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BONUS BABY SITTER

In alternativa al congedo parentale COVID, i genitori lavoratori possono scegliere di utilizzare "uno o più bonus" per l'acquisto di servizi di baby-sitting. L'importo a disposizione, da utilizzare per il pagamento delle relative prestazioni lavorative, mediante libretto di famiglia, è fino a un massimo di 1.200 euro.
Il Bonus aumenta fino a 2.000 euro per i dipendenti del settore sanitario, pubblico e privato accreditato, e per i lavoratori del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, impegnati per
le esigenze connesse all'emergenza epidemiologica da COVID – 19.
Il bonus viene pagato dall'INPS, previa domanda ed è soggetto a monitoraggio ed è erogato entro il limite di spesa stabilito.
L'ITAL è a tua disposizione per fornirti tutte le informazioni e l'assistenza necessaria per la corretta presentazione telematica della domanda all'INPS


BONUS CENTRI ESTIVI E SERVIZI PER L'INFAZIA


Il decreto Rilancio introduce una ulteriore possibilità di scelta di utilizzo del bonus a sostegno delle famiglie. Il contributo – sempre di importo fino ad un massimo di 1200 euro - può essere
utilizzato, direttamente dal richiedente, anche per pagare l'iscrizione ai centri estivi, ai servizi integrativi per l'infanzia, ai servizi socioeducativi territoriali, ai centri con funzione educativa e ricreativa e ai servizi integrativi o innovativi per la prima infanzia. È alternativo al "Bonus baby-sitting" e al "Congedo parentale COVID".
Il Bonus viene pagato dall'INPS, previa domanda ed è soggetto a monitoraggio ed è erogato entro il limite di spesa stabilito.

Aumenta l'importo della prestazione in favore dei malati di mesotelioma non professionale o dei loro eredi per le annualità 2015-2020. Una circolare INAIL dello scorso 13 maggio riporta le istruzioni per l'applicazione della disposizione.

Questa norma ha previsto un miglioramento del valore del beneficio economico, per l'anno 2020, attraverso l'erogazione di una prestazione assistenziale valida per tutti gli eventi accertati a decorrere dal 1° gennaio 2015 con un importo fisso che passa da euro 5.600, già precedentemente previsti, a 10.000 euro. Questa prestazione economica una tantum è riconosciuta a favore dei malati di mesotelioma non professionale, cioè contratto per esposizione familiare a lavoratori impiegati in Italia nella lavorazione dell'amianto o per esposizione ambientale avvenuta sul territorio nazionale. La norma prevede che possano beneficiarne anche gli eredi.

La disposizione consente, anche ai soggetti che hanno già beneficiato della prestazione una tantum (o ai loro eredi) nel periodo 2015-2019, di poter presentare domanda per ottenere l'integrazione dell'importo già ricevuto di 5.600 euro, arrivando così a 10.000 euro.

Per avere maggiori informazioni potete recarvi al patronato UIL, prendendo appuntamento telefonicamente chiamando il centralino di una delle sedi.

Per accedere alla prestazione il malato deve inoltrare, entro 120 giorni dalla data di accertamento della malattia, tramite raccomandata A/R o tramite pec, alla sede territoriale competente per domicilio l'apposita istanza, avvalendosi del modulo Mod. 190 e della documentazione sanitaria che attesta che il soggetto è affetto da mesotelioma, con l'indicazione dell'epoca della prima diagnosi.

Gli eredi, sempre per eventi accertati a decorrere dal 1° gennaio 2015, devono presentare l'istanza, corredata di idonea documentazione, a pena di decadenza entro 120 giorni decorrenti dalla data di entrata in vigore della legge (1° marzo 2020), utilizzando lo stesso modulo Mod.

Per i decessi avvenuti dopo tale data, le domande devono essere presentate entro 120 giorni dalla data della morte.

A seguito della sospensione dei termini di decadenza disposta dal decreto-legge 17 marzo 2020, il termine ultimo di scadenza per la presentazione delle istanze di accesso alle prestazioni da parte degli eredi, per i decessi avvenuti entro il 1° giugno, è il 29 settembre 2020, mentre per i decessi intervenuti dopo tale data, il termine di presentazione dell'istanza da parte degli eredi rimane quello dei 120 giorni dalla data della morte.

