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Scoraggiante e fortemente preoccupante la situazione del nostro Paese fotografata pochi giorni fa dal Rapporto Annuale Istat 2022 ed oggi dal XXI Rapporto Annuale Inps.

La pandemia ci consegna un Paese che è più "povero" di ieri, dove la povertà lavorativa è maggiore rispetto al resto d'Europa.
Il lavoro, elemento indispensabile per la crescita di un Paese, è sempre più povero e di scarsa qualità. Assistiamo ad una crescita incessante di occupazione a termine e di part time, prevalentemente involontari, in cui l'occupazione femminile ha il primato negativo europeo con una percentuale del 46% e dove il gap occupazionale, retributivo e di carriera rispetto agli uomini, presenta una forbice ampia.
Tutti elementi questi a cui si abbinano basse retribuzioni oggi e basse pensioni domani, ed un acuirsi delle diseguaglianze sociali.


Continuiamo da decenni a parlare di favorire un'occupazione di qualità per i giovani e le donne, ma sembra che per loro il tempo di una seria inclusione di qualità nel mercato del lavoro non ci sia mai. Sono stati i più colpiti dagli effetti occupazionali della pandemia a causa di lavori discontinui, vulnerabili, temporanei e spesso senza ammortizzatori sociali di sostegno.
E anche se il 2022 sembra vedere un recupero dell'occupazione, sapere che ciò è dovuto principalmente all'occupazione a tempo determinato è un segnale molto negativo.
Non è accettabile che le risorse di Next Generation, producano solo lavoro povero e precario.
Non è questo l'investimento che l'Europa ci ha chiesto.


Non è questa la finalità delle tante risorse che ci vengono messe a disposizione dalla Comunità Europea. Le risorse vanno orientate in primis in un investimento nelle persone, per un lavoro di qualità, che veda protagonisti soprattutto giovani, donne e chi vive nel mezzogiorno.
Il Patto che va fatto è proprio quello di contrastare le forme di lavoro precarie a favore del lavoro a tempo indeterminato e a tempo pieno. Solo così rispetteremo uno dei fondamentali obiettivi che ci ha consegnato l'Europa.


www.uil.it 
Roma, 11 luglio 2022

A cura della UIL Servizio Politiche Economiche e Territoriali

Con l'emanazione, nel mese di Gennaio 2018, da parte dell'ANPAL (Agenzia Nazionale per le Politiche Attive e del Lavoro), di due Decreti Direttoriali che rendono operativi gli incentivi per le assunzioni nel Sud (Bonus assunzioni Sud), e delle assunzioni di giovani NEET iscritti al Programma Garanzia Giovani, si completa il quadro degli incentivi al lavoro e all'occupazione per l'anno 2018, iniziato con l'incentivo per l'occupazione giovanile stabile inserito nella Legge di Bilancio per il 2018 (Legge 205 del 2017).

I due incentivi, che valgono per le assunzioni fatte a partire dal 1 gennaio 2018 e fino al 31 Dicembre 2018, sono un rafforzamento, in quanto compatibili, dell'incentivo strutturale all'occupazione giovanile stabile.

INCENTIVI PER L'OCCUPAZIONE GIOVANILE STABILE (LEGGE DI BILANCIO 205/2017)

A partire dal 2108 per le assunzioni di giovani under 29 anni con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato a tutele crescenti è riconosciuto l'esonero triennale del versamento del 50% dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro fino ad un massimo di 3 mila euro annui.

Resta ferma l'aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche (contribuzione figurativa).

L'esonero spetta ai giovani che, non sono mai stati occupati precedentemente a tempo indeterminato, esclusi eventuali periodi di apprendistato.

Limitatamente alle assunzioni per il 2018 l'età per avere diritto all'esonero contributivo è innalzata a 35 anni.

Nell'ipotesi in cui il lavoratore o lavoratrice, per la cui assunzione a tempo indeterminato è stato parzialmente fruito l'esonero, sia nuovamente assunto a tempo indeterminato da altro datore di lavoro privato, il beneficio è riconosciuto a quest'ultimi per il periodo residuo utile alla piena fruizione (tre anni), indipendentemente dall'età del lavoratore o lavoratrice alla data della nuova assunzione (portabilità del beneficio dell'esonero).

