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La Uila vince e si aggiudica 2 Rsu su 4 nelle elezioni di rinnovo allo stabilimento Campari di Novi Ligure. Su 96 votanti, la lista Uila ottiene 37 voti (contro i 35 della Fai e i 25 della Flai) ed elegge 2 RSU, nelle persone di Alessandro Cozzolino (il più votato in assoluto) e Mario Giacobbe. A loro vanno i complimenti e l'augurio di buon lavoro del segretario territoriale Uila di Alessandria Tiziano Crocco.

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Martedì, 16 Maggio 2017 10:34

Loy: iniezione di fiducia a imprese e consumatori

Il surriscaldamento dei prezzi al consumo rischia di intaccare la capacità di spesa delle famiglie soprattutto in un contesto, come quello in cui ci muoviamo, in cui vi è un troppo debole aumento dell'occupazione e della crescita.

Serve una direzione di rotta chiara e agire su più fronti: dare fiducia  a imprese con iniziative che contribuiscano a migliorare le aspettative e favorire un potenziamento della domanda interna che risulta essere ancora molto debole.

Per uscire da questa situazione chiediamo al Governo di contrastare la miopia di chi ancora si ostina sulla strada dell'austerità dei conti pubblici, mentre c'è bisogno di iniziative forti e mirate alla modernizzazione del sistema Paese; una strategia efficace di politica industriale; rinnovi contrattuali e riduzione delle tasse sul lavoro.

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Dichiarazione del segretario generale Uila-Uil, Stefano Mantegazza

"Le notizie che arrivano dal Governo sulle modifiche ai voucher sembrano ancora insufficienti a riportare sotto controllo l'utilizzo del lavoro occasionale e saltuario: i paletti fin qui indicati rispetto al numero di giorni e ore, del reddito e della tipologia dei dipendenti per i quali i buoni possono essere utilizzati, non sono risposte utili a contrastare coloro che usano i voucher come salvacondotto. Noi restiamo convinti che sia necessario riportare i buoni lavoro alla loro funzione originaria".

Lo ha detto Stefano Mantegazza, in occasione dell'inaugurazione della nuova sede Uila-Uil-Uimec a Scicli, in provincia di Ragusa, alla quale hanno partecipato anche la segretaria provinciale Maria Concetta Di Gregorio, i componenti del direttivo Uila di Ragusa, i delegati e tutte le categorie della Uil. La nuova struttura garantirà la presenza di due funzionari che offriranno ai lavoratori e ai produttori agricoli pieno impegno e massima professionalità.

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Comunicato nazionale UILA

"Con questa firma si chiude una lunga maratona negoziale che ha coinvolto migliaia di delegati, quadri e dirigenti sindacali e che ha reso protagonisti, con la loro mobilitazione, le lavoratrici e i lavoratori. Da questo negoziato esce rafforzata l'unità e il consenso già forte che Fai-Flai-Uila hanno all'interno delle aziende e nel paese. Questo accordo, inoltre, conferma e rafforza il ruolo delle parti sociali, smentendo chi parla di declino dei corpi intermedi".

Cosi Stefano Mantegazza, segretario generale Uila commenta la firma del rinnovo del Ccnl industria alimentare, scaduto il 30 novembre 2015 e che interessa 400 mila addetti. L'aumento salariale pattuito è di 105 euro mensili a regime e il contratto avrà durata quadriennale. Nel 2016 verranno erogate le prime due tranche (20 euro da gennaio e 15 euro da ottobre), mentre le altre decorreranno da ottobre 2017 (20 euro), ottobre 2018 (25 euro), settembre 2019 (25 euro). Dal tavolo negoziale, inoltre, sono via via cadute tutte le richieste avanzate dalla controparte che chiedeva in particolare l'eliminazione degli scatti di anzianità e del premio di produzione congelato.

"L'incremento che abbiamo ottenuto" spiega Mantegazza "non è legato ad alcun parametro né vincolato ad alcun ricalcolo. In un paese prossimo alla deflazione realizziamo una crescita reale ed effettiva delle retribuzioni, già a partire dal 2016, confermando le scelte contenute nel documento appena approvato da Cgil-Cisl-Uil".

