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È stato infatti pubblicato sulla G.U. dello scorso 12 settembre il decreto attuativo che disciplina il "Fondo di sostegno alla natalità", istituito dalla legge di bilancio 2017, per favorire l'accesso al credito in favore delle famiglie con uno o più figli nati o adottati dal 1° gennaio 2017, fino al compimento del terzo anno di età del bambino o entro tre anni dall'adozione, mediante il rilascio di garanzie dirette, anche fideiussorie, alle banche e agli intermediari finanziari.

Possono accedere a questa agevolazione i genitori o gli esercenti la responsabilità genitoriale che abbiano presentato la certificazione attestante la nascita o l'adozione del proprio figlio, nei termini e secondo le modalità che verranno stabilite dal Protocollo d'intesa tra il Dipartimento per le politiche della famiglia e l'Associazione Bancaria Italiana (ABI).

Devono essere, inoltre, in possesso dei seguenti requisiti: cittadinanza italiana, oppure di uno Stato membro della UE oppure, in caso di cittadino extracomunitario, permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo; residenza in Italia.

I finanziamenti ammissibili alla garanzia del Fondo hanno una durata non superiore a sette anni e sono di ammontare non superiore a diecimila euro e a tasso fisso.

La dotazione del Fondo è pari a 14 milioni di euro per l'anno 2017, 24 milioni di euro per l'anno 2018, 23 milioni di euro per l'anno 2019, 13 milioni di euro per l'anno 2020 e 6 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2021.

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Sono diversi gli interventi introdotti legge di Bilancio 2017 nel "pacchetto famiglia", volti a incentivare la natalità e fornire aiuto alle famiglie. Alcuni sono del tutto nuovi e si aggiungono a quelli già previsti, che ora sono rifinanziati e ulteriormente prorogati. Per la loro effettiva applicazione dobbiamo comunque attendere i decreti attuativi laddove previsti.

Costituisce una novità l'istituzione del fondo di sostegno alla natalità per favorire l'accesso al credito in favore delle famiglie con figli nati o adottati dal 1° gennaio 2017. Con decreto ministeriale saranno definiti i criteri e le modalità di funzionamento di questo Fondo.

Nuova è anche l'attribuzione di un premio alla nascita o bonus mamme, di 800 euro una tantum, riconosciuto dal 1° gennaio 2017 per la nascita o l'adozione di minore, a tutte le mamme indipendentemente dal possesso di un determinato limite di reddito. Il premio è corrisposto dall'Inps in unica soluzione, su domanda della futura madre, già al compimento del settimo mese di gravidanza o all'atto dell'adozione e non concorre alla formazione del reddito.

Viene inoltre prorogato anche per gli anni 2017 e 2018 il congedo obbligatorio per il padre lavoratore dipendente, da fruire entro i cinque mesi dalla nascita del figlio, per la durata di due giorni nel 2017 (come nel 2016) e aumentato a quattro giorni nel 2018. Nel 2018 il padre può astenersi per un ulteriore giorno previo accordo con la madre e in sua sostituzione, qualora questa scelga di non fruire di altrettanti giorni del proprio congedo obbligatorio.

Per i nati dal 1º gennaio 2016, viene introdotto dal 2017 un buono asili nido, di 1.000 euro su base annua e corrisposto per undici mensilità, per il pagamento di rette di asili nido pubblici e privati, ed anche per supporto presso la propria abitazione in favore dei bambini al di sotto dei tre anni, affetti da gravi patologie croniche. Con apposito decreto saranno stabilite le disposizioni attuative. Anche questo nuovo sostegno non è subordinato a limiti di reddito.
Si tratta della ulteriore novità contenuta nel "pacchetto famiglia" che, come espressamente previsto, non è fruibile contestualmente con il già vigente contributo per asili nido o baby sitting, di 600 euro mensili, ora rifinanziato e prorogato per il 2017 e 2018, concesso alle madri lavoratrici dipendenti e autonome che rinuncino totalmente o parzialmente ai mesi di congedo parentale loro spettanti.

Si ricorda infine il "bonus bebè" di 960 euro annui (80 euro al mese) per ogni figlio nato o adottato tra il 1° gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017, corrisposto fino al compimento del terzo anno di età del bambino o del terzo anno di ingresso in famiglia. Il reddito del nucleo familiare del genitore richiedente non deve essere superiore a 25mila euro annui (Isee). L'importo dell'assegno è raddoppiato quando il valore dell'Isee non sia superiore a 7.000 euro annui. L'assegno viene corrisposto a domanda dall'Inps.

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Venerdì, 23 Settembre 2016 10:18

Osservatorio famiglia

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Questa mattina Cgil, Cisl e UIL e i rappresentanti delle categorie dei pensionati hanno illustato i risultati della contrattazione sociale avviata lo scorso anno nei comuni centrozona della provincia di Alessandria e in quelli maggiori di 4000 abitanti.

Lo scorso anno i sindacati avevano inviato a questi comuni le richieste per incontri, che quasi sempre sono sfociati in accordi con le Amministrazioni comunali per il mantenimento e il contenimento dell spesa sociale. Alcuni aspetti centrali nella contrattazione sono stati i costi di Irpef, Tari e Tasi, quelli degli asili nido, ma anche i servizi di trasporto e la sanità.

In sindacati si sono detti soddisfatti del percorso avviato lo scorso anno e della disponibilità dei Comuni nel rispondere e trovare un accordo per il bene dei cittadini di tutte le età, nonostante i ridotti trasferimenti ai comuni da parte del Governo e la tempistica che in alcuni casi non è stata favorevole per la revisione del bilancio.

In settimana verranno inviate richieste di incontro a tutte le realtà già incontrate e, oltre a continuare unitariamente sulla stessa strada iniziata un anno fa, le priorità per i sindacati saranno la tutela delle famiglie, soprattutto in presenza di figli che necessitano di servizi fondamentali come il bus, gli asili, le scuole, ecc... e il mantenimento in generale della spesa sociale, che non può gravare troppo sulle famiglie, soprattutto alla luce dei dati che registrano ancora una volta una popolazione in provincia sempre più anziana e il perdurare di situazioni di stallo e difficoltà economica.

 

 

 

 

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