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Scarica l'uscita di Settembre del periodico UIL Fpl presente in allegato

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Martedì, 09 Settembre 2014 10:03

Informaticonuil: terza fascia Ata

Le domande si presentano fino al giorno 8  ottobre

Il MIUR ha emanato il Decreto Ministeriale  n. 717 del 5/9/2014 attraverso il quale si costituiranno le  nuove graduatorie per il conferimento di supplenze brevi e saltuarie al  personale ATA statale per i prossimi tre anni scolastici. Le Domande possono essere prodotte, in forma  cartacea,

entro  il giorno 8 ottobre 2014.

Potranno presentare le domande esclusivamente i candidati in  possesso del titolo di studio previsto dal contratto nazionale per il profilo  professionale richiesto.

Con questo DM si rinnovano le graduatorie di circolo e di  istituto per le supplenze del personale amministrativo, tecnico e ausiliario  statale delle scuole statali. Gli interessati possono concorrere per i profili  professionali di assistente amministrativo, assistente tecnico, cuoco,  infermiere, guardarobiere, addetto alle aziende agrarie, collaboratore  scolastico. Le nuove graduatorie di circolo e di istituto sostituiscono  integralmente quelle vigenti nel triennio precedente e si utilizzeranno per il  triennio scolastico 2014/15 - 2016/17.

Le graduatorie sono formulate a cura del Dirigente della scuola  che riceve la domanda, con esclusione delle istituzioni scolastiche della  regione Valle d'Aosta e delle province autonome di Trento e Bolzano.

La valutazione è effettuata da tutte le scuole destinatarie  della domanda, indipendentemente se nelle stesse sia previsto o meno l'organico  di uno o più profili professionali richiesti dall'interessato. Ciascun aspirante  a supplenza temporanea può indicare complessivamente non più di trenta  istituzioni scolastiche della medesima ed unica provincia per l'insieme dei  profili professionali cui  ha titolo.

Gli aspiranti già inclusi ai sensi della procedura del triennio  precedente che intendono richiedere esclusivamente i medesimi profili  utilizzando gli stessi titoli, possono chiedere la conferma, attraverso il  modulo D2

Il modello di domanda di scelta delle sedi delle istituzioni  scolastiche (All. D3) dovrà essere inviato esclusivamente tramite le istanze on  line (modalità web, conforme al codice dell'amministrazione digitale) NEI  TERMINI CHE VERRANNO COMUNICATI CON NOTA SUCCESSIVA.

Il decreto  è diramato attraverso la nota 8921 dell'8  settembre 2014, data dalla quale decorreranno i 30 giorni utili per la  presentazione delle domande (termine ultimo, 8 settembre 2011). La stessa  nota chiarisce che nelle more del perfezionamento delle nuove graduatorie  potranno essere conferite supplenze fino all'avente diritto, da quelle vigenti,  anche ai sensi dell'art. 59 del CCNL scuola.

Vai ai  materiali

http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/prot8921_14

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Venerdì, 05 Settembre 2014 12:04

Di Menna sul piano del Governo in materia di scuola

Sostegno Uil alle misure per il superamento del precariato. Risorse nero su bianco nella legge di Stabilità. Serve un contratto innovativo. Sbagliato pensare di premiare una percentuale prefissata del 66% di insegnanti, eliminando la progressione economica dell'altro 33%. Per gli insegnanti centrale il lavoro che si fa in classe.

Un piano molto ambizioso che leggeremo con attenzione per verificarne l'attuabilità – è il commento del segretario generale della Uil Scuola Massimo Di Menna dopo la pubblicazione on line delle proposte del Governo sulla scuola. C'è un impegno del Governo di mettere risorse perla scuola già nella legge di Stabilità – sottolinea Di Menna. Verificheremo l'entità.

La risposta che viene data al precariato e alla formazione iniziale degli insegnanti è quella giusta, che noi indichiamo fa tempo. Immissioni in ruolo e organico funzionale stabile per dare certezza e continuità alle scuole e al personale. Formazione iniziale assegnata alle scuole e agli insegnanti. Sono misure finalizzate a non creare nuovo precariato.

Non è escluso – rileva Di Menna - che il provvedimento i 150 mila immissioni in ruolo potrà riscontare difficoltà in fase di definizione del decreto legge. Il provvedimento ha tutto il nostro sostegno.

