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Sabato, 31 Gennaio 2015 01:00

L'augurio della UIL al Presidente Mattarella

Al neo eletto Capo dello Stato esprimo, a nome mio personale e della UIL tutta, calorose felicitazioni e sinceri auguri di buon lavoro.Ho avuto il privilegio di conoscere Sergio Mattarella negli anni della sua attività in Sicilia: è un uomo che ha il senso innato dello Stato e del servizio alla collettività.

Sono certo che sarà un grande Presidente della Repubblica, garante della Costituzione e della democrazia.

Roma, 31 gennaio 2015

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DICHIARAZIONE DI CARMELO BARBAGALLO

"I pessimi dati relativi alla produzione nel settore delle costruzioni confermano, purtroppo, tutte le nostre preoccupazioni: mentre il Governo parla di ripresa, i numeri lo smentiscono. Con questo Jobs Act, che è solo propaganda, si continua a discutere di norme sui licenziamenti e nulla si attua, invece, per far riprendere concretamente l'economia". Lo ha detto il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo nel corso di un seminario interno di approfondimento sulle nuove norme relative al mercato del lavoro, organizzato dal dipartimento politiche del lavoro della Confederazione di via Lucullo.

"Ritorniamo sempre sullo stesso punto: servono investimenti pubblici e privati, ma – ha proseguito Barbagallo - quelli previsti dal piano Junker sono aleatori e, comunque, insufficienti. Ecco perché dobbiamo puntare a organizzare una manifestazione di carattere europeo per dire sia al nostro Governo sia a Bruxelles che non vogliamo morire di stabilità e austerità".

Il leader della Uil ha richiamato l'attenzione anche sul tema della contrattazione. "Mentre la deflazione fa ristagnare l'economia, l'incremento della tassazione locale penalizza, in particolare, i lavoratori dipendenti e i pensionati. Dobbiamo, dunque, riprendere il filo del ragionamento unitario – ha concluso Barbagallo - anche per avviare una serie di iniziative che rilancino la contrattazione tanto nel settore pubblico quanto in quello privato".

Roma, 19 gennaio 2015

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Stiamo assistendo, in questi giorni, ad alcuni "siparietti" su lavoro e jobs Act che confermano tutte le nostre preoccupazioni e i nostri dubbi.Mentre nell'ultimo rapporto della Commissione Ue sull'occupazione si bacchetta l'Italia accusandola di far poco per aiutare i giovani a trovare lavoro, il vicepresidente della stessa Commissione, Katainen, si spertica in generose lodi sulla cosiddetta riforma varata dal nostro Governo.

E a proposito del Jobs Act, poi, lo stesso Katainen parla di una medicina che deve essere assunta. Una medicina, appunto: tanto amara, però, da far temere - ad esempio - ai giovani della Mc Donald's un potenziale peggioramento della propria condizione, oggi garantita dai buoni risultati conseguiti grazie alla recente contrattazione.

Tutto questo accade mentre Bankitalia taglia di molto le stime di crescita del Pil per il 2015 e continua a vedere fattori di fragilità nei processi occupazionali.

La verità è che piuttosto di una medicina generica e dagli effetti collaterali devastanti, il nostro Paese avrebbe bisogno di un potente ricostituente. Ci si attivi dunque, in Europa e in Italia, per attuare un piano di investimenti vero ed efficace come quello realizzato negli USA: i pannicelli caldi e le cure inadeguate rischiano solo di far peggiorare la situazione.

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DICHIARAZIONE DI CARMELO BARBAGALLO, SEGRETARIO GENERALE UIL

La Uil si associa all'unanime sentimento di gratitudine al Presidente Napolitano per il servizio reso al Paese con spirito di abnegazione e assoluto senso dello Stato.

Gli siamo particolarmente grati per l'attenzione che ha costantemente riservato al mondo del lavoro. A lui va il nostro riconoscimento per aver voluto e saputo dare risalto, da fedele custode dei valori costituzionali, al principio sancito nell'articolo 1 della nostra Carta fondamentale.

