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Cosa chiedono i lavoratori dell’Edilizia? Un rinnovo contrattuale che guarda al prossimo futuro, quello della ripartenza dell’economia, che nel settore edile è già iniziata. I lavoratori dell’edilizia, hanno approvato a larghissima maggioranza una piattaforma unitaria che va oltre i semplici parametri economici. Si parla di aumenti salariali, delle indennità, dei contributi alla Cassa Edile, ma anche di formazione, sicurezza e solidarietà

Un rinnovo contrattuale che guarda al prossimo futuro, quello della ripartenza del’economia, che nel settore edile è già iniziata. Per il settore edile, i lavoratori del’edilizia, hanno approvato a larghissima maggioranza una piattaforma UNITARIA di FENEAL FILCA e FILLEA che va oltre i semplici parametri economici.
Aumento salariale di 100 euro (a parametro 100) Revisione di tutte le indennità contrattuali con un aumento del 3% e l’aumento della contribuzione aziendale nelle casse edili dello 0,70%.Ma poi si va oltre. Si pensa alla sicurezza, STESSO LAVORO STESSO CONTRATTO a tutti i lavoratori che svolgono lavorazioni edili. Inoltre, non sarebbe terribile accettare che nei cantieri si abbia un cartellino di riconoscimento per ogni lavoratore. Cose semplici, che eviterebbero lavoro nero e pericoli per tutti.

Non dovrebbe essere terribile neanche accettare la richiesta di una clausola sociale per i lavoratori in appalto, evitando disastri che oggi avvengono quando subentra una crisi aziendale oppure un cambio di appalto.

Le imprese apprezzeranno anche il tema della formazione, visto che lavoratori più preparati e sicuri sono anche più efficienti. Si chiedono infatti maggiori contributi per Formazione e Sicurezza, anche con un aumento delle ore dedicate alla preparazione, come anche maggiori controlli tecnici e sanitari.
E se il Covid ha insegnato a tutti l’importanza della solidarietà, nelle richieste c’è anche la mutualizzazione dei permessi per garantire attività sindacale nelle piccole imprese, la possibilità di smart working per gli impiegati. Addirittura la possibilità di ferie solidali per potere donare del tempo ai colleghi compiti da gravi malattie.
E ancora, tutele per lavoratrici madri, tutele e formazione per i lavoratori edili immigrati soluzioni di solidarietà a costi spesso pari a zero. In un mondo che tutti raccontano sempre più egoista, questa piattaforma è stata approvata dai lavoratori del settore che guardano al futuro del Paese. 
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Giovedì, 10 Settembre 2020 09:52

Feneal, Filca e Fillea sul decreto semplificazioni

"Nella conversione in legge del Decreto Semplificazioni, il Senato ha migliorato diverse norme rafforzando tutele e diritti secondo quanto richiesto dai lavoratori del settore". Così i segretari generali di FenealUil, Filca-Cisl Fillea-Cgil, Vito Panzarella, Franco Turri e Alessandro Genovesi commentano le correzioni apportate al Decreto Semplificazioni, ora in discussione alla Camera. "Chiediamo quindi alla Camera dei Deputati di confermare le positive modifiche apportate dal Senato. Sono stati infatti introdotti importanti elementi di trasparenza e rotazione nelle procedure negoziate previste dal decreto, riducendo la possibilità di affidamento diretto per gli appalti di progettazione. E' stato reintrodotto l'obbligo di ricorrere all'offerta economicamente più vantaggiosa per gli appalti ad alta intensità di manodopera con relativa clausola sociale, recuperando una criticità del vecchio decreto "sblocca cantieri", ma soprattutto ai commissari straordinari che verranno nominati, già vincolati dal rispetto degli articoli 30, 34, 42 del Codice Appalti nonché dalle norme sul sub appalto, si impone anche l'obbligo di confrontarsi con le organizzazioni sindacali prima dell'avvio degli interventi, garantendo così – insieme al rafforzamento dei protocolli di legalità – quel sistema di relazioni industriali in grado di garantire cantieri veloci, ma in sicurezza e nel pieno rispetto dei contratti collettivi di lavoro".