Sul riconoscimento dell'impegno e della professionalità degli insegnanti siamo disponibili ad affrontare il negoziato ma - precisa il segretario generale della Uil Scuola - per un contratto innovativo che veda, riconosciuta l'anzianità di servizio (così come avviene in tutti i paesi europei) ed elementi di riconoscimento professionale, per quello che è il cuore della funzione docente, il lavoro in aula con gli studenti - serve la decisione del Governo di rinnovare i contratti e di non continuare con il blocco delle retribuzioni.

La proposta presentata nel documento del Governo non va - continua Massimo Di Menna - pensare di prevedere un incremento, per una percentuale prefissata del 66% di insegnanti, eliminando la progressione economica dell'altro 33%, non solo è sbagliata perché predefinisce una quota sulla base di una ipotetica graduatoria ma può determinare tra gli insegnanti un clima di contrapposizione, di cui non c'è bisogno, tra chi fa funzionare la scuola con grande impegno.

Va assolutamente ripensato – secondo la Uil Scuola - l'orientamento del Governo a bloccare i contratti e le retribuzioni dei pubblici dipendenti, cosa – spiega Di Menna - che contrasta con l'esigenza di andare a settembre 2015 con un nuovo contratto definito, per il quale la legge di Stabilità deve prevedere le risorse finanziarie.

Sulla parte della scuola dell'autonomia sarà necessario assicurare la centralità della funzione docente in materia di didattica e di definizione dell'offerta formativa; pensare agli insegnanti , come appare nel documento, come esecutori dei dirigenti non è la soluzione per una scuola di qualità.

La scuola di qualità, ripetiamo, è quella in cui la cultura, la ricerca didattica, l'accoglienza e il rigore, le capacità relazionali, garantiti dagli insegnanti sono la base dei processi di crescita degli studenti.

Ci sono spunti innovativi del sistema scolastico sicuramente interessanti – conclude Di Menna - che approfondiremo, dando voce a quei tanti che, già nelle scuole, con la loro esperienza e impegno, attuano attività innovative, frutto di impegno e di ricerca didattica, e che fino ad ora sono state riconosciute poco dal sistema scolastico.

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Ecco la dichiarazione di Antonio Foccillo, segretario confederale Uil: "Il Ministro Madia ha voluto confermare, con un intervento tempestivo e deciso, le indiscrezioni in merito a un ulteriore rinvio dei contratti del pubblico impiego, sostenendo che siamo in crisi e che, quindi, saranno i lavoratori a doverla pagare.

Lo stesso Ministro,  poco tempo fa, aveva sostenuto diversamente. Ricordiamo al Ministro che gli 80 euro non sono sufficienti per i lavoratori del pubblico impiego, così come da lei affermato,  e non possono essere considerati un aumento contrattuale. Infatti, negli altri settori produttivi, oltre agli 80 euro si rinnovano anche i contratti, mentre nel pubblico impiego sono pochi ad aver diritto al bonus, sia per la cifra di riferimento, sia perché, nella somma su cui si stabilisce il diritto a riceverlo,  viene calcolato, a differenza degli altri settori, anche il salario di produttività, con la motivazione che non è defiscalizzato. Oltre al danno, dunque, anche la beffa!

A questo punto, dopo una riforma che ha penalizzato, ancora una volta, i dipendenti pubblici si continua con questa impostazione nella prossima legge di stabilità. E' venuto il momento di rispondere forte e chiaro che non sono accettabili queste vessazioni continue e soprattutto il non rispetto dei patti. Il contratto, la contrattazione, fanno parte di normali relazioni fra parti e la seconda è  tutelata dalla Costituzione, pertanto la nostra risposta dovrà essere rivolta a garantire questi principi e questi diritti, utilizzando tutti gli strumenti possibili a partire dallo sciopero del Pubblico impiego".

Roma, 4.9.2014

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Venerdì, 05 Settembre 2014 10:28

Polizia: blocchi retributivi, si va verso lo sciopero

Sindacati e Cocer Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso pubblico: sarà sciopero.

Quando abbiamo scelto di servire il Paese, per garantire Difesa, Sicurezza e Soccorso pubblico eravamo consci di aver intrapreso una missione votata alla totale dedizione alla Patria e ai suoi cittadini con condizioni difficili per mancanza di mezzi e di risorse. Quello che certamente non credevamo è che chi è stato onorato dal popolo italiano a rappresentare le Istituzioni democratiche ai massimi livelli, non avesse nemmeno la riconoscenza per coloro che, per poco più di 1300 euro al mese, sono pronti a sacrificare la propria vita per il Paese.

