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All'indomani dell'incontro al Ministero del Lavoro sulla fase due della previdenza, il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, si è confrontato sullo stato della trattativa direttamente con i lavoratori pubblici e privati e con i pensionati. L'occasione è stata l'assemblea organizzata dalla Uil del Molise nella zona industriale di Termoli, dove sono concentrate molte aziende di diversi settori produttivi.

La presentazione di un manifesto per lo sviluppo ha fatto da sfondo all'importante iniziativa in una realtà meridionale in cui il problema del lavoro e della crescita continuano a essere la priorità. Ma anche la questione pensioni è come un vero e proprio nervo scoperto. Tutti gli interventi nel corso dell'Assemblea hanno sottolineato questa ulteriore criticità.

"Siamo ancora in una fase di studio dei costi delle proposte - ha spiegato Barbagallo alla folta platea che ha animato l'assemblea  - ma non ci sono elementi di chiarezza sulle risorse che il Governo intende riservare a questi capitoli. Il Sindacato - ha sottolineato il leader della Uil - sta valutando, unitariamente, se mettere in campo iniziative per fare le necessarie pressione sull'Esecutivo".

Barbagallo, inoltre, è tornato sul problema dell'aspettativa di vita: "Per noi è una questione dirimente. L'adeguamento automatico dell'età pensionabile legato all'aspettativa di vita era stato previsto prima della Fornero: la somma dei due provvedimenti determinerebbe una situazione ingestibile per il nostro Paese. L'età media per andare in pensione in Italia è già di due anni superiore a quella che c'è in Germania dove si andrà in pensione a 67 anni addirittura nel 2030. Ecco perché quel meccanismo deve essere congelato".

Barbagallo che ha apprezzato il manifesto per lo sviluppo presentato dalla Uil Molise ha sintetizzato la posizione della Uil: "Noi vogliamo lavoro, non assistenza, non mance. Servono investimenti pubblici e privati in infrastrutture. Questa è la strada per fare ripartire il Mezzogiorno e il Paese". Infine, un accenno al tema delle risorse: "La smettessero di dire che non ci sono risorse, è una bufala incredibile. Basterebbe agire sull'evasione fiscale, sulla corruzione e sull'usura per reperire ciò che serve a finanziare sviluppo, lavoro e pensioni".

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Serve un "intervento normativo di armonizzazione" per applicare la riforma Fornero anche ai lavoratori del pubblico impiego. Lo sottolinea la Cassazione nel verdetto 11868 depositato oggi, sottolineando che la riforma Fornero si applica unicamente al settore privato.

Finchè non interverranno le norme ad hoc, sottolinea la Cassazione, "non si estendono ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni le modifiche apportate all'art.18 dello Statuto dei Lavoratori, con la conseguenza che la tutela da riconoscere a detti dipendenti in caso di licenziamento illegittimo resta quella assicurata dalla previgente formulazione della norma".

Dunque, per gli statali, in caso di licenziamento illegittimo, scatta la reintegra nel posto di lavoro e non la tutela risarcitoria o indennitaria.

Per i supremi giudici questa conclusione è avvalorata dal fatto che la legge Fornero "per come formulata nell'art. 1,comma 1, tiene conto unicamente delle esigenze proprie dell'impresa privata, alla quale solo può riferirsi la lettera C), che pone una inscindibile correlazione fra flessibilità in uscita ed in entrata, allargando le maglie della prima e riducendo nel contempo l'uso improprio delle tipologie contrattuali diverse dal rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato". La legge Fornero, inoltre, secondo la Cassazione, "introduce una modulazione delle sanzioni con riferimento ad ipotesi di illegittimità pensate in relazione al solo lavoro privato, che non si prestano ad essere estese all'impiego pubblico contrattualizzato, per il quale il legislatore, in particolar modo con il D.lgs 27.10.2009 n.150, ha dettato una disciplina inderogabile, tipizzando anche illeciti disciplinari ai quali deve necessariamente conseguire la sanzione del licenziamento".

