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Se la riforma proposta da questo Governo non risponde agli interessi dei lavoratori, dei giovani, dei disoccupati, noi faremo uno sciopero generale. E non è solo una questione di articolo 18, che è uno specchietto per le allodole: nella riforma ci sono molti altri aspetti relativi al mercato del lavoro che creeranno più precarietà nei prossimi anni.

Questa riforma serve a Renzi per presentarsi in Europa e non agli italiani. Il nostro Paese è destinato a invecchiare sempre più, mentre le giovani coppie non fanno più figli. Occorrerebbe, dunque, dare più stabilità ai giovani e più flessibilità in uscita agli anziani: esattamente il contrario di ciò che sta proponendo Renzi.

Se il Premier continua a rispondere solo ai criteri che la Merkel ha imposto all'Europa, probabilmente i nostri giovani continueranno a fare i precari.

Bergamo, 30 settembre 2014

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Giovedì, 02 Ottobre 2014 10:16

TFR in busta paga: approfondimento e commento

In allegato un anota relativa alla proposta di inserire in busta paga parte del TFR del lavoratore.

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XVI CONGRESSO NAZIONALE FENEAL UIL a MILANO MARITTIMA (RA) PALACE HOTEL, 8 - 9 - 10 OTTOBRE


"NON C'E' FUTURO, SENZA LAVORO"

I lavori congressuali che si apriranno con la relazione del Segretario Generale Vito Panzarella potranno essere seguiti in streaming dal sito dedicato al congresso http://www.fenealuil.it/XVICONGRESSO/ o andando sul sito ufficiale della FENEALUIL www.fenealuil.it.

Nel corso dei tre giorni di dibattito e approfondimento verrà fornito un quadro aggiornato  della situazione nel settore. Una novità importante sarà la presentazione del primo Bilancio Sociale della Categoria, fra i primi della  UIL, e la consegna di due borse di studio in memoria di 'Antonio Correale', per le due migliori tesi di laurea presso la LUISS su tematiche attinenti a Bilateralità e Sicurezza sul lavoro.

 

In allegato la locandina contenente il programma delle tre giornate di Congresso che si terrà dall'8 al 10 ottobre a Milano Marittima.

Scarica il file in allegato

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Mercoledì, 01 Ottobre 2014 09:15

UILTEC: riflessioni articolo 18 e mobilitazione Eni

In allegato i comunicati stampa unitari relativi al job act, in questi giorni in discussione, ma anche al Coordinamento unitario Filctem, Femca, Uiltec dell' Eni ha deciso di continuare la mobilitazione per cambiare l'attuale piano industriale del gruppo.

Il disegno del management, attraverso la chiusura del cracking di Porto Marghera, che rischia di provocare effetti devastanti sull'intera area produttiva del quadrilatero padano, della Raffineria di Gela, la vendita della Raffineria di Livorno e la probabile dismissione di quello di Taranto, insieme alla decisione di procedere alla cessione di ramo d'azienda a Sarroch, rappresenta plasticamente una dismissione violenta della presenza industriale Eni in Italia.

Scarica i file in allegato per leggere intergralmente i documenti.

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DICHIARAZIONE DEL SEGRETARIO CONFEDERALE DELLA UIL DOMENICO PROIETTI

Il Governo continua a fare annunci di provvedimenti senza valutare attentamente la normativa vigente. Ultima in ordine di tempo la proposta di mettere il TFR dei lavoratori in busta paga.

È bene ricordare in proposito che il TFR è salario differito e quindi già nella titolarità del lavoratore. Il riconoscimento in busta paga non è quindi un aumento di retribuzione o un bonus aggiuntivo riconosciuto dal Governo, ma semplicemente un anticipo di quanto già spettante al lavoratore.

Per la UIL, in ogni caso, un eventuale intervento legislativo in questa direzione deve prevedere che sia il lavoratore a scegliere liberamente come utilizzare il proprio TFR.

Nel merito, il Presidente Renzi sembra comunque ignorare buona parte delle norme che attualmente regolano il trattamento di fine rapporto.

1) Il TFR può essere destinato alla previdenza complementare che, in questi anni, ha dato rendimenti medi sensibilmente superiori alla rivalutazione del TFR lasciato in azienda.