Nonostante i sacrifici e i maltrattamenti sinora ricevuti, le donne e gli uomini in uniforme hanno continuato a servire i Cittadini italiani e le Istituzioni democratiche convinti che il Governo, anche in relazione ai continui impegni assunti formalmente con documenti ufficiali e con dichiarazioni sia dei Ministri che dei Capi dei singoli Corpi e Dipartimenti, avrebbe loro riconosciuto quanto negato negli ultimi quattro anni con il blocco del tetto salariale che, invece era dovuto.

È quanto affermano in una nota congiunta i Sindacati e il Cocer Interforze dopo una riunione tenutasi questa mattina per fare il punto della situazione dopo le dichiarazione del Ministro Madia.

Per la prima volta nella storia della nostra Repubblica, sottolineano i Sindacati e il Cocer siamo costretti, verificata la totale chiusura del Governo ad ascoltare le esigenze delle donne e degli uomini in uniforme per garantire il funzionamento del sistema a tutela della sicurezza, del soccorso pubblico e della difesa del nostro Paese, atteso le numerose richieste di incontro rivolte al Presidente del Consiglio, ad oggi inascoltate, a dichiarare lo sciopero generale di questi comparti atteso che anche i Capi dei singoli Corpi e Dipartimenti e i relativi Ministri hanno girato le spalle al proprio personale.

Per questo motivo, e nello spirito di servizio e di totale abnegazione per continuare a garantire la difesa, la sicurezza e il soccorso pubblico al nostro Paese, qualora nella legge di stabilità sia previsto il rinnovo del blocco del tetto salariale, chiederemo le dimissioni di tutti i Capi dei vari Corpi e Dipartimenti, civili e militari, e dei relativi Ministri poiché non sono stati capaci di rappresentare i sacrifici, la specificità, la professionalità e l'abnegazione del proprio personale.

La frattura che si creerebbe in tale scenario sarebbe insanabile; per questo diciamo che in tale ipotesi, o restano loro oppure tutti quelli chi si sacrificano, ogni giorno e in ogni angolo del Paese e dell'intero mondo per garantire sicurezza e difesa.

Per sostenere la difesa, il soccorso pubblico e la sicurezza del nostro Paese, concludono Sindacati e Cocer, in vista dello sciopero generale, che si terrà entro la fine di settembre, qualora dovesse essere rinnovato il blocco del tetto delle retribuzioni, attueremo, sin da subito, oltre ad una capillare informazione e sensibilizzazione della società civile sui rischi che corre, azioni di protesta su tutti i territori con la denuncia di tutte le disfunzioni, le esposizioni al rischio, sinora accettate nell'interesse supremo del servizio, nonché le scorte e i privilegi che la casta continua a preservare e che, nonostante i roboanti annunci sinora fatti dal

Governo, ad oggi non sono stati né eliminati né ridotti preferendo, per far quadrare i conti, di penalizzare gli unici soliti noti contribuenti del nostro Paese, i dipendenti pubblici e i pensionati.

Insieme alla protesta informeremo i cittadini dell'importanza vitale del nostro servizio e della specificità che contiene portandoci, quotidianamente ad esporci sino al rischio della vita.

Roma, 4 settembre 2014

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Questa mattina, alla CGIL di Alessandria, i segretari delle categorie pensionati di Cgil, Cisl e UIL, insieme a Cgil, Cisl e UIL nelle persone dei segretari generali territoriali, hanno illustrato il calendario delle assemblee unitarie finalizzate ad informare la cittadinanza in materia di fisco e previdenza. Le assemblee, già iniziate sul territorio e promosse dalle categorie di lavoratori attivi, prenderanno il via la prossima settimana, a partire dalla prima tappa in provincia, lunedì 8 settembre ad Ovada.

Le assemblee, che si svolgeranno unitariamente, sono rivolte ai pensionati, ma anche a tutti i lavoratori e i cittadini interessati a conoscere i grandi argomenti, di interesse di tutti, che verranno trattati.

Come ha spiegato Aldo Gregori, Segretario generale territoriale Uil Alessandria, le assemblee saranno il luogo in cui i sindacati potranno riappropriarsi di un aspetto fondamentale della propria missione, ossia l'incontro diretto con le persone, per capirne problemi, esigenze, necessità e tentare di dare risposte ai tanti dubbi delle persone. Le asseblee faranno tappa in tuti i comuni centro zona.

