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Martedì, 25 Settembre 2018 10:32

Dati Osservatorio precariato aggiornati a luglio 2018

Sono stati pubblicati i dati di luglio 2018 dell'Osservatorio sul precariato. Le assunzioni nel settore privato, nel periodo gennaio-luglio 2018, sono state 4.597.299, in aumento del 6,5% rispetto allo stesso periodo del 2017. In crescita risultano tutte le componenti: contratti a tempo indeterminato +1,8%, contratti a tempo determinato +6%, contratti di apprendistato +11,8%, contratti stagionali +3,3%, contratti in somministrazione +13,5% e contratti intermittenti +6,8%.

La dinamica dei flussi

Nei primi sette mesi dell'anno si conferma l'aumento delle trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato (+100.909), in forte incremento rispetto al periodo gennaio-luglio 2017 (+59%). In contrazione, nel periodo gennaio-luglio 2018, i rapporti di apprendistato confermati alla conclusione del periodo formativo (-18,2%).

Le cessazioni nel complesso sono state 3.560.409, in aumento rispetto all'anno precedente (+10,7%): a crescere sono le cessazioni di tutte le tipologie di rapporti a termine, soprattutto contratti intermittenti e in somministrazione, mentre diminuiscono quelle dei rapporti a tempo indeterminato (-4,5%).

Nei primi sette mesi del 2018 sono stati incentivati 70.297 rapporti di lavoro con i benefici previsti dall'esonero triennale strutturale per le attivazioni di contratti a tempo indeterminato di giovani (legge 27 dicembre 2017, n. 202): 38.508 riferiti ad assunzioni e 31.789 relativi a trasformazioni a tempo indeterminato. Il numero dei rapporti incentivati è pari al 6,95% del totale dei rapporti a tempo indeterminato attivati.

La consistenza dei rapporti di lavoro

Nel periodo gennaio-luglio 2018, nel settore privato, si registra un saldo, tra assunzioni e cessazioni, pari a +1.036.890, inferiore a quello del corrispondente periodo del 2017 (+1.097.701). Su base annua, il saldo consente di misurare la variazione tendenziale delle posizioni di lavoro. Il saldo annualizzato (vale a dire la differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi 12 mesi) a luglio 2018 risulta positivo e pari a +404.149, in flessione rispetto a quello registrato a giugno (+418.837). La variazione tendenziale dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato è negativa (-5.047), anche se continua a migliorare. Questo miglioramento deriva soprattutto dal buon andamento delle trasformazioni dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato. A partire da marzo emergono segnali di riduzione del turnover dei contratti a tempo indeterminato: diminuiscono sia le assunzioni che, ancor di più, le cessazioni.

Positiva la variazione dello stock di rapporti di somministrazione e di apprendistato; ancora significativamente positivi, seppur in riduzione, i saldi annualizzati dei rapporti a tempo determinato, stagionali e di quelli intermittenti.

Il lavoro occasionale

L'articolo 54-bis decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50 ha disciplinato le nuove prestazioni di lavoro occasionale: Contratto di Prestazione Occasionale (CPO) e Libretto Famiglia (LF).

La consistenza dei lavoratori impiegati con Contratti di Prestazione Occasionale a luglio 2018 è di 20.213 unità. L'importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva è di 274 euro.

Per quanto riguarda, invece, i lavoratori pagati con i titoli del Libretto Famiglia, a luglio 2018 sono stati 6.831. L'importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva è di 328 euro.

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Il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, è intervenuto agli Stati generali delle politiche giovanili, organizzato dal Forum nazionale dei giovani, sul tema lavoro e precarietà. Il leader della Uil ha ribadito la sua preoccupazione, già espressa in precedenti incontri, per l'affermazione di alcune piattaforme digitali che, di fatto, realizzano "forme moderne di caporalato o di intermediazione parassitaria. Non è questo il futuro che si può riservare ai nostri giovani ai quali dico che per guadagnare i propri spazi devono sgomitare.

Il punto - ha poi aggiunto Barbagallo - è che alla riduzione dei diritti e allo strapotere delle multinazionali non si può rispondere con logiche "locali": è necessario dare più forza al Sindacato europeo e a quello mondiale. Per sconfiggere il liberismo che impera, per evitare una sistematica riduzione dei redditi dei lavoratori e in particolare di quelli delle nuove leve e per restituire speranza ai giovani - ha concluso Barbagallo - serve più Sindacato nel mondo".

