Se un dipendente della scuola si assenta per malattia, è tenuto a farsi trovare al proprio domicilio in caso di visita fiscale durante degli orari ben precisi.
L'articolo 3, commi 1 e 2, del decreto 17 ottobre 2017, n. 206, ha confermato le fasce orarie di reperibilità per i dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni (scuole comprese) che sono tuttora fissate nei seguenti orari: dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. L'obbligo di reperibilità sussiste anche nei giorni non lavorativi e festivi.
Qualora debba assentarsi dal proprio domicilio (ad esempio, per visita medica o altri giustificati motivi), il dipendente pubblico è tenuto ad avvisare unicamente la propria amministrazione, la quale provvede a trasmettere l'informazione all'Inps.
Esonero dall'obbligo di reperibilità
Nel caso dei dipendenti pubblici, compreso il personale della Scuola, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 17 ottobre 2017, n. 206 prevede che è previsto l'esonero dall'obbligo di reperibilità per:
patologie gravi che richiedono terapie salvavita;
causa di servizio riconosciuta che abbia dato luogo all'ascrivibilità della menomazione unica o plurima alle prime tre categorie della "tabella A" allegata al decreto del Presidente della Repubblica 30 dicembre 1981, n. 834, ovvero a patologie rientranti nella "tabella E" dello stesso decreto;
stati patologici connessi alla situazione di invalidità riconosciuta pari o superiore al 67%.
Lunedì prossimo i sindacati saranno al Ministero, convocati per una informativa relativa al concorso straordinario. Secondo quanto riferitoci, la data di avvio delle prove potrebbe essere fissata per la metà di ottobre. I posti messi a bando sono 32mila. Tutti i posti per Regione e classe di concorso
Prova in caso di emergenza sanitaria
E' prevista un'unica prova. La prova si svolgerà nella regione indicata nella domanda o, se le condizioni epidemiologiche dovessero richiederlo, nella regione indicata appositamente per lo svolgimento della prova.
La prova scritta, computer based
La prova scritta, da superare con il punteggio minimo di 56/80 sarà computer based, distinta per classe di concorso e tipologia di posto.La durata della prova e' pari a centocinquanta minuti, fermi restando gli eventuali tempi aggiuntivi di cui all'art. 20 della
legge 5 febbraio 1992, n. 104.
Prova scritta posti comuni: 5 quesiti + 1 di inglese
La prova scritta per i posti comuni, e' finalizzata alla valutazione delle conoscenze e delle competenze disciplinari e didattico-metodologiche, nonche' della capacita' di comprensione del testo in lingua inglese ed e' articolata come segue:
a. cinque quesiti a risposta aperta, volti all'accertamento delle conoscenze e competenze disciplinari e didattico-metodologiche in relazione alle discipline oggetto di insegnamento;
b. un quesito, composto da un testo in lingua inglese seguito da cinque domande di comprensione a risposta aperta volte a verificare la capacita' di comprensione del testo al livello B2 del "Quadro comune europeo di riferimento per le lingue."
Prova scritta posti di sostegno
La prova scritta per i posti di sostegno e' finalizzata all'accertamento delle metodologie didattiche da applicare alle diverse tipologie di disabilita', nonche' finalizzata a valutare le conoscenze dei contenuti e delle procedure volte all'inclusione scolastica degli alunni con disabilita', oltre che la capacita' di comprensione del testo in lingua inglese ed e' articolata come segue:
a. cinque quesiti a risposta aperta, volti all'accertamento delle metodologie didattiche da applicare alle diverse tipologie di disabilita', nonche' finalizzata a valutare le conoscenze dei contenuti e delle procedure volte all'inclusione scolastica degli alunni con disabilita';
b. un quesito, composto da un testo in lingua inglese seguito da cinque domande di comprensione a risposta aperta volte a verificare la capacita' di comprensione del testo al livello B2 del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue.
Prova scritta classi di concorso di lingua inglese
La prova scritta per le classi di concorso di lingua inglese e' svolta interamente in inglese ed e' composta da 6 quesiti a risposta aperta rivolti alla valutazione delle relative conoscenze e competenze disciplinari e didattico-metodologiche.
I quesiti delle classi di concorso relative alle restanti lingue straniere, sono svolti nelle rispettive lingue, ferma restando la valutazione della capacita' di comprensione del testo in lingua inglese al livello B2 con il quesito di lingua inglese.
Fino al prossimo 15 ottobre, è possibile presentare domanda all'INPS per richiedere un'ulteriore mensilità del Reddito di emergenza (Rem). L'INPS nella Circolare n. 102 di venerdì scorso ha illustrato i requisiti per il riconoscimento di questa ulteriore mensilità di Rem, ai sensi del DL Agosto.
Il decreto-legge n. 104 del 14 agosto 2020 ha prorogato di un mese il Reddito di emergenza e previsto il pagamento di una ulteriore mensilità aggiuntiva per i nuclei familiari in possesso dei requisiti già fissati dal decreto Rilancio.