Roma, 14 gennaio 2015

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DICHIARAZIONE DI CARMELO BARBAGALLO SEGRETARIO GENERALE UIL

Questo Jobs Act non risolverài problemi del mondo del lavoro; anzi, farà emergere contraddizioni che non saràfacile gestire. Un vero Jobs Act, invece, dovrebbe determinare la soluzione delle crisi aziendali ancora aperte e prevedere investimenti pubblici e privati.

Da questo punto di vista, abbiamo apprezzato la soluzione adottata per l'Ilva che dà un futuro a uno stabilimento strategico per la nostra economia e crea le condizioni per salvaguardare l'ambiente di quel territorio.

Risolvere le vertenze aperte, puntare sugli investimenti per lo sviluppo e l'occupazione, correggere gli errori che scaturiranno dai decreti appena approvati sono solo alcuni degli obiettivi che ci porremo giàa partire dai primi giorni del nuovo anno. Chiederemo a CGIL e CISL di predisporre, insieme, un percorso comune e iniziative unitarie per ottenere questi risultati.

Roma, 26 dicembre 2014

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Il leader della Uil, al tavolo del confronto, ha avvisato il Governo: "È singolare constatare come questo provvedimento entusiasmi la parte datoriale. Era stato promesso ai giovani che si sarebbe parlato, per loro, di occupazione: oggi però la riunione è iniziata parlando di licenziamenti.Aspettiamo di leggere i testi, ma se le cose fossero così come le avete dette, vi promettiamo lotte crescenti".

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DICHIARAZIONE DI CARMELO BARBAGALLO SEGRETARIO GENERALE UIL

Non voglio fare polemiche con Renzi: i lavoratori, i pensionati, i cassaintegrati, i giovani non hanno bisogno di duelli verbali.

Piuttosto voglio sottolineare un fatto importante. Lo sciopero generale ha conseguito un suo primo risultato: il Premier, nel suo intervento conclusivo, ha annunciato che il 19 dicembre ci dovrebbe essere un incontro tra il ministro del Lavoro e i sindacati.

Se davvero prevarrà la volontà del dialogo, unica vera misura di una democrazia partecipativa, avremo fatto, insieme, un grande passo avanti.

Roma, 14 dicembre 2014

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CONFERENZA STAMPA SCIOPERO GENERALE

SINTESI DELL'INTERVENTO DI CARMELO BARBAGALLO

Le motivazioni per cui abbiamo indetto lo sciopero generale del 12 dicembre restano tutte in vita. Noi abbiamo chiesto al Governo di rivedere le proprie posizioni e invece tutto ciò non è avvenuto. Le motivazioni partono dalla necessità di estendere gli 80 euro del bonus fiscale anche ai pensionati - che sono il vero ammortizzatore sociale del Paese - e agli incapienti, cosa che era stata promessa e non mantenuta, di aprire la trattativa per la contrattazione nel pubblico impiego, i cui lavoratori hanno perso potere d'acquisto, di modificare le misure previste dal Jobs Act che non corrispondono a ciò che il Governo aveva promesso, e cioè a tutele crescenti per i giovani. Noi ci auguriamo che queste misure, assolutamente insoddisfacenti per chi cerca lavoro, possano essere cambiate nei decreti attuativi. Un giovane che viene assunto sulla base delle norme del Jobs Act avrà per tre anni il cosiddetto contratto a tutele crescenti. In realtà, a tutti gli effetti, sarà un contratto a tutele calanti, perché mentre i datori di lavoro avranno un vantaggio fiscale e contributivo, i giovani non avranno l'articolo 18 e alla fine dei tre anni rischiano di essere licenziati e avere soltanto circa 7 mila euro di rimborso a fronte dei 16.700 che risparmierebbe il datore di lavoro, senza contare lo sgravio Irap. Come vedete, già questa è una sperequazione che, forse, se discussa con i sindacati poteva essere evitata: nel nostro Paese si facevano leggi di precarietà e continuano a essere fatte leggi che non eliminano la precarietà.

