Visualizza articoli per tag: sanità

La FPCGIL non ha firmato l'accordo sulla mobilità interna con l'ASL AL e se ne vanta con manifesti ed articoli sui giornali locali, perché, a suo dire, tale accordo introduce regole peggiorative per i dipendenti dando via libera alla mobilità discrezionale da parte dell'azienda.

MA I SIGNORI RAPPRESENTANTI DI QUELLA GRANDE ORGANIZZAZIONE SANNO DI COSA STIAMO PARLANDO??

VORREMMO RICORDARE LORO, E SPIEGARE A TUTTI I LAVORATORI, CHE LA PROPOSTA RICEVUTA DALL'AMMINISTRAZIONE DELL'ASL ERA L'APPLICAZIONE INTEGRALE DEL DECRETO BALDUZZI OVVERO NESSUNA MOBILITA' ALL'INTERNO DELL'AZIENDA NELL'AMBITO DEI 50 CHILOMETRI, CON FACOLTA' PER L'AZIENDA DI SPOSTARE I LAVORATORI TRA I DIVERSI REPARTI E SERVIZI A PROPRIO PIACIMENTO, ANCHE TRA DIVERSE CITTA'.

SOLO GRAZIE ALLA TRATTATIVA IMPOSTA ALL'ASL DALLE ORGANIZZAZIONI SINDACALI FIRMATARIE DELL'ACCORDO E DAI LORO RAPPRESENTANTI NELLE RSU SI E' RIUSCITI A CONQUISTARE UN ACCORDO CHE RIPRISTINAVA REGOLE CERTE E NON CLIENTELARI, FACENDO ANCORA UNA VOLTA A MENO DELLA FPCGIL.

L'ACCORDO STABILISCE DIVERSE TIPOLOGIE DI MOBILITA':

QUELLA CHE PREVEDE LA PRESENTAZIONE DI UNA DOMANDA CHE MANIFESTI DISPONIBILITA' A CAMBIARE REPARTO/SERVIZIO PRESENTATA ALL'INIZIO DELL'ANNO E VALEVOLE PER UN ANNO CON LA LIBERA SCELTA DEI LAVORATORI (VEDI LE DECINE DI DICHIARAZIONI DI DISPONIBILITA' PRESENTATE IN QUESTI GIORNI)

LA MOBILITA' TRA PRESIDI OSPEDALIERI O DISTRETTI DI CITTA' DIVERSE, REGOLATA CON AVVISI DI MOBILITA' APERTI A TUTTI I LAVORATORI DELL'ASL CON LA PREDISPOSIZIONE DI GRADUATORIE CHE TENGANO CONTO DELL'ANZIANITA', DEI PERCORSI DI FORMAZIONE E DEI CARICHI FAMILIARI

LA MOBILITA' PER I LAVORATORI DI QUEI REPARTI O SERVIZI CHE VERRANNO SOPPRESSI NELLE DIVERSE SEDI LAVORATIVE CON AVVISI DI MOBILITA' RISERVATI ESCLUSIVAMENTE A QUESTI LAVORATORI PRIVILEGIANDO COME REQUISITI L'ANZIANITA' ED I CARICHI FAMILIARI, NONCHE' UN INCENTIVO ECONOMICO, NON PREVISTO DA NESSUNA NORMATIVA, PER IL DISAGIO, NEL CASO DI TRASFERIMENTO IN ALTRA LOCALITA'.

INVITIAMO QUINDI TUTTI I LAVORATORI A VERIFICARE PRIMA DI CREDERE A TUTTO QUELLO CHE SI RACCONTA

 

UIL FPL - CISL FP - FIALS - NURSING UP - UGL Sanità - Nursind

Pubblicato in Notizie

Ieri pomeriggi, al Teatro Parvum di Alessandria, si è tenuta l'assemble pubblica Salute Bene Primario voluta e organizzata da Cgil, Cisl e Uil Alessandria a seguito della stesura della piattaforma regionale socio-assistenziale-sanitaria, approvata a Torino lo scorso novembre.

Aldo Gregori, Segretario generale UIl Alessandria, ha aperto l'incontro con una relazione che voleva evidenziare le problematiche segnalate dai sindacati sul tema della sanità.

Intervento Aldo Gregori: Questa assemblea pubblica a livello locale, fa parte di un pacchetto di iniziative che si svolgono a livello territoriale a sostegno della piattaforma CGIL-CISL-UIL REG. su sanità e socio-sanitario-assistenziale, abbiamo voluto titolare quest'assemblea "Salute Bene Comune", per rafforzarne il significato.

Partirei da una disamina nazionale per poi scendere su regionale e locale.

Da parte del governo è stato disatteso il patto salute 2014-2016, che era di 115 mld ridotto a 113 nel 2015 e a 111 2016 , - 4.4 mld rispetto al fabbisogno. Confermando un crollo della spesa sanitaria rispetto al Pil dal 7 al 6.5%.

La spesa in sanità nel nostro paese e già sotto finanziata del 30% rispetto alla media degli stati europei più avanzati .

La platea dei cittadini costretti a ricorrere alla spesa di tasca propria è in allarmante espansione e quasi 3 mln di cittadini già oggi sono esclusi dal sistema di cura e di assistenza a causa dei costi e delle inefficienze.

I risparmi di spesa dovevano servire per dare servizi migliori e più rispondenti ai nuovi bisogni di salute, tantissime persone rinunciano alle cure per ragioni economiche, la drammatica riduzione delle risorse pubbliche per garantire i LEA, i lunghi tempi di attesa ed i ticket sempre più onerosi, preparano la strada ad una sanità privata a pagamento.

Non vi è l'automatismo dell'aumento dei ticket, ma resta il fatto che le regioni hanno comunque autonomia di scelta sui ticket, a prescindere dall'essere o meno in piano di rientro, come dimostrano i diversi e ripetuti interventi sulla compartecipazione alla spesa dei cittadini in quasi tutte le regioni dal 2000 ad oggi.