2) L'attuale normativa prevede per le aziende con almeno 50 dipendenti che il TFR non destinato alla previdenza complementare transiti nel Fondo di Tesoreria del MEF che vale oggi oltre sei miliardi l'anno. Il Governo intende rinunciare a questo flusso?

3) Dalle dichiarazioni del Presidente del Consiglio si apprende che l'anticipo in busta paga del TFR varrebbe solo per il settore privato e non per quello pubblico. Con una nuova pesante discriminazione per i lavoratori del comparto.

4) In questi anni si è sviluppata in maniera esponenziale la cessione del quinto dello stipendio e quindi in molti casi il TFR è di fatto nella disponibilità delle finanziarie come garanzia del prestito.

5) La quota di TFR riconosciuta eventualmente in busta paga andrebbe comunque sterilizzata ai fini fiscali, per evitare la beffa di un aumento delle tasse.

Siamo quindi in presenza di una materia molto complessa, ricordiamo pertanto al Presidente Renzi il motto che ispirava l'azione del Presidente Luigi Einaudi "Conoscere per deliberare".

Roma, 30 settembre 2014

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Martedì, 30 Settembre 2014 11:40

Addizionali regionali Irpef

ADDIZIONALIREGIONALI IRPEF

a cura del Servizio Politiche Territoriali della UIL (Documento completo e tabelle nel file in allegato)

ADDIZIONALI REGIONALI IRPEF: NEL 2014 BUSTE PAGA PIÚ LEGGERE DI 58 EURO MEDI PER 7,2 MILIONI DI CONTRIBUENTI UN AUMENTO MEDIO DEL 4,1% CON PUNTE DEL 18% NEL LAZIO, DEL 15% IN UMBRIA E DEL 14% IN PIEMONTE

L'ALIQUOTA MEDIA PASSA DALL'1,52% DEL 2013 ALL'1,58% DEL 2014 CON PUNTE DEL 2,05% IN MOLISE, DEL 2,04% NEL LAZIO E 203% IN CAMPANIA E CALABRIA

IL GETTITO MEDIO PRO CAPITE PASSA DAI 362 EURO DEL 2013 AI 377 EURO DEL 2014 CON PUNTE DI 548 EURO MEDI NEL LAZIO, 442 EURO IN PIEMONTE E CAMPANIA

NEL 2014 LE REGIONI INCASSERANNO 11,5 MILIARDI DI EURO (+418 MILIONI), A FRONTE DEGLI 11 MILIARDI INCASSATI NEL 2013

NEL 2015 LE REGIONI POSSONO AUMENTARE L'ALIQUOTA MASSIMA DAL 2,33% AL 3,33%

RISCHIO STANGATA DI OLTRE 95 EURO MEDI PRO CAPITE SE VENISSERO CONFERMATI I TAGLI ALLA SANITÁ

Per 7,2 milioni di contribuenti, nel 2014, ci sarà un aumento dell'IRPEF di 58 euro medi annui, dovuto all'aumento delle Addizionali Regionali.

Infatti, spiega Guglielmo Loy – Segretario Confederale UIL, nel 2014 sono state 6 le Regioni (Piemonte, Liguria, Umbria, Lazio, Molise e Basilicata) che hanno aumentato o rimodulato in alto le aliquote delle Addizionali Regionali IRPEF; a fronte di 2 sole Regioni che le hanno diminuite
(Provincia Autonoma di Bolzano e l'Abruzzo), mentre le restanti hanno confermato le aliquote. L'effetto di tali manovre, commenta Loy, si traduce in un aumento medio del gettito pro capite del 4,1%, con punte del 18,1% nel Lazio; del 14,8% in Umbria; del 13,6% in Piemonte; dell'8,9% in Basilicata; del 4,7% in Liguria e dell'1% in Molise. Il gettito diminuisce del 13,9% nella Provincia Autonoma di Bolzano e del 3% in Abruzzo.

In "soldoni", si tratta di un aumento medio, spalmato su tutti i 30 milioni di contribuenti, di 15 euro l'anno, passando da un gettito di 362 euro
medi nel 2013 ai 377 euro medi nel 2014.

