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"Abbiamo ribadito le richieste contenute nella nostra piattaforma. Abbiamo apprezzato la convocazione del Governo, ma apprezzeremmo di più se si aprissero i tavoli di discussione sui temi della nostra piattaforma".

E' questo, in sintesi, il giudizio espresso dal Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, al termine dell'incontro svoltosi  a Palazzo Chigi, tra i Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil con il premier Conte in merito ai contenuti della manovra e del cosiddetto decretone. "Il sindacato – ha proseguito Barbagallo - pensa ai risultati che deve conseguire. Aspettiamo di sapere se il Presidente del Consiglio convocherà le necessarie riunioni tecniche perché è ancora possibile fare degli aggiustamenti sui contenuti del decretone. Noi siamo pronti a discutere. Alcuni problemi dell'economia del Paese restano irrisolti e noi vorremmo fare la nostra parte insieme a coloro che vogliono la ripresa dell'economia".

Dopo aver ricordato i capitoli della piattaforma sindacale, il leader della Uil, si è soffermato su un punto in particolare: "Bisogna affrontare anche l'atavica questione fiscale – ha detto – perché se si continuano a fare differenziazioni tra partite Iva, da un lato, e lavoratori dipendenti e pensionati, dall'altro, oltre all'iniquità in sé, c'è anche il rischio di avere conseguenze negative anche dal punto di vista delle certezze occupazionali. Il Premier ha dato la sua disponibilità a discutere, ma al momento non ci sono novità rispetto all'ultima riunione di dicembre. Se dall'incontro odierno il Presidente del Consiglio farà scaturire l'avvio dei tavoli sui punti della nostra piattaforma – ha concluso Barbagallo - la manifestazione del giorno 9 febbraio sarà a sostegno delle nostre rivendicazioni".

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Come sapete in questi giorni, anche a seguito della sentenza di appello di Foodora di cui attendiamo le motivazioni, è divenuto ancora più urgente dare ai riders quelle tutele normative e salariali che attendono da mesi. Noi siamo convinti che per dare risposte adeguate alle esigenze dei riders é necessario percorrere la via della contrattazione collettiva. Chiediamo, quindi, alle imprese una definitiva e proficua disponibilità e al Governo una azione di accompagnamento.

Abbiamo predisposto un volantino utile a riassumere, a brevi tratti, le vicende di questi mesi e soprattutto a ribadire quali sono state le richieste che, fin dall' inizio del confronto, abbiamo proposto alla attenzione delle Parti. VOLANTINO IN ALLEGATO.

Pensiamo che il volantino possa essere uno strumento attraverso il quale aprire un dialogo con questi lavoratori, affermare che i Contratti Collettivi Nazionali possono essere lo strumento primario di regolazione di questi rapporti di lavoro e sostenere l'urgenza di riconoscere diritti e tutele ai riders e, infine, condannare il comportamento delle imprese che, fino ad ora, non hanno mai manifestato una reale volontà di fare dei passi in avanti.
Da qui le ragioni per inserire a pieno titolo le rivendicazioni di queste lavoratrici e lavoratori nelle ragioni più generali della mobilitazione del 9 febbraio prossimo a Roma, in cui saremo in piazza per chiedere politiche per il lavoro e per gli investimenti, più welfare e diritti per tutti.
Continueremo a tenervi informati sui futuri sviluppi della questione, dando fin da ora la disponibilità delle strutture nazionali qualora valutiate di organizzare iniziative in ambito territoriale.

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Venerdì, 18 Gennaio 2019 09:37

Stop ai voucher baby sitter o asili nido

L'INPS comunica che dal 1° gennaio 2019 non è più possibile presentare domanda per accedere a tale contributo, che ricordiamo consisteva nella possibilità per la madre lavoratrice di richiedere, in
alternativa al congedo parentale e al termine del congedo di maternità ed entro gli 11 mesi successivi, un voucher per l'acquisto di servizi di baby sitting oppure un contributo per fare fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l'infanzia o dei servizi privati accreditati, per un massimo di 6 mesi.


Questa misura era stata introdotta in via sperimentale, per il triennio 2013-2015, con legge 28 giugno 2012, n. 92 , e prorogata anche per l'anno 2016 dove veniva estesa, con la legge 28 dicembre 2015,
n. 208, anche alle lavoratrici autonome. Successivamente la legge di bilancio 2017 ha prorogato la misura per il biennio 2017-2018, precisando il limite di spesa del beneficio per le lavoratrici dipendenti e iscritte alla Gestione Separata di 40 milioni di euro per ogni anno, e per le lavoratrici autonome e imprenditrici di 10 milioni di euro per ogni anno.
Con la legge 30 dicembre 2018, n. 145 (Legge di bilancio 2019) il contributo non è stato prorogato per il 2019 , quindi è sospeso.