L'incentivo è riconosciuto anche in caso di trasformazione di contratto da tempo determinato a tempo indeterminato fermo restando i requisiti anagrafici e di primo contratto a tempo indeterminato.

L'esonero si applica per un periodo di 1 anno, fermo restando il limite annuo di 3 mila euro, in caso di prosecuzione di un contratto di apprendistato in un rapporto a tempo indeterminato condizione che, il lavoratore o lavoratrice non abbia compito l'età di 30 anni alla data della prosecuzione.

L'esonero spetta ai datori di lavoro privati che, nei sei mesi precedenti all'assunzione, non abbiano proceduto a licenziamenti individuali per giustificato motivo o fatto ricorso a licenziamenti collettivi, non spetta inoltre in caso di licenziamento per giustificato motivo del lavoratore assunto o di un lavoratore impiegato nella medesima unità produttiva e inquadrato nella medesima qualifica del lavoratore assunto con l'esonero.

Per le assunzioni di lavoratori in alternanza scuola lavoro o di apprendisti di primo e terzo livello l'esonero è riconosciuto al 100%, fermo il limite di 3 mila euro annui.

L'incentivo per l'occupazione giovanile stabile non è cumulabile con altri incentivi economici della stessa natura (assunzioni di lavoratori e lavoratrici over 50 anni disoccupati da oltre 12 mesi, oppure donne di qualsiasi età senza lavoro dai 6 ai 24 mesi), mentre è cumulabile con l'incentivo assunzioni Sud e l'incentivo assunzioni NEET.

La misura è finanziata con 381 milioni di euro per l'anno 2018, 1,2 miliardi di euro per il 2019, 1,9 miliardi di euro per il 2020 e 2,4 miliardi di euro a partire dal 2021.

INCENTIVO ASSUNZIONI SUD

Per quanto riguarda il bonus assunzioni al Sud per nuove assunzioni, si tratta della decontribuzione totale (contributi previdenziali a carico del datore di lavoro), con tetto massimo fino a 8.060 euro, per un anno, per le assunzioni a tempo indeterminato, anche in apprendistato professionalizzante, trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato, nonché al socio lavoratore di cooperativa se assunto con contratto di lavoro subordinato.

L'incentivo è riconosciuto anche in caso di contratto di lavoro a tempo parziale, ma in questo caso il massimale è proporzionalmente ridotto.

L'incentivo non è riconosciuto in caso di assunzioni con contratto di lavoro domestico, occasionale o intermittente.

L'incentivo è riconosciuto ai datori di lavoro privati con sede di lavoro ubicata nelle Regioni "meno sviluppate" (Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia), o nelle Regioni "in Transizione" (Abruzzo, Molise, Sardegna).

Il bonus dovrà riguardare le assunzioni: di lavoratori e lavoratrici di età compresa tra i 16 e i 34 anni di età; lavoratori e lavoratrici con 35 anni ed oltre purchè disoccupati da oltre sei mesi.

Per avere diritto all'incentivo, salve fatte le trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato, i lavoratori e lavoratrici assunti non devono avere avuto rapporti di lavoro con il medesimo datore di lavoro negli ultimi sei mesi.

In caso di fruizione dell'incentivo oltre i limiti del regime "de minimis" (200 mila euro nel triennio), occorre rispettare le condizioni previste dal Regolamento sugli Aiuti di Stato (Regolamento UE 651 del 2014).

Ciò significa che, per avere diritto all'incentivo occorre rispettare il principio di "occupazione aggiuntiva" (al netto delle interruzioni per giusta causa, dimissioni volontarie, invalidità e pensionamenti), e delle condizioni di "fascia debole".

In quest'ultimo caso se l'assunzione riguarda persone di età compresa tra i 25 e i 34 anni l'esonero è riconosciuto se il lavoratore o lavoratrice è alternativamente: priva di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; non sia in possesso di un diploma di istruzione secondaria o qualifica professionale; al primo impiego regolarmente retribuito; assunto in settori con un tasso di disparità uomo-donna superiori al 25%.