"Infine – continuano Panzarella, Turri e Genovesi – con il nuovo comma 10-bis all'articolo 8 si generalizza la congruità come elemento aggiuntivo al DURC, cioè uno dei principali strumenti per combattere lavoro nero ed irregolare tanto negli appalti pubblici che nell'edilizia privata. Dopo l'approvazione definitiva della legge di conversione, chiediamo al ministero del Lavoro di procedere celermente a disciplinare le modalità operative sulla verifica di congruità dell'incidenza di manodopera relativa allo specifico intervento. Un risultato importante del sindacato, dei lavoratori e di tutte le imprese serie ed oneste che subiscono la concorrenza sleale di chi non rispetta leggi e contratti collettivi". "Nell'esprimere quindi un giudizio positivo e nel dare atto alla maggioranza parlamentare di aver sostenuto le ragioni di Feneal, Filca, Fillea, ringraziamo tutti quelli che hanno sostenuto le nostre tesi, invitandoli a migliorare ulteriormente il settore con l'introduzione della Patente a punti, per contrastare gli infortuni sul lavoro, con il rafforzamento dei servizi ispettivi, con la qualificazione delle imprese e la lotta contro il dumping contrattuale chiedendo, anche attraverso la previsione di un obbligo contrattuale e normativo, l'applicazione del Ccnl più attinente alla reale attività di impresa e al luogo dove essa si svolge. Abbiamo avuto la conferma di quello che abbiamo sempre sostenuto: si possono accelerare le opere pubbliche e si possono spendere bene e velocemente le risorse necessarie alla ripartenza del Paese, tenendo insieme tutele e diritti, anzi estendendoli".

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CGIL CISL UIL: "VERGOGNOSA LA PROROGA DEL DURC FINO A NOVEMBRE APPROVATA NEL RIPARTI PIEMONTE" Le segreterie piemontesi delle tre Confederazioni stanno valutando le possibilità di impugnare la legge regionale

"È vergognoso che la legge proposta dalla Giunta ed approvata dalla maggioranza del Consiglio regionale proroghi la presentazione del Durc sino a novembre. In edilizia il Durc viene rilasciato nella misura in cui, oltre ai versamenti Inps e Inail, le imprese procedano correttamente agli accantonamenti presso le Casse Edili, come previsto dai Ccnl e Ccpl di settore. I suddetti accantonamenti si riferiscono al pagamento di alcuni istituti contrattuali che attengono al salario, quali: ferie, gratifica natalizia, previdenza complementare, sanità integrativa, formazione e sicurezza. È evidente che un provvedimento così concepito andrebbe a danneggiare in particolar modo i lavoratori, mettendo seriamente a rischio i loro salari".

Lo affermano i segretari generali di Cgil Cisl Uil Piemonte, Pier Massimo Pozzi, Alessio Ferraris e Giovanni Cortese dopo l'approvazione del 'Riparti Piemonte' in Consiglio regionale.

"Il Dpcm del 26 aprile scorso – aggiungono i segretari generali di Cgil Cisl Uil Piemonte – prevede alla base di tutti i protocolli anti covid-19, condivisi con le parti sociali, il ruolo e la centralità degli organismi paritetici e dei Rlst che, con la misura proposta, non avrebbero le risorse necessarie per garantire i controlli e le verifiche previste dalle norme. Come Cgil Cisl Uil regionali, stiamo valutando le possibilità di impugnazione di tale legge, in quanto la materia non rientra fra quelle di esclusiva competenza della Regione e soprattutto interviene su perimetri già normati dagli ultimi Dpcm e dalle leggi di conversione. Quindi, presuppone un conflitto nel nostro ordinamento giuridico con norme di rango superiore. Non ci stupisce che la Giunta non ci abbia coinvolto in nessuna discussione sul cosiddetto Riparti Piemonte né che la maggioranza del Consiglio abbia bocciato gli emendamenti che abbiamo proposto. Restiamo esterrefatti perché la legge regionale: rischia di attirare imprese poco serie negli appalti piemontesi; di aumentare, in un periodo difficile come quello che stiamo attraversando, la possibilità di infiltrazioni della criminalità organizzata e di penalizzare, esponendo alla concorrenza al ribasso, le imprese serie e gli imprenditori corretti".

FENEAL UIL - FILCA CISL - FILLEA CGIL PIEMONTE

SOSPENSIONE DEL DURC IN "RIPARTI PIEMONTE" : I SINDACATI REGIONALI DEGLI EDILI INSORGONO CONTRO LA GIUNTA CIRIO.