"Di particolare importanza sul fronte del welfare" aggiunge Mantegazza "l'impegno assunto, a partire dal 1 gennaio 2017, di sostenere attraverso una prestazione sociale il reddito dei lavoratori che vengono licenziati e ai quali manchino non più di 24 mesi al godimento della pensione e di quelli che trasformano in part-time il tempo pieno per la staffetta generazionale. Sindacato e imprese dimostrano in questo modo la loro giusta attenzione verso i più anziani favorendo l'accesso alla pensione e creando in questo modo nuove opportunità occupazionali".

"Il nuovo contratto durerà quattro anni, il che vuol dire più certezze sui costi per le imprese, più sicurezza per le retribuzioni dei lavoratori ma soprattutto più valore alla contrattazione di secondo livello in un settore in cui gli accordi aziendali sono fondamentali per gestire le diverse esigenze competitive, congiunturali e stagionali e per far crescere di pari passo occupazione e salario" conclude Mantegazza.

SINTESI del rinnovo del CCNL

 

- Rafforzato sistema relazioni industriali con definizione sistema sperimentale di formazione congiunta per rsu e ns rappresentanti.

- Definita banca dati contrattuale e delle buone pratiche.

- Dichiarazione lotta alle discriminazione e codice nazionale contro molestie e mobbing.

- Assetti contrattuali: portato a 4 anni la vigenza del contratto.  Rafforzato ed esteso  2 livello, in assenza di rsu si può fare per il tramite delle organizzazioni sindacali territoriali.

- Definite materie da negoziare al 1 e 2 livello. Respinto il vincolo posto da federalimentare su invarianza dei costi

- Riscritto e migliorato capitolo part time. Chi ha bisogno di passare a part time gode di reversibilità (passaggio inverso "di diritto") Inserita formulazione che agevola stabilizzazione stagionali "storici" o "ricorrenti".

- Normato dentro ccnl capitolo demansionamenti jobs act: ridotti i tempi necessari per acquisizione livello superiore.

- Orari: normato in ccnl smart working e telelavoro. Grande innovazione per figure impiegatizie, donne, lavoratori che hanno bisogno di flessibilità.

- Su diritti e tutele migliorato impianto congedi parentali e rapporto vita-lavoro.

- Normato nel contratto bilateralità di settore. È la prima volta in questo settore. Si è dato vita ad un fondo a carico del sistema bilaterale che intervenga per i lavoratori che perdono occupazione a due anni dalla pensione. Tale fondo interverrà anche per lavoratori che volontariamente vogliono trasformare contratto da full a part time e per promuovere un ricambio generazionale sostenendo l'occupabilità per i giovani. (Cd ponte generazionale).

- Sospesa per tutta la durata ccnl la prevista compartecipazione dei lavoratori al fondo fasa sanitario (2€).

Per prima volta inserita formulazione che permette alle aziende la possibilità di individuare un rls (responsabile alla sicurezza) che nelle sue funzioni sovrintenda a tutti i lavoratori del sito produttivo, a prescindere dal tipo di contratto. (Anche appaltati)

Respinta offensiva controparte tesa a smantellare alcuni capisaldi del ccnl come scatti anzianità e premio produzione. Gli istituti restano.

- Salario: non si limita a ottica di difesa, ma aumenta in termini reali e nominali il potere acquisto lavoratori settore alimentari. Non sono previsti monitoraggi.

Salario 105€
01/2016    20€
10/2016    15€
10/2017     20€
10/2018     25€
09/2019     25€

Montante: 2815

Salario ancora articolato su 14 mensilità, contrariamente a quanto voluto da Federalimentare

I contratti integrativi aziendali avranno ultravigenza di 1 anno.

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Dopo il successo straordinario degli scioperi articolati effettuati la settimana passata, che hanno visto i lavoratori e le lavoratrici aderire in tutto il Paese con percentuali che vanno oltre il 90%, le lotte per conquistare il rinnovo del contratto nazionale di categoria proseguiranno con 8 ore di sciopero proclamate per venerdì 29/01/2016.

A Novi Ligure si terrà una grande manifestazione che prevede il concentramento alle ore 9.30 in piazza XX Settembre. Il corteo percorrerà le vie del centro (via Roma e via Girardengo) per poi confluire  in Viale della Rimembranza dove si terrà il comizio conclusivo.

