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Nella riunione di oggi all'Aran, Agenzia per la Rappresentanza negoziale delle Pubbliche amministrazioni, si sono affrontate le tematiche relative ai rinnovi contrattuali per le parti comuni ai 4 comparti del Pubblico Impiego. In particolare si è discusso del riequilibrio tra legge e contratto, dei modelli di partecipazione, di welfare contrattuale, di risorse e del c.d. bonus Renzi.

Abbiamo ribadito, come Uil, che in linea con l'accordo del 30 novembre, l'incremento economico deve essere di 85€ e che il bonus degli 80€ non può essere confuso con l'incremento salariale.

Devono invece essere trovate soluzioni diverse, compresa la defiscalizzazione del salario di produttività.

Per chiarire le posizioni riteniamo necessario un incontro con il Ministro della Funzione Pubblica per verificare la volontà del Governo di rispettare i contenuti dell'accordo.

Non condividiamo le dichiarazioni del Ministro Calenda, secondo cui le risorse dei rinnovi contrattuali del pubblico impiego debbano essere rivolte ad altre priorità.

Ricordiamo al Ministro che questo Governo, in continuità con il precedente, è tenuto a rispettare l'accordo sottoscritto tra l'altro dall'attuale Ministro della Funzione pubblica.

Non è accettabile confondere un legittimo diritto, quale il riconoscimento, dopo ormai 8 anni, dei dovuti incrementi contrattuali ai dipendenti pubblici, con le necessarie misure, altrettanto dovute, per la ripresa occupazionale del Paese.

La perdita del potere di acquisto dei salari che ha interessato i lavoratori della Pubblica Amministrazione in questi anni di blocco contrattuale non è un tema di serie B, anzi, come già detto, è una priorità che il Governo si è obbligato a raggiungere.

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