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Rivendicano più spazio, i giovani, e soprattutto chiedono di essere almeno ascoltati, se non coinvolti, in vista delle decisioni che riguardano il loro futuro. E temono di dover lasciare la terra natia, non per scelta, ma per necessità. Tutti sentimenti, questi, oltre a richieste e denunce, emersi con chiarezza dalla platea composta da un centinaio di studenti, età tra i 16 e i 19 anni, che, questa mattina, a Terni, si sono confrontati con il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, nell'ambito del meeting Uil organizzato dalla Camera sindacale ternana. Un misto di rassegnazione e rabbia, ma anche di disincanto e disimpegno sociale ha caratterizzato molti interventi, animati, comunque, da quel sano furore giovanile che il leader della Uil ha mostrato di apprezzare e ha voluto invogliare.

Ne è emerso un dialogo tra generazioni molto intenso e vivace, impreziosito, peraltro, dalla presenza di un arzillo ultracentenario iscritto alla Uil e premiato con una targa di argento dallo stesso Barbagallo, con una motivazione che è tutta un programma: "essere iscritti alla Uil allunga la vita!".

"Non delegate a nessuno la soluzione dei vostri problemi - ha detto Barbagallo - dovete impegnarvi in prima persona e dovete pungolarci e darci una mano ad affrontare le questioni che riguardano voi e noi tutti".

E a chi gli rappresentava le tante ed enormi difficoltà da superare, Barbagallo ha replicato invitando tutti i giovani presenti a non rassegnarsi: "Dobbiamo fare una battaglia insieme per superare la precarietà e gli ostacoli all'occupazione e per recuperare la fiducia e la speranza nel futuro". Con l'obiettivo di coinvolgere i giovani anche nella vita sindacale, il leader della Uil ha concluso il suo intervento, riproponendo l'idea di una tessera per gli studenti: proposta, questa, che ha suscitato interesse in molti dei presenti.

dal sito www.uil.it

23/06/2016

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Il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha partecipato, questa mattina, ad Antalya, alla consultazione delle parti sociali con il Presidente della Turchia Erdogan e con i rappresentanti di alcune Istituzioni internazionali, in vista dell'imminente apertura del G20."È stata l'occasione - ha dichiarato Barbagallo - per presentare all'attenzione dei Governi del G20 un documento comune dei rappresentanti sia dei sindacati sia degli imprenditori sul ruolo e sull'impegno delle parti sociali per lo sviluppo, la crescita economica e, inoltre, per l'occupazione giovanile e delle donne.

C'è la convinzione che un armonico e diffuso sviluppo economico, sociale e occupazionale e una più equa redistribuzione della ricchezza possano rappresentare anche strumenti utili per dare sostanza ai valori di pace e democrazia e per isolare il terrorismo internazionale. Su questa strada - ha concluso Barbagallo - il Sindacato italiano e quello europeo e mondiale sono pronti a collaborare e a fare la propria parte".

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A seguire un primo giudizio del Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, in merito alla Legge di Stabilità approvata ieri dal Consiglio dei Ministri.

PRIMO GIUDIZIO SULLA LEGGE DI STABILITÀ

Barbagallo: manovra senza direzione, insufficiente a promuovere la crescita

Pronti a confronto e ad azioni di mobilitazione

La legge di stabilità varata dal Governo ha alcuni tratti positivi e altri negativi, ma nel complesso è una manovra senza direzione, insufficiente a promuovere la crescita. L'Esecutivo non ha fatto una scelta di campo: è stato dato un contentino a tutti, secondo le vecchie logiche "cerchiobottiste" democristiane, non risolvendo strutturalmente i problemi di fondo. In realtà, siamo in presenza di più manovrine piuttosto che di una linea omogenea e coerente.

Nel dettaglio, l'aspetto più negativo è il finanziamento risibile per il rinnovo dei contratti dei lavoratori del pubblico impiego: i 300 milioni stanziati per il 2016 equivalgono a un incremento di soli 8 euro mensili lordi. Questa scelta è in palese violazione della sentenza della Corte costituzionale che ha prescritto la necessità di rinnovare i contratti già a partire dal 2015. Quel che è più grave, però, è che emerge un'indicazione regressiva: uno Stato che non si preoccupa dei propri lavoratori è uno Stato che non crede nel lavoro.

Sul fronte delle pensioni, poi, è inaccettabile che, nonostante i proclami dei mesi precedenti, non sia stato affrontato il tema della flessibilità in uscita, operazione che avrebbe risolto non solo i problemi dei pensionandi, ma avrebbe creato nuovi spazi per i giovani. Un piccolo passo avanti, tuttavia, è stato fatto con l'introduzione del part-time negli anni antecedenti al pensionamento: era stata una richiesta della Uil, proprio per favorire la cosiddetta staffetta generazionale, e su questo punto il nostro giudizio è positivo.

