministrativa della Questura.

Dopo aver esposto una valutazione delle problematiche riscontrate dagli stessi lavoratori, sfociate anche in episodi che hanno visto le guardie giurate spesso come bersaglio di episodi di aggressione e violenza (come la sparatoria dello scorso anno in Galleria Guerci e il recente assalto al furgone portavalori sulla tangenziale di Alessandria), la UILTUCS ha chiesto e ottenuto durante l'incontro di questa mattina l'apertura di tavoli specifici sulle problematiche del settore e la valutazione di una serie di proposte di modifica del regolamento Questorile della Provincia di Alessandria.

Nello specifico si parlerà di SICUREZZA DEI MEZZI DI TRASPORTO, ORARI DI LAVORO, TRASPORTO VALORI E PIANTONAMENTI FISSI, di particolari problematiche legate al settore del TRASPORTO ORAFO e di alcuni servizi che vedono coinvolti anche i cittadini, come quelli di sicurezza svolti all'interno di grandi centri commerciali.

La UILTUCS ritiene che questo incontro, fortemente voluto da mesi, sia da considerarsi un passo avanti.

I nostri delegati presenti all'incontro hanno avuto l'opportunità di sollecitare la Prefettura e la Questura sulle criticità che quotidianamente riscontrano sul lavoro.

Ricordiamo che il settore è sottoposto a regole di legge in primis il DECRETO MINISTERIALE 269/2010 che ha previsto un adeguamento di tutti gli istituti a severe norme di requisiti organizzativi, professionali e di qualità che vede coinvolte le istituzioni nel monitoraggio di tali caratteristiche.

Il settore in provincia occupa circa 400 addetti suddivisi in meno di 15 aziende che operano sul territorio e che si distribuiscono fra addetti alla sicurezza notturna con sorveglianza in postazioni fisse, che sul trasporto valori.

Il primo tavolo, secondo le indicazioni avute questa mattina, verrà calendarizzo già in questi mesi estivi prima della pausa feriale e saranno presenti, oltre alle OO. SS, anche le associazioni dei datori di lavoro.

 

 

Maura Settimo

Segretario Generale UILTuCS Alessandria

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Mercoledì, 01 Luglio 2015 11:48

Termali: esito trattativa sul rinnovo del CCNL

Si è tenuto in data 26 giugno u.s. l'incontro con Federterme finalizzato al prosieguo della trattativa per il rinnovo del C.C.N.L.
Federterme ha avviato il confronto riproponendo le risapute problematiche legate al settore termale, evidenziando nuovamente i punti sui quali sono disponibili a ridiscutere mantenendo però di fatto, la posizione degli incontri precedenti, in particolare quella sulla malattia, riservandosi di porre le questioni poste nel prossimo Consiglio di Federterme che si terrà nei prossimi giorni.


Come OO.SS. abbiamo riaffermato la nostra disponibilità ad affrontare le varie criticità poste, puntualizzando la necessità di affrontare tutti i problemi: sia quelli legati ai cambiamenti in atto nel settore, che i punti contenuti nella nostra piattaforma.

Il confronto è stato quindi spostato ad una prossima data, affermando però, che non è più accettabile per noi il prosieguo della trattativa senza una vera discussione di merito per giungere al rinnovo del CCNL.

Infine abbiamo affermato che, se al prossimo incontro non ci saranno significativi intenti per raggiungere un accordo, saremo costretti a rimettere in atto tutte le azioni di lotta necessarie.


La Segretaria Nazionale
(Ivana Veronese)
Il Segretario Generale
(Brunetto Boco)

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Mercoledì, 01 Luglio 2015 11:44

Esselunga, lavoro domenicale: incontro positivo

Il 26 giugno 2015 è ripreso il confronto con Esselunga in sede plenaria per la eventuale definizione di un accordo quadro sulla regolamentazione del lavoro domenicale.

In apertura l'azienda ha fornito alcuni dati di andamento economico che confermano come questa azienda continui a rappresentare una eccezione nel panorama delle imprese della DMO: il primo semestre registra un andamento positivo, che si traduce in crescita di occupazione in larghissima parte a tempo indeterminato, e nuove aperture (Milano Viale Adriano, Casale Monferrato, Sesto Calende).

Aree di potenziale interesse per un piano di espansione commerciale in continua evoluzione, sono anche la provincia di Roma e la Toscana.

I dipendenti al 31 dicembre 2014 erano 21.500. Sul tema oggetto del confronto odierno è stata ribadita da parte aziendale la volontà di pervenire ad un accordo complessivo che abbini norme generali a norme delegate al confronto di negozio.

È stata avanzata di nuovo la richiesta di definire un numero di domeniche massime lavorabili di 24 per casse e DroGem e 31 per i reparti a libero servizio.Programmazione, criterio prioritario della volontarietà, autoregolamentazione degli orari paiono essere percorsi praticabili.

