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Mercoledì, 30 Ottobre 2019 10:42

Rassegna stampa 30 ottobre 2019

Martedì, 29 Ottobre 2019 09:42

Rassegna stampa 29 ottobre 2019

Lunedì, 28 Ottobre 2019 10:10

Rassegna stampa 25 - 28 ottobre 2019

UILTUCS e FILCAMS Alessandria dichiarano riaperto lo stato di agitazione dopo gli incontri avvenuti con l'azienda Artana Alimentare. Gli incontri, avvenuti il 4 ottobre scorso e poi nella giornata di ieri, hanno avuto esito negativo. Per tali ragioni abbiamo avviato la procedura per riconvocare l'incontro tra le parti in Prefettura.

Maura Settimo, Segretario UILTUCS Alessandria: "Abbiamo avuto modo di riscontrare gravi carenze sul fronte sicurezza sul lavoro. Nello specifico nei locali del centro cottura mancano estintori, adeguata segnaletica per le vie di fuga in caso di emergenza, spazi angusti e poco agibili, parte dell'attrezzatura per la cottura e la preparazione dei cibi non funzionanete e ancora l'assenza di porte con maniglione antipanico, la presenza di un solo bagno e l'abitudine di stoccare il materiale nel piazzale. Per noi è chiaro che debbano dessere informati di tali carenze gli organi competenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

Inoltre, ancora una volta, ribadiamo il regolare e sistematico ritardo nel versamento degli stipendi ai dipendenti".
Per tutte queste ragioni oggettive è quindi stato inevitabile riaprire lo stato di agitazione.

Giovedì, 24 Ottobre 2019 09:20

Rassegna stampa 24 ottobre 2019

A seguito della grave emergenza maltempo che ha causato numerosi danni e disagi lungo le strade della provincia di Alessandria nella giornata di lunedì scorso, riteniamo importante che una struttura come l'Outlet di Serravalle Scrivia riceva i sindacati per affrontare e condividere procedure e protocolli da seguire in occasioni di allerta meteo. L'obiettivo principale sono la sicurezza e l'incolumità dei numerosi dipendenti e dei clienti del centro.

Maura Settimo, Segretario UILTUCS Alessandria: "Come UILTUCS, unitariamente a FILCAMS e FISASCAT, abbiamo richiesto all'Outlet di Serravalle Scrivia un incontro urgente per far si che non si ripeta quanto è avvenuto due giorni fa.

Infatti lunedì scorso i dipendenti in servizio sono stati invitati tramite e-mail a restare in negozio in attività fino alla regolare chiusura del centro e gli è stato impedito di mettersi in strada per rientrare a casa. Alcuni, da quel che ci risulta, hanno anche trascorso la notte nel centro.
Per domani è prevista una nuova emergenza meteo e questa volta l'Outlet ha comunicato che resterà chiuso per l'intera giornata. Riteniamo necessario che si faccia chiarezza e si condividano modalità per affrontare situazioni di emergenza che ahimè si verificano sempre più spesso sul territorio alessandrino".

Il giustificato motivo di esonero del lavoratore in malattia dall'obbligo di reperibilità a visita di controllo non ricorre solo nelle ipotesi di forza maggiore, ma anche in altre situazioni di necessità che rendano indifferibile l'allontanamento dal proprio domicilio durante le fasce orarie di reperibilità, in quanto improvvise e cogenti.

Lo ricorda la Corte di Cassazione (ordinanza n. 24492/2019) nel ritenere inammissibile il ricorso di un dipendente contro la sanzione disciplinare irrogatagli, in quanto era risultato assente al controllo dell'INPS, senza avere dato alcuna preventiva comunicazione dell'assenza già programmata.

Il lavoratore si era giustificato facendo presente che l'assenza alla visita fiscale avvenuta alle ore 11,35, era da imputare a un giustificato motivo, atteso che alle ore 4,30 dello stesso giorno aveva accompagnato il figlio al Pronto soccorso, il quale era stato poi dimesso, con il conseguente previsto ricovero nelle ore successive, in orario corrispondente proprio alla visita di controllo.

La Cassazione ha ritenuto invece che fosse esclusa l'urgenza, che sarebbe stata effettivamente sussistente al primo accesso al Pronto soccorso, ma non al tempo della visita fiscale avvenuta in tarda mattinata, durante il ricovero ordinario preventivamente concordato.

Il lavoratore infatti non aveva dimostrato alcuna urgenza idonea a giustificare l'allontanamento dal domicilio durante le fasce di reperibilità, senza avere peraltro avvisato prima il datore di lavoro.