Era il 1970 quando Giuseppe Saragat promulgò la Legge 300 meglio nota proprio come Statuto dei  Lavoratori.  Ancora oggi il testo è un punto di riferimento per l'intero mondo del lavoro.

Allora il Governo era stato capace di ascoltare le richieste avanzate dal sindacato e dalla società in una fase di cambiamento per il futuro del Paese. In quel contesto venivano sancite la tutela del lavoro, la promozione dei diritti sociali e delle libertà sindacali. A dare una spinta decisiva  all'approvazione della legge fu una grande mobilitazione operaia e studentesca che unita rivendicava  salario, dibattito sindacale e politico.

Aldo Gregori, Segretario generale UIL Alessandria: "Oggi, in uno dei periodi più difficili per la società e l'economia del nostro Paese e di tutto il mondo, è importante soffermarsi a ricordare quanto è stato fatto a tutela del mondo del lavoro. Proprio in queste settimane di lockdown e in questi primi giorni di ripresa quasi totale delle attività produttive, tra incertezze, paure e speranza, dobbiamo ricordare cosa rappresenta per ciascuno di noi, donne e uomini, il lavoro: strumento di crescita, autonomia e valore indiscusso.

La Legge 300, esattamente cinquant'anni fa, arrivò a delineare un processo condiviso per la tutela dei lavoratori, riequilibrando anche il rapporto con la parte datoriale.

In cinquant'anni come UIL abbiamo vissuto e assistito a molti cambiamenti avvenuti nel panorama lavorativo come il lavoro precario e l'avvento della Gig Economy.

Tra crisi e anni di boom economico sono nate nuove professioni, si sono accorciate le distanze, i luoghi stessi di lavoro stanno subendo un flusso nuovo che probabilmente porterà a rivedere ruoli e dinamiche lavorative, come dimostrano queste ultime settimane di emergenza Covid 19. Vogliamo mantenere la mente aperta ed essere elastici, non vedere come il nemico ciò che di nuovo emerge.

Tutto questo deve però avvenire sempre più nel rispetto delle regole che devono continuare a tutelare tutti i lavori e tutti i lavoratori e le forme contrattuali, senza discriminazioni né trattamenti di serie B. Una sfida imminente sarà quella di dare una solida forma contrattuale allo smartworking a cui si è ricorso in massa in questi mesi. Dobbiamo vigilare e farlo per l'intera società, fatta di uomini, donne e ragazzi che si porteranno dietro l'esperienza di questa fase storica. Una nuova rivoluzione è in atto e come UIL siamo pronti a farne parte integrante. Auspichiamo che anche oggi come allora il sindacato possa essere preso in considerazione dal Governo come risorsa, come parte del sistema lavoro che può sostenere, consigliare e aiutare a governare cambiamenti e scenari".

L'iniziativa di lotta e mobilitazione proclamata a Novi Ligure da FIM FIOM UILM e le RSU di Arcelor Mittal nella giornata odierna ha visto una ottima partecipazione da parte dei lavoratori, sia quelli in cassa integrazione, che quelli che hanno aderito allo sciopero. I lavoratori dell'ex Ilva sono da tempo esasperati da un clima di incertezza sul futuro occupazionale del gruppo, che ad oggi non ha ancora esplicitato il piano industriale contenuto nell'accordo del 4 marzo col Governo.

Intanto domattina alle ore 10 è stato convocato il tavolo c/o la Prefettura di Alessandria, con i vertici aziendali e la partecipazione della Regione Piemonte ed il Comune di Novi Ligure. E' arrivata nella giornata odierna anche la notizia della convocazione del tavolo nazionale c/o il MISE per il 25 maggio. Cio' significa che le iniziative di Novi e Genova stanno dando i loro frutti e qualcosa si muove finalmente anche a livello governativo.

