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Venerdì, 24 Novembre 2017 12:42

UILA: due firme per far bene al mio Paese

Misure a sostegno della maternità e della paternità

Sostegno alla genitorialità, all'occupazione femminile e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per madri e padri.

La proposta nasce dalla consapevolezza del fatto che le mamme e i papà che lavorano hanno sempre più bisogno di aiuto nella gestione della vita familiare mentre il welfare pubblico non riesce a sopperire a queste esigenze. Il risultato è che molte donne rinunciano al lavoro e si assiste a un calo drammatico delle nascite. Per fare figli serve anche una sicurezza economica, difficile da avere, tra precarietà e tempi di crisi, soprattutto se in famiglia c'è un solo stipendio. Inoltre, se non ci sono nonni disponibili, la gestione dei bambini, oltre che costosa, diventa anche molto complicata.

Per ridare fiducia a un Paese che sembra non sperare più nel suo futuro, occorre promuovere il valore sociale di una genitorialità condivisa.

La nostra proposta, quindi, mira a rafforzare le misure a sostegno dell'occupazione femminile, sostenere la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, sanare lo squilibrio e la disuguaglianza tra i sessi nell'accesso al mercato del lavoro e nelle retribuzioni.

In particolare, l'articolo 1 innalza dall'80% al 100% della retribuzione l'indennità riconosciuta dall'INPS alle lavoratrici per tutto il periodo di congedo di maternità obbligatorio. La copertura economica integrale dei cinque mesi di maternità obbligatoria è da anni riconosciuta da molti contratti collettivi di lavoro ma, com'è noto, ci sono moltissime lavoratrici che non godono di questa opportunità e un Paese all'avanguardia non può fare la spending review sul ricambio generazionale e su coloro che saranno gli uomini e le donne di domani.

L'articolo 2 aumenta da quattro (nel 2018) a trenta i giorni di congedo obbligatorio del padre, da usufruire nei primi mesi di vita del bambino in aggiunta al congedo obbligatorio della mamma, indennizzati dall'INPS al 100% della retribuzione. Questa norma va nella direzione auspicata di incentivare i padri a farsi maggiore carico del lavoro di cura, cambiando approccio culturale nelle politiche pubbliche volte a sostenere la genitorialità che hanno visto finora la mamma come principale figura di riferimento per la crescita dei figli e di promuovere maggiormente la condivisione delle responsabilità genitoriali. L'articolo 3 introduce la possibilità, per entrambi i genitori, di utilizzare il congedo parentale facoltativo (sei mesi complessivi retribuiti entro i 6 anni di età del bambino), incrementando l'indennità corrisposta dall'INPS per tale periodo dal 30% al 50% della retribuzione. Come già sottolineato, i genitori che scelgono di astenersi dal lavoro per stare con i figli sono sempre di più perché il welfare pubblico non è in grado di sopperire alle loro esigenze: i posti negli asili nido non sono mai sufficienti e le istituzioni private sono molto costose, come pure baby-sitter o educatori a domicilio. Scegliere il congedo parentale vuol dire, però, rinunciare a una grossa fetta di stipendio, proprio nel momento di maggiori spese per una famiglia, i primi mesi di vita di un bambino. Innalzare l'indennità INPS dal 30% al 50% della retribuzione non risolve, certo, tutti i problemi delle famiglie meno abbienti ma costituisce senz'altro un enorme passo in avanti per un Paese che punta alla crescita demografica e allo svecchiamento della popolazione.

Infine, per valorizzare maggiormente il contributo delle donne alla vita economica e sociale del Paese, all'articolo 4 è prevista, al termine del congedo obbligatorio di maternità, la possibilità di lavorare part-time dalla fine della maternità obbligatoria fino al compimento del primo anno di età del bambino (quindi anche oltre i sei mesi facoltativi attualmente previsti) e senza la corrispondente riduzione della retribuzione.

Misure a sostegno dei disoccupati e dell'uscita anticipata dal lavoro

Modifiche alla Naspi, estensione dell'APE Sociale alle categorie di lavoratori che ne sono esclusi.