Alberto Pavese, Segretario generale della UILP, ha ricordato l'importanza del percorso intrapreso per la stesura di una piattaforma comune su fisco e previdenza, e ha ricordato l'appuntamento regionale con l'assemblea del 25 settembre.

 

Calendario assemblee:

 

Ovada, 8 settembre ore 15, Salone Coop Via Gramsci 20

Acqui Terme, 9 settembre ore 15, salone Hotel Terme in Piazza Italia

Novi Ligure, 15 settembre ore 15, al DLF in Piazza Falcone e Borsellino 16

Casale Monferrato, 16 settembre ore 15, Salone Tartara, piazza Castello

Tortona, 17 settembre ore 15, Sala Polifunzionale, Via Milazzo

Alessandria, 23 settembre ore 15, Teatro arvum, via Mazzini 85

Valenza, 24 settembre ore 15, Centro Anziani, Via Sassi

 

A seguire il comunicato stampa scritto dai pensionati di UIL, CISL e CGIL.

In allegato i dati relativi al pensionamento in Italia e nello specifino ad Alessandria, confrontando il 2012 con il 2013.

 

COMUNICATO STAMPA

 

Raffica di assemblee in provincia a difesa dei redditi da pensione

Non stanno sereni e non intendono stare zitti i pensionati di fronte a una situazione sempre più insostenibile.

In Italia le pensioni sono gravate da un prelievo fiscale che è il doppio della media Ocse e negli ultimi 15 anni hanno perso il 30% del potere d'acquisto. In questo quadro i pensionati italiani sono stati esclusi dalla riduzione del prelievo Irpef (il famoso bonus di 80 euro).

Le organizzazioni sindacali piemontesi dei pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl, Uilp-Uil, hanno raccolto oltre 150.000 cartoline che dicono al Presidente del Consiglio "non stiamo sereni". Insieme a quelle raccolte nel resto d'Italia saranno consegnate al destinatario perché sappia che milioni di persone non sono serene per il loro futuro e quello del Paese, e che vogliono risposte, non solo promesse, e che il bonus di 80 euro deve essere esteso anche ai redditi da pensione.

In questi anni, mentre altri si dedicavano a criminalizzare gli anziani cercando di farli apparire agli occhi dei giovani come la causa delle difficoltà attuali, i pensionati con i loro redditi limitati hanno costituito l'unico vero ammortizzatore sociale per le famiglie impoverite dalla crisi.

Per tutte queste ragioni le organizzazioni sindacali dei pensionati si sono preparati a una grande mobilitazione nel mese di settembre a sostegno della piattaforma che Cgil Cisl e Uil hanno messo a punto per una vertenza nazionale con il Governo in materia di fisco e previdenza.

Per i Pensionati le priorità sono così declinate:

·       ESTENDERE IL BONUS 80 EURO AI REDDITI DA PENSIONE

·       FERMARE LA CADUTA DEL POTERE D'ACQUISTO DELLE PENSIONI

        (-30% negli ultimi 15 anni)

·       RIDURRE LE TASSE SULLE PENSIONI (i pensionati italiani sono gli unici in Europa a pagare più tasse di quando lavoravano e le pensioni italiane sono tassate il doppio della media europea)

Si stanno diffondendo ovunque migliaia di copie della piattaforma e di volantini. Si deve sapere che la riduzione dell'evasione fiscale (180 miliardi di euro) può finanziare ampiamente la perequazione e la rivalutazione delle pensioni, la riduzione della pressione fiscale per lavoratori e pensionati e la tutela e l'adeguatezza delle pensioni dei giovani.

In provincia di Alessandria tutti questi temi saranno dibattuti in ben 7 assemblee pubbliche che si terranno in ciascun centro-zona -
Alessandria, Acqui Terme, Casale Monferrato, Novi Ligure, Ovada, Tortona e Valenza – nel corso del mese di settembre. Saranno assemblee dedicate in particolare ai pensionati, ma aperte anche ai lavoratori e all'intera cittadinanza.

 

SPI CGIL

FNP CISL

UILP UIL

Alessandria

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Trasmettiamo in allegato il verbale dell'incontro svoltosi venerdì scorso presso la Regione sul tema degli ammortizzatori sociali in deroga ed il relativo comunicato.

Entrambi i testi rispecchiano i contenuti della discussione svolta.