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Venerdì, 01 Settembre 2017 10:11

Pubblicato l’Osservatorio sul precariato giugno 2017

I dati dell'Osservatorio sul precariato giugno 2017 (pdf 652KB) registrano nel primo semestre del 2017, nel settore privato, un saldo, tra assunzioni e cessazioni, pari a +945mila, superiore a quello del corrispondente periodo sia del 2016 (+719mila) che del 2015 (+817mila).Su base annua, il saldo consente di misurare la variazione tendenziale delle posizioni di lavoro. Il saldo annualizzato (vale a dire la differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi 12 mesi) a giugno 2017, risulta positivo e pari a +548mila.

Tale risultato cumula la crescita tendenziale dei contratti a tempo indeterminato (+22mila), dei contratti di apprendistato (+50mila) e, soprattutto, dei contratti a tempo determinato (+477mila, inclusi i contratti stagionali). Queste tendenze, in linea con le dinamiche osservate nei mesi precedenti, attestano il proseguimento della fase di ripresa occupazionale.

Complessivamente le assunzioni, riferite ai soli datori di lavoro privati, nei mesi gennaio-giugno 2017 sono risultate 3.547.000, in aumento del 19,4% rispetto a gennaio-giugno 2016. Il maggior contributo è dato dalle assunzioni a tempo determinato (+27%) e dall'apprendistato (+27,3%) mentre sono diminuite quelle a tempo indeterminato (-3,8%: questo calo rispetto al 2016 è interamente imputabile alle assunzioni a part time).

In base alla retribuzione mensile, si registra, per le assunzioni a tempo indeterminato intervenute a gennaio-giugno 2017, una riduzione della quota di retribuzioni inferiori a 1.750 euro (55% contro 57,6% di gennaio-giugno 2016).

Tra gennaio e giugno 2017 sono stati incentivati 28.470 rapporti di lavoro nell'ambito del programma "Garanzia Giovani" e 58.916 rapporti di lavoro (46.313 assunzioni e 12.603 trasformazioni) nell'ambito della misura "Occupazione Sud".

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In allegato vi trasmettiamo il mensile Rapporto dell'Inps sull'occupazione con analisi dei  dati (nazionali e regionali)  sia degli  avviamenti che delle cessazioni dei rapporti d'impiego.

Ad avviso della UIL traspare come sia in campo l'effetto del combinato disposto Jobs Act e Legge di Stabilità. La fotografia scattata per la prima volta dall'Inps  sulle cause di cessazione dei rapporti di lavoro, ci dice molto anche sulla nuova sanzione "a tutela crescente", tanto che, tra il 2015 e 2016, crescono i licenziamenti per motivo oggettivo.

Sarà un caso, inoltre, che diminuiscono le assunzioni a tempo indeterminato e soprattutto tra i giovani fino a 29 anni, essendo diventato più "conveniente" da un punto di vista contributivo, oltre che retributivo, il contratto di apprendistato, tipologia contrattuale, quest'ultima, che sta, anche se lentamente, risalendo?

I dati amministrativi dell'Inps ci informano anche di una riduzione di 35 mila stagionali, tra il 2015 e 2016. E' possibile presumere che siano stati "fagocitati" nel mondo dei voucher ( il cui utilizzo aumenta oltre 35%) ? Se così fosse, ricordiamoci che quest'ultimo strumento non da diritto a nessun tipo di tutela per questi lavoratori. Il rischio che si apra dallo snaturamento dei contratti un problema anche sociale, è inevitabile.

Se aggiungiamo a tutto ciò che, nel 2016, si sta assistendo ad un nuovo aumento di aperture di partita Iva e di utilizzo dei voucher (per il cui contrasto ad un uso distorto, attendiamo di vedere gli effetti della appena entrata in vigore comunicazione preventiva), possiamo dire che le tanto ambiziose misure per accrescere il lavoro a tempo indeterminato e scoraggiare il precariato, stiano funzionando?

Crediamo, come UIL,  che ci sia ancora molto da fare sul fronte del lavoro. E' necessaria, tra le altre cose, una forte presenza ed efficienza ispettiva, che si costruisce attraverso un maggior coordinamento di tutti gli enti preposti alle ispezioni sul lavoro. E da questo punto di vista, pur fiduciosi sull'operato del nuovo Ispettorato Nazionale del Lavoro crediamo che vada messa in campo una vera terapia d'urto in termini qualitativi e quantitativi per rafforzare gli stessi controlli ispettivi.