Pur essendo una misura sperimentale, la mancanza di proroga di tale contributo, rappresentava un aiuto, un sostegno per le madri che volevano rientrare presto sul posto di lavoro, e conferma ancora una volta la scarsa attenzione di questo Governo alle politiche di conciliazione tempi di vita e lavoro.
Abbiamo un tasso di natalità che continua drammaticamente a scendere: nel 2017 i nati sono stati 458.151, quasi 120 mila in meno rispetto al 2008.
Bisogna invertire la rotta per scongiurare un collasso della società. Le politiche a sostegno della famiglia non devono essere considerate solo un costo da inserire nelle voci di bilancio, ma rappresentano una risorsa strategica per lo sviluppo dell'intera società.

 

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FIT CGIL -  FIT CISL - UIL TRASPORTI SCIOPERO NAZIONALE di 4 ore il 21 Gennaio 2019

Sciopero contro la modifica dei Tempi di Guida e Riposo

Il prossimo 22 gennaio il Parlamento Europeo in Commissione Trasporti Europea voterà  l'intesa del Consiglio dei Ministri dei Trasporti sul Mobility Package

La Nostra Sicurezza è A RISCHIO.

L'approvazione della proposta di modifica del regolamento in questione comporterebbe: per gli AUTISTI di AUTOBUS, e MEZZI PESANTI (Camion):

1. Dovranno guidare per 3 settimane consecutive con solo 2 giorni di riposo (attualmente guidano 2 settimane con 3 giorni di riposo)

2. Gli autisti di Mezzi pesanti, Autobus su lunghe percorrenze dovranno trascorrere il fine settimana nei loro veicoli

3. Liberalizzare il trasporto di persone a lunga percorrenza senza alcuna regola, cancellando in un solo colpo il trasporto pubblico extraurbano.

Dobbiamo fermare ogni modifica del regolamento che prevede la possibilità di distribuire in modo squilibrato i tempi di guida con i tempi di riposo, con un allungamento dei tempi di lavoro nelle prime tre settimane,

Il che significa impattare in modo diretto sulle condizioni di lavoro : meno riposo uguale più lavoro, più difficoltà nel recuperare, meno concentrazione, meno sicurezza per i lavoratori e per gli utenti.

Per queste motivazioni scioperiamo!

AMAG Mobilità

Personale Viaggiante e connesso

dalle 10:00 alle 14:00

Impianti Fissi
ultime 4 ore del turno

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Giovedì, 10 Gennaio 2019 11:50

Mobilitazione Sì TAV a Torino il 12 gennaio

La UIL Torino e Piemonte aderisce alla mobilitazione SI TAV che si svolgerà il 12 gennaio, in piazza Castello a Torino.

Si tratta di una adesione convinta e coerente per la realizzazione dell'opera che, ricordiamo, risale al "lontano" 24 gennaio 2010, data della prima manifestazione pubblica "SI TAV", che si svolse a Torino, presso la Sala Gialla del Lingotto Fiere.

La nostra Regione, ancora oggi forte produttrice di beni manifatturieri, ha bisogno di inserirsi nella rete dei flussi di merci, se vuole svolgere un ruolo rilevante nello sviluppo economico e nell'innovazione.

In Piemonte, come nel resto della Penisola, pensiamo che non si possa prescindere da moderne e funzionali reti logistiche e infrastrutturali, rispettose dell'impatto ambientale, necessarie anche per favorire l'insediamento di nuove imprese.

GIANNI CORTESE

Segretario Generale UIL Torino e Piemonte

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A novembre 2018 la stima degli occupati risulta sostanzialmente stabile rispetto a ottobre; anche il tasso di occupazione rimane invariato al 58,6%.

Come già accaduto in ottobre, l'andamento degli occupati è sintesi di un lieve aumento dei dipendenti permanenti (+15 mila) e una diminuzione di quelli a termine (-22 mila). Cresce l'occupazione maschile, mentre cala quella femminile.

Torna a calare, dopo due mesi di crescita, la stima delle persone in cerca di occupazione (-0,9%, pari a -25 mila unità). Il calo si concentra prevalentemente tra le donne e le persone da 15 a 34 anni. Il tasso di disoccupazione si attesta al 10,5% (-0,1 punti percentuali), quello giovanile scende al 31,6% (-0,6 punti).

A novembre si stima un aumento degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+0,2%, pari a +26 mila unità). L'aumento si concentra tra le donne e le classi di età estreme dei 15-24enni e degli over50. Il tasso di inattività sale al 34,3% (+0,1 punti percentuali).

Nel trimestre settembre-novembre 2018 l'occupazione registra una lieve flessione rispetto al trimestre precedente (-0,1%, pari a -26 mila unità). La diminuzione riguarda le donne e le età centrali tra i 25 e i 49 anni. Nell'arco del periodo crescono i dipendenti a termine (+13 mila) mentre calano i permanenti (-23 mila) e gli indipendenti (-17 mila).