Questa proposta riguarda i disoccupati e coloro che perdono il lavoro a pochi anni dalla pensione e che oggi sono esclusi dall'anticipo pensionistico gratuito. Per quanto riguarda i disoccupati, il nuovo trattamento di disoccupazione NASpI, sostiene il reddito al massimo per 24 mesi, con un assegno mensile proporzionato alla retribuzione media degli ultimi quattro anni, che si riduce del 3% a partire dal quarto mese di percezione. Ciò significa che chi beneficia dell'assegno per il massimo della durata (due anni), alla fine percepisce un importo ridotto di circa il 50% rispetto a quello iniziale. La NASpI, inoltre, diversamente dai precedenti trattamenti di sostegno al reddito, prevede un tetto massimo di accredito della copertura figurativa della contribuzione pari a 1.820 euro lorde al mese, calcolato sulla retribuzione media mensile percepita dal lavoratore negli ultimi quattro anni. Il tetto, soprattutto se la NASpI è fruita a pochi anni dal pensionamento, può comportare una penalizzazione gravissima per retribuzioni medio-alte, riducendo significativamente il futuro assegno pensionistico. La nostra proposta di legge intende aumentare le garanzie per chi ha perso il lavoro, specialmente a pochi anni dalla pensione. L'articolo 1 mira, quindi, a garantire un assegno di disoccupazione dignitoso per tutto il periodo di godimento della NASpI, abrogando il décalage del 3%, mentre l'articolo 2 elimina il tetto alla contribuzione figurativa e evita ai disoccupati, già di per sé svantaggiati per aver perso il lavoro, di subire un ulteriore danno al momento dell'accesso alla pensione.

Per quanto riguarda proprio la pensione, sono note a tutti le gravissime ripercussioni della Riforma Monti-Fornero del 2011 su coloro che hanno perso il lavoro in prossimità dell'età per il pensionamento, che non sono riusciti a rioccuparsi e hanno visto slittare in avanti di diversi anni il requisito anagrafico per l'uscita dal mondo del lavoro. La legge di Bilancio 2017 ha introdotto in via sperimentale l'Anticipo Pensionistico gratuito (APE sociale), che consente dal 1 maggio 2017 l'uscita anticipata dal mondo del lavoro per coloro che abbiano compiuto 63 anni di età (o li compiano entro il 31 dicembre 2018), possiedano almeno 30 anni di contributi previdenziali e rientrino in una delle categorie stabilite dalla legge. Attraverso questo istituto è possibile ricevere un'indennità mensile parametrata sul futuro assegno pensionistico fino al momento dell'effettivo pensionamento. Si tratta di un'opportunità importantissima che presenta, però, qualche lacuna e che esclude una fetta importante di lavoratori. In particolare, il requisito contributivo di 30 anni (36 per i soggetti di cui alla lettera d) del comma 179 della legge) di fatto taglia fuori tutti quei lavoratori discontinui che, lavorando pochi mesi all'anno, non riescono ad avere una copertura contributiva così ampia; si pensi, in particolare, agli stagionali dei diversi settori (industria, turismo, ecc.), che raggiungono magari il requisito minimo di vecchiaia per la pensione (20 anni) ma ai quali viene assurdamente negata la possibilità dell'Anticipo Pensionistico. Inoltre, l'accesso al beneficio è generalmente consentito ai disoccupati purché tale status sia conseguente a licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale in DTL. Questa formulazione della norma fa sì che l'APE sociale sia precluso a tutti coloro che hanno avuto da ultimo un rapporto a tempo determinato cessato per scadenza del termine, ivi comprese le centinaia di migliaia di lavoratori stagionali che da sempre lavorano solo per determinati periodi dell'anno in quanto le attività cui sono addetti sono strutturalmente caratterizzate da picchi stagionali di produzione.

L'articolo 3 prevede, quindi, al primo comma, prima di tutto di rendere strutturale l'APE sociale (attualmente è una misura sperimentale fino al 31 dicembre 2018), poi di estendere l'APE sociale a coloro che genericamente abbiano perduto involontariamente la propria occupazione e siano in stato di disoccupazione. Inoltre, lo stesso comma riduce il requisito contributivo per l'Anticipo Pensionistico gratuito da trenta a venti anni, come è attualmente previsto per la pensione minima di vecchiaia.

Il secondo comma dell'articolo 3 affronta un'altra grave iniquità contenuta nella legge di Bilancio e sempre relativa all'Anticipo Pensionistico sociale: tra le categorie di soggetti che possono accedere al beneficio c'è un elenco tassativo allegato alla Legge di lavoratori addetti a mansioni considerate particolarmente difficoltose e rischiose. L'elenco non contiene gli operai agricoli e i lavoratori della pesca: si tratta di una esclusione ingiustificata e discriminatoria, ma soprattutto incomprensibile: sono forse i braccianti agricoli e pescatori addetti a lavori meno faticosi degli altri soggetti inseriti?!