L'ulteriore quota aggiuntiva del Rem, compresa tra i 400 e gli 800 euro (elevabili a 840 euro in presenza di disabili gravi nel nucleo familiare), sarà riconosciuta ai nuclei familiari che ne faranno richiesta e che sono in possesso dei requisiti di legge (di residenza, economici e i requisiti di compatibilità con le prestazioni pensionistiche, i redditi da lavoro dipendente e il Reddito/pensione di cittadinanza). Rispetto alle precedenti mensilità, la verifica del valore del reddito familiare riguarderà il mese di maggio anziché su quello di aprile.
La domanda per la quota aggiuntiva di Rem può essere presentata all'INPS in via telematica, entro il prossimo 15 ottobre, sia da coloro che hanno già presentato domanda di Rem, sia da coloro che non hanno mai presentato domanda ovvero sia stata respinta per carenza dei requisiti richiesti.
Gli Uffici del Patronato ITAL UIL sono a disposizione per le informazioni necessarie, assistenza, tutela e per l'inoltro delle domande in via telematica all'INPS.
Ecco l'intervento di Maura Settimo, SEgretario generale UILTUCS Alessandria in occasione della manifestazione #Ripartiredellavoro dello scorso venerdì che ha fatto tappa anche ad Alessandria:
Il 2020 sarà ricordato come l'anno più difficile della storia moderna, ma credo che sarà ricordato anche come l'anno in cui i protagonisti per la ripresa economica sono stati le lavoratrici e i lavoratori e questa piazza, come le altre oggi in Italia, ne è la dimostrazione.
Questa pandemia ha lasciato in ognuno di noi qualcosa, dandoci importanti spunti di riflessione, soprattutto ci sarà per sempre un prima e un dopo e credo davvero che nulla sarà più come lo avevamo conosciuto. La cosa certa è che si è completamente ribaltata la visione di ciò che è davvero prioritario ed essenziale. L'Italia, nel pieno dell'emergenza non si è mai del tutto fermata, grazie a chi è rimasto in prima linea e io voglio personalmente ringraziare queste persone.
Sono le cassiere e gli addetti alla vendita dei supermercati, settore indispensabile ma al tempo steso con la più alta percentuale di contratti part-time involontari con orari a sola disposizione dei datori di lavoro,
le addette alle pulizie negli ospedali, lavoratrici speso definite invisibili e oggetto dei tagli lineari della Sanità
gli addetti alle pulizie nelle varie aziende: quanti tagli in questo settore negli ultimi anni, quanti sacrifici con la riduzione delle ore al minimo indispensabile
gli addetti alla vigilanza privata, finalmente si è capito quanto siano necessari per salvaguardare non solo i patrimoni, ma anche le persone
le addette mensa nelle aziende che hanno continuato l'attività in presenza
le farmaciste e i farmacisti e tutti coloro che si sono occupati dei servizi alla persona.
Tutti loro hanno lavorato con il giustificato motivo e la paura del contagio, con regole che cambiavano ogni giorno.
Il nostro compito, in quei giorni ma ancora oggi, è stato raccogliere le segnalazioni di anomalie da parte dei lavoratori, incalzare le aziende perché applicassero tutte le misure di sicurezza e segnalare gli adempienti agli organi competenti.
Un'altra parte di lavoratori e lavoratrici hanno subito altre conseguenze del lockdown, parliamo di chi era impiegato in comparti che hanno dovuto chiudere completamente e sospendere l'attività come i pubblici esercizi, i centri benessere, le parrucchiere e il comparto termale: a proposito di questo in provincia abbiamo l'esempio di un'intera città in ginocchio: Acqui Terme
Inoltre i negozi al dettaglio che hanno dovuto fare i conti con la chiusura dei centri storici e la prima chiusura prolungata dell'outlet di Serravalle Scrivia, uno dei più grandi e importanti poli commerciali d'Italia. Qui sta chiudendo il ristorante Gazebo nel silenzio assordante di McArthurGlen
Tutto il comparto del turismo, che abbiamo capito essere un settore trainante per l'economia nonché uno dei comparti che sta facendo più fatica a risollevarsi con ancora una grande percentuale di hotel chiusi. Il richio è di perdere la grande professionalità degli operatori di questo settore.
Infine, ma non certo per ordine di importanza, citiamo il settore mense scolastiche: le addette a questo importantissimo servizio sono state le prime a subire gli effetti della chiusura e le ultime ad avere uno spiraglio di ripresa. Ancora non sappiamo quando finirà questa pesante attesa, in attese di nuovi incontri con i comuni
Vorrei citare alcuni dati di cui siamo venuti a conoscenza in questi giorni: alle segreterie nazionali di Filcams, Fisascat e Uiltucs nei primi giorni di chiusura per lockdown sono arrivate più di 5000 domande di cassintegrazione e FIS Covid al giorno.
