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Giovedì, 21 Maggio 2015 10:53

Scuola: incontro con i senatori del territorio

Le OO.SS. comparto scuola della provincia di Alessandria vi invitano a partecipare all'incontro con i Senatori del territorio che si terrà GIOVEDI' 28 ALLE ORE 16,30 alla sede dell'Istituto Saluzzo di Alessandria.

Tale incontro è stato richiesto per attivare un confronto sul DDL La Buona Scuola.

Si porgono distinti saluti

FLC CGIL             CISL SCUOLA          UIL SCUOLA            SNALS          GILDA

S. Morando            G. Nosenzo            G. Guglielmi             S. Bello       D. Bulzomì

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Il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha inaugurato la nuova sede della Uil di Pavia. Nel suo intervento ha affrontato i temi relativi alla scuola, alle pensioni e ai contratti.Possono votare la riforma della scuola, ma nella scuola quella riforma non sarà mai applicata.

Una riforma non condivisa, difficilmente si realizza. Noi siamo per fare cose legali e per non creare problemi alle famiglie, ma ancora una volta, con le sue dichiarazioni sul blocco degli scrutini, il Garante per lo sciopero dimostra di garantire solo il divieto di sciopero. Bisogna tenere conto di ciò che insegnanti, personale ATA, studenti e genitori hanno chiesto a gran voce con l'ultima manifestazione: una scuola pubblica, libera e democratica e questo disegno di legge non ha tali caratteristiche. Non siamo disponibili a fare un accordo comunque sia: vogliamo modifiche profonde al ddl.

C'è una sentenza della Corte costituzionale: bisogna applicarla. È una questione di legalità. C'è un problema di gradualità, di tetti? Discutiamone, ma prima bisogna acquisire la sentenza. Poi si convocano le parti e si decide come si possono evitare problemi al Paese.

Il Governo tedesco, a partire dal prossimo mese di luglio, darà un incremento del 2,5% ai pensionati dell'Est e del 2,1% a quelli dell'Ovest: se lo fanno loro, che sono i cultori del rigore, perché non dovremmo farlo anche noi?

Per fare recuperare potere d'acquisto ai lavoratori, bisogna fare i contratti a partire da quelli del pubblico impiego e, per questa via, cercare di recuperare anche i danni provocati dal Governo, inserendo regole che mitighino gli effetti negativi del Jobs Act. A quanto pare, anche questo provvedimento non sarebbe immune da vizi di incostituzionalità. Io faccio il sindacalista e, dunque, voglio contrattare sempre, sino all'ultimo momento: non vorrei, però, che anche noi fossimo costretti a fare ricorsi alla Consulta come ulteriore forma di lotta.

Pavia, 15 maggio 2015

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Ci rivolgiamo al Parlamento per chiedere di cambiare il disegno di legge sulla scuola presentato dal Governo.

Rappresentiamo studenti, insegnanti, genitori, forze sociali e sindacali, associazioni interessate a una scuola buona. I vari governi che si sono succeduti dal 2011 a oggi, tuttavia, nonostante le proposte di confronto avanzate, non ci hanno mai dedicato uno
spazio di ascolto.

L'investimento di tre miliardi nella scuola pubblica può essere una positiva inversione di tendenza, se finalizzato a innalzare i livelli di istruzione e di competenza di tutto il Paese e a contrastare le gravi diseguaglianze socio-culturali e territoriali che condizionano gli esiti
scolastici.

Siamo convinti che senza la partecipazione attiva dei soggetti che rappresentiamo, nessuna riforma possa raggiungere questi obiettivi decisivi per lo sviluppo del Paese. La consultazione sui temi della "Buona Scuola", come dimostrato dagli stessi dati esposti dal MIUR, non ha
purtroppo coinvolto il Paese nell'auspicato dibattito capillare.

Pertanto, consideriamo indispensabile aprire un ampio confronto nel Paese per delineare una visione generale, il più possibile condivisa, sul nuovo ruolo della scuola nella società della conoscenza. A questo proposito riteniamo decisivo partire dal diritto di ogni persona all'apprendimento permanente come base per un progetto complessivo di cambiamento del sistema educativo italiano.


