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“Firmato il rinnovo del contratto nazionale delle attività ferroviarie e del contratto aziendale del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, scaduti nel 2017 dopo che era stato regolato con un accordo ponte il triennio 2018 - 2020”. Lo riferiscono unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Orsa Ferrovie e Fast Confsal sull’intesa raggiunta nella sede di Confindustria con l’associazione datoriale Agens, aggiungendo che “è un risultato molto significativo raggiunto in un contesto economico e politico particolarmente difficile”.
 
“Il nuovo contratto che interessa circa 80 mila ferrovieri, compresi tutti gli addetti delle attività in appalto di ristorazione, pulizia e accompagnamento notte - spiegano le organizzazioni sindacali - avrà decorrenza dal 1 gennaio 2021 fino al 31 dicembre 2023. Per la parte economica è previsto un aumento al livello medio di 110 euro. Inoltre è prevista un ‘una tantum’ di 500 euro relativa all’anno 2021”.
 
“Contestualmente - proseguono le organizzazioni sindacali - viene rinnovato il contratto aziendale del Gruppo Fs che prevede un aumento di 200 euro l’anno sul welfare sanitario e l'incremento del 1% al mese a carico dell’azienda dell'attuale quota destinata alla previdenza integrativa e l’avvio di un osservatorio per lo sviluppo del welfare aziendale a cui partecipano le organizzazioni sindacali e l'azienda”. 
 
“Insieme al rinnovo - proseguono Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Orsa Ferrovie e Fast Confsal - è stato siglato un importante accordo per il recupero del premio di risultato 2021 pari a 850 euro, di cui 500 monetizzati e 350 in welfare, con l'impegno a definire un accordo per il biennio 2022-2023 della vigenza contrattuale, avendo comunque già concordato le quantità economiche di 900 euro e 1.000 euro”.
 
“Le due ipotesi di rinnovo - affermano infine i sindacati - saranno sottoposte all’approvazione dei lavoratori e delle lavoratrici del settore attraverso un referendum”.
Pubblicato in Notizie: UIL Trasporti
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Siamo fortemente preoccupati per la situazione di grande difficoltà che sta attraversando il Paese, in assenza di un piano di rilancio e alle prese con un ritorno dell'emergenza Coronavirus.

Va superata l'attuale profonda crisi di valori, avendo a riferimento la nostra Costituzione e i principi di solidarietà e unità del Paese, per superare le difficoltà economiche aggravate dalla pandemia che ha colpito milioni di famiglie.

Il rischio di uno scontro sociale è fortissimo, e non sarà la politica dei bonus a scongiurarlo.

La classe politica ha di fronte a sé il compito di ricostruire il tessuto sociale ed economico, a partire dalla Scuola, dalla Sanità, dall'Università, dalla Ricerca e dalla PA che sono il volano dell'economia e su cui si fonda il sistema della sicurezza e del welfare che solo lo Stato può assicurare.

Serve una visione di Paese evoluto e votato al cambiamento, servono investimenti in infrastrutture materiali e in reti, con una capillare digitalizzazione che sia strumento e non fine.

A tal proposito, un recente studio UIL ha messo in evidenza un Paese arretrato in cui solo una parte è in grado di usufruire delle nuove tecnologie. La fibra e l'accesso a internet non garantiti a tutti determinano una condizione di allargamento delle disuguaglianze e accentuano una divisione del Paese, con squilibri inaccettabili dal punto di vista della giustizia sociale. Dunque, così come nel secolo breve si portò la luce elettrica anche nelle campagne e fu possibile il miracolo italiano, oggi analogamente è necessario intervenire perché la fibra arrivi in ogni luogo anche il più estremo. E' un'azione, questa, che non può essere affidata ai privati che la farebbero solo sulla base del profitto.

La solidarietà necessaria può farla solo lo Stato. L'epoca delle privatizzazioni dovrebbe essere messa da parte per un nuovo umanesimo e per consentire ad un popolo fecondo come il nostro di cogliere le sfide della modernità.