E' dunque l'aumento dei ticket risulta essere il rischio imminente insieme all'aumento delle addizionali Irpef nelle 8 regioni con disavanzo sanitario o soggette al piano di rientro (tra cui il Piemonte).

Resta, ancora, il problema delle competenze nei livelli di governo centrale nel funzionamento ad appannaggio di regioni ed enti locali, non conseguente al titolo V della Costituzione e non tesa al superamento delle differenze e disuguaglianze tra i 21 sistemi sanitari regionali.

Infine è totalmente assente l'integrazione socio sanitaria, che dovrebbe rappresentare una delle sfide prioritarie del ns/tempo.

Anche in Piemonte, il riordino della rete avrebbe dovuto essere affrontato, non partendo dagli aspetti organizzativi(posti letto, strutture complesse, qualificazione degli ospedali), ma cercando di definire sia la domanda di servizi territoriali, sia la domanda di assistenza ospedaliera, basata sul reale fabbisogno di salute delle diverse realtà territoriali.

Si è assistito quindi in questi anni ad una riduzione di posti letto da 17702 a 15464,la regione ha ridotto il n. dei posti letto al 3,4 per mille contro il 3,7 previsto dal regolamento per gli standard ospedalieri ( per quanto riguarda Alessandria circa 76 in meno in ASO e circa 100 in meno in ASL), si è assistito alla cancellazione di unità operative semplici e complesse, alla riclassificazione di presidi ospedalieri. Si è trattato di una diminuzione dell'offerta dei servizi sanitari e non aiuta a recuperare la mobilità passiva che si attesta sui 50 mln.

Con il blocco dei turn over si sono persi in 4 anni oltre 3000 unità di personale, le carenze stanno diventando croniche, il personale è costretto a turnazioni stressanti che molte volte vanno a discapito della salute degli stessi e della qualità del servizio che è fondamentale perché si parla di persone di pazienti che molte volte hanno anche bisogno di una parola di conforto.

Dove sono finite le famose 6/800 assunzioni promesse?

La diminuzione dell'offerta dei servizi sanitari provocata dal riordino della rete ospedaliera avviene in Piemonte mentre stentano a decollare le alternative territoriali a favore di degenti di età molto avanzata ed affetti da patologie multiple : ciò condanna l'ospedale all'intasamento soprattutto dei servizi di emergenza ed accettazione, in contemporanea l'incapacità dei servizi territoriali di assorbire la domanda di continuità assistenziale per pazienti post acuti, contribuisce al sovraffollamento dei reparti di degenza ospedaliera.

Come CGIL-CISL-UIL da tempo abbiamo rivendicato che la regione doti le ASL di nuovi servizi territoriali per realizzare l'integrazione tra medicina generale, medicina specialistica, servizi socio sanitari e servizi sociali, la loro programmazione e realizzazione deve avvenire contestualmente al riordino della rete ospedaliera per evitare che tutto si traduca in un puro e semplice taglio dei servizi.

Cgil-cisl-uil dicono no alla trasformazione della cura in assistenza, in una regione dove il tema dell'invecchiamento della popolazione con il conseguente aumento delle patologie croniche e della non autosufficienza,  diventa sempre più importante l'appropriatezza delle prestazioni ed il sostegno alle famiglie.

Si sta mettendo in discussione "l'universalismo" del diritto alla cura, aumentando la compartecipazione economica dei cittadini, rendendo sempre più oneroso l'accesso alle prestazioni.

Gli assegni di cura nati per favorire la cura a domicilio di alcuni casi di non autosufficienti si sta trasformando da minor costo per i bilanci della sanità in un maggior costo per famiglie ed enti locali. Le persone non autosufficienti e le fam. Che le assistono versano sempre più in un intollerabile stato di abbandono. E' evidente che serve una riforma complessiva del welfare, che non si basi però solo sull'aiuto delle  associazioni di volontariato che hanno, si, il compito di sussidarietà ed integrazione e non sostitutivo del servizio come a volte avviene.

Contestiamo, infatti, l'assenza di respiro nelle politiche pubbliche, che ignorano la traiettoria demografiche di una società che conosce un progressivo e costante innalzamento dell'età media ed allungamento aspettative di vita. Mancano percorsi di prevenzione di programmazione per la riprogettazione di stili di vita, investimenti in innovazione e tecnologia, formazione degli assistenti e degli operatori ed individuazione di opzioni in grado di creare l'incontro tra fabbisogno e risposta, domanda ed offerta.

Non si tiene conto che oltre il 90% delle famiglie che si  rivolgono alle prestazioni di assistenti famigliari non riceve alcuna forma di sostegno e per una percentuale significativa di costoro la spesa incide per oltre il 30% sul reddito disponibile, mentre per metà di essi significa intaccare i risparmi, indebitarsi o rischiare di cader in povertà (ISE)

Cgil-cisl-uil ritengono pertanto, prioritario un intervento di riordino complessivo dei servizi di assistenza e cura e diremmo anche dei trasporti (perché se mi chiudono dei servizi periferici devo avere la possibilità di raggiungere il posto dove posso usufruirne), il tutto per assicurare equità e giustizia sociale, liberando altresì energie occupazionali ed opportunità di crescita.

A tal fine abbiamo chiesto l'apertura di un confronto seri e rapido.

Ho voluto evidenziare le ricadute sociali ed economiche che alcune scelte possono provocare e che influiscono sempre di più sulle fasce più deboli.

A seguire hanno preso la parola gli ospiti.