Nel trimestre al calo degli occupati si associa quello degli inattivi (-0,2%, pari a -32 mila) mentre aumentano i disoccupati (+1,3%, +35 mila).

Su base annua, l'occupazione cresce dello 0,4%, pari a +99 mila unità. L'espansione interessa solo gli uomini e i lavoratori a termine (+162 mila); risultano lievemente in crescita gli indipendenti, mentre si registra una flessione dei dipendenti permanenti (-68 mila). Nell'anno aumentano esclusivamente gli occupati ultracinquantenni (+275 mila), mentre si registra una flessione tra i 15-49enni (-175 mila). Al netto della componente demografica si stima comunque un segno positivo per l'occupazione in tutte le classi di età.

Nei dodici mesi, la crescita degli occupati si accompagna al calo dei disoccupati (-4,3%, pari a -124 mila unità) e degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,4%, -49 mila).

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Sulla Gazzetta Ufficiale del 18 dicembre 2018 n.293 è stata pubblicata la legge di conversione n.136/2018 del "decreto legge fiscale" n.119/2018, che presenta talune correzioni e novità introdotte nel corso dell'iter parlamentare.


La dichiarazione integrativa speciale, che consentiva di sanare importi fino a 100.000 euro con il pagamento di una imposta sostituiva del 20%, rispetto alla quale la Uil aveva espresso, in tutte le sedi, a partire da quella parlamentare, la propria contrarietà è stata eliminata salvo poi essere introdotta in Legge di bilancio 2019 con il Maxi emendamento presentato dal Governo. Una misura che condona le sanzioni, la mora, gli interessi e tra il 65% e l'84% del capitale dovuto.


Inoltre, l'accesso al condono viene subordinato all'utilizzo dell'Isee familiare, a tal proposito la UIL si è dimostrata profondamente contraria all'utilizzo di tale strumento che nasce con tutt´altro scopo e tutt´altro utilizzo. Inoltre, se una persona ha evaso o occultato del reddito, il suo indicatore Isee sarà necessariamente più basso di quello reale.
Nel testo del decreto legge fiscale nuove e molteplici forme di condono (definizione agevolata dei debiti tributari affidati all'agente della riscossione, annullamento debiti tributari inferiori a 1000 euro, definizione agevolata delle controversie tributarie, degli atti di accertamento, dei processi verbali di constatazione ecc,) non solo sono state mantenute, ma sono state anche rese più convenienti.


Pertanto, permane, il giudizio estremamente negativo espresso in precedenza sulle molteplici forme di condono contenute nel decreto legge e rafforzate dalla legge di bilancio.
Sulla base di ciò, per la UIL è necessario che un Paese democratico intervenga con fermezza nei confronti di chi froda il fisco procurando un danno ingente ai cittadini
Servizio politiche Fiscali UIL 2 ed allo Stato. Quindi, si deve rafforzare la lotta all'evasione fiscale, e in tal senso il Governo dovrebbe realizzare una vera "pace fiscale" con quei cittadini che pagano regolarmente le tasse, vale a dire i lavoratori dipendenti ed i pensionati.


Chiediamo all'Esecutivo di mettere in campo una forte volontà politica per contrastare l'evasione fiscale e da tempo la UIL indica la via maestra da seguire per avviare questo cambiamento in cinque passi:


1. istituire una procura nazionale anti evasione con un'apposita agenzia esclusivamente dedicata all'accertamento;
2. istituire un meccanismo generalizzato che estenda la ritenuta alla fonte di alcune imposte anche per i redditi da lavoro autonomo e da impresa;
3. ampliare il contrasto di interesse per i servizi alle famiglie;
4. rendere tracciabili tutti i pagamenti, limitando l'uso del contante fino a mille euro;
5. rendere pienamente disponibili all'agenzia fiscale tutte le banche dati oggi disponibili e trasmettere automaticamente i tracciati di tutte le transazioni all'anagrafe fiscale.
Inoltre, va attuato un cambiamento concreto rispetto al concetto stesso di reato tributario, modificando l'erronea percezione che la società possiede rispetto a questa tipologia di illecito. Sarebbe giusto attuare una revisione del sistema sanzionatorio penale in materia tributaria, applicando pene più severe per i suddetti reati, prevedendo in taluni casi delle limitazioni riguardo l'accesso ai servizi sociali pubblici e, nelle ipotesi più gravi, la temporanea sospensione del diritto di voto.