Bisogna reagire positivamente per cambiare le politiche neo liberiste degli ultimi venti anni. Serve un'inversione totale che limiti le disuguaglianze e perché ciò avvenga è necessario che i settori del pubblico impiego acquisiscano la loro autonomia dalla politica e siano al servizio del Paese.

La rigenerazione della politica passa anche attraverso un Patto per il Paese per il quale è indispensabile mettere da parte gli egoismi e marciare verso un unico obiettivo, puntando su una politica concertativa che è l'alternativa allo scontro sociale.

Scuola, Sanità, Università, Ricerca, Fisco, Giustizia, Soccorso e tutti i vari ambiti della PA sono settori in cui investire e non possono essere catalogati come costi da tagliare.

Una migliore gestione della cosa pubblica nell'interesse dei cittadini va costruita anche su una politica di investimenti e su un ricambio generazionale che significherebbe dire basta al precariato che nel lavoro pubblico è diventato una piaga da sanare.

Alla ripresa dalla pausa estiva, affronteremo una fase delicata, quella del rinnovo dei contratti che dovranno trovare un nuovo quadro di definizione lontano dalle regole "brunettiane", ma vicino ad una pubblica amministrazione protagonista del rilancio e dello sviluppo.

Sono traguardi che non si possono raggiungere con atti legislativi, ma attraverso la condivisone. Il blocco dei contratti ha lasciato una ferita ancora aperta che dovrebbe fare riflettere chi vuole intraprendere la strada della buona politica.

La Uil ci sarà sempre nelle sedi di concertazione e nelle piazze a rivendicare un cambio di passo e di politica. Noi siamo convinti che soltanto insieme si possa costruire un Paese migliore.

Pubblicato in Notizie: UIL Scuola

Eurispes ha reso pubblici i risultati del Rapporto Italia 2020

Tra le Istituzioni, "volano" i sindacati  con un +8,5%. Inoltre vanno oltre il 50% e seguono un trend positivo di consensi le associazioni dei consumatori (dal 53% del 2019 al 58,4%; +5,4%); le associazioni di volontariato (dal 64,2% al 70%; +6,2%); la Chiesa cattolica (dal 49,3% al 53,4%; +4,1%); il sistema sanitario (dal 62,3% al 65,4%; +3,1%). Di segno positivo anche i risultati delle associazioni degli imprenditori, passate dal 43,2% dei consensi nel 2019 al 49,4%. I sindacati avanzano di ben 8,5 punti (dal 37,9% al 46,4%); le altre confessioni religiose aumentano di 10 punti (dal 29,8% al 40,2%). In lieve calo, il sistema scolastico che passa dal 67,4% al 65% e la Protezione Civile dal 79,2% al 77,8%. Stabili partiti (dal 27,2% al 26,6%) e Pubblica Amministrazione (dal 34,7% al 34,3%).

Il Rapporto Italia 2020 dell'Eurispes riserva un passaggio all'andamento della fiducia degli italiani nelle Istituzioni: per i Sindacati si è passati dal 17,2 del 2012, il peggior dato dell'ultimo decennio, al 46,4% del 2019. Un risultato importante che ci conforta circa l'efficacia della nostra azione sindacale, fondata esclusivamente sul merito delle nostre proposte e delle nostre rivendicazioni.

Peraltro, la Uil aveva già avuto un concreto riscontro di questo trend positivo, avendo registrato, negli ultimi anni, una costante crescita sia dei propri iscritti sia dei consensi ottenuti in occasione delle elezioni delle Rsu. L'esito di questa ricerca, messa in campo da un Istituto prestigioso come l'Eurispes, è un ulteriore sprone a proseguire instancabilmente nel nostro impegno a difesa dei diritti e degli interessi dei lavoratori, dei pensionati e dei giovani in cerca di lavoro, nella prospettiva della crescita del Paese.