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Rivendicano più spazio, i giovani, e soprattutto chiedono di essere almeno ascoltati, se non coinvolti, in vista delle decisioni che riguardano il loro futuro. E temono di dover lasciare la terra natia, non per scelta, ma per necessità. Tutti sentimenti, questi, oltre a richieste e denunce, emersi con chiarezza dalla platea composta da un centinaio di studenti, età tra i 16 e i 19 anni, che, questa mattina, a Terni, si sono confrontati con il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, nell'ambito del meeting Uil organizzato dalla Camera sindacale ternana. Un misto di rassegnazione e rabbia, ma anche di disincanto e disimpegno sociale ha caratterizzato molti interventi, animati, comunque, da quel sano furore giovanile che il leader della Uil ha mostrato di apprezzare e ha voluto invogliare.

Ne è emerso un dialogo tra generazioni molto intenso e vivace, impreziosito, peraltro, dalla presenza di un arzillo ultracentenario iscritto alla Uil e premiato con una targa di argento dallo stesso Barbagallo, con una motivazione che è tutta un programma: "essere iscritti alla Uil allunga la vita!".

"Non delegate a nessuno la soluzione dei vostri problemi - ha detto Barbagallo - dovete impegnarvi in prima persona e dovete pungolarci e darci una mano ad affrontare le questioni che riguardano voi e noi tutti".

E a chi gli rappresentava le tante ed enormi difficoltà da superare, Barbagallo ha replicato invitando tutti i giovani presenti a non rassegnarsi: "Dobbiamo fare una battaglia insieme per superare la precarietà e gli ostacoli all'occupazione e per recuperare la fiducia e la speranza nel futuro". Con l'obiettivo di coinvolgere i giovani anche nella vita sindacale, il leader della Uil ha concluso il suo intervento, riproponendo l'idea di una tessera per gli studenti: proposta, questa, che ha suscitato interesse in molti dei presenti.

dal sito www.uil.it

23/06/2016

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Venerdì, 27 Maggio 2016 10:39

Precariato e ferie non godute

Precariato e ferie non godute, secondo la Corte costituzionale non devono essere retribuite di Avv. Marco Barone

Con ordinanza del 5 maggio 2015, il Tribunale ordinario di Roma, in funzione di giudice del lavoro, ha sollevato una specifica questione di legittimità costituzionale riguardante l'art. 5, comma 8, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95 convertito, con modificazioni, dall'art. 1, comma 1, della legge 7 agosto 2012, n. 135, prospettando una serie di violazioni.

La norma incriminata era la seguente: «Le ferie, i riposi ed i permessi spettanti al personale, anche di qualifica dirigenziale, delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) ai sensi dell'articolo 1, comma 2, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, nonché delle autorità indipendenti ivi inclusa la Commissione nazionale per le società e la borsa (Consob), sono obbligatoriamente fruiti secondo quanto previsto dai rispettivi ordinamenti e non danno luogo in nessun caso alla corresponsione di trattamenti economici sostitutivi. La presente disposizione si applica anche in caso di cessazione del rapporto di lavoro per mobilità, dimissioni, risoluzione, pensionamento e raggiungimento del limite di età. Eventuali disposizioni normative e contrattuali più favorevoli cessano di avere applicazione a decorrere dall'entrata in vigore del presente decreto. La violazione della presente disposizione, oltre a comportare il recupero delle somme indebitamente erogate, è fonte di responsabilità disciplinare ed amministrativa per il dirigente responsabile».

Il Tribunale ordinario di Roma, in funzione di giudice del lavoro, ravvisa in tali disposizioni la lesione del diritto irrinunciabile alle ferie, che impone, per un verso, di retribuire il lavoro prestato in misura superiore a quanto stabilito dal contratto (art. 36, primo comma, della Costituzione), considerando anche il diritto ai riposi feriali, e, per altro verso, di compensare il mancato godimento delle ferie per causa non imputabile al lavoratore (art. 36, terzo comma, Cost.).

