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L'iniziativa di lotta e mobilitazione proclamata a Novi Ligure da FIM FIOM UILM e le RSU di Arcelor Mittal nella giornata odierna ha visto una ottima partecipazione da parte dei lavoratori, sia quelli in cassa integrazione, che quelli che hanno aderito allo sciopero. I lavoratori dell'ex Ilva sono da tempo esasperati da un clima di incertezza sul futuro occupazionale del gruppo, che ad oggi non ha ancora esplicitato il piano industriale contenuto nell'accordo del 4 marzo col Governo.

Intanto domattina alle ore 10 è stato convocato il tavolo c/o la Prefettura di Alessandria, con i vertici aziendali e la partecipazione della Regione Piemonte ed il Comune di Novi Ligure. E' arrivata nella giornata odierna anche la notizia della convocazione del tavolo nazionale c/o il MISE per il 25 maggio. Cio' significa che le iniziative di Novi e Genova stanno dando i loro frutti e qualcosa si muove finalmente anche a livello governativo.

Pur rendendoci conto che la pandemia ha sicuramente travolto tutti ,è necessario proprio per limitare i danni economici e produttivi che si possono determinare nel dopo Covid, riprendere i tavoli già presenti prima della pandemia e chiarire le reali intenzioni di Arcelor Mittal, che da una parte pare muoversi per esercitare l'opzione di andarsene e dall'altra invece alza il tiro per determinare le condizioni piu' vantaggiose per rimanere. Per attuare questa strategia la multinazionale non si fa scrupoli ad usare i lavoratori, prima richiamandoli durante la pandemia e subito dopo lasciandoli tutti a casa in CIG per COVID, quando il decreto non è ancora legge.

RINGRAZIAMO I LAVORATORI DI NOVI PER LA FIDUCIA CHE HANNO DIMOSTRATO VS LE PROPRIE RAPPRESENTANZE E PER LA TENACIA CON CUI DIMOSTRANO LA PROPRIA DIGNITA' E PERSEVERANZA NEL METTERE AL CENTRO IL LAVORO E I DIRITTI , ESERCITANDOLI ANCHE CON LE MASCHERINE, DIMOSTRANDO CHE SICUREZZA E LAVORO DEVONO E POSSONO STARE ASSIEME.

FIOM CGIL FIM CISL UILM UIL E RSU ARCELOR NOVI LIGURE

Pubblicato in Notizie: UILM

Le Segreterie generali di Cgil Cisl Uil e Fim Fiom Uilm Nazionali esprimono le seguenti valutazioni a seguito del pre-accordo raggiunto tra Arcelor Mittal, Governo e Ilva in amministrazione straordinaria nella giornata di oggi, mercoledì 4 marzo 2020.

Il negoziato avvenuto da Novembre 2019 non ha visto alcun coinvolgimento delle organizzazioni sindacali.
Alla luce dei contenuti appresi, riteniamo assolutamente non chiara la strategia del Governo in merito al risanamento ambientale, alle prospettive industriali e occupazionali del Gruppo. A questa incertezza si somma una totale incognita sulla volontà dei soggetti investitori, a partire da Arcelor Mittal, riguardo il loro impegno finanziario nella nuova compagine societaria che costituirà la nuova AMinvestco.

Nei fatti il pre-accordo prevede una fase di stallo da qui alla fine del 2020 per quanto riguarda le prospettive e l'esecuzione del piano industriale.

Tutto questo arriva dopo due anni di ulteriore incertezza, particolarmente rischiosa per una realtà industriale che necessita invece di una gestione attenta e determinata. A ciò si somma una congiuntura sfavorevole del mercato dell'acciaio.

Nello specifico ci sembra di totale indeterminazione:
– Il periodo di tempo senza una governance chiara;
– Il ruolo delle banche e dell'investitore pubblico;
– Il mix produttivo tra ciclo integrale e forni elettrici;
– Il ruolo conseguente delle due società;
– La possibilità con questo piano di occupare i 10.700 lavoratori più i 1.800 in amministrazione straordinaria e i lavoratori delle aziende di appalto, che l'accordo del 6 settembre 2018 assicurava.

Inoltre il pre-accordo prevede un aumento dei lavoratori in Cassa Integrazione e il vincolo dell'accordo sindacale entro il 30 maggio senza una nostra preventiva condivisione del piano e degli strumenti adottati.

L'assetto complessivo del piano rischia di essere insostenibile alla luce della sua scarsa verticalizzazione produttiva (tubi, laminati, lamiere, treni nastri) i cui investimenti sono molto inferiori al piano da noi sottoscritto e la positiva previsione di ripartenza dell'Afo5 ha tempistiche del suo rifacimento troppo dilatate nel tempo.

L'accordo del 6 settembre 2018 non prevedeva esuberi né l'utilizzo della Cassa Integrazione. Garantiva la presenza di un grande produttore di acciaio a eseguire il piano stabilito. Quell'accordo resta la migliore garanzia di tutta l'occupazione, del risanamento ambientale e del rilancio produttivo.

CGIL                                                      CISL                                                       UIL
Maurizio Landini                               Annamaria Furlan                       Carmelo Barbagallo

FIOM                                                      FIM                                                      UILM
Francesca Re David                           Marco Bentivogli                             Rocco Palombella

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