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Nella Circolare di ieri, 17 gennaio 2017, l'INPS ha comunicato di aver concluso l'iter di rinnovo delle pensioni e delle prestazioni assistenziali per il pagamento delle prestazioni nell'anno 2017.

Ricordiamo che (leggi la news ITAL del 12/12/2016) il decreto ministeriale 17 novembre 2016 ha stabilito che l'indice di rivalutazione delle pensioni per il 2016 e il 2017 è pari a zero.

Nessuna rivalutazione verrà quindi effettuata sulle pensioni per questo 2017 e, inoltre, INPS spiega che procederà al recupero del conguaglio di perequazione dell'anno 2015.

"Com'è noto, – si legge nella circolare dell'Istituto - la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle prestazioni previdenziali e assistenziali per l'anno 2014 è stata determinata, dal 1° gennaio 2015, nella misura definitiva pari a +0,2%, a fronte della misura provvisoria dello 0,3%. Pertanto, - continua INPS - in sede di conguaglio di perequazione effettuato per il successivo anno 2016, il differenziale è risultato pari a -0,1".

L'Istituto fa sapere "che procederà al recupero del differenziale negativo pari allo 0,1 per cento, relativamente ai ratei corrisposti nel 2015, in massimo 4 rate dalla mensilità di aprile 2017, con il limite minimo di 1 euro per ciascuna rata. Gli importi inferiori a 1 euro vengono recuperati in unica soluzione".

Sull'argomento è intervenuto ieri anche il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali che in una nota "informa di aver predisposto un emendamento al Decreto Milleproroghe con il quale si prevede di prorogare al 2017 la norma che ha consentito di non procedere al recupero nel corso del 2016.".

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Facciamo seguito agli impegni assunti durante la Consulta dei legali convenzionati con l'ITAL e con la UIL tenutasi a Bologna nei giorni 4 e 5 febbraio 2016, per comunicarvi le iniziative scaturite nel corso dei lavori e fornire le relative indicazioni operative.

Come sapete la Uil Pensionati, in accordo e con il sostegno di tutta la Uil, ha già presentato un ricorso collettivo alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo per contestare la mancata attuazione integrale della sentenza della Corte Costituzionale n. 70/2015 che ha dichiarato incostituzionale il blocco totale della perequazione automatica delle pensioni di importo superiore a tre volte il minimo.

Questa prima e tempestiva iniziativa era finalizzata ad una pronuncia di condanna dello Stato italiano per l'operato del Governo al fine di ottenere un risarcimento del danno nei confronti dei pensionati.

Al contenzioso in ambito europeo dovevano affiancarsi anche la presentazione di cause pilota a livello regionale finalizzate ad ottenere la riliquidazione del trattamento pensionistico per applicazione della corretta indicizzazione.

Le iniziative partivano dall'assunto che le misure adottate dal Governo Renzi con il D.L. 65/2015 convertito in Legge 109/2015, rimodulando 'ora per allora' il blocco della rivalutazione, vanificano gli effetti del pronunciamento della Corte Costituzionale, restituendo solo una piccola parte di quanto non percepito nel periodo 2012-2015, oltretutto escludendo una parte dei pensionati dal diritto a percepire qualsiasi restituzione.

La bontà di tale interpretazione è stata recentemente confortata da nuovi rinvii alla Corte Costituzionale a partire dal Tribunale di Palermo con Ordinanza del 22 gennaio 2016 sul presupposto che il suddetto D.L. 65/2015 presenta evidenti profili di incostituzionalità in quanto emanato in palese contrasto con la sentenza 70/2015 e con i principi di diritto già fissati dalla giurisprudenza del Giudice delle Leggi.

Questi profili di costituzionalità sollevati dal Giudice siciliano con riferimento agli articoli 3, 36 comma 1 e 38, comma 2, riguardano la misura di perequazione attribuita in quanto: "La suddetta rivalutazione è di entità talmente modesta da indurre a ritenere che anche la nuova normativa mantenga un contrasto con i principi dettati dalla Costituzione e con l'interpretazione che degli stessi ha fornito la Corte Costituzionale nelle sentenze ut supra citate." (al riguardo vedi apposita nota legale predisposta per la Consulta dei Legali 2016).

