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Mercoledì, 03 Agosto 2016 09:59

Studio UIL sulla tassa di soggiorno 2016

A seguire lo studio, curato dal servizio Politiche Territoriali UIL, sulla tassa di soggiorno 2016.

IMPOSTA DI SOGGIORNO E DI SBARCO: NEL 2016 VIENE APPLICATA IN 650 COMUNI DA COURMAYEUR A FAVIGNANA:

ECCO ALCUNI COMUNI CHE APPLICANO L'IMPOSTA

NEL 2015 IL GETTITO É STATO DI 431 MILIONI DI EURO (IL 20,5% IN PIÚ SUL 2014)

NEL 2015 ROMA HA INCASSATO 123 MILIONI DI EURO; MILANO 61 MILIONI DI EURO; VENEZIA 27,5 MILIONI DI EURO; FIRENZE 26,7 MILIONI DI EURO

A CURA DEL SERVIZIO POLITICHE TERRITORIALI DELLA UIL

In principio fu Roma.

Correva l'anno 2010, quando fu istituita nella capitale per ripianare il deficit comunale (Decreto Legge 78 del 2010). Fu poi introdotta strutturalmente per tutti i Comuni dal Governo Berlusconi, con il decreto legislativo sul fisco municipale, in attuazione del federalismo fiscale (DLGS. 23 del 2011, lo stesso che istituiva l'IMU).

Parliamo dell'imposta di soggiorno e di imposta di sbarco, un'imposta facoltativa di carattere locale applicata a carico delle persone che alloggiano nelle strutture ricettive situate in località turistiche o città d'arte.

Storicamente non è una novità: in Italia fu istituita per la prima volta nel 1910 per le località termali e balneari e poi nel 1938 estesa alle città d'arte. Fu abolita nel 1989 alla vigilia dei mondiali di calcio del 1990.

Ma come funziona?

L'imposta di soggiorno, da istituirsi con Regolamento Comunale approvato dal Consiglio, può essere applicata da 10 centesimi a un massimo di 5 euro per notte di soggiorno (fa eccezione Roma dove l'imposta può arrivare a 10 euro per notte); mentre la tariffa per la tassa di sbarco sulle isole minori è di 1,50 euro a persona.

Il relativo gettito è destinato a finanziare interventi in materia di turismo, di manutenzione, fruizione e recupero di beni culturali e ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici locali.

Le modalità di applicazione sono diverse e vanno dal versamento di un importo fisso a un importo variabile a seconda delle stelle della struttura.

La maggioranza dei comuni ha scelto di diversificare le tariffe in base alle "stelle" attribuite alle strutture. Si paga per una o più notti in albergo, ma anche campeggi, bed and breakfast e agriturismi sono toccati dall'imposta.

Se nel 2011, anno di esordio di tale imposta, prevista dal Decreto sul federalismo municipale, i comuni che avevano optato per l'imposta si contavano sulle "dita di una mano" (Venezia, Roma, Firenze, Catania, Padova, Vieste, Villasimius e pochi altri). A queste città o località turistiche si sono aggiunte nel tempo altre comuni quali: Milano, Bologna, Napoli, Aosta, Livorno, Perugia, Matera, Vicenza, Verona, Ancona, Como, Siena, Pisa, Lecce, La Spezia, Ragusa, Genova, Torino, Massa, Verbania, Bergamo, Parma, Pesaro, Modena, Salerno, Lodi, Ferrara, Livorno, Grosseto, Ravenna, Trapani, Messina, Rimini, Palermo (dal 2014), Siracusa, Sondrio, Lucca.

Ad oggi, nel 2016, secondo il Servizio Politiche Territoriali della UIL sono 650 i comuni che applicano l'imposta di soggiorno, dato stabile rispetto al 2015 e in aumento del 14% rispetto al 2014. Per quest'anno, anche questa tassa, come le altre imposte locali, è soggetta al blocco degli aumenti decisi a livello nazionale con la Legge di Stabilità.

