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Oggi 28 Aprile 2021, in occasione della Giornata mondiale per la salute e sicurezza sul lavoro e per le vittime dell’amianto, si svolgerà un’iniziativa unitaria promossa da Cgil Cisl e Uil dedicata ai due temi dal titolo: “Una giornata così speciale che ne vale due. Doppio appuntamento, doppio impegno”. Un’iniziativa voluta dalla tre Organizzazioni Sindacali non solo per celebrare, ma anche per ragionare e agire per il cambiamento.

Ora in diretta

I lavori saranno trasmetti in diretta dalle 10:00 sul sito https://www.uil.it/  e sulla pagina Facebook della UIL  https://www.facebook.com/uilofficial/live/

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Nella disputa per la suddivisione degli investimenti derivanti dal Recovery Found, si colloca anche la richiesta del sindacato pensionati tesa ad ottenere il miglioramento delle R.S.A. nell'integrazione con la cura, il territorio, la domiciliarità.

La curva demografica si presenta inesorabile, tra qualche anno le persone con più di 65 anni saranno un terzo della popolazione italiana.

Dal punto di vista sanitario, gli anziani denunciano prevalentemente malattie croniche, degenerative, neoplastiche, cardiocircolatorie e metaboliche.

Occorre sempre più costruire un'adeguata rete di cura e assistenza sul territorio, quindi il potenziamento delle cure di prossimità con maggiori stanziamenti per i L.E.A.P. ( livelli essenziali di assistenza e prestazioni ).

L'anziano non autosufficiente ha diritto di invecchiare a casa propria perché è comunque portatore di un progetto di vita.

Ciò non vuol dire accantonare le R.S.A. perché ci sono e ci saranno sempre persone che per la gravità delle patologie o per difficoltà familiari non possono essere assistite a domicilio, ma gli anziani non affetti da gravità, ancorchè non autosufficienti, possono essere presi in carico dal sistema sociosanitario a casa loro, con un progetto personalizzato.

Per fare tutto ciò occorrono investimenti adeguati tesi a potenziare la rete territoriale di medici e infermieri dedicati, fisioterapisti di prossimità, personale che possa offrire anche a domicilio assistenza quale ad esempio: bagno assistito, pasto, fisioterapia, esercizi di palestra ecc.

Le R.S.A. nel contempo manterrebbero una adeguata componente sanitaria, tenendo conto   che accolgono sempre più soggetti con gravi patologie facili al riacutizzarsi.

Per fare un esempio che riguarda il nostro territorio, si calcola che in Piemonte ci siano almeno cinquantamila anziani che necessitano di assistenza e che non ricevono adeguato supporto sociosanitario, con costi enormi a carico delle loro famiglie.

Si tratta anche di percorrere una inversione della cultura nordeuropea dell'anziano che deve terminare la propria esistenza in un collegio-ricovero anche quando, con qualche aiuto, ne potrebbe fare a meno.

Un simile progetto sgraverebbe le R.S.A., rendendole più " attente " alle pandemie come quella che ci sta invadendo in questi momenti drammatici della vita sociale, certo richiede maggiori investimenti nella sanità, per questo il sindacato chiede anche il ricorso al MES, scioccamente ritenuto inutile da alcune forze politiche.

Nel tempo, però, ne siamo convinti, ancorchè riumanizzare l'esistenza dei nostri anziani, si tradurrebbe in sicuri risparmi perché curare la salute significa prevenzione quindi, nel lungo termine, risparmio.

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Cgil, Cisl e Uil hanno espresso una parziale soddisfazione circa la previsione di un emendamento alla prossima Legge di Bilancio che proroga il riconoscimento del contributo economico per le vittime di amianto non professionali, confermando l'UNA TANTUM di 10.000 euro. Dopo mesi di iniziative e sollecitazioni, le istanze promosse da CGIL, CISL, UIL, insieme alle Associazioni per la tutela dei diritti dei malati da amianto e dei familiari, hanno finalmente trovato una prima - seppur limitata - risposta rispetto ad un problema che coinvolge migliaia di cittadini. Si tratta infatti di un modesto, ma importante, sostegno alle vittime dell'amianto, cittadini che hanno contratto il mesotelioma, spesso in modo del tutto inconsapevole e involontario. Una misura necessaria, che dovrebbe essere resa strutturale, considerando che coloro che sono stati colpiti da mesotelioma nel nostro Paese sono circa 1500 (classificati dal Registro Nazionale Mesotelioma) e tra questi, il 70% si è ammalato per causa lavorativa diretta, mentre un altro 10% per esposizione ambientale o familiare; pertanto, la percentuale di casi di mesotelioma - per i quali l'analisi anamnestica ha rilevato una esposizione ad amianto lavorativa, ambientale, familiare, o a causa di hobbies - è pari all'80,1% del totale.