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Venerdì, 21 Dicembre 2018 11:27

Sindacati edili sulla sicurezza stradale

Come è noto, presso il Ministero del Lavoro, nello scorso mese di febbraio, erano terminati i lavori del tavolo tripartito destinato alla revisione del decreto interministeriale del 4 marzo 2013, già emanato, secondo le previsione del testo unico per la sicurezza, per la riduzione dei rischi nel lavoro che si svolge in presenza di traffico veicolare e, in particolare,  per le fasi di apposizione della segnaletica destinata alla realizzazione, manutenzione e ai diversi interventi che si effettuano sulla rete stradale e autostradale.

Dopo una lunga, inspiegabile, attesa, durata molti mesi, finalmente, il testo revisionato ha ricevuto il parere favorevole della Conferenza Stato-Regioni e delle province autonome, secondo le previsioni normative, in attesa della successiva pubblicazione sulla gazzetta ufficiale.

Le scriventi organizzazioni sindacali, che hanno lavorato tenacemente nei confronti di tutte le istituzioni competenti per il miglioramento di un provvedimento normativo finalizzato a salvaguardare dal rischio di investimento i lavoratori che operano sulla strada, riconoscono l'importanza di questo decreto, ma sono anche consapevoli che esso, insieme alla più complessiva normativa sulla sicurezza del lavoro, manifesterà i propri effetti positivi soltanto se tutti i soggetti in campo (datori di lavoro, committenti e imprese appaltatrici) lo rispetteranno concretamente e le istituzioni competenti ne vigileranno la corretta attuazione.

E' per questo che, insieme al positivo annuncio della prossima pubblicazione del nuovo decreto, si vuole fornire a tutte/i il resoconto redatto in sede ministeriale al termine dei lavori  del tavolo tri-partito (allegato 1), che evidenzia come, per la concreta salvaguardia dei lavoratori stradali, sia necessario , insieme alla corretta applicazione del nuovo provvedimento, intervenire per la revisione di alcune norme di legge ed aprire nuovi tavoli di confronto con le parti sociali destinati ad ulteriori approfondimenti.

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Nella serata di ieri 17 dicembre 2018 Confartigianato CNA Casartigiani, CLAAI e CGIL, CISL, UIL, hanno sottoscritto un accordo interconfederale per aumentare e migliorare la fruibilità delle prestazioni di sostegno al reddito dei lavoratori operanti nelle aziende artigiane colpite da crisi. Le prestazioni erogate dal Fondo di Solidarietà Bilaterale dell'Artigianato (FSBA) perseguono l'obiettivo di garantire la continuità occupazionale e non disperdere le professionalità acquisite in azienda.

Grazie alla sottoscrizione dell'accordo, che ha natura sperimentale per il 2019, sarà possibile aumentare il periodo di copertura e integrazione al reddito dei  lavoratori, passando dalle attuali 13 settimane a 20 settimane.

FSBA – costituito per volontà delle parti sociali il 30 novembre 2012 ed autorizzato ad operare dai Ministeri dell'Economia e del Lavoro nel 2015 - è il Fondo bilaterale che assicura mirate prestazioni di sostegno al reddito agli 800.000 lavoratori delle imprese artigiane attualmente iscritti al Fondo. L'adesione al Fondo ha natura obbligatoria per tutte le imprese artigiane indipendentemente dal numero di occupati.

Con la sottoscrizione dell´accordo, le Parti esprimono concordemente grande soddisfazione per aver aumentato le prestazioni salvaguardando quelle professionalità che costituiscono il capitale delle imprese artigiane  e l'essenza del Made in Italy.

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Domani, martedì 27 novembre dalle ore 9 ad Alessandria, nell'auditorium della parrocchia di S. Baudolino (Via Bonardi 13, zona Cristo) Cgil, Cisl e UIL si riuniranno per un attivo provinciale finalizzato a far conoscere, informare e far riflettere lavoratori e pensionati, spiegando nel dettaglio il documento contenente le richieste avanzate dai sindacati come correttivi alla manovra del Governo.

