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Questa mattina, 17 marzo alle 11, nel Salone della UIL di Alessandria (Via Fiume 10) UIL, CGIL e CISL confederali insieme ai Segretari territoriali della UILP UIL, SPI CGIL e FNP CISL terranno una conferenza stampa unitaria di presentazione della piattaforma CGIL, CISL e UIL sulla contrattazione sociale nei Comuni della provincia di Alessandria.

Da domani Cgil, Cisl e UIL inoltreranno la proposta di incontro a tutti i comuni con un numero di abitanti superiore ai 4 mila.

Documento in allegato, con una serie di argomenti che saranno oggetto di discussione con i Comuni, all'insegna di un impegno di contrattazione sociale portato avanti untariamente dai sindacati per contrastare povertà, disagio sociale e ulteriori tagli al welfare.

Chiediamo come sindacati equità sulle tariffe, buonsenso e legalità oltre a un continuo impegno contro l'evasione fiscale per il bene dei cittadini.

 

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Si profila un risultato eccezionale per le liste della UIL impegnate nelle elezioni per il rinnovo delle RSU del pubblico impiego. I dati dei seggi in cui lo scrutinio è stato ultimato, pervenuti al centro di raccolta confederale, segnalano una UIL in crescita ovunque.Di seguito, solo alcuni dati esemplificativi.

Il Sindacato di via Lucullo si conferma prima Organizzazione, al Palazzo Pitti di Firenze con il 58%, alla provincia di Rieti con il 57%, al Conservatorio di Campobasso con il 51%, all'Ospedale San Giovanni di Roma con il 40%, alla Regione Liguria con il 38%, all'Enea con il 27%. Molti sono gli Istituti scolastici in cui la UIL è prima: tra gli altri, al Tasso di Roma con il 55%, al Convitto nazionale di Napoli con il 54%, al Martin Luther King di Genova con il 38%, al Parini di Milano con il 60%.

Clamorosa la crescita negli Uffici centrali dell'Agenzia delle Dogane, dove la lista UIL consolida il primato passando dal 35 al 53%, al Dipartimento immigrazione del Ministero degli Interni (dal 53 al 56%), all'amministrazione centrale del Ministero dell'Economia (dal 35 al 40%), all'Ospedale Galiera di Genova (dal 44 al 60%), al Comune di Torino (dal 35 al 42%), al CNR, all'Università Roma 3, all'ISPRA e all'Isfol (dal 30 al 50%).

Rispetto alla precedente tornata elettorale, poi, la UIL scavalca le altre liste e diventa prima all'Università dell'Aquila passando da seconda a prima Organizzazione con il 54%, al CNR di Napoli con il 38%, all'Università di Viterbo con il 32%, all'INPS di Catanzaro con il 63%. In Basilicata, negli Enti locali e nella sanità, la UIL passa dalla terza alla prima posizione e anche in provincia di Messina, negli stessi Enti, si colloca al primo posto passando dal 27 al 34%.

"Le nostre categorie, la UIL PA, la UIL FPL, la UIL RUA e la UIL Scuola - spiegano il Segretario organizzativo, Pierpaolo Bombardieri, e il Segretario confederale, Antonio Foccillo - hanno messo a punto un sistema di rilevazione dati, statisticamente tarato, che ci consente già di effettuare proiezioni molto attendibili sull'esito del voto. Noi stimiamo che la UIL abbia raccolto, complessivamente, tra il 22,5% e il 24,5% dei consensi; e si tratta di stime prudenziali. Peraltro - proseguono i due sindacalisti - che le prospettive per la nostra Organizzazione fossero decisamente incoraggianti lo si poteva già desumere dall'incremento del numero di liste presentate alla competizione elettorale, in tutti i comparti del pubblico impiego, dalla scuola alla ricerca, dagli enti locali, alla sanità, dalle amministrazioni centrali a quelle territoriali.  L'insieme di questi dati, delle rilevazioni statistiche e dei risultati parziali già definitivi - concludono Bombardieri e Foccillo - ci consentono di esprimere una valutazione estremamente positiva".