ANALISI
Di seguito riportiamo le principali novità del decreto legge approvato dal Parlamento e non presenti nel testo governativo, in precedenza analizzato.
Sanatoria Per Errori Formali
È prevista la possibilità di sanare gli errori formali versando, per ogni periodo d'imposta in cui si riferiscono le violazioni, 200 euro in due rate entro il 31 di maggio del 2019 e il 2 di marzo 2020


Più in particolare viene previsto che le irregolarità, le infrazioni e le inosservanze di obblighi o adempimenti, di natura formale, che non rilevano sulla determinazione della base imponibile ai fini delle imposte sui redditi, dell'IVA e dell'IRAP e sul pagamento dei tributi, commesse fino al 24 ottobre 2018, possono essere regolarizzate mediante il versamento di una somma pari ad euro 200 per ciascun periodo d'imposta cui si riferiscono le violazioni. Il versamento deve avvenire in due rate di pari importo entro il 31 maggio 2019 e il 2 marzo 2020. La regolarizzazione si perfeziona con il pagamento delle somme. Sono esclusi dalla regolarizzazione gli atti di contestazione o irrogazione delle sanzioni emessi nell'ambito della procedura di collaborazione volontaria di cui all'articolo 5-quater del decreto-legge 28 giugno 1990, n. 167, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto1990, n. 227. La procedura non può essere esperita dai contribuenti per l'emersione di attività finanziarie e patrimoniali costituite o detenute fuori dal territorio dello Stato.


In deroga In deroga all'articolo 3, comma 1, della legge 27 luglio 2000,n. 212(Statuto dei diritti del contribuente) con riferimento alle violazioni commesse fino al 31 dicembre 2015, oggetto del processo verbale di constatazione, i termini di cui all'articolo 20, comma 1, del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472, sono prorogati di due anni. Sono escluse dalla regolarizzazione delle violazioni già contestate in atti divenuti definitivi alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto legge.
Chiusura Liti Fiscali Pendenti


Le nuove regole per chiudere le liti con ilo fisco sono le seguenti:
a) i ricorsi pendenti nel primo grado di giudizio possono essere definiti con il versamento di un importo pari al 90% del valore della controversia ( il solo pagamento del tributo al netto quindi degli interessi e delle eventuali sanzioni irrogate).
b) qualora l'Agenzia delle Entrate sia risultata soccombente nell'ultima ovvero unica pronuncia depositata alla data del 24 ottobre 2018, la definizione della controversia può avvenire tramite il versamento:


 del 40% del valore della controversia (soccombenza in primo grado);
 del 15% del valore della controversia (soccombenza in secondo grado);
 del 5% del valore della controversia qualora l'Agenzia delle Entrate risulti soccombente in entrambi i primi due gradi di giudizio e le controversie risultino pendenti presso la Corte di Cassazione alla data del 24 ottobre 2018.
Inoltre, il contribuente può definire la controversia con il Fisco anche se il ricorso viene accolto solo in parte. Lo sconto in questo caso viene applicato sulla parte di atto che viene annullato, mentre sulla parte confermata dal giudice il tributo è dovuto al netto degli interessi e delle relative sanzioni.
Ricordiamo che il testo del decreto legge trasmesso dal Governo alle Camere che prevedeva:


 Il pagamento dell'intero importo della controversia per i ricorsi sui quali non vi era stato ancora una sentenza della Magistratura tributaria;
 del 50% del valore della controversia in caso di soccombenza dell'Agenzia delle Entrate nella pronuncia di primo grado; di un quinto del valore della controversia in caso di soccombenza dell'Agenzia delle Entrate nella pronuncia di secondo grado.

Rottamazione Ter


Con riferimento alla definizione agevolata dei carichi affidati all'agente della riscossione, gli importi dovuti possono essere pagati in un'unica soluzione ovvero ratealmente (il numero massimo di rate è stato elevato a 18, rispetto alle 10 precedenti). Le rate possono non essere tutte di pari importo e la prima e la seconda ammontano al 10% delle somme che sono nel complesso dovute per la definizione.
I termini di scadenza delle rate sono stati modificati nel seguente modo:
 la prima rata deve essere versata entro il 31 luglio 2019;
 la seconda rata va versata entro il 30 novembre 2019;
 le rate successive devono essere versate, a partire dell'anno 2020, entro le scadenze di seguito indicate: 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio, 30 novembre (di ogni anno).
È, inoltre, prevista la possibilità di versare, con un ritardo non superiore a 5 giorni, le rate della rottamazione senza conseguenze;
La sanatoria, invece, non è stata estesa anche ai tributi comunali (TASI e IMU).


Rottamazione E Durc
Il Durc, il documento che attesta la regolarità contributiva, potrà essere rilasciato anche alle imprese che decidono di aderire alla rottamazione ter delle cartelle, per dare anche a queste imprese la possibilità di prendere parte alle gare d'appalto e subappalto pubbliche.
Money Trasfer Con Imposta Dell'1,5% ( Da Verificare Nel Testo)
Sulle rimesse effettuate dagli immigrati è prevista un'imposta pari all'1,5% del valore di ogni operazione di importo minimo di 10 euro.