Partecipiamo numerosi, dobbiamo essere tanti per respingere l'arroganza e le folli pretese di Federalimentari che vorrebbe riconoscere aumenti ridicoli che non valgano più per tutti gli istituti e tutte le 14 mensilità, la fine degli scatti di anzianità e nessuna risposta solidaristica per affrontare la crisi.

Partecipiamo numerosi, dobbiamo essere tanti per conquistare un buon contratto e confermare la centralità di questo fondamentale istituto!

Alessandria 25/01/2015                     Fai-Cisl Flai-Cgil Uila-Uil Alessandria

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Dopo il blocco delle trattative per il rinnovo del contratto dell'industria alimentare, da questa sera iniziano le assemblee sindacali nelle più importanti aziende del settore presenti sul territorio alessandrino.

Si inizia questa sera con la Saiwa per continuare poi con Pernigotti, Bistefani, Elah Dufour e Campari di Novi Ligure. Entro venerdì 22 gennaio in ogni azienda si terranno 4 ore di sciopero articolato e si è deciso per il blocco degli straordinari e della flessibilità.

Il 29 gennaio, invece, ci sarà lo sciopero nazionale di 8 ore di tutto il settore dell'industria alimentare.

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Si è interrotta questa notte la trattativa per il rinnovo del Ccnl industria alimentare, scaduto il 30 novembre e che interessa circa 400.000 lavoratori.

Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil giudicano insoddisfacenti le risposte fornite dalla controparte sul tema del salario e su alcune richieste contenute in piattaforma relative a istituti fondamentali del contratto.
Fai, Flai e Uila giudicano, in particolare, inaccettabile la pretesa di Federalimentare di voler concludere un accordo basato esclusivamente sulla penalizzazione complessiva delle retribuzioni a partire dal blocco degli scatti di anzianità e dall'eliminazione dei premi di produzione congelati.

Dopo 14 incontri tecnici, iniziati nel mese di settembre, era stata programmata una seduta plenaria a oltranza di due giorni ma, durante una di queste sessioni, nella notte dell'11 gennaio, una parte della delegazione trattante di Federalimentare si è resa irreperibile.
Questo comportamento ha ulteriormente esacerbato il clima della plenaria, alla quale hanno partecipato oltre 150 delegati provenienti da tutta Italia, che ha stigmatizzato l'atteggiamento della controparte che non vuole concedere nulla, malgrado il buon andamento del settore, testimoniato dai dati economici più recenti.

Pertanto, la delegazione trattante, unitamente alle rappresentanze nazionali di Fai, Flai e Uila, ha deciso di interrompere le trattative e di proclamare lo stato di agitazione del settore, con l'immediato blocco degli straordinari e di tutte le flessibilità e di programmare un fitto calendario di assemblee in tutti i luoghi di lavoro, un pacchetto di 4 ore di sciopero articolato a livello aziendale da effettuarsi entro il 22 gennaio e 8 ore di sciopero nazionale il 29 gennaio.

 

Dichiarazione del segretario nazionale della Uila-Uil, Pietro Pellegrini

"Ci auguriamo di poter riprendere presto il dialogo con la controparte ma, per il momento, la parola passa ai lavoratori che, nei prossimi giorni, faranno sentire alle aziende la loro volontà di rinnovare il contratto di lavoro". Cosi il segretario nazionale della Uila-Uil Pietro Pellegrini commenta la rottura delle trattative sul rinnovo del Ccnl industria alimentare, avvenuta nella notte di ieri.

"Con grande senso di responsabilità, Fai-Flai-Uila, si sono presentate alla seduta plenaria, fissata a oltranza su due giorni proprio con la volontà e l'intenzione di giungere a una rapida e positiva conclusione del negoziato. Abbiamo però trovato davanti a noi una controparte che, al contrario, ha mostrato la volontà di prendere tempo e di rinviare continuamente il negoziato, ma soprattutto priva di una proposta complessiva e di soluzioni praticabili per entrare nel merito di una vera trattativa su temi quali: salario, orario di lavoro, flessibilità, Jobs act. Siamo rimasti al tavolo del negoziato fino a tarda notte ,mentre buona parte della delegazione della controparte si è progressivamente defilata. E questo non è accettabile".