Gli scorsi mesi sono stati durissimi ed interminabili sia per chi era in attività sia per chi è dovuto restare a casa in attesa della cassintegrazione. A proposito di questo voglio ribadire che sono inaccettabili i ritardi di erogazione degli ammortizzatori sociali e come sindacato abbiamo battagliato con le aziende per ottenere gli anticipi, ma purtroppo non ci siamo sempre riusciti. Insomma questi mesi sono stati una prova durissima da affrontare e milioni di cittadini sono rimasti sospesi nel tempo e nello spazio, ma oggi ripartiamo da qui, da questa piazza, distanziati ma uniti e rivolti nella stessa direzione. Chiediamo di ripartire dal lavoro in primis, ripartendo dalla firma dei contratti nazionali di lavoro. Nel settore commercio, servizi e turismo sono 5 milioni i lavoratori in attesa del rinnovo contrattuale. Alle nostre controparti, Confcommercio, Federdistribuzione e Confindustria diciamo che è il momento di sedersi ai tavoli di trattativa, di rinnovare i contratti, partendo dai salari, inserendo una progettualità che sarà diversa per ogni settore: sarà necessario essere competenti, concreti e pragmatici. Il sindacato è pronto alla sfida, non abbiamo ricette pre confezionate, non abbiamo riferimenti a cui ispirarci, ma abbiamo la forza di coloro che rappresentiamo, ossia lavoratori e lavoratrici. Come sindacato dobbiamo riprendere in mano l'organizzazione del lavoro: basta liberismo estremo, salari bassi e diritti cancellati!
E' inaccettabile che ci siano lavoratori privi di rinnovo contrattuale con un potere di acquisto fermo da anni. Abbiamo il compito di prendere in mano la nazione e, attraverso politiche di governo, condividere misure per garantire la continuità lavorativa e pianificare la ripresa economica e del lavoro con una visione a lungo termine.
In questa visione devono tornare protagonisti i giovani e le donne. Giovani e donne che più di tutti hanno subito questa crisi. Sono stati proprio loro i maggiormente colpiti. Le donne in questi mesi sono state caricate di doppio se non triplo lavoro. La famiglia, lo smart working, l'assistenza ai figli e agli anziani
E anche nella fase 2 e poi nella successiva fase 3 che stiamo vivendo il rientro delle donne al lavoro è stato inferiore rispetto al lavoro degli uomini.
Un Paese che non si occupa di queste realtà è un Paese destinato alla regressione! E i giovani, con contratto precario che si sono trovati ancora una volta senza un lavoro. Quindi sì a politiche per le donne, sì a politiche per i giovani, sì al rinnovo dei contratti e sì a progetti per il mantenimento dell'occupazione.
Ecco il discorso di SALVATORE TRABONA, MINATORE DEL TERZO VALICO ed RSU DELLA FENEALUIL PIEMONTE esposto ai partecipanti alla manifestazione dello scorso venerdì in Piazza S. Maria di Castello ad Alessandria
La terribile crisi, iniziata sul finire del primo decennio degli anni duemila, non ha risparmiato il settore edile, anzi è cominciata anticipatamente già a partire dal 2008 e lo ha colpito pesantemente decretando la chiusura di gran parte delle imprese con pesanti ripercussioni sull'occupazione e sulla regolarità nei cantieri.
Nel territorio dell'Alessandrino è stata une vera e propria ecatombe purtroppo sono scomparse parecchie imprese storiche.
La crisi, pur a fronte di timidi segnali di ripresa (a seconda delle aree interessate), è ancora in essere ed è sempre più preoccupante per la durata.
Nel 2008 i lavoratori regolari versanti in Cassa Edile ad Alessandria erano circa 8500 attualmente sono 4000 quasi il 50%.
Ben più di 4500 lavoratori in meno nella sola provincia di Alessandria circa 25000 in meno in tutto il Piemonte.
Le imprese attive regolari ad Alessandria nel 2008 erano circa 1500 ad oggi il numero è sceso a 700 ben 800 imprese in meno. La media attuale dei lavoratori per impresa è di 3,5.
E stato un crollo che mediaticamente ha fatto meno rumore di altri settori perchè se chiude un impresa con 3 dipendenti difficilmente finisce sui giornali a meno che i lavoratori non salgano sulle gru (ed è avvenuto spesso) ma sommando tutte le imprese che non esistono più, il numero di disoccupati diventa impressionante.
Il crollo in edilizia ha anticipato di 3 anni la grande crisi di tutti i settori ed è il compartimento che fatica di più ad uscirne, c'è stato un timido cenno di ripresa nell'estate 2019 bloccato immediatamente dall'evento pandemico COVID.
Dopo il Covid il settore sta ripartendo con fatica e si confida nelle decisioni prese dal governo sulle opere strategiche e sul Superbonus 110% anche se bisogna proseguire spediti prima che il crollo sia definitivo.
Il blocco dei licenziamenti e la proroga della Cassa integrazione guadagni hanno aiutato a mantenere attualmente i posti di lavoro ma siamo preoccupati di cosa possa accadere appena questi provvedimenti terminano rischiamo di avere ulteriori licenziamenti e un aumento della disoccupazione.
La crisi è stata acuita anche dalle scelte di tutti i governi che si sono succeduti (sia di centrodestra che centrosinistra) perchè non hanno accelerato il sistema delle infrastrutture, anzi sono state rallentate, basti pensare che in Piemonte tutte le grandi opere sono state contrastate ed hanno avuto iter difficoltosi con un numero impressionante di imprese fallite.
La Torino Lione forse partirà a breve, la Città della Salute è ancora sulla carta, i lavori al Col di Tenda sono ripartiti da poco dopo un blocco di quasi un anno, l'autostrada Asti Cuneo non è ancora conclusa, l'unico lavoro che procede è il Terzo Valico dei Giovi che dopo esser stato messo in discussione è proseguito senza interruzioni in seguito al crollo del Ponte Morandi.