Fatturazione Elettronica
La platea dei soggetti esclusi dall'obbligo della fatturazione elettronica è stata ampliata. Infatti, anche i soggetti che devono procedere con l'invio dei dati al Sistema tessera sanitaria beneficiano dell'esonero.
Si tratta, in particolare di:
 aziende sanitarie locali,
 le aziende ospedaliere,
 gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico,
 i policlinici universitari,
 le farmacie, pubbliche e private,
 i presidi di specialistica ambulatoriale,
 le strutture per l'erogazione delle prestazioni di assistenza protesica e di assistenza integrativa,
 gli altri presidi e strutture accreditati per l'erogazione dei servizi sanitari,
 gli iscritti all'Albo dei medici chirurghi e degli odontoiatri.


Semplificazioni Iva E Dichiarazione Precompilata
A partire dalle operazioni IVA relative all'anno 2020, l'Agenzia delle Entrate metterà a disposizione di tutti i soggetti passivi IVA residenti e stabiliti in Italia, in apposita area riservata, le bozze relative a:
 il registro delle fatture emesse;
 il registro delle fatture e delle bollette doganali relative ai beni e ai servizi acquistati o importati;
 la liquidazione periodica dell'IVA;
 la dichiarazione annuale dell'IVA.
Per i soggetti passivi IVA che convalidano ovvero integrano nel dettaglio i dati proposti nelle bozze dei documenti appena citati, viene meno l'obbligo di tenuta dei registri delle fatture emesse e degli acquisti.


Bonus bebè


Il bonus bebè per ogni figlio che nasce dopo il primogenito, per il primo anno di vita del bambino o dal momento in cui l'adottato entra in famiglia viene aumentato del 20%. Per le famiglie con ISEE fino a 25.000 l'assegno sarà di 960 euro all'anno, importo che sale a 1152 dal secondo figlio per chi ha un ISEE inferiore ai 7000 euro.
Sanatoria Per L'edilizia Agevolata
Chi ha acquistato immobili mediante un regime di edilizia agevolata, rivendendoli poi a prezzo di mercato, quindi commettendo un'operazione illecita, come previsto da una sentenza della cassazione del 2015, potrà sanare, pagando un importo che dovrà essere stabilito dal Ministero dell'Economia
Reverse Charge Su Pc E Tablet
Per quanto concerne i PC e tablet l'applicazione facoltativa del meccanismo del reverse charge è stata prorogata fino al 2022. La precedente disciplina prevedeva che l'applicazione facoltativa di tale meccanismo, relativamente a determinate tipologie di beni, potesse essere effettuata fino al 2018.
Riduzione delle sanzioni per missioni di assegni senza clausola di non trasferibilità
La sanzione amministrativa per importi inferiori a 30.000 euro è pari al 10% dell'importo trasferito. Per gli importi superiori a 30.000 continua ad applicarsi la pena pecuniaria DA 3.000 a 50.000.

Anagrafe Dei Rapporti Finanziari


Al fine di rafforzare le misure volte al contrasto dell'evasione fiscale vien previsto che le informazioni contenute nell'archivio dei rapporti finanziari possono essere utilizzate anche dalla Guardia di Finanza ai fini delle valutazioni di impatto e della quantificazione e del monitoraggio dell'evasione fiscale.
La Uil ha ripetutamente evidenziato l'utilizzo del tutto inadeguato dell'anagrafe dei rapporti finanziari e delle indagini finanziarie nell'attività di contrasto all'evasione.
Una criticità ben evidenziata e documentata dalla Corte dei Conti - Sezione Centrale di Controllo- nella Relazione concernete "l'utilizzo dell'Anagrafe dei rapporti finanziari ai fini dell'attività di controllo fiscale", approvata con delibera del 26 luglio 2017.


Le criticità evidenziate dalla Corte riguardano, in particolare:
a) Gravi ritardi nella realizzazione dell'Anagrafe dei rapporti finanziari, prevista fin dal 1991 ed avviata solo nel 2006 e divenuta operativa per tutti i soggetti legittimati ad accedervi solo nel 2009;
b) Grave è la situazione relativa al suo concreto ed effettivo utilizzo per la lotta all'evasione fiscale, "per la quale deve rilevarsi una grave inadempienza dell'Agenzia delle Entrate che non ha mai elaborato le previste liste selettive le analisi di rischio evasione.
Ed anche nella relazione tecnica allo stesso decreto fiscale dove si evidenzia che "quel che appare palese è, però, il chiaro sottoutilizzo dello strumento per finalità tributarie e di lotta all'evasione da parte dell'Agenzia delle entrate, come mostrato peraltro dal brusco calo di accessi del personale dell'Agenzia per indagini finanziarie nel 2015 e, ancor più, nel 2016".