"E' poi insopportabile" prosegue Pellegrini "l'atteggiamento assunto sulla questione salariale e sulla pretesa di poter concludere un rinnovo, praticamente a costo zero, dopo che la stessa Federalimentare non fa altro che diffondere dati positivi sull'andamento del settore: i successi di Expo 2015, la crescita annua del fatturato del 4% negli anni 2007-2013, l'incremento dell'84% dell'export negli ultimi 10 anni...Noi siamo sempre pronti a discutere e a trattare su tutto ma sulla base di proposte serie e coerenti con la realtà".

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Contratti: la rigidità di Federalimentare mette a rischio un rinnovo utile a tutti
di Stefano Mantegazza

Sulla stagione dei rinnovi contrattuali è sceso il buio del "blocco delle trattative", imposto da CONFINDUSTRIA, infittito dallo smantellamento di fondamentali garanzie del lavoro decretato dal Jobs Act e inquinato dalla minaccia del governo di manomettere d'imperio l'autonomia negoziale delle parti, fissando per legge un salario minimo e regolando, sempre per legge, persino sedi, modi ed effetti della contrattazione collettiva.

Ciò malgrado, tra ottobre e dicembre 2015, sono stati rinnovati i contratti dei settori chimica farmaceutica, gomma-plastica, cementiero e dei lavoratori portuali, sia pure alla fioca luce di uno "schema" se non identico, almeno assai simile e di sicuro piuttosto discutibile: nessun aumento salariale per il primo anno di vigenza, aumenti molto contenuti sul triennio, eliminazione di alcune voci retributive, il tutto solo in piccola parte corretto da qualche contribuzione in più delle aziende al welfare contrattuale, maggiore flessibilità del lavoro, timida attuazione dei già avari rinvii del Jobs Act alla contrattazione e nessuna modifica dei suoi contenuti più controversi, valorizzazione più teorica, che pratica dei contratti di secondo livello.

Dubito che questi lumicini possano rischiarare il cammino dei tanti rinnovi ancora al palo e delle trattative incagliate sugli irrigidimenti confindustriali, ma sono certo che, poco prima di Natale, FEDERMECCANICA ha "messo sul tavolo" del CCNL dei metalmeccanici un "marchingegno" in grado di spegnere qualsiasi luce. Perché non solo esclude qualsiasi aumento salariale nel 2016 e, praticamente, qualsiasi effettivo miglioramento economico anche negli anni seguenti, ma organizza quasi scientificamente la riduzione strutturale del valore reale delle retribuzioni.

Quel "marchingegno", infatti, stringe il futuro trattamento economico nazionale dei lavoratori tra le ganasce del "salario di garanzia" (formato dai minimi tabellari vigenti al 31 dicembre 2015, nei quali verrebbe conglobato l'attuale "elemento perequativo" di 485 euro annui, contestualmente abolito, per un controvalore di 37,31 euro mensili) e della "retribuzione individuale", costituita da tutte le voci fisse e ricorrenti della busta-paga, dai minimi tabellari ai premi di produzione, dagli scatti di anzianità alle mensilità aggiuntive e ad ogni altro istituto salariale non direttamente collegato all'effettiva  prestazione di lavoro.

Una morsa capace di stritolare, una volta per tutte, qualsiasi effettivo aumento dei minimi retributivi nazionali, in quanto le retribuzioni individuali inferiori al salario di garanzia verrebbero adeguate fino a concorrenza del suo ammontare a decorrere dal 1° gennaio 2017 e aumentate al 31 dicembre di ogni anno in ragione dall'andamento medio dell'IPCA nell'anno precedente, rivalutazione che, in prima applicazione del "marchingegno", verrebbe generosamente anticipata al 1° luglio 2017, sulla base della probabilmente più che modesta inflazione media del 2016.

Perciò, fermo restando che nel 2016 le retribuzioni individuali inferiori ai minimi contrattuali resterebbero quelle che sono, nell'arco del triennio verrebbero "adeguate" soltanto le retribuzioni illegittimamente inferiori a quegli stessi minimi, affidando ogni concreto aumento del salario reale alla contrattazione di secondo livello, ovviamente nelle sole poche aziende che la praticano.

Mi fermo qui, perché non ho titolo per dare consigli ai colleghi di Fim-Fiom-Uilm e tanto meno ho intenzione di rinnovare i contratti altrui; quelli di competenza della UILA mi bastano e mi avanzano.