Ricorsi alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo

Il ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo (CEDU) è stato già presentato da uno studio legale internazionale e le spese per la sua predisposizione e per l'espletamento dell'attività difensiva sono a carico della Uil Pensionati.

Nelle more di un pronunciamento della Corte europea riteniamo debba rafforzarsi la nostra pressione politica e giudiziaria finalizzata a ripristinare un diritto che è stato negato ai pensionati italiani.

Indicazioni operative

Al riguardo stiamo predisponendo il modulo dei ricorsi individuali che i pensionati aderenti alla nostra Organizzazione dovranno inviare alla CEDU.

Cause da presentare agli organi giurisdizionali

In merito ai contenziosi giudiziari da attivare presso i tribunali ordinari italiani ovvero presso la Corte dei Conti facciamo presente che Intendiamo raccogliere e tutelare una platea più ampia di interessati colpiti da questa misura parziale per ripristinare il concetto della "giusta pensione" attraverso lo strumento delle "cause pilota" nel limite concordato con la Segreteria Nazionale della UILP.

A tal fine abbiamo predisposto due fac-simile di ricorso amministrativo da utilizzare per tutti i pensionati aderenti alla nostra Organizzazione che vorranno azionare questo tipo di contenzioso differenziando la fattispecie di coloro che godono di un trattamento pensionistico tra 3 e 6 volte il trattamento minimo (vedi modello ricorso amministrativo infrasei) da quelli che sono percettori di una pensione di importo superiore a 6 volte il trattamento minimo (vedi modello ricorso amministrativo ultrasei).

I medesimi fac simile di ricorso sono stati predisposti anche per i casi di contenzioso amministrativo avanzato dagli eredi titolari di pensione ai superstiti con decorrenza dal 1° gennaio 2012 in poi (vedi rispettivamente il modello ricorso amministrativo eredi infrasei e modello ricorso amministrativo eredi ultrasei).

Per quanto riguarda la tutela legale riteniamo che la stessa debba essere prestata in forma del tutto gratuita dai legali convenzionati con l'Ital anche ai fini di una eventuale statisticazione dell'intervento.

Resta inteso che in ogni caso resta a carico del ricorrente il pagamento del contributo unificato, necessario per azionare le cause, mentre la UilPensionati si farà carico di una eventuale condanna alle spese disposta dal Giudice in caso di esito negativo del contenzioso relativo alle "cause pilota" previamente concordate con la Segreteria Nazionale.

Indicazioni operative

Al riguardo vi invitiamo a presentare i predetti ricorsi amministrativi anche al fine di interrompere la prescrizione quinquennale dei ratei.

Il ricorso andrà comunque inoltrato dall'ITAL - mediante l'apposita procedura telematica - a prescindere dall'avvenuta presentazione dell'istanza di ricostituzione della pensione o dall'avvenuta corresponsione degli arretrati effettuata dall'Inps in applicazione del D.L. 65/2015 convertito in Legge 109/2015.

Teniamo a precisare che l'azione legale riguarderà anche i pensionati della gestione pubblica ex Inpdap per i quali si allega un fac simile di ricorso pilota alla Corte dei Conti differenziato per le due diverse fattispecie (trattamento pensionistico tra 3 e 6 volte il trattamento minimo e pensione di importo superiore a 6 volte il trattamento minimo) che potranno essere presentati anche in forma cumulativa e sempre con l'assistenza gratuita di un legale convenzionato con l'ITAL UIL.

Considerazioni finali

Alleghiamo una locandina per pubblicizzare l'iniziativa e per fornire maggiori chiarimenti, invitando gli interessati a rivolgersi alle sedi territoriali della UILPensionati e agli uffici dell'ITAL UIL.

Resta inteso che vogliamo monitorare l'iniziativa attivata e a tal fine verrà predisposto un apposito codice per la rilevazione statistica di questi casi.

