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Mercoledì, 14 Settembre 2016 10:23

PIL: Loy, occorre un piano pluriennale per la crescita

Non è certo una doccia gelata la revisione al ribasso della crescita del PIL per l'anno in corso e, purtroppo, forse pure per il prossimo anno. Si prevede, infatti, un proseguimento della fase di debolezza della nostra economia anche per i prossimi mesi.

E, purtroppo, quando si parla di PIL, anche i decimali sono importanti dal momento che un decimale dello stesso  PIL vale 1,6 miliardi di euro che potrebbe essere sottratto a politiche di crescita.

Ecco perché nella prossima Legge di Bilancio servono scelte coraggiose e selettive in grado di rilanciare l'economia. In sostanza, occorrono politiche non di breve respiro, ma un ampio piano per la crescita e l'occupazione. Un piano inevitabilmente pluriennale dando priorità a nuove politiche industriali con investimenti in ricerca e innovazione; più investimenti in opere pubbliche;  più protezione sociale con finanziamenti aggiuntivi per gli ammortizzatori sociali;  rinnovo dei contratti di lavoro a iniziare da quelli pubblici con specifici finanziamenti nella Legge di Bilancio; più potere di acquisto ai salari e alle pensioni con la riduzione delle imposte.

Se il Governo condivide questa impostazione troverà nella UIL un forte sostenitore a Bruxelles per chiedere nuova e maggiore flessibilità.

 

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I dati sull'andamento dell'economia italiana diffusi oggi dall'ISTAT certificano il rallentamento della crescita economica.Tutti gli indicatori fanno segnare il passo: il PIL è in fase di stagnazione, cala la fiducia di imprese e consumatori, frena l'occupazione, cala la produzione industriale e calano i consumi interni.

I motivi sono tanti, ma sembra inutile soffermarsi sulle solite litanie che raccontano un'Italia inchiodata sulla crescita zero o fanalino di coda in Europa.

Se l'economia non gira è perché l'Europa si è avviluppata su sé stessa verso un modello di sviluppo sbagliato. Per questo occorre chiedere all'Europa di rivedere al più presto la sua politica fallimentare basata sull'austerità al posto dell'espansività.

Quanto al nostro Paese, i dati di oggi dimostrano come la flessibilità utilizzata dal Governo per quest'anno non abbia dato i risultati sperati.

Ora ci aspettiamo scelte coraggiose nella prossima legge di bilancio per rendere competitivo il nostro sistema produttivo.

Servono scelte espansive, nuove politiche industriali, soprattutto del settore manifatturiero e dell'edilizia, per riattivare quel circolo virtuoso dell'economia: più sostegno alla domanda interna, più investimenti pubblici, più protezione sociale, più potere di acquisto ai salari e pensioni.

È questa la nostra visione di politica economica e sulla quale invitiamo il Governo a confrontarsi.

Roma, 5 settembre 2016

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Non può non allarmare la costante discesa delle assunzioni a tempo indeterminato, ma ancor più preoccupante è che il lavoro a termine non riesce a recuperare neanche parzialmente il "deficit" di assunzioni rispetto al 2015. Certamente, molte aziende hanno anticipato al 2015 le assunzioni previste quest'anno, ma il dato, in generale, sembra segnalare soprattutto molta cautela e prudenza del nostro sistema produttivo.Il continuo crescere dei voucher, inarrestabile e omogeneo in tutto il Paese, deve portare il legislatore a porre paletti più rigidi rispetto al solo obbligo di comunicazione, così come prevede il Governo.

Indubbiamente, la prossima Legge di Stabilità dovrà comunque prevedere un intervento strutturale di riduzione delle tasse sul lavoro sia per dare respiro ai consumi sia per incentivare selettivamente (sud, giovani e occupazione aggiuntiva), le imprese che coraggiosamente, comunque, assumono.