Innanzitutto il rinnovo dell'industria alimentare, per il quale abbiamo presentato una piattaforma consapevole di quanto duramente la crisi abbia colpito la manifattura italiana e che chiede alle imprese pari consapevolezza su come la stessa crisi abbia ancor più duramente colpito retribuzioni e condizioni di lavoro dei loro dipendenti.

Abbiamo avanzato richieste salariali ragionevoli, sufficienti a tutelare il potere d'acquisto delle retribuzioni, assolutamente compatibili con le condizioni e con le prospettive del settore dell'alimentazione, obiettivamente migliori di quelle di altri comparti industriali.

Non abbiamo mai preteso dalle imprese quel che esse non potessero dare, ma non accettiamo neppure che, proprio quando l'economia e la produzione rialzano la testa, si chieda ai lavoratori non solo di rinunciare a qualsiasi miglioramento economico, ma addirittura di "dare indietro" qualcosa.

Non abbiamo mai rifiutato di distribuire con saggezza gli aumenti contrattuali nell'arco di vigenza del contratto, ma distribuire non vuol dire escludere ogni aumento per buona parte della vigenza contrattuale e accettare "anni vuoti", in cui il salario dei lavoratori sia lasciato solo con sé stesso.

Non abbiamo mai rifiutato la sfida della produttività, anzi, il nostro Ccnl disciplina una delle più flessibili organizzazioni del lavoro industriale, così come moltissimi accordi aziendali e di gruppo prevedono forme di duttilità della prestazione altrove sconosciute.

Tanto più incomprensibili, perciò, ci sembrano gli irrigidimenti di FEDERALIMENTARE, che rischiano di far deragliare un negoziato che, invece, sarebbe comune interesse concludere presto e bene, per aumentare assieme il salario dei lavoratori e la produttività delle aziende.

Quegli irrigidimenti, soprattutto, mettono a rischio il nostro sistema di relazioni industriali e della contrattazione, un sistema che ha finora contenuto la conflittualità in limiti assolutamente fisiologici, che ha consentito alle aziende il più rapido ed efficiente adattamento della produzione ai mutamenti del mercato, che ha garantito ai lavoratori più che soddisfacenti prestazioni sanitarie integrative, assieme a forme di previdenza complementare e di assicurazione per i superstiti di tutto rispetto.

Un sistema che può e dovrebbe dare ancora di più, per costruire sul rinnovo del CCNL una contrattazione di secondo livello più ricca e diffusa, che regoli l'uso e le tutele del lavoro nelle aziende e sul territorio, lungo le filiere agroalimentari e nei distretti industriali, che ricomponga le asimmetrie organizzative e professionali dell'impresa nella omogenea disciplina contrattuale della "comunità di sito", che estenda gli attuali confini della bilateralità e del welfare contrattuale a nuove misure di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e a nuovi strumenti di integrazione dei meno efficaci ammortizzatori sociali "riformati" dal Jobs Act.

L'Italia, notizia di questi giorni, torna a pencolare sull'orlo della deflazione e, a seguire le sirene che in CONFINDUSTRIA e dal Governo pongono veti e pregiudiziali al rinnovo dei contratti, si rischia di finire sugli scogli dell'ancor più mesto ristagno dei consumi e dell'ulteriore declino dell'occupazione e della produzione.

Si può e si deve fare altro. Mettendo a frutto l'Accordo Interconfederale sulla rappresentanza sindacale, che assicura la certezza delle parti, delle procedure e degli esiti negoziali, e il progetto unitario di CGIL, CISL e UIL per la riorganizzazione del sistema contrattuale, per la migliore gestione del mercato del lavoro e per la partecipazione dei lavoratori alle scelte e alle responsabilità dell'impresa.

Quell'Accordo e quel progetto, infatti, indicano alle parti contrattuali e al Paese la via da percorrere per non affondare nelle sabbie mobili delle contrapposizioni ideologiche e degli irrigidimenti contrattuali e per impedire alla cattiva politica di corrodere la società con l'acido dell'ostilità verso i corpi intermedi e dello sfaldamento di ogni mediazione sociale.

La UILA, la FAI e la FLAI hanno imboccato questa via fin dalla preparazione della piattaforma contrattuale, da ormai più di tre mesi chiedono a FEDERALIMENTARE di percorrerla assieme, finora hanno avuto solo più e meno espliciti rifiuti. Non siamo disposti a subirne altri.