"Se le nostre proiezioni fossero confermate - ha commentato il Segretario generale, Carmelo Barbagallo - vorrebbe dire che 1 lavoratore su 4 ha scelto la UIL. Un risultato, questo, davvero eccezionale che premia il lavoro svolto dalle nostre categorie e dai nostri delegati e che ci rafforza nella linea sindacale di rivendicazione dei diritti contrattuali. Quel che è certo - ha proseguito il leader della UIL - è che la partecipazione al voto è stata altissima e che il Sindacato confederale, nel suo insieme, si conferma punto di riferimento in un settore tartassato dal punto di vista economico e anche in termini di immagine. Deve finire questa storia dello stereotipo del lavoratore pubblico fannullone: vanno perseguiti i comportamenti illeciti, ma va rispettato e valorizzato il lavoro di chi opera al servizio della collettività. Peraltro, la stessa riforma della P.A. , perché sia davvero efficace per i cittadini e per la modernizzazione del Paese, deve essere attuata coinvolgendo i lavoratori e le forze sociali che li rappresentano. Ora è tempo di fare i contratti. La ministra Madia - ha concluso Barbagallo - attivi il tavolo senza attendere oltre e si restituisca potere d'acquisto ai lavoratori".

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Torino, 6 marzo 2015

COMUNICATO STAMPA ELEZIONI RSU DEL PUBBLICO IMPIEGO 3-4-5 MARZO 2015

I lavoratori hanno scelto, con un'affluenza molto alta in tutti i comparti, di esprimere la loro fiducia nei confronti del Sindacato.

Le elezioni per il rinnovo delle RSU nel Pubblico Impiego si sono svolte in un "clima pesante" per il blocco dei contratti di lavoro e per le incessanti, ingiuste, campagne denigratorie nei confronti dei dipendenti.

In questo contesto, le liste della UIL hanno ottenuto successi importanti e diffusi, a cominciare dal primato nella più grossa azienda pubblica del Piemonte: il Comune di Torino.

Anche nella più grossa Azienda Sanitaria Locale, la To4, la UIL FPL è di gran lunga l'Organizzazione più votata, così come nella To1 (maggioranza assoluta) e nelle Asl di Alessandria e Novara.

Le liste della UIL conseguono il primo posto in numerosi comuni e negli Enti Provincia di Asti e Vercelli.

Negli istituti scolastici piemontesi, la UIL SCUOLA registra un ulteriore aumento dei propri rappresentanti.

Importanti risultati giungono anche dalla Ricerca, dall'Università, dai Ministeri e dagli Enti pubblici.

La UIL ringrazia sentitamente tutte le lavoratrici e i lavoratori pubblici e si impegna ad utilizzare la forza ricevuta per contribuire a rinnovare i contratti di lavoro,

giunti al sesto anno di blocco.

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Proclamato uno sciopero di 4 ore alla Cementir di Arquata Scrivia per lunedì 9 marzo e altre 4 per martedì 10 marzo.

Documento in allegato, scarica il pdf.

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La UIL, attraverso l'elaborazione dei dati sulle comunicazioni obbligatorie, un atto che le aziende devono compiere a ogni attivazione o cessazione di un rapporto di lavoro, analizza come si muove "realmente" il lavoro. L'analisi mette a confronto i dati dal 2009 al2014 approfondendo sia come si assume (a tempo indeterminato, determinato, collaborazioni, altre tipologie), sia come si licenzia o si cessa un rapporto di lavoro.

Colpisce, in particolare, il dato del 2014 che fa emergere soprattutto 2 aspetti: l'aumento delle attivazioni è dovuto solo in minima parte ai contratti stabili (circa 20.000 in più) e come le stesse siano alimentate, in maniera preponderante, dal  lavoro a termine che arriva a pesare per il 68,7 % per le scelte del Governo che, attraverso il decreto Poletti, ha incentivato le imprese a scegliere la strada del lavoro temporaneo.

L'incidenza annuale dei contratti stabili (tempo indeterrminato e apprendistato) continua inesorabilmente a scendere toccando il minimo storico del 18,8 % (nel 2009 era del24,6%). Impressiona e preoccupa la variazione dei rapporti di lavoro stabili avviati che, in termini assoluti, passano dai 2,4 milioni del 2009 ai circa 1,9 milioni del 2014 (- 22,2 %).