La disciplina veniva censurata «nel suo complesso», «eventualmente» anche nella parte in cui si prefigura la responsabilità disciplinare e amministrativa dei dirigenti, e, in subordine, nella parte in cui vieta in maniera indiscriminata il pagamento di trattamenti economici sostitutivi delle ferie non godute. La  Corte ricorda che "Il diritto alle ferie, riconosciuto a ogni lavoratore, senza distinzioni di sorta (sentenza n. 189 del 1980), mira a reintegrare le energie psico-fisiche del lavoratore e a consentirgli lo svolgimento di attività ricreative e culturali, nell'ottica di un equilibrato «contemperamento delle esigenze dell'impresa e degli interessi del lavoratore» (sentenza n. 66 del 1963).

La giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea ha rafforzato i connotati di questo diritto fondamentale del lavoratore e ne ha ribadito la natura inderogabile, in quanto finalizzato a «una tutela efficace della sua sicurezza e della sua salute» (ex plurimis, Corte di giustizia, sentenza 26 giugno 2001, in causa C-173/99, BECTU, punti 43 e 44; Grande Sezione, sentenza 24 gennaio 2012, in causa C-282/10, Dominguez). La garanzia di un effettivo godimento delle ferie traspare, secondo prospettive convergenti, dalla giurisprudenza costituzionale (sentenze n. 297 del 1990 e n. 616 del 1987) e da quella europea (ex plurimis, Corte di giustizia, Grande Sezione, sentenza 20 gennaio 2009, in cause riunite C-350/106 e C-520/06, Schultz-Hoff e Stringer ed altri)."

Ma conclude, non riconoscendo l'incostituzionalità della norma di cui sopra affermando senza se e ma che "non si può ritenere, pertanto, che una normativa settoriale, introdotta al precipuo scopo di arginare un possibile uso distorto della "monetizzazione", si ponga in antitesi con princípi ormai radicati nell'esperienza giuridica italiana ed europea. Da qui, dunque, la non fondatezza della questione". E di questi principi se ne dovrà certamente tenere conto anche per il settore scuola.

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Osservatorio sul Precariato: dati Inps

Nei primi nove mesi del 2015 aumenta, rispetto al corrispondente periodo del 2014, il numero di nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato nel settore privato (+340.323).

Crescono anche i contratti a termine (+19.119), mentre si riducono le assunzioni in apprendistato (-32.991). In aumento anche le cessazioni (+37.868).

La variazione netta tra i nuovi rapporti di lavoro e le cessazioni, pari rispettivamente a 4.094.061 e 3.494.883, è di 599.178; nello stesso periodo dell'anno precedente è invece stata di 310.595.

Le nuove assunzioni a tempo indeterminato nel settore privato stipulate in Italia, rilevate da Inps, sono state 1.330.964, il 34,4% in più rispetto all'analogo periodo del 2014.

Le trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti di lavoro a termine, comprese le "trasformazioni" degli apprendisti, sono state 371.152 (l'incremento rispetto al 2014 è del 18,1%).

Pertanto, la quota di assunzioni con rapporti stabili sul totale dei rapporti di lavoro attivati/variati è passata dal 32,0% dei primi nove mesi del 2014 al 38,1% dello stesso periodo del 2015.

Nella fascia di età fino 29 anni, l'incidenza dei rapporti di lavoro "stabili" sul totale dei rapporti di lavoro è passata dal 24,4% del 2014 al 31,3% del 2015.

L'incremento delle assunzioni a tempo indeterminato 2015 su 2014 risulta superiore alla media nazionale (+34,4%) in Friuli-Venezia Giulia (+82,0%), in Umbria (+59,6%), in Piemonte (+54,4%), nelle Marche (+52,8%), in Emilia-Romagna (+50,1%), in Trentino-Alto-Adige (+48,7%), in Veneto (+47,8%), in Liguria (+46,0%), nel Lazio (+41,1%), in Lombardia (+39,0%), in Basilicata (+35,9%), in Sardegna (+35,4%) e in Toscana (+34,9%). I risultati peggiori si registrano nelle regioni del Sud: Sicilia (+10,8%), Puglia (+15,8%) e Calabria

(+17,1%).

La quota dei nuovi rapporti di lavoro full time sul totale dei nuovi rapporti registra un incremento di 0,9 punti percentuali, passando dal 61,8% del 2014 al 62,7% del 2015.