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Sconfortanti i dati diffusi oggi dall'Istat sul mercato del lavoro riferiti a settembre. L'aumento dell'inattività e il calo congiunturale dell'occupazione, su cui ha pesato maggiormente la diminuzione dei contratti a tempo indeterminato, sono elementi preoccupanti che non possono essere sottovalutati.Anche il dato tendenziale, che mostra una lievissima crescita dell'occupazione complessiva, nonostante la massiccia dote di incentivi messe in campo dall'attuale Governo, rimane drammaticamente critico soprattutto sul fronte giovanile, il cui tasso di disoccupazione continua a mantenersi al di sopra del 40% a cui si aggiunge un aumento degli inattivi/scoraggiati.

La rilevazione Istat conferma la mancanza di interventi mirati ai giovani rispetto ai quali sarebbero necessarie misure specifiche che, purtroppo, non troviamo tra quelle contenute nella Legge di Stabilità che si sta discutendo nelle aule parlamentari.

Troviamo, invece, la conferma, seppur in misura ridotta, dell'esonero contributivo "generalizzato" che continuerà, senza forti interventi per la crescita, a non dare le necessarie risposte all'inclusione nel mercato del lavoro delle giovani generazioni.

A questo si aggiunge l'insoddisfacente risultato della "Garanzia Giovani" che, al netto di offerte di tirocini, ha mostrato l'inefficacia del sistema delle politiche attive rivolte soprattutto ai giovani.

Roma, 30 ottobre 2015

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Giovedì, 19 Marzo 2015 10:17

Loy sul calo delle richieste di cassa in deroga

DICHIARAZIONE DI GUGLIELMO LOY, SEGRETARIO CONFEDERALE UIL

Certamente il dato delle ore autorizzate di cassa integrazione a  Febbraio induce ad avere qualche speranza che la bufera sia passata.

Ma la prudenza è d'obbligo: cresce la cassa integrazione rispetto al mese precedente mentre il  calo, rispetto allo scorso anno, sembra fortemente condizionato dal crollo delle ore di cassa in deroga, che passano dai 22 milioni del febbraio 2014 ai 2,5 di questo mese.

Risalta comunque la triste "tenuta " della cassa integrazione straordinaria che, con oltre il    67 % di tutte le ore richieste, evidenzia come ancora troppe imprese subiscano gli effetti devastanti della  crisi.

Ragione in più per non abbassare la guardia e sostenere adeguatamente gli strumenti in deroga, unico argine, per centinaia di migliaia di persone,  prima della disoccupazione.

Roma, 18 marzo 2015

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Anche nel mese di settembre, continua a crescere la richiesta per la cassa integrazione nel nostro Paese.

In particolare, i picchi raggiunti dalla cassa integrazione straordinaria segnalano l'intensità della crisi del settore industriale manifatturiero che ha bisogno di interventi e investimenti mirati che non riusciamo a cogliere nell'azione del Governo e di cui non si vede traccia nella prossima Legge di stabilità.

È, inoltre, paradossale che proprio in questi giorni, in cui si discute della nuova riforma del mercato del lavoro, si stia immaginando di "razionalizzare", limitandone l'utilizzo, proprio questo strumento che permette di gestire la crisi garantendo occupazione e salario ai lavoratori.

Allo stesso tempo, continua a crescere la richiesta per la cassa integrazione in deroga, malgrado non siano ancora state stanziate le risorse necessarie che invece sono nella piena disponibilità del Governo.

Ma le maggiori preoccupazioni riguardano il taglio della durata degli interventi previsti dal recente decreto di riordino dei criteri di concessione degli ammortizzatori in deroga che determineranno la perdita per migliaia di lavoratori, in particolare nel mezzogiorno, dell'unica fonte di reddito, in mancanza di concrete possibilità di trovare una nuova occupazione.

In assenza di interventi specifici o di modifiche al decreto, volte a prorogare gli ammortizzatori in deroga, si verranno a creare situazioni in cui il profondo disagio sociale, in cui versano molte aree del Paese, si potrebbe trasformare in disperazione, con effetti difficilmente prevedibili.