Come dicevo nella mia presentazione sono un minatore che lavora sul terzo valico, ed essendo residente nel territorio posso dire che senza questa grande opera, che ha portato una boccata d'ossigeno nel nostro territorio, sarei quasi sicuramente uno dei tanti disoccupati di cui parliamo nelle nostre statistiche e probabilmente anche tanti miei compagni di lavoro.
Una parte degli imprenditori edili ha pensato di difendersi dalla crisi operando unicamente sul versante dei costi contrattuali, fuggendo dall'applicazione del contratto edile e applicando altri contratti.
Il dumping contrattuale, così creato, ha alterato notevolmente i principi basilari di una corretta e libera concorrenza, danneggiando le imprese sane che si sono trovate a competere con imprese irregolari e costringendo i lavoratori ad operare in cantieri meno sicuri, con salari più bassi e con meno contributi versati, rinunciando anche alle prestazioni erogate dal Sistema Bilaterale di Settore tramite la Cassa Edile.
Lavoratori impegnati sullo stesso cantiere, spalla a spalla con tutele differenti e salari notevolmente più bassi costretti ad accettare qualsiasi imposizione per poter portare la pagnotta a casa e questo lo riscontriamo anche sulle grandi opere.
Dobbiamo ricordare che la formazione sulla sicurezza e la formazione edile dei lavoratori che operano in un cantiere sono specifici e devono essere erogati dagli enti bilaterali di settore, pertanto nei cantieri l'unico contratto regolare è quello edile.
I dati e le previsioni economiche indicano come lo stato di salute del Paese non sia rassicurante, i dati sulla crescita e sull'occupazione sono ancora sconfortanti.
Per prevenire a tale situazione è necessario rilanciare il lavoro; alle infrastrutture vanno affiancate le opere per la messa in sicurezza del territorio, con i cambiamenti climatici, ad ogni temporale si hanno sempre strade e paesi alluvionati; per far fronte a questi due aspetti sarebbero necessarie, per la nostra provincia, fare investimenti importanti.
Inoltre, la riqualificazione degli edifici e dei centri storici, l'adeguamento alle normative sul risparmio energetico e all'antisismico con l'introduzione di nuovi
materiali, il Bonus 110% dovrebbero produrre anch'essi lavoro di qualità che possa determinare lavoro per la parte sana del sistema, e salario per i lavoratori.
Il rinnovo del CCNL pone le nostre rispettive Organizzazioni di Rappresentanza davanti a scelte importanti ed impegnative, per quanto attiene il ruolo ed i compiti degli Enti Bilaterali Contrattuali, la qualità dei nostri Enti è riconosciuta a livello nazionale, dalle imprese e dai lavoratori; il lavoro da fare però non è per questo meno impegnativo.
Pensiamo che le sfide che dobbiamo affrontare possano e debbano rappresentare un'opportunità per far tornare a crescere il settore.
Il settore edile può fare da traino all'economia nazionale però bisogna sempre salvaguardare il lavoro regolare ed in sicurezza, purtroppo l'edilizia è ancora un settore dove ci sono troppi morti e infortuni spesso alcuni non vengono nemmeno conteggiati perchè sono lavoratori non in regola e senza tutele.
Il settore edile deve ripartire, ma soprattutto ripartire in sicurezza
Dopo una lunga e complessa trattativa tra la Federazione Gomma Plastica, associata a Confindustria, e i sindacati del settore Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil è stata siglata l'ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto del settore gomma-plastica (circa 130.000 i lavoratori interessati, impiegati in 5.500 aziende di piccole e medie dimensioni, ma anche imprese multinazionali di rilievo come Pirelli, Michelin, Prysmian Bridgestone, ecc.), scaduto il 30 giugno 2019 e che sarà vigente fino al 31 dicembre 2022.
• Parte Economica
L'intesa sottoscritta prevede un aumento medio sui minimi (TEM) di 63 euro (cat. F, il salario di riferimento passerà quindi da 1844 a 1907 euro). L'aumento sarà distribuito in 2 "tranche": la prima di 32 euro dal 1° gennaio 2021; la seconda, 31 euro dal 1° gennaio 2022. All'interno di quanto previsto dall'accordo interconfederale del 9 marzo 2018 "Patto per la Fabbrica" sono stati modificati ed integrati gli articolati contrattuali per rendere possibile la definizione del trattamento economico minimo (TEM) e il trattamento economico complessivo (TEC).
• Parte Normativa
Per quanto riguarda il capitolo dell'Osservatorio Nazionale sarà potenziato l'istituto riconoscendo il valore delle relazioni industriali per iniziative congiunte volte alle politiche industriali di settore, all'occupazione, alla crescita, alle internazionalizzazioni e per l'innovazione e la sostenibilità ambientale. Sempre all'interno dell'osservatorio sarà discussa la legge 125 sulle pari opportunità.
Sul capitolo degli orari e della prestazione lavorativa verranno introdotti numerosi miglioramenti: linee guida sulla banca delle ferie solidali; riconoscimento dei permessi per i famigliari di minori affetti DSA (disturbi specifici dell'apprendimento); scorporo delle assenza per visite e ricoveri oncologici e della maternità anticipata ai fini della maturazione della ROL; programmazione dei permessi della legge 104 che passa da trimestrale a mensile; possibilità che la contrattazione di secondo livello possa prevedere percentuali di accantonamento diverso della banca ore rispetto a quanto previsto oggi dal testo contrattuale.