L'equiparazione della no tax area per i pensionati a quella dei lavoratori sarebbe da accogliere con favore, ma la sua operatività a partire dal 2017 ne depotenzia la portata. Sarebbe stato opportuno, peraltro, accompagnare questo provvedimento a una vera riduzione della pressione fiscale sulle pensioni che, nel nostro Paese, resta il doppio della media OCSE. In questo senso, sarebbe stato utile estendere anche ai pensionati il bonus degli 80 euro.

Sempre sul fronte fiscale, è sbagliata la scelta di innalzare a 3000 euro il tetto per l'uso del contante: non aumenteranno i consumi, non si aggiungerà un centesimo nelle tasche degli italiani e si rischia di incentivare l'evasione fiscale e il malaffare.

Importante è il ritorno alla detassazione degli incrementi salariali legati alla produttività, anche se le risorse appostate appaiono ancora insufficienti. È necessario, inoltre, rendere strutturale il provvedimento per evitare, come è successo proprio con questo stesso Governo nel 2015, un'altra sospensione di questa agevolazione necessaria a diffondere la contrattazione di secondo livello.

Positiva, inoltre, la riduzione della TASI, ma la generalizzazione di questo provvedimento, con il paradosso degli sconti per chi ha immobili di enorme valore commerciale e con la mancanza di un criterio selettivo, lo rende iniquo e anche economicamente inefficiente. È necessario, ora, avere la certezza che le casse dei Comuni non risentano del mancato introito, altrimenti c'è il rischio di riflessi negativi sull'erogazione dei servizi o sulla tassazione locale notevolmente accresciuta negli ultimi anni. Identico ragionamento e stesse preoccupazioni valgono per il mancato finanziamento integrale del fabbisogno del sistema sanitario.

Il piano di contrasto alla povertà è ancora insufficiente e non appare del tutto strutturale, mentre apprezzabili sono le misure di super ammortamento per le imprese con l'eliminazione dell'Imu, dell'Irap agricola e il taglio dell'Ires, purché si traducano in vantaggi per l'innovazione, l'occupazione e i salari. La progressiva riduzione della decontribuzione, invece, priva della necessaria selettività, rischia di produrre un effetto regressivo in termini occupazionali.

Infine, risultano insufficienti i provvedimenti sul Sud: anche in questo caso, a differenza dei proclami della vigilia, gli stanziamenti sembrano assolutamente inadeguati. Non c'è traccia di investimenti significativi per le infrastrutture materiali e immateriali che sarebbero, invece, necessari per lo sviluppo di tutto il Paese e, in particolare, del nostro Mezzogiorno.

Ci auguriamo, ora, che siano confermate le poche scelte positive e che siano modificate le opzioni sbagliate. Perché ciò accada, la Uil è pronta a mettere in campo ogni azione di confronto e di mobilitazione.

Roma, 16 ottobre 2015

 

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DICHIARAZIONE DI CARMELO BARBAGALLOSEGRETARIO GENERALE AGGIUNTO UIL

La manifestazione ha solo un valore interno alla Cgil: la Uil rilancia la proposta di una mobilitazione unitaria

"La manifestazione di sabato scorso ha un valore tutto interno alla Cgil: segna la rinnovata unione tra la Confederazione e la Fiom. Comprendo le ragioni di organizzazione, ma non è più il tempo delle mere rappresentazioni dell'essere sindacato".

Lo ha detto il Segretario generale aggiunto della Uil, Carmelo Barbagallo, intervenendo al Congresso nazionale della Uilposte. "Noi – ha proseguito Barbagallo - avevamo proposto alla Cisl e alla Cgil un lungo e capillare percorso comune di lotte per convincere l'opinione pubblica e il Governo sulla necessità di cambiare alcuni provvedimenti ingiusti, errati ed economicamente dannosi per il Paese.

Già da domani, rilanceremo questo nostro invito: archiviato il rito della Cgil, costruiamo una stagione di mobilitazione unitaria, tutta fondata sulle questioni di merito che vogliamo sostenere, a partire dalla necessità di favorire investimenti pubblici e privati, di salvaguardare le tutele per chi le ha e di estenderle a chi ne è privo, di rinnovare i contratti per il pubblico impiego e di dare gli 80 euro anche ai pensionati".

(da www.uil.it)

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"I contratti collettivi di lavoro del pubblico impiego sono fermi al 2010. Ebbene, se lo Stato non rispetta gli accordi, anche noi ci sentiamo sciolti dal rispetto di quegli stessi accordi e, dunque, non terremo più conto dei limiti previsti per gli scioperi nel settore".

Così, il Segretario generale aggiunto della UIL, Carmelo Barbagallo, parlando al Congresso nazionale della UIL-FPL, la categoria degli Enti locali e della sanità, ha annunciato la decisione del Sindacato di via Lucullo di disdettare il Protocollo del 2001 in merito alle procedure di raffreddamento e conciliazione relative alle prestazioni indispensabili in caso di sciopero. La disdetta riguarda anche tutti i successivi accordi in materia, firmati sulla base di quel Protocollo, ed è stata comunicata formalmente con lettera inviata all'Aran, l'agenzia governativa per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni.