Il Bonus non è cumulabile con altri incentivi economici della stessa natura (assunzioni di lavoratori e lavoratrici over 50 anni disoccupati da oltre 12 mesi, oppure donne di qualsiasi età senza lavoro dai 6 ai 24 mesi), incentivi assunzioni NEET (Garanzia Giovani), mentre è cumulabile con l'incentivo  strutturale all'occupazione giovanile stabile.

In questo caso l'incentivo assunzioni Sud è fruibile per la parte residua, fino al 100% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, con tetto massimo di 8.060 euro.

Gli incentivi per le assunzioni al Sud saranno finanziati fino ad un massimo di 500 milioni di euro di cui: 200 milioni di euro a valere sul Programma Operativo Nazionale Sistemi di Politiche Attive e Occupazione (PON SPAO); 300 milioni di euro a seguito dell'approvazione da parte del CIPE del Programma  Operativo Complementare Sistemi di Politiche Attive e Occupazione (POC SPAO).

Il bonus è riconosciuto dall'INPS fino ad esaurimento della dotazione finanziaria stanziata e le risorse non avranno, quest'anno vincoli territoriali di ripartizione tra categorie di Regioni (meno sviluppate e in transizione).

INCENTIVO ASSUNZIONI GIOVANI NEET

All'interno del Programma "Garanzia Giovani", che ricordiamo è stato rifinanziato fino al 2023 con 1,3 miliardi di euro di nuove risorse, è stato istituito "l'Incentivo Occupazione NEET", con una dotazione  finanziaria di 100 milioni di euro.

L'incentivo finanzierà assunzioni, dal 1 gennaio 2018 fino al 31 dicembre 2018, fino ad esaurimento delle risorse, di giovani NEET di età compresa tra i 16 e i 29 anni che hanno aderito al Programma Garanzia Giovani.

Nel caso di età inferiore di 18 anni i giovani devono avere assolto al diritto dovere all'istruzione  e formazione.

L'incentivo spetta ai datori di lavoro privati con sede di lavoro ubicata su tutto il territorio nazionale ad eccezione della Provincia Autonoma di Bolzano.

L'incentivo consiste  della decontribuzione totale (contributi previdenziali a carico del datore di lavoro), con tetto massimo fino a 8.060 euro, per un anno, per le assunzioni a tempo indeterminato anche a scopo di somministrazione, in apprendistato professionalizzante, al socio lavoratore di cooperativa se assunto con contratto di lavoro subordinato.

L'incentivo è riconosciuto anche in caso di contratto di lavoro a tempo parziale, ma in questo caso il massimale è proporzionalmente ridotto.

L'incentivo non è riconosciuto in caso di assunzioni con contratto di lavoro domestico, occasionale o intermittente.

Il Bonus non è cumulabile con altri incentivi economici della stessa natura (assunzioni di lavoratori e lavoratrici over 50 anni disoccupati da oltre 12 mesi, oppure donne di qualsiasi età senza lavoro dai 6 ai 24 mesi), incentivi assunzioni Sud, mentre è cumulabile con l'incentivo  strutturale all'occupazione giovanile stabile.

In questo caso l'incentivo assunzioni Sud è fruibile per la parte residua, fino al 100% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, con tetto massimo di 8.060 euro.

Essendo finanziato con fondi comunitari le aziende possono usufruire dell'incentivo in regime del "de Minimis".

In caso di fruizione dell'incentivo oltre i limiti del regime "de minimis" (200 mila euro nel triennio), occorre rispettare le condizioni previste dal Regolamento sugli Aiuti di Stato (Regolamento UE 651 del 2014).

Ciò significa che, per avere diritto all'incentivo occorre rispettare il principio di "occupazione aggiuntiva" (al netto delle interruzioni per giusta causa, dimissioni volontarie, invalidità e pensionamenti), e delle condizioni di "fascia debole".

In quest'ultimo caso se l'assunzione riguarda persone di età compresa tra i 25 e i 34 anni l'esonero è riconosciuto se il lavoratore o lavoratrice è alternativamente: priva di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; non sia in possesso di un diploma di istruzione secondaria o qualifica professionale; al primo impiego regolarmente retribuito; assunto in settori con un tasso di disparità uomo-donna superiori al 25%.

