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Sappiamo che la TARI è l’imposta destinata a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento rifiuti.

Ogni Comune determina le tariffe in base a superficie e quantità di rifiuti prodotti o a quantità di rifiuti per unità di superficie, in relazione ad usi e tipologia delle attività ed al costo del servizio sui rifiuti.

Il pagamento della TARI spetta a chiunque sia in possesso, o detenga a qualsiasi titolo (locazione, comodato, usufrutto, ecc.) locali o aree scoperte suscettibili di produrre rifiuti urbani. Sono, invece, escluse dal pagamento del tributo le aree oggettivamente inutilizzabili e che, quindi, sono escluse dal servizio pubblico di nettezza urbana (es. cantine, terrazze scoperte, giardini, posto auto, aree condominiali comuni, ecc.).

La superficie calpestabile rappresenta la base di calcolo della TARI e, nel caso di utenze domestiche, si tiene conto anche del numero degli occupanti.

Per l’applicazione della TARI si considerano le superfici dichiarate o accertate ai fini dei precedenti prelievi sui rifiuti. 

MA SI PAGA SU TUTTA LA SUPERFICIE CALPESTABILE? No.

CI SONO PIU’ MODALITA’ DI PAGAMENTO? Sì.

E SE IL SERVIZIO DISFUNZIONA, SI PAGA TUTTO LO STESSO? No.

CI SONO BONUS PER DISAGIO ECONOMICO? Sì.

SI PUO’ OTTENERE UN’ULTERIORE RATEIZZAZIONE RISPETTO QUELLA ORDINARIA? Sì.

Affinchè i consumatori diventino consapevoli e non più succubi senza appello delle varie poste fiscali esistenti, Vi aspettiamo alla sede dell’Associazione Difesa e Orientamento del Consumatore (A.D.O.C.). Siamo a disposizione per sostenere i cittadini, per consigliarli ed assisterli per pagare solo ciò che è giusto.

L’associazione ha i propri uffici in Alessandria – Via Fiume n. 10 ed i referenti sono disponibili dal lunedì al venerdì dalle ore 09.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00.

I contatti sono 0131 282736 e Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

TARIFFA RIFIUTI (TARI)

IN 4 ANNI (2014-2017) DALLA SUA ISTITUZIONE AUMENTI MEDI DEL'1,1%

TRA IL 2016 ED IL 2017 LA TARI DIMINUISCE DELL'1,8%

NEL 2017 IL COSTO MEDIO DELLA TARI E' DI 295 EURO ANNUI

A MATERA  IN 4 ANNI L'AUMENTO E' DEL 49,4%; A CREMONA DEL 43,4%; A BRINDISI DEL 40,4%

TRA IL 2016 ED IL 2017 LA TARI AUMENTA IN 37 CITTA' CAPOLUOGO (TRA CUI TORINO, GENOVA, VENEZIA, FIRENZE E BARI); E' STABILE IN 25 CITTA' (TRA CUI NAPOLI, BOLOGNA, REGGIO CALABRIA, CAGLIARI);

DIMINUISCE IN 38 CITTA' (TRA CUI MILANO, ROMA, PALERMO)

TRA IL 2016 ED IL 2017 A CHIETI L'AUMENTO E' DEL 27,2%; A TORINO DEL 25,9%; AD AGRIGENTO DEL 13,9%;  MENTRE A PAVIA DIMINUISCE DELL'11,8% E AD AVELLINO DEL 9,6%

AD AGRIGENTO LA TARIFFA PIU' ALTA (474 EURO MEDI)

SEGUE  PISA CON 473 EURO

Tra il 2014 ed il 2017, ovvero in 4 anni dalla sua nascita avvenuta con l'istituzione della IUC (Imposta Unica Municipale),  la Tassa sui Rifiuti (TARI), è aumenta mediamente dell'1,1%, mentre nell''ultimo anno si assiste ad una diminuzione pari all'1,8% sul 2016.

In valori assoluti, spiega Guglielmo Loy – Segretario Confederale UIL –  le famiglie italiane verseranno nel 2017 nelle casse comunali 295 euro medi, a fronte dei 300 euro dello scorso anno e dei 292 euro versati nel 2014.

E' quanto calcola la UIL Servizio Politiche Territoriali, elaborando i costi in 100 Città capoluogo di   provincia, per una famiglia con una casa di 80 mq e 4 componenti, con reddito ISEE di 17.812 euro.

I Costi nel 2017 in valori assoluti.

In valori assoluti nel 2017, spiega Guglielmo Loy, il costo maggiore si registra ad Agrigento con 474 euro l'anno a famiglia; a Pisa se ne pagano 473 euro; a Benevento  470 euro; a Siracusa 466 euro; a Salerno 462 euro.