Inoltre, per i lavoratori con patologie oncologiche e degenerative sarà prevista la possibilità di trasformare in part time il proprio orario di lavoro e il riconoscimento di una aspettativa non retribuita pari a 10 mesi. Sarà altresì predisposta non solo una importante iniziativa, sotto forma di campagna straordinaria informativa, per sollecitare l'adesione al fondo sanitario di categoria (FAG&P), ma sempre relativamente a questo fondo sarà predisposta un'assemblea aggiuntiva retribuita, una tantum durante la vigenza di questo contratto, per promuovere all'adesione allo stesso.
Nel contratto, saranno chiariti e migliorati aspetti normativi sul premio perequativo, malattia professionale e infortuni, l'indennità notte proporzionata all'effettiva prestazione e sarà istituita la commissione nazionale salute sicurezza e ambiente.
Si costituirà la figura di delegato alla formazione e la commissione per la revisione dell'attuale sistema di inquadramento, proprio a riguardo i lavoratori addetti al ciclo produttivo, oggi inquadrati al livello I, passeranno al livello H una volta superato il periodo di prova. Infine, sarà sviluppato un focus particolare sulla tematica degli appalti.
• Dichiarazione congiunta Filctem, Femca, Uiltec
"Il raggiungimento di un'intesa positiva sul rinnovo del contratto nazionale in un settore industriale rilevante per dimensioni e assetti produttivi, in questa fase inedita e difficile – commentano le segreterie nazionali di Filctem, Femca, Uiltec – rispecchia il valore della coesione e dell'unità e dimostra quanto il mondo del lavoro, le sue imprese e i suoi lavoratori devono essere il motore di partenza per la ripresa economica del sistema Italia". "Siamo soddisfatti – concludono le segreterie nazionali - per il raggiungimento di un'intesa che non fa arretramenti sul piano normativo, ma che prova, insieme alla Federazione Gomma plastica e alle sue imprese, a cogliere congiuntamente le sfide necessarie al rilancio di questo importante settore industriale".
La parola passa ora ai lavoratori che, con le assemblee nei luoghi di lavoro, voteranno questa intesa.
Ripartire dal lavoro, questo il messaggio forte e chiaro che unitariamente CGIL, CISL e UIL lanciano al Governo nella giornata di venerdì 18 settembre. La mobilitazione nazionale farà tappa anche ad Alessandria con una manifestazione organizzata dai tre sindacati confederali Alessandria e Asti.
L'appuntamento è in Piazza Santa Maria di Castello ad Alessandria a partire dalle 9.30. La mattina sarà ricca di interventi di lavoratori, lavoratrici e pensionati del pubblico e del privato, ciascuno racconterà la situazione vissuta nel proprio settore in questo anno di emergenza Coronavirus, tra lockdown, necessità di fornire i servizi essenziali, cassintegrazione e difficoltà nella conciliazione della vita lavorativa e familiare.
Le conclusioni saranno affidate a Michelangelo Librandi, UIL FPL nazionale.
I temi che verranno affrontati ruotano intorno alla centralità della ripartenza del lavoro per la ripresa del Paese, facendo un focus sugli ammortizzatori sociali e le vertenze aperte, la riforma fiscale e la lotta all'evasione.
Di grande attualità e interesse anche il rinnovo dei contratti nazionali pubblici e privati, il diritto all'istruzione e ad una scuola sicura, ribadendo l'importanza di sanità pubblica e sicurezza sul lavoro, conoscenza, cultura. Di grande importanza anche il tema degli investimenti, le politiche industriali, la digitalizzazione, il lavoro stabile e sostenibile e la questione del Mezzogiorno.
Inoltre ci sarà modo di ribadire l'importanza di una legge per la non autosufficienza, la previdenza e l'inclusione sociale.
CGIL, CISL e UIL già luglio avevano organizzato a Roma la Notte del Lavoro e la giornata del 18 settembre è la seconda fase di questa mobilitazione.
Questo importante appuntamento verrà svolto in città nel rispetto della sicurezza di tutti i partecipanti, con il dovuto distanziamento sociale.
In attuazione delle disposizioni del Direttore regionale INPS per il Piemonte, di cui al msg 3261 del 9/9/2020, si comunica che le attività di informazione all'utenza in presenza delle Agenzie territoriali della provincia di Alessandria, riprenderanno con il seguente calendario di apertura:
- Agenzia di ACQUI TERME dal 16 settembre 2020
- Agenzia di NOVI LIGURE dal 17 settembre 2020
- Agenzia di CASALE M.TO dal 18 settembre 2020
L'accesso nelle Agenzie avverrà esclusivamente su prenotazione per tutti i servizi di informazione; al momento della prenotazione l'utente potrà scegliere se ricevere il servizio presso gli sportelli di sede oppure telefonicamente o tramite la piattaforma Microsoft Teams.