In attesa del confronto tra le Regioni (già fissato per il prossimo 3 settembre) e di alcuni chiarimenti sul testo del decreto interministeriale del I° agosto non è
stato ancora possibile sottoscrivere un nuovo accordo, tuttavia la discussione è stata utile e sono stati assunti alcuni importanti orientamenti nei limiti di
quanto stabilito dal citato decreto.

In particolare, utilizzando gli spazi di derogabilità ai criteri ministeriali possibili soloper il 2014 ai sensi dell'art. 6 comma 3, si è stabilito che fino al 31 dicembre 2014 potranno continuare ad accedere alla cigd anche i datori di lavoro non imprenditori; per quanto riguarda l'anzianità aziendale dei lavoratori sempre fino al 31 dicembre si continuerà a considerare sufficiente quella di almeno 3 mesi; nei casi di cessata attività con ricorso alla cigs per la generalità dei lavoratori, si continuerà a riconoscere la cigd agli eventuali apprendisti presenti. Si è invece dovuto prendere atto dell'impossibilità di recuperare i casi di cessazione parziale o totale dell'attività, a causa del costo elevato (circa 16,5 mln su base annua) che porterebbe a superare di molto il limite del 5% stabilito dal decreto.

Per quanto riguarda le durate massime, deve intendersi definitivamente superato il precedente sistema applicato in Piemonte (910 giorni a decorrere dal 2010), trovando invece applicazione quanto stabilito dal decreto (11 mesi nel corso del 2014, 5 mesi nel 2015); si è tuttavia in attesa di un chiarimento sulle modalità di computo dei periodi, in quanto il decreto parla esplicitamente di periodi "di fruizione" e non di periodi concessi.

Tra le questioni non chiarite vi è quella relativa all'obbligatorietà o meno della sottoscrizione di un accordo sindacale quale "conditio sine qua non" per poter presentare la domanda: da parte nostra si è sostenuto la necessità di evitare il suddetto obbligo, anche visto il numero elevato di domande presentate da piccole e micro aziende totalmente sconosciute al sindacato. E', invece, sin d'ora confermata la necessità dell'effettuazione dell'esame congiunto presso la Regione per tutte le imprese "cassaintegrabili", anche nei casi si trattasse di continuazione a settembre di un periodo iniziato in precedenza (ovvero non è sufficiente la semplice comunicazione di prosecuzione).

Sempre sul piano procedurale, tutte le parti, salvo l'Inps che ha espresso qualche riserva in merito, hanno convenuto sulla necessità di mantenere il sistema di concessione "a consuntivo", al fine di impiegare al meglio le scarse risorse disponibili. Peraltro anche l'Inps concorda sul fatto che sino a che non pervengano indicazioni esplicitamente diverse, si potrà continuare con la prassi in atto.

Per quanto riguarda l'indennità di mobilità in deroga, è stata posta da parte nostra la necessità di un ampliamento dello strumento, a fronte di criteri più restrittivi stabiliti per la cigd: la Regione si è riservato un approfondimento, specie sugli aspetti relativi agli oneri connessi.

Per consentire l'effettuazione delle necessarie verifiche ed approfondimenti, la discussione è stata aggiornata al 12 settembre, data alla quale realisticamente si dovrebbe sottoscrivere il nuovo accordo. Come riportato nei testi allegati, i termini per l'effettuazione delle procedure saranno gestiti con le opportune flessibilità, anche a fronte del fatto che il sistema per la presentazione telematica delle domande è temporaneamente bloccato per i necessari adeguamenti tecnici.

Segnaliamo infine che la ripartizione di risorse effettuata con il D.I. 6 agosto 2014, con la quale sono stati assegnati al Piemonte poco meno di 30 mln di euro, consente di sbloccare autorizzazioni e pagamenti per il II° trimestre 2014.

Torino, 1 settembre 2014
CGIL – CISL – UIL PIEMONTE

Scarica la documentazione in allegato relativo all'incontro intercorso tra le parti

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SINTESI DELL'INTERVISTA DEL SEGRETARIO GENERALE UIL, LUIGI ANGELETTI, A "TG 24 MATTINA" SKY

1) In Germania, nessun Ministro ha mai avallato l'idea di stampare moneta purchessia. Anche la Germania ha problemi di domanda interna - la recessione colpisce anche l'industria tedesca – ma non accetterà mai l'idea che dalla crisi si esca stampando soldi. Si può trovare un accordo razionale, quello che sostiene Draghi: fare le riforme e sostenerle attraverso maggiore flessibilità nel rigore dei conti.