Il lavoro debole e temporaneo, di contro, cresce in termini assoluti e per incidenza rispetto alle attivazioni annuali (81,2 % contro il 75,4 % del 2009) con una tenuta, preoccupante, delle collaborazioni a progetto che nel 2014 rimangono stabili rispetto al 2013.

Ma i dati che più  preoccupano sono quelli che si riferiscono alle cessazioni (9.973.246):  in aumento nel 2014, rispetto al 2013, di oltre 158.000;  oltre 900.000 riguardano licenziamenti decisi dall'azienda (anche con l'articolo 18) e le vittime principali sono coloro che sono stati chiamati con un lavoro a termine (7.788.077).

Emerge, analizzando questi dati, come ci sia una quasi automatica corrispondenza tra le innovazioni legislative e le  modalità con le quali le imprese assumono (come l' "effetto spinta" dell'introduzione dell'acausalità per il contratto a termine e la forte riduzione delle collaborazioni a progetto non del tutto genuine  e del lavoro intermittente  quale effetto di regole  dissuasive come quelle inserite nella legge 92, Fornero).  C'è, comunque, altrettanta corrispondenza tra la quantita di lavoro richiesto dalle aziende e l'andamento della economia: zero. In sostanza, continuare a ignorare che è la crescita che crea buona occupazione non permetterà di  far crescere quest'ultima, semmai si redistribuirà quella poca che c'è in mancanza, soprattutto, di vere e buone politiche attive del lavoro.

In allegato l'intero studio.

Guglielmo Loy – Segretario Confederale UIL

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5 marzo 2015: è il 65° compleanno della UIL. Sono trascorsi tanti anni e per un'organizzazione sindacale confederale raggiungere determinati "traguardi" significa la conferma che le idee e l'impegno, dedicato alla costruzione di questa nostra casa, hanno creato un punto di riferimento importante per la storia di tanti lavoratori.

L'Istituto di Studi Sindacali Italo Viglianesi ha nel recente passato voluto sottolineare come questo percorso ideale fosse un ponte lanciato verso tutte le generazioni. Infatti, oltre a rinverdire il ricordo e l'opera di tanti protagonisti del socialismo e delle laicità - italiani che hanno preparato il terreno per far mettere le radici a quelle idee che segneranno la nascita della UIL - c'è lo sforzo perché queste idee non vengano dimenticate o sottovalutate.

La UIL, quindi, resta il soggetto che ha nei lavoratori la propria ragione di essere, portandola come un sigillo nella storia italiana. Nel confronto con gli altri corpi sociali, il sindacato non è il residuo di un'epoca lontana, tanto meno il baluardo della retroguardia difensiva.

I partiti politici hanno sempre cercato di rappresentare gli interessi di una parte della società, oppure "del mondo", arrivando persino a vagheggiare che il cambio del proprio nome potesse incarnare la novità della proposta che si stava attendendo, per far diventare più attraente la visione della società; o addirittura, arrivando a introdurre sfide più grandi di quelle di cui ha bisogno il Paese.

La UILresta e resterà sempre quello strumento che ancora oggi i lavoratori scelgono liberamente; il soggetto pronto per rappresentare interessi diffusi e condivisi. Tanto più che questa concretezza dedicata a chi lavora e ai pensionati, ha suscitato un risentimento nei confronti del mondo sindacale, proprio per l'inalienabilità dei diritti delle fondamentali necessità degli interessi dei lavoratori, che si esprimono nella rappresentanza.

In questo contesto bisogna rilevare che anche in questa stagione l'aspetto più inquietante è che non potendo rompere la relazione tra rappresentanza e rappresentati, è stata necessaria la strategia del cambio delle modalità contrattuali e del mercato del lavoro. Ossia se non si riesce ad emarginare il sistema di collegamento tra i lavoratori e il sindacato, bisogna cambiare le regole del lavoro. Tuttavia, questa operazione di emarginazione è sempre destinata al fallimento. Perché anche nelle più profonde variazioni il bisogno di sindacato si è sempre affermato.

Nel 1950 l'Italia era in ricostruzione. Dal mondo del lavoro giungevano grandi aspettative, logorate tuttavia, da una grande disoccupazione e una diffusa povertà. A questi aspetti si aggiungevano una lotta politica estrema e una conflittualità permanente. In questo solco di vivacità e di difficoltà si inseriscono nel dibattito politico le scelte diverse che le componenti riformista e repubblicana hanno gettato al centro del dibattito sindacale per ottenere risultati qualificanti, in quanto capaci di attrarre attraverso idee diverse una parte del mondo del lavoro.

