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Martedì, 30 Settembre 2014 11:40

Addizionali regionali Irpef

ADDIZIONALIREGIONALI IRPEF

a cura del Servizio Politiche Territoriali della UIL (Documento completo e tabelle nel file in allegato)

ADDIZIONALI REGIONALI IRPEF: NEL 2014 BUSTE PAGA PIÚ LEGGERE DI 58 EURO MEDI PER 7,2 MILIONI DI CONTRIBUENTI UN AUMENTO MEDIO DEL 4,1% CON PUNTE DEL 18% NEL LAZIO, DEL 15% IN UMBRIA E DEL 14% IN PIEMONTE

L'ALIQUOTA MEDIA PASSA DALL'1,52% DEL 2013 ALL'1,58% DEL 2014 CON PUNTE DEL 2,05% IN MOLISE, DEL 2,04% NEL LAZIO E 203% IN CAMPANIA E CALABRIA

IL GETTITO MEDIO PRO CAPITE PASSA DAI 362 EURO DEL 2013 AI 377 EURO DEL 2014 CON PUNTE DI 548 EURO MEDI NEL LAZIO, 442 EURO IN PIEMONTE E CAMPANIA

NEL 2014 LE REGIONI INCASSERANNO 11,5 MILIARDI DI EURO (+418 MILIONI), A FRONTE DEGLI 11 MILIARDI INCASSATI NEL 2013

NEL 2015 LE REGIONI POSSONO AUMENTARE L'ALIQUOTA MASSIMA DAL 2,33% AL 3,33%

RISCHIO STANGATA DI OLTRE 95 EURO MEDI PRO CAPITE SE VENISSERO CONFERMATI I TAGLI ALLA SANITÁ

Per 7,2 milioni di contribuenti, nel 2014, ci sarà un aumento dell'IRPEF di 58 euro medi annui, dovuto all'aumento delle Addizionali Regionali.

Infatti, spiega Guglielmo Loy – Segretario Confederale UIL, nel 2014 sono state 6 le Regioni (Piemonte, Liguria, Umbria, Lazio, Molise e Basilicata) che hanno aumentato o rimodulato in alto le aliquote delle Addizionali Regionali IRPEF; a fronte di 2 sole Regioni che le hanno diminuite
(Provincia Autonoma di Bolzano e l'Abruzzo), mentre le restanti hanno confermato le aliquote. L'effetto di tali manovre, commenta Loy, si traduce in un aumento medio del gettito pro capite del 4,1%, con punte del 18,1% nel Lazio; del 14,8% in Umbria; del 13,6% in Piemonte; dell'8,9% in Basilicata; del 4,7% in Liguria e dell'1% in Molise. Il gettito diminuisce del 13,9% nella Provincia Autonoma di Bolzano e del 3% in Abruzzo.

In "soldoni", si tratta di un aumento medio, spalmato su tutti i 30 milioni di contribuenti, di 15 euro l'anno, passando da un gettito di 362 euro
medi nel 2013 ai 377 euro medi nel 2014.

Ovviamente, spiega il Segretario della UIL, questa è la media nazionale, ma nelle Regioni dove aumentano le aliquote tali importi
salgono a 84 euro medi pro capite nel Lazio; 53 euro medi in Piemonte; 46 euro medi in Umbria; 22 euro medi in Basilicata e 17 euro medi in Liguria.

Il gettito complessivo di questa imposta passa dagli 11 miliardi di euro del 2013 agli 11,5 miliardi di euro di quest'anno.

IL GETTITO MEDIO PRO CAPITE DEL 2014

Nel Lazio, nel 2014, l'IRPEF Regionale peserà per 548 euro medi a contribuente; in Piemonte e Campania 442 euro medi; in Molise 421 euro medi e in Calabria 405 euro medi.

Sono tutte Regioni queste alle prese con l'extradeficit sanitario.