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Dichiarazione di Domenico Proietti - Segretario Confederale UIL


Con il blocco della perequazione delle pensioni, stabilito nella Legge di Bilancio, continua la persecuzione nei confronti dei pensionati italiani in atto dal 2011.
A seguito di questi provvedimenti, considerato il periodo dal 2011 al 2019 e, dunque, calcolando anche le conseguenze di questo ultimo provvedimento, risulterà che un pensionato avrà perso almeno una mensilità netta ogni anno.


Bisognerà porre fine a questo prelievo forzoso a discapito di milioni di pensionati.


A tal proposito, la UIL si batterà con ogni iniziativa per ripristinare la piena indicizzazione delle pensioni, chiedendo un recupero del montante perso in questi anni.


STUDIO UIL SUL BLOCCO INDICIZAZZIONE DELLE PENSIONI 2011 – 2019


Dal 2011 ad oggi, l'indicizzazione delle pensioni è stata bloccata con due differenti interventi e una proroga, che hanno modificato, in via temporanea, la normativa con la quale annualmente si rivalutano le pensioni, in relazione all'aumento dell'inflazione. Inoltre, attraverso il DdL bilancio 2019 in esame alla Camera, il Governo Conte prevede di attuare un ulteriore blocco triennale fino al 2021.
Di seguito, abbiamo calcolato l'entità della perdita sull'importo della pensione finora accumulata e, inoltre, a quanto ammonterà questa riduzione anche a seguito del blocco previsto nel DdL bilancio 2019.


Perdita per mancata rivalutazione 2011 - 2018
Per una pensione che nel 2011 era pari a 1.500 euro lorde mensili, tra le 3 e le 4 volte il trattamento minimo, la perdita è ad oggi pari a 79 euro al mese, oltre 1.000 euro annui. Perdita del 5,32%, che agirà per sempre sul trattamento del pensionato.
Un pensionato che percepiva un trattamento lordo pari a 1.900 euro nel 2011, tra le 4 e le 5 volte il minimo, ha subito una perdita del 6,12%, 1.511 euro lordi, pari a 1 intera mensilità netta in meno ogni anno per sempre.

Se, invece, consideriamo anche l'ulteriore recentissimo blocco stabilito per il 2019 una pensione che nel 2011 era pari a 1.500 euro lorde mensili, subirà una perdita complessiva pari a 94,62 euro al mese , 1.230 euro annui, equivalente a una mensilità netta in meno ogni anno, che per effetto dei blocchi previsti, anche per i successivi 2 anni, fino al 2021, sarà destinata a crescere.


Un pensionato con un assegno pari a 4.000 euro lorde mensili, il prossimo anno subirà un mancato incremento, per effetto di una riduzione dell'importo pensionistico rispetto a quanto avrebbe percepito sulla base della Legge ordinaria, pari a circa 6.500 euro lordi annui, -12,88%. Ciò si traduce in circa 2,5 mensilità nette in meno ogni anno per sempre. Anche in questo caso, per effetto dei blocchi previsti fino al 2021, la perdita è destinata ad aumentare. 

La norma principale di cui all' articolo 69 della legge 388 del 2000, attualmente derogata, prevede che le pensioni siano rivalutate annualmente per fasce:
I. Indicizzazione al 100% del costo vita sulla quota di pensione fino a 3 volte il trattamento minimo INPS.
II. 90% sulla quota di pensione compresa tra 3 e 5 volte il trattamento minimo INPS.
III. 75% sulla quota di pensione superiore a 5 volte il trattamento minimo INPS.


Nel 2011, il Governo Monti, con la legge Fornero ha introdotto una norma fortemente discriminante che bloccava la rivalutazione di tutte le pensioni 3 volte superiori alla pensione minima. Questa norma è stata poi giudicata incostituzionale dall'Alta Corte nel 2015. L'allora Governo Renzi però, procedette ad un rimborso una tantum della quota di pensione indebitamente non versata ai pensionati, ed ad una perequazione solo parziale delle pensioni superiori a 3 volte il trattamento minimo.
Nel 2014, il Governa Letta anziché ripristinare la piena indicizzazione, è intervenuto nuovamente sulla perequazione delle pensioni con legge 147 del 2013, introducendo un nuovo meccanismo per il triennio 2014 – 2016 che prevedeva una rivalutazione articolata su 5 differenti livelli e che agiva non più per fasce, ma sull'intero importo della pensione:


a) nella misura del 100% per i trattamenti pensionistici complessivamente pari o inferiori a tre volte il trattamento minimo INPS.
b) nella misura del 95% per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a tre volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a quattro volte il trattamento minimo INPS con riferimento all'importo complessivo dei trattamenti medesimi.
c) nella misura del 75% per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a quattro volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a cinque volte il trattamento minimo INPS con riferimento all'importo complessivo dei trattamenti medesimi.
d) nella misura del 50% per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a cinque volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a sei volte il trattamento minimo INPS con riferimento all'importo complessivo dei trattamenti medesimi;
e) nella misura del 45% per ciascuno degli anni 2015 e 2016 per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a sei volte il trattamento minimo INPS con riferimento all'importo complessivo dei trattamenti medesimi; per il solo anno 2014, è riconosciuta con riferimento alle fasce di importo superiori a sei volte il trattamento minimo INPS un importo fisso pari a 13,08 euro annui.


