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Le motivazioni della sentenza di Cassazione che ha assolto il magnate svizzero, pubblicate in questi giorni, ancorchè non fugare il senso di ingiustizia già provato il 19 Novembre scorso, lo aumentano con qualche preoccupazione in più.

Prescrivere significa affermare che un comportamento criminoso si cancella semplicemente perché è trascorso del tempo.

Questa sentenza oltre a rinnovare il dolore di molte vittime, crea un pericoloso precedente che peserà sulla attività di prevenzione ambientale.

D'ora in poi ogni inquinatore, ogni gestore di ambienti lavorativi meno che salubri, potrà contare, quando denunciato, sullo scorrere del tempo per lavarsi la coscienza.

Questa sentenza pilatesca che non entra nel merito dell'attività criminosa, nelle sue conseguenze ambientali, salutistiche, letali protratte nel tempo, ci riporta al medioevo lavoristico, ignorando decenni di attività preventiva tesa a rimuovere i fattori di rischio, le fonti di inquinamento, a tutela della salute di lavoratori e cittadini.

Noi siamo convinti di aver agito con la consapevolezza del diritto e non lasceremo mai le vittime ed i loro familiari soli in questa battaglia che non riteniamo conclusa qui.

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DICHIARAZIONE DI PAOLO CARCASSI, SEGRETARIO CONFEDERALE UIL

Le motivazioni della Cassazione sulla sentenza Eternit attestano, oggi, che nel nostro Paese esiste una vera e propria "licenza di uccidere". E non riservata  all'intramontabile 007, ma per chiunque in Italia compia reati di disastro ambientale.

La lunga incubazione di molte malattie causate dai reati ambientali (prime tra tutte le neoplasie alla pleura, caratteristiche dell'amianto, ma anche un numero elevato  di altri tumori) impedisce che questi vengano accertati  prima della maturazione della prescrizione, divenendo, così, non punibili.

Il Governo e il Parlamento devono finirla di cincischiare su questo tema e identificare soluzioni che impediscano la prescrizione per questi reati e li identifichino correttamente.

Il rischio che si corre è che tutto il territorio dell'Italia si trasformi in una sola, gigantesca "terra dei fuochi".

Roma, 23 febbraio 2015

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Aggiornamento delle 20: in allegato le foto dell'assemblea.

Questa mattina a Casale i cittadini hanno avuto modo di confrontarsi in Comune sulla sentenza pronunciata dalla Corte di Cassazione in merito al processo Eternit. A partecipare questa mattina in Consiglio c'erano anche diverse delegazioni arrivate da diverse parti del mondo, dal Belgio al Brasile, e perfino dal Giappone, unite al dramma dei casalesi per il problema dell'amianto.

A partecipare anche la UIL di Alessandria che ha voluto dimostrare solidarietà e determinazione ai cittadini che, nonostanze la sentenza che ha optato per la prescrizione del reato, sono intenzionati ad andare avanti per chiedere ed ottenere giustizia.

In allegato alcune foto di questa mattina. Nel pomeriggio invece, a partire dalle 17, al salone Tartara del mercato coperto di Casale Monferrato si terrà l'assemblea pubblica organizzata da Cgil, Cisl, UIL e Afeva.

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COMUNICATO STAMPA UIL - Sentenza processo Eternit

Ieri, mercoledì 19 novembre, alla Corte di Cassazione di Roma erano presenti per assistere alla sentenza del processo Eternit insieme ai casalesi giunti in pullman, Aldo Gregori, Segretario generale territoriale Uil Alessandria, Alberto Pavese, Segretario territoriale UILP e Luigi Ferrando, referente UIL per la sede di Casale
Monferrato.

Da Roma, dove si sta svolgendo il Congresso nazionale della UIL, arrivano i primi sconcertati commenti.

Dichiarazione di Luigi Ferrando per la UIL:

"L'inqualificabile sentenza con cui la Suprema Corte di Cassazione si è espressa contro il proprietario dell'Eternit, il magnate svizzero Stephan Schmidheiny,accogliendo le richieste del sostituto procuratore generale di annullare la sentenza della Corte d'Appello di Torino (che condannava a 18 anni di reclusione e a svariati milioni di euro di risarcimento danni Stephan Schmidheiny per il reato di disastro doloso e omissione delle norme di sicurezza sul lavoro, relativamente alla lavorazione dell'amianto negli stabilimenti Eternit di Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera, Bagnoli) ci lascia esterrefatti. Infatti, la Corte non ha scelto tra giustizia e diritto, come aveva chiesto il Procuratore della Repubblica, ma ha pilatescamente optato per la prescrizione.

Prescrizione significa che l'atteggiamento delittuoso c'è stato, ma che essendo trascorso molto tempo, non ha più effetti ai fini di una condanna. Come sia possibile fare questo ragionamento è per noi ignoto, perché gli effetti dell'evento doloso si verificano ancora oggi con circa 50 morti all'anno solo nel casalese e si prevedono molti più morti per mesotelioma negli anni a venire. Com'è possibile dichiarare estinta la colpa quando il dolo continua ad agire nel tempo?

In ogni caso noi continueremo la nostra lotta tentando di allestire il processo per omicidio colposo, almeno relativamente ai 213 morti dal 1976 alla chiusura dell'Eternit a Casale Monferrato nel 1986".

Domani pomeriggio, venerdì 21 novembre, alle 17 si terrà l'assemblea unitaria di Cgil, Cisl, Uil e Afeva per discutere con la cittadinanza della sentenza al Salone Tartara, al mercato coperto di Casale Monferrato.

 

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