Per Feneal UIL, Filca CISL e Fillea CGIL la decisione di sospendere il DURC in edilizia, fino a tutto novembre, è un regalo alle imprese irregolari del Presidente Alberto Cirio e della sua giunta. È evidente a tutti che a farne le spese saranno i lavoratori che perderanno pezzi importanti di salario e contribuzione e le imprese regolari che verranno spinte fuori mercato. Giuseppe Manta, segretario generale FENEAL Uil Piemonte, esprime forte disappunto. "Il Presidente Cirio, decidendo di non ascoltare ancora una volta i tanti appelli di chi rappresenta i lavoratori del settore, commette un clamoroso errore. Sospendere il DURC non significa sburocratizzare, tutt'altro, significa liberalizzare in maniera incontrollata e selvaggia colpendo le imprese serie e favorendo le irregolarità. Quando a dicembre molti lavoratori, per colpa di questa norma, non prenderanno la tredicesima, vorrà dire che li porteremo sotto il palazzo della Regione. Per Massimo Cogliandro, segretario generale della Fillea CGIL Piemonte, "ciò che preoccupa maggiormente è che la scelta della giunta Cirio è stata chiara e consapevole. Evidentemente oggi, per una parte della politica, la regolarità e la legalità sono da considerarsi un freno all'economia. Il Durc, obbligatorio in edilizia dal 2005, fu introdotto proprio per distinguere e proteggere le imprese regolari (quelle che pagavano correttamente tasse e stipendi ai lavoratori) da quelle irregolari, con l'obiettivo di impedire la concorrenza sleale. Con questa scelta scellerata di sospenderlo la giunta Cirio fa passare un messaggio ambiguo e pericoloso, riportando un settore delicato e border line in Piemonte al far west precedente all'introduzione della norma. Per Piero Tarizzo di Filca CISL Piemonte, "il DURC sospeso dalla Regione fino al 30 novembre, non è burocrazia né una tassa aggiuntiva, ma certifica il versamento dei contributi, Inps Inail ai lavoratori per la pensione, la sanità e gli infortuni, più le loro ferie, tredicesima e TFR in Cassa edile. Sono soldi sacrosanti dei lavoratori. Senza versare i soldi del DURC 30.000 operai in Piemonte già penalizzati dalla cig e dai mancati anticipi delle banche, non avranno neppure i soldi delle ferie. Avremmo una tensione sociale non più gestibile. Oltre al danno anche la beffa: le imprese furbe che non pagheranno risulteranno in regola per gli appalti, portando via il lavoro e benefit a quelle sane che hanno pagato". Cogliandro, Manta e Tarizzo non escludono che anche le tre federazioni degli edili piemontesi impugnino la norma al TAR.

Torino, 30 maggio 2020 UFFICI STAMPA

 

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Domenica, 10 Maggio 2020 18:45

#RIPARTI Piemonte, ma in regolarità

La fase 2 è cominciata ed anche il settore delle costruzioni si è messo in movimento, in Italia alcuni cantieri pubblici erano già ripartiti ed ad oggi sono circa il 50 % dichiara il Segretario Generale Feneal Uil Piemonte, GIUSEPPE MANTA.

In Piemonte sono ripartiti i cantieri del Terzo Valico dei Giovi con tutte le precauzioni e con l'insediamento del Comitato Aziendale della Sicurezza come previsto dal protocollo all'interno dell'accordo Interconfederale del 24 aprile 2020 firmato da CGIL CISL UIL, Mit, Ministero del Lavoro, Stazioni Appalti Pubblici e Parti. In tutte le province come FENEALUIL FILLEA CGIL FILCA CISL Piemonte abbiamo chiesto l'istituzione urgente dei Comitati Territoriali per andare incontro alla ripresa con la certezza che la sicurezza sia applicata su tutti i cantieri sia pubblici che privati. Si presume che entro il 18 maggio quasi il 100% delle imprese sopravvissute riprendano il lavoro. Le difficoltà sono dovute al reperimento dei DPI quali mascherine, guanti ecc.. Tramite gli Enti Bilaterali del Settore si è cercato di provvedere aiutando imprese e lavoratori purtroppo i tempi di consegna sono lunghi e non tutti sono riusciti a reperirli. La ripresa dovrà essere monitorata su molti aspetti, non si può mettere a repentaglio la salute dei lavoratori per il profitto e nello stesso tempo bisogna salvaguardare le imprese regolari e sane dalla concorrenza sleale da parte di imprese irrispettose delle regole che possono trovare terreno fertile.