Gennaio 2018

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Negli accordi presi tra la Commissione Europea e gli Stati membri, nel 2013 nella definizione e approvazione del Quadro Finanziario Pluriennale Europeo (Bilancio Europeo), per la programmazione 2014-2020, vi era l'impegno, che nella revisione di metà periodo, si sarebbero rivisti i finanziamenti destinati alle politche di coesione e si sarebbe provveduto a rifinanziare il Programma dell'Iniziativa Occupazione Giovanile (Garanzia Giovani).

In tal senso nel corso dell'anno si è proceduto a rivedere il Quadro Finanziario Pluriennale e "dall'aggiustamento tecnico di Bilancio", così si chiama tale operazione, al nostro Paese sono stati assegnati ulteriori 1,6 miliardi di euro di Fondi Strutturali e di Investimento Europeo e 343 milioni di euro, per rifinanziare il Programma Iniziativa Occupazione Giovanile.

Del totale delle risorse dei Fondi Strutturali e di Investimento Europeo (aggiustamento tecnico di Bilancio), una quota parte di 560 milioni di euro (FSE), a cui si aggiungono 222 milioni di euro di cofinanziamento nazionale (a carico del Fondo Sviluppo e Coesione), viene destinata al rifinanziamento del Programma Iniziativa Occupazione Giovanile, rispettando le percentuali di destinazione tra le varie categorie di regioni (più sviluppate, in transizione e meno sviluppate).

Programma dell'Iniziativa Occupazione Giovanile (Garanzia Giovani)

I Regolamenti Europei prevedono che  alle risorse dirette ad Iniziativa Occupazione Giovanile (343 milioni di euro), da ripartirsi tra le varie Regioni con il criterio del numero di disoccupati di età inferiore ai 25 anni,si aggiungano risorse di Fondo Sociale Europeo (FSE), rispettando per queste risorse il vincolo di destinazione territoriale e il cofinanziamento nazionale.

Per rispettare questa regole si è reso necessario riprogrammare il Programma Operativo Nazionale "Sistemi di Politiche Attive e Occupazione" (PON SPAO).

A tal fine la riprogrammazione, in questo caso, del PON SPAO ha riguardato la diminuzione delle risorse destinate alle Regioni più sviluppate pari a 147 milioni di euro (104 milioni di euro di FSE e 43 milioni di euro di cofinanziamento).

Pertanto  il finanziamento complessivo del Programma dell'Iniziativa Occupazione Giovanile, per il periodo 2018-2020 ammonta a 1,2 miliardi di euro, comprensivi dei 200 milioni di euro del Bonus per le assunzioni dei NEET a partire da febbraio 2017.

L'allocazione delle risorse del nuovo programma Iniziativa Occupazione Giovanile è suddivisa in 2 assi.

Il primo asse, con una dotazione di 775 milioni di euro (390 milioni di euro alle Regioni del Centro Nord, 45 milioni alle Regioni in Transizione e 340 alle Regioni meno sviluppate), finanzierà le azioni svolte dalle Regioni (Organismi Intermedi di gestione), e destinate ai giovani NEET (accoglienza, presa in carico, orientamento; formazione; accompagnamento al lavoro; tirocini; servizio civile; sostegno all'autoimpiego e autoimprenditorialità; Bonus occupazione).

Il secondo asse, con una dotazione di 497 milioni di euro (50 milioni di euro per le Regioni in Transizione e 447 milioni di euro per le Regioni meno sviluppate),  finanzierà progetti di contrasto alla disoccupazione giovanile nel Sud e, quindi, saranno diretti non solo ai giovani NEET ma alla complessiva platea di giovani fino a 29 anni.

Per quanto riguarda le Regioni Veneto, Emilia Romagna e Provincia Autonoma di Trento che, presentando tassi di disoccupazione giovanile (15/24 anni) inferiori al 25%, pur non rientrando tra le Regioni ammissibili ma avvalendosi della "clausola di flessibilità" del 10% prevista dal Regolamento Europeo 1304/2013, che disciplina il Fondo Sociale Europeo rientrano nel finanziamento per la sola parte delle risorse del Programma.

Programma Nazionale Sistemi di Politiche Attive e Occupazione (PON SPAO)

La riprogrammazione del PON SPAO non si è limitata soltanto al rifinanziamento del Programma Iniziativa Occupazione Giovanile (PON IOG), ma ha riguardato tutto il programma complessivamente.

