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 «Quando è arrivata la sua convocazione, signor Ministro, tutti hanno parlato di un fatto irrituale e mai verificatosi, ma le cose irrituali e le novità non mi spaventano, se determinano risultati concreti. Per questo motivo siamo qui oggi e vorremmo cercare di capire, però, quale metodo usare per arrivare a qualche risultato concreto». Così il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha introdotto il suo intervento al tavolo aperto con le parti sociali dal vicepremier Matteo Salvini al Ministero dell´Interno.

«Vorrei capire - ha precisato Barbagallo - se quelli proposti stamane sono input che derivano dalla posizione della Lega o se sono frutto di un confronto interno al Governo. Inoltre, sarebbero molto utili documenti scritti per proseguire il confronto sui singoli aspetti». Il leader della Uil ha ribadito le posizioni contenute nella piattaforma di Cgil, Cisl, Uil, dal Mezzogiorno al rinnovo dei contatti del pubblico impiego, dalle infrastrutture alla previdenza e ha indicato anche una prima riforma possibile da attuare a costo zero per la crescita del Paese: la delegificazione.

Inoltre, ha posto l'accento su quella che la Uil considera la priorità: «Bisogna ridurre le tasse ai lavoratori dipendenti e ai pensionati: ormai lo diciamo tutti in coro, perché c'è la necessità di rilanciare i consumi per accrescere i livelli produttivi e occupazionali. Peraltro, noi proponiamo di detassare, per tre anni, gli aumenti contrattuali: non costerebbe nulla in più. E, comunque, se le risorse sono poche, bisogna recuperarle dall´evasione fiscale. Noi - ha proseguito - siamo contro l'austerità, ma bisogna fare alleanza per modificare quelle regole europee che ci stanno soffocando. Infine, per quel che riguarda il salario minimo, così come è stato proposto, il rischio è che siano maggiori gli svantaggi dei vantaggi. Siamo disponibili - ha concluso Barbagallo - a discutere su tutto e con tutti per trovare soluzioni positive e condivise».

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Il leader della UIL a Torino al convegno "piano impresa 4.0"

Il Presidente del Consiglio, Gentiloni, e i ministri Padoan e Calenda; i tre leader di Cgil, Cisl, Uil; i vertici delle principali Associazioni datoriali; professori universitari ed esperti. Questo il "parterre de rois" che ha dato vita, nello scenario delle Officine Grandi Riparazioni di Torino, al Convegno sul "Piano impresa 4.0", per un momento di riflessione e di proposte sul futuro industriale del nostro Paese.

"È importante fare investimenti pubblici e privati - ha detto il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo - e realizzare tutte le infrastrutture necessarie a favorire il consolidamento dell'impresa 4.0 per creare le condizioni di un duraturo sviluppo economico e sociale. Bisognerà, però, fare anche un accordo con Confindustria per gestire gli eventuali effetti occupazionali: in quelle realtà interessate ai cambiamenti dettati dall'innovazione, occorrerà puntare a una riduzione mirata dell'orario di lavoro. Se non si farà come in Germania, il rischio è che in alcuni settori potrebbero esserci gravi ripercussioni occupazionali. Inoltre - ha proseguito il leader della Uil - sono necessari anche incrementi salariali perché, se non si ridistribuisce la ricchezza, non aumenta il potere di acquisto e le imprese che lavorano per il mercato interno non si risollevano. Le parti sociali devono poter contrattare le condizioni di lavoro e le retribuzioni, a maggior ragione in presenza delle nuove tecnologie - ha concluso Barbagallo - che devono aiutare la produzione, ma anche garantire il benessere dei lavoratori.

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La povertà è ancora un dramma che sottrae diritti e futuro ad una quota rilevante della popolazione del nostro Paese. I timidi segnali di ripresa economica non devono fare dimenticare un dato: in Italia vivono in povertà assoluta 4,75 milioni di persone, pari al 7,9% della popolazione complessiva.

L'introduzione del Reddito d'inclusione (Rei) è una innovazione strutturale che riprende numerosi aspetti della proposta dall'Alleanza contro la Povertà in Italia, vale a dire una misura che garantisce sostegno economico alle famiglie, costruendo contestualmente percorsi di inclusione sociale.

Va dato atto a Governo e Parlamento di avere conseguito un risultato importante. Ma la prossima Legge di Bilancio può rappresentare un altro decisivo passaggio della lotta alla povertà nel nostro Paese, in quanto lo stanziamento attuale rende possibile includere solo 1,8 milioni di individui, cioè il 38% del totale della popolazione in povertà assoluta: pertanto, il 62% dei poveri ne rimarrà escluso. In particolare il 41% dei minori in povertà assoluta non sarà raggiunto dalla misura.

Pure consapevoli della necessaria gradualità del completamento di una misura a vocazione universalistica, complessa e innovativa per il nostro paese, CGIL, CISL e UIL, chiedono al Governo e al Parlamento, un impegno ad incrementare, nel modo più ampio possibile, le risorse per il Fondo per la lotta alla povertà nella prossima Legge di Bilancio, insieme alla definizione di un Piano pluriennale di lotta alla povertà.

Tutto questo per:

includere una quota più rilevante di beneficiari, incrementare l'importo del beneficio e potenziare i servizi per l'inclusione;

avviare una politica redistributiva nel nostro Paese, a partire da chi sta peggio;

rafforzare la ripresa economica a partire da condizioni sociali e territori altrimenti  esclusi;

creare le condizioni per un'inclusione lavorativa.

La lotta alla povertà deve essere considerata, insieme a incisive politiche per lo sviluppo e il lavoro, una delle priorità per uscire davvero e tutti dagli effetti della crisi economica.

È in gioco la piena cittadinanza sociale ed economica di tutti. Non perdiamo un'occasione per rendere più giusto, inclusivo, coeso e meno ineguale il nostro Paese.

Roma, 02 ottobre 2017

(dal sito UIl.it)

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Vi alleghiamo il testo, completo di firme, dell'accordo quadro fra la Regione Piemonte e le Parti sociali piemontesi relativo agli ammortizzatori sociali in deroga per l'anno 2016.

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