Serena Piscitello

Serena Piscitello

I fenomeni climatici estremi sono stati recentemente posti in relazione con un aumento del rischio di infortunio sul lavoro, pertanto in merito alle prestazioni di Assegno Ordinario erogate da FSBA, si forniscono le seguenti informazioni.
 
La causale “EVENTI CLIMATICI” è invocabile dall’azienda anche in caso di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa a causa delle temperature elevate.
 
Al riguardo, facciamo riferimento alle istruzioni fornite nella circolare Inps n. 139/2016 e nel messaggio Hermes Inps n. 1856/2017 le quali precisano che sono considerate “elevate”, le temperature superiori ai 35° centigradi.
 
Tuttavia, anche temperature inferiori al predetto valore possono essere considerate idonee ai fini del riconoscimento dell’integrazione salariale, atteso che la valutazione sull’integrabilità della causale in questione deve essere fatta con riferimento non solo alle temperature registrate dai bollettini meteo ma anche a quelle “percepite”, che notoriamente sono più elevate rispetto a quelle reali, tenuto conto della particolare tipologia di lavorazione in atto.
 
Si precisa inoltre che l’azienda, nella domanda di Assegno Ordinario, deve indicare il periodo di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa, mentre non è tenuta a produrre dichiarazioni – di Arpal o di qualsiasi altro organismo certificato – che attestino l’entità della temperatura, né a produrre i bollettini meteo.
 
Si fa presente, infine, che, indipendentemente dalle temperature rilevate nei bollettini, FSBA riconosce la cassa integrazione ordinaria in tutti i casi in cui il responsabile della sicurezza dell’azienda dispone la sospensione delle lavorazioni in quanto ritiene sussistano rischi o pericoli per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi i casi in cui le sospensioni siano dovute a temperature eccessive.

In merito alla vicenda della possibile privatizzazione di una parte dei servizi dell’ospedale Santi Antonio e Margherita di Tortona, come UIL FPL di Alessandria abbiamo già chiesto un incontro urgente alla Direzione ASL AL per chiarire la posizione in atto. Ricordiamo che il CCNL 2016/18 ancora in vigore, perché in attesa di firma definitiva per il rinnovo, prevede che le Organizzazioni Sindacali debbano essere preventivamente informate sulle decisioni che inevitabilmente, se la direzione dovesse essere quella, andranno ad impattare sul fronte occupazione.

Sonia Ciminello, UIL FPL Alessandria: “Ricordiamo che il personale sanitario, in particolar modo in forza all’Ospedale di Tortona, primo Covid Hospital della provincia di Alessandria dall’inizio della pandemia nel marzo 2020, è sempre stato disponibile a far fronte alle emergenze legate alla pandemia, anche accettando modifiche e variazioni di condizioni.

Oggi dedizione e professionalità non vengono premiate e ancora una volta assistiamo allo svilimento del personale che non merita l’atteggiamento intrapreso dalla direzione che non rende partecipe il personale dei cambiamenti legati alla possibile privatizzazione di una parte consistente dei servizi, a partire dal Pronto Soccorso per arrivare a numerosi ambulatori e reparti. La nostra preoccupazione è che il personale si trovi costretto allo spostamento del luogo di lavoro, spesso anche a fine carriera”.

Come UIL FPL non possiamo condividere la direzione che sembra essere stata intrapresa a discapito di un bene così importante come la sanità pubblica.

Il segnale è allarmante.

In queste ultime settimane le RSU UILM (rappresentanza sindacale unitaria)  presenti in molte aziende del territorio alessandrino, dal Casalese al Tortonese, ci hanno segnalato la difficoltà evidente riscontrata quotidianamente nello svolgere le proprie mansioni specie nei reparti produttivi di tante aziende metalmeccaniche. Il problema delle alte temperature in estate sui luoghi di lavoro non è nuovo, ma quest’anno certamente si percepisce con ancora più intensità, vista la durata prolungata dell’emergenza caldo e l’arrivo delle temperature fino a 40 gradi già da settimane.

Per provare a rendere più sicuro il lavoro e scongiurare malori e/o errori dovuti proprio al surriscaldamento eccessivo dei reparti di produzione ai danni dei lavoratori cerchiamo quotidianamente soluzioni temporanee, come orari modificati o ridotti, l’introduzione di più pause oltre alla richiesta rivolte alle aziende, che come sindacato abbiamo già avanzato negli anni, di dotarsi di sistemi di ventilazione per rendere il clima vivibile e permettere a tutti i lavoratori e alle lavoratrici di svolgere il proprio turno in sicurezza, nel rispetto della salute.