Le pari opportunità della Uil costituiscono un Coordinamento Diritti per affrontare le questioni riguardanti le discriminazioni fondate sull'orientamento sessuale e l'identità/espressione di genere Il Coordinamento Pari opportunità e Politiche di genere dell'Organizzazione Sindacale UIL ha costituito un importante segmento interno – denominato Coordinamento Diritti – che, in linea con la Direttiva europea 2000/78/CE, si propone di affrontare le questioni relative alle discriminazioni sul lavoro con il duplice compito di essere: punto di osservazione e studio sulle problematiche afferenti le discriminazioni dirette e indirette che ancora persistono in Italia, nonché strumento di testimonianza e di proposta per dare voce e visibilità a coloro che sui luoghi di lavoro vivono situazioni di emarginazione e/o esclusione.

Il focus principale, ma non esclusivo, sul quale si riversa l'attenzione del Coordinamento Diritti riguarda le discriminazioni fondate sull'orientamento sessuale e l'identità/espressione di genere, in quanto si è avvertita la necessità di soffermarsi in questo momento storico su una questione che, contrariamente all'ambito europeo, è difficilmente affrontata nel contesto politico-sindacale italiano. Non può essere misconosciuto che le molteplici forme che assumono i diritti nella società moderna impongono la necessità di porsi nuove sfide, nuovi propositi, volti alla piena integrazione e realizzazione dei «nuovi diritti». Per questa ragione risulta fondamentale il coinvolgimento di tutto il Sindacato verso quella crescita politica e culturale volta a una vera e più alta tutela dei diritti e delle libertà personali.

La Confederazione Sindacale UIL ha raccolto l'appello di apertura anche nelle Tesi per il XVI Congresso nazionale, avendo voluto riservare un capitolo dedicato proprio ai «diritti e rispetto delle diversità». Questo fatto costituisce un unicum che produrrà sicuramente significativi risultati, avendo chiaramente determinato la linea di una forza sindacale che, senza indugi, stabilisce di perseguire la sua azione politica per avversare tutte le forme di discriminazione e intolleranze. Al riguardo, in occasione della Giornata internazionale contro l'omo-bi-transfobia, ci uniamo agli appelli lanciati da associazioni, istituzioni e personalità che sollecitano il Parlamento italiano all'approvazione di una legge che introduca efficaci misure e programmi d'azione per la preven

Nella giornata del 9 ottobre 2019 si è tenuta la riunione della "Rete per la protezione e l'inclusione sociale" per la consultazione sulla ipotesi di Piano nazionale per la non autosufficienza per il triennio 2019-2021 presentato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (MLPS). La Rete per la protezione e l'inclusione sociale è un organismo istituito con il decreto legislativo n.147 del 2017, che ha introdotto il Reddito d'Inclusione (REI), e mantenuto anche con le modifiche intervenute con i successivi provvedimenti riferiti al Reddito di Cittadinanza.

L'organismo, presieduto dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, è composto da rappresentanti degli altri Ministeri interessati, dalle Regioni e dai Comuni ed è responsabile della programmazione nazionale relativamente ai temi della povertà, delle politiche sociali e della non-autosufficienza. La Rete è tenuta a consultare preventivamente e comunque una volta l'anno le parti sociali rispetto ai provvedimenti da varare. La convocazione della Rete sul Piano nazionale per le non autosufficienza fa seguito alla riunione del Tavolo nazionale che si è tenuto lo scorso mese di giugno.

Occorre in premessa evidenziare che negli anni scorsi il Ministero in questione ha operato nel rapporto con le parti sociali e con le associazioni per il superamento della frammentarietà e disorganicità degli interventi, che sono di esclusiva competenza delle Regioni, attraverso un percorso finalizzato a definire una platea omogenea di riferimento delle prestazioni erogate con il Fondo nazionale per le non autosufficienze, sulla cui base operare la ripartizione delle risorse ed avviare l'introduzione di livelli essenziali a partire da una "misura" nazionale per la non-autosufficienza. Ciò è stato possibile solo dopo che dal 2016 gli interventi legislativi hanno provveduto non soltanto a ricostituire (dopo l'azzeramento realizzato nel 2012) il Fondo NA, ma anche a renderlo strutturale ed incrementarne la dotazione (giunta quest'anno a 573 milioni di euro).

Nei decreti di riparto poi è stato stabilito che almeno il 50% delle risorse deve essere destinato - in via prioritaria ed esclusiva - alle persone in condizione di disabilità gravissima. Con il decreto ministeriale n. 26 del 26 settembre 2016, frutto di un Intesa Stato Regioni e di un confronto al Tavolo NA, sono stati definiti: i criteri che danno luogo a tale classificazione per le disabilità gravissime, i criteri di riparto e le finalità del Fondo, gli obiettivi del Piano nazionale per la NA, destinati in particolare a sostenere gli interventi domiciliari e a favorire l'integrazione socio-sanitaria, verso la definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali per la NA.