Con la Legge di Stabilità 2016, legge 208 del 2015, anche il Governo Renzi è intervenuto sulla norma, prorogando fino a tutto il 2018 il blocco Letta e confermandone la struttura.
Nel disegno di Legge di bilancio 2019 il Governo Conte introduce un nuovo meccanismo per bloccare l'indicizzazione delle pensioni, per il triennio 2019-2021, prevendo come l'intervento "Letta" che la rivalutazione agisca per l'intero importo e rimodulando i criteri di indicizzazione:


a) nella misura del 100% per i trattamenti pensionistici complessivamente pari o inferiori a tre volte il trattamento minimo INPS;
b) nella misura del 97% per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a tre volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a quattro volte il trattamento minimo INPS con riferimento all'importo complessivo dei trattamenti medesimi;
c) nella misura del 77% per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a quattro volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a cinque volte il trattamento minimo INPS con riferimento all'importo complessivo dei trattamenti medesimi;
d) nella misura del 52% per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a cinque volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a sei volte il trattamento minimo INPS con riferimento all'importo complessivo dei trattamenti medesimi;
e) nella misura del 47% per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a sei volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a otto volte il trattamento minimo INPS con riferimento all'importo complessivo dei trattamenti medesimi;
f) nella misura del 45% per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a otto volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a nove volte il trattamento minimo INPS con riferimento all'importo complessivo dei trattamenti medesimi;
g) nella misura del 40% per l'anno 2014 per i trattamenti oltre a nove volte il minimo.

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Vigilia di Natale, ore 23, Novi Ligure - Cortile stabilimento Pernigotti.

Questa sera è tutto pronto allo stabilimento Pernigotti di Novi Ligure per la Santa Messa che verrà celebrata dal Vescovo della Diocesi di Tortona Vittorio Viola. Prima di iniziare il Vescovo ha voluto salutare personalmente i lavoratori Pernigotti presenti, responsabili di aver allestito con tanta cura un altare semplice e accogliente ai piedi del quale è stato preparato il presepe, simbolo della notte di Natale.

Il Vescovo ha parlato durante la sua omelia dell'economia di questi anni, della globalizzazione dell'indifferenza. "Serve essere qui stasera, queste persone valgono di più dei punti in borsa e del valore sul mercato di un marchio. Il denaro, il profitto e il consumo sono idoli falsi, valgono più della persona. Il denaro non serve ma ormai comanda ed é più forte delle regole. Se seguiamo questa strada possiamo dire addio alla dignità dell'uomo, al valore delle relazioni. "

La solidarietà della città è un importante aiuto, questo il concetto sottolineato più volte dal Vescovo questa sera come nei mesi scorsi dai lavoratori e dai sindacati mobilitati in difesa dei posti di lavoro e del marchio dolciario storico.

Le offerte raccolte ora durante la Santa Messa di questa sera verranno destinate al fondo di solidarietà per sostenere i lavoratori Pernigotti ed Iperdí di Novi Ligure, anche questi ultimi in difficoltà da mesi dopo la chiusura del supermercato.

Infine, a chiusura della Messa, c' stato spazio per il saluto commosso del sindaco di Novi Ligure, Rocchino Muliere, e il suo ringraziamento al Vescovo e ai cittadini novesi intervenuti questa sera a sostegno della dignità, del lavoro e della solidarietà

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Martedì, 18 Dicembre 2018 10:52

Studio UIL sul saldo IMU-TASI di dicembre

Veronese: mantenere il blocco delle aliquote e proseguire verso il riordino fiscale nazionale

Con il prossimo saldo del 17 Dicembre il conto complessivo dell'IMU/TASI sarà di 10,2 miliardi di euro (20,4 miliardi di euro il conto totale).

Oltre 25 milioni di proprietari di immobili diversi dall'abitazione principale (il 41% sono lavoratori dipendenti e pensionati), dovranno presentarsi alla "cassa", per il saldo dell'IMU/TASI.

Il costo medio complessivo dell'IMU/TASI su una "seconda casa" ubicata in un capoluogo di provincia, spiega Ivana Veronese – Segretaria Confederale UIL - sarà di 1.070 euro medi (535 euro da versare con la rata di Dicembre) con punte di oltre 2mila euro nelle grandi città.

Se si prendono, invece, in considerazione i costi dell'IMU/TASI sulle prime case cosiddette di lusso(abitazioni signorili, ville e castelli) sempre ubicate in un capoluogo di provincia, il costo medio è di 2.610 euro (1.305 euro con il saldo) con punte di oltre 6 mila euro.