Questi aspetti erano stati compiutamente illustrati da Italo Viglianesi in un'intervista apparsa su La libertà d'Italia il 9 febbraio 1950. Commentando la situazione sindacale Viglianesi sottolineava come, nonostante si parlasse di indipendenza ed apartiticità, il sindacato sia socialista, ma "E' proprio il grado di influenza che tali partiti esercitano verso i sindacati che costituiscono l'essenza più o meno democratica di questi ultimi. E' chiaro che un sindacato diretto da uomini legati alla disciplina di un partito totalitario o confessionale non potrà mai essere sufficientemente libero e democratico".

Era l'apertura ad una terza forza socialista, democratica ed indipendente che raccogliesse anarchici, cattolici non schierati, repubblicani, indipendenti. In forza di questa appartenenza d'area era naturale immaginare una sostanziale unità sindacale laddove, oltre le appartenenze, si individuavano l'interesse e la tutela dei lavoratori, l'autonomia politica, la concezione classista del movimento operaio. Da queste premesse a distanza di qualche settimana, il 5 marzo 1950, tutte queste anime insieme costituirono la UIL.

Questa visione di collocazione ideologica doveva da subito coinvolgere tutti coloro che aspettavano un segno per liberarsi dagli schieramenti, sicuramente più forti, comunista e democristiano. Il riformismo di Buozzi aveva trovato una nuova casa. Le vicende che nei tempi successivi hanno segnato le tappe dell'evolversi dell'azione sindacale della UIL, non hanno mai tradito queste origini. Infatti, è fondamentale ricordare come le chiavi di lettura di tutti gli atti di natura contrattuale o di natura economica siano sempre stati ispirati da un'attenzione ai bisogni dei lavoratori, ad un'educazione al rispetto delle regole democratiche, alla forte volontà di giungere ad un punto di sintesi, alla ricerca costante del confronto e della crescita dell'organizzazione, con la certezza di rappresentare l'idea che i lavoratori debbano essere sempre difesi.

L'appartenenza politica ha contribuito non poco alla crescita democratica della UIL. La presenza contemporanea di tre componenti, che storicamente hanno fondato la UIL, ha pesato nell'elaborazione di documenti che venivano votati dagli organi. Consentendo però di crescere nella capacità di mediazione. E quando la discussione e il confronto divenivano aspri, tanto da produrre doppi documenti o distinzioni particolari, non si sfociò mai in conflitto aperto; anzi indipendentemente dalla vita interna dell'organizzazione, la UIL si è sempre presentata unita nelle scadenze e nei confronti delle controparti.

La fine della prima Repubblica ha segnato per l'Organizzazione l'inizio della svolta. I partiti di riferimento sono scomparsi o hanno ridotto la loro capacità di agire, tanto da determinare una sorta di corto circuito sulle forme di rappresentanza. Infatti, il sindacato è stato il volano che ha permesso la transizione tra le due repubbliche, permettendo alla politica, successivamente, di riprendersi gli spazi dopo un periodo di assenza e di smarrimento.

Tuttavia, anche senza partiti di riferimento diretto, come era all'epoca di Viglianesi, resta l'aspirazione e la partecipazione perché si costruisca ogni giorno un sindacato socialista riformista, laico ed indipendente. Resta nelle sue strutture, nella difesa dei diritti, resta nella proposta politica e sindacale, resta nella scelta di aderire alla UIL che milioni di lavoratori hanno compiuto, compiono e compiranno in totale libertà.

BUON COMPLEANNO UIL

ISTITUTO STUDI  SINDACALI ITALO VIGLIANESI

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Mercoledì, 04 Marzo 2015 10:06

Aspettando l'8 marzo: la disuguaglianza non paga

Dichiarazione di Maria Pia Mannino – Responsabile Nazionale PO e Politiche di genere UIL

In questo 8marzo 2015, a venti anni dalla storica Conferenza di Pechino, sembra più urgente che mai  ribadire il fermo rifiuto delle donne della UIL  ad ogni forma di discriminazione e  ineguaglianza tra uomini e donne perché la "disuguaglianza non paga".