Dalle organizzazioni nazionali è arrivato un monito al settore attraverso un comunicato stampa in cui i tre Segretari Nazionali Panzarella (FENEAL UIL) Genovesi (FILLEA) e Turri (FILCA) dichiarano: "Ai tanti che oggi dichiarano di voler combattere il lavoro nero, consigliamo una semplice ed efficace operazione: vincolare tutti gli incentivi per risparmio energetico, sisma bonus, ristrutturazioni al possesso del Durc di Congruità. Cioè alla documentazione emessa dalle Casse Edili che certifica che i lavori per cui lo Stato ci mette praticamente l'intero importo, sono stati svolti da un numero congruo di lavoratori, e che è stato applicato correttamente il Contratto Collettivo edile". Purtroppo sembra che la Regione Piemonte voglia proseguire per altre strade che rischiano di creare notevoli problemi sia dal punto di vista della regolarità che dalle infiltrazioni mafiose.

Nel disegno di Legge Regionale n.95 presentata il 5 maggio 2020 al Titolo 5 , Art 65 e 66 affronta questi due argomenti lasciando le maglie troppo larghe per quanto riguarda la regolarità in nome di una ripartenza a tutti i costi mettendo le regole in secondo piano. Nel Settore Edile che è uno dei settori più colpiti dal problema delle infiltrazioni mafiose e malavitose non esigere immediatamente da parte delle imprese il certificato antimafia può essere controproducente e soprattutto la proroga del durc al 31 gennaio 2021 rischia di essere devastante.

Si dà modo alle imprese irregolari di non esibire il Documento di Regolarità Contributiva per oltre un anno con danno ai lavoratori ed alle imprese serie e regolari.

Queste imprese possono permettersi per un anno di non pagare contribuzione INAIL INPS e CASSA EDILE e in un anno come Sindacato delle Costruzioni abbiamo visto nascere moltissime imprese che incassati i soldi dei SAL (Stato Avanzamento Lavori), non hanno pagato i lavoratori, i fornitori ed i contributi, hanno dichiarato la chiusura. C'era già stata la proroga a livello nazionale sino al 15 giugno 2020 e come OO.SS. non eravamo soddisfatte, questa ulteriore proroga chiesta dalla regione Piemonte è inconcepibile.

Il Settore ha bisogno di imprese sane ed in regola che non vengano messe in difficoltà da imprenditori da quattro soldi che approfittano di falle nel sistema dei controlli, i lavoratori hanno bisogno di avere certezze della retribuzione, della contribuzione e dei versamenti in Cassa Edile, se per un anno non hanno versamenti in cassa edile ma l'impresa continua il lavoro impunemente rischiano di non ricevere la Gratifica Natalizia, le Ferie, l'Anzianità Professionale oltre al TFR ed i contributi pensionistici. RIPARTI PIEMONTE deve avvenire in regolarità non deve prevedere norme che inficiano la regolarità già difficoltosa del settore che conta a livello nazionale oltre 400 mila lavoratori irregolari.

GIUSEPPE MANTA

SEGRETARIO GENERALE FENEALUIL PIEMONTE

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Il Settore delle Costruzioni attende con ansia la ripresa dei lavori per il 4 maggio 2020, nel frattempo è stato definito il protocollo per il settore edile. Il documento definisce le linee guida che le imprese edili dovranno seguire per poter preservare i lavoratori dal contagio da Covid-19 e assicurare la ripresa delle attività produttive.

La Feneal Uil ci tiene a premettere che ogni cantiere presenta situazioni peculiari che possono modificare in tempi brevi e quindi dovranno essere analizzate attentamente da tutti i soggetti coinvolti.

La riapertura dei cantieri sospesi potrà avvenire solo dopo aver attuato tutte le misure di contenimento, ivi comprese le modifiche alle dotazioni igienico-sanitari di cantiere, l'effettuazione delle sanificazioni necessarie nonché tutto quanto altro previsto per legge.

E fatto chiaro come la prosecuzione delle attività produttive è in ogni caso subordinata alla presenza di condizioni che assicurino ai lavoratori adeguati livelli di protezione.

Pertanto risulta indispensabile rispettare nuove categorie di obblighi in capo al Datore di Lavoro e ai suoi Preposti.

Innanzitutto bisogna provvedere all'obbligo di informazione dei dipendenti, il datore di lavoro deve informare i propri dipendenti, nella maniera più chiara e comprensibile per tutti, su quali siano le regole fondamentali di igiene per prevenire le infezioni virali, sull'obbligo di rimanere al proprio domicilio in presenza di febbre o altri sintomi influenzali ovvero di comunicare prontamente lo sviluppo di sintomi o il contatto con un soggetto infetto durante l'orario di lavoro.

