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Finalmente sottoscritto il contratto dei lavoratori delle funzioni centrali. Un atto di grande responsabilità nei confronti dei lavoratori dopo 8 anni di blocco, perché gli si riconosce finalmente un aumento del loro potere di acquisto. Di primaria importanza sono le parti che ripristinano le nuove relazioni sindacali, riconsegnando un ruolo di partecipazione ai lavoratori nei processi di riforma nelle varie amministrazioni.

Gli incrementi economici sono in linea con l'accordo del 30 novembre e sono fatti salvi gli 80 euro del bonus Renzi. Positiva poi la possibilità di inserire nella contrattazione di secondo livello il welfare aziendale anche nel pubblico impiego. Si procederà, inoltre, immediatamente, tramite una commissione, alla definizione di un nuovo ordinamento professionale e a nuove classificazioni. Il contratto sottoscritto vale per il triennio 2016/2018.

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Nel corso della riunione del 28 settembre svolta in Confindustria, dopo 5 mesi di sospensione dl confronto, che hanno visto la mobilitazione sindacale con 20 ore di sciopero e il "blocco" dello straordinario e delle flessibilità, Federmeccanica e Assistal hanno presentato una proposta per il rinnovo contrattuale che, rispetto alla posizione sostenuta dal 22 dicembre 2015, rappresenta un apprezzabile avanzamento del negoziato, in quanto viene abbandonata l'ipotesi del cosiddetto "salario di garanzia" che, nella pratica, avrebbe portato gli aumenti contrattuali a un'esigua minoranza dei metalmeccanici, solo a coloro il cui trattamento economico era esclusivamente quello del contratto nazionale.

Tuttavia, pur valutando positivamente:

 il superamento del "salario di garanzia"

 l' aumento della contribuzione per la Previdenza complementare a Cometa dall'1,6 al 2% solo per le aziende

 l'estensione dell'assistenza sanitaria integrativa con maggiori prestazioni e la copertura per i familiari a carico senza il contributo dei lavoratori a mètaSalute

 il riconoscimento di un bonus di 100€per il 2017 – 150€per il 2018 e 200€per il 2019

la proposta della Controparte risulta insufficiente, in particolare sotto il profilo economico riguardo al recupero dell'inflazione.

Infatti Federmeccanica e Assistal, sostenendo di aver erogato nel precedente contratto 73 euro mensili in più rispetto all'inflazione effettivamente realizzata, non prevedono alcuna erogazione salariale per il 2016, l'erogazione di un aumento sui minimi contrattuali a giugno 2017 calcolato sulla base dell'inflazione effettivamente consuntivata nel 2016, di un importo a giugno 2018 calcolato sul 75% dell'inflazione consuntivata nel 2017 e di un ulteriore aumento a giugno 2019 calcolato sul 50% dell'inflazione misurata nel 2018. Questi importi sarebbero calcolati in percentuale sul minimo di ciascun livello contrattuale e darebbero luogo ad assorbimento di voci retributive fisse.

A questa posizione presentata dalla Controparte, è stato replicato che:

 non si comprendono e comunque non si condividono le ragioni di una tutela decrescente e ridotta rispetto all'inflazione effettivamente misurata;

 non è possibile attendere 18 mesi prima di vedersi riconosciuta l'inflazione, né è pensabile lasciare "scoperto" il 2016;

 proporre gli "assorbimenti" significa comunque riproporre la logica del "salario di garanzia" che Sindacato e i Lavoratori hanno respinto in questi mesi.

Per quanto riguarda infine le richieste relative al "Diritto alla Formazione", Federmeccanica e Assistal hanno confermato la disponibilità a prevedere 16 ore di permesso specifico, più un contributo di 300 euro per i costi dei corsi, in un triennio a condizione che il dipendente utilizzi un suo Par e che sia superata la normativa sulle "150 ore".

Su questi temi, le Organizzazioni sindacali, dopo alcune valutazioni a caldo, si sono riservate di fornire risposte complessive nell'incontro fissato per le 11.00 del 12 ottobre, sempre presso la Confindustria.

UIILM NAZIIONALE

Roma, 29 settembre 2016

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Venerdì, 03 Aprile 2015 10:28

Rinnovi CCNL Terziario e Credito

Rinnovato il contratto del commercio per tre milioni di lavoratori

Dichiarazione del Segretario Generale UilTuCS Brunetto Boco

Brunetto Boco, segretario generale UilTuCS: «Il giro di boa della crisi vede i sindacati del terziario, distribuzione e servizi pronti a raccogliere la sfida della ripresa. I lavoratori potranno contare su un incremento medio complessivo di oltre 1800 euro per il periodo di durata del nuovo contratto».

Nella tarda serata di ieri è stato sottoscritto il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro del terziario, della distribuzione e dei servizi tra la Confcommercio e le Federazioni di categoria Filcams-CGIL, Fisascat-CISL e UILTuCS.

Il rinnovo riguarda circa tre milioni di lavoratori dipendenti. Il contratto, che avrà decorrenza fino al 31 dicembre 2017, prevede un incremento salariale di 85 euro lordi a regime per il IV livello di inquadramento su 14 mensilità. La massa salariale incrementale per la durata di vigenza contrattuale è di 1811 euro, sempre per il IV livello di inquadramento.

Sul versante normativo sono state aggiornate le tematiche relative all'orario di lavoro e ai regimi di flessibilità, al mercato del lavoro, con particolare riferimento ai contratti a tempo determinato, e alla classificazione, in particolare per il comparto delle aziende di informatica e telecomunicazioni.

Soddisfatto del risultato il segretario generale della UilTuCS, Brunetto Boco. «Si tratta di un traguardo difficile e complesso - osserva - che è stato raggiunto grazie alla determinazione del sindacato a utilizzare tutti i margini di manovra offerti dalla congiuntura per portare a casa il miglior beneficio possibile per i lavoratori».

«Il significato di questo rinnovo - aggiunge - va ben oltre il contingente. Dopo anni e anni di crisi e di recessione, pagati a caro prezzo dai lavoratori del terziario e del commercio, riusciamo finalmente a dare un segnale di inversione di tendenza. Il contratto non è più un miraggio, come accade purtroppo in tanti altri settori, ma una conquista tangibile, che non solo riconosce economicamente l'apporto delle donne e degli uomini di un ambito strategico dell'economia italiana, ma può dare utilmente e efficacemente impulso e forza alla ripresa del Paese».

«È con questo stesso spirito - conclude Boco - che ora ci apprestiamo a fare tutta la nostra parte, anche con lo sciopero proclamato per il 15 aprile, per chiudere nella maniera più proficua anche il contratto del turismo e, per questa via, mettere a punto le condizioni basilari per il rilancio di un comparto vitale per l'Italia».

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