Ad avviso dell'Alta Corte, poi, un'eventuale modulazione delle tutele nel pubblico impiego, "richiede da parte del legislatore una ponderazione di interessi diversa da quella compiuta per l'impiego privato" poichè, come stabilito dalla Consulta, nel settore pubblico ci sono "garanzie e limiti che sono posti non solo e non tanto nell'interesse del soggetto da rimuovere, ma anche e soprattutto a protezione di più generali interessi collettivi". Gli 'ermellini' ricordano che l'art.97 della Costituzione "impone di assicurare il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione pubblica".

Soddisfazione è stata espressa dal Segretario Confederale della UIL Antonio Foccillo: " si conferma quello che hanno sempre sostenuto la maggioranza dei giuristi, i rappresentanti sindacali e il ministro Madia, perché i dipendenti pubblici hanno uno status diverso: sono assunti per concorso e sono garanti della cittadinanza e non del datore di lavoro".

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Prosegue la mobilitazione di Cgil-Cisl-Uil con manifestazioni locali e nazionali per sabato 2 aprile: ad Alessandria appuntamento in p.za Marconi con presidio e gazebo dalle ore 9 alle 12.

"Cambiare le pensioni e dare lavoro ai giovani'. E' questo lo slogan che accompagnerà la giornata di mobilitazione nazionale promossa da Cgil, Cisl e Uil per sabato 2 aprile. In programma tre manifestazioni nazionali che si svolgeranno contemporaneamente a Venezia, Roma, e Napoli, accompagnate da numerose iniziative e manifestazioni unitarie che si svolgeranno su tutto il territorio nazionale.

Ad ALESSANDRIA la manifestazione, che vedrà l'allestimento di un gazebo, si svolgerà in P.za Marconi, dalle ore 9 alle 12 (lato P.za Garibaldi).

Prosegue così la mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil per la vertenza sulle pensioni dopo gli attivi interregionali dei quadri e delegati del 17 dicembre scorso. Con le iniziative di sabato i Sindacati intendono rilanciare la piattaforma unitaria con la quale si chiede una "riforma della Riforma Fornero" al fine di favorire l'occupazione giovanile, tutelare le pensioni in essere e rafforzare la previdenza complementare. In particolare Cgil, Cisl e Uil chiedono pensioni dignitose per i più GIOVANI, spesso lavoratori PRECARI e discontinui, accesso flessibile al pensionamento, il riconoscimento del lavoro di cura e la diversità dei lavori.

Rimarcano Tonino Paparatto, Sergio Didier e Aldo Gregori, Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil territoriali: "Negli attivi unitari del 17 dicembre scorso, che hanno visto la straordinaria mobilitazione di migliaia di delegati a Torino, Firenze e Bari, avevamo assunto l'impegno dell'apertura di una vera e propria vertenza che costruisca le condizioni per raggiungere i risultati che auspichiamo. Oggi, in assenza di qualunque confronto, abbiamo ritenuto urgente e necessario rilanciare l'iniziativa di mobilitazione". "Anzi - aggiungono - ad aggravare il quadro è partito un attacco anche alle pensioni di reversibilità e prosegue una discussione che, in assenza di una proposta governativa, continua ad aver al centro l'obiettivo di scaricare il costo di qualunque modifica per intero sui lavoratori. Ciò mentre i problemi diventano sempre più acuti sia sul versante dell'occupazione giovanile che su quello della condizione di lavoro di chi svolge occupazioni pesanti e faticose, di chi è precoce, di chi il lavoro lo perde e rimane privo di reddito".

La piattaforma unitaria chiede modifiche sostanziali al sistema previdenziale così come delineato per ultimo dalla manovra Fornero e pone il problema sia delle pensioni future dei giovani e delle donne, per i quali è necessario ricostruire un quadro di solidarietà, sia dei lavoratori prossimi al pensionamento che hanno bisogno di vedersi riconosciute flessibilità in uscita e pensione anticipata senza aggancio automatico all'attesa di vita.


