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Visualizza articoli per tag: personale scolastico

Diamo risposta ai quesiti di molti in merito alle ferie dei collaboratori scolastici assunti con contratto COVID: avvicinandosi la data di scadenza della supplenza – di solito coincidente con il termine delle lezioni – è bene aver presente quali norme le regolano. Al momento non è stato individuato alcun dispositivo di proroga tout court, mentre si pensa già al prossimo anno scolastico.

Questo lo si può evincere dalla lettura del  decreto di Modifica all’assegnazione di ulteriori contratti di personale docente e ATA dell’USR Lazio del 4 febbraio 2021

dice l’USR ( riprendendo la norma contrattuale):

DATO ATTO che, in applicazione del citato articolo 1, comma 54, della legge n. 228 del 2012 «Il personale docente di tutti i gradi di istruzione fruisce delle ferie nei giorni di sospensione delle lezioni definiti dai calendari scolastici regionali, ad esclusione di quelli destinati agli scrutini, agli esami di Stato e alle attività valutative.»

DATO ATTO che, conseguentemente, il personale docente può chiedere il pagamento delle ferie maturate, nel limite di quelle eccedenti i giorni di sospensione delle attività didattiche compresi nel periodo del proprio contratto;

DATO ATTO che i contratti sino all’8 giugno o sino al 30 giugno non consentono di fruire ferie per, rispettivamente, 10 e 11 giorni;

DATO ATTO che, viceversa, il personale collaboratore scolastico può sempre fruire le ferie, salvo il caso di interruzioni imprevedibili del contratto, e, dunque, non può chiedere di monetizzare quelle non fruite;”

Specifiche per  docenti ed ATA

Il personale docente è tenuto a chiedere il pagamento delle ferie solo per i giorni eccedenti i giorni di sospensione delle attività didattiche, di cui ha potuto usufruire all’interno del contratto.

Il collaboratore scolastico può sempre fruire delle ferie, e dunque non può chiedere eventuale monetizzazione.

Quindi il termine ultimo per fruire delle ferie diventa, per il collaboratore scolastico assunto con contratto Covid, l’ultimo giorno di lezione ovvero l’ultimo giorno di contratto (stabilito dal calendario regionale).

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Aggiornamenti sulla questione dell'erogazione pagamenti stipendi per il personale supplente della scuola.
Ecco le novità che riportiamo:

L'esigibilità è garantita entro il 27 gennaio.

243.452 ratei di contratto elaborati nell'emissione speciale del 18 gennaio saranno in pagamento entro mercoledì 27 gennaio.

E' stata effettuata una nuova emissione per il personale supplente della scuola.

Il 18 gennaio 2021 sono stati elaborati tutti i 243.452 ratei di contratto che alla data del 14 gennaio 2021 sono stati autorizzati dalle segreterie scolastiche per i quali il sistema della Ragioneria Generale dello Stato ha verificato la disponibilità di fondi sui relativi capitoli di spesa.

Nell'Area personale del portale NoiPA, è disponibile il self service "Contratti scuola a tempo determinato" dove, ciascun amministrato può verificare lo stato di elaborazione del proprio contratto. Quando il contratto assume lo stato di lavorazione "liquidato", viene indicata la data effettiva di esigibilità.

Si rammenta che gli istituti di credito, come previsto dalla normativa SEPA, possono effettuare gli accreditamenti sui singoli conti correnti dalle 00.00 fino alle 24.00 del giorno di valuta.

Nel mese di gennaio è prevista una ulteriore emissione in data 25 gennaio 2021; saranno elaborati tutti i contratti autorizzati dalle segreterie scolastiche entro le ore 16,00 di giovedì 21 gennaio 2021 per i quali il sistema della Ragioneria Generale dello Stato avrà verificato la disponibilità di fondi sui relativi capitoli di spesa.

 

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Il Ministero dell'Istruzione ha emanato il DM n. 159/2020 e la relativa circolare applicativa con le istruzioni per il pensionamento dei dirigenti scolastici, dei docenti, degli educatori e del personale ATA.

È fissata per il prossimo 7 dicembre la scadenza per la presentazione delle domande di cessazione volontaria dal servizio per il personale del comparto scuola (docente, educativo e A.T.A). Per i dirigenti scolastici, invece, il termine indicato è il 28 febbraio 2021. Le stesse date devono essere rispettare anche per richiedere la revoca delle istanze precedentemente inoltrate.

Eventuali ritardi nella presentazione delle domande, quindi oltre i termini indicati nella circolare del MIUR, non daranno diritto al collocamento a riposo dei lavoratori.

Tutte le domande di dimissioni si presentano in modalità telematica e devono essere trasmesse attraverso la procedura web "POLIS" disponibile sul sito del Ministero dell'Istruzione, ad eccezione del personale delle province di Trento, Bolzano ed Aosta che presenterà le istanze, in formato cartaceo, direttamente alla sede scolastica di servizio/titolarità. Anche chi è interessato ad accedere all'Ape sociale e alla Pensione anticipata precoci, una volta ottenuto il riconoscimento dall'INPS, potrà presentare domanda di cessazione dal servizio in modalità cartacea al dirigente scolastico entro il 31 agosto 2021.