Venendo alla proposta di nuovo Piano per la non autosufficienza (PNA) per il triennio 2019-2021, come Organizzazioni Sindacali CGIL, CISL, UIL, Confederali e dei Pensionati, abbiamo apprezzato l'avvio anche su questa importante materia di una programmazione triennale di livello nazionale condivisa con gli altri livelli istituzionali che metta ordine rispetto ai sistemi di valutazione, impegni ad un sistema di presa in carico e valutazione multidimensionale e finalizzi meglio le risorse del Fondo permettendone il monitoraggio. Al contempo abbiamo evidenziato però che l'insufficienza delle risorse condiziona fortemente la possibilità di pervenire all'obiettivo di individuare i livelli essenziali sociali per dare una risposta complessiva ai bisogni assistenziali delle persone non autosufficienti. Infatti, considerando che dai dati trasmessi dalle Regioni e riportati nella proposta di Piano, il Fondo l'anno scorso ha finanziato interventi per circa 120.000 persone (circa 60mila disabili gravissimi e 60mila cosiddetti gravi), siamo in presenza di una copertura casistica ben lontana dalla dimensione complessiva della platea delle persone con non-autosufficienza. A questo proposito basti pensare che i soli titolari dell'indennità di accompagnamento sono più di 2 milioni e la definizione di una misura nazionale per la non-autosufficienza non può non guardare alla platea complessiva attraverso il criterio della gradazione della intensità assistenziale.

Inoltre, l'ipotesi di piano presentato, oltre alla definizione delle condizioni di non autosufficienza gravissima introduce, seppure come ipotesi di lavoro da verificare nel prossimo triennio, una ulteriore definizione di nonautosufficienza grave. Una soluzione questa che discende da come si è sviluppato il Fondo fino ad oggi, ma che se mantenuta potrebbe non essere in grado di introdurre una classificazione uniforme per tutto il territorio nazionale. Infine nella proposta di piano – prendendo soltanto atto che il 90% delle risorse del fondo programmate dalle Regioni nel triennio 2016-2018 sono state utilizzate per i cosiddetti gravissimi nella forma di assistenza indiretta – non si opera una scelta decisa sul rafforzamento dei servizi ma ci si orienta verso l'assegno di cura e per l'autonomia. Infatti pur specificando il Piano che questa forma di assistenza indiretta deve incardinarsi dentro il sistema dei servizi ed in un quadro di valutazione multidimensionale del bisogno e di progettazione personalizzata, i limiti dell'attuale sistema socio sanitario non sembrano poter garantire questo obiettivo. In questo quadro, nella condizione data e nel percorso di definizione di una misura nazionale per la nonautosufficienza, abbiamo proposto che almeno su questa materia si operi per una definizione di linee guida in modo che non si generino distorsioni o ulteriori diseguaglianze e si possa tendere a una maggiore uniformità pur nell'autonomia di scelta delle Regioni.

Alcuni altri punti sono stati evidenziati nel corso della riunione: il riparto varrà per tutto il triennio 2019-2021, le risorse vanno trasferite agli ambiti territoriali entro 60 giorni, le Regioni dovranno dotarsi di un piano regionale da predisporre, come da noi richiesto, con la consultazione delle parti sociali e delle associazioni. In sintesi, occorre evidenziare che il Piano, essendo vincolato alla attuale insufficiente entità del Fondo, individua la platea ristretta degli aventi diritto senza porsi il tema in termini complessivi ed ha in sé una funzione proattiva più che prescrittiva, ad esempio con previsioni poco stringenti per l'indispensabile integrazione socio-sanitaria. Il Ministero, anche su nostra sollecitazione, si è impegnato a riconvocare i tavoli tecnici anche a seguito della definizione dei Piani regionali e di proseguire il confronto per il monitoraggio, la emanazione di atti ulteriori e l'aggiornamento del Piano stesso. In sede di confronto sul Piano abbiamo ribadito, come contenuto nella piattaforma unitaria, che è urgente l'approvazione di una Legge nazionale per la non autosufficienza che, superando i limiti della legislazione vigente, riordini complessivamente la materia in una logica integrata socio sanitaria e preveda un adeguato finanziamento pubblico per garantire i livelli essenziali.

Cordiali saluti. Segreterie Nazionali SPI - CGIL / FNP – CISL / UILP – UIL Segreterie Nazionali CGIL / CISL / UIL Antonella Pezzullo – Mimmo Di Matteo – Livia Piersanti Rossana Dettori – Andrea Cuccello – Silvana Roseto

Mercoledì, 23 Ottobre 2019 09:22

Rassegna stampa 23 ottobre 2019

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