Pur rendendoci conto che la pandemia ha sicuramente travolto tutti ,è necessario proprio per limitare i danni economici e produttivi che si possono determinare nel dopo Covid, riprendere i tavoli già presenti prima della pandemia e chiarire le reali intenzioni di Arcelor Mittal, che da una parte pare muoversi per esercitare l'opzione di andarsene e dall'altra invece alza il tiro per determinare le condizioni piu' vantaggiose per rimanere. Per attuare questa strategia la multinazionale non si fa scrupoli ad usare i lavoratori, prima richiamandoli durante la pandemia e subito dopo lasciandoli tutti a casa in CIG per COVID, quando il decreto non è ancora legge.

RINGRAZIAMO I LAVORATORI DI NOVI PER LA FIDUCIA CHE HANNO DIMOSTRATO VS LE PROPRIE RAPPRESENTANZE E PER LA TENACIA CON CUI DIMOSTRANO LA PROPRIA DIGNITA' E PERSEVERANZA NEL METTERE AL CENTRO IL LAVORO E I DIRITTI , ESERCITANDOLI ANCHE CON LE MASCHERINE, DIMOSTRANDO CHE SICUREZZA E LAVORO DEVONO E POSSONO STARE ASSIEME.

FIOM CGIL FIM CISL UILM UIL E RSU ARCELOR NOVI LIGURE

Domani mattina alle 10 si svolgerà un incontro in videoconferenza al quale parteciperanno le Organizzazioni sindacali e le RSU dell'ArcerolMittal, l'azienda ArcelorMittal, il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l'Assessore regionale al Lavoro Elena Chiorino, il Sindaco di Novi Ligure e il Prefetto di Alessandria.

Alberto Pastorello, Segretario UILM Alessandria: "Si auspicava nella ripresa delle attività dopo il lockdown ed è arrivata questa doccia fredda da parte dell'azienda. A seguito del mancato accordo sulla richiesta dell'azienda di nuova Cigo, della poca chiarezza dimostrata sulle prospettive future, oltre all'assenza totale di un piano industriale mai esplicitato, abbiamo proclamato lo sciopero ad oltranza. Non è accettabile che in uno stabilimento come quello di Novi Ligure i lavoratori possano tornare a lavorare come fossero lavoratori a chiamata.

La situazione paradossale che si è creata in questi ultimi giorni rischia di aggravare una crisi sociale ed economica che, sul territorio alessandrino, comprometterà inevitabilmente in maniera definitiva la situazione di centinaia di lavoratori e delle rispettive famiglie. Come UILM, insieme a FIM, FIOM e alle Rsu Aziendali ArcerolMittal di Novi Ligure avevamo richiesto la convocazione urgente di un tavolo dopo aver appreso della richiesta da parte di ArcerolMittal di ulteriori cinque settimane di cassa integrazione per Covid19. Questa misura vede coinvolti 666 lavoratori, già in cassa nelle precedenti settimane, e la decisione ha lasciato basiti vista la situazione economica già' compromessa di questo periodo storico di emergenza Coronavirus e le motivazioni espresse dall'azienda.

Attendiamo finalmente, durante l'incontro di domani, chiarimenti da parte dell'azienda sul futuro dello stabilimento di Novi Ligure".

Si è tenuto in data odierna l'incontro tra FIOM CGIL – FIM CISL – UILM UIL e le RSU con i responsabili di ArcelorMittal del sito di Novi Ligure e del Gruppo, in merito alla richiesta di proroga della CIG COVID19 per 5 settimane per tutti i lavoratori dello stabilimento di Novi Ligure.

Solo 2 settimane fa ArcelorMittal di Novi Ligure ha presentato richiesta di deroga al Prefetto di Alessandria per anticipare la ripartenza dello stabilimento chiuso in base alle ordinanze ministeriali, argomentando l'urgenza di ordini da spedire e l'esigenza di ripartire per non perdere clienti.