Vi invitiamo infine a farci conoscere ogni eventuale risposta adottata dall'Inps ed eventuali pronunciamenti dei Tribunali.

 

Fraterni saluti.

Il Presidente ITAL UIL Il Segretario Generale UIL PENSIONATI Gilberto De Santis Romano Bellissima

Allegati:

o Locandina - Nota legale - Ordinanza Tribunale di Palermo.

o Modello ricorso amministrativo infrasei - Modello ricorso amministrativo ultrasei - Ricorso alla Corte dei Conti infrasei - Ricorso alla Corte dei Conti ultrasei –- Modello ricorso amministrativo eredi infrasei e Modello ricorso amministrativo eredi ultrasei (presenti nell'area Intranet dell'ITAL UIL. Percorso: Area Consulenti – Sezione Legali – Archivi – Documenti – Consulta Legali 2016).

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Venerdì, 15 Maggio 2015 10:57

Rivalutazione della pensione: esempi di calcolo

Ecco quanto dovrebbero incassare i pensionati per effetto della rivalutazione pensione dopo la sentenza della Corte Costituzionale: ipotesi di calcolo, in attesa del decreto del Governo.

Premessa doverosa: per sapere effettivamente quanto ogni pensionato incasserà di rivalutazione pensione dopo la sentenza della Corte Costituzionale sul no al blocco indicizzazioni bisogna attendere il decreto del Governo: le ipotesi sul tavolo sono diverse, e le più accreditate parlano di un rimborso pieno solo per i redditi dei primi scaglioni bloccati (fra tre e cinque volte il minimo, a grandi linee), e probabilmente progressivo (a rate, in due tappe, anche qui si valutano diverse possibilità). Nell'attesa di conoscere il provvedimento, proviamo comunque a fare alcuni calcoli, del tutto teorici, su quanto incasseranno i pensionati per effetto della rivalutazione.

Come è noto, bisogna restituire l'indicizzazione bloccata negli anni 2012 e 2013 dalla riforma Fornero per gli assegni superiori a tre volte il minimo. Vediamo le stime della Cgia di Mestre, che presuppongono una rivalutazione pensione piena, ovvero il recupero totale dell'indicizzazione 2012 e 2013 e il calcolo degli anni seguenti (2014 e 2015) che vede ulteriormente salire l'assegno perché si applica alle pensioni costantemente rivalutate.

Un pensionato che incassa fra tre e quattro volte il minimo (quindi fra 1.405 e 1.499,99 euro lordi, che significa un assegno netto mensile medio di di 1088 euro), dovrebbe prendere in tutto 1674 euro, al netto dell'IRPEF. Per la precisione, 344 euro per il 2012, 440 per il 2013, 444 per il 2014 e 446 per il 2015.

Chi ha una pensione fra 1500 e 1749,99 euro (netto mensile intorno a 1196 euro), incasserebbe invece un totale di 3mila 611 euro. Questa è la categoria di pensionati destinata a guadagnare di più dalla rivalutazione, chi ha assegni più alti prenderà meno perché scendono i coefficienti di rivalutazione.

Per gli assegni fra 1.750 e 1.999,99 euro (netto mensile 1352 euro), la reindicizzazione vale in tutto 2mila 633 euro. Fra i 2mila e i 2mila 249,99 euro (circa 1509 euro netti al mese), la restituzione totale sarebbe pari a 2mila 141 euro. I pensionati con assegni fra 2mila 250 e 2mila499 euro (netto mensile 1661 euro), dovrebbero prendere 1695 euro. Fra i 2mila500 e i 2mila 999,99 euro, la restituzione vale 2mila155 euro. Infine, sopra i 3mila euro, si dovrebbero prendere 3mila 515 euro.

Da sottolineare che si tratta di calcoli del tutto teorici, non corrispondono alle cifre che effettivamente i pensionati incasseranno. I calcoli sopra indicati prendono in considerazione una rivalutazione piena, il Governo invece con ogni probabilità metterà diversi paletti, ad esempio con una reindicizzazione solo fino a determinati tetti di reddito, con un meccanismo di restituzione a rate, o comunque in diverse soluzioni.

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