2) Non ci sarà un "autunno caldo". Purtroppo, però, ci saranno situazioni serie e drammatiche che riguardano l'industria, o settori dell'industria come la siderurgia, dove i problemi non potranno essere occultati a lungo così come hanno fatto sinora.

3) Per quel che riguarda l'articolo 18, i sindacati sono dei riformisti per definizione. I sindacati che non sono capaci di cambiare e di riformare non esistono, sono dei movimenti politici. Per noi è una cosa possibile. Faccio osservare che anche con il Governo Monti abbiamo, in qualche modo, modificato l'art. 18. Bisogna fare, però, le riforme che servano a migliorare e semplificare la vita delle persone e a comporre i conflitti nel modo più razionale possibile. I conflitti tra lavoratori e imprese ci saranno sempre, è un dato oggettivo. Bisognerà comporre questi conflitti nel modo più ragionevole e reciprocamente vantaggioso.

4) Come si possono trovare le risorse? Faccio un rapido e succinto elenco: riducendo le società municipalizzate, applicando sul serio i costi standard e riducendo il numero dei comuni. In tre anni tutte queste cose si possono fare e porterebbero, sul serio, risparmi nella spesa pubblica. Un po' di risorse si potrebbero trovare attuando e non rinviando, per esempio, le proposte di Cottarelli. Sono tre anni che rinviano tutte queste operazioni di risanamento, è ovvio che, poi, nel mese di dicembre mancano i soldi necessari e si cercano altrove, magari mettendo mano alle pensioni o aumentando le tasse sulle case o facendo qualche altra operazione distruttiva. Il Presidente del Consiglio continua a spiegarci le riforme che farà: ora, però, le deve fare, perché non abbiamo più tempo. Bisogna avere il coraggio di farle, adesso. Renzi ha la maggioranza e non credo che il Parlamento sia nelle condizioni di respingere le proposte del Governo: finora non è accaduto, vediamo cosa succederà nei prossimi mesi.

5) Sono tre anni che spieghiamo che la crisi del nostro Paese dipende da un'eccessiva tassazione in generale e soprattutto da un eccessivo livello di tassazione sul lavoro e, infatti, distruggiamo posti di lavoro. Per essere un Paese competitivo bisogna ridurre le tasse e cambiare le regole.

6) L'unica cosa che Renzi ha fatto, con un decreto, è stata la riforma della pubblica amministrazione, di cui francamente nessuno se ne è accorto. Gli unici che se ne sono accorti sono le 1500 persone che non hanno più il distacco sindacale e che, ora, peraltro, lavoreranno meno di quando erano sindacalisti. Ci sarebbe piaciuto che Renzi avesse usato la stessa logica con i costi della politica tagliandoli del 50% con un decreto: vediamo se ha il coraggio di farlo.

Il Governo "del fare" deve essere "un governo del fare" e non del "far finta di fare".

Roma, 1 settembre 2014                                                                                                                    Ufficio stampa Uil

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Lunedì, 01 Settembre 2014 11:07

Angeletti: da Letta a Renzi non è cambiato nulla

A seguire il commento di Luigi Angeletti, Segretario generale UIL, sui dati srelativi all'occupazione. "I numeri sono implacabili e confermano che dal Governo Letta a quello Renzi, purtroppo, non è cambiato nulla: continuiamo a perdere mille posti di lavoro al giorno. L'economia reale avrebbe bisogno di un Governo del fare e non del far finta di fare".

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IL SEGRETARIO GENERALE BRUNETTO BOCO IN MERITO ALLA PROPOSTA DEL MINISTRO DELL'INTERNO, ANGELINO ALFANO, SULL'ABOLIZIONE DELL'ART.18:

Le dichiarazioni del Ministro dell'interno Angelino Alfano, in merito alla proposta di cancellazione dell'art.18, sono pura propaganda, l'ennesimo tentativo di distogliere l'attenzione da quello che è il reale problema del paese ossia come creare le condizioni per dare nuovo impulso allo sviluppo economico e quindi occupazione.
L'attuale emergenza consiste nel fatto che le aziende attivano procedure di mobilità che hanno come unica conseguenza l'espulsione dei lavoratori dai processi produttivi.
Fermo restando,dunque, la nostra assoluta contrarietà all'abolizione dell'art.18, auspichiamo che il Ministro dell'interno e tutta la compagine di governo si adoperino con strumenti veramente efficaci per risollevare l'economia del paese portandolo al più presto fuori dallo stato di crisi e recessione in cui oggi versa.

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