Per questo, il secondo comma dell'articolo 3 aggiunge al citato elenco gli operai agricoli e i lavoratori della pesca. Siamo consapevoli del fatto che le risorse sono limitate ma riteniamo più equo che sia stabilito un ordine in base alla presentazione delle domande e che le stesse siano così soddisfatte, sino a esaurimento delle risorse, piuttosto che ne derivi l'esclusione aprioristica di alcune categorie di lavoratori.

Visita il sito nazionale della UILA per partecipare alla raccolta firme.

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La Uila vince e si aggiudica 2 Rsu su 4 nelle elezioni di rinnovo allo stabilimento Campari di Novi Ligure. Su 96 votanti, la lista Uila ottiene 37 voti (contro i 35 della Fai e i 25 della Flai) ed elegge 2 RSU, nelle persone di Alessandro Cozzolino (il più votato in assoluto) e Mario Giacobbe. A loro vanno i complimenti e l'augurio di buon lavoro del segretario territoriale Uila di Alessandria Tiziano Crocco.

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L'Inps, accogliendo positivamente la richiesta avanzata dalla Uila lo scorso 7 luglio, ha deciso di correggere i valori orari dei minimi salariali contrattuali per le prestazioni occasionali nel settore agricolo, contenuti nella circolare n. 107/2017 del 5 luglio.

Nel commentare la notizia, il segretario generale della Uila-Uil Stefano Mantegazza dichiara: "apprezziamo la pronta decisione dell'INPS a seguito della nostra sollecitazione. Si sana così un vulnus grave, dando ulteriore trasparenza a una legge che condividiamo nel merito perché garantisce maggiori tutele ai lavoratori".

"Rimane il rammarico di una divisione sindacale che non ha consentito alle parti sociali di esercitare il ruolo negoziale stabilito dalla legge" prosegue Mantegazza "Ci auguriamo che, già a partire dalla prossima piattaforma per il rinnovo del Ccnl del settore, possa essere recuperata una piena e convinta unità di azione".

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Dal Vinitaly le tre proposte del segretario generale Uila Stefano Mantegazza

La legge 199 sul Caporalato è stata una grande conquista per il sindacato e un importante passo avanti nella lotta contro lo sfruttamento del lavoro illegale in agricoltura. Ci sono però alcuni suoi aspetti che risultano iniqui ed eccessivamente penalizzanti anche per le imprese che operano nella legalità. Ma, soprattutto, occorre rendere efficace e operativa la Rete del lavoro che rappresenta l'alternativa vera al caporalato sul territorio. Per questo la Uila-Uil ha presentato oggi al Vinitaly le sue proposte di modifica alla legge 199, nel corso di una partecipata tavola rotonda alla quale hanno partecipato il ministro per le politiche agricole Maurizio Martina e i presidenti della Coldiretti Roberto Moncalvo e di Federalimentare Luigi Scordamaglia. Le proposte di modifica riguardano sia gli aspetti repressivi che quelli "propositivi" relativi alla costruzione di un sistema mercato del lavoro alternativo al caporalato.

"Siamo tra i più convinti e tenaci sostenitori di questa legge e ci siamo battuti con tutte le nostre forze per averla. La consideriamo però un punto di partenza e non di arrivo e crediamo sia già necessario introdurre alcuni importanti correttivi, sia sul versante repressivo che su quello propositivo della legge" ha spiegato Mantegazza. "Diciamo No al reato penale anche per una lieve omissione di tipo amministrativo solo perché reiterata. Sul fronte della rete del lavoro agricolo, che rappresenta l'unica alternativa valida al caporalato, dobbiamo purtroppo constatare che la cabina di regia è nata morta: l'Inps che la presiede l'ha chiusa in una stanza, buttando via le chiavi; il legislatore l'ha appesantita di tali e tanti grovigli burocratici da renderla del tutto inefficace".

Le proposte della Uila

1) stabilire subito un discrimine tra aziende che operano in un regime di sostanziale legalità da quelle che operano in condizioni di sfruttamento e illegalità. Per questo chiediamo al governo e al ministro per le politiche agricole di definire la casistica dei diversi livelli di gravità degli indici di sfruttamento previsti dalla legge.