Ora una circolare dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro interviene su questa tematica in relazione ai rischi da lavoro legati alle elevate temperature.

Alberto Pastorello, Segretario generale UILM Alessandria: “Per noi come UIL e UILM la sicurezza sui luoghi di lavoro è una priorità, come testimonia la campagna #Zeromortisullavoro, e non possiamo non occuparci anche di questi risvolti. Noi continuiamo a svolgere il nostro mestiere per rendere migliore la qualità del lavoro, tramite l’applicazione di misure finalizzate a ridurre al minimo il rischio espositivo, ma ovviamente il processo va fatto in sinergia con gli organismi competenti perché vigilino, con tutte le difficoltà che abbiamo sempre evidenziato come la mancanza di ispettori, per garantire un clima di sicurezza.

Nella circolare leggiamo che gli Uffici territoriali dell’INL sono invitati a dedicare particolare attenzione, sotto il profilo ispettivo, alla prevenzione dei rischi sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori determinati dall’ aumento di intensità e durata delle ondate di calore. 

Spetta al datore di lavoro la valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari. Ricordiamo che temperature così elevate, specie nel caso di lavorazioni faticose e in assenza di adeguate pause di recupero, possono essere causa di malori, ma anche ridurre la capacità di attenzione del lavoratore e quindi aumentare il rischio di infortuni.”

Sabato da Corso Crimea a Piazza Santa Maria di Castello, passando le per le vide del centro di Alessandria si è svolto il colorato corteo arcobaleno del Pride. Dopo la prima fortunata edizione del 2019 e la pausa a causa dell'emergenza da pandemia Covid 19, è tornato in città questo appuntamento importante per i diritti della comunicità LGBTQi+.

La città ha partecipato con gioia alla manifestazione che vedeva l'alternanza di carri e striscioni di gruppi e associazioni del territorio.

La UIL era presente, con cappelli azzurri come le nostre bandiere, e la magliette colorate realizzate per questa edizione di AlPride 2022.

Grazie a tutti gli organizzatori e ai numerosi partecipanti.

 

Coordinamento UIL P.O. e Diritti della UIL di Alessandria

Questo sabato, 23 luglio 2022, dopo il successo della prima ed ancora unica edizione ospitata da Alessandria che si era tenuta nel 2019, torna il Pride. AlPride è il nome che è stato dato alla giornata tanta attesa e preceduta, come sappiamo, da numerosi eventi organizzati dalle tante associazioni che sostengono convintamente il Pride di Alessandria. Come Coordinamento Pari Opportunità e Diritti della UIL di Alessandria avevamo organizzato lo scorso 23 giugno l’evento Famiglie arcobaleno: stesso amore, uguali diritti per capire meglio qual è la situazione legislativa e pratica che coinvolge coppie dello stesso sesso che decidono di allargare la famiglia.

Sabato la UIL e tutte le sue categorie saranno presenti al corteo per far valere i diritti di tutti. La partenza è prevista alle 18 da piazza Garibaldi/Corso Crimea per raggiungere Piazza Santa Maria di Castello indicativamente alle 20,30.

W AlPride, vi aspettiamo numerosi!

Domani mattina, giovedì 20 luglio alle 11.30 si svolgerà un presidio davanti alla RSA Il Platano di Piazza Basile ad Alessandria organizzato da Funzione pubblica CGIL, Fisascat CISL e UIL FPL. 
 
La ragione che ha portato al presidio è il cronico ritardo nel pagamento degli stipendi ai dipendenti da parte della Cooperativa San Carlo.
“Si vive una volta sola” è questo il monito da cui parte e su cui si fonda la Yolo (You Only Live Once) economy. Si tratta di un fenomeno in crescendo, soprattutto tra i Millenials e la Generazione Z, in cui cambia radicalmente la percezione del lavoro e della professionalità.

COS’È LA YOLO ECONOMY?

La terminologia per descrivere il fenomeno in questione è di origini anglosassoni. Si intende, con Yolo economy, la ricerca di un nuovo status quo, soprattutto dopo i due anni di pandemia. Molti giovani, per la maggiore chi lavora nell’ambito del digitale, hanno modificato le proprie prospettive in merito al lavoro.