Il termine del 7 dicembre 2020 deve essere rispettato anche da coloro che, non avendo ancora compiuto 65 anni di età ma hanno diritto alla pensione anticipata (41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini), chiedono la trasformazione del rapporto di lavoro in tempo parziale con contestuale attribuzione della pensione, purché ricorrano le condizioni previste dal decreto della Funzione Pubblica n. 331/1997.

Il Patronato Ital fornisce assistenza per la verifica della posizione assicurativa dei lavoratori della scuola e per l'invio delle domande di pensione.

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Se un dipendente della scuola si assenta per malattia, è tenuto a farsi trovare al proprio domicilio in caso di visita fiscale durante degli orari ben precisi.

L'articolo 3, commi 1 e 2, del decreto 17 ottobre 2017, n. 206, ha confermato le fasce orarie di reperibilità per i dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni (scuole comprese) che sono tuttora fissate nei seguenti orari: dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. L'obbligo di reperibilità sussiste anche nei giorni non lavorativi e festivi.

Qualora debba assentarsi dal proprio domicilio (ad esempio, per visita medica o altri giustificati motivi), il dipendente pubblico è tenuto ad avvisare unicamente la propria amministrazione, la quale provvede a trasmettere l'informazione all'Inps.

Esonero dall'obbligo di reperibilità

Nel caso dei dipendenti pubblici, compreso il personale della Scuola, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 17 ottobre 2017, n. 206 prevede che è previsto l'esonero dall'obbligo di reperibilità per:

patologie gravi che richiedono terapie salvavita;

causa di servizio riconosciuta che abbia dato luogo all'ascrivibilità della menomazione unica o plurima alle prime tre categorie della "tabella A" allegata al decreto del Presidente della Repubblica 30 dicembre 1981, n. 834, ovvero a patologie rientranti nella "tabella E" dello stesso decreto;

stati patologici connessi alla situazione di invalidità riconosciuta pari o superiore al 67%.

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Lunedì, 06 Luglio 2020 09:47

Personale scolastico, domanda di NASPI e DID

Per l'anno scolastico 2019/2020, come già previsto negli anni scorsi, il personale della scuola con contratto in scadenza che presenterà all'INPS la domanda di Nuova Assicurazione sociale per l'impiego (NASPI) non dovrà rilasciare la Dichiarazione di immediata disponibilità (DID) presso il Centro per l'impiego.

L'art 21 del d.lgs 150/15 prevede, infatti, che la domanda di Naspi presentata dall'interessato all'INPS equivale alla Dichiarazione di immediata disponibilità (DID). La domanda di Naspi può essere inviata telematicamente all'INPS, direttamente tramite il sito INPS o con l'ausilio di un Patronato. Con il DL n.18/20 convertito in L.n. 27/20, per gli eventi di cessazione involontaria dall'attività lavorativa verificatisi dal 1° gennaio 2020 e fino al 31 dicembre 2020, i termini di presentazione della domanda sono stati ampliati da sessantotto a centoventotto giorni.

Per la sottoscrizione del Patto di servizio personalizzato (PSP) previsto dall'art. 20 del d.lgs 150/15, il personale precario che presenterà domanda di Naspi, in caso di mancata assunzione all'avvio del nuovo anno scolastico, potrà attivarsi autonomamente presso il CPI di domicilio, indicativamente entro il 15 ottobre p.v. al fine di concordare tempi e modalità per confermare lo stato di disoccupazione e sottoscrivere il PSP.

La presente comunicazione è pubblicata sul sito internet dell'Agenzia Piemonte Lavoro.

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Le misure contenute nella Legge di Bilancio intervengono sul reclutamento del personale docente della scuola, introducendo non pochi elementi di novità che tuttavia non sono in grado di garantire un regolare avvio dell'anno scolastico.
Al fine di rimuovere alla radice una serie di criticità altrimenti destinate fatalmente a riproporsi, è indispensabile:

- prevedere una fase transitoria finalizzata all'immissione in ruolo dei docenti già abilitati o con tre anni di servizio
- consentire l'accesso alle procedure concorsuali per più classi di concorso
- garantire l'istituzione di corsi di specializzazione su sostegno per tutti gli ordini di scuola in numero adeguato al fabbisogno


Già quest'anno, ultimate le operazioni di immissione in ruolo, sono rimaste scoperte ben 32.217 cattedre, pari a più della metà del contingente delle immissioni in ruolo 2018/19. A queste vanno poi sommati i 56.564 posti, tra organico di fatto e deroghe di sostegno da attribuire con incarichi al 30 giugno, la cui ritardata attivazione ha avuto ripercussioni molto negative sull'avvio dell'anno scolastico, tanto che ancora a novembre molte classi e molti studenti erano privi dei docenti in cattedra.
Per effetto delle ulteriori cessazioni dal servizio conseguenti all'entrata in vigore del meccanismo di "quota 100" e dei problemi irrisolti in materia di reclutamento, l'anno prossimo la situazione tenderà ad aggravarsi: la scuola vivrà una vera e propria condizione di emergenza, con oltre 150.000 cattedre e oltre 24.000 posti ATA scoperti. Ciò renderà assai difficile garantire il diritto allo studio degli studenti.
Per questi motivi domani, 12 marzo, saremo in piazza insieme a migliaia di lavoratrici e lavoratori precari della scuola.