2) ridefinire la cabina di regia con una presidenza politica affidata al ministro per le politiche agricole, con la partecipazione del solo sistema di imprese e sindacato e convenzionata con l'Inps per l'uso delle banche dati; affidare la gestione della rete sul territorio ai prefetti e alle parti sociali, con convenzioni con i comuni per i trasporti dei lavoratori e con gli enti bilaterali per la gestione operativa.

3) introduzione di un marchio etico e di una premialità, sotto forma di sgravi contributivi, per le aziende che assumono manodopera attraverso la Rete

"Solo così sarà possibile vincere sui caporali e riguadagnare il territorio alla legalità e alla trasparenza, assicurando alle imprese sane la tranquillità necessaria a lavorare e la certezza di non dover subire concorrenza sleale" ha concluso Mantegazza.

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Dichiarazione del segretario generale Uila-Uil, Stefano Mantegazza

"Le notizie che arrivano dal Governo sulle modifiche ai voucher sembrano ancora insufficienti a riportare sotto controllo l'utilizzo del lavoro occasionale e saltuario: i paletti fin qui indicati rispetto al numero di giorni e ore, del reddito e della tipologia dei dipendenti per i quali i buoni possono essere utilizzati, non sono risposte utili a contrastare coloro che usano i voucher come salvacondotto. Noi restiamo convinti che sia necessario riportare i buoni lavoro alla loro funzione originaria".

Lo ha detto Stefano Mantegazza, in occasione dell'inaugurazione della nuova sede Uila-Uil-Uimec a Scicli, in provincia di Ragusa, alla quale hanno partecipato anche la segretaria provinciale Maria Concetta Di Gregorio, i componenti del direttivo Uila di Ragusa, i delegati e tutte le categorie della Uil. La nuova struttura garantirà la presenza di due funzionari che offriranno ai lavoratori e ai produttori agricoli pieno impegno e massima professionalità.

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COMUNICATO  STAMPA: Dichiarazione del segretario generale della Uila-Uil, Stefano Mantegazza

In occasione dell'approvazione definitiva della legge per il contrasto al lavoro nero in agricoltura, il segretario generale della Uila-Uil Stefano Mantegazza ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Oggi l'Italia agricola sceglie la strada della qualità, non solo delle produzioni ma anche del lavoro e avvia un nuovo percorso virtuoso in cui le parti sociali saranno chiamate ad assumersi in prima persona la responsabilità e l'impegno di far funzionare l'incontro tra domanda e offerta di lavoro.
In questo impegno sindacati e imprese potranno essere sostenute dalle istituzioni e da tutti coloro, a cominciare dagli autotrasportatori autorizzati al trasporto di manodopera, che vorranno impegnarsi in questa scommessa.
Si volta pagina e si sceglie l'etica del lavoro, in un contesto, quello agricolo, che fino a oggi ha spesso preferito la scorciatoia del caporalato.
È una grande giornata per tutti: per il sindacato che questa legge ha fortemente voluto, per le lavoratrici e i lavoratori che hanno scioperato e manifestato per realizzarla; per i Ministri Martina e Orlando che si sono impegnati in prima persona per raggiungere questo obiettivo; per il parlamento di questo paese, infine, che in maniera rapida e condivisa ha approvato questa importante legge.
Ora dobbiamo rimboccarci le maniche e lavorare per applicare la legge e poter passare da un mercato del lavoro gestito in parte dai caporali, a un mercato del lavoro trasparente e legale gestito dalle parti sociali".

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Eccezionale affermazione delle liste della Uil nelle elezioni per il rinnovo delle Rsu all'Ilva di Taranto e, nei giorni scorsi, anche alla Ferrero.

Nel più grande stabilimento siderurgico d'Europa, la Uilm, con 3923 voti, pari al 42% di quelli validi, si conferma prima Organizzazione. Secondo i dati della Commissione elettorale, la Fim ha ottenuto 2560 voti, la Usb 1505, la Fiom 1330, la Fismic 13.

"È un risultato straordinario - ha dichiarato il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo - che premia il lavoro e l'impegno dei nostri delegati e dirigenti sindacali, attivi in quella realtà e in quel territorio. È evidente che la posizione della nostra Organizzazione è condivisa da tutti i nostri iscritti e dai lavoratori ai quali va un sincero ringraziamento per il consenso così largamente espresso. Noi - ha precisato Barbagallo - riteniamo che si debbano coniugare salute, ambiente e occupazione e che i lavoratori-cittadini non possano essere messi di fronte alla tragica alternativa tra morire di fame o di cancro. L'Ilva, dunque, potrà e dovrà impegnarsi per il risanamento se sarà data continuità alla sua attività produttiva, altrimenti avremmo un doppio danno: né occupazione né ambiente sano. In questo senso, anche il Governo regionale deve fare la propria parte, utilizzando specifiche risorse per concorrere all'opera di risanamento. Forti del consenso ottenuto, noi continueremo a sostenere questa linea sia con l'azienda sia con la Regione".