Le RSU hanno sottoscritto un protocollo sanitario in base alle disposizioni nazionali, che prevedeva anche test sierologici, per consentire la ripartenza in sicurezza per i lavoratori ed a distanza di appena 10 giorni, non avendo nemmeno ultimato la ripartenza dello stabilimento, arriva la comunicazione di proroga della Cassa Integrazione per COVID19 per 5 settimane, per tutto lo stabilimento. Analoga comunicazione è stata fatta a Genova. E' evidente che dietro a tali fatti ci sia una regia generale del gruppo che deve determinare o meno la propria permanenza sul territorio italiano ed il piano industriale per l'assetto futuro.

Per questo le OOSS e RSU hanno ribadito l'esigenza di un piano industriale serio, che chiarisca le prospettive future anche per Novi Ligure, dove i dipendenti vivono una situazione di totale incertezza ed hanno richiesto una integrazione salariale durante il periodo di cassa al fine di attutire l'impatto economico e sociale che la cassa integrazione comporta.

L'azienda ha dichiarato di non avere al momento nessun mandato di proseguire la trattativa ed il tavolo è stato riconvocato a lunedì.

Questa situazione si presenta grave e paradossale ed evidenzia ancora una volta l'assenza di relazioni sindacali chiare e corrette in un contesto di totale superficialità ed approssimazione da parte di una multinazionale presente a livello internazionale sul mercato dell'acciaio.

FIM - FIOM - UILM Alessandria

L'INPS rende nota la proroga della sospensione delle visite medico legali di accertamento dell'invalidità civile, cecità, handicap e disabilità.

Si precisa nel messaggio che il DPCM 26 aprile 2020 ha stabilito che fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-2019 (attualmente fissata al 31 luglio), ovvero fino ad una data antecedente che verrà stabilita, il lavoro agile è la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa.

Fino a nuove indicazioni, la presenza del personale negli uffici dell'Istituto sarà limitata ad assicurare le attività indifferibili, anche per quanto riguarda l'attività dei componenti delle commissioni mediche che continuerà ad essere svolta a distanza, in regime di lavoro agile.

Fanno eccezione gli accertamenti per i malati oncologici (Legge n. 80/2006) per i quali si prevede la possibilità di redigere il verbale previa valutazione agli atti della documentazione probante. Si ribadisce nel messaggio che, nelle regioni ove si opera in convenzione regionale (CIC), sarà possibile redigere verbali su atti per tutti quei casi in cui sia presente una documentazione sanitaria che permetta una valutazione obiettiva di invalidità/handicap/disabilità/cecità/sordità.

Nelle altre regioni, dove permane la competenza delle ASL, sarà cura del responsabile UO medico legale assegnare la valutazione dei verbali ASL ai Medici Inps in modalità di lavoro agile.

La tutela della salute non può essere demandata al personale scolastico, che non ha competenze mediche.

È necessario che le scuole siano supportate dalla presenza costante e quotidiana di presidi medici che garantiscano le funzioni di prevenzione, vigilanza e intervento. indirizzo e supporto.
La posizione della Uil Scuola è stata chiara durante l'incontro con gli esperti del Comitato tecnico Scientifico. Siete i soli a chiedere un presidio sanitario in ogni scuola.

Possibile che non ci abbia pensato nessuno?
Turi: Siamo di fronte ad una situazione che non ha precedenti. Paragonare questa pandemia ad una guerra può sembrare una forzatura ma le condizioni in cui si troveranno le scuole sono eccezionali e meritano misure eccezionali. Non si vincono le guerre senza mezzi adeguati.
Siamo stati tra i primi ma non siamo soli. I presidi hanno compreso la portata di ciò che sta accadendo.
Sono stati pronti ad ogni sostegno dopo la chiusura delle scuole ora, giustamente, chiedono di sapere chi farà, che cosa. Serve una assunzione di responsabilità.
Si può chiedere ai collaboratori scolastici di prendere la temperatura di chi accederà a scuola?
In caso di contagio che protocollo va seguito. Chi se ne occuperà?
Chi dovrà vigilare, prevenire i focolai? Chi dovrà spegnerli?
Sarà necessario un responsabile sicurezza Covid in ogni plesso, con specifiche competenze sanitarie. Molte scuole hanno più plessi, molte hanno una reggenza. Chi si prenderà questa responsabilità che va ben oltre le competenze professionali? La presenza di presidi in ogni scuola è una scelta di buon senso e di sicurezza che non può essere scaricata sul personale.