Rispetto al 2014, il peso dei nuovi rapporti di lavoro con retribuzioni mensili inferiori a 1.000 euro diminuisce di un punto percentuale, passando dal 6,3% al 5,3%; una diminuzione si

riscontra anche nella fascia retributiva immediatamente superiore (1.001-1.250 euro), la cui incidenza passa dall'8,8% del 2014 al 7,9% del 2015. Risulta in lieve diminuzione (da 22,9% a 22,6%) il peso dei nuovi rapporti di lavoro con retribuzioni comprese nella fascia tra 1.251 e 1.500 euro, mentre aumenta di 0,9 punti percentuali il numero dei rapporti che si collocano

nella fascia retributiva da 1.501 a 1.750 euro e di 0,7 punti percentuali quello nella fascia da 1.751 a 2.000 euro; per i nuovi rapporti di lavoro con retribuzioni compresa fra 2.001 a 3.000 euro gli aumenti sono pari a 0,2 punti percentuali, mentre risulta pressoché stabile l'incidenza delle fasce retributive superiori a 3.000 euro.

Per quanto riguarda i buoni lavoro, nei primi nove mesi del 2015 risultano venduti 81.383.474 voucher destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, del valore nominale di 10 euro, con un incremento medio nazionale, rispetto al corrispondente periodo del 2014 (48.067.353), pari al 69,3%, con punte del 99,4% in Sicilia e dell'87,7% in Puglia.

I dati completi sono consultabili sulla home page del sito istituzionale dell'Inps (www.inps.it) nella sezione Banche Dati/Osservatori Statistici, report dal titolo "Osservatorio sul precariato", dove il giorno 10 di ogni mese vengono pubblicati gli aggiornamenti tabellari dei nuovi rapporti di lavoro e delle retribuzioni medie.

A partire dall'aggiornamento di giugno 2015 il campo di osservazione è riferito esclusivamente ai lavoratori dipendenti del settore privato (esclusi i lavoratori domestici e gli operai agricoli) e degli Enti pubblici economici. Pertanto, dal report di giugno 2015 pubblicato oggi, i dati non sono comparabili con quelli pubblicati nei report dei mesi precedenti.

A partire dall'aggiornamento di agosto 2015 sono state sviluppate le procedure amministrative di controllo delle dichiarazioni UNIEMENS e perfezionate le metodologie di normalizzazione dei dati.

Ciò ha comportato, rispetto ai dati pubblicati con l'aggiornamento di luglio 2015, la variazione in diminuzione delle trasformazioni a tempo indeterminato dei rapporti a termine e delle trasformazioni dei contratti di apprendistato in contratti a tempo indeterminato.

A partire dall'aggiornamento di giugno 2015 il campo di osservazione è riferito esclusivamente ai lavoratori dipendenti del settore privato (esclusi i lavoratori domestici e gli operai agricoli) e degli Enti pubblici economici. Pertanto, dal report di giugno 2015 pubblicato oggi, i dati non sono comparabili con quelli pubblicati nei report dei mesi precedenti.

A partire dall'aggiornamento di agosto 2015 sono state sviluppate le procedure amministrative di controllo delle dichiarazioni UNIEMENS e perfezionate le metodologie di normalizzazione dei dati. Ciò ha comportato, rispetto ai dati pubblicati con l'aggiornamento di luglio 2015, la variazione in diminuzione delle trasformazioni a tempo indeterminato dei rapporti a termine e delle trasformazioni dei contratti di apprendistato in contratti a tempo indeterminato.

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Uil Scuola: Il  Governo faccia la cosa necessaria: immissioni in ruolo subito sui tutti i posti  disponibili
Di Menna:  La questione  precariato rimane esplosiva; il governo recuperi il valore del confronto con il  sindacato.

Da molti anni la Uil  Scuola ha denunciato l'anomalia di contratti a termine reiterati in presenza di  posti, sia di insegnamento che di personale Ata, disponibili, e ha promosso  contenziosi giurisdizionali, in molte province con esiti positivi.
Il Governo  ora faccia l'unica cosa necessaria: immissione in ruolo su tutti i posti  disponibili compresi coloro che li occupano, pur non essendo nelle graduatorie  permanenti.
La sentenza conferma la miopia di una gestione del personale  chiusa nelle stanze dei ministeri, tutta attenta al risparmio, anziché al  rispetto dei diritti dei lavoratori e alla priorità della continuità didattica e  dei servizi.
La questione precariato rimane esplosiva; il governo recuperi il  valore del confronto con il sindacato.
Come Uil Scuola stiamo  predisponendo con l'ufficio legale una iniziativa per la tutela di coloro che si  trovano nelle condizioni richiamate dalla sentenza.

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