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L'aumento medio sullo stipendio sarà di 85 euro lordi mensili da suddividere in tre annualità e saranno in parte ridefiniti i carichi di lavoro di docenti e Ata. I fondi del merito non saranno più distribuiti dai dirigenti scolastici ma saranno in parte contrattati a livello di istituzione scolastica e in parte andranno a finire nello stipendio tabellare. Restano i 500 euro per la formazione degli insegnanti all'interno del borsellino elettronico per l'acquisto di computer, tablet e corsi di formazione.

Ecco cosa prevede in sintesi il nuovo contratto scuola

Utilizzata quota parte del merito per gli aumenti contrattuali. La restante parte sarà oggetto di contrattazione di istituto.

Nessun aumento dell'orario di servizio.

Ferie e permessi sono rimasti uguali sia per i docenti che per gli ATA.

Aumenti contrattuali da un minimo  di 81 a un massimo di 111 euro

Sanzioni discipinari rinviati a successiva sequenza contrattuale.

Possibilità di mobilità annuale se non trasferiti su scuola.

Contratto scuola, la nota dei sindacati

Firmato all'ARAN oggi, 9 febbraio, il primo contratto nazionale di lavoro del nuovo comparto Istruzione e Ricerca. Un milione e duecentomila tra docenti, personale ata, ricercatori, tecnologi, tecnici, amministrativi hanno finalmente riconquistato uno strumento forte di tutela delle proprie condizioni di lavoro, dopo anni di blocco delle retribuzioni e di riduzione degli spazi di partecipazione e di contrattazione.
Gli aumenti salariali sono in linea con quanto stabilito dalle confederazioni con l'accordo del 30 novembre 2016 e vanno, per la scuola, da un minimo di 80,40 a un massimo di 110,70 euro; pienamente salvaguardato per le fasce retributive più basse il bonus fiscale di 80 euro.
Nessun aumento di carichi e orari di lavoro, nessun arretramento per quanto riguarda le tutele e i diritti nella parte normativa, nella quale al contrario si introducono nuove opportunità di accedere a permessi retribuiti per motivi personali e familiari o previsti da particolari disposizioni di legge.
Il contratto segna una svolta significativa sul terreno delle relazioni sindacali, riportando alla contrattazione materie importanti come la formazione e le risorse destinate alla valorizzazione professionale. Rafforzati tutti i livelli di contrattazione, a partire dai luoghi di lavoro, valorizzando in tal modo il ruolo delle RSU nell'imminenza del loro rinnovo.
Tra le altre novità di rilievo il diritto alla disconnessione, a tutela della dignità del lavoro, messo al riparo dall'invasività delle comunicazioni affidate alle nuove tecnologie.
Per quanto riguarda il personale docente della scuola, si è ottenuto di rinviare a una specifica sequenza contrattuale la definizione del codice disciplinare con l'obiettivo di una piena garanzia di tutela della libertà di insegnamento. Riportando alla contrattazione le risorse finalizzate alla valorizzazione professionale, ripristinando la titolarità di scuola, assumendo in modo esplicito un'identità di scuola come comunità educante si rafforza un modello che ne valorizza fortemente la dimensione partecipativa e la collegialità.
Questo contratto, la cui vigenza triennale 2016-18 si concluderà con l'anno in corso, assume forte valenza anche nella prospettiva del successivo rinnovo di cui vengono poste le basi e dell'impegno che comunque andrà ripreso anche nei confronti del nuovo Parlamento e del nuovo Governo, per rivendicare una politica di forte investimento nei settori dell'istruzione e della ricerca. Si chiude cosi una lunga fase connotata da interventi unilaterali, aprendone una nuova di riconosciuto valore al dialogo sociale.

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L'iniziativa nasce per la totale assenza di confronto sull'annunciato bando di concorso, che non può essere affrontato ignorando la realtà di un precariato al quale la legge 107 non ha dato risposte.

Un precariato fatto di docenti in servizio da anni, che hanno conseguito una costosa abilitazione, conciliando a fatica il lavoro a scuola con le esigenze personali e familiari.

La sentenza della Corte europea del novembre 2014 ha ribadito il diritto alla stabilizzazione dei lavoratori assunti a tempo determinato per più di tre anni, ma nonostante ciò si lascia ad essi come unica opportunità quella di partecipare a un concorso in cui peraltro non viene adeguatamente riconosciuto il valore del servizio svolto.

Il concorso resta in linea di principio lo strumento da utilizzare per l'accesso al lavoro pubblico,ma quello annunciato rischia di rivelarsi inopportuno per i modi e tempi con cui viene gestito, in un contesto di criticità non risolte, di impegni disattesi, di diritti negati.

Per queste ragioni i lavoratori precari

di FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS Confsal e GILDA Fgu organizzano un presidio

venerdì 12 febbraio 2016

alle ore 15 davanti alla Prefettura

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