Inoltre, nell'emendamento approvato è previsto che, per i lavoratori già titolari di rendita contratta per patologia asbesto correlata, sia assegnata una prestazione aggiuntiva nella misura percentuale del 15 per cento della rendita in godimento. Rispetto a questa misura va ricordato che essa ha subito diverse variazioni, ma, grazie al lavoro svolto dal Comitato Amministratore del Fondo Vittime Amianto, ha trovato una temporanea "stabilizzazione" sul valore del 20 per cento dal 2018 al 2020. La sua attuale riduzione determina una differenziazione, in negativo, nel riconoscimento dei diritti dei lavoratori, una disparità che non possiamo condividere. Va poi rammentato che, per il triennio 2018-2020, la legge 205/2017 aveva iniquamente già esonerato le parti datoriali dal versare il loro contributo (poco superiore a 7 milioni di euro annui) per il finanziamento del fondo, e con questo emendamento, di fatto, viene abolito il contributo delle imprese.

È evidente che per risolvere definitivamente il problema dell'asbesto, nel nostro Paese c'è bisogno di risorse economiche concrete in grado di realizzare un netto miglioramento delle prestazioni del Fondo per le Vittime dell'Amianto (FVA) e di un'azione più incisiva, continua ed efficace da parte del Governo, che preveda una nuova governance, ed una partecipazione di tutti i soggetti coinvolti a partire dalle Parti Sociali, prevedendo azioni fattuali nelle tre macro aree Salute - Ambiente - Lavoro, a cui urge dare risposte.

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Fondo vittime amianto. Misura dell'acconto della prestazione aggiuntiva per l'anno 2016

L'INAIL, con determina del presidente n. 372 del 18 settembre 2017, ha stabilito la misura complessiva dell'acconto della prestazione aggiuntiva del Fondo per le vittime dell'amianto per l'anno 2016 pari a 10,1%.

Tenuto conto che la percentuale del primo acconto già erogato è stata del 9%, la misura del secondo acconto per l'anno 2016 risulta pari a 1,1%.

Ricordiamo che il Fondo vittime amianto è stato istituito con la legge finanziaria 2008.

Hanno diritto alla "prestazione aggiuntiva" del Fondo i titolari di rendita, anche unificata, che hanno contratto patologie asbesto-correlate per esposizione all'amianto e alla fibra "fiberfrax", riconosciute dall'INAIL e dal soppresso IPSEMA, e gli eredi di cui all'art. 85 T.U.1124/1965.

Questo beneficio è aggiuntivo alla rendita percepita ed è corrisposto d'ufficio dall'INAIL, attraverso due acconti e un conguaglio.

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È stato pubblicato sulla G.U. n. 166 del 18 luglio 2017 il decreto ministeriale che disciplina i criteri e le modalità per la concessione della pensione di inabilità per i lavoratori affetti da malattie connesse all'esposizione all'amianto.

Il decreto precisa che sono destinatari di questa particolare forma di pensionamento solo i lavoratori affetti dalle patologie di origine professionale ovvero quale causa di servizio specificatamente indicate dalla norma.

Per conseguire la pensione di inabilità, i richiedenti devono far valere almeno 5 anni di contribuzione nell'arco dell'intera vita lavorativa, e avere ottenuto da parte dell'INAIL, o di altre amministrazioni competenti, il riconoscimento delle patologie di origine professionale. La pensione di inabilità è incompatibile con lo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa dipendente o autonoma; è incumulabile con la rendita vitalizia dell'INAIL e con altri benefici pensionistici.

Solo per il 2017, le domande di accesso al beneficio devono essere presentate all'INPS entro e non oltre il 16 settembre 2017.

Le istanze saranno accolte entro il limite di spesa di 20 milioni di euro per l'anno 2017 e di 30 milioni di euro annui a decorrere dal 2018.

Qualora dal monitoraggio delle domande presentate e accolte emerga il verificarsi di scostamenti del numero di domande rispetto ai limiti annuali di spesa, il riconoscimento del beneficio è differito tenendo conto prioritariamente dell'età anagrafica, dell'anzianità contributiva e, infine, a parità delle stesse, della data di presentazione della domanda.