Con quali risorse?
Turi: Proprio il MES, senza condizionamenti, potrebbe rappresentare la fonte di finanziamento per una spesa, in protezione del sistema nazionale di istruzione, direttamente correlata alla sanità e al coronavirus che rappresenti anche oltre la pandemia, un sistema di profilassi che deve partire dalle scuole.
Così come si sta procedendo per altri settori produttivi, in altre aree di intervento private, occorre pensare ad un New Deal per la scuola.
Si tratta di mettere in sicurezza milioni d studenti, le loro famiglie e tutto il personale scolastico. L'impatto sociale e sanitario del rientro in classe ha una valenza nazionale. Siamo convinti anche che vada predisposto un protocollo unitario, con le  diverse qualificazioni per i diversi ordini e gradi di istruzioni e anche in relazione ai diversi indirizzi per la scuola secondaria superiore. La salute degli studenti e il futuro dei figli sono interessi prioritari di insegnanti e genitori che si trovano con le stesse preoccupazioni nella comunità educante.

Che cosa serve?
Turi: Per prima cosa va data risposta alla domanda centrale: chi fa, che cosa.
Poi serve una gestione che coinvolga gli Enti proprietari comuni e provincia per interventi di edilizia scolastica; serve spazio per l'autonomia scolastica delle scuole, coinvolgendo gli organi collegiali, la contrattazione decentrata, per l'organizzazione e gli orari.
E' giunto il momento di una lotta serrata contro la burocrazia per governare la scuola come comunità educante, in stretto contatto con la comunità territoriale e le famiglie.
Lo ripetiamo: servono presidi sanitari di medicina preventiva e protezione di alunni e lavoratori.
Servono misure di igiene e sanificazione, con organici adeguati; un uso consapevole e diffuso dei DPI e dell'informazione preventiva.
Dobbiamo avere una corretta valutazione del tempo, che non è ininfluente.
Un'ultima avvertenza sarebbe opportuno prevenire con una specifica norma, la sentenza di merito del Consiglio di Stato che potrebbe confermare l'annullamento del Concorso dei D.S. Sarebbe un disastro da tutti i punti di vista.

Qui mettiamo link Tuttoscuola:
http://www.tuttoscuola.com/tornare-a-stretto-giro-tra-i-banchi-la-scuola-non-e-un-ospedale-lappello-dei-presidi/ 

E qui il link della petizione:
https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSf_tE3L5JaZIGn4CQykrVBTFENrksanU7pXZo0nFY_TYL38mw/viewform 

Il ritardo nel pagamento della cassa integrazione sta creando situazioni di preoccupante disagio sociale. Tutti i cittadini, in questa fase così complessa, devono essere messi nella stessa condizione di poter far fronte all'emergenza, senza alcuna distinzione o priorità. Moltissimi lavoratori dipendenti costretti a stare in cassa integrazione stanno subendo le conseguenza di questi ritardi. Ora sembra che si voglia porre rimedio.

Noi, però, non siamo interessati a un maquillage della modulistica, ma all'impegno del nostro Istituto Previdenziale che entro una settimana deve pagare tutti i lavoratori dipendenti sospesi dal lavoro e che confidano in questo concreto sostegno. E se i conti non son pronti, che si dia almeno un acconto, subito.

 

Domenica, 10 Maggio 2020 18:45

#RIPARTI Piemonte, ma in regolarità

La fase 2 è cominciata ed anche il settore delle costruzioni si è messo in movimento, in Italia alcuni cantieri pubblici erano già ripartiti ed ad oggi sono circa il 50 % dichiara il Segretario Generale Feneal Uil Piemonte, GIUSEPPE MANTA.