Pur rappresentando organizzazioni con punti di vista anche molto diversi, abbiamo individuato in cinque punti le proposte per cambiare il disegno di legge presentato dal governo: Diseguaglianze.

I risultati delle indagini internazionali dicono che la nostra scuola è penalizzata dall'essere tra le più diseguali d'Europa, con il rendimento degli studenti legato non tanto al merito individuale quanto al contesto territoriale e alle scelte dell'indirizzo e dello specifico istituto.

Il fatto che ci siano, di norma, basse differenze di rendimento all'interno della stessa scuola e alte differenze fra scuole diverse significa che il contesto socio-economico delle scuole stesse incide al momento più di quello delle famiglie sui risultati dei discenti.

Potenziare l'autonomia scolastica significa allora ridurre le diseguaglianze che frenano il diritto al successo formativo di ogni studente e la crescita di qualità dell'intero sistema.

L'organico dell'autonomia non deve essere destinato prioritariamente alla copertura delle supplenze, ma al rafforzamento delle strategie per combattere la dispersione scolastica e a promuovere il successo scolastico di tutti. Si deve sviluppare quel progetto di scuola che non è
la somma di mille progetti, ma corrisponde alla costruzione di curricoli che sappiano misurarsi con i nuovi modi di apprendere e di vivere dei giovani, facendo della scuola un laboratorio permanente di innovazione educativa, partecipazione ed educazione civica.

Per fare questo ci vogliono sperimentazione e costante ricerca, così che la scuola possa assumere anche un ruolo centrale nel sistema nazionale di formazione degli insegnanti.

E' altresì fondamentale garantire l'accesso al diritto allo studio, nel rispetto della Costituzione e come primo essenziale strumento di uguaglianza sostanziale, adottando una legge quadro nazionale che imponga dei livelli essenziali di prestazione e che sia soprattutto finanziata: qualsiasi intervento legislativo in materia di diritto allo studio che non preveda un grande investimento dello Stato sarebbe semplicemente inutile.

È poi necessario, in secondo luogo, potenziare gli strumenti di welfare studentesco attraverso un sistema di servizi, che garantiscano una piena inclusione degli studenti e delle studentesse non solo nella dimensione scolastica ma anche in quella di cittadini.


La strategia di innalzamento dei livelli di istruzione e competenza riguarda anche la popolazione adulta, come ci ricorda l'indagine Ocse-Piaac. Un significativo investimento di una quota di organico funzionale per lo sviluppo dell'Istruzione degli Adulti rappresenta un passo
decisivo per la costruzione del Sistema Integrato dell'Apprendimento Permanente (Legge 92/2012).

Governance. Occorre rafforzare l'autonomia nel senso pieno del DPR 275 e quindi come "garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale", strumento per porre al centro l'apprendimento degli studenti e "garantire loro il successo formativo".

A questi fini è nata l'autonomia scolastica, come strumento di democratizzazione della scuola: tramite il decentramento dei livelli decisionali e attivando una reale partecipazione delle componenti, la scuola deve diventare una comunità che si auto-governa, dove tutti sono
soggetti attivi del processo educativo e delle scelte chiave. In questo modo la scuola potrà rispondere alle nuove esigenze della società odierna, così multiforme e diseguale.

Invece l'eccessivo accentramento dei poteri nelle mani del preside-manager, previsto nel ddl, e la conseguente completa estromissione degli studenti, dei docenti, dei genitori e del personale ATA dai processi decisionali non rispondono affatto alle necessità di corresponsabilità e partecipazione che riteniamo essere imprescindibili per conseguire le finalità originarie dell'autonomia.

Vanno quindi riviste a fondo le prerogative previste per il dirigente scolastico, che nell'articolato del ddl ne vede enfatizzati poteri e ambiti di competenza, evidenziando una parallela compressione della dimensione collegiale della scuola: riaffermiamo il valore degli organi collegiali come cuore di una comunità educante che svolge anche la funzione di palestra di democrazia per gli studenti.