Il personale, prima dell'accesso al cantiere dovrà essere sottoposto a controllo della temperatura corporea e sarà permesso l'accesso solo se non risulterà superiore ai 37,5°.

In caso contrario, il lavoratore dovrà essere momentaneamente isolato e fornito di mascherina e dovrà fare ritorno a casa.

Siccome la rilevazione della temperatura corporea costituisce un trattamento di dati personali e, pertanto, questa dovrà avvenire ai sensi della disciplina privacy vigente.

Inoltre l'azienda deve mettere a disposizione idonei mezzi detergenti per le mani.  Le soluzioni idroalcoliche (gel disinfettante) devono essere collocate in punti strategici quali l'ingresso dei cantieri, dei baraccamenti, mense, spazi comuni, ecc.

Deve essere effettuata la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica di locali e ambienti chiusi. Si dovranno in ogni caso fornire o rendere disponibili specifici detergenti per la pulizia degli strumenti individuali.

Dovranno essere fornite ed utilizzate le mascherine di protezione in conformità a quanto previsto dalle indicazioni dell'OMS o dell'autorità sanitaria. All'interno del cantiere sarà richiesta ai lavoratori il rispetto della distanza di 1 metro durante l'attività lavorativa e, ove ciò non sia possibile, strutturare un'eventuale diversa organizzazione del lavoro, al fine di favorire la differenza temporale e spaziale delle lavorazioni. Laddove non fosse in alcun modo possibile rispettare la distanza interpersonale di un metro come principale misura di contenimento, adottare idonei dispositivi di protezione individuale: mascherine e altri dispositivi di protezione (guanti, occhiali, tute, cuffie, camici, ecc.).

Ci sono particolari disposizioni per i cantieri edili, il cui contesto presenta pecularità particolari rispetto a altri luoghi di lavoro.

Il Coordinatore alla sicurezza, dovrà procedere all'integrazione del Piano di Sicurezza e Coordinamento inserendo l'analisi sul rischio di contaminazione da Covid-19 dei lavoratori; L'impresa Esecutrice dovrà recepire nel proprio Piano Operativo di Sicurezza le misure specifiche facendo le necessarie integrazioni secondo la programmazione prevista dei lavori. Il Preposto dell'impresa avrà la responsabilità di vigilare sull'applicazione del piano in cantiere;

I subappaltatori dovranno recepire le disposizioni contenute nel Piano di Sicurezza e nel Piano Operativo dell'impresa affidataria;

Il Protocollo del 14 marzo 2020 prevede peraltro che in ogni azienda si costituisca un comitato tra datori di lavoro e rappresentanze dei lavoratori, che ne monitori l'applicazione. Questo nelle imprese di piccole dimensioni diventa difficile bisognerà provvedere tramite accordo delle parti datoriali e sindacali territoriali di istituire questo comitato a livello territoriale dove dovranno farne parte CPT territoriale e RLST.

Comunque per la riapertura dei cantieri si consiglia in ogni caso di chiedere la collaborazione dell'Ente Bilaterale Territoriale che si occupa di sicurezza sui cantieri. Di visionare Il documento della CNCPT (Commissione Nazionale dei Comitati Paritetici Territoriali).

Come si può intuire affrontare la fase 2 non è assolutamente semplice, bisognerà verificare tre criteri, l'esposizione, la prossimità e l'aggregazione. L'esposizione significa la probabilità di venire a contatto con fonti nello svolgimento del lavoro ed è più problematico nell'ambiente sanitario, la prossimità può rivelarsi un problema in cantiere in quelle lavorazioni dove i lavoratori non possono rispettare la distanza di un metro soprattutto in questo momento dove in alcuni casi diventa difficile reperire i DPI, in questo caso l'organizzazione del lavoro dovrà mutare. L'organizzazione sarà complicata sia sui grandi cantieri pubblici dove bisognerà organizzare gli spostamenti sui mezzi per raggiungere il cantiere o la postazione di lavoro.

L'aggregazione indica la tipologia di lavoro che prevede il contatto tra più lavoratori e anche con altri soggetti oltre ai lavoratori dell'azienda, per esempio nelle mense dove dovranno organizzare turni di entrata e distanziamenti oltre un metro.