Non paga in termini economici, perché il 15% del PIL potenziale non viene realizzato a causa delle discriminazioni nei confronti delle donne.

Non paga in termini di ricchezza pro capite, perché meno donne al lavoro vuol dire maggiore povertà delle famiglie.

Non paga in termini di democrazia perché la ancor troppo limitata rappresentanza femminile impedisce il rinnovamento della società, legandola maggiormente, se possibile, a stereotipi sessisti ritornati prepotentemente alla ribalta.

Non paga in termini di sicurezza sociale perché le discriminazioni, le molestie gli abusi di genere nel lavoro incidono in modo preoccupante sullo sviluppo potenziale della produttività nazionale, sulla possibilità di rendere maggiormente competitivo il lavoro, e gravano sulla salute dei lavoratori e delle lavoratrici con grave nocumento di una diversa e migliore organizzazione del lavoro basata su norme che riconoscono la parità tra gli individui, nessuno escluso.

Questo 8marzo deve poter dire alle donne e agli uomini del nostro Paese che qualcosa sta cambiando: non è infatti più il momento di ricorrenze da festeggiare o denigrare, secondo le diverse opportunità, ma è ora di bilanci e proposte concrete come quella di  riaffermare ovunque l'uguaglianza dei diritti nel rispetto delle diversità. In ambito lavorativo va abbattuta la disparità retributiva e salariale con strumenti  e progetti che favoriscano una effettiva uguaglianza tra lavoratori e lavoratrici, facilitando le progressioni di carriera per le donne e, conseguentemente, un miglioramento delle loro condizioni   economiche. Siamo del parere che una aumentata ricchezza delle donne non può che giovare all'economia generale del Paese.

Occorre anche ripensare  un welfare che non faccia esplicito affidamento sulle donne e sulle famiglie, solitamente quelle di più modeste condizioni o più povere ma,  tenendo conto dell'aumentata età delle persone e, contestualmente, dell'accresciuta fragilità fisica e sociale, promuova la nascita di servizi alle famiglie, alle donne, alle lavoratrici in quanto indispensabili per pensare un futuro dove la natalità non sia un problema ma una grande opportunità per l'umanità e, nel caso italiano, per evitare che il nostro Paese si trasformi rapidamente in una nazione di "vecchi".

59.a Conferenza ONU sullo stato delle donne nel mondo

Maria Pia Mannino, quale Vice presidente del Comitato Nazionale per la  Parità tra uomini e donne nel lavoro,   rappresenterà  il Ministero del Lavoro  nella delegazione governativa  che seguirà, dall'8  al 15 marzo, le attività  della 59.a Conferenza ONU sullo stato delle donne.

L'occupazione  femminile rimane  una delle tematiche emergenti anche nella sessione di quest'anno e in particolare per l'Italia le politiche di genere si attuano rendendo le donne emancipate sia sul piano economico che politico sociale. C'è molto da fare. Occorre, innanzitutto, favorire la scolarizzazione delle ragazze e combattere, anche in Europa, l'abbandono scolastico. È necessario ripensare  ovunque un welfare che non faccia esplicito affidamento sulle donne e sulle famiglie, solitamente quelle di più modeste condizioni o più povere , favorendo il sorgere di servizi per le  lavoratrici, indispensabili a programmare un futuro dove la natalità non sia un problema ma una grande opportunità per l'umanità. Occorre riaffermare ovunque l'uguaglianza dei diritti nel rispetto delle diversità; in ambito lavorativo va abbattuta la disparità retributiva e salariale con strumenti  e progetti che favoriscano una effettiva uguaglianza tra lavoratori e lavoratrici, facilitando le progressioni di carriera per le donne e, conseguentemente, un miglioramento delle loro condizioni   economiche. Siamo del parere che una aumentata ricchezza delle donne non può che giovare all'economia generale del Paese.