La scuola ha fondato le sue conquiste più importanti su un clima di cooperazione reso possibile proprio dalla impersonalità delle norme e dalla crescita di un sistema complesso a responsabilità diffusa. I poteri del dirigente scolastico non escono né umiliati né diminuiti dal
fatto che le sue responsabilità sono chiamate a coesistere con le prerogativa affidate agli altri soggetti della scuola: il dirigente dirige, ma non dei "sottomessi".

La responsabilità è certo necessaria ma non deve essere monocratica e unilaterale, perché la partecipazione attiva delle componenti si concretizza solo se queste hanno un effettivo potere decisionale. E' necessario perciò affinare gli strumenti di gestione dei processi educativi e formativi, che costituiscono in definitiva l'essenziale ragion d'essere del sistema scolastico, affinché sia perseguibile un
sostanziale esercizio delle distinte e sinergiche responsabilità nel processo di costruzione delle decisioni.

Riteniamo dunque importante riformare gli organi collegiali in direzione radicalmente opposta ed incentrata su una maggiore partecipazione di studenti e famiglie, così da rendere la gestione della scuola sempre più collettiva, responsabilizzando tutte le componenti del tessuto
scolastico nell'elaborazione dell'offerta formativa, nella scrittura di progetti, nell'individuazione
di punti deboli e strategie collettive di miglioramento.

Sono improrogabili interventi per valorizzare il lavoro nella scuola nel rispetto della funzione contrattuale, indispensabile per raggiungere soluzioni efficaci e condivise.
Risorse economiche. La scuola italiana necessita urgentemente di un aumento dei finanziamenti pubblici, almeno fino a riallineare il nostro paese con la media europea. Sono inammissibili le dichiarazioni per cui lo Stato non può coprire le spese per l'istruzione. È tuttavia
possibile prevedere forme di finanziamento aggiuntivo, che in ogni caso non possono andare a finanziare singole istituzioni scolastiche: le diseguaglianze tra regioni e tra scuole della stessa regione sono altrimenti destinate ad aumentare, nonostante gli interventi perequativi che si possano prevedere.

Riteniamo indispensabile quindi che forme di finanziamento privato totalmente libere e dirette, come la cessione del 5 per mille, siano finalizzate a potenziare il sistema educativo pubblico migliorandone i livelli di qualità ed equità.
Il F.I.S. e il M.O.F., i canali con cui viene ordinariamente finanziata l'attività autonoma delle singole scuole, devono essere rinforzati e stabilizzati, così come peraltro annunciato nelle linee guida iniziali della "Buona Scuola".

La ripresa di una politica di investimenti nel sistema educativo pubblico deve inoltre essere accompagnata a un piano pluriennale che permetta all'Italia di raggiungere almeno la media europea.

Rapporto scuola e lavoro. Lo sviluppo del rapporto-scuola lavoro deve essere orientato ad arricchire il percorso educativo e potenziare le opportunità occupazionali di tutti i giovani, assicurando a ognuno effettive capacità di apprendimento lungo tutto il corso della vita.

Deve essere superato il pregiudizio, ancora molto radicato, dei percorsi per il lavoro destinati a chi è ritenuto poco adatto per gli studi. Tutti i percorsi scolastici devono essere aperti alla cultura del lavoro anche attraverso concrete esperienze di alternanza scuola-lavoro.
I periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro devono essere articolati secondo criteri di gradualità e progressività rispettosi dello sviluppo personale, culturale e professionale degli studenti in relazione alla loro età. Per questo ha grande rilievo la qualità della funzione tutoriale svolta dal docente tutor scolastico e dal tutor formativo.

I diritti delle studentesse e degli studenti in alternanza scuola lavoro devono essere garantiti per mezzo di uno Statuto che
impedisca la creazione di sacche di lavoro gratuito mascherate da opportunità formative.