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Anche quest'anno dal 1 gennaio fino al 31 marzo 2016 tutti gli interessati possono fare richiesta per ottenere la disoccupazione agricola.

Che cos'è?


E' un'indennità che tutela gli operai agricoli che sono stati licenziati.

A chi spetta? Ecco i requisiti:

- Anzianità assicurativa che può essere perfezionata o mediante l'iscrizione negli elenchi anagrafici per almeno due anni consecutivi oppure un contributo settimanale versato prima del biennio precedente l'anno nel quale viene richiesta l'indennità coperto da contribuzione per la disoccupazione;


- Iscrizione negli elenchi anagrafici dei lavoratori agricoli nell'anno solare per il quale viene richiesta l'indennità;


- Almeno 102 contributi giornalieri nel biennio precedente la domanda(Vengono valutati anche i periodi di lavoro svolti in settori non agricoli a condizione che vi sia la prevalenza nell'anno o nel biennio di lavoro nel settore agricolo).

Quanto spetta:


Il trattamento è pari al 40% della retribuzione. Viene corrisposta per il numero delle giornate iscritte negli elenchi anagrafici e comunque per un numero massimo a 365 meno il numero delle giornate lavorate o comunque già indennizzate.

Quando va presentata la domanda: entro il 31 marzo 2016

Basta recarsi in una della sedi UIL della provincia di Alessandria (AL, Acqui Terme, Casale M.to, Novi Ligure, Ovada, Tortona e Valenza) per fare domanda.

Le sedi UIL di Novi Ligure e Acqui Terme rimarranno aperte anche il sabato mattina dal 2 gennaio fino a sabato 26 marzo 2016, con orario 9 - 12, per facilitare i lavoratori. Un rappresentante della UILA sarà a disposizione per raccogliere le domande della disoccupazione agricola anno 2015.

Inoltre per chi compila alla UIL la disoccupazione agricola, il 730 sarà gratuito.

La UILA resta a disposizione su appuntamento sempre, in tutte le sedi del territorio, ai seguenti numeri:

Tiziano Crocco 339 5043850

Giovanni 328 8458665

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Nei giorni 9 e 10 novembre è proseguito, in sede tecnica, il confronto con Federalimentare per il rinnovo del Contratto Nazionale del settore Industria Alimentare. Gli argomenti affrontati hanno riguardato le relazioni industriali, il telelavoro e il lavoro agile, il part time e la certificazione etica delle aziende. La Delegazione Sindacale, pur apprezzando l'impegno della Controparte nel continuare il confronto, ha constatato che nel merito le proposte che sono state avanzate sono molto distanti dalle richieste.

Inoltre, sono prive di qualsiasi fondamento le notizie, circolate sugli organi di stampa in questi giorni, di un confronto sul salario che avrebbe avuto una evoluzione positiva. Purtroppo, Federalimentare continua ad insistere sulla posizione di 7 euro di aumento, su una flessibilità orario annua che porterebbe i dipendenti a lavorare, in determinati periodi, fino a 72 ore settimanali, sulla cancellazione degli scatti di anzianità ed altre voci salariali che sono stati già acquisiti negli anni.

Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil confermano l'informativa in corso che si sta dando a tutti i lavoratori, attraverso gli Attivi Unitari Regionali delle RSU e le migliaia di assemblee che si stanno svolgendo in tutti i siti produttivi. Da tutte queste iniziative emerge una forte volontà di contrastare il tentativo di cancellare le positive esperienze di contrattazione del settore costruite negli anni e in grado di cogliere le migliori condizioni di lavoro per i lavoratori, oltre alle esigenze delle imprese di aumentare la produttività degli impianti e far fronte, nel miglior modo possibile, alla crisi degli ultimi anni.

Il confronto con Federalimentare continuerà, sempre in sede tecnica, nelle giornate del 19 e 20 novembre, con l'auspicio che la Controparte assuma un atteggiamento più positivo al Tavolo di trattativa al fine di trovare soluzioni favorevoli per le imprese e per i lavoratori e per cogliere, quindi, i primi segnali positivi di ripresa dei consumi e della crescita del nostro Paese.

Roma, 11 novembre 2015

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