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Il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha concluso i lavori della Conferenza di Organizzazione della Uiltemp. Rivolgendosi alla platea, composta nella stragrande maggioranza da delegate e delegati molto giovani, Barbagallo ha detto: "Voi siete una categoria di frontiera, la squadra 'primavera' della Uil". Il leader del Sindacato di via Lucullo, poi, è tornato sulla vicenda voucher e ha commentato le voci sulle possibili soluzioni alternative che sarebbero già all'attenzione del legislatore. Secondo alcune indiscrezioni giornalistiche, si starebbe ragionando su un modello simile ai cosiddetti mini job tedeschi.

«Non sappiamo quanto sia fondata questa ipotesi e, comunque, andrà verificata con la massima attenzione. Il nuovo strumento, infatti - ha sottolineato Barbagallo - dovrà essere adottato per situazioni e in forme specifiche e ben individuate, al solo fine di evitare che alcune attività restino del tutto prive di una seppur minima tutela e che tornino nel nero».

Roma, 7 aprile 2017

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Martedì, 03 Gennaio 2017 10:02

Studio UIL sul lavoro irregolare

In allegato vi trasmettiamo la copia definitiva dello Studio UIL sul lavoro Irregolare.

 

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Gli oltre 3 milioni di lavoratori in nero presenti in Italia "producono" 77,2 miliardi di euro di Pil irregolare all'anno (pari al 4,8 per cento del Pil nazionale) Questa piaga sociale ed economica "sottrae" alle casse dello Stato 36,9 miliardi di euro di tasse e contributi.

Secondo le stime elaborate dall'Ufficio studi della CGIA, la Regione più "colpita" è la Calabria: l'incidenza del valore aggiunto da lavoro irregolare sul Pil è pari all'8,7 per cento. Seguono la Campania (8,4 per cento), la Sicilia (7,8 per cento), la Puglia (6,7 per cento) e l'Abruzzo (6 per cento). Le realtà meno investite da questo fenomeno, invece, sono il Trentino Alto Adige (3,6 per cento), la Valle d'Aosta (3,4 per cento) e il Veneto (3,3 per cento).

I numeri, riferiti al 2014 (ultimo anno disponibile), misurano il peso economico del lavoro nero presente in Italia. Una piaga che vede coinvolti milioni e milioni di persone: lavoratori dipendenti che fanno il secondo lavoro; cassaintegrati o pensionati che arrotondano le loro magre entrate o disoccupati che in attesa di rientrare ufficialmente nel mercato del lavoro sbarcano il lunario "grazie" ai proventi di una attività irregolare.

Secondo i dati del ministero dell'Economia si stima che le imposte evase in Italia ammontino complessivamente a 108,7 miliardi, di cui 98,3 di mancate entrate tributarie e altri 10,4 di contributi previdenziali non versati. Nei 108,7 miliardi sono inclusi anche i 36,9 miliardi che sono riconducibili al lavoro nero. Ufficio Studi CGIa – Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre – CGIa Via Torre Belfredo 81/e – 30174 Venezia-Mestre – www.cgiamestre.com 2

Si ricorda che il valore aggiunto "prodotto" dal sommerso economico nel 2014 è stato stimato dall'Istat in 194,4 miliardi di euro (che include i flussi generati dalla sotto-dichiarazione, dal lavoro irregolare e dagli affitti in nero). Tale importo sale a 211,3 miliardi se si considerano anche le attività illegali (prostituzione, traffico stupefacenti e contrabbando di sigarette).

"Con la crisi – esordisce il coordinatore dell'Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo - l'economia da lavoro irregolare ha subito una forte impennata. Tra il 2011 e il 2014 il valore aggiunto generato da questo settore è salito dell'8,5 per cento. Purtroppo, chi in questi ultimi anni ha perso il posto di lavoro non ha avuto alternative: per mandare avanti la famiglia ha dovuto ricorrere a piccoli lavoretti o a svolgere attività lavorative completamente in nero per portare a casa qualcosa. Una situazione che coinvolge quasi 1.270.000 persone al Sud, quasi 708.000 a Nordovest, poco meno di 644.500 al Centro e poco più di 483.000 a Nordest".