In primis si è provveduto, all'interno del PON SPAO,  a spostare 520 milioni di euro verso l'asse  "occupabilità", per avere maggiori risorse finalizzate a  dare impulso all'occupazione nelle Regioni in transizione (Molise, Abruzzo, Sardegna) e in quelle meno sviluppate (Campania. Puglia, Basilicata; Calabria, Sicilia) non escludendo il rifinanziamento anche per il prossimo anno del Bonus occupazione Sud.

Inoltre si è provveduto alla riduzione del tasso di cofinanziamento nazionale per finanziare un "Programma Nazionale Complementare" (POC), pari a 357 milioni di euro,  con riduzione di: 61 milioni di euro a carico delle regioni del Centro-Nord; 11 milioni di euro per le Regioni in transizione, e 285 milioni di euro per le Regioni meno sviluppate.

Il nuovo POC finanzierà azioni di politica attiva del lavoro ed in particolare: il "Piano di rafforzamento dei servizi e delle misure di politica attiva del lavoro", attraverso:

il potenziamento dei Centri per l'Impiego (assunzioni di circa mille operatori con contratto a termine); interventi a sostegno della rete dei servizi  per l'impiego curati, prevalentemente, da ANPAL Servizi; infine una parte di queste risorse sarà destinata a ripianare, in alcune Regioni, la differenza tra i costi standard nazionali, con i quali sono state remunerate alcune tipologie di intervento cofinanziate con il FSE, e le modalità di pagamento  effettivamente adottate  da alcune Regioni (Costi Standard regionali).

Alcune riflessioni

Il ruolo di Organismo Intermedio di Gestione, affidato alle  Regioni, del Programma Iniziativa Occupazione Giovanile (PON IOG), da un ampio margine di discrezionalità  alle stesse Regioni nel programmare le risorse ad esse spettanti  e previste "nell'asse 1" del Programma ( tirocini; servizio civile; sostegno all'autoimpiego e autoimprenditorialità; Bonus occupazione).

A livello nazionale abbiamo sollecitato ad adeguare finanziariamente l'azione che riguarda il bonus assunzioni giovani e a rivedere, in particolare, l'intensità di incentivo tra le varie tipologie contrattuali facendo "pesare" meno l'incentivo per il tempo determinato e aumentando, conseguentemente,  l'intensità di aiuto per le assunzioni a tempo indeterminato e in apprendistato.

Abbiamo sostenuto, altresì, che il bonus assunzioni sia reso coerente e compatibile con la possibile introduzione in legge di Bilancio della decontribuzione per le nuove assunzioni di giovani, di cui si sta discutendo con il Governo nel "tavolo lavoro".

Al contempo, però, sarebbe importante che le strutture regionali della UIL si attivassero per aprire celermente confronti con le Regioni per discutere e condividere il rifinanziamento del programma e, soprattutto quali interventi e quanto destinare ad ognuno di essi.

Per quanto riguarda, invece, la riprogrammazione del PON SPAO abbiamo sollecitato il possibile rifinanziamento del Bonus assunzioni Sud, rendendo anche questo Bonus coerente e compatibile con l'introduzione in legge di Bilancio della decontribuzione per le nuove assunzioni di giovani.

Sulla riduzione del tasso di cofinanziamento per finanziare il Programma Nazionale Complementare per le politiche attive condividiamo il percorso, ma abbiamo posto l'esigenza che le risorse vadano orientate maggiormente al rafforzamento dei Centri per l'Impiego Pubblici, e, soprattutto che le azioni previste siano messe in campo velocemente.

Inoltre, abbiamo posto l'esigenza che per le risorse di tale Programma sia rispettata la ripartizione territoriale, per non penalizzare alcune Regioni, in particolare del Sud, in quanto non vorremmo che parte delle risorse  siano  stornate dalle Regioni in transizione e meno sviluppate per finanziare azioni nel Centro-Nord.