Barbagallo, poi, ha commentato anche l'esito della consultazione svoltasi nei giorni scorsi negli stabilimenti della Ferrero. "Anche in questa storica azienda del settore alimentare abbiamo conseguito un importante successo: la Uila, con le proprie liste, ha visto crescere i consensi del 18,8% rispetto alla precedente tornata elettorale, attestandosi al 32,6% e diventando, così, la seconda Organizzazione nel Gruppo. La vittoria all'Ilva e il successo alla Ferrero - ha concluso Barbagallo - confermano una tendenza positiva per la Uil, diffusa su tutto il territorio nazionale anche in altre piccole e medie aziende in cui si continua a votare, dando forza e rappresentatività ai nostri sindacati di categoria e a quello confederale".

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Comunicato nazionale UILA

"Con questa firma si chiude una lunga maratona negoziale che ha coinvolto migliaia di delegati, quadri e dirigenti sindacali e che ha reso protagonisti, con la loro mobilitazione, le lavoratrici e i lavoratori. Da questo negoziato esce rafforzata l'unità e il consenso già forte che Fai-Flai-Uila hanno all'interno delle aziende e nel paese. Questo accordo, inoltre, conferma e rafforza il ruolo delle parti sociali, smentendo chi parla di declino dei corpi intermedi".

Cosi Stefano Mantegazza, segretario generale Uila commenta la firma del rinnovo del Ccnl industria alimentare, scaduto il 30 novembre 2015 e che interessa 400 mila addetti. L'aumento salariale pattuito è di 105 euro mensili a regime e il contratto avrà durata quadriennale. Nel 2016 verranno erogate le prime due tranche (20 euro da gennaio e 15 euro da ottobre), mentre le altre decorreranno da ottobre 2017 (20 euro), ottobre 2018 (25 euro), settembre 2019 (25 euro). Dal tavolo negoziale, inoltre, sono via via cadute tutte le richieste avanzate dalla controparte che chiedeva in particolare l'eliminazione degli scatti di anzianità e del premio di produzione congelato.

"L'incremento che abbiamo ottenuto" spiega Mantegazza "non è legato ad alcun parametro né vincolato ad alcun ricalcolo. In un paese prossimo alla deflazione realizziamo una crescita reale ed effettiva delle retribuzioni, già a partire dal 2016, confermando le scelte contenute nel documento appena approvato da Cgil-Cisl-Uil".

"Di particolare importanza sul fronte del welfare" aggiunge Mantegazza "l'impegno assunto, a partire dal 1 gennaio 2017, di sostenere attraverso una prestazione sociale il reddito dei lavoratori che vengono licenziati e ai quali manchino non più di 24 mesi al godimento della pensione e di quelli che trasformano in part-time il tempo pieno per la staffetta generazionale. Sindacato e imprese dimostrano in questo modo la loro giusta attenzione verso i più anziani favorendo l'accesso alla pensione e creando in questo modo nuove opportunità occupazionali".

"Il nuovo contratto durerà quattro anni, il che vuol dire più certezze sui costi per le imprese, più sicurezza per le retribuzioni dei lavoratori ma soprattutto più valore alla contrattazione di secondo livello in un settore in cui gli accordi aziendali sono fondamentali per gestire le diverse esigenze competitive, congiunturali e stagionali e per far crescere di pari passo occupazione e salario" conclude Mantegazza.

SINTESI del rinnovo del CCNL

 

- Rafforzato sistema relazioni industriali con definizione sistema sperimentale di formazione congiunta per rsu e ns rappresentanti.

- Definita banca dati contrattuale e delle buone pratiche.

- Dichiarazione lotta alle discriminazione e codice nazionale contro molestie e mobbing.

- Assetti contrattuali: portato a 4 anni la vigenza del contratto.  Rafforzato ed esteso  2 livello, in assenza di rsu si può fare per il tramite delle organizzazioni sindacali territoriali.

