I buoni pasto sono un mezzo di pagamento usato da aziende pubbliche e private, uno strumento alternativo al servizio mensa che in Italia ha un giro di affari di circa tre miliardi di euro. Il Decreto del Ministero dello Sviluppo economico n. 122/2017 del 7 giugno 2017 ha posto nuove regole in merito per limitare gli abusi e per modellarli all'uso reale da parte dei possessori.
Le novità per i buoni pasto riguardano principalmente i giorni in cui possono essere utilizzati e il numero di buoni pasto che può essere usato cumulativamente.
Le novità per i buoni pasto entreranno in vigore dal 9 settembre 2017.
Buoni pasto, chi ne ha diritto?
Il nuovo decreto stabilisce che i buoni pasto potranno essere concessi anche ai lavoratori part-time e non solo a quelli assunti a tempo pieno, purché siano subordinati. I buoni pasto quindi potranno essere attribuiti anche ai lavoratori per i quali non è prevista la pausa pranzo.
I buoni pasto potranno essere assegnati anche ai collaboratori dell'azienda che non sono però lavoratori subordinati.
Buoni pasto, la forma
I buoni pasto dovranno essere emessi in forma cartacea, ed indicare:
- il codice fiscale o la ragione sociale del datore e della società che li emette a norma di leggeil valore del buono pasto espresso in euroil termine entro il quale i buoni vanno utilizzatilo spazio per la firma del lavoratore e del timbro dell'esercizio dove vengono spesi
- I buoni pasto non possono essere ceduti a soggetti diversi dal beneficiario, neanche a titolo gratuito: il buono pasto, quindi, non può essere né venduto, né donato. I buoni pasto sono di proprietà del lavoratore che li percepisce e non sono trasferibili. Nemmeno al coniuge che va a fare la spesa per conto dell'intero nucleo famigliare.
Esistono anche buoni pasto in formato elettronico aventi, nella loro struttura digitale, gli stessi elementi e requisiti dei buoni pasto cartacei.
Buoni pasto, il valore
I ticket sono parzialmente deducibili, quelli cartacei hanno un valore massimo di 5,29 euro non soggetti a tassazione mentre quelli elettronici, in vigore dal 2015, hanno un importo massimo non soggetto a tassazione di 7 euro, ossia l'equivalente di 400 euro annui in più da destinare all'acquisto e al consumo di prodotti alimentari.
Buoni pasto, dove utilizzarli?
I buoni pasto possono essere usati presso:
bar,supermercati,mense e spacci aziendali,agriturismi,ittiturismi,mercati rionali.
Questa è la novità più importante, che asseconda il vero utilizzo da parte degli aventi diritto che si è consolidato negli anni.
La precedente legge affermava che i buoni non fossero cumulabili per fare la spesa e che, di conseguenza, se ne può usare solo uno al giorno. Norma non seguita dagli utenti, che li usavano e usano tuttora principalmente nei supermercati. La nuova legge prevede, invece, che se ne possano usare contemporaneamente fino a otto, limitatamente però ai soli generi alimentari.
I buoni pasto vanno usati per intero, cioè per tutto il valore indicato nel documento, e non danno diritto ad ottenere resto. Sono documenti di legittimazione e non titoli di credito.
Buoni pasto, la cumulabilità e i giorni di utilizzo
La nuova norma stabilisce che i buoni pasto possono essere utilizzati anche cumulativamente, come detto: il limite massimo di buoni pasto spendibili nello stesso esercizio è pari ad otto.
I buoni pasto non potranno essere utilizzati in giornate non lavorative.
Comunichiamo che è stata prorogata al 31 maggio 2015 la validità dei certificati di esenzione per reddito già rilasciati dalle aziende sanitarie regionali.
La comunicazione è rivolta a tutte le aziende sanitarie, ai presidi e alle case di cura e strutture sanitarie accreditate con il Servizio Sanitario nazionale
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