Gli appuntamenti potranno essere fissati dalle 8.30 alle 12.15, dal lunedì al venerdì, con slot orari di 15 minuti ciascuno la prenotazione potrà avvenire esclusivamente tramite:
- Call Center, 803164 (da fisso) – 06 164164 (da mobile)
- Tramite il sito Istituzionale www.inps.it;
- Scaricando l'App "Inps Mobile"
Il numero telefonico di emergenza, 0131 209200, cesserà di essere attivo dal 17 settembre 2020.
L'Assegno per il Nucleo Familiare (ANF) è una prestazione economica erogata dall'INPS ai nuclei familiari di alcune categorie di lavoratori, dei titolari delle pensioni e delle prestazioni economiche previdenziali da lavoro dipendente e dei lavoratori assistiti dall'assicurazione contro la tubercolosi.
Il riconoscimento e la determinazione dell'importo dell'assegno avvengono tenendo conto della tipologia del nucleo familiare, del numero dei componenti e del reddito complessivo del nucleo stesso. La prestazione è prevista in importi decrescenti per scaglioni crescenti di reddito e cessa in corrispondenza di soglie di esclusione diverse a seconda della tipologia familiare.
Sono previsti importi e fasce reddituali più favorevoli per alcune tipologie di nuclei (ad esempio, nuclei monoparentali o con componenti inabili).
Gli importi sono pubblicati annualmente dall'INPS in tabelle valide dal 1° luglio di ogni anno, fino al 30 giugno dell'anno seguente (CIRCOLARE N.60 del 21 maggio 2020).
A chi è rivolto?
L'Assegno per il Nucleo Familiare erogato dall'INPS spetta a:
lavoratori dipendenti del settore privato;lavoratori dipendenti agricoli;lavoratori domestici e somministrati;lavoratori iscritti alla Gestione Separata;lavoratori dipendenti di ditte cessate e fallite;titolari di pensione a carico del Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti, dei fondi speciali ed ex ENPALS;titolari di prestazioni previdenziali;lavoratori in altre situazioni di pagamento diretto.
DECORRENZA E DURATA
Il diritto decorre dal primo giorno del periodo di paga o di pagamento della prestazione previdenziale, nel corso del quale si verificano le condizioni prescritte per il riconoscimento del diritto (ad esempio, celebrazione del matrimonio, nascita di figli). La cessazione avviene alla fine del periodo in corso o alla data in cui le condizioni stesse vengono a mancare (ad esempio separazione legale del coniuge, conseguimento della maggiore età da parte del figlio).
Se spettano assegni giornalieri, il diritto decorre e termina dal giorno in cui si verificano o vengono a mancare le condizioni prescritte.
Non possono essere erogati complessivamente più di sei assegni giornalieri per ciascuna settimana e 26 per ogni mese.
Per i pagamenti subordinati ad autorizzazione da parte dell'INPS, la data iniziale dell'erogazione e quella di scadenza sono indicate nell'autorizzazione.
Se la domanda viene presentata per uno o per più periodi pregressi, gli arretrati spettanti vengono corrisposti entro cinque anni, secondo il termine di prescrizione quinquennale.
QUANTO SPETTA
L'importo dell'assegno è calcolato in base alla tipologia del nucleo familiare, del numero dei componenti e del reddito complessivo del nucleo.
I redditi del nucleo familiare da considerare sono quelli assoggettabili all' IRPEF, al lordo delle detrazioni d'imposta, degli oneri deducibili e delle ritenute erariali. Sono da indicare anche i redditi esenti da imposta o soggetti alla ritenuta alla fonte a titolo di imposta o imposta sostitutiva (se superiori complessivamente a 1.032,91 euro).
Devono essere considerati i redditi prodotti nell'anno solare precedente al 1° luglio di ogni anno e che hanno valore fino al 30 giugno dell'anno successivo. Quindi, se la richiesta di assegno per il nucleo familiare riguarda periodi compresi nel primo semestre, ovvero da gennaio a giugno, i redditi da dichiarare sono quelli conseguiti due anni prima. Invece, se i periodi sono compresi nel secondo semestre, da luglio a dicembre, i redditi da dichiarare sono quelli conseguiti nell'anno precedente.
Il reddito di riferimento in caso di convivenza di fatto, di cui all'articolo 1, commi 36 e 37, legge 20 maggio 2016, n. 76, che abbiano stipulato il contratto di convivenza ai sensi dell'art. 1, co. 50, l. 76/2016, deve essere indicato secondo quanto previsto dalla già citata legge (circolare INPS 5 maggio 2017, n. 84).
Non devono essere dichiarati tra i redditi:
i Trattamenti di Fine Rapporto ( TFR) comunque denominati e le anticipazioni sui TFR;i trattamenti di famiglia, comunque denominati, dovuti per legge;le rendite vitalizie erogate dall'INAIL, le pensioni di guerra e le pensioni tabellari ai militari di leva vittime di infortunio;le indennità di accompagnamento agli invalidi civili, ai ciechi civili assoluti, ai minori invalidi che non possono camminare e ai pensionati di inabilità, gli importi percepiti a titolo di assegno di cura ai sensi della legge provinciale di Bolzano 12 ottobre 2007, n. 9;le indennità di comunicazione per sordi e le indennità speciali per i ciechi parziali;gli indennizzi per danni irreversibili da vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazioni di emoderivati;gli arretrati di cassa integrazione riferiti ad anni precedenti a quello di erogazione;l'indennità di trasferta per la parte non assoggettabile a imposizione fiscale;gli assegni di mantenimento percepiti dal coniuge legalmente separato a carico del/della richiedente e destinati al mantenimento dei figli.
