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Lunedì, 27 Gennaio 2025 14:47

La rabbia della Feneal UIL per le dichiarazioni del commissario Terzo Valico in merito alla morte dell'operaio Cucè del 2023

Terzo Valico, rispetto per chi ha perso la vita e per chi la rischia ogni giorno
FenealUil invita il Commissario straordinario a maggiore prudenza e sollecita il rinvio a giudizio per la morte di Salvatore Cucè

Il sindacato edile Feneal Uil interviene in merito alle recenti affermazioni del Commissario straordinario di Governo per il Terzo Valico, Calogero Mauceri, che, riferendosi alla morte dell’operaio Salvatore Cucè, avvenuta nel cantiere il 7 febbraio 2023, ha parlato di «sorta di contingenza dovuta proprio agli operai, che forse hanno fatto qualche operazione che ha determinato questa evenienza».
«Sarebbe opportuna una maggiore prudenza – dichiarano Giuseppe Manta, segretario generale FenealUil Piemonte e Paolo Tolu, coordinatore territoriale FenealUil Alessandria – soprattutto quando si tratta di morti sul lavoro, soprattutto quando le indagini sono ancora in corso e chi parla è un rappresentante delle Istituzioni».
«Se un operaio è morto e un altro è rimasto ferito – affermano Manta e Tolu – significa che qualcosa non ha funzionato nella catena della sicurezza. Come già era accaduto nel cantiere del Terzo Valico con la morte dell’8 dicembre 2018 dell’operaio 57enne Egidio Martino, precipitato il giorno prima in un pozzo di aerazione, il 9 aprile 2019 con la morte dell’operaio rocciatore di 39 anni Xhafer Sahitaj e il 28 marzo 2021 con un operaio di 51 anni, che ha perso una gamba, travolto da un escavatore».
«Se il cantiere non si è fermato – spiegano i due sindacalisti – è grazie alla responsabilità di lavoratori e lavoratrici e dei sindacati edili, consapevoli della rilevanza strategica dell’opera, ma ciò non significa che si possano derubricare gli infortuni avvenuti a mera fatalità o a presunte disattenzioni degli operai. Chiediamo rispetto per chi ha perso la vita, per chi ha subito un infortunio e per chi continua a rischiare la vita ogni giorno, lontano da casa, in gallerie, pozzi e cunicoli, per fare il proprio dovere e sostenere la propria famiglia».
«A due anni dalla morte di Salvatore Cucè – concludono Giuseppe Manta e Paolo Tolu – ci auguriamo venga finalmente celebrato il processo, così da mettere fine a ogni polemica. Da troppo tempo aspettiamo chiarezza e giustizia».

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