La direzione aziendale si è dichiarata invece contraria a concedere domeniche libere ai part-time verticali in forza, mentre per i full-time con obbligo di prestazione abbiamo registrato una timida apertura (3 domeniche libere su base annua).

Sempre per quanto riguarda le compensazioni di natura normativa possibili, Esselunga non vede impraticabile la possibilità di prevedere saltuariamente una domenica ed un lunedì liberi, più difficile che il riposo possa coincidere con il sabato.

Sul tema delle maggiorazioni l'azienda ha riaffermato di voler ripensare l'attuale scaletta ideata nel 2002 e quindi ormai inadeguata, in considerazione del quadro economico e commerciale che stiamo vivendo.

Le organizzazioni sindacali hanno ribadito la propria disponibilità a cercare una intesa su questo delicato tema, non rinunciando però a sottolineare le forti distanze che ancora dividono le parti.Un accordo quadro dovrà infatti non solo rappresentare un efficace strumento organizzativo e gestionale per l'impresa, ma anche un sistema di tutele e regole a favore delle lavoratrici e dei lavoratori interessati.

Dovrà pertanto essere esigibile a tutti i livelli, prevedere adeguate risposte alle mutate esigenze di conciliazione delle persone, riguardare tutti gli addetti, e definire compensazioni normative ed economiche.Non è infatti pensabile che norme sul lavoro domenicale non prevedano una contestuale verifica dell'intera organizzazione del lavoro, essendone aspetto centrale.

Parimenti risulterebbe difficilmente accettabile che una azienda in salute come questa non fosse disponibile a "spendere" per ottenere migliorie organizzative.La partita è complessa ma nel contempo sfidante e assume un peso politico di rilievo nel tormentato panorama delle relazioni sindacali con Federdistribuzione e le sue associate. Il negoziato pertanto proseguirà nei prossimi mesi.

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Prosegue lo smembramento della società in liquidazione Aspal di Alessandria.

Nove lavoratori da oggi, 1 luglio 2015, passano da Aspal a ICA Srl di La Spezia per svolgere il servizio di riscossione dei tributi minori ad Alessandria.

I dipendenti coinvolti sono stati licenziati da Aspal: è evidente che la procedura non è stata rispettata secondo le norme di legge in quanto i lavoratori sono stati licenziati da Aspal e assunti ex novo da ICA, contravvenendo a tutte le regole che garantiscono in realtà un passaggio diretto senza soluzione di continuità.

Dichiarazione di Rosario Trupia, funzionario territoriale UILTUCS: "Dopo aver fatto numerose segnalazioni ad Amministrazione comunale di Alessandria, Aspal e ICA, per evidenziare i difetti e i vizi di forma nella procedura che è stata di fatto attuata, come UILTUCS non siamo certo soddisfatti, se non per essere riusciti a far riconoscere l'anzianità di servizio dei dipendenti coinvolti nella lettera di assunzione. Di fatto per noi questa è già un'ammissione di quanto abbiamo sempre sostenuto".

Ricordiamo che i nove lavoratori interessati sono stati assunti con il Jobs act, sicuramente un contratto più debole e con minori tutele rispetto al precedente in Aspal.

Come UILTUCS non escludiamo la possibilità di intraprendere un'azione legale nei confronti delle due società e dell'Amministrazione comunale per chiedere il rispetto della corretta procedura di passaggio dei lavoratori da una società all'altra.

 

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A seguito dell'assalto ad un furgone portavalori, avvenuto questa mattina in tangenziale ad Alessandria, la Uiltucs come organizzazione sindacale, e anche rappresentante dei due lavoratori coinvolti, ribadisce che da mesi ha informato e richiesto ripetutamente incontri in Prefettura e in Questura chiedendo un tavolo permanente sulla questione sicurezza.

A tutte le segnalazioni fatte dalla Uiltucs, per evidenziare anomalie o disservizi, non è mai seguita alcuna risposta, per noi fatto gravissimo che non trova giustificazione. L'episodio ci sconcerta , ma ricordiamo che da tempo avevamo compreso e previsto i possibili rischi, anche grazie alle comunicazioni fatte dai dipendenti degli istituti di vigilanza privata.

Il settore della vigilanza privata è sempre più esposto a rischi e, nonostante questo, la logica che prevale da parte delle committenti è sempre quella degli appalti al massimo ribasso.

Non è poi la prima volta che in città si verificano episodi incresciosi che vedono loro malgrado vittime proprio le guardie giurate.

Come organizzazione chiederemo un incontro urgente al Prefetto, fiduciosi che la nostra richiesta non cada nel vuoto anche questa volta, per il bene dei lavoratori e della sicurezza in città.

Maura Settimo

Segretario generale UILTUCS Alessandria

 

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