Mentre, nella Provincia Autonoma di Bolzano si pagheranno in media 180 euro; in Sardegna 262 euro; in Basilicata 269 euro; in Friuli Venezia Giulia 270 euro e in Veneto 289 euro.

IL GETTITO IN VALORI ASSOLUTI

In valori assoluti è in Lombardia che si registra il gettito maggiore con 2,1 miliardi di euro; seguita dal Lazio con 1,6 miliardi di euro; il Piemonte con 1,1 miliardi di euro; l'Emilia Romagna con 1 miliardo di euro; la Campania con 895 milioni di euro.

Mentre in Val d'Aosta il gettito in valori assoluti è di 23,6 milioni di euro; nella Provincia Autonoma di Bolzano di 56,3 milioni di euro; in Molise 58,5 milioni di euro; in Basilicata 65,7 milioni di euro; nella Provincia Autonoma di Trento 92,6 milioni di euro.

LE ALIQUOTE E COME SI PAGA

Sono 13 le Regioni che hanno scelto un'aliquota progressiva legata al reddito; mentre le restanti hanno scelto un'aliquota fissa a prescindere dal reddito.

Con un'aliquota media del 2,05%, il Molise sicolloca al primo posto (si parte da un'aliquota dell'1,73% per i redditi fino a 15 mila euro e si arriva al 2,33% per i redditi oltre i 75 mila euro); appena sotto il Lazio con un'aliquota media al 2,04% (1,73% per i redditi fino a 28 mila euro e 2,33% per i redditi superiori); a seguire Campania e Calabria con un'aliquota al 2,03% per tutti i redditi.

Nella Provincia Autonoma di Bolzano, invece, l'aliquota media applicata è stata ridotta allo 0,7% (si applica, infatti, un'aliquota dell'1,23%, ma è stata introdotta una NO TAX AREA di 20 mila euro); in Friuli Venezia Giulia all'1,15% (0,7% per i redditi fino ai 15 mila euro e l'1,23% per i redditi superiori a tale importo). La Provincia autonoma di Trento, la Val d'Aosta, il Veneto e la Sardegna applicano l'aliquota fissa dell'1,23%.

E NEL 2015?

Il prossimo sarà l'anno dell'entrata a regime del cosiddetto "federalismo fiscale", dunque, l'aliquota massima dell'IRPEF regionale potrà passare dal 2,33% di
quest'anno al 3,33%.

E se nella Legge di Stabilità venissero confermati i tagli alla sanità, molto probabilmente le aliquote delle addizionali regionali IRPEF potrebbero "schizzare" in alto.

A rischio soprattutto quelle Regioni, "richiamate" con cartellino "giallo" e con cartellino "rosso", alle prese con i rientri del deficit sanitario (Piemonte, Puglia, Abruzzo, Lazio, Sicilia, Campania, Molise e Calabria), ma che alla fine non risparmierebbero neanche le realtà regionali in "fair play sanitario".

Se il taglio sarà applicato in maniera semi lineare, su 107 miliardi di euro destinati alla sanità, se ne dovrebbero risparmiare 3,2 miliardi di euro, di cui 527 milioni in Lombardia; 304 milioni nel Lazio e Campania.

E ciò potrebbe comportare un aumento medio dell'aliquota dello 0,4%, che in soldoni significa un aumento medio di 95 euro medi a contribuente.

CONCLUSIONI

Aumenti, questi, che sarebbero insopportabili conclude Loy, per le buste paga di lavoratori dipendenti e pensionati.

A tal proposito, c'è la necessità di rivedere tutte le imposte locali introdotte dal federalismo fiscale proprio perché su questi contribuenti virtuosi si concentra una pioggia di rincari fiscali.

Sono questitemi prioritari da cui partire se si vuole rimettere in moto lo sviluppo e la crescita e, di conseguenza, l'aumento dell'occupazione, e non politiche che mirano a togliere tutele. Il tutto insieme all'introduzione dei costi standard e al taglio della spesa improduttiva che ancora rappresenta una parte rilevante nei
bilanci pubblici.

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