Senza una vera riforma fiscale, senza una vera lotta alla corruzione e senza una vera lotta ai costi della politica questo paese si è fermato e rischia di restare fermo. Non si ferma solo perché i lavoratori e i sindacati dichiarano sciopero generale. Tutti gli indicatori danno questo Paese in recessione e in deflazione e le agenzie di rating ci stanno accumunando alla spazzatura: dobbiamo cambiare la politica economia dell'Europa, a partire dall'Italia, dalla Francia, dalla Spagna e da tutti coloro che soffrono questa crisi.

Noi saremmo d'accordo con il governo se decidesse di non rispettare il 3% che è diventato una tagliola per alcuni Paesi. Anche la Germania comincia a vedere i primi segni di difficoltà, essendo un paese esportatore.

Il fatto di fare annunci e poi smentirli sta generando una disaffezione alla politica. Noi non siamo per fare scioperi politici, il vero sciopero politico è stato fatto dagli elettori delle regioni Emilia Romagna e Calabria che non sono andati a votare. Noi facciamo sciopero "per", per conquistare diritti e cercare di risolvere i problemi economici del Paese e dei lavoratori e non per interferire nelle sorti dei Governi, né amici né avversari.

L'evasione fiscale continua ad aumentare, la corruzione continua a essere pervasiva e la spendig review non viene attuata come si dovrebbe. Vi fornisco alcuni dati: per i costi di funzionamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 2013 si sono spesi 458.561.659 euro, nel 2014 484.359.643 con un aumento di 25.797.984 euro. La spesa pubblica aumenta nonostante non si facciano i contratti del Pubblico Impiego e si perdono posti di lavoro. Ci sono ancora 30 mila stazioni appaltanti. Di quale spending review stiamo parlando?

Senza investimenti pubblici e privati - lo dice anche il Governatore della Banca d'Italia - non si crea occupazione. A fronte di un milione e centomila assunzioni che si fanno ogni anno per sostituire quelli che escono dal mondo del lavoro, il saldo occupazionale è negativo e continuerà a esserlo se il governo non capisce che la politica di austerità che l'Europa ci ha propinato non serve a risolvere i problemi del nostro Paese.

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DICHIARAZIONE DI CARMELO BARBAGALLOSEGRETARIO GENERALE AGGIUNTO UIL

Qualcuno ci chiede di ascoltare la piazza: noi l'abbiamo ascoltata bene. E dalla piazza è giunta la richiesta di rinnovare il contratto del pubblico impiego, di accogliere le rivendicazioni dei pensionati e di verificare cosa ci sia di utile o dannoso per i lavoratori nella legge di stabilità e nel Jobs Act.

Fino a questa mattina, il Governo sembrava volesse andare per la sua strada, senza tenere in alcun conto quelle richieste e quelle esigenze. Registriamo, oggi, una novità. La convocazione a Palazzo Chigi, fortemente voluta e cercata dalla Uil, è un passo importante che, ora, va verificato nel merito.

Se il governo non ha premura di compiere atti unilaterali, noi non abbiamo premura di proclamare scioperi: vediamo prima se esistono margini per aprire una trattativa vera su pubblico impiego, pensioni, legge di stabilità e sul Jobs Act.

Roma, 12 novembre 2014                                                                                                 Ufficio stampa Uil

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Il Governo ha accolto la nostra richiesta: le Organizzazioni sindacali sono state convocate a Palazzo Chigi dal Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione per lunedì 17 novembre, alle ore 19.

All'ordine del giorno, gli interventi riguardanti la Pubblica Amministrazione. È giunto, dunque, il segnale che avevamo ripetutamente sollecitato per avviare un confronto sulle questioni aperte dell'occupazione, del fisco, dei contratti, delle pensioni. Sarà una riunione che ci consentirà di iniziare a entrare nel merito dei problemi.

Ed è solo sulla base di un confronto sul merito che valuteremo, nei giorni immediatamente successivi, come proseguire nelle azioni di lotta unitarie.

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