I Segretari generali delle tre confederazioni sindacali, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, saranno presenti rispettivamente a Venezia, in Campo Santa Margherita, a Roma, in Piazza SS. Apostoli e a Napoli, in Piazza Giacomo Matteotti. I comizi finali saranno preceduti da cortei che attraverseranno le città.

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Anche ad Alessandria, in data 2 aprile, si terrà una manifestazione territoriale con presidio in Piazza Marconi, lato Piazza Garibaldi ad Alessandria, per cambiare le pensioni e dare lavoro ai giovani.

lL manifestazione unitaria per la vertenza sulla previdenza vuole inoltre flessibilità per tutti, rispetto per l fatica e i lavori diversi, sostenendo che 41 anni di contributi possano bastare, combattendo unitariamente per pensioni dignitosi oggi e per il futuro.

Dalle 9 alle 12 ci sarà un gazebo sotto i portici di Piazza Marconi.

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In una circolare unitaria inviata a tutte le strutture,  i Segretari Generali di Cgil, Cisl e Uil, Camusso, Furlan e Barbagallo hanno comunicato oggi che in assenza di qualunque confronto sul tema delle pensioni,  i sindacati ritengono necessario rilanciare l'iniziativa di mobilitazione, con manifestazioni territoriali da tenersi il 2 aprile prossimo.

«Il Governo non ha inteso finora aprire un confronto sul tema pensioni", sottolineano i leader di Cgil Cisl e Uil. «Anzi, ad aggravare il quadro, è partito un attacco anche alle pensioni di reversibilità e prosegue una discussione che, in assenza di una proposta governativa, continua ad aver al centro l'obiettivo di scaricare il costo di qualunque modifica per intero sui lavoratori. Ciò nel mentre i problemi diventano sempre più acuti sia sul versante dell'occupazione giovanile che su quello della condizione di lavoro di chi svolge occupazioni pesanti e faticose, di chi è precoce, di chi il lavoro lo perde e rimane privo di reddito».

I Segretari Generali di Cgil, Cisl e Uil  aggiungono che «la piattaforma unitaria chiede modifiche sostanziali al sistema previdenziale così come delineato per ultimo dalla manovra Fornero e pone il problema sia delle pensioni future dei giovani e delle donne, per i quali è necessario ricostruire un quadro di solidarietà, sia dei lavoratori prossimi al pensionamento che hanno bisogno di vedersi riconosciute flessibilità in uscita e pensione anticipata a 41 anni di contributi senza aggancio automatico all'attesa di vita».

«Negli attivi del 17 dicembre che hanno visto la straordinaria mobilitazione di migliaia di delegati a Torino, Firenze e Bari- concludono Camusso, Furlan e Barbagallo- abbiamo assunto l'impegno dell'apertura di una vera e propria vertenza che costruisca le condizioni per raggiungere i risultati che auspichiamo. Oggi, in assenza di qualunque confronto, riteniamo necessario rilanciare l'iniziativa di mobilitazione, con manifestazioni territoriali da tenersi il 2 aprile prossimo.

Vi chiediamo pertanto il massimo impegno per costruire una giornata di lotta con manifestazioni territoriali che diano visibilità alla vertenza in tutto il Paese».

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Dal primo gennaio 2016 la mancata modifica della Legge Fornero genererà gravi conseguenze per molti italiani, ma dal Governo continuano a venire solo annunci. Insieme alla mancata introduzione della flessibilità in uscita per l'accesso alla pensione dal primo gennaio, in particolare, i nuovi criteri di trasformazione dei coefficienti e l'equiparazione dell'età pensionabile tra uomini e donne – così commenta il Segretario Confederale UIL Domenico Proietti - provocheranno ulteriori iniquità e ingiustizie.

