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Mercatone Businness, situazione critica per i 3500 dipendenti

Mercatone Business, azienda storica della distribuzione organizzata del mobile, complementi di arredo e casalinghi, che conta 79 punti vendita in tutta Italia con circa 3500 dipendenti, ha presentato istanza di concordato preventivo "in bianco". Il confronto con l'azienda procede con incertezza. Nell'incontro tra proprietà e organizzazioni sindacali del 5 febbraio a Bologna, l'amministratore delegato ha illustrato, sommariamente, le motivazioni che hanno condotto alla presentazione dell'istanza di concordato in bianco che per il momento riguarda una parte delle aziende del gruppo. Per quanto riguarda Tre Stelle, M@, M73, ed M75, sono ancora in corso valutazioni sul da farsi.

A dire dell'azienda, si prospetterebbero possibili acquirenti: ad oggi sarebbero circa 15/20 i soggetti che hanno manifestato interesse, ancora non formalmente, ma nell'operazione potrebbero essere coinvolti solo una parte dei punti vendita, circa la metà dei negozi. Per la restante metà invece sono in corso trattative con piccoli investitori interessati di volta in volta ad uno o più punti vendita.

Il tutto dovrà essere valutato ed eventualmente approvato dal tribunale competente, che terrà conto, soprattutto, della convenienza delle offerte dal punto di vista economico, ai fini della sostenibilità del Concordato Preventivo.

Le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, hanno sottolineato le responsabilità e l'immobilismo dell'azienda che negli ultimi anni non ha saputo avviare un processo di ristrutturazione graduale, tale da consolidarla e metterla in condizione di sostenere la crisi economica, salvaguardando così anche l'occupazione.

Oltre alla salvaguardia dell'occupazione, tra le priorità: il pagamento degli ammortizzatori sociali previsti e delle retribuzioni arretrate dei lavoratori di tutte le aziende.

L'incontro si è concluso con l'impegno di parte aziendale di comunicare tempestivamente le decisioni sulle sorti delle aziende del Gruppo MB non ancora in concordato, decisione che si dovrebbe concretizzare entro una settimana.

"La situazione è molto critica e complessa e richiederà il massimo impegno anche da parte sindacale, a partire dalle assemblee presso tutti i punti vendita, per coinvolgere ed informare capillarmente lavoratrici e lavoratori, e il coinvolgimento delle istituzioni sia a livello locale che a livello nazionale" hanno affermato le tre sigle sindacali di categoria. "Abbiamo infatti inviato una lettera ai Ministeri competenti, per attivare un tavolo istituzionale su una crisi aziendale di grandi proporzioni, ma non abbiamo ancora avuto alcuna risposta. Se da una parte ci preoccupano alcune questioni immediate, come le retribuzioni e la gestione degli ammortizzatori sociali, dopo l'incontro siamo ancora più preoccupati per il futuro dell'occupazione di lavoratrici e lavoratori. E vi sono anche tutte le lavoratrici ed i lavoratori occupati nelle terziarizzazioni, e nell'indotto in generale, oltre a quelli che, avendo contratti a carattere non subordinato, ed impropriamente, come già stabilito dai giudici in alcuni casi (sono 360), non avrebbero nemmeno accesso agli ammortizzatori sociali di qualunque natura".

 

Filcams Cgil                                     Fisascat Cisl                                         Uiltucs Uil

Roma, febbraio 2015

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