Gilberto Gentili, Direttore generale dell'ASL di Alessandria, è intervenuto all'assemblea ricordando come la popolazione, in Italia ma soprattutto in Provincia di Alessandria, stia invecchiando sempre più e necessiti di cure e assistenza. I malati cronici non possono essere seguiti in ospedale, per cui servono nuove soluzioni sul territorio. Il Direttore ha spiegato sono siano elevatissimi i costi di gestione e manutenzione delle strutture ospedaliere e degli sforzi fatti per lasciare più reparti possibili negli ospedali di Acqui Terme e Tortona, due sedi che sono state depauperate di importanti risorse. Oggi una difficoltà aggiuntiva è rappresentata dalla norma europea che prevede ed impone agli ospedali 11 ore di riposo prima che il personale, medico ed infermieristico, entri in servizio.

Da fine anno, massimo inizio gennaio, saranno tre i cardiologi che andranno a domicilio a visitare pazienti. Ma le risorse che si spostano, come vorremmo sul territorio, vengono meno agli ospedali.

Altra difficoltà è il blocco dei contratti

Il Dottor Francesco Arena, direttore amministrativo dell'azienda ospedaliera, ha parlato della riduzione dei servizi sanitari. L'azienda non può tirarsi indietro davanti alle oggettive difficoltà, in termini di organico e vincoli strutturali, ma dare risposte a malati e cittadini. Noi stiamo lavorando per attivare sinergie e spostare risorse tra reperti, all'insegna dell'intensità di cura. Inoltre è stata attivata un'organizzazione delle sale operatorie, con la responsabilità affidata a un primario in Anestesia, con l'accordo e la collaborazione con le parti sindacali. Altra difficoltà è legata al turn over e all'organico ridotto: le nuove assunzioni riguardano infatti le sostituzioni di medici che vanno in pensione. L'ospedale di Alessandria ha inoltre una triplice vocazione: civica, infantile e riabilitativa (con il Borsalino), i suoi servizi sono apprezzati dai cittadini anche di altre città, ma non è facile far interagire strutture così diverse con sedi lontane tra loro.

C'è inoltre un impegno per l'organizzazione del Pronto Soccorso e l'incremento di posti letto per le cure intermedie, che possano così alleggerire i reparti specialistici.

Una proiezione a livello nazione evidenzia che mancherebbero 3 mila medici e 20 mila infermieri in sanità, con l'applicazione della norma che prevedere le 11 ore di riposo tra un turno e il successivo.

Ad intervenire anche Domenico Ravetti in qualità di Presidente della commisione sanità Regione Piemonte.

 

Pubblicato in Notizie

A seguito dell'Attivo dello scorso venerdì a Torino, vi inviamo in allegato la lettera dei Segretari Generali di UIL, CGIL e CISL Piemonte sulla vertenza socio-sanitaria-assistenziale, il file contenente la piattaforma unitaria e il documento inoltrato al Presidente della Giunta Regionale del Piemonte On. Sergio Chiamparino.

In alegato documenti scaricabili.

PIATTAFORMA : CONTINUANO I TAGLI AL FONDO SANITARIO NAZIONALE.

Il valore del Fondo Sanitario Nazionale, con la nuova Legge di Stabilità per il 2016 scende di ulteriori 2 miliardi. Era stato stabilito con il Patto per la Salute 2014-2016 e con la Legge 190/2014 in 115,4 miliardi, già ridotto a 113 con la Legge 125/2015, si attesterà, per il 2016 a 111 miliardi, portando la decurtazione, nel biennio 2015-2016, a -4,4 miliardi, rispetto alle previsioni di fabbisogno.

Si confermano così le fosche previsioni del DEF, che indicano un crollo della spesa sanitaria rispetto al PIL dal 7% al 6,5%, cosa che ci relega agli ultimi posti in Europa negli investimenti per la protezione sanitaria. Vengono così contraddette le rassicurazioni del Ministro Lorenzin sui risparmi di spesa che dovevano restare nelle disponibilità del Servizio Sanitario Nazionale per dare servizi migliori e più rispondenti ai nuovi bisogni di salute. La sanità viene usata dal Governo come un bancomat utile a finanziare altre opzioni. Oggi milioni di persone rinunciano alle cure per ragioni economiche; la drammatica e colpevole riduzione delle risorse pubbliche per garantire i Livelli Essenziali di Assistenza, gli insopportabili tempi di attesa e i ticket sempre più pesanti preparano la strada ad una sanità privata a pagamento, ingiusta e dannosa.

IL RIORDINO DELLA RETE OSPEDALIERA IN PIEMONTE: UNA DIMINUZIONE DELL'OFFERTA DEI SERVIZI SANITARI.

Nonostante il suo buon livello qualitativo, sulla rete ospedaliera del Piemonte si è abbattuta (come in tutte le altre regioni) la necessità di "fare cassa", promossa dai vari governi con provvedimenti di legge e intese tra lo Stato e le Regioni tesi a ridurre in modo radicale e lineare i costi del Servizio Sanitario Nazionale, buon ultimo il Regolamento sugli standard relativi all'assistenza ospedaliera, applicato in Piemonte con le deliberazioni della Giunta 1-600 del 2014 e 1-924 del 2015.

In verità, il riordino della rete avrebbe dovuto essere affrontato non partendo dagli aspetti organizzativi (posti letto, strutture complesse, qualificazione degli ospedali) ma cercando di definire in modo accurato, sia la domanda di servizi territoriali (per intercettare le malattie croniche anche associate alla longevità), sia la domanda di assistenza ospedaliera basata sul reale fabbisogno di salute delle diverse realtà territoriali.

Ma la necessità di "fare cassa" ha prevalso e si è assistito quindi alla drastica riduzione dei posti letto (da 17702 a 15464), alla cancellazione di decine e decine di unità operative semplici e complesse, alla riclassificazione di un buon numero di presidi ospedalieri. Non è mancato l'eccesso di zelo: la Regione Piemonte ha ridotto il numero dei posti letto fino al 3,4 per mille contro il 3,7 previsto dal Regolamento per gli standard ospedalieri.