Per Cgil, Cisl e UIL la manovra del Governo per la Legge di Bilancio 2019 è fortemente inadeguata su diversi fronti e non sembra impegnarsi concretamente a garantire margini di miglioramento e crescita per il Paese e il rilancio delle politiche legate al lavoro.

I 22 miliardi di spesa previsti in deficit dalla manovra dovrebbero essere utilizzati per creare politiche attive per il lavoro, investimenti sulle infrastrutture, innovazione, ma anche su scuola, ricerca, formazione, messa in sicurezza del territorio.

È fondamentale poter contrastare l'esclusione sociale e la povertà, includendo nel mondo del lavoro tutti i soggetti, con particolare attenzione per i giovani e le donne. La povertà infatti non si combatte se non si investe sul lavoro, sull'istruzione, sulla sanità e i servizi per l'infanzia.

La posizione di Cgil, Cisl e UIL è critica sui riferimenti all'innovazione della Pubblica Amministrazione e al rinnovo dei contratti del pubblico impego per il triennio 2019/2021, completando anche l'iter contrattuale della dirigenza e dei medici in sanità, ad oggi totalmente assenti in manovra.

Anche in ambito di previdenza sociale è positivo il confronto su Quota 100, ma mancano riferimenti a garanzie per giovani, lavoratori precoci, lavoratrici e lavoratori che svolgono mansioni gravose.

L'attivo unitario previsto per martedì 27 novembre sarà l'occasione per illustrare, spiegare e discutere il documento che contiene le proposte che Cgil, Cisl e UIL intendono presentare al Governo per la nuova legge di bilancio, aprendo un confronto.

Tanti gli argomenti di discussione quindi, dalle pensioni alla sanità, passando per il contrasto alla povertà e l'attenzione alle politiche sociali e attive, perché non può esserci sviluppo senza lavoro e coesione sociale.

Il lavoro deve tornare al centro dell'attenzione della manovra del Governo perché è urgente investire nello sviluppo per creare occupazione, incrementare investimenti pubblici, proteggere il lavoro, favorire la riduzione della tassazione per lavoratori e pensionati, contrastando invece aspramente e concretamente l'evasione fiscale.

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Un'altra vita umana è stata spezzata a causa di un infortunio sul lavoro, l'ennesimo in Italia dall'inizio dell'anno. Dal 1° gennaio sono oltre 300 i morti nel nostro paese per motivi professionali.

Si tratta di Davide Olivieri, un giovane operaio ventiduenne di Busalla che è rimasto coinvolto in un grave incidente mentre manovrava un muletto nell'azienda presso la quale era occupato, la Sli di Vignole Borbera.

In occasione del 1° maggio scorso i Sindacati avevano ribadito con forza la condanna per la mancanza di una cultura della sicurezza e di misure idonee a salvaguardare l'incolumità delle persone nelle aziende.

Non è in alcun modo tollerabile che per poter lavorare si debba ancora mettere a repentaglio la salute e, in taluni casi, la vita stessa. A maggior ragione oggi che esistono strumenti adeguati per la prevenzione dei rischi.

Per tali ragioni, le Organizzazioni Sindacali della provincia di Alessandria, nell'unirsi al dolore della famiglia e degli amici per la perdita di un giovane lavoratore, proclameranno a breve un pacchetto di 4 ORE DI SCIOPERO

DI TUTTE LE CATEGORIE DELL'INDUSTRIA

Il giorno della protesta verrà stabilito appena sarà resa nota la data delle esequie e sarà successivo ad esse. Contestualmente chiederemo un incontro urgente alla Prefettura allo scopo di individuare misure più stringenti di prevenzione.