Il primo lockdown, derivato da un evento tsunami, ha concesso, nel bene e nel male, a tutti momenti di riflessione. Ed è capitato che tante di queste riflessioni fossero rivolte al lavoro e alle priorità della vita. Sedentarietà, orari fissi, straordinari, lavoro ingolfante hanno spinto le persone a modificare la propria attitudine.

A ciò hanno fortemente contribuito la solitudine, la nostalgia, il terrore generato dal diffondersi di un virus da cui nessuno, almeno all’inizio, sapeva difendersi. Fattori che hanno agito sulla psiche in maniera decisiva e che hanno portato a una sorta di presa di coscienza, tanto da determinare una rivalutazione del proprio tempo.

Questi i motivi per cui molti hanno scelto di mettersi in proprio, di lavorare in smart working dettando i tempi, decidendo per sé stessi. Strettamente correlato a questo fenomeno c’è quello delle grandi dimissioni che sta colpendo diversi Paesi nel mondo. Si lascia il proprio posto di lavoro o per mettersi in pausa e riordinarsi la vita, o per cercare qualcosa che sia più stimolante, che offra delle nuove prospettive.

LE STORIE DI LAVORATRICI E LAVORATORI

Il New York Times, recentemente, ha raccontato diverse storie di lavoratrici e lavoratori che stanno attraversando in pieno il fenomeno Yolo e se ne ricava che: in tanti hanno lasciato la grande città per vivere in spazi più avvolgenti, meno frenetici. Altri, poiché insoddisfatti del proprio percorso personale e/o lavorativo, hanno scelto di dare priorità alle proprie passioni o alle proprie famiglie, reinventandosi e cercando soluzioni adeguate per rendere conciliabili vita privata e lavoro.

C’è anche chi, banalmente, ha cercato un confronto con il proprio datore di lavoro per dialogare sulla questione.

Certo è che si tratta di assumersi un enorme rischio; ma a quanto pare gli effetti del Covid prima, e del conflitto in Ucraina poi, sono stati determinanti per compiere scelte radicali e in alcuni casi azzardate. D’altra parte, lo abbiamo detto all’inizio, si parte dall’assunto: “Si vive una volta sola”.

https://terzomillennio.uil.it/blog/cose-la-yolo-economy/

Scoraggiante e fortemente preoccupante la situazione del nostro Paese fotografata pochi giorni fa dal Rapporto Annuale Istat 2022 ed oggi dal XXI Rapporto Annuale Inps.

La pandemia ci consegna un Paese che è più "povero" di ieri, dove la povertà lavorativa è maggiore rispetto al resto d'Europa.
Il lavoro, elemento indispensabile per la crescita di un Paese, è sempre più povero e di scarsa qualità. Assistiamo ad una crescita incessante di occupazione a termine e di part time, prevalentemente involontari, in cui l'occupazione femminile ha il primato negativo europeo con una percentuale del 46% e dove il gap occupazionale, retributivo e di carriera rispetto agli uomini, presenta una forbice ampia.
Tutti elementi questi a cui si abbinano basse retribuzioni oggi e basse pensioni domani, ed un acuirsi delle diseguaglianze sociali.


Continuiamo da decenni a parlare di favorire un'occupazione di qualità per i giovani e le donne, ma sembra che per loro il tempo di una seria inclusione di qualità nel mercato del lavoro non ci sia mai. Sono stati i più colpiti dagli effetti occupazionali della pandemia a causa di lavori discontinui, vulnerabili, temporanei e spesso senza ammortizzatori sociali di sostegno.
E anche se il 2022 sembra vedere un recupero dell'occupazione, sapere che ciò è dovuto principalmente all'occupazione a tempo determinato è un segnale molto negativo.
Non è accettabile che le risorse di Next Generation, producano solo lavoro povero e precario.
Non è questo l'investimento che l'Europa ci ha chiesto.