Si è trattato, quindi, di una diminuzione secca dell'offerta di servizi sanitari che provoca serissimi disagi alle popolazioni, primo tra essi l'allungamento dei già eccessivi tempi di attesa, e non aiuta a realizzare il recupero della mobilità passiva che ieri si attestava su circa 50 milioni di euro spesi per pagare prestazioni erogate in altre regioni a favore di cittadini piemontesi.

Inoltre, con il blocco del turn-over provocato dal Piano di Rientro della spesa ospedaliera sono stati persi in circa quattro anni oltre 3000 unità di personale colpendo così il vero valore aggiunto del Servizio Sanitario Regionale: il lavoro.

A puro titolo esemplificativo citiamo i risultati di un'indagine condotta presso un'aziende ospedaliera della nostra regione che evidenziano come l'applicazione vincolante di una norma sull'orario di lavoro già in vigore produrrà gravi difficoltà organizzative in ordine alla turnistica del personale del ruolo sanitario e ripercussioni su liste d'attesa e servizi resi.

In questo quadro, gli atti aziendali non mirano al soddisfacimento del fabbisogno di salute attraverso un sistema integrato di servizi ospedalieri e territoriali, ma soprattutto al taglio dei costi.

Spedalità privata: non sfugge come questa rappresenti, nella nostra regione, una appendice che completa l'offerta pubblica di servizi alla collettività.

I tagli lineari, proposti per il settore, rischiano di veder compromessi posti di lavoro e prestazioni convenzionate.

Anche queste scelte si tradurranno in allungamento delle liste d'attesa.

UN'OCCASIONE MANCATA: IL RILANCIO DELLA RETE TERRITORIALE DEI SERVIZI DELLE ASL.

La diminuzione dell'offerta di servizi sanitari prodotta dal riordino della rete ospedaliera avviene mentre nella nostra Regione stentano a decollare le alternative territoriali a favore di degenti di età molto avanzata e affetti da patologie multiple: ciò condanna l'ospedale (anche se riorganizzato) all'intasamento soprattutto dei servizi di emergenza e accettazione.

L'attuale incapacità dei servizi territoriali di assorbire la domanda di continuità assistenziale per i pazienti post-acuti contribuisce già di per sé al sovraffollamento dei reparti di degenza ospedaliera.

Eppure il Patto per la salute 2014-2016 prescrive il ridisegno complessivo dell'assistenza territoriale e delle cure primarie. Per unanime riconoscimento della comunità scientifica e dell'Organizzazione Mondiale della Sanità le cure primarie sono il luogo più corretto per fronteggiare, sia in prima istanza che nel decorso della malattia, i problemi di salute della popolazione; per definizione esse rappresentano il sistema di cure vicino ai luoghi di vita e di lavoro delle persone e assumono in carico l'aspetto globale della salute della persona.

Per questi motivi CGIL CISL UIL da molto tempo hanno rivendicato, svolgendo precise proposte di merito, che la Regione doti le ASL dei nuovi servizi territoriali: le Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) per far lavorare in gruppo i Medici di Medicina Generale e le Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP) per realizzare l'integrazione tra medicina generale, medicina specialistica, servizi socio-sanitari e servizi sociali. Questi servizi debbono funzionare per 24 ore al giorno e per tutti i giorni della settimana. La loro programmazione e realizzazione deve avvenire contestualmente al riordino della rete ospedaliera, per evitare che la riorganizzazione degli ospedali si traduca in null'altro che in un puro e semplice taglio dei servizi. Occorre, inoltre, rivedere l'impianto della Guardia Medica ed introdurre il numero unico per l'emergenza sanitaria (116117) per concorrere alla riduzione del surplus improprio di affluenze al Pronto Soccorso.

Si tratta di una occasione di innovazione di grande rilievo per il Servizio Sanitario Piemontese che non può andare perduta.

La Regione ha deliberato (DGR 16-1653/2015) un provvedimento di indirizzo per il riordino della rete dei servizi territoriali delle ASL che, da un punto di vista concettuale, è accettabile e può essere considerato un punto di partenza: ma da questo provvedimento avrebbero dovuto derivare impegni programmatici più precisi e dettagliati, oltre ad un credibile cronoprogramma capace di dare l'impulso necessario alle Aziende per la realizzazione dei nuovi servizi. L'Amministrazione ha, al contrario, obiettivi ben più modesti e per CGIL CISL UIL non soddisfacenti: non l'ampliamento dei servizi territoriali, ma il puro e semplice consolidamento dei servizi esistenti (ora precari e non diffusi sul territorio regionale). Prova ne sia l'assordante silenzio sulle modalità di finanziamento.

CGIL CISL UIL chiedono con forza la programmazione di questa spesa, in tempi certi e con l'impegno immediato dei fondi derivati dalla razionalizzazione della rete ospedaliera (stimati 300 milioni all'anno per tre anni).

NO AL RIORDINO SELVAGGIO DEI SERVIZI PSICHIATRICI.

La logica dei risparmi indiscriminati non si ferma neppure di fronte alle fragilità più evidenti. E' questo il caso del sedicente riordino dei servizi psichiatrici.

Su questa emergenza CGIL CISL UIL hanno da tempo e reiteratamente chiesto all'Assessore di sospendere la delibera di riordino di questi servizi, che nella valutazione del sindacato e delle associazioni dei malati e dei famigliari rischia di lasciare scoperte e senza adeguata tutela molte persone.

CGIL CISL UIL hanno messo nero su bianco le loro posizioni, in un documento recapitato all'Assessore.

CGIL CISL UIL ritengono imprescindibile che si avvii un confronto serio con le associazioni e con il sindacato, in grado di trovare le risposte più moderne ed adeguate, per mantenere, e nel caso  elevare, un servizio che deve sempre porre al centro la persona, le sue fragilità, il suo valore.