Alessandria, 7 giugno 2018

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RAPPORTO GLI ITALIANI E LO STATO - 2017

Rapporto annuale sugli atteggiamenti degli italiani nei confronti delle istituzioni e della politica, realizzato su incarico del Gruppo L'Espresso.

Migliora e si increementa la fiducia degli italiani per i sindacati. La UIL registra un +6 rispetto alla precedente raccolta dati del 2016.

XX RAPPORTO GLI ITALIANI E LO STATO

Il Rapporto su Gli Italiani e lo Stato, giunto alla XX edizione, è realizzato da Demos & Pi per La Repubblica. La rilevazione è stata condotta da Demetra con metodo MIXED MODE (Cati - Cami - Cawi).
Periodo 04 - 12 dicembre 2017. Il campione (N=1211, rifiuti/sostituzioni/inviti: 11.759) è rappresentativo della popolazione italiana con 15 anni e oltre, per genere, età, titolo di studio e area, ed è stato ponderato in base alle variabili socio-demografiche (margine di errore 2.8%).
L'indagine è stata diretta, in tutte le sue fasi, da Ilvo Diamanti. Luigi Ceccarini, Fabio Bordignon, Martina Di Pierdomenico, Ludovico Gardani e Alice Securo hanno curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati.
I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.

Documentazione completa su www.agcom.it

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Contributo per il gruppo di lavoro "Economie"

L'insieme del movimento antimafia, oltre ad avere un momento collettivo con il quale esprimere pubblicamente le proprie convinzioni, ha bisogno di una forte e diffusa iniziativa politica finalizzata a riattualizzare il profilo strategico di fronte ai processi e ai cambiamenti che caratterizzano questa fase nuova della azione mafiosa, dei fenomeni di corruzione, del rapporto fra politica-mafia-affari e più in generale del tema delle economie illegali. Un recente studio dell'Università Bocconi individua il "peso tradizionale" dell'economia criminale italiana attestandolo al 10,9% rispetto al PIL. Se a tale quota aggiungiamo il "sommerso fiscale", stimato intorno al 16,5%, possiamo notare che il sommerso totale raggiunge una quota pari al 27,4% del PIL. Questa filiera di illegalità condiziona l'economia, ma anche i comportamenti delle persone. Di fronte a questo quadro chiaro ed allarmante assistiamo purtroppo a comportamenti da parte delle istituzioni assai contraddittorie. Infatti di fronte ad un un contesto di vulnerabilità delle famiglie e delle singole persone, causato dal loro progressivo impoverimento, che spinge le persone ad assumere comportamenti illusori di ultima istanza come cadere nel perimetro del gioco d'azzardo patologico o bussare in ambienti malavitosi per bisogno di credito, assistiamo ad un Paese che autorizza la presenza di 400mila slot e macchinette da gioco. Contemporaneamente assistiamo ad una scarsa disponibilità   di risorse per la sanità pubblica, come ad esempio i soli 250 mila posti letto d'ospedale. Così come non possiamo non evidenziare il fatto che i fenomeni di corruzione nella gestione della "Cosa Pubblica" sono purtroppo in crescita e che questi fenomeni sempre più determinano una relazione stretta con gli interessi mafiosi. Un paese così è un paese che non ha scelto con chiarezza da che parte stare e con che respiro investire nel benessere dei propri cittadini. Purtroppo queste prassi perpetrate da gruppi dirigenti che generano infiltrazione della Mafia nell'Economia e nella Politica tardano a tramontare.

Dobbiamo poter riconquistare quel "Controllo Sociale del Territorio" che le mafie esercitano e che è una delle forze importanti del sistema mafioso, a cominciare dalle periferie.  La criminalità organizzata, la corruzione rappresentano il maggiore ostacolo allo sviluppo democratico, politico ed economico di molti Paesi, tanto da spingere istituzioni e agenzie internazionali e la stessa UE, a lanciare un programma in materia di prevenzione del crimine nel mondo intitolato "Cultura della legalità". Il fenomeno della criminalità organizzata e della corruzione costituisce certamente, oggi, un problema globale che investe ed influenza tutte le comunità internazionali: diventa, pertanto, necessario ed indifferibile promuovere azioni integrate quantomeno al livello Europeo per arginare e contrastare le attività criminali.