Lo studio completo è disponibile in allegato.

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Giovedì, 19 Novembre 2015 10:30

Quanto ci costa la TARI? Analisi della UIL

In allegato un'analisi UIL sui costi della Tassa Rifiuti (TARI), in 103 Città capoluogo di provincia.

L'analisi contiene l'evoluzione dei costi dal 2012 al 2015.

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Lunedì, 24 Agosto 2015 10:23

Tari: i cittadini pagano i rifiuti a peso d'oro

Con la Tari, le inefficienze delle società addette all'asporto dei rifiuti sono state scaricate sui cittadini.

Tra il 2010 e il 2015, fa notare l'Ufficio studi della CGIA, una famiglia con 4 componenti che vive in un casa da 120 mq ha subito un aumento del prelievo relativo all'asporto rifiuti del 25,5 per cento, pari, in termini assoluti, ad un aggravio di ben 75 euro. Quest'anno dovrà versare al proprio Comune ben 368 euro di Tari. Un'altra di 3 componenti, che abita in un appartamento da 100 mq, ha subito un aumento del 23,5 per cento (+57 euro). Nel 2015 dovrà versare quasi 300 euro. Un nucleo di 3 persone che risiede in un'abitazione da 80 mq, invece, ha dovuto pagare il 18,2 per cento in più (+35 euro). In questo caso, l'importo complessivo che dovrà pagare per i rifiuti sarà pari a poco più di 227 euro.

Per le attività economiche, le cose sono andate anche peggio. Nonostante la forte riduzione del giro d'affari, ristoranti, pizzerie e pub con una superficie di 200 mq hanno subito un incremento medio del prelievo del 47,4 per cento, pari, in termini assoluti, a +1.414 euro. Un negozio di ortofrutta di 70 mq, invece, ha registrato un incremento del 42 per cento (+ 560 euro), mentre un bar di 60 mq ha dovuto versare il 35,2 per cento in più, pari ad un aggravio di 272 euro. Più contenuto, ma altrettanto pesante, l'aumento subito dal titolare di un negozio di parrucchiere (+23,2 per cento), dai proprietari degli alberghi (+17 per cento) e da un carrozziere (+15,8 per cento).

Questi risultati, sottolinea la CGIA, sono stati ottenuti dopo aver preso in esame le tariffe sui rifiuti applicate alle famiglie e alle imprese nei principali Comuni capoluogo di regione.

Nel corso degli ultimi anni sono state numerose le novità che hanno riguardato il prelievo sui rifiuti. Fino a qualche anno fa pagavamo la Tarsu (Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani), anche se molti Comuni l'avevano rimpiazzata con la Tia (Tariffa di igiene ambientale). Nel 2013 il legislatore ha introdotto la Tares (Tassa sui rifiuti e servizi), mentre dal 2014 quest'ultima ha lasciato il posto alla Tari (Tassa sui rifiuti).

La Tari è stata introdotta con la Legge di Stabilità 2014, in ossequio al principio comunitario "chi inquina paga": in buona sostanza si è voluto sancire la corrispondenza tra la quantità di rifiuti prodotti e l'ammontare della tassa.

Con l'introduzione della Tari, è stato ulteriormente confermato il principio che il costo del servizio in capo all'azienda che raccoglie i rifiuti dev'essere interamente coperto dagli utenti, attraverso il pagamento della tassa. E il problema, purtroppo, sta proprio qui.

Segnala Paolo Zabeo della CGIA:

"Queste aziende, di fatto, operano in condizioni di monopolio, con dei costi spesso fuori mercato che famiglie e imprese, nonostante la produzione dei rifiuti sia diminuita e la qualità del servizio offerto non sia migliorata, sono chiamate a coprire con importi che in molti casi sono del tutto ingiustificati. Proprio per evitare che il costo delle inefficienze gestionali vengano scaricate sui cittadini, la legge di Stabilità del 2014 ha ancorato, dal 2016, la determinazione delle tariffe ai fabbisogni standard. Grazie all'applicazione di questa nuova modalità, è probabile che dall'anno prossimo la tassa sui rifiuti diminuisca".

Sebbene in questi ultimi anni il costo economico sulle famiglie sia decisamente aumentato, dall'inizio della crisi ad oggi la produzione dei rifiuti urbani ha subito una forte contrazione. Se nel 2007 ogni cittadino italiano ne "produceva" quasi 557 kg, nel 2013 (ultimo dato disponibile) la quantità è scesa a poco più di 491 Kg per abitante. "In buona sostanza – conclude Zabeo – nonostante abbiamo prodotto meno rifiuti, la raccolta e lo smaltimento degli stessi ci sono costati di più".

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