DICONO NO ALLA TRASFORMAZIONE DELLA CURA IN ASSISTENZA.

Nel succedersi delle Amministrazioni Regionali si è concretizzato e reso evidente il progetto di destrutturazione del modello di sistema costruito con la L.r 1/2004. Sistema fondato sull'integrazione del sistema sanitario e di quello assistenziale. In una regione dove il tema dell'invecchiamento della popolazione, con il conseguente aumento delle patologie croniche e della non autosufficienza, diventano sempre più centrali l'appropriatezza delle prestazioni e il sostegno alle famiglie. Si sta di fatto rimettendo in discussione "l'universalismo" del diritto alla cura, aumentando la compartecipazione economica dei cittadini, rendendo sempre più oneroso l'accesso alle prestazioni ed ai servizi legandoli al possesso di requisiti di reddito.

Esempio chiarificatore di questo procedere è la citata delibera di riordino dei servizi psichiatrici. Appare chiaro il filo conduttore che lega le azioni del Governo centrale, revisioni dei LEA, e di quelli Regionali, che trasferiscono costi di prestazioni da sanità ad assistenza.

Non è un caso che gli assegni di cura nati per favorire la cura a domicilio di alcuni casi di non autosufficienza, con la classificazione extralea, si stia trasformando da minor costo per il bilancio della sanità in un maggior costo per famiglie ed enti locali. Non è escluso che il risultato possa portare alla inversione del flusso che aveva indotto i soggetti a farsi assistere a domicilio, con ulteriori aggravi per il bilancio della sanità.

Con il concretizzarsi del disegno regionale assisteremo all'accentuarsi del fenomeno delle liste di attesa per il ricovero in strutture residenziali di soggetti non autosufficienti, causate non dalla carenza di posti letto, ma dalla penuria di risorse pubbliche della componente sanitaria.

Vi è dunque un disimpegno di risorse nei confronti della parte più debole della popolazione, gli ammalati cronici, gli anziani, i non autosufficienti, mentre si vuole spingere la parte attiva verso una sanità privata sempre meno integrativa e più sostitutiva di quella pubblica.

Pubblicato in Notizie

Servizio sanitario regionale, stato di agitazione per evitare la "deriva del sistema"

I sindacati: subito investimenti sul personale e scelte organizzative condivise

I sindacati dei servizi pubblici Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl del Piemonte suonano l'allarme: "La sanità piemontese ha urgente bisogno di un progetto di riorganizzazione, di più personale qualificato, di finanziamenti adeguati, di recuperare i ritardi accumulati nel processo di integrazione della rete territoriale. La situazione è già al limite del rischio per utenti e pazienti, oltre che di sovraccarico e di incertezza per i lavoratori." E oggi, per sollecitare una risposta dalle autorità regionali, è scattato lo stato di agitazione.

"Avevamo chiesto al Presidente della Giunta Regionale e all'Assessore alla sanità di definire insieme gli interventi da fare, prima di approvare gli atti aziendali" spiegano i sindacati "perché in questi anni in cui il servizio sanitario regionale è stato sottoposto al piano di rientro, la collaborazione tra le parti ha permesso di trovare soluzioni coerenti nell'interesse dei cittadini. Richiesta che però hanno scelto di lasciar cadere nel vuoto. Quindi ci siamo anzitutto rivolti al Presidente del Consiglio Regionale e ai gruppi consiliari per chiedere loro un'audizione."

"E abbiamo indetto lo stato di agitazione per portare all'attenzione di tutti, cittadini per primi, quello che potrà comportare in termini di accessibilità e qualità dell'assistenza un insieme di provvedimenti come la riduzione dei posti letto, il riordino della sanità privata, l'ulteriore abbattimento del 5% della spesa per forniture di beni e servizi, le recenti disposizioni regionali sulla psichiatria che coinvolgono il privato accreditato e la cooperazione sociale, se non si condivide una visione strategica della riorganizzazione dei servizi ospedalieri e territoriali."

È essenziale colmare le carenze di personale e mettere al centro le scelte organizzative, dopo anni in cui non abbiamo visto che tagli alle risorse e blocco del turnover" concludono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl.  "A breve decideremo le iniziative di mobilitazione più opportune per far sì che questa torni ad essere una priorità condivisa. E che gli investimenti sul personale e sulle competenze siano la chiave di volta di un sistema sanitario regionale rinnovato, presente su tutto il territorio, efficiente e sostenibile."

Torino, 6 ottobre 2015

Pubblicato in Notizie
Martedì, 29 Settembre 2015 11:24

Torluccio, UIL FPL: Contratti Subito e basta tagli

Secondo il Segretario Generale della Federazione Poteri Locali con il blocco dei contratti sono stati sottratti oltre 35 miliardi di euro ai dipendenti della PA

Il Governo cambi rotta, basta con la politica dei tagli a partire dalla sanità ormai al collasso

A più di due mesi dalla Sentenza della Consulta sul rinnovo dei contratti del pubblico impiego, fortemente condizionata dalla politica per quanto riguarda il periodo pregresso, il Governo non si è degnato ancora di convocarci.

Come se non bastasse il "furto" di 35 miliardi già effettuato con il congelamento degli stipendi e il blocco dei contratti che dura da 6 anni, questo Governo con arroganza ritarda ancora l'apertura dei tavoli negoziali.

Intanto assistiamo ad un vergognoso balletto sulle somme da postare nella legge di stabilità, con ipotesi ridicole e umilianti giustificate con la scusa che le stesse inciderebbero sui fondi per la lotta alla povertà. Ma dove è scritto che queste due voci sono in concorrenza, se non nella mente di chi vuole ancora una volta scatenare una "guerra tra poveri"?

