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Tra le novità previdenziali introdotte dalla Legge di Bilancio 2017 troviamo l'APE Sociale: "L'indennità di natura assistenziale a carico dello Stato erogata dall'INPS a soggetti in stato di bisogno che abbiano compiuto almeno 63 anni di età e che non siano titolari di pensione diretta.

È una misura sperimentale – in vigore dal 1° maggio 2017 al 31 dicembre 2018 – intesa ad agevolare la transizione verso il pensionamento per soggetti svantaggiati".

L'INPS ha riassunto in una scheda informativa tutte le caratteristiche dell'APE Sociale: cos'è, a chi si rivolge, quali sono i requisiti per ottenerla, durata e importo della prestazione.

Per continuare a leggere la scheda INPS "APE Sociale - Anticipo pensionistico" vai sul portale – www.inps.it

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APE sociale gratuita per assegni fino a 1500 euro lordi, rata da pagare sull'eccedenza, costo medio sotto lo 0,5%: requisiti, regole, esempi di calcolo.

L'APE sociale è pari alla pensione maturata senza costi aggiuntivi (le rate di restituzione del prestito sono a carico dello Stato) per assegni fino a 1.500 euro, mentre sull'eccedenza si paga invece una quota di rimborso. Di fatto, l'indennità di accompagnamento alla pensione senza nulla a pretendere è riservata per trattamenti fino alla soglia indicata.

Costi

In base alle stime del Governo con il presupposto di una richiesta al 95% per tre anni con detrazione del 50% sulla quota interessi (vale per tutti), su una pensione di mille euro lordi (865 euro netti), l'APE sociale sarà di 899 euro senza nulla da restituire.

Su un trattamento lordo di 1.808 euro, invece, l'anticipo sarà di 1.404 euro netti al mese e, al momento della pensione, si applicherà una rata di 21 euro mensili per 20 anni.
Tenendo conto delle detrazioni, la pensione netta nel momento in cui viene maturata sarà pari a 1.386 euro.

La rata incide per lo 0,26% sul lordo per ogni anno di anticipo e per lo 0,34% sul netto. Quindi, nel caso in cui il trattamento sia percepito per tre anni, il costo di restituzione è di poco superiore all'1% (molto inferiore a quello dell'APE volontario, intorno al 4,6 – 4,7% annuo, sempre secondo i calcoli del governo).

Indennità

Vista la sua natura, l'APE sociale non è compatibile con un eventuale altro trattamento pensionistico diretto o con sussidi di disoccupazione, mentre lo è con altri redditi nei seguenti limiti: fino a 8mila euro da lavoro dipendente, fino a 4.800 euro da lavoro autonomo. Il trattamento non è soggetto a rivalutazione e si interrompe nel momento in cui il lavoratore raggiunge il diritto alla pensione anticipata.

Requisiti

Per accedervi, così come per l'APE volontario, bisogna avere 63 anni ma in più è necessario rientrare in alcune categorie specifiche di lavoratori e possedere determinatirequisiti contributivi:

·         disoccupati senza ammortizzatori, invalidi al 74%, lavoratori che assistono parenti di primo grado con disabilità grave: 30 anni di contributi;

·         lavoratori impiegati in mansioni pesanti (elencate in tabella) in via continuativa per almeno sei anni: 36 anni di contributi.

Pensione, calcolo costi APE volontario

Il costo dell'APE volontario in termini relativi è più alto per le pensioni basse, quasi il 5% l'anno: i calcoli su rate, detrazioni e decurtazione pensione.

Secondo i calcoli del Governo, l'APE volontario inciderà in media sulla pensione di una percentuale intorno al 4,6 – 4,7% annuo, a seconda del trattamento previdenziale e degli anni: le prime rate sono più care mentre l'importo si alleggerisce con il passare del tempo. Vediamo con precisione i calcoli degli esperti della presidenza del Consiglio, sulla base del testo approvato alla Camera (la Riforma Pensioni è inserita nella Legge di Bilancio 2017, che deve ancora passare al Senato).

Ricordiamo innanzitutto le regole di base dell'anticipo pensionistico APE: lo possono utilizzare dipendenti pubblici e privati e lavoratori autonomi con 63 anni di età a cui mancano tre anni e sette mesi per il raggiungimento della pensione di vecchiaia, con almeno 20 anni di contributi.

Il trattamento è erogato dall'INPS ma finanziato dalle banche. Il lavoratore può scegliere quale percentuale farsi anticipare. Rappresenta una sorta di anticipo sulla pensione, che verrà poi restituito con rate distribuite su 20 anni.

E vediamo i calcoli ipotizzando un tasso di interesse annuo al 2,5%, una richiesta di anticipo pensione pari all'85% dell'assegno previdenziale maturato e una durata del trattamento di tre anni.

Un lavoratore con una pensione lorda di mille euro (865 euro netti) riceverà un APE di 736 euro al mese. Al termine dei tre anni di trattamento, pagherà una rata di 173 euro. La detrazione spettante (50% quota interessi e premio) è pari a 33 euro. La pensione netta sarà quindi di 725 euro. L'incidenza media della rata è pari al 3,8% sul lordo e 4,6% sul netto. In realtà, cambierà nel corso degli anni: la prima rata peserà sul lordo per il 5,4%, l'ultima per il 4%.