Gli attuali criteri di individuazione dei coefficienti di trasformazione aggiornati, fino a quest'anno, ogni tre anni, mentre i successivi aggiornamenti saranno biennali, comportano, da un lato, una penalizzazione generalizzata e, dall'altro, costituiscono – continua Proietti - un disincentivo alla permanenza al lavoro. Rimandando, infatti, l'accesso alla pensione si incorre nel pericolo di vedere il proprio montante contributivo calcolato con coefficienti più sfavorevoli.

La UIL propone di legare i coefficienti per coorti di età. Sulla falsariga del modello svedese, si può operare assegnando a ciascuna coorte in età pensionabile il proprio coefficiente, eventualmente anche di tipo forward looking e quindi previsionale.

Su questo punto abbiamo elaborato un esempio (vedi allegato 1).

Per effetto dell'equiparazione dell'età pensionabile tra uomini e donne nel 2016, per le lavoratrici dipendenti del settore privato scatterà un gradino di ben 22 mesi (dai 63 anni e 7 mesi si passerà ai 65 anni e 7 mesi), ingenerando disparità tra le lavoratrici. Donne che sono ulteriormente penalizzate da questa equiparazione che non tiene conto del fondamentale lavoro di cura svolto dalle lavoratrici.  Bisognerebbe, invece, valorizzarlo prevedendo meccanismi di tutela e copertura, quali la contribuzione figurativa, per le lavoratrici che si fanno carico del welfare familiare.

È necessario, inoltre, introdurre per tutti una vera flessibilità di accesso alla pensione per sanare i macro errori commessi dalla Legge Fornero che continuano a generare ingiustizie e diseguaglianze.

La UIL chiede che venga data la possibilità ai lavoratori di scegliere quando andare in pensione a partire dai 62 anni.

 

Analisi completa in allegato

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La Legge di stabilità non ha modificato la Legge Fornero sulle pensioni: nel 2016, per tanti italiani, le conseguenze saranno pesantissime. Intanto, però, com'è stato per tutto il 2015, il Governo torna a fare annunci e, così, al danno si aggiunge anche la beffa.Se vuole recuperare credibilità, il Governo deve ascoltare le parti sociali che conoscono bene i problemi ed hanno avanzato proposte precise. Noi crediamo che sia necessario, innanzitutto, reintrodurre la flessibilità di accesso alla pensione per tutti, a partire da 62 anni, dando una risposta anche alle donne che, dal 2016, saranno fortemente penalizzate. Bisogna, inoltre, ripristinare la piena rivalutazione delle pensioni in essere.

In assenza di risposte del Governo, la Uil, insieme a CISL e CGIL, continuerà la mobilitazione affinché dal sistema previdenziale italiano siano eliminate le ingiustizie.

Roma, 29 dicembre 2015

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Vi inviamo la circolare unitaria e relativi allegati sulle iniziative di mobilitazione di UIL, CISL e CGIL per modificare la legge Fornero sulle pensio

Mobilitazione per introdurre la flessibilità nell'accesso al

pensionamento con la legge di stabilità e a sostegno della vertenza unitaria sui temi previdenziali

Carissimi, come sapete nel disegno di legge sulla stabilità per il 2016 non è presente alcuna proposta per il ripristino della flessibilità nell'accesso al pensionamento. Riteniamo che questo sia un grave errore, essendo invece necessario realizzare un intervento di modifica strutturale dell'attuale sistema previdenziale, garantendo flessibilità in uscita, 41 anni per i precoci e la giusta considerazione per i lavori gravosi ed usuranti. E' del tutto evidente che questo non si può fare a costo zero, come il rinvio al 2016 proposto dal governo sembra presupporre, perché ciò significherebbe scaricarne il costo sul valore delle pensioni.

E' positivo che si affrontino invece i temi degli esodati e dell'opzione donna, come da noi rinvendicato, interventi che non aggiungono alcuna spesa a quanto già previsto negli anni scorsi, a conferma che si tratta di problemi che potevano invece essere risolti anche al di fuori della legge di stabilità.