La UIL FPL non ci sta a questo interminabile gioco al massacro contro i dipendenti pubblici e rivendica l'urgenza del rinnovo contrattuale per ridare ossigeno alle retribuzioni, per migliorare le condizioni di lavoro e, insieme, i livelli di efficienza e qualità dei servizi.

Diciamo "basta" ad una politica che ha falcidiato il potere di acquisto di milioni di lavoratori, con conseguenze deleterie sull'economia del Paese, ed ha messo a rischio i diritti di cittadinanza con i continui tagli all'area dei servizi. Tagli lineari che hanno mantenuto inalterati i margini di spreco ed inefficienza incidendo invece pesantemente su lavoro e sulle prestazioni. Basta scorrere i dati della Corte dei Conti sugli andamenti della finanza territoriale per vedere come la riduzione dei trasferimenti nazionali si sia tradotta in aumento delle tasse locali, riduzione degli investimenti e taglio dei servizi.

Il Governo deve cambiare rotta, a partire dal Servizio Sanitario Nazionale ormai al collasso. Mentre ancora si cerca di capire che effetto avrà il nuovo taglio di 2,352 miliardi nel 2015, già si vocifera di ulteriori risorse da recuperare sempre dalla sanità per il triennio 2016-2018. Il tutto con un approccio contabile e per compartimenti stagni, che non tiene conto degli effetti complessivi degli interventi. Ad esempio, prospettando la rinegoziazione generalizzata – dove c'è ancora grasso da tagliare e dove sono già all'osso - dei contratti in essere del 5%, non si pensa che ne seguirà un'ondata di ricorsi amministrativi e la perdita di posti di lavoro con conseguente aumento della cassa integrazione o della solidarietà? Eppure è una ricaduta già sperimentata in passato, specie nei servizi dove è prevalente l'apporto del personale, sia nella sanità che nei settori produttivi ad essa collegati. E questa non è macelleria sociale?

Le scelte effettuate finora e la prolungata crisi economica hanno già pregiudicato l'accessibilità ai servizi sanitari, soprattutto fra le categorie più deboli e nelle regioni più in difficoltà, acuendo le già forti diseguaglianze sociali e territoriali.

Siamo i primi a volere un SSN sostenibile, ma non a questo prezzo. Ci sono soluzione alternative che la UIL FPL continua da tempo a sostenere:

revisione dei modelli organizzativi ed assistenziali, per adeguarli ai reali bisogni di salute ed all'accresciuto patrimonio professionale degli operatori della sanità;

sviluppo di politiche per la prevenzione e la riduzione dei fattori di rischio;

lotta agli sprechi partendo dalla riduzione delle stazioni appaltanti, carrozzoni inutili voluti dalla politica, che moltiplicano i costi;

piano straordinario di investimenti in edilizia e tecnologie sanitarie, che costituirebbe anche un volano per l'occupazione e la crescita economica;

lotta alle degenerazioni del potere, fonti di fenomeni corruttivi e di condizionamenti impropri, compresi quelle della criminalità organizzata;

Insomma tagliare non è certo sinonimo di razionalizzare, è solo un modo facile per fare cassa. La Sanità e i suoi operatori hanno già messo sul piatto oltre 35 miliardi. Per questo diciamo al Governo: abbiamo già dato, adesso è ora di cambiare.

Pubblicato in Notizie
Etichettato sotto
Lunedì, 13 Luglio 2015 10:45

Sanità: accordi per il piano assunzioni 2015

A seguito della Contrattazione Territoriale, sono stati sottoscritti gli accordi per il piano assunzioni 2015 delle Aziende Sanitarie della Provincia di Alessandria.

Accordi in allegato.

Pubblicato in Notizie

In allegato (e a seguire) il comunicato stampa della UIL FPL, FP CGIL e CISL FP regionali relativo alla proclamazione dello stato di agitazione del comparto sanità pubblica, con manifestazione il 26 maggio p.v., alle ore 15.00, davanti al Consiglio Regionale.

PIEMONTE: PROCLAMAZIONE STATO DI AGITAZIONE REGIONALE

COMPARTO SANITA' PUBBLICA

MANIFESTAZIONE 26 MAGGIO 2015 ORE 15 DAVANTI CONSIGLIO REGIONALE

Sanità, FP CGIL CISL FP UIL FPL  Piemonte: "Il piano di rientro non si può scaricare sui servizi e sui lavoratori, Il 26 Maggio manifestazione unitaria davanti al Consiglio Regionale"

Per FP CGIL CISL FP UIL FPL del Piemonte troppo vaghe le rassicurazioni dell'Assessore Saitta sulle assunzioni: SERVE UNA VERA PROGRAMMAZIONE DELLE COMPETENZE

"Per riorganizzare il Sistema Sanitario Regionale non bastano le toppe, serve una vera programmazione dei fabbisogni del personale e delle competenze"; sono critiche le Organizzazioni Sindacali FP CGIL CISL FP UIL FPL del Piemonte, che dopo l'incontro di oggi con l'Assessore alla Sanità Antonio Saitta è stato confermato il rischio, più volte sollevato dai sindacati che: "guardando solo i tetti di spesa alla fine il conto relativo al piano di rientro sarà scaricato tutto sui servizi e sui lavoratori".

L'Assessore parla di 600 nuove assunzioni; peccato che non voglia dire se si tratterà di una nuova infornata di dirigenti o di personale di comparto che andrà, davvero, a rinforzare i servizi ospedalieri e territoriali" attacano i sindacati.

"Eppure basterebbe fare un giro nei reparti o passare in esame le reali necessità di cura e assistenza per capire che di nuove assunzioni ce ne servirebbero ben oltre".

"Per questi motivi abbiamo chiesto con forza di aprire un immediato tavolo di confronto e di definire insieme un piano del personale a medio termine che attribuisca ad ogni singola azienda le qualifiche che servono".