Il reddito complessivo del nucleo familiare deve essere composto, per almeno il 70%, da reddito derivante da lavoro dipendente e assimilato.
L'assegno viene pagato dal datore di lavoro, per conto dell'INPS, ai lavoratori dipendenti in attività, in occasione del pagamento della retribuzione.
L'ANF è pagato direttamente dall'INPS se il richiedente è:
addetto ai servizi domestici; iscritto alla Gestione Separata;operaio agricolo dipendente a tempo determinato;lavoratore di ditte cessate o fallite;beneficiario di altre prestazioni previdenziali.
DECADENZA
Il diritto all'ANF cessa alla fine del periodo in cui vengono a mancare le condizioni per il riconoscimento dello stesso: ad esempio, nel caso di separazione legale dal coniuge/parte di unione civile decade per l'ex coniuge/parte di unione civile, mentre, resta valido per i figli affidati o nel caso di raggiungimento della maggiore età del figlio con assoluta e permanente inabilità a proficuo lavoro.
REQUISITI
L'ANF spetta per nucleo familiare che può essere composto da:
richiedente lavoratore o titolare della pensione;coniuge/parte di unione civile che non sia legalmente ed effettivamente separato o sciolto da unione civile, anche se non convivente, o che non abbia abbandonato la famiglia;figli ed equiparati di età inferiore a 18 anni, conviventi o meno;figli ed equiparati maggiorenni con inabilità assoluta e permanente a proficuo lavoro purché non coniugati, previa autorizzazione;figli ed equiparati, studenti o apprendisti, di età superiore ai 18 anni e inferiore ai 21 anni, purché facenti parte di "nuclei numerosi", cioè nuclei familiari con almeno quattro figli tutti di età inferiore ai 26 anni, previa autorizzazione;fratelli, sorelle del richiedente e nipoti (collaterali o in linea retta non a carico dell'ascendente), minori o maggiorenni, inabili a proficuo lavoro solo se sono orfani di entrambi i genitori, non hanno conseguito il diritto alla pensione ai superstiti e non sono coniugati, previa autorizzazione;nipoti in linea retta di età inferiore a 18 anni e viventi a carico dell'ascendente, previa autorizzazione.
Gli stranieri residenti in Italia, poligami nel loro paese, possono includere nel proprio nucleo familiare solo la prima moglie e i figli avuti dalla stessa, se residenti in Italia.
I lavoratori extracomunitari (esclusi quelli con contratto di lavoro stagionale) hanno diritto all'assegno per il nucleo familiare solo per i familiari residenti in Italia, salvo il caso in cui il paese di provenienza del lavoratore abbia stipulato con l'Italia una convenzione in materia di trattamenti di famiglia, o nei casi in cui possa applicarsi la normativa comunitaria di sicurezza sociale.
I lavoratori stranieri rifugiati politici, in conseguenza dell'equiparazione ai cittadini italiani, hanno diritto all'assegno anche per i familiari residenti all'estero.
Per i titolari di pensione ai superstiti, il nucleo ha diritto all'ANF se composto dal coniuge/parte di unione civile superstite che ha titolo alla pensione e dai figli ed equiparati minori titolari o contitolari della pensione o maggiorenni inabili a proficuo lavoro. Il nucleo familiare può essere composto anche di una sola persona ove si tratti di orfano titolare di pensione ai superstiti da lavoro dipendente minorenne o maggiorenne inabile a proficuo lavoro.
Il coniuge/parte di unione civile dell'avente diritto alla corresponsione dell'ANF può chiedere il pagamento della prestazione purché non sia titolare di un proprio diritto all'ANF, determinato da un rapporto di lavoro dipendente oppure da una prestazione previdenziale derivante da lavoro dipendente. La richiesta di pagamento da parte del coniuge/parte di unione civile deve essere presentata utilizzando il modello ANF 559 (Codice SR56).
In caso nuclei familiari di genitori separati/divorziati o sciolti da unione civile, con affidamento condiviso dei figli, il diritto all'ANF sussiste per entrambi e la scelta tra quale dei due genitori possa chiedere la prestazione è rimessa a un accordo tra le parti. In mancanza di accordo, l'autorizzazione alla percezione dell'assegno viene concessa al genitore convivente con i figli.
Il diritto rimane al genitore affidatario anche quando non è titolare in proprio di un diritto a richiedere la prestazione familiare (poiché non lavoratore o non titolare di pensione) e viene esercitato in virtù della posizione tutelata dell'ex coniuge/parte di unione civile, sempre che i requisiti di fatto, ossia i redditi del nucleo dell'affidatario, ammettano il riconoscimento al diritto all'ANF.
Il genitore convivente con il minore (privo di autonomo diritto) nato fuori del matrimonio/unione civile da genitori comunque non coniugati/uniti civilmente può chiedere il pagamento dell'ANF sulla posizione dell'altro genitore lavoratore dipendente non convivente. Il pagamento terrà conto dei redditi del genitore convivente.