La didattica laboratoriale deve essere sostenuta e diffusa in tutti i percorsi formativi.
A ogni giovane, a conclusione del percorso formativo, deve essere assicurata la certificazione di tutte le competenze acquisite e la possibilità di accedere all'università. Un'idea molto diversa si rintraccia nel DDL laddove si prevede la possibilità di svolgere l'alternanza nelle pause estive, affidando alle sole imprese la gestione del percorso formativo; così facendo si afferma un'idea che dequalifica l'idea di apprendistato prevedendo una remunerazione nulla o irrisoria per le ore di formazione.

L'utilizzo del contratto di apprendistato per l'acquisizione di titoli di studio deve essere esclusivamente finalizzato all'apprendimento e comunque successivo al conseguimento dell'obbligo di istruzione. La possibilità di acquisire un diploma di istruzione in apprendistato
deve essere reintrodotta per dare continuità e sviluppo al programma sperimentale per lo svolgimento di periodi di formazione in azienda e come opportunità per i giovani NEET privi di diploma.

Deleghe al Governo. Riteniamo che le numerose deleghe al Governo previste nel ddl siano un errore perché vi sono previsti temi troppo importanti, cruciali per il miglioramento della scuola italiana, che non possono essere affrontati senza un serio dibattito parlamentare.
Crediamo inoltre che i criteri direttivi previsti siano insufficienti e spesso troppo vaghi, per determinare in quale direzione debbano andare queste importanti riforme; allo stesso tempo è inaccettabile la specifica previsione di non finanziare queste deleghe, perché temi come il diritto allo studio necessitano prioritariamente di un finanziamento da parte dello Stato.


L'idea che il Parlamento abdichi alla sua funzione legislativa in favore del Governo, delegando senza i necessari criteri direttivi e senza finanziamenti su materie che sono determinanti per una qualsiasi riforma scolastica, è per noi ingiusta e inammissibile.
Davvero oggi occorre cambiare la scuola, per cambiare l'Italia. Dunque riteniamo che, su un tema tanto cruciale per il futuro del nostro Paese, la discussione parlamentare non possa essere sottoposta a scadenze perentorie, ma anzi debba essere aperta all'ascolto e al
confronto con il mondo della scuola e la società civile. Studenti, docenti, famiglie e personale
hanno diritto a una "buona scuola", già dal prossimo anno scolastico.

Auspichiamo dunque che il Parlamento possa inserire nel proprio dibattito le questioni che abbiamo voluto segnalare come qualificanti, per la costruzione di una scuola che risponda ai dettati costituzionali e alle sfide del moderno contesto nazionale e comunitario.
Per consentire di portare a sistema interventi ambiziosi come quelli che noi, tutti insieme, portiamo all'attenzione, riteniamo necessario lo stralcio del tema delle assunzioni per garantire il regolare ed efficace avvio del prossimo anno scolastico e dare una risposta ai tantissimi
docenti precari che da anni tengono in piedi la nostra scuola.

Tempi adeguati all'ascolto e al confronto non sono un modo per rallentare o, peggio, per rinviare i primi interventi di rilancio della scuola pubblica. Sono, invece, la condizione per correggere gli errori contenuti nel testo di ingresso e creare il necessario clima di condivisone
per avviare nel minor tempo possibile i primi interventi di cambiamento.


Aderiscono:
Agenquadri
AIMC
ARCI
AUSER
CGD
CGIL
CIDI
CISL
CISL Scuola
Edaforum
FNISM
FLC CGIL
IRASE
IRSEF-IRFED
Legambiente
Legambiente Scuola e Formazione
Libera
Link - Coordinamento Universitario
MCE
Movimento Studenti di Azione Cattolica
Movimento di Impegno Educativo di Azione Cattolica
Proteo Fare Sapere
Rete della Conoscenza
Rete degli Studenti Medi
Rete29Aprile
UCIIM
UDU
Unione degli Studenti
UIL
UIL Scuola

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Martedì, 21 Aprile 2015 10:41

Uil Scuola: cosa manca nel ddl La Buona Scuola

In allegato il documento completo che elenca i punti mancanti nel Ddl La Buona Scuola relativamente al personale ATA, (Direttori dei servizi generali e amministrativi, assistenti amministrativi, assistenti tecnici e collaboratori scolastici).