Non solo le grandi città , ma dal mare alla montagna, dalle località termali alle località sui laghi, vale a dire le cosiddette località turistiche, i comuni hanno introdotto il balzello: Riccione, Cattolica, San Gimignano, Vieste, Ostuni, Alberobello, Gallipoli, Otranto, Ostuni, Fondi, Sperlonga, Sabaudia, Tropea, Soverato, Scalea, Roccella Jonica, Senigallia, San Benedetto del Tronto, Terracina, Gaeta, Viareggio, Fiumicino, Giardini Naxos, Ravello, Taormina, Erice, Cefalù, San Vito Lo Capo, Terrasini, Sorrento, Villasimius, Budoni, Pula, Muravera, Cernobbio, Cortona, Jesolo, i Comuni della cinta di "Gardaland", i Comuni della Val d'Arno, Orvieto, Montepulciano, San Gimignano, Montecatini, Montalcino, Fiuggi, Chianciano Terme, Ortisei, Auronzo, Roccaraso, Pescasseroli, Salice d'Ulzio, Bormio, Barolo, Barbaresco, Courmayeur, Cogne, ecc.

Capri, Anacapri, Procida, Ponza, Ventotene, Isole Tremiti, Favignana, La Maddalena, Lipari, Portoferraio hanno la più "conveniente "tassa di sbarco" (1,50 euro per ogni turista che approda sull'isola), ecc.

E così, secondo la nostra analisi, a Roma per una notte in un albergo 3 stelle si paga 4 euro, per un albergo di lusso 7 euro, in un B&B 3,50 euro, in agriturismo 4 euro e in campeggio 2 euro.

A Firenze una notte in albergo a 3 stelle si pagano 3,50 euro e 5 euro per un 5 stelle, in agriturismo 3,50 euro, in B&B 2,50 euro e in campeggio 1,50 euro.

A Venezia, per ammirare il ponte di Rialto, a secondo delle stelle che si scelgono, l'imposta in un albergo costa da 2 euro a 5 euro a notte, in B&B 3 euro a notte.

A Rimini e Riccione si parte da 0,70 euro a notte per un hotel a 2 stelle fino ai 3 euro a notte per un hotel a 5 stelle.

A Taormina si va da 1,50 euro in un albergo a 2 stelle fino ai 5 euro a notte per un hotel 5 stelle; ad Auronzo di Cadore da 1 euro a notte a 1,30 euro; a Courmayeur da 0,80 euro a notte a 3 euro; a Montecatini si parte da 0,70 euro a 1,70 euro; mentre a Viareggio si parte da 2 euro a notte (hotel 2 stelle), fino a 5 euro a notte (hotel 5 stelle).

In sostanza, si tratta di un'imposta che nel 2015 ha generato un gettito per le casse dei Comuni di oltre 431 milioni di euro, in aumento del 20,5% rispetto al 2013, quando i comuni incassarono 342 milioni di euro (più 89 milioni di euro).

In particolare, a Roma nel 2015 l'imposta ha prodotto un gettito di 123,1 milioni di euro; a Milano 61 milioni di euro; a Venezia 27,5 milioni di euro; a Firenze 26,7 milioni di euro; a Rimini 7 milioni di euro; a Torino 5,9 milioni di euro; a Napoli 4,5 milioni di euro.

In linea generale, conclude Guglielmo Loy – Segretario Confederale UIL, non siamo contrari a priori a questa imposta, preferibile all'aumento delle addizionali IRPEF o della TARI e quindi meglio ricorrere a questa leva fiscale, purché essa sia propedeutica a disegnare un fisco locale più equo e, soprattutto, se i proventi di questa "tassa" siano utilizzati per creare, soprattutto in quelle località ad alto impatto turistico, quel circolo "virtuoso" in grado di mettere in moto l'occupazione locale attraverso investimenti nelle opere infrastrutturali turistiche. Quindi una vera e propria tassa di scopo che dovrebbe essere finalizzata al miglioramento della qualità dei servizi della città.

Roma, 2 agosto 2016

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