In Piemonte sono ripartiti i cantieri del Terzo Valico dei Giovi con tutte le precauzioni e con l'insediamento del Comitato Aziendale della Sicurezza come previsto dal protocollo all'interno dell'accordo Interconfederale del 24 aprile 2020 firmato da CGIL CISL UIL, Mit, Ministero del Lavoro, Stazioni Appalti Pubblici e Parti. In tutte le province come FENEALUIL FILLEA CGIL FILCA CISL Piemonte abbiamo chiesto l'istituzione urgente dei Comitati Territoriali per andare incontro alla ripresa con la certezza che la sicurezza sia applicata su tutti i cantieri sia pubblici che privati. Si presume che entro il 18 maggio quasi il 100% delle imprese sopravvissute riprendano il lavoro. Le difficoltà sono dovute al reperimento dei DPI quali mascherine, guanti ecc.. Tramite gli Enti Bilaterali del Settore si è cercato di provvedere aiutando imprese e lavoratori purtroppo i tempi di consegna sono lunghi e non tutti sono riusciti a reperirli. La ripresa dovrà essere monitorata su molti aspetti, non si può mettere a repentaglio la salute dei lavoratori per il profitto e nello stesso tempo bisogna salvaguardare le imprese regolari e sane dalla concorrenza sleale da parte di imprese irrispettose delle regole che possono trovare terreno fertile.

Dalle organizzazioni nazionali è arrivato un monito al settore attraverso un comunicato stampa in cui i tre Segretari Nazionali Panzarella (FENEAL UIL) Genovesi (FILLEA) e Turri (FILCA) dichiarano: "Ai tanti che oggi dichiarano di voler combattere il lavoro nero, consigliamo una semplice ed efficace operazione: vincolare tutti gli incentivi per risparmio energetico, sisma bonus, ristrutturazioni al possesso del Durc di Congruità. Cioè alla documentazione emessa dalle Casse Edili che certifica che i lavori per cui lo Stato ci mette praticamente l'intero importo, sono stati svolti da un numero congruo di lavoratori, e che è stato applicato correttamente il Contratto Collettivo edile". Purtroppo sembra che la Regione Piemonte voglia proseguire per altre strade che rischiano di creare notevoli problemi sia dal punto di vista della regolarità che dalle infiltrazioni mafiose.

Nel disegno di Legge Regionale n.95 presentata il 5 maggio 2020 al Titolo 5 , Art 65 e 66 affronta questi due argomenti lasciando le maglie troppo larghe per quanto riguarda la regolarità in nome di una ripartenza a tutti i costi mettendo le regole in secondo piano. Nel Settore Edile che è uno dei settori più colpiti dal problema delle infiltrazioni mafiose e malavitose non esigere immediatamente da parte delle imprese il certificato antimafia può essere controproducente e soprattutto la proroga del durc al 31 gennaio 2021 rischia di essere devastante.

Si dà modo alle imprese irregolari di non esibire il Documento di Regolarità Contributiva per oltre un anno con danno ai lavoratori ed alle imprese serie e regolari.

Queste imprese possono permettersi per un anno di non pagare contribuzione INAIL INPS e CASSA EDILE e in un anno come Sindacato delle Costruzioni abbiamo visto nascere moltissime imprese che incassati i soldi dei SAL (Stato Avanzamento Lavori), non hanno pagato i lavoratori, i fornitori ed i contributi, hanno dichiarato la chiusura. C'era già stata la proroga a livello nazionale sino al 15 giugno 2020 e come OO.SS. non eravamo soddisfatte, questa ulteriore proroga chiesta dalla regione Piemonte è inconcepibile.

Il Settore ha bisogno di imprese sane ed in regola che non vengano messe in difficoltà da imprenditori da quattro soldi che approfittano di falle nel sistema dei controlli, i lavoratori hanno bisogno di avere certezze della retribuzione, della contribuzione e dei versamenti in Cassa Edile, se per un anno non hanno versamenti in cassa edile ma l'impresa continua il lavoro impunemente rischiano di non ricevere la Gratifica Natalizia, le Ferie, l'Anzianità Professionale oltre al TFR ed i contributi pensionistici. RIPARTI PIEMONTE deve avvenire in regolarità non deve prevedere norme che inficiano la regolarità già difficoltosa del settore che conta a livello nazionale oltre 400 mila lavoratori irregolari.

GIUSEPPE MANTA

SEGRETARIO GENERALE FENEALUIL PIEMONTE

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