"Il blocco dei contratti - ha sottolineato Barbagallo nel suo intervento - è una decisione di arrogante signoria che trasforma oltre tre milioni di cittadini in sudditi: è inaccettabile. Se il Governo, dunque, non modifica la legge di stabilità, a partire dallo sblocco dei contratti nel pubblico impiego, se non mantiene le tutele per tutti i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato e non le allarga a chi non ne ha, se non dà un segno chiaro nella direzione degli investimenti e dello sviluppo per tutto il Paese, noi chiederemo a CGIL e CISL di avviare una lunga stagione di lotte unitarie che proseguirà fino a quando il Governo non avrà cambiato verso".

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Per rilanciare l'occupazione ci vogliono investimenti pubblici e privati: lo ha già detto il Governatore della Banca d'Italia, ma è rimasto inascoltato. Per quel che riguarda, poi, la legge di stabilità, noi vorremmo che il Presidente del Consiglio rispettasse la promessa di estendere gli 80 euro ai pensionati e agli incapienti.I pensionati sono i veri ammortizzatori sociali delle famiglie italiane: dove c'è un giovane che non trova lavoro o un cassintegrato o un disoccupato, intervengono con il loro aiuto. Inoltre, chiediamo che si stanzino le risorse necessarie a riprendere la contrattazione nel Pubblico Impiego.

Ci era stato detto che il jobs act avrebbe creato le condizioni per far affluire capitali in Italia: al momento, però, continuano a fuggire dal nostro Paese. Si era anche detto che non si sarebbero più operati tagli lineari, ma si sta continuando sulla stessa impostazione.

Per quel che riguarda, inoltre, il Tfr, si ricordi che si tratta di soldi dei lavoratori: devono decidere loro come utilizzarli, se per la pensione integrativa oppure se metterli in busta paga. Bisogna tagliare le tasse sul lavoro: è questa la vera ricetta per dare una speranza di sviluppo al nostro Paese.

Bisogna, infine, puntare sulla semplificazione e sulla riduzione delle attuali 150mila leggi: è una riforma che non costa nulla e che può dare importanti risultati. Perché non cominciamo?

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Se la riforma proposta da questo Governo non risponde agli interessi dei lavoratori, dei giovani, dei disoccupati, noi faremo uno sciopero generale. E non è solo una questione di articolo 18, che è uno specchietto per le allodole: nella riforma ci sono molti altri aspetti relativi al mercato del lavoro che creeranno più precarietà nei prossimi anni.

Questa riforma serve a Renzi per presentarsi in Europa e non agli italiani. Il nostro Paese è destinato a invecchiare sempre più, mentre le giovani coppie non fanno più figli. Occorrerebbe, dunque, dare più stabilità ai giovani e più flessibilità in uscita agli anziani: esattamente il contrario di ciò che sta proponendo Renzi.

Se il Premier continua a rispondere solo ai criteri che la Merkel ha imposto all'Europa, probabilmente i nostri giovani continueranno a fare i precari.

Bergamo, 30 settembre 2014

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SINTESI DELL'INTERVENTO DEL SEGRETARIO GENERALE AGGIUNTO UIL, CARMELO BARBAGALLO AL CONGRESSO NAZIONALE DELLA UILM

"Lo sciopero va fatto alla fine e non minacciato periodicamente"

Due milioni di disoccupati dal 2008 ad oggi: è come se ci fosse stata una guerra. Nessuno ha messo in campo provvedimenti per ostacolare la finanziarizzazione selvaggia. Anche la Germania pagherà il prezzo di questa guerra finanziaria.

Renzi deve capire che la flessibilità sul patto di stabilità non serve a niente: per l'occupazione servono investimenti pubblici e privati e le risorse vanno reperite dai 180 miliardi di evasione fiscale, dai 70 miliardi della corruzione, dai 27 miliardi dei costi della politica.

Se si vareranno provvedimenti sul lavoro senza coinvolgere i sindacati, assumeremo iniziative di mobilitazione. Non abbiamo derubricato lo sciopero generale, ma questo va fatto all'ultimo momento e non minacciato periodicamente come fa la CGIL: tutte le volte che la CGIL farà fughe in avanti e la CISL tenterà mediazioni al ribasso, noi diremo "no" a prescindere, perché bisogna evitare di depotenziare la nostra azione.

Vogliamo ridisegnare il Paese: ci vuole stabilità per i giovani e flessibilità per gli anziani. È a questi ultimi che bisogna dare l'opportunità di andare in pensione volontariamente e di dedicarsi ai lavori socialmente utili: i giovani, invece, hanno bisogno di stabilità. Abbiamo bisogno di un sindacato moderno che si confronti sui fatti e non su inesistenti ideologie.

Reggio Calabria, 18/9/2014

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