 

 

 

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Di Menna: Sul merito, prima una proposta offensiva, poi una sbagliata.
Ora una terza proposta che riesce a scontentare tutti gli insegnanti.
Si faccia la cosa giusta: si valorizzi la professione docente con un contratto innovativo.

Il ddl scuola è stato presentato oggi alla Camera. E sempre oggi il sottosegretario Faraone, intervenendo in Molise, ha sostenuto che "una riforma non può accontentare tutti".  Il punto è – mette in chiaro il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna – che il testo proposto, scontenta proprio coloro, gli insegnanti, che ogni giorno sono alle prese con i ritardi del nostro sistema facendo grandi sforzi per assicurare comunque qualità.

A partire dal merito.
Dopo una prima proposta, offensiva, quella della 'raccolta punti' che i costringeva gli  insegnanti a cambiare scuola alla ricerca di quella dove c'erano colleghi con punti più bassi, proposta poi ritirata  – precisa Di Menna - ne è arrivata una seconda, sbagliata , che prevedeva dare 16 euro di aumento per il merito prendendo i soldi dagli aumenti per anzianità. Anch'essa, dopo le nostre pressioni, ritirata.
Ora c'è il terzo tentativo che non riscuote alcun consenso e non trova neanche un insegnante favorevole: assegnare un budget finanziario al dirigente scolastico che, in solitudine, decide a chi assegnare l'aumento.

Anche questo è da ritirare – commenta il segretario generale della Uil Scuola -  c'è una strada da seguire per riconoscere e valorizzare l'impegno, la professionalità, le opportunità di carriera, con consenso: avviare il confronto con il sindacato per il rinnovo del contratto scaduto da 9 anni, come chiesto dalle 400 mila firme consegnate a Palazzo Chigi .

Si eviti uno scontro con la scuola con tre scelte, quelle che ci apprestiamo a proporre in sede di audizione parlamentare:

un decreto legge per organico funzionale ed assunzioni;la via del negoziato contrattuale (oggi abbiamo la buona notizia di due contratti rinnovati, commercio e banche);un approfondita e distesa discussione parlamentare che metta al centro la qualità della scuola pubblica e un vero piano di investimenti per la modernizzazione.

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Mobilità 2015: 22 marzo per insegnanti ultimo giorno per presentare domande. Date entro cui revocarla

Per gli insegnanti scade oggi il termine ultimo per la presentazione dell'istanza di mobilità per l'anno scolastico 2014/15.

Le relative funzioni Polis resteranno disponibili fino alle ore 24,00 di oggi.

Da domani le domande saranno trasmesse agli Uffici Scolastici, che provvederanno a controllare punteggi e dichiarazioni.

Il termine ultimo  per la revoca delle domande è dieci giorni prima del termine ultimo per la comunicazione al SIDI o all'ufficio dei posti disponibili. Pertanto, si potrà revocare la domanda

entro il 25 marzo per la scuola d'infanzia,

il 10 aprile per la primaria,

il 29 aprile per il primo grado,

il 17 maggio per il secondo grado,

il 25 aprile per il personale educativo,

il 28 giugno per gli ATA.

Ricordiamo che la pubblicazione dei movimenti per la scuola d'infanzia è prevista per il 21 aprile, per la primaria l'11 maggio, per il primo grado il 28 maggio, per il secondo grado il 16 giugno.

Ricordiamo inoltre che le operazioni di mobilità si svolgeranno sulla base del Contratto stipulato tra Miur e sindacati il 23 febbraio 2015, non secondo le previsioni del DDL Scuola approvato in Consiglio dei Ministri il 12 marzo ma ancora al vaglio del Parlamento.

E' vero però che, in relazione all'approvazione di una nuova normativa (ad es. organico dell'autonomia) il Contratto potrebbe essere riaperto.

Vi è poi la richiesta da parte dei cosiddetti "docenti immobilizzati" , ossia coloro che non possono ancora presentare domanda di mobilità perchè nel blocco triennale della legge 128/2013 di una mobilità straordinaria prima del piano straordinario di assunzioni.