"Una vera programmazione si fa coinvolgendo coloro che ogni giorno mandano avanti i servizi per garantire la salute ai cittadini con grande professionali e impegno nonostante le condizioni spesso proibitive: doppi turni, ferie accumulate, zero flessibilità, zero attenzione alle persone e all'organizzazione.

Bisogna, invece, valutare i bisogni di salute, i servizi che ci sono e quelli che vanno potenziati, trovare un nuovo equilibrio tra percorsi ospedalieri e assistenza territoriale, pianificare la stabilizzazione del personale precario, attivare la mobilità volontaria interaziendale; e poi definire le competenze che occorrono per un sistema di cura all'altezza delle aspettative dei cittadini".

"Quello della Regione Piemonte è un modo di procedere inaccettabile", rincarano i Sindacati; "Solo pochi giorni fa l'Assessore Saitta chiedeva al Sindacato di sostenere la riorganizzazione del sistema sanitario piemontese. Abbiamo dato la nostra disponibilità, pensando di concordare un percorso condiviso sulle nuove assunzioni, sulle dotazioni organiche, sulle professionalità necessarie a garantire i servizi essenziali. Avevamo inteso che si sarebbe correttamente cercata un'alleanza tra indirizzo politico e operatori dei sewrvizi sanitari che hanno, fino ad oggi, accettato grandi sacrifici sperando in un riordino complessivo del sistema. Ma evidentemente ci sbagliavamo"

"Per questo" concludono le tre sigle sindacali, "MARTEDI 26 MAGGIO (DALLE ORE 13.00) manifesteremo il nostro disappunto e porteremo in piazza le nostre proposte, con un presidio davanti al Consiglio Regionale; contestualmente abbiamo proclamato lo stato di agitazione regionale del comparto":

"Saremo come sempre in prima linea anche a fianco dei cittadini, per indicare i risparmi di spesa che si possono fare, ma anche gli investimenti che servono per costruire servizi più avanzati, veloci ed inclusivi".

Torino 18 maggio 2015

FP CGIL                                             CISL FP                                  UILFPL

Pubblicato in Notizie

La neoeletta RSU, rappresentanza sindacale unitaria dell'Azienda Ospedaliera di Alessandria, vuole portare a conoscenza della cittadinanza, la grave situazione in cui versa la sanità pubblica alessandrina.

Sono ormai parecchi anni che le carenze strutturali, unite al mancato turn-over della dotazione  organica operato con il blocco delle assunzioni imposto alle Aziende Sanitarie,  si tramuta, per il personale in turni estenuanti  e  disservizi per la cittadinanza.

Si potrebbero fare tanti esempi, basti pensare alla situazione sempre più caotica dei Pronto Soccorso, le lunghe attese per ottenere prestazioni ambulatoriali, la  difficile condizione del Nido e dell'Ostetricia, considerato l'aumento del numero di parti a fronte  di una riduzione di personale effettivamente in servizio e non per ultimo, la grave situazione in cui verte l'Ospedale Pediatrico, in odore di riduzione di servizi e accorpamenti di unità operative.

Viste le criticità attuali, come si pensa di affrontare il prossimo futuro?

Nuovamente con accorpamenti di reparti e tagli di posti letto a danno della cittadinanza? Nuovamente con l'aggravio del carico di lavoro per gli operatori in servizio?  Limitando loro il diritto al riposo e alle ferie?

La cittadinanza alessandrina ed i lavoratori di questa azienda non meritano questa pesante realtà.

La Rappresentanza sindacale domanda alle Istituzioni come si voglia porre rimedio a questa preoccupante situazione e se accoglieranno le richieste di assunzione di personale (circa un centinaio tra infermieri e O.S.S.) formulate dall'amministrazione uscente.

La RSU aziendale attende dagli organi competenti risposte tempestive e concrete.

Pubblicato in Notizie

SERVIZI SANITARI ON LINE - FASCICOLO SANITARIO ELETTRONICO

L'innovazione e l'uso delle nuove tecnologie giocano un ruolo fondamentale per lo sviluppo di un sistema sanitario sostenibile. Oggi nella nostra Regione si sta attuando questa rivoluzione tecnologica che presto consentirà ai cittadini di accedere a numerosi servizi on line. La prima fase di questo progetto consiste nel rilascio ai cittadini di credenziali con le quali potranno successivamente aprire il proprio Fascicolo Sanitario Elettronico ed accedere da subito al alcuni servizi :

Cambio del medico di famiglia;

e successivamente:

Ritiro referti

Prenotazioni visite

esami

Pagamento ticket

Per utilizzare servizi sanitari online, disposizioni regionali hanno previsto, sulla base di norme nazionali, specifiche modalità di autenticazione. Questo per garantire un livello di affidabilità maggiore di quello associato alle credenziali in uso precedentemente e consentire così a tutti i cittadini di usufruire dei servizi online in ambito sanitario in tutta sicurezza. Queste credenziali, definite "forti" sono assegnate tramite il riconoscimento fisico dell'interessato presso gli sportelli dell'ASL abilitati.
Con le credenziali si può poi procedere alla registrazione nel portale regionale.