Ovviamente, spiega il Segretario della UIL, questa è la media nazionale, ma nelle Regioni dove aumentano le aliquote tali importi
salgono a 84 euro medi pro capite nel Lazio; 53 euro medi in Piemonte; 46 euro medi in Umbria; 22 euro medi in Basilicata e 17 euro medi in Liguria.

Il gettito complessivo di questa imposta passa dagli 11 miliardi di euro del 2013 agli 11,5 miliardi di euro di quest'anno.

IL GETTITO MEDIO PRO CAPITE DEL 2014

Nel Lazio, nel 2014, l'IRPEF Regionale peserà per 548 euro medi a contribuente; in Piemonte e Campania 442 euro medi; in Molise 421 euro medi e in Calabria 405 euro medi.

Sono tutte Regioni queste alle prese con l'extradeficit sanitario.

Mentre, nella Provincia Autonoma di Bolzano si pagheranno in media 180 euro; in Sardegna 262 euro; in Basilicata 269 euro; in Friuli Venezia Giulia 270 euro e in Veneto 289 euro.

IL GETTITO IN VALORI ASSOLUTI

In valori assoluti è in Lombardia che si registra il gettito maggiore con 2,1 miliardi di euro; seguita dal Lazio con 1,6 miliardi di euro; il Piemonte con 1,1 miliardi di euro; l'Emilia Romagna con 1 miliardo di euro; la Campania con 895 milioni di euro.

Mentre in Val d'Aosta il gettito in valori assoluti è di 23,6 milioni di euro; nella Provincia Autonoma di Bolzano di 56,3 milioni di euro; in Molise 58,5 milioni di euro; in Basilicata 65,7 milioni di euro; nella Provincia Autonoma di Trento 92,6 milioni di euro.

LE ALIQUOTE E COME SI PAGA

Sono 13 le Regioni che hanno scelto un'aliquota progressiva legata al reddito; mentre le restanti hanno scelto un'aliquota fissa a prescindere dal reddito.

Con un'aliquota media del 2,05%, il Molise sicolloca al primo posto (si parte da un'aliquota dell'1,73% per i redditi fino a 15 mila euro e si arriva al 2,33% per i redditi oltre i 75 mila euro); appena sotto il Lazio con un'aliquota media al 2,04% (1,73% per i redditi fino a 28 mila euro e 2,33% per i redditi superiori); a seguire Campania e Calabria con un'aliquota al 2,03% per tutti i redditi.

Nella Provincia Autonoma di Bolzano, invece, l'aliquota media applicata è stata ridotta allo 0,7% (si applica, infatti, un'aliquota dell'1,23%, ma è stata introdotta una NO TAX AREA di 20 mila euro); in Friuli Venezia Giulia all'1,15% (0,7% per i redditi fino ai 15 mila euro e l'1,23% per i redditi superiori a tale importo). La Provincia autonoma di Trento, la Val d'Aosta, il Veneto e la Sardegna applicano l'aliquota fissa dell'1,23%.

E NEL 2015?

Il prossimo sarà l'anno dell'entrata a regime del cosiddetto "federalismo fiscale", dunque, l'aliquota massima dell'IRPEF regionale potrà passare dal 2,33% di
quest'anno al 3,33%.

E se nella Legge di Stabilità venissero confermati i tagli alla sanità, molto probabilmente le aliquote delle addizionali regionali IRPEF potrebbero "schizzare" in alto.

A rischio soprattutto quelle Regioni, "richiamate" con cartellino "giallo" e con cartellino "rosso", alle prese con i rientri del deficit sanitario (Piemonte, Puglia, Abruzzo, Lazio, Sicilia, Campania, Molise e Calabria), ma che alla fine non risparmierebbero neanche le realtà regionali in "fair play sanitario".

Se il taglio sarà applicato in maniera semi lineare, su 107 miliardi di euro destinati alla sanità, se ne dovrebbero risparmiare 3,2 miliardi di euro, di cui 527 milioni in Lombardia; 304 milioni nel Lazio e Campania.

E ciò potrebbe comportare un aumento medio dell'aliquota dello 0,4%, che in soldoni significa un aumento medio di 95 euro medi a contribuente.

CONCLUSIONI

Aumenti, questi, che sarebbero insopportabili conclude Loy, per le buste paga di lavoratori dipendenti e pensionati.