Come dicevamo più sopra, la Regione più a "rischio" è la Calabria che presenta 143.000 lavoratori in nero e un'incidenza percentuale del valore aggiunto da lavoro irregolare sul Pil pari all'8,7 per cento. Questa situazione, secondo l'elaborazione della CGIA, si traduce in 1,3 miliardi di euro di mancate entrate per lo Stato dalla Calabria. Segue la Campania che con 387.200 unità di lavoro irregolari "produce" un Pil in "nero" che pesa su quello ufficiale per l'8,4 per cento. Le tasse che mediamente vengono a mancare in Campania ammontano a 3,9 miliardi di euro all'anno. Al terzo posto di questa particolare graduatoria troviamo la Sicilia: con 306.900 irregolari e un peso dell'economia sommersa su quella ufficiale pari al 7,8 per cento, le imposte e i contributi non versati sono pari a 3,2 miliardi di euro all'anno.

"Con troppe tasse e un sistema burocratico e normativo eccessivo – conclude il segretario della CGIA Renato Mason - l'economia irregolare ha trovato un habitat ideale per espandersi. Inoltre, chi opera completamente o parzialmente in nero fa concorrenza sleale, altera le più elementari norme di democrazia economica nei confronti di chi lavora alla luce del sole ed è costretto a pagare tutte le tasse e i contributi fino all'ultimo centesimo. Ufficio Studi CGIa – Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre – CGIa Via Torre Belfredo 81/e – 30174 Venezia-Mestre – www.cgiamestre.com 3

Anche per questo è necessario che il lavoro nero venga contrastato e perseguito".

Tabella in allegato.

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Nel 2014, l'economia non osservata (sommersa e derivante da attività illegali) vale 211 miliardi di euro, pari al 13,0% del Pil. Il valore aggiunto generato dalla sola economia sommersa ammonta a 194,4 miliardi di euro (12,0% del Pil), quello connesso alle attività illegali (incluso l'indotto) a circa 17 miliardi di euro (1% del Pil).

Fra il 2011 e il 2014 il peso sul Pil dell'economia non osservata è passato dal 12,4% al 13,0%.

Il valore aggiunto generato dall'economia non osservata nel 2014 deriva per il 46,9% (47,9% nel 2013) dalla componente relativa alla sotto-dichiarazione da parte degli operatori economici. La restante parte è attribuibile per il 36,5% all'impiego di lavoro irregolare (34,7% nel 2013), per l'8,6% alle altre componenti (fitti in nero, mance e integrazione domanda-offerta) e per l'8% alle attività illegali.

L'incidenza sul valore aggiunto dei flussi generati dall'economia sommersa è particolarmente elevata nei settori delle Altre attività dei servizi (33,6% nel 2014), del Commercio, trasporti, attività di alloggio e ristorazione (25,9%) e delle Costruzioni (23,5%).

Il peso della sotto-dichiarazione sul complesso del valore aggiunto prodotto in ciascun settore assume dimensioni importanti nei Servizi professionali (17,5% nel 2014), nel Commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (13,8%) e nelle Costruzioni (13,2%). All'interno dell'industria, l'incidenza risulta marcata nelle attività economiche connesse alla Produzione di beni alimentari e di consumo (8,3%) e contenuta in quelle di Produzione di beni di investimento (2,7%).

La componente di valore aggiunto generata dall'impiego di lavoro irregolare è particolarmente rilevante nel settore degli Altri servizi alle persone (23,3% nel 2014), dove è principalmente connessa al lavoro domestico, e nell'Agricoltura, silvicoltura e pesca (16,3%).

Nel 2014 le unità di lavoro irregolari sono 3 milioni 667 mila, in prevalenza dipendenti (2 milioni 595 mila), in significativo aumento sull'anno precedente (rispettivamente +180 mila e +157 mila). Il tasso di irregolarità, calcolato come incidenza delle unità di lavoro (ULA) non regolari sul totale, è pari al 15,7% (+ 0,7 punti percentuali rispetto al 2013).

Il tasso di irregolarità dell'occupazione risulta particolarmente elevato nel settore dei Servizi alla persona (47,4% nel 2014, 2,4 punti percentuali in più del 2013), seguono a grande distanza l'agricoltura (17,5%), il Commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (16,5%) e le Costruzioni (15,9%).

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Pubblicato il rapporto sull'attivita di vigilanza del ministero con Inps e Inail: lo scorso anno controlli su 221.476 imprese, oltre 77mila i dipendenti totalmente in nero

LAVORO: IN NERO 42,61% LAVORATORI IRREGOLARI IN AZIENDE ISPEZIONATE = Pari a 77.387 persone nel 2014. Controlli su 221.476 imprese

Roma, 26 feb. (Labitalia) – Oltre 77mila lavoratori 'trovati' totalmente in nero. E' quanto emerge dal Rapporto 2014 sull'attività di vigilanza del ministero del Lavoro, Inps e Inail che calcola come la percentuale sia pari al 42,61% dei lavoratori irregolari, scoperti durante i controlli che sono stati condotti su 221.476 aziende. Di
queste 142.132 non sono risultate in regola.