 

Guglielmo Loy

Roma 24 ottobre 2014

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Giovedì, 10 Aprile 2014 11:38

Loy sugli ammortizzatori sociali in deroga

A seguire le dichiarazione del Segretario Confederale UIL, Guglielmo Loy, in merito agli ammortizzazioni in deroga.

"Malgrado le nostre ripetute sollecitazioni nei confronti del Ministero del Lavoro, nelle quali abbiamo ribadito la forte preoccupazione per l'insufficienza delle risorse sinora ripartite tra le Regioni, che in alcuni casi non sono riuscite a coprire tutte le domande relative agli ammortizzatori sociali in deroga del 2013,  e dopo le dichiarazioni da parte dello stesso Ministro del Lavoro Poletti sulla necessità di reperire un ulteriore miliardo di euro per dare piena copertura  al fabbisogno dell'anno in corso, nella maggioranza delle Regioni si sta arrivando al blocco di nuove autorizzazioni sia per cassa integrazione che per mobilità in deroga.

Non è quindi comprensibile che le risorse già stanziate ed immediatamente disponibili non siano ripartite per dare una risposta alle migliaia di lavoratori che in alcuni casi sono in attesa del sussidio da mesi creando una vera e propria emergenza sociale.

Nonostante tutto con grande senso di responsabilità le parti sociali stanno rinnovando gli accordi per gli ammortizzatori sociali in deroga per ulteriori tre mesi con l'obiettivo di evitare che le aziende avviino le procedure di licenziamento.

Per queste ragioni abbiamo già informalmente concordato con i colleghi di Cgil e Cisl sulla necessità di avviare una serie di iniziative sul territorio, con l'obiettivo di sensibilizzare le istituzioni e la stessa opinione pubblica, e sulle quali vi chiediamo di verificarne e valutarne l'opportunità .

Naturalmente se le iniziative sui territori e i nostri ripetuti richiami al Ministero  non dovessero ottenere risultato, i nostri sforzi dovranno, necessariamente, convergere in una manifestazione a carattere nazionale le cui modalità vanno però ancora concordate.

Inoltre per meglio monitorare l'andamento delle richieste di ammortizzatori in deroga e la quantità di risorse necessaria per il loro finanziamento vi chiediamo di inviarci, anche per le vie brevi (mail), i dati in vostro possesso ovvero quelli definiti nelle commissioni tripartite.

Nel rimanere in attesa di un vostro riscontro, sarà nostra cura tenervi costantemente aggiornati sulle eventuali novità o rassicurazioni da parte del Ministero relativamente al riparto delle risorse già disponibili".

 

 

 

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"L'indeterminatezza politica e finanziaria sul tema degli ammortizzatori in deroga rischia di diventare una vera e propria emergenza sociale: ci sono migliaia di persone in attesa, da mesi, dell'unico sostentamento per se stessi e per la propria famiglia.

Per il 2013, infatti, non sono state garantite le necessarie coperture alle Regioni. Eppure, ci sono accordi, tra imprese in difficoltà e lavoratori, grazie ai quali sono stati gestiti difficili processi di ristrutturazione.

Accordi che hanno evitato il travaso verso la disoccupazione e che tengono in vita importanti aziende e settori produttivi.

Peraltro, che manchi almeno 1 miliardo per il 2014 se n'è accorto anche il ministro Poletti al quale ricordiamo, inoltre, che vanno aggiunte risorse per l'anno già trascorso.

Nessuno si vuol tirare fuori da una seria riflessione su come migliorare l'efficacia di questo ammortizzatore sociale. Sia chiaro, però, che ciò non potrà essere fatto sulla pelle di chi ha solo quella forma di sostentamento".

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In allegato il discorso e i dati espressi ieri a Torino da Guglielmo Loy, segretario confederale Uil, in merito all'occupazione, ai contratti applicati e alle problematiche connesse al mondo del lavoro.

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