- Definite materie da negoziare al 1 e 2 livello. Respinto il vincolo posto da federalimentare su invarianza dei costi

- Riscritto e migliorato capitolo part time. Chi ha bisogno di passare a part time gode di reversibilità (passaggio inverso "di diritto") Inserita formulazione che agevola stabilizzazione stagionali "storici" o "ricorrenti".

- Normato dentro ccnl capitolo demansionamenti jobs act: ridotti i tempi necessari per acquisizione livello superiore.

- Orari: normato in ccnl smart working e telelavoro. Grande innovazione per figure impiegatizie, donne, lavoratori che hanno bisogno di flessibilità.

- Su diritti e tutele migliorato impianto congedi parentali e rapporto vita-lavoro.

- Normato nel contratto bilateralità di settore. È la prima volta in questo settore. Si è dato vita ad un fondo a carico del sistema bilaterale che intervenga per i lavoratori che perdono occupazione a due anni dalla pensione. Tale fondo interverrà anche per lavoratori che volontariamente vogliono trasformare contratto da full a part time e per promuovere un ricambio generazionale sostenendo l'occupabilità per i giovani. (Cd ponte generazionale).

- Sospesa per tutta la durata ccnl la prevista compartecipazione dei lavoratori al fondo fasa sanitario (2€).

Per prima volta inserita formulazione che permette alle aziende la possibilità di individuare un rls (responsabile alla sicurezza) che nelle sue funzioni sovrintenda a tutti i lavoratori del sito produttivo, a prescindere dal tipo di contratto. (Anche appaltati)

Respinta offensiva controparte tesa a smantellare alcuni capisaldi del ccnl come scatti anzianità e premio produzione. Gli istituti restano.

- Salario: non si limita a ottica di difesa, ma aumenta in termini reali e nominali il potere acquisto lavoratori settore alimentari. Non sono previsti monitoraggi.

Salario 105€
01/2016    20€
10/2016    15€
10/2017     20€
10/2018     25€
09/2019     25€

Montante: 2815

Salario ancora articolato su 14 mensilità, contrariamente a quanto voluto da Federalimentare

I contratti integrativi aziendali avranno ultravigenza di 1 anno.

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Oggetto: trattativa rinnovo CCNL industria alimentare – ripresa trattativa

Vi informiamo di avere ricevuto da parte di Federalimentare la disponibilità a riprendere il negoziato per il rinnovo del CCNL Industria Alimentare a partire da Martedì 2 febbraio dalle ore 14.30.

Tale risultato va ascritto alla grande capacità di mobilitazione messa in atto in questi giorni da Fai, Flai, Uila.

La disponibilità di Federalimentare è accompagnata dalla richiesta di revoca di tutte le iniziative di lotta in atto.

Nel ritenere un valore avere riconquistato il tavolo negoziale per una trattativa ad oltranza, abbiamo deciso di sospendere e non di revocare le iniziative programmate.

Abbiamo comunicato tale decisione a Federalimentare che l'ha accettata. Pertanto la delegazione trattante è convocata per Martedì 2 Febbraio alle ore 11. Vi

comunicheremo quanto prima il luogo dell'incontro.

Anche lo sciopero unitario previsto a Novi Ligure per venerdì 29 gennaio è perciò sospeso, come anche lo stato di agitazione.

 

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Dopo il successo straordinario degli scioperi articolati effettuati la settimana passata, che hanno visto i lavoratori e le lavoratrici aderire in tutto il Paese con percentuali che vanno oltre il 90%, le lotte per conquistare il rinnovo del contratto nazionale di categoria proseguiranno con 8 ore di sciopero proclamate per venerdì 29/01/2016.

A Novi Ligure si terrà una grande manifestazione che prevede il concentramento alle ore 9.30 in piazza XX Settembre. Il corteo percorrerà le vie del centro (via Roma e via Girardengo) per poi confluire  in Viale della Rimembranza dove si terrà il comizio conclusivo.

Partecipiamo numerosi, dobbiamo essere tanti per respingere l'arroganza e le folli pretese di Federalimentari che vorrebbe riconoscere aumenti ridicoli che non valgano più per tutti gli istituti e tutte le 14 mensilità, la fine degli scatti di anzianità e nessuna risposta solidaristica per affrontare la crisi.

Partecipiamo numerosi, dobbiamo essere tanti per conquistare un buon contratto e confermare la centralità di questo fondamentale istituto!

Alessandria 25/01/2015                     Fai-Cisl Flai-Cgil Uila-Uil Alessandria

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