Quindi una ripresa lavori con moltissimi accorgimenti ma che diventa essenziale per la ripresa del settore ed anche dell'economia italiana. Molte imprese purtroppo avranno più difficoltà con il rischio di venir inghiottite da questa emergenza sanitaria e catastrofe economica, soprattutto le imprese che lavorano nel privato che si troveranno a dover fare i conti con una crisi di liquidità da parte dei committenti.

Come Feneal Uil Piemonte e come Organizzazioni Sindacali cercheremo di andare incontro alla risoluzione delle problematiche mettendo comunque al primo posto la salute dei lavoratori, invitiamo tutte le imprese a rivolgersi per consulenze, formazione e informazione agli enti bilaterali di settore territoriali per una ripresa certa ed in sicurezza.

PAOLO TOLU

SEGRETARIO REGIONALE FENEALUIL PIEMONTE

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Martedì, 12 Marzo 2019 14:41

Venerdì 15 sciopero generale delle costruzioni

Edilizia, lapidei, laterizi, legno in piazza questo venerdì in occasione dello sciopero generale a Roma.

"Per rilanciare il Paese occorre una politica industriale in grado di rilanciare l'intera filiera delle costruzioni: dall'edilizia ai materiali, dal settore del legno e arredo al cemento, dai lapidei al settore dei laterizi. Abbiamo chiesto un tavolo a Palazzo Chigi dove affrontare la più grave crisi dei nostri settori dal dopo guerra ad oggi, per dare una risposta agli oltre 600 mila persone che hanno perso il lavoro e al milione che rischia di perderlo.  Per questo FenealUil, Filca Cisl e Fillea Cgil proclamano lo sciopero generale di 8 ore, intero turno, per il prossimo 15 Marzo in tutti i settori dell'intera filiera delle costruzioni. Il prossimo 15 marzo si fermeranno i cantieri, le fabbriche del legno e dell'arredo, le cave e le fornaci, le cementerie per l'intera giornata con migliaia di lavoratori e disoccupati che manifesteranno a Roma a sostegno delle proposte concrete e fattibili che come Sindacato abbiamo avanzato e su cui il Governo non vuol confrontarsi". Così dichiarano in una nota Vito Panzarella, Franco Turri e Alessandro Genovesi, Segretari Generali di FenealUil, Filca Cisl e Fillea Cgil.

"Occorre una cabina di regia presso Palazzo Chigi per riaprire i cantieri con politiche mirate che intervengano tanto con strumenti finanziari mirati per le imprese del settore (un Fonda nazionale di Garanzia) che per sbloccare le grandi opere da Nord a Sud. Serve una politica di investimenti mirati in grado di essere immediatamente tradotti in piani straordinari per la messa in sicurezza di territori, strade, ponti. Dobbiamo qualificare le stazioni appaltanti sempre meno in grado di progettare e di rendere esecutivi i bandi fatti. Occorre un piano per la qualità delle materie prime al servizio di ristrutturazioni, rigenerazione e anti sismico, di nuove politiche abitative. Occorre una sistematizzazione degli incentivi, da quelli per le ristrutturazioni a quelli per il risparmio energetico e per il bonus mobile. Serve una politica di tutela e riconversione dell'occupazione nei settori dei materiali, serve qualificare l'impresa e contrastare il dumping contrattuale con un sistema che premi qualità e sicurezza. Occorre accelerare sugli appalti verdi al fine di premiare chi fa ricerca ed innovazione nei nostri settori. Serve una sburocratizzazione mirata di diversi passaggi del Codice Appalti senza ridurre tutele e diritti e senza tornale alla liberalizzazione dei sub appalti o al massimo ribasso. Servono, cioè, politiche di sviluppo, come richiesto dalla stessa piattaforma di CGIL, CISL e UIL".

"Per queste ragioni – concludono Panzarella, Turri e Genovesi – le lavoratrici e lavoratori dei nostri settori saranno in piazza il prossimo 15 Marzo sempre nella Capitale. Per chiedere lavoro e sviluppo, consapevoli che se non riparte il settore delle costruzioni non ripartirà il Paese".