Chi possiede una seconda pertinenza dell'abitazione principale della stessa categoria catastale (cantine, garage, posti auto, tettoie) dovrà versare l'IMU/TASI con l'aliquota delle seconde case, con un costo medio annuo di 56 euro  (28 euro con il saldo) con punte di 110 euro annui.

La media dell'aliquota applicata per le seconde case tra IMU e TASI, commenta Ivana Veronese, ammonta al 10,1 per mille e, in molti Comuni (480 municipi di cui 18 Città capoluogo) è stata confermata "l'addizionale TASI" (fino a un massimo dello 0,8 per mille),introdotta per finanziare, negli scorsi anni, le detrazioni per le abitazioni principali, così da portare in questi Comuni l'aliquota fino all'11,4 per mille.

Questi dati emergono dal Rapporto IMU/TASI 2018 elaborato dalServizio Politiche Territorialidella UIL.

IL COSTO DELL'IMU/TASI SECONDE CASE NELLE CITTA' CAPOLUOGO

Secondo i risultati del rapporto, il costo maggiore in valore assoluto per una seconda casa a disposizione si registra a Roma con 2.064 euro medi; a Milano, invece, si pagheranno 2.040 euro medi; a Bologna 2.038 euro; a Genova 1.775 euro; a Torino 1.745 euro.

Valori più "contenuti", invece, ad Asticon un costo medio di 580 euro; a Gorizia con 582 euro; a Catanzaro con 659 euro; a Crotone con 672 euro; a Sondrio con 674 euro.

IL COSTO DELL'IMU/TASI SECONDE PERTINENZE NELLE CITTA' CAPOLUOGO

Per una seconda pertinenza della stessa categoria catastale, a Roma si pagano mediamente 110 euro annui (81 euro per una cantina o139 euro per un box-posto auto); a Milano 99 euro annui (76 euro per una cantina, 122 euro garage o posto auto); a Bologna 96 euro annui (68 euro per una cantina, 123 europer un garage o posto auto); a Firenze 95 euro annui (67 euro per una cantina, 122 euro per un garage o posto auto); a Napoli 95 euro annui (67 euro per una cantina, 123 euro per un garage o posto auto).

LE ALIQUOTE DELL'IMU/TASI SECONDE CASE NELLE CITTA' CAPOLUOGO

Stante il blocco delle aliquote anche per l'anno in corso le stesse non hanno subito rialzi, ma non hanno nemmeno subito ribassi.In nessun capoluogo si è utilizzata questa opzione e, quindi, sono state riconfermate le aliquote dello scorso anno.

18 Città hanno confermato l'addizionale della TASI sugli altri immobili, per cui in questi Comuni le aliquote superano quella massima dell'IMU (10,6 per mille).

In particolare Roma, Milano, Ascoli, Brescia, Brindisi, Modena, Potenza, Rieti, Savona, Verona hanno scelto l'aliquota dell'11,4 per mille; Macerata l'11,3 per mille; Terni e Siena, l'11,2 per mille; Lecce, Massa e Venezia l'11 per mille; Agrigento il 10,9 per mille; Caltanissetta il 10,7 per mille.

Altre 70 Città capoluogo, sempre sulle seconde case, applicano l'aliquota del 10,6 per mille tra cui Torino, Bologna, Firenze, Napoli, Palermo, Bari.

CONCLUSIONI

Il Governo ha deciso, per il prossimo anno, di eliminare il blocco delle aliquote dei tributi locali e dopo tre anni di sostanziale blocco all'orizzonte si profila un aumento della pressione fiscale a livello locale che potrebbe interessare, oltre le Addizionali IRPEF, anche l'IMU/TASI in oltre 6.000 Comuni.

Chiediamo al Governo e al Parlamento, conclude Ivana Veronese, di mantenere anche per il prossimo anno il blocco delle aliquote e lavorare parallelamente per riprendere il cammino interrotto, completando il sistema della finanza locale, nel quadro più complessivo del riordino fiscale nazionale.

Infatti, negli ultimi anni, dall'abolizione della TASI sulla prima casa in poi, stiamo assistendo a un ritorno della finanza derivata, costituita dai trasferimenti dallo Stato ai Comuni, con l'effetto che questi trasferimenti restando inalterati negli anni (spesa storica) fanno correre il rischio di ingessare i Bilanci degli Enti Territoriali.

In particolare, sulla tassazione immobiliare, venendo meno il concetto di "tassa sui servizi", va semplificato il meccanismo riunendo in un'unica imposta l'IMU  e la TASI.

Occorre completare la revisione dei criteri che regolano i valori catastali che non dovrà significare maggiori prelievi ma una diversa e più equa ripartizione del prelievo sugli immobili.

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