Relativamente alla mobilità del personale ATA, i termini per la presentazione delle domande sono:

Inizio acquisizione delle domande Polis: 23 marzo 2015
Termine acquisizione domande: 20 aprile 2015.

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Il Miur, con la nota allegata, proroga il termine di acquisizione delle domande di mobilità del personale docente tramite polis, per l'anno scolastico 2015 / 16, fino alle ore 24,00 del 22 marzo 2015.

Per il personale Ata le domande potranno essere presentate a partire dal 23 marzo con scadenza al 20 aprile 2015.

 

Oggetto: Mobilità del personale della scuola. Proroga funzione Polis di acquisizione delle domande del personale docente e nuovi termini delle operazioni.

Al fine di consentire la completa conclusione delle operazioni di compilazione ed inoltro on line delle domande di trasferimento e di passaggio da parte del personale docente, sentita la DGPER , si comunica che le relative funzioni Polis resteranno disponibili fino alle ore 24,00 del 22 marzo 2015.

Di conseguenza, i termini delle operazioni indicati all'art. 2 dell'OM n. 4 del 24 febbraio 2015 sono cosi modificati:

scuola dell'infanzia

1 - termine ultimo comunicazione al SIDI delle domande

di mobilità e dei posti disponibili............................................ 04 aprile

2 - pubblicazione dei movimenti............................................. 21 aprile

scuola primaria

1 - termine ultimo comunicazione al SIDI delle domande

di mobilità e dei posti disponibili............................................. 20 aprile

2 - pubblicazione dei movimenti................................................ 11 maggio

scuola secondaria di I grado

1 - termine ultimo comunicazione al SIDI delle domande

di mobilità e dei posti disponibili........................................... 9 maggio

2 - pubblicazione dei movimenti .................................................28 maggio

scuola secondaria di II grado

1 - termine ultimo comunicazione al SIDI delle domande

di mobilità e dei posti disponibili........................................... 27 maggio

2 - pubblicazione dei movimenti.............................................. 16 giugno

Relativamente alla mobilità del personale ATA, i termini per la presentazione delle domande sono così modificati:

Inizio acquisizione delle domande Polis: 23 marzo 2015

Termine acquisizione domande: 20 aprile 2015.

La presente viene pubblicata sul portale SIDI e sulla intranet.

IL DIRETTORE GENERALE

Marco Ugo Filisetti

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I temi della protesta del mondo della scuola Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal, Gilda Fgu: dal 20 marzo grande mobilitazione per avere risultati concreti

Rinnovare il contratto di lavoro e dare risposte concrete alle migliaia di persone che oggi lavorano con contratti precari per assicurare organici funzionali alla scuola dell'autonomia, investire in formazione: ecco le ragioni della mobilitazione promossa da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal, Gilda Fgu per le prossime settimane.

Le ipotesi che circolano sulle misure a cui il Governo sta lavorando prefigurano il taglio degli stipendi e dei diritti, mentre non danno ancora nessuna risposta alle attese di stabilizzazione del lavoro di decine di migliaia di precari.

Non vi è coerenza fra gli impegni presi e i provvedimenti che si stanno preparando.

Il contratto è scaduto da 6 anni. Nel frattempo il Governo congela gli  scatti di anzianità e si propone di introdurre un confuso e farraginoso sistema di premialità che prevede aumenti stipendiali solo nel 2019. In questo modo si costringerebbe il personale a porsi in una relazione di pericoloso antagonismo con i colleghi per ottenere benefici economici.

Su salario, carriere, orari, professionalità la sede di discussione e decisione dev'essere quella del rinnovo del contratto, da aprire immediatamente. Netta la nostra contrarietà al ritorno alla regolazione per legge del rapporto di lavoro, che deve continuare a essere disciplinato dal contratto per tutto il personale della scuola.

E' solo attraverso il contratto, e investendo risorse aggiuntive, che si può riconoscere adeguatamente il lavoro nella scuola, rivalutando gli stipendi in termini comparabili col resto d'Europa e valorizzando la professionalità del personale della scuola, sulla scia di quanto già prevede il CCNL vigente.