Gli appuntamenti dei prossimi mesi assumono dunque un grande significato, ragion per cui dobbiamo imprimere ogni sforzo per intensificare il profilo della nostra proposta. Abbiamo di fronte a noi una occasione importante nella quale sentiamo la necessità di lanciare a tutta la Società Civile e alla Politica, al Paese Reale e al Paese Istituzionale, una sfida per una azione corale proponendo rinnovate frontiere di impegno politico e civile per conquistare condizioni di libertà e di legalità oggi purtroppo mortificate e finanche negate.

Occorrerà sin dai prossimi passi rendere esplicita la forza delle idee e la forza corale e collegiale.

Le organizzazioni sindacali CGIL CISL UIL sono da tempo impegnate sul tema della legalità, del contrasto alle mafie ed alla criminalità organizzata, indirizzando la loro iniziativa a sostegno di un'economia legale che rafforzi la sana e corretta competizione delle imprese, che affermi pienamente la dignità delle persone, i diritti dei lavoratori e la tenuta della coesione sociale.

Intanto vogliamo scegliere di raccontare l'Italia non più lasciando il primato ai modelli liberisti e "finanzacentrici", ma intendiamo assegnarne una trazione sociale, solidale e di qualità della vita incardinata sui bisogni e sull'attenzione alle persone e nell'alveo dello sviluppo sostenibile. Bene il superamento del "monopolio" del PIL a vantaggio dell'affiancamento degli indicatori BES - sempre più numerosi e protagonisti - che vanno incoraggiati perché rappresentano il segno del cambiamento.

Il contrasto alle forme di illegalità economica si fa in primo luogo togliendo i patrimoni alla criminalità organizzata ed alle mafie per poi restituirli sani e legali alla collettività.

Le esperienze e le conoscenze maturate negli ultimi anni sul versante della gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e alle mafie ci consegnano un quadro abbastanza chiaro sulle criticità e i limiti legislativi e operativi. Si stima che delle oltre 40.000 aziende sequestrate e confiscate, per un valore di circa 30 miliardi di euro,  il 90% fallisce.

La difficile e, a volte contorta via del ribaltamento dello schema mentale che "la mafia dà il lavoro e l'antimafia lo toglie" è una scommessa , una sfida necessaria per contrastare le mafie e ordinare la nostra società dentro l'alveo della legalità.

In modo abbastanza sommario si può convenire che le criticità maggiori risiedono nel quadro normativo e gestionale delle aziende sequestrate e confiscate, nelle procedure e nella mancanza di strutture e risorse adeguate. Il Nuovo Codice Antimafia, recentemente approvato in via definitiva dal Parlamento, rappresenta un passo avanti significativo che va nella direzione giusta. Adesso tuttavia i suoi contenuti vanno resi operativi, a partire dagli adempimenti che la Riforma assegna al Governo e per quanto riguarda il potenziamento della ANBSC al Ministero dell'Interno. Insomma CGIL CISL UIL sono impegnate unitariamente a far sì che l'implementazione delle nuove norme sia la più rapida possibile.

Il dato sul fallimento delle aziende in oggetto, le esperienze consumate sul versante delle autorità giudiziarie preposte alla gestione dei beni, i tempi lunghissimi tra sequestro e confisca, le questioni relative alle linee di credito bancarie, l'assenza di ragionevoli strumenti a tutela dei lavoratori, gli  interventi dei Tribunali fallimentari, gli alti costi per la emersione dalla illegalità, meritano di essere affrontati con la massima urgenza facendo diventare quelle nuove norme prassi consolidata. Trasformare l'azienda mafiosa in impresa legale, produttiva, trasparente, che sappia produrre lavoro vero e pulito e valori sociali costituzionalmente garantiti, è un obiettivo molto difficile ma non impossibile.