 

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È stato finalmente raggiunto l'accordo per il rinnovo del contratto dell'edilizia, che interessa più di un milione di addetti. Il contratto, sottoscritto dai sindacati di categoria Feneal Uil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil con Ance e Coop, prevede da un punto di vista salariale un aumento a parametro 100 (operaio comune) di 55 euro (71,50 operaio specializzato), l'aumento di altri 2 euro (a parametro 100, che diventano 2,6 per operaio terzo livello) del contributo collettivo obbligatorio per la Previdenza complementare (Prevedi), un aumento totalmente a carico delle imprese delle aliquote per sanità integrativa (0,35% sulla massa salari) e di quelle per il Fondo Prepensionamento (+0,10%, arrivando allo 0,20). Previsto anche un versamento di 0,10 per la costituzione di un Fondo per incentivare l'occupazione giovanile. Salvaguardato infine il secondo livello di contrattazione territoriale individuando nel 1 luglio 2019 la data per la ripartenza delle trattative di 2° livello. La scadenza del contratto è stata fissata al 30 settembre 2020, allineandola alla fine dell'anno Cassa Edile.

Spiegano i segretari generali Panzarella, Turri, Genovesi: "Abbiamo mantenuto la funzione salariale del contratto con aumenti sui minimi tabellari secondo le prassi e le specificità in atto nel settore dell'edilizia, in piena sintonia con l'Accordo Interconfederale del 9 marzo scorso firmato da Cgil, Cisl, Uil, Confindustria, che riconosce al Ccnl sia una funzione salariale certa, sia una funzione di sostegno a forme di welfare integrativo di natura bilaterale. Inoltre abbiamo concordato importanti innovazioni – proseguono i leader di Feneal Filca Fillea –  che favoriranno una stagione di contrattazione territoriale importante, per dare coerenza alla filosofia e alle prescrizioni contrattuali. L'obiettivo raggiunto è stato quello di rimettere le Casse Edili al centro di servizi a favore dei lavoratori, con costi gestionali ed un'efficienza del sistema coerenti con la loro missione sociale e con un 1,05% sia alle imprese che ai lavoratori".

Previsto il rilancio delle scuole edili e dei CPT per la sicurezza, con una particolare attenzione alla formazione dedicata alle nuove tecniche costruttive, ai nuovi materiali, all'industrializzazione 4.0 del cantiere.

Tra le novità più significative il potenziamento del Fondo nazionale per il ricambio generazionale, "per favorire il raggiungimento del pensionamento anticipato agli edili che abbiano i requisiti soggettivi individuati da apposito regolamento" e l'istituzione di un Fondo per incentivare l'occupazione giovanile "anche al fine di qualificare sempre di più il settore".
Inoltre, per  la prima volta è stata "riconosciuta la possibilità alle Partite Iva presenti in cantiere di poter accedere alle Cassa Edili, in particolare alla formazione, all'aggiornamento e alle prestazioni relative a salute e sicurezza. Si tratta di un caso concreto di contrattazione inclusiva per ricomporre diritti e tutele che si rivolge potenzialmente a circa 200 mila persone, non imprese artigiane, figure specialistiche come restauratori, archeologi, geometri, architetti, ecc."

Si valorizza la funzione del sistema bilaterale tradizionale in materia di welfare "con la costituzione del Fondo Nazionale paritetico per l'assistenza sanitaria integrativa a favore di tutte le maestranze e degli impiegati, alimentato da un'aliquota totalmente a carico delle imprese complessivamente dello 0,60% a favore degli operai, da versare in cassa edile su un minimo di 120 ore e da un contributo specifico dello 0,26% della retribuzione per gli impiegati. La Cassa Edile svolgerà la funzione di sportello a favore degli operai".

Adesso le sfide da affrontare "sono la lotta al dumping contrattuale, e quindi l'applicazione del contratto edile a tutti i lavoratori impegnati nei cantieri, e la vera ripresa del settore, con la realizzazione delle infrastrutture necessarie al rilancio del Paese e con l'accelerazione della cantierizzazione di più opere possibili. Con questo contratto le parti sociali confermano l'importanza di investire su un sistema di relazioni industriali che sempre di più deve mettere al centro l'impresa ed il lavoro di qualità, scommettendo sul futuro del settore", concludono i tre segretari generali.