Irregolari il 64,17%  delle imprese ispezionate nel 2014. In particolare, quelle irregolari rilevate l'anno scorso sono state 142.132 sulle 221.476 controllate.

Nel 2013 quelle risultate irregolari erano 152.314.

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Interviene il Ministro Maurizio Martina

"Legalità, diritti, dignità. Da Rosarno si può", questo è il titolo dell'iniziativa di Fai, Flai e Uila che si terrà il 13 Febbraio a Rosarno (RC), ore 9.30 presso il Palazzetto dello Sport. Tema dell'appuntamento unitario, al quale interverrà anche il Ministro Maurizio Martina, sarà il lavoro nero in agricoltura e le misure concrete da mettere in atto contro forme di sfruttamento e caporalato che affliggono il settore da Nord a Sud.
"Con questa iniziativa - spiegano Fai, Flai e Uila - che abbiamo voluto indire proprio in uno dei luoghi simbolo della drammaticità del problema, intendiamo valorizzare le nuove opportunità offerte dalla normativa recentemente introdotta con Campolibero, nonché sostenere l'iter degli emendamenti che ripropongono elementi importanti della nostra proposta unitaria per il mercato del lavoro agricolo. Infatti, va sottolineato quanto i problemi dello sfruttamento e del sommerso nel lavoro agricolo, nonostante gli sforzi fatti, non siano ancora stati risolti. Dalla introduzione nel 2011 dell'articolo 603bis del codice penale che prevede il reato di caporalato quale reato penale (pena la reclusione), un primo importante passo è stato fatto ma la normativa vigente è insufficiente. Per questo è necessario intervenire sull'incrocio tra domanda e offerta di lavoro per bloccare all'origine la filiera dell'illegalità e dello sfruttamento".

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"Assieme alla Flai-Cgil, manifestiamo perché, nonostante le tante parole su trasparenza, legalità e rispetto dei diritti, il lavoro nero resta una piaga drammatica per il Paese. Se non ci saranno segnali concreti da parte del Governo, dopo la manifestazione di sabato prossimo alla quale parteciperanno oltre 10.000 persone, porteremo i lavoratori ad Expo 2015 per spiegare ai consumatori di tutto il mondo che un terzo della qualità dell'agroalimentare italiano è fatto con lavoro nero".
Così il segretario generale della Uila-Uil Stefano Mantegazza alla conferenza stampa di presentazione della manifestazione che si svolgerà sabato 29 novembre a Roma.

Altro punto della piattaforma della manifestazione è la richiesta di una nuova politica in materia di tutela del territorio. "Nonostante l'Italia sia il paese più fragile d'Europa dal punto di vista del dissesto idrogeologico" ha detto Mantegazza "gli operai forestali e i lavoratori dei consorzi di bonifica che dovrebbero manutenere il territorio sono nella maggior parte dei casi da mesi senza stipendio, senza contratto e senza prospettive".

Ma non mancano, tra i motivi della protesta, anche il Jobs Act e la Legge di stabilità. "Il Jobs Act", per Mantegazza "è sbagliato, perché al contrario di quello che si vuol far credere, riduce i salari con la generalizzazione dei voucher e l'introduzione del salario minimo per legge e aumenta la precarietà. Inoltre non dà risposte a quelle generazioni di persone che sono diventate adulte restando precarie; né alla fascia di cinquantenni espulsi dal mondo del lavoro. Togliendo la cassa integrazione, la mobilità, la cassa in deroga, si creano solo nuovi poveri che, insieme alle tutele, rischiano di perdere anche la fiducia nella democrazia". "Infine, il taglio di risorse ai patronati previsto nella Legge di stabilità priverà milioni di persone di un'assistenza gratuita che il servizio pubblico non è in grado da solo di fornire".

"Agli amici della Fai-Cisl" ha concluso Mantegazza "diciamo che ci rammarica la loro decisione di sfilarsi da un'iniziativa stabilita unitariamente. Ci auguriamo di poter riprendere, al più presto, un percorso unitario, perché è questo il modo di fare sindacato che da sempre caratterizza la nostra categoria".

 

Volantino in allegato

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