I provvedimenti in preparazione, inseguendo in modo velleitario un cambiamento a costo zero, rischiano di minare in modo serio la qualità della scuola.

Anche il sistema delineato per la valutazione dei docenti appare segnato da inaccettabili rigidità: si affida al dirigente un ruolo improprio, accentuandone le funzioni di controllo, del tutto fuori luogo in un campo, quello dell'azione pedagogico-didattica, in cui deve prevalere la dimensione della condivisione, della corresponsabilità, della cooperazione e collaborazione fra le diverse figure, per assicurare un'offerta formativa efficace e di qualità, attraverso il protagonismo dei docenti nella didattica e la valorizzazione delle funzioni di supporto organizzativo assicurate dal personale ATA.

A fronte di un coacervo di misure assai discutibili, per le quali non sussistono vere ragioni di necessità né di urgenza, la questione da assumere invece con assoluta priorità e con strumenti di immediata decisione è la  stabilizzazione dei precari docenti e Ata.  Non si può continuare con i contratti a tempo determinato, il cui abuso è già stato sanzionato dalla Corte di Giustizia europea.  Basta con la confusione e la demagogia sulla pelle dei precari! Sui loro diritti e sulle loro attese non si può giocare: il governo dia immediatamente le risposte dovute.

Lo stato di incertezza sul fronte delle assunzioni e le ipotesi di interventi sbagliati sulle retribuzioni stanno generando preoccupazione e tensioni. Il progetto del governo non ha i requisiti della vera innovazione, non investe risorse, non si fonda su un reale confronto, presuppone la condivisione ma poi non la pratica.

La scuola italiana ha bisogno di un significativo piano di investimenti che la riporti in linea con gli altri Paesi europei.

Il Governo apra allora subito il confronto con le organizzazioni sindacali su un progetto credibile di cambiamento della scuola italiana e sui contratti!

Su questa rivendicazione, Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal, Gilda Fgu avviano un percorso di mobilitazione articolato in una serie di iniziative:

·         dal 20 al 24 marzo azioni che coinvolgono le scuole  e i territori  a livello locale e regionale

·         il 25 marzo a Roma un incontro nazionaledi rappresentanti nelle scuole di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal, Gilda Fgu, alla quale saranno invitati i rappresentanti dei gruppi parlamentari e dei partiti politici.

·         l'11 aprile una grande manifestazione nazionale del personale della scuola a Roma.

Dal 20 marzoall'11 aprile Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal, Gilda Fgu proclamano l' astensione dalle attività aggiuntiveper la durata  di questa fase di mobilitazione.

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Torino, 6 marzo 2015

COMUNICATO STAMPA ELEZIONI RSU DEL PUBBLICO IMPIEGO 3-4-5 MARZO 2015

I lavoratori hanno scelto, con un'affluenza molto alta in tutti i comparti, di esprimere la loro fiducia nei confronti del Sindacato.

Le elezioni per il rinnovo delle RSU nel Pubblico Impiego si sono svolte in un "clima pesante" per il blocco dei contratti di lavoro e per le incessanti, ingiuste, campagne denigratorie nei confronti dei dipendenti.

In questo contesto, le liste della UIL hanno ottenuto successi importanti e diffusi, a cominciare dal primato nella più grossa azienda pubblica del Piemonte: il Comune di Torino.

Anche nella più grossa Azienda Sanitaria Locale, la To4, la UIL FPL è di gran lunga l'Organizzazione più votata, così come nella To1 (maggioranza assoluta) e nelle Asl di Alessandria e Novara.

Le liste della UIL conseguono il primo posto in numerosi comuni e negli Enti Provincia di Asti e Vercelli.

Negli istituti scolastici piemontesi, la UIL SCUOLA registra un ulteriore aumento dei propri rappresentanti.

Importanti risultati giungono anche dalla Ricerca, dall'Università, dai Ministeri e dagli Enti pubblici.

La UIL ringrazia sentitamente tutte le lavoratrici e i lavoratori pubblici e si impegna ad utilizzare la forza ricevuta per contribuire a rinnovare i contratti di lavoro,

giunti al sesto anno di blocco.

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