Settembre 2017

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PER L'AZIENDA CHE VUOLE ATTIVARE UN TIROCINIO

- Descrizione del profilo ricercato attraverso compilazione scheda allegata (anche telefonicamente), dopodiché EnFAP provvede a caricare l'annuncio sul sito di Garanzia Giovani

- Se l'azienda ha già individuato una risorsa, il futuro tirocinante deve iscriversi a Garanzia Giovani ed effettuare 1 colloquio + 4 ore di Orientamento presso EnFAP prima dell'attivazione

- Se l'azienda non ha individuato una risorsa, EnFAP si occupa del servizio di ricerca e selezione, senza oneri per l'azienda che potrà scegliere il tirocinante visionando i CV oppure effettuando un colloquio direttamente con i candidati presso la nostra sede. Il futuro tirocinante dovrà effettuare 1 colloquio + 4 ore di Orientamento presso EnFAP prima dell'attivazione

- Il consulente del lavoro deve provvedere a trasmettere al Centro per l'Impiego la comunicazione obbligatoria (di cui ci farà avere copia)

- EnFAP si occupa della stipula della convenzione di tirocinio e del progetto formativo

- L'avvio del tirocinio comporta a carico dell'impresa: attivazione assicurazione RC e posizione INAIL per il tirocinante, rimborso spese pari a € 600 al mese per i primi 3 mesi (la Regione finanzia gli ultimi 3 mesi)

- Per poter ottenere il contributo della Regione il tirocinio deve avere la durata di SEI MESI  e avere orario FULL TIME.

PER I CANDIDATI

- Requisiti: stato di disoccupazione, età massima 29 anni, non essere iscritto ad un corso di formazione finanziato oppure università (può chiedere eventualmente il congelamento dell'iscrizione all'Università)

- Istruzioni per l'iscrizione al sito (se ci fossero difficoltà possono anche contattarci per effettuarla da noi, meglio non farla da cellulare)

- Il sito www.garanziagiovanipiemonte.it richiede di compilare alcune sezioni che riguardano la formazione, eventuali esperienze lavorative, ecc, occorre fare attenzione e compilare TUTTE le parti richieste.

Fare attenzione perché il sito non avverte se hai salvato i dati inseriti, lo fa automaticamente. Bisogna segnarsi per bene tutte le password perché il sito chiederà di modificarle in un secondo momento.

- Successivamente occorre effettuare l'iscrizione al sito www.cliclavoro.gov.it, avendo cura di selezionare la Regione di appartenenza (Piemonte) e cliccare ADERISCI per completare l'iscrizione.

Conservare con cura le password e controllare sul sito che le iscrizioni siano andate a buon fine (purtroppo abbiamo avuto delle difficoltà con alcuni utenti).

Dopo l'iscrizione ci vorrà qualche giorno per l'acquisizione dei dati, in seguito è possibile associare i profili all'annuncio e  organizzare gli incontri di orientamento previsti dal progetto.

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In allegato  un report UIL sull'attuazione del Programma "Garanzia Giovani". Sempre sullo stesso argomento vi inviamo il documento della UIL presentato nei giorni scorsi in occasione di un'audizione con la Corte dei Conti Europea. Entrambi i documenti mettono in evidenza le criticità sull'attuazione e sulla sua buona riuscita di Garanzia Giovani, e mettono, in evidenza quanto sia necessario intervenire per potenziare al massimo i centri per l'impiego.

 

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"Il Pensionato che vorrei". E' il titolo del Convegno organizzato dalla UilPensionati, svoltosi a Catania nella prestigiosa cornice del teatro "L'Istrione". All'iniziativa hanno partecipato il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, il Segretario generale della UilPensionati, Romano Bellissima, il Presidente dell'Ital nazionale, Gilberto De Santis, il Segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, il Segretario Regionale della Uil Pensionati, Nino Toscano e il Segretario generale della Uil Catania Fortunato Parisi.