Dobbiamo, intanto, rilanciare l'etica della sinergia e ricalibrare il rapporto fra produttore e consumatore e, soprattutto, più in generale, rinvigorire l'idea di una economia sociale attraverso la quale realizzare tre obiettivi sostanziali: dare lavoro ai giovani, costruire un lavoro eticamente sostenibile, riprendere il controllo sociale del territorio proprio attraverso il riutilizzo delle attività sottratte ai mafiosi.

Occorre pertanto agire attraverso esperienze concrete e innovative, anche il concorso sincero e volitivo dei tanti soggetti che, a vario titolo, negli ultimi anni hanno speso le loro energie sul versante della lotta alle mafie. Amministratori locali, Istituzioni pubbliche, magistrati, docenti universitari, organizzazioni sindacali, reti produttive, cooperative, imprese, forze politiche, libere associazioni,  operatori della comunicazione, sistema scolastico di base dovrebbero confrontarsi e impreziosire la rete tessuta in anni difficili e straordinari e porre in essere una nuova ed efficace stagione di lotta per sconfiggere le mafie soprattutto sul versante economico, che rimane terreno decisivo alla luce della sua pervasività che non risparmia ambiti sociali, professionali, geografici.

Il lavoro rappresenta indubbiamente la condizione essenziale per dare alle persone la forza di non cedere ai ricatti e soprattutto il lavoro è la condizione per dare alle persone quella autonomia economica necessaria a progettare la propria vita. Ma occorre un lavoro tutelato e qualificato, non un lavoro sottopagato, sfruttato, ricattato, attraverso il quale si calpesta perfino la dignità delle persone in una sorta di moderna schiavitù.

Il campo d'azione è esteso: il fenomeno del caporalato, la gestione della immigrazione, i processi di integrazione, la tratta degli esseri umani, l'abbandono scolastico, la fuga dei giovani laureati all'estero, i fenomeni di familismo o di prebende per le assunzioni che oltretutto mortificano e impoveriscono qualità e professionalità, le morti insopportabili sul lavoro e tante altre battaglie che ci dovranno vedere impegnati in prima linea nel contrasto alle disuguaglianze ed agli abusi e per l'inclusione e coesione sociale elementi qualificanti in grado di connotarsi come presidi di legalità a cominciare da quella che affonda le radici nella natura economica.

La riforma del Codice Antimafia, infine, per la quale dovremo produrre ancora uno sforzo per un nostro impegno teso a garantire la sua piena applicazione, può rivelarsi utile in questo nostro rinnovato percorso di unità per la legalità.

Roma, 11 dicembre 2017

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Fondo vittime amianto. Misura dell'acconto della prestazione aggiuntiva per l'anno 2016

L'INAIL, con determina del presidente n. 372 del 18 settembre 2017, ha stabilito la misura complessiva dell'acconto della prestazione aggiuntiva del Fondo per le vittime dell'amianto per l'anno 2016 pari a 10,1%.

Tenuto conto che la percentuale del primo acconto già erogato è stata del 9%, la misura del secondo acconto per l'anno 2016 risulta pari a 1,1%.

Ricordiamo che il Fondo vittime amianto è stato istituito con la legge finanziaria 2008.

Hanno diritto alla "prestazione aggiuntiva" del Fondo i titolari di rendita, anche unificata, che hanno contratto patologie asbesto-correlate per esposizione all'amianto e alla fibra "fiberfrax", riconosciute dall'INAIL e dal soppresso IPSEMA, e gli eredi di cui all'art. 85 T.U.1124/1965.

Questo beneficio è aggiuntivo alla rendita percepita ed è corrisposto d'ufficio dall'INAIL, attraverso due acconti e un conguaglio.

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