A tal proposito, c'è la necessità di rivedere tutte le imposte locali introdotte dal federalismo fiscale proprio perché su questi contribuenti virtuosi si concentra una pioggia di rincari fiscali.

Sono questitemi prioritari da cui partire se si vuole rimettere in moto lo sviluppo e la crescita e, di conseguenza, l'aumento dell'occupazione, e non politiche che mirano a togliere tutele. Il tutto insieme all'introduzione dei costi standard e al taglio della spesa improduttiva che ancora rappresenta una parte rilevante nei
bilanci pubblici.

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Martedì, 30 Settembre 2014 10:14

Comunicato stampa esecutivo nazionale UIL

Se i provvedimenti del Governo in materia di lavoro dovessero toccare protezioni e tutele per quei lavoratori che già ce l'hanno e non prevedere tutele crescenti per coloro che non ce l'hanno, la UIL proclamerà uno sciopero generale con modalità e tempistiche che saranno decise, tenuto conto delle scelte governative.Nei prossimi giorni si avvieranno assemblee in tutti i luoghi di lavoro e attivi di delegati per illustrare la posizione dell'Organizzazione, definita in un documento che sarà diffuso a tutte le strutture nelle prossime ore.

La UIL è disponibile, come sempre, al confronto con il Governo su tutti i temi che riguardano il mondo del lavoro.

Roma, 29/9/2014

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In allegato il documento finale redatto il 25 settembre a Torino in occasione dell'attivo dei dirigenti regionali, provinciali e territoriali delle categorie pensionati di CGIL, CISL e UIL

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Come avevamo preannunciato, i provvedimenti tesi a bloccare gli orari in deroga, la reperibilità pattizia, le commissioni paritetiche e quelle disciplinari per la
Polizia di Stato sono stati sospesi.

La notizia di un'apertura del Governo alle rivendicazioni contrattuali dei sindacati di Polizia ha determinato la cessazione delle singolari proteste, a cui la UIL
POLIZIA di Alessandria non ha aderito per l'ulteriore e grave disagio che si sarebbe abbattuto sugli operatori di Polizia e sulla cittadinanza.

Infatti, i poliziotti alessandrini, a differenza dei colleghi di altre province, hanno continuato a svolgere la reperibilità pattizia, garantendo così il loro
intervento nelle situazioni emergenziali, nonché degli orari in deroga che consentono di operare con una più idonea distribuzione delle forze.

Con tale condotta, però, la UIL POLIZIA di Alessandria non si è sottratta alla necessità di intraprendere altre azioni di protesta per sensibilizzare il Governo sulla
grave situazione in cui versa il Comparto Sicurezza, Difesa e Protezione Civile.

Il braccio di forza con le altre sigle sindacali è stato possibile grazie alla rappresentatività e all'elevato numero di iscritti che la UIL POLIZIA rappresenta da sola in Alessandria, a dimostrazione di una politica sindacale protesa agli interessi della categoria e riconosciuta dagli operatori di Polizia.

Ora si attendono fatti concreti dal Governo ma lo sblocco del tetto salariale per tutti gli operatori dei Comparti Sicurezza, Difesa e Protezione Civile,
in modo strutturale a far data dal gennaio del 2015 sembra cosa ormai certa.

La UIL POLIZIA continuerà a sensibilizzare l'attenzione dell'opinione pubblica e del Governo sulle condizioni del Comparto Sicurezza, consci che l'unica strada
possibile per ottenere attenzione è sempre il coinvolgimento degli interlocutori ed il dialogo.

Antonio ANTONACCI

Segretario
Generale UIL POLIZIA Alessandria

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Giovedì, 25 Settembre 2014 11:30

Hotel Marengo: arrivate le lettere di licenziamento

Questa mattina i 14 dipendenti dell'Hotel Marengo hanno ricevuto le lettere di licenziamento per giustificato motivo oggettivo: la chiusura dell'Hotel di Spinetta Marengo.

Il loro ultimo giorno di lavoro sarà martedì 30 settembre.

Nel frattempo i dipendenti sono stati tutti posti in ferie dall'azienda.

Lo sciopero è dunque revocato.

Si apre ora una battaglia legale con la società che gestisce la struttura alberghiera, la A3 Srl.

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