Collegare il cursus studiorum alle effettive esigenze del mercato, significa portare alle donne opportunità nuove dove queste possano giocare ruoli che , grazie alla loro diversità, divengono fonte di competitività e di ricchezza del proprio Paese, sia questo uno stato del mondo più "economicamente evoluto" sia esso un paese ancora in forte difficoltà. Inoltre, in un'ottica di salvaguardia dell'ecosistema, così gravemente compromesso, sarebbe il caso di insistere sullo sviluppo della green economy come bacino privilegiato di occupazione femminile . Attraverso il lavoro si realizzano le aspettative di vita degli individui e ci è ben noto quanto la precarietà o la mancanza   di un'occupazione stabile possa divenire una delle cause più rilevanti di fenomeni di violenza domestica. Anche questo è un problema che va combattuto con strumenti e progetti concreti di inclusione e di contrasto all'emarginazione, lavorando molto sul cambiamento culturale e la scuola potrebbe giocare un ruolo primario  attraverso l'introduzione nei programmi scolastici dell'educazione e della pedagogia di genere.

Il lavoro regolare e regolarizzato  è, e rimane, lo strumento più valido per abbattere l'occupazione non tutelata e contrastare la violenza sia sul lavoro sia domestica . Occorre trovare rimedi efficaci contro la schiavitù delle persone, la tratta di donne e bambine costrette alla mercificazione e contro il lavoro forzato e sfruttato, una piaga che colpisce indistintamente tutti i Paesi del mondo.

Ci auguriamo che la Conferenza di New York sappia dare risposte a tutto ciò.

 

 

 

 

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Lunedì, 02 Marzo 2015 09:50

Studio e sintesi tasse locali

 IN ALLEGATO LO STUDIO SULLE TASSE LOCALI, LA SPESA CORRENTE DI REGIONI ED AUTONOMIE LOCALI, LA SPESA PER IL PERSONALE.

I DATI SONO STATI ELABORATI ANCHE LIVELLO REGIONALE PER FARE EMERGERE COME IL LAVORO PUBBLICO "LOCALE" SIA FORTEMENTE PENALIZZATO.

 

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Giovedì, 26 Febbraio 2015 10:44

UIL: linee per nuove regole contrattuali

PROPOSTA PER UNA NUOVA STRUTTURA E UNA NUOVA POLITICA DELLA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA

La UIL nell'assumere tra i suoi obiettivi prioritari per l'anno in corso il superamento del blocco della contrattazione nel pubblico impiego ed il puntuale rinnovo dei contratti nazionali del settore privato alle loro scadenze, propone a CGIL e CISL di lavorare insieme ad un progetto comune da portare al confronto con il sistema delle imprese e con il Governo.

Al fine, quindi, di realizzare un'elaborazione condivisa avanziamo una proposta che, tenendo conto dell'attuale contesto economico, possa rappresentare il giusto punto di equilibrio tra tutti gli interessi coinvolti.

In allegato il file completo con la proposta di riforma della contrattazione.

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Giovedì, 26 Febbraio 2015 10:35

Eternit: Cgil Cisl Uil pronte a continuare la lotta

Roma, 25 febbraio - «Le motivazioni della sentenza Eternit ci lasciano sgomenti, più della sentenza stessa. Affermare oggi, dopo due sentenze che riconoscevano la giustezza dell'impianto accusatorio, con la condanna per disastro ambientale, che tale processo non doveva nemmeno iniziare, è un altro duro colpo alle vittime e ai loro familiari, ma il colpo più duro è alla giustizia, ai diritti di questo paese». E' quanto affermano in una nota i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, Fabrizio Solari, Giuseppe Farina e Paolo Carcassi

"Lavoratori e cittadini - proseguono i tre dirigenti sindacali - continuano a morire per amianto, si accerta e si certifica il disastro ambientale, ma nessuno è colpevole e viene punito. C'è un problema generale di prescrizione che non può cancellare i reati di disastro ambientale e che investe i tanti luoghi che non sono più sicuri per gli abitanti e i lavoratori. Su questo Governo e Parlamento debbono abbandonare sterili polemiche e modificare la legislazione vigente".

"Come Cgil Cisl e Uil non ci fermeremo nella nostra battaglia per ottenere verità e giustizia sul disastro Eternit, individuando le modalità più efficaci per la tutela dei lavoratori e dei loro familiari. La cosa certa è che non lasceremo nulla di intentato, per restituire, dignità, diritti e giustizia", concludono Solari, Farina e Carcassi.

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