Non è questa la finalità delle tante risorse che ci vengono messe a disposizione dalla Comunità Europea. Le risorse vanno orientate in primis in un investimento nelle persone, per un lavoro di qualità, che veda protagonisti soprattutto giovani, donne e chi vive nel mezzogiorno.
Il Patto che va fatto è proprio quello di contrastare le forme di lavoro precarie a favore del lavoro a tempo indeterminato e a tempo pieno. Solo così rispetteremo uno dei fondamentali obiettivi che ci ha consegnato l'Europa.


www.uil.it 
Roma, 11 luglio 2022

Il Tribunale di Alessandria, sezione Lavoro, ha dato ragione a un lavoratore licenziato da Amag Ambiente Spa seguito dalla Segreteria della UILTrasporti di Alessandria e dagli avvocati Stefano Ena e Massimo Lasagna dello studio legale associato Ena Gallina Lasagna Lunati di Alessandria.

Il dipendente, assunto prima nel giugno 2018 con un contratto di somministrazione e poi, già da ottobre 2020, con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato direttamente da Amag Ambiente Spa è stato licenziato per mancato superamento del periodo di prova.

L'avvocato Stefano Ena ha evidenziato che: “Il patto di prova era nullo ed ancora che l'aspetto più grave della fattispecie era legato al fatto che la decisione di licenziare il lavoratore era scaturita solo dalla malattia del lavoratore e tale aspetto qualificava il licenziamento come ritorsivo

Infatti, a seguito di un’infiammazione a un disco vertebrale, il medico aziendale lo aveva giudicato idoneo al lavoro con limitazioni. Da qui il licenziamento formalmente motivato dal mancato superamento del periodo di prova ma, secondo la tesi degli avvocati Ena-Lasagna, accolta dal Giudice, deciso per lo stato di malattia del lavoratore.

Il licenziamento ritorsivo è quello che comporta le conseguenze più gravi per la società che è stata condannata alla reintegra del lavoratore ed al risarcimento del danno subito con pagamento dell’indennità commisurata all’ultima retribuzione e calcolo del TFR.

“Il testo della legge di conversione del dl Aiuti su cui, apprendiamo, potrebbe essere posta la questione di fiducia, non conterrà modifiche sostanziali all’indennità una tantum di 200 euro istituita al fine di fornire un sollievo al caro vita. Questo significa che, nonostante il sindacato abbia segnalato numerose criticità, essa rischia di non venire erogata proprio alle categorie più fragili e bisognose”. Lo affermano, in una nota, la vice segretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi e i segretari confederali di Cisl e Uil Giulio Romani e Domenico Proietti. 
 
“Non ne avranno infatti diritto - denunciano i tre dirigenti sindacali - i lavoratori precari, gli agricoli, i lavoratori dello spettacolo che abbiano meno di cinquanta giornate lavorate nel 2021. Così come non potranno percepirla tutti i lavoratori licenziati a giugno e senza contratto a luglio, e pensiamo ad esempio a tutti quei precari della scuola che nell’anno scolastico 21/22 hanno tenuto in piedi il sistema dell’istruzione, o a coloro che andranno in pensione al 1° luglio”.
 
“Allo stesso modo - proseguono Fracassi, Romani e Proietti - non riceveranno i 200 euro i disoccupati che hanno percepito la Naspi fino a maggio, così come tutti i lavoratori con contratti che non prevedono contribuzione, ad esempio stage e tirocini, i lavoratori delle Cooperative di tipo B che reinseriscono al lavoro le persone svantaggiate (parliamo quindi di disabili, minori in situazione di difficoltà familiare, detenuti ammessi alle misure alternative), i dottorandi e assegnisti di ricerca, i lavoratori socialmente utili, i lavoratori autonomi occasionali”. Inoltre, sottolineano Fracassi, Romani, Proietti “non è stata neanche modificata l’ingiusta incompatibilità che limita ad una indennità per famiglia i soli nuclei percettori di reddito di cittadinanza”.
 
“Da questo bonus - aggiungono Fracassi, Romani, Proietti - sono state escluse soprattutto categorie che nei fatti risultano essere troppo povere o precarie per percepirlo. Che l’eccessiva povertà precluda il diritto ad una indennità finalizzata ad affrontare il caro vita non è solo una gigantesca ingiustizia, ma una situazione assurda ed inconcepibile. Chiediamo - concludono i tre dirigenti sindacali - che il Governo ponga rimedio a questa situazione con la stessa urgenza riservata ai temi che hanno determinato la necessità della questione di fiducia”.
 
 
Roma, 5 luglio 2022 
(dal sito www.uil.it )

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