Nell'intervento conclusivo, Barbagallo ha ribadito la posizione della sua Organizzazione sul tema della flessibilità verso il pensionamento: "Non tutti i lavori sono uguali e, dunque, non tutti possono andare in pensione alla stessa età. Ecco perché occorre intervenire per rendere più flessibile un sistema la cui rigidità ha generato storture, a volte clamorose, come quella degli esodati. Peraltro – ha proseguito il leader della Uil – riteniamo che questa flessibilità possa anche agevolare l'introduzione della staffetta generazionale per consentire a tanti giovani di entrare nel mondo del lavoro. Noi abbiamo proposto l'attuazione di una vera e propria trasformazione delle attuali dinamiche sociali: riteniamo che bisogna dare stabilità ai giovani e flessibilità agli anziani. E' stato un errore – ha precisato Barbagallo – impegnare i giovani nei lavori socialmente utili che, spesso, si sono trasformati, per loro, in una condizione di precarietà. I lavori socialmente utili, invece, devono essere attribuiti a quei pensionati che, uscendo prima dai processi produttivi, possono arrotondare la loro magra pensione svolgendo tali attività e possono continuare a essere persone attive e produttive".

Gli ha fatto eco il Segretario generale della Uil Pensionati, il quale ha sottolineato le condizioni di difficoltà in cui sono costretti a vivere milioni di pensionati. "Siamo preoccupati – ha detto Romano Bellissima - per le scelte di questo Governo che continua a trasferire risorse dal mondo del lavoro alle imprese e alle banche. Noi, invece, pensiamo che si possa salvare l'economia del Paese anche rivalutando le pensioni e mantenendo inalterato, nel tempo, il loro potere d'acquisto. Bisogna tutelare i più deboli e, in particolare, i non autosufficienti. Si tratta di 3 milioni di persone le cui famiglie vivono una condizione di grande problematicità e, talvolta, di disperazione che devono essere aiutate ad affrontare questa difficile realtà. Purtroppo – ha concluso Bellissima - quando non si rinnovano i contratti di lavoro, quando non si tutelano i pensionati, quando si fanno riforme come la Fornero che taglia 80 miliardi alle future pensioni, di fatto, si sta indebolendo una parte della popolazione e non si sta facendo un'operazione di equità e giustizia".

Catania, 22 gennaio 2016

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(AGI) - Roma, 24 nov. - Solo sei laureati su dieci nel 2014 avevano un'occupazione. E la tendenza e' in calo dal 2010. Lo riferisce il rapporto presentato oggi al Miur dall'Ocse, secondo cui nel 2014 solo il 62% dei laureati tra i 25 e i 34 anni era occupato in Italia, 5 punti percentuali in meno rispetto al tasso di occupazione del 2010.

"Questo - affermano gli esperti Ocse - e' un livello paragonabile a quello della Grecia ed e' il piu' basso tra i Paesi dell'Ocse. Il tasso di occupazione e' particolarmente basso tra coloro che hanno i genitori non laureati e meno probabilita' di accedere a una rete di relazioni sociali. Ma la crisi economica del 2008-2009 non e' l'unico fattore che spiega la scarsita' di lavoro: secondo l'Ocse spesso i titoli di studio "non coincidono con l'acquisizione di competenze solide, sollevando interrogativi circa la qualita' dell'apprendimento".

L'Italia e' fanalino di coda anche per il numero di laureati: rispetto alla media degli altri Paesi Ocse, gli italiani con in mano un titolo di laurea sono ancora pochi. Nel rapporto Ocse si prevede infatti che solo il 42% dei giovani si iscrivera' ai programmi di istruzione terziaria, la minore quota d'iscrizione rispetto all'insieme dei Paesi Ocse, dopo il Lussemburgo e il Messico", afferma il Rapporto, secondo cui "nel complesso il 34% dei giovani italiani dovrebbe conseguire un diploma d'istruzione terziaria, rispetto a una media Ocse del 50%".

Tuttavia c'e' da rilevare che se le attuali tendenze verranno confermate, il 20% dei giovani italiani conseguira' un titolo universitario di secondo livello o un titolo universitario equivalente (per esempio una laurea magistrale) e cio' a fronte di una media Ocse che e' pari al 17%.

L'Ocse da' atto all'Italia di aver compiuto "progressi importanti" nel rafforzamento dei programmi di istruzione a ciclo breve professionalizzante, che preparano gli studenti a un rapido ingresso nel mondo del lavoro. Nel complesso le universita' italiane non attraggono gli studenti degli altri Paesi Ocse, anche per la carenza di insegnamenti in lingua inglese: nel 2013 meno di 16mila studenti stranieri di aerea Ocse risultava iscritto negli atenei italiani, rispetto a circa 46mila studenti in Francia e 68mila in Germania. (AGI) .

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