Tuttavia anche in questi interventi, sulla base dei testi trapelati e non ancora ufficiali, manca la soluzione a questioni annose quali la quota 96 della scuola, i macchinisti, le ricongiunzioni onerose, etc.

Per queste ragioni Cgil, Cisl e UiI, intendono continuare e rafforzare le iniziative di mobilitazione per cambiare la legge di stabilità, sia attraverso l'azione di pressione e confronto politico da condurre, a livello nazionale, nei confronti del Governo, delle Commissioni competenti di Camera e Senato e dei Gruppi parlamentari, sia mediante iniziative territoriali unitarie e diffuse, che facciano crescere dal basso consenso alla nostra proposta .

Vi proponiamo quindi, di organizzare assemblee, sia nei posti di lavoro che nel territorio, di attivare presidi di informazione con i cittadini, di incontrare i

Parlamentari locali, e quant'altro riterrete utile.

Naturalmente delle iniziative e della proposta fanno parte gli obiettivi unitari delle

Federazioni dei Pensionati, tese a salvaguardare il valore delle pensioni in essere.

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Le ipotesi fatte circolare dal Governo di far pagare ai lavoratori la reintroduzione della flessibilità di accesso alla pensione è inaccettabile.Se è vero che la Legge Fornero ha provocato iniquità e ingiustizie sociali, come ripetutamente affermato da esponenti dell'esecutivo, allora bisogna porvi rimedio senza unire al danno la beffa. Questo, infatti, significherebbe prevedere una flessibilità a costo zero o conteggiata con il metodo contributivo.

Bisogna invece prevedere un range tra 62 e 70 anni dentro il quale i lavoratori possono scegliere quando andare in pensione anche in base alle diverse tipologie di lavoro. Eliminare le iniquità e le ingiustizie sociali prodotte dalla Fornero significa non prevede ulteriori penalizzazioni per i lavoratori futuri pensionati.

Le Commissioni Lavoro di Camera e Senato, di cui la UIL apprezza l'attività svolta in questi mesi, possono dare un contributo determinante alla positiva soluzione di questo problema.

Roma, 1 settembre 2015

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La sentenza della Corte ha reso giustizia a milioni di pensionati.

Dalla sua applicazione un contributo alla crescita e alla ripresa dei consumi: dichiarazione del Segretario Confederale UIL Domenico Proietti

Con l'applicazione della sentenza della Corte Costituzionale una pensione che nel 2011 era di 1500 euro lordi, appena superiore alle 3 volte il minimo, avrà una rivalutazione di circa 85 euro al mese e 2.540 euro circa come rimborso per i due anni di blocco 2012 e 2013 e per gli effetti che questi hanno avuto sul 2014.

Il Governo applichi subito la sentenza a tutti i pensionati ristabilendo equità e giustizia.

L'applicazione della sentenza dando più disponibilità di reddito a milioni di pensionati è anche un contributo importante alla ripresa dei consumi interni e quindi un sostegno alla ripresa della crescita e delle attività produttive con beneficio per l'occupazione.

Analisi ed Elaborazioni del Servizio Politiche Previdenziali UIL

Lo studio prende in esame l'importo dell'assegno mensile lordo per diverse fasce di reddito da pensione. L'analisi che abbiamo svolto riguarda gli effetti che i blocchi dell'indicizzazione hanno prodotto su queste. Nella tabella 1 mostriamo l'andamento delle pensioni dal 2011 ad oggi applicando la legislazione vigente, quindi applicando sia il blocco Fornero, sia quello previsto dal Governo Letta con la Legge di Stabilità 2014.

Dall'esame di questi dati si evidenzia come le pensioni superiori a 3 volte il minimo ma inferiori alle 4 volte (negli esempi quelle da 1.500 euro e da 1800 euro), nel 2011 abbiano subìto un adeguamento minimo se confrontate con il dato del 2015, rispettivamente meno di 20 euro lorde mensili per quelle da 1.500 euro e meno di 25 euro lorde mensili per quelle da 1.800 euro...

In allegto il documento completo in versione scaricabile

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