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Si sono riuniti oggi i Segretari Generali di FenealUil, Filca Cisl e Fillea Cgil insieme ai Segretari responsabili dell'edilizia, per fare il punto sull'andamento delle trattative per il rinnovo del CCNL Ance-Coop. Un contratto che riguarda un milione e mezzo di lavoratori, scaduto da quasi due anni e per il cui rinnovo si era svolto lo sciopero generale del settore il 18 dicembre 2017. A seguito della mobilitazione il negoziato era stato riaperto ed è proseguito nei mesi successivi con più incontri tra le parti. "Il confronto – dichiarano FenealUil, Filca Cisl e Fillea Cgil – ha prodotto significative convergenze su alcuni punti qualificanti, in particolare su temi come la Sanità Integrativa, un Fondo per facilitare il rinnovamento generazionale (pensionamenti), la formazione ecc. per favorire così la ripresa in termini di qualità e maggiore occupazione". "Purtroppo però, a fronte della nostra dichiarata disponibilità ad affrontare anche altri argomenti posti sul tavolo, riscontriamo una schizofrenia nelle dinamiche della nostra controparte e soprattutto una mancanza di volontà ad affrontare i temi del costo contrattuale e della messa in sicurezza degli enti bilaterali.  Una mancanza di volontà che pregiudica ogni possibile conclusione del negoziato e che evidenza l'incapacità dell'Ance e delle Coop a trovare una sintesi al proprio interno che guardi al futuro del settore e al mantenimento di un livello minimo di relazioni industriali. Ancora peggio – accusano i sindacati – è il confronto con gli artigiani per il rinnovo del loro contratto, dove registriamo una vera latitanza della controparte. A fronte di questa situazione ci auguriamo di registrare nei prossimi giorni un cambio di passo, con una posizione univoca che ci possa portare ad una stretta finale sul negoziato, riconoscendo il giusto salario e il giusto investimento sul nostro sistema bilaterale a tutele dei lavoratori e delle tante imprese serie. Diversamente – concludono FenealUil, Filca Cisl e Fillea Cgil – ci vedremo costretti ad interrompere le relazioni industriali a tutti i livelli, nazionale e territoriale, e in tutte le sedi, chiamando a responsabilità chi ha determinato questa rottura storica per la tradizione del settore. Serve coraggio e senso di responsabilità se vogliamo che la ripresa diventi occasione di crescita anche per il nostro settore. Il sindacato ha sempre dimostrato di averla, ora tocca alle imprese fare la propria parte".

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"Stesso Lavoro Stesso Contratto": è quello che chiederanno gli edili di Cgil Cisl Uil mercoledì 14 febbraio in un'iniziativa nazionale organizzata a Roma, presso la Sala delle Carte Geografiche, in via Napoli 36.

Ai lavori, che si svolgeranno dalle ore 9:30, sono stati invitati i rappresentanti delle maggiori forze politiche.
Hanno garantito la presenza l'onorevole Cesare Damiano ed i senatori Maurizio Sacconi e Federico Fornaro.

Nel corso dell'iniziativa, che vedrà riuniti i Direttivi unitari di Feneal, Filca, Fillea, verranno presentate le proposte delle tre sigle sul tema del dumping contrattuale e della fuga dal contratto edile verso l'applicazione di contratti meno onerosi, "una tendenza – dichiarano i segretari generali Vito Panzarella, Franco Turri, Alessandro Genovesi – che si sta diffondendo in varie realtà produttive e attraverso cui moltissime imprese risparmiano sulla pelle dei lavoratori e a discapito della concorrenza leale tra imprese sane."

"Il sistema del massimo ribasso – spiegano – non sembra più essere appannaggio esclusivo del sistema di aggiudicazione degli appalti pubblici, ma è oramai diventato anche il criterio di scelta dell'applicazione contrattuale da parte di molte imprese a danno della sicurezza e dei diritti dei lavoratori, della qualità delle imprese stesse e del lavoro. Per questo occorre mettere un freno alla giungla di contratti che si applicano nei cantieri edili, perché applicare il giusto contratto non è un costo ma un investimento, a partire da una riduzione del numero dei contratti e ripristinando, anche attraverso un obbligo contrattuale e normativo, l'applicazione del Ccnl più attinente alla reale attività di impresa e al luogo dove essa si svolge."

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Il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha partecipato alla manifestazione dei lavoratori dell'edilizia che si è svolta questa mattina a Roma, in occasione dello sciopero generale nazionale proclamato da Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil. I lavoratori del settore rivendicano il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro scaduto da oltre un anno.

«È stata una grande giornata di mobilitazione. Le nostre controparti - ha dichiarato Barbagallo a margine dell´iniziativa - devono capire che il contratto bisogna firmarlo rapidamente per aumenti salariali adeguati, per la sicurezza, per l´ape sociale. Si sono persi troppo tempo e troppi posti di lavoro. Nel nostro Paese - ha concluso il leader della Uil - c´è un problema di ripresa economica: sappiano che una delle soluzioni passa per la crescita dei salari dei lavoratori».

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