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Martedì, 31 Agosto 2021 15:26

Nota del Ministero dell'Istruzione su come i dirigenti scolastici dovrebbero verificare le certificazioni verdi Covid: il commento della UIL

Nota MI n. 1260 del 30 agosto 2021  su come i dirigenti scolastici dovrebbero verificare le certificazioni

“Informazioni e suggerimenti” 

LA SCHEDA DI SINTESI DELLA UIL SCUOLA RUA 

Con nota n.1260 del 30 agosto 2021, il Ministero ha inviato a tutti i dirigenti scolastici le informa‐ zioni che riguardano l’obbligo del possesso e il dovere di esibizione della certificazione verde CO‐ VID‐19 per tutto il personale scolastico.   

In particolare, la nota tratta del “come” i dirigenti scolastici dovrebbero verificare la certificazio‐ ne verde COVID‐19. 

Certificazione verde COVID‐19 e relativa validità temporale: 

▪ somministrazione della prima dose di vaccino (validità dal quindicesimo giorno successivo alla somministrazione, fino alla data prevista per il completamento del ciclo vaccinale); ▪ avvenuta vaccinazione anti‐SARS‐CoV‐2, al termine del prescritto ciclo (validità nove mesi); ▪ avvenuta guarigione da COVID‐19, con contestuale cessazione dell’isolamento prescritto in se‐ guito ad infezione da SARS‐CoV‐2 (validità sei mesi); 

▪ effettuazione di test antigenico rapido o molecolare con esito negativo al virus SARS‐CoV‐2 (validità quarantotto ore). 

Soggetti esentati 

Specifica condizione è quella di coloro che per condizione medica non possono ricevere o com‐ pletare la vaccinazione e non possono, pertanto, ottenere una certificazione verde COVID‐19. Tali soggetti, “esentati dalla vaccinazione”, sono in possesso di specifica certificazione che, fino al 30 settembre 2021, è disponibile solo in cartaceo. 

App “VerificaC19” – procedura ordinaria di controllo ‐ le modalità 

La verifica delle certificazioni verdi COVID‐19 è realizzata mediante l’utilizzo ‐ anche senza necessi‐ tà di connessione internet ‐ dell’App “VerificaC19”, installata su un dispositivo mobile. 

La verifica avviene con le seguenti modalità:   

1. su richiesta del verificatore (Dirigente scolastico o suo delegato), l’interessato mostra ‐ in for‐ mato digitale oppure cartaceo ‐ il QR Code abbinato alla propria certificazione verde Covid‐19                                                                                    

2. l’App “VerificaC19” scansiona il QR Code, ne estrae le informazioni e procede con il controllo, fornendo tre possibili risultati (nei prossimi aggiornamenti della App):   

a) schermata verde: la certificazione è valida per l’Italia e l’Europa; 

b) schermata azzurra: la certificazione è valida solo per l’Italia; 

c) schermata rossa: la certificazione non è ancora valida o è scaduta o c’è stato un errore di lettura. 

3. in caso di “schermata rossa” il personale non potrà accedere all’istituzione scolastica e dovrà “regolarizzare” la propria posizione vaccinandosi oppure effettuando test antigenico rapido o mo‐ lecolare. 

I limiti della procedura di controllo 

Lo stesso ministero riconosce per tale procedura il limite di dovere verificare giornalmente cia‐ scun singolo QRCode del personale dell'istituzione scolastica, proprio per l’anzidetta diversa dura‐ ta della certificazione (da un massimo di 9 mesi ad un minimo di 48 ore) e perché, per ragioni di riservatezza, tale durata non è rilevabile dalla scansione del QRCode.   

E testualmente scrive nella nota che in relazione al numero di dipendenti di ciascuna istituzione scolastica, potrebbero dunque determinarsi, soprattutto nei momenti di inizio e fine delle lezio‐ ni, rallentamenti nelle operazioni materiali di verifica della validità della certificazione. 

Tale situazione però, precisa la nota, non può essere ovviata: 

‐ con il ricorso all’autocertificazione da parte dell’interessato, in quanto la norma vigente prevede che la certificazione verde COVID‐19 sia posseduta ed esibita; 

‐ con la possibile consegna volontaria al Dirigente scolastico della propria certificazione o del relativo QRCode, perché questi provveda autonomamente ‐ personalmente o tramite dele‐ gato ‐ alla verifica, per ragioni di riservatezza. 

Nella nota il ministero però “promette” di velocizzare le operazioni richieste attraverso l’interoperabilità fra il Sistema informativo in uso presso le scuole (SIDI) e la Piattaforma naziona‐ le e il Sistema informativo nazionale per l’emissione, il rilascio e la verifica di Certificazioni verdi COVID‐19 (DGC).  Ciò permetterebbe ai dirigenti scolastici, a regime, limitatamente al personale in servizio, di interrogare il Sistema informativo del Ministero dell’Istruzione SIDI che, in ragione della interoperabilità con il Sistema informativo del Ministero della Salute, senza necessità di scansione di ogni singolo QRcode, “restituisce” la medesima tipologia di schermate descritte nella “procedura ordinaria”. Il Dirigente o suo delegato, a questo punto, potrà limitare la verifica con l’App “VerificaC19” ai soli QRcode della “schermata rossa” che indica che la certificazione non è ancora valida o è scaduta. 

Necessario un intervento normativo: Il problema è che per l’adozione di tale procedura, destina‐ ta al personale delle istituzioni scolastiche statali, è richiesto uno specifico intervento normativo, atto a consentirne l’utilizzo nel rispetto della protezione dei dati personali!

                                                                                             LA POSIZIONE DELLA UIL SCUOLA SULLA NOTA

Il Ministero, alla vigilia dell'apertura ufficiale dell'anno scolastico, non sapendo ancora dare indicazioni gestionali sull'utilizzo del green pass a scuola, si limita a dare informazioni e suggerimenti. 

Come volevasi dimostrare, il problema è in capo alle scuole che stanno facendo a gara a trovare procedure che limitino le responsabilità e diano una parvenza di gestione organica. 

Come ormai si evince, la nota è una sorta di autocertificazione di impotenza, in quanto nel coa‐ cervo di contraddizioni normative, serve qualcuno o qualcosa che esca dal pantano in cui si è cacciato: il sistema del green pass non è adatto alla scuola che non è né una pizzeria, né un tea‐ tro, né un sistema di trasporti. Non ci sono avventori, ma lavoratori che meritano rispetto e certezze dei propri diritti. 

Invece, assistiamo alla cocciuta contrapposizione ideologica voluta da alcuni settori politici e sindacali che ne dovranno assumere le rispettive responsabilità. Bocciando, con una capriola politica, il protocollo di intesa sottoscritto con i sindacati che consentiva l'utilizzo per entrare a scuola dei tamponi, magari a basso costo come quelli salivari, con oneri a carico delle scuole che hanno le risorse per farlo, avremmo non risolto il problema, ma almeno avviato l'anno scolasti‐ co. 

Attendiamo il DPCM necessario perché con l'attuale quadro normativo, la questione è inapplicabile e quindi ingestibile. Non risolvibile neanche ricorrendo alla buona volontà che è la speranza riposta dal ministero per il riavvio del nuovo anno scolastico che avrebbe bisogno di scelte e soluzioni e non di consigli.

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