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La sentenza della Corte ha reso giustizia a milioni di pensionati.

Dalla sua applicazione un contributo alla crescita e alla ripresa dei consumi.

Con l'applicazione della sentenza della Corte Costituzionale,  una pensione che nel 2011 era di 1500 euro lordi, appena superiore alle 3 volte il minimo, avrà una rivalutazione di circa 85 euro al mese e 2.540 euro circa come rimborso per i due anni di blocco (2012 e 2013) e per gli effetti che questi hanno avuto sul 2014.

Aldo Gregori, Segretario territoriale Uil Alessandria: Riteniamo che il Governo debba applicare subito la sentenza a tutti i pensionati, ristabilendo equità e giustizia.  Ci preoccupano le dichiarazioni rilasciate dal ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan: fanno pensare che il Governo sia propenso ad applicare misure di rimborso parziali o per scaglioni per minimizzare l'impatto del risarcimento sui conti dello Stato.

L'applicazione della sentenza, oltre a ripagare i pensionati per il sacrificio fatto negli ultimi anni, è doveroso. Inoltre, dando più disponibilità di reddito a milioni di pensionati,  questo potrebbe contribuire almeno parzialmente alla ripresa dei consumi delle famiglie, aiutate massicciamente dai pensionati.

Continua Alberto Pavese, Segretario territoriale Uil Pensionati Alessandria: Quando lo Stato provvederà all'adeguamento dei trattamenti eliminando il blocco Fornero, il pensionato che nel 2011 percepiva 1.500 euro lordi, percepirà annualmente sulla pensione in erogazione nel 2015 circa 1.026 euro in più, mentre il pensionato con un trattamento pari 2500 euro lordi, percepirà annualmente sulla pensione in erogazione nel 2015 circa 1.621 euro in più.

Secondo il Servizio politiche Fiscali e Previdenziali UIL, a chi percepisce una pensione di 1500 euro lordi al mese, spetta una rivalutazione di circa 85 euro al mese e 2540 euro circa di rimborso totale compresi trascinamenti.

Tabelle in allegato.

 

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La sentenza della Corte ha reso giustizia a milioni di pensionati.

Dalla sua applicazione un contributo alla crescita e alla ripresa dei consumi: dichiarazione del Segretario Confederale UIL Domenico Proietti

Con l'applicazione della sentenza della Corte Costituzionale una pensione che nel 2011 era di 1500 euro lordi, appena superiore alle 3 volte il minimo, avrà una rivalutazione di circa 85 euro al mese e 2.540 euro circa come rimborso per i due anni di blocco 2012 e 2013 e per gli effetti che questi hanno avuto sul 2014.

Il Governo applichi subito la sentenza a tutti i pensionati ristabilendo equità e giustizia.

L'applicazione della sentenza dando più disponibilità di reddito a milioni di pensionati è anche un contributo importante alla ripresa dei consumi interni e quindi un sostegno alla ripresa della crescita e delle attività produttive con beneficio per l'occupazione.

Analisi ed Elaborazioni del Servizio Politiche Previdenziali UIL

Lo studio prende in esame l'importo dell'assegno mensile lordo per diverse fasce di reddito da pensione. L'analisi che abbiamo svolto riguarda gli effetti che i blocchi dell'indicizzazione hanno prodotto su queste. Nella tabella 1 mostriamo l'andamento delle pensioni dal 2011 ad oggi applicando la legislazione vigente, quindi applicando sia il blocco Fornero, sia quello previsto dal Governo Letta con la Legge di Stabilità 2014.

Dall'esame di questi dati si evidenzia come le pensioni superiori a 3 volte il minimo ma inferiori alle 4 volte (negli esempi quelle da 1.500 euro e da 1800 euro), nel 2011 abbiano subìto un adeguamento minimo se confrontate con il dato del 2015, rispettivamente meno di 20 euro lorde mensili per quelle da 1.500 euro e meno di 25 euro lorde mensili per quelle da 1.800 euro...

In allegto il documento completo in versione scaricabile

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L'Ital ti ricorda che a seguito della Riforma Monti Fornero le lavoratrici del settore privato nel 2014 raggiungeranno i requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia con 63 anni e 9 mesi di età e anni di contributi versati.

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Martedì, 14 Gennaio 2014 10:15

Donne e pubblico impiego

Novità sull'età pensionabile delle donne che lavorano nel pubblico impiego.

Dal 1 gennaio 2013 (e fino al 2015) ai fini del diritto alla pensione di vecchiaia l'età minima per il personale femminile del pubblico impiego passa a 66 anni e 3 mesi, equiparando pertanto i requisiti tra uomini e donne, ferma restando la cessazione del rapporto di lavoro.

 

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