Con una pensione  lorda di 1615 euro (1286 netti), l'assegno dell'anticipo sarà di 1093 euro. La rata di restituzione, 258 euro. Togliendo le detrazioni (49 euro), la pensione sarà pari a 1078 euro. L'incidenza della rata è pari al 3,6% sul lordo e al 4,7% sul netto ogni anno. La variazione nel corso degli anni va dal 5,4% della prima rata al 4,1% dell'ultima.

Pensione anticipata APE anche in Gestione Separata INPS, per tutti taglio sull'assegno del 5% l'anno e sgravi per meno abbienti: nuovi dettagli sulla Riforma Pensioni 2017.

L'anticipo pensionistico APE non sarà un diritto per i soli lavoratori dipendenti ma «per tutti, indipendentemente dalla gestione previdenziale. Quindi vale per gli Autonomi, per le Partite IVA della gestione separata, vale per Artigiani e Commercianti»:.

Riprendono dunque gli  incontri tecnici Governo – Sindacati, in vista dell'apertura della fase due (tavolo politico) del 21 settembre. Altra novità: l'APE sarà utilizzabile dal 2017 (con una sperimentazione biennale) per chi è a meno di 3 anni e 7 mesi dall'età pensionabile (63 anni di età).

L'anticipo si restituisce con rate ventennali decurtate dall'assegno pensionistico pieno una volta maturato, la prestazione è erogata dall'INPS ma finanziata dalle banche (a cui si versano gli interessi).

Si ragiona su una specifica che dice:  «non si rischia l'auto, non si rischia l'immobile, gli eredi non rischiano di vedere qualcosa che ricade sulla pensione di reversibilità perché tutto sarà coperto da un'assicurazione» (pagata sempre da chi richiede l'APE). Quindi, «non ci sono rischi reali, ma ci sono costi finanziari». Secondo le anticipazioni, il taglio sulla pensione rappresentato dalle rate di restituzione del prestito sarebbe intorno al 5% l'anno.

Valutiamo un esempio proposto dal governo:

«per chi lavora, un anno di anticipo costerà una cifra da 50 a 60 euro al mese per 20 anni».

Il costo tenderà a zero per chi è disoccupato, disabile, svolge attività rischiose. Confermate infatti le detrazioni concentrate sui redditi più bassi, coprendo di fatto interessi e assicurazione, e in alcuni casi anche il capitale anticipato. I lavoratori beneficiari delle detrazioni dovrebbero essere quelli con un importo massimo dellapensione pari a 1.200 euro netti.

Ricordiamo che l'APE è la fondamentale misura di flessibilità in uscita prevista dalla Riforma Pensioni, che prevede anche una serie di interventi:

·         RITA:

, è una misura di flessibilità in uscita collegata all'APE, consente di riscuotere in anticipo la pensione integrativa, utilizzandola per ridurre o azzerare la necessità di anticipo APE. Prevista una tassazione agevolata, fra il 9 e il 15% (oggi l'aliquota è al 23%).

·         Quattordicesima estesa a pensioni fino a mille euro: c'è anche l'ipotesi di alzare l'assegno per coloro che già lo percepiscono (pensioni fino a 750 euro al mese);

·         Innalzamento no tax area pensionati;

·         Lavoratori precoci;

·         Lavori usuranti;

·         Ricongiunzione contributi non più onerosa;

·         Adeguamento speranze di vita.

In totale (sommando il costo delle rate per ogni anno di anticipo), il prezzo dell'APE sulla pensione sarà pari nel primo caso all'11,4% sul lordo e al 13,8% sul netto, nel secondo al 10,8% sul lordo e al 14,1% sul netto.

Il costo dell'anticipo pensionistico APE è, proporzionalmente, più alto per il reddito basso: le due pensioni messe a confronto hanno una differenza di 615 euro al mese lorde, 421 nette. Il costo dell'APE lordo è addirittura più basso per la pensione più alta, mentre sul netto la differenza è dello 0,3%.

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Nella Legge di Stabilità è stata introdotta la possibilità di anticipare la pensione attraverso un prestito.

Il prestito può essere richiesto dagli iscritti all'assicurazione generale obbligatoria, alle forme sostitutive ed esclusive della medesima e alla Gestione separata che, al momento della richiesta di APE, hanno un'età anagrafica minima di 63 anni e che maturano il diritto a una pensione di vecchiaia entro 3 anni e 7 mesi, purché siano in possesso del requisito contributivo minimo di venti anni ( 20 anni ) e la loro pensione, al netto della rata di ammortamento corrispondente all'APE richiesta, sia pari o superiore, al momento dell'accesso alla prestazione, a 1,4 volte il trattamento minimo previsto nell'assicurazione generale obbligatoria.

Di seguito si è elaborato una scheda con la quale si danno indicazioni sull'incidenza del prestito sull'assegno finale del lavoratore pensionato.

La scheda ipotizza due lavoratori, ADAMO ed EVA. Entrambi hanno 20 anni di requisiti minimi contributivi, per quanto riguarda l'ipotesi finanziaria di base un TAN del 2,5%, un premio assicurativo del 29% del capitale, durata restituzione del prestito 20 anni.

Per quanto riguarda l'ipotesi di richiesta APE, l'85% della pensione netta con 3 anni di anticipo.

Infine le agevolazioni, le detrazioni fiscali sono al 50% della quota interessi e premio.

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