Come richiedere le credenziali

La procedura di registrazione dell'Utente presso gli sportelli dell'Asl abilitati è gratuita: i dati richiesti sono il Codice Fiscale e il documento d'identità o documento equipollente.
L'Utente che si presenta allo sportello viene riconosciuto dall'operatore mediante esibizione del documento di riconoscimento, la cui copia fotostatica verrà archiviata presso l'Amministrazione a garanzia del corretto svolgimento delle operazioni di identificazione del richiedente.
Dopo la compilazione di alcuni dati anagrafici l'operatore procederà a registrare su Sistema Piemonte i dati, dopodiché procederà con la consegna all'Utente di un PIN mentre il codice di attivazione verrà spedito all'indirizzo e-mail dell'interessato.
Si precisa che il codice d'attivazione viene rilasciato contestualmente alle operazioni di riconoscimento dell'Utente solo nell'ipotesi in cui questi non abbia fornito all'operatore un indirizzo email valido per l'invio separato di tale codice.
Terminata la registrazione presso lo sportello, l'Utente collegandosi da una postazione dotata di accesso ad internet alla pagina web http://www.sistemapiemonte.it/registrazione inserirà il proprio codice fiscale e il codice d'attivazione contenuto nell'e-mail o rilasciato dall'operatore di sportello e potrà procedere nella scelta di una login e password.
Le credenziali così ottenute (login e password) congiuntamente al PIN previamente rilasciato dall'operatore costituiscono il sistema d'identificazione dell'Utente.
L'Utente così registrato può quindi accedere ai servizi, inclusi quelli che gli consentono il trattamento dei suoi dati sensibili, erogati tramite il portale Sistema Piemonte.

Il Fascicolo Sanitario Elettronico

A cosa serve

Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) traccia la tua storia clinica rendendo disponibili tutte le informazioni e i documenti prodotti sul territorio regionale da medici e operatori sanitari anche di strutture diverse (ASL, Aziende Ospedaliere, medici di famiglia e pediatri, ecc.). Contiene ad esempio referti, lettere di dimissioni, verbali di pronto soccorso, prescrizioni e tutto il materiale che descrive i tuoi eventi clinici.
Puoi inoltre arricchire il tuo fascicolo inserendo dati nel tuo taccuino digitale e archiviando in cartelle documenti clinici in tuo possesso.
Aprire il fascicolo sanitario è una tua scelta.
Per rispettare la tua privacy e in conformità alla normativa vigente, puoi decidere quali dati rendere visibili e chi è autorizzato a consultarli. Approfondisci.

A chi è rivolto

Attualmente è rivolto a tutti i cittadini maggiorenni e iscritti al Sistema Sanitario Piemontese.

Cosa occorre

Per accedere al servizio devi essere in possesso delle credenziali "imputabili" rilasciate sulla base di riconoscimento certo della tua identità da parte di un operatore di sportello dell'Ufficio Scelta e Revoca del Medico di Famiglia presente in tutti i Distretti dell'ASL AL.
Puoi utilizzare anche smart card o Business Key emesse da un certificatore accreditato da AgID.

Vantaggi

avere un unico punto di accesso alla tua storia clinicapoter consultare il tuo fascicolo ovunque ti trovifar arrivare velocemente al tuo medico curante le informazioni che ti riguardanoessere seguito con maggiore continuitàevitare esami ripetuti o non necessari

SPORTELLI ABILITATI A RILASCIARE LE CREDENZIALI PER SISTEMA PIEMONTE

ALESSANDRIA

Responsabile: Dott. Giovanni Fara
Sede: via Pacinotti, 38 - Alessandria
Telefono: 0131 307401
Fax: 0131 307400
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Orario:  dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 15.30

ACQUI TERME

Sede: via Alessandria 1
Telefono: 0144.777.702
Fax: 0144.777.666
Orario:  Dal lunedì al venerdì, ore 8.00 - 12.00

CASALE MONFERRATO

Sede:  via Palestro 41
Telefono: 0142 434505
Fax: 0142 434584
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Orario:  dal lunedì al venerdì, ore 8.30 - 12.30
Apertura pomeridiana al lunedì e mercoledì, ore 14.00 - 16.00

NOVI LIGURE

Sede:  via Papa Giovanni XXIII
Responsabile: Dott.ssa Alessandra Marenco
Telefono: 0143.332.650
Fax: 0143.332.650
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Orario: dal lunedì al venerdì, ore 8.30 - 12.30

OVADA

Sede:  via XXV Aprile, 22
Telefono: 0143.826.606
Fax: 0143.826.656
Orario:  dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.30

TORTONA

Sede:  via Milazzo, 1 (ex Caserma Passalacqua)
Responsabile: Dott.ssa A. Milanese (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)
Referenti: Dott.ssa A Bassi (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) e Sig.ra S. Roncoli (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)
Telefono: 0131.865.863
Orario:  Lun - Merc - Giov - Ven : 8.00 - 12.15
Martedì:  9.30 - 12.15   14.00 - 16.30

VALENZA

Sede:  viale Santuario 67/69
Telefono: 0131.922.842 - 0131.922.843
Fax: 0131.959.369
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Orario: dal lunedì al venerdì, ore 8.30 - 12.30
martedì, ore 8.30 - 12.30 e 13.30 - 15.30

Pubblicato in Notizie
Venerdì, 13 Marzo 2015 10:47

Rinnovo RSU settore sanità

Le votazioni per il rinnovo delle RSU in provincia di Alessandria nel comparto sanità hanno visto ancora una volta la vittoria della UIL FPL, che risulta il primo sindacato dell'ASL AL con oltre 200 voti di distacco dal secondo classificato.

Complessivamente nelle aziende sanitarie della provincia la UIL si conferma il sindacato più votato tra gli otto sindacati che hanno partecipato alle elezioni, con 746 voti su 3.266 votanti, distaccando la CGIL di oltre 250 voti.

Nel settore sanità la UIL FPL ha ottenuto 16 seggi, la FP CGIL ne ha ottenuti 11, FIALS ne ha ottenuti 10, la CISL FP 9, F.S.I 9, NURSIND 7, NURSING UP 6 e UGL 1.

Pubblicato in Notizie
Etichettato sotto
Pagina 2 di 3

Sempre con voi

UIL Alessandria

© 2021. Tutti i diritti riservati.
Privacy Policy | Cookie Policy
Web by ModusOperandi

Search

No Internet Connection