QUANDO FARE DOMANDA
La domanda deve essere presentata per ogni anno a cui si ha diritto. POTETE RIVOLGERVI AL PATRONATO ITAL UIL
Qualsiasi variazione intervenuta nel reddito e/o nella composizione del nucleo familiare, durante il periodo di richiesta dell'ANF, deve essere comunicata entro 30 giorni.
Non deve essere inoltrata domanda di variazione, né una nuova domanda ANF, in caso di rioccupazione presso diverso datore di lavoro, relativamente a un periodo oggetto di domanda in corso di validità.
COME FARE DOMANDA
Modalità di presentazione della domanda per lavoratori dipendenti di aziende attive nel settore privato non agricolo
A decorrere dal 1° aprile 2019, la domanda di Assegno per il Nucleo Familiare dei dipendenti privati di aziende non agricole deve essere presentata direttamente all'INPS esclusivamente in modalità telematica.
La domanda di Assegno per il Nucleo Familiare deve essere presentata dal lavoratore all'INPS attraverso il servizio online dedicato o tramite i servizi telematici offerti dagli enti di patronato.
Nei casi previsti dalle disposizioni vigenti è necessario inoltrare anche la domanda di Autorizzazione ANF all'Istituto.
Modalità di presentazione della domanda per i lavoratori dipendenti di aziende attive del settore privato agricolo
La domanda di Assegno per il Nucleo Familiare da parte dei lavoratori agricoli a tempo indeterminato (OTI) deve essere presentata al datore di lavoro con il modello ANF/DIP (SR16) cartaceo. Nei casi previsti dalle disposizioni vigenti è necessario allegare alla stessa l'Autorizzazione ANF (ANF43) rilasciata dall'Istituto.
Modalità di presentazione della domanda per lavoratori di ditte cessate e fallite
In caso di domanda di Assegno per il Nucleo Familiare da parte di lavoratori di ditte cessate o fallite, la prestazione familiare viene erogata direttamente dall'Istituto.
La relativa domanda telematica (cfr. la circolare INPS 30 ottobre 2014, n. 136) deve essere presentata all'Istituto, nel limite della prescrizione quinquennale, attraverso il servizio online dedicato.
In alternativa, si può fare la domanda tramite:
Contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile;enti di patronato attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi.
Domanda di Autorizzazione all'Assegno per il Nucleo Familiare
La domanda di Autorizzazione ANF deve essere presentata attraverso la procedura telematica, corredata della prevista documentazione, nei seguenti casi:
nel caso in cui venga richiesta l'inclusione di determinati familiari nel nucleo (fratelli, sorelle, figli di separati o divorziati, sciolti da unioni civili, figli naturali, familiari residenti all'estero, etc.);nei casi di possibile duplicazione del pagamento (figli di genitori separati/divorziati o sciolti da unione civile, figli naturali, etc.);per applicare l'aumento dei livelli reddituali (familiari minorenni con difficoltà a compiere le funzioni proprie della loro età o maggiorenni con inabilità assoluta e permanente a svolgere proficuo lavoro).
In questi giorni la Regione Piemonte ha deciso di stanziare 500.000 euro per l'acquisto di termoscanner da distribuire direttamente a tutte le autonomie scolastiche presenti nel nostro territorio.
L'opposizione dei sindacati CGIL CISL UIL di categoria e la posizione dell'Ufficio scolastico Regionale hanno determinato la sospensione della decisione del Presidente Alberto Cirio immediatamente sostituita da una ordinanza specifica nella quale si introducono meccanismi di controllo per "verificare" l'avvenuta misurazione della temperatura da parte delle famiglie.
L'ordinanza del Presidente Cirio, senza valutare gli impatti e le modalità con cui le scuole si sono organizzate, in base alle disposizioni Statali, non fa altro che aggiungere indicazioni tardive che determinano ulteriore confusione nella gestione delle attività di prevenzione alla diffusione del Covid 19; in particolare per ciò che attiene la destinazione di personale specifico, la sua adeguata formazione e le garanzie di tutela degli stessi studenti.
Inoltre la decisione di attivare un sistema di controllo nei confronti dei genitori, di fatto, vanifica lo strumento base dell'interazione scuola famiglia che è oggetto del "Patto di corresponsabilità educativa" che le scuole piemontesi hanno condiviso con le famiglie.
Interazione e responsabilità genitoriale riconosciuta e sostenuta dallo Stato anche nelle linee guida nazionali che impegnano le famiglie nella misurazione della temperatura.
Un lavoro iniziato da tempo grazie al serio lavoro dei dirigenti, dei docenti e dei collaboratori scolastici perché la scuola il 14 settembre possa aprire le porte e ridare alle migliaia di studentesse/i una sana normalità, a loro privata nel periodo del lockdown, in piena sicurezza.
CGIL CISL UIL Piemonte sono convinti che il 14 settembre la scuola debba aprire garantendo la sicurezza per gli studenti e per il personale senza ulteriori complicazioni.
CGIL CISL UIL Piemonte chiedono al Presidente della Giunta di sospendere tale provvedimento che introduce ulteriori difficoltà ad una situazione già complicata.
La scuola è un presidio di comunità che tanto può fare, sia all'interno sia all'esterno dei propri edifici, proprio per questo va protetta.
CGIL Piemonte CISL Piemonte UIL Piemonte
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