Gli ufficio di Patronato ITAL sono a disposizione per fornire informazioni ai lavoratori.

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Alleghiamo il manifesto relativo alla manifestazione provinciale unitaria del 1 maggio organizzata da Cgil, Cisl e Uil Alessandria e Comune di Casale Monferrato.

Il ritrovo per tutti i partecipanti è previsto per lunedì 1 maggio alle 9 davanti alla stazione di Casale Monferrato, da dove poi partirà un corteo che si chiuderà in Piazza Mazzini dove parlerà a nome delle tre sigle Francesco Lo Grasso, segretario regionale UIL Piemonte.

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A seguito della Legge n. 19/2017 (c.d. Milleproroghe) anche gli eredi dei malati di mesotelioma non professionale, deceduti nel corso dell'anno 2016, possono conseguire la prestazione di cui al "Fondo per le vittime dell'amianto", a prescindere dal fatto che il relativo diritto sia stato esercitato in vita dal familiare deceduto.

Lo comunica l'INAIL, con la circolare n. 13 del 15 marzo 2017, nel fornire istruzioni per l'erogazione di questa prestazione assistenziale, precisando che gli eredi devono presentare alla Sede INAIL competente apposita domanda entro il 31 marzo 2017.

L'Istituto nella circolare riassume la disciplina vigente in materia.

In particolare, evidenzia che dalle modifiche apportate dalla Legge Milleproroghe alla Legge di Stabilità 2016, ne consegue che gli eredi di tutti i soggetti deceduti per mesotelioma non professionale sia nell'anno 2015 sia nel corso del 2016 potranno presentare domanda per il riconoscimento della prestazione una tantum a prescindere dal fatto che il relativo diritto sia stato esercitato in vita da colui che è deceduto.

La misura della prestazione è fissata dal decreto interministeriale del 4 settembre 2015 nella misura di euro 5.600,00 ed è ripartita tra gli aventi diritto nei limiti dello stanziamento previsto dal decreto per gli anni 2015 e 2016.

L'interessato deve presentare domanda (mod. 190/E) alla Sede INAIL competente per domicilio, corredata di idonea documentazione, entro il termine ordinatorio del 31 marzo 2017.

Dovrà inoltre essere allegato il certificato medico, prodotto in originale, attestante che il soggetto deceduto è stato affetto da mesotelioma e contenere l'indicazione della data della prima diagnosi ai fini della valutazione della compatibilità dei periodi di esposizione familiare o ambientale all'amianto con l'insorgenza della patologia.

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Con la decisione della Corte costituzionale, si aprono le porte a un nuovo processo teso a ottenere giustizia per le morti causate dalla fibre di amianto negli stabilimenti Eternit e nelle zone circostanti.Viene così superata la scandalosa sentenza di proscioglimento per prescrizione del primo processo Eternit. Restano dubbi in merito all'ambito di applicazione.

Tuttavia, la possibilità di verificare le responsabilità effettive può rendere finalmente giustizia alle vittime dell'amianto Eternit e alle loro famiglie, a cui si unisce il nostro sentimento di vicinanza e il nostro desiderio di verità.

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Questa mattina i dipendenti della clinica Sant' Anna di Casale Monferrato hanno scioperato e preso parte al presidio organizzato dai sindacati di categoria di Uil, Cgil e Cisl che si è tenuto davanti alla sede della clinica, in viale Cavalli d'Olivola. Si è giunti allo sciopero dopo aver intrapreso e proclamato lo stato di agitazione già a fine giugno a seguito della decisione della proprietà di convertire la clinica trasformandola in struttura per pazienti psichiatrici. Un duro colpo per la sanità locale e un danno per i cittadini, che hanno speso parole positive per la clinica, i suoi servizi e soprattutto le snelle liste di attesa, aspetto non trascurabile di questi tempi.

A preoccuare non poco sono i tre licenziamenti già annunciati e i rischi occupazionali derivanti dalla riconversione dell'attività della clinica, con prospettive di orario part time e quindi ridotto per il personale, cessazione di reparti e il ricorso alla cassintegrazione per il periodo in cui la struttura chiuderà per adeguarsi alla nuova utenza.

 

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In queste due giornate molto si è discusso e si discute dei temi che ci impegnano tutti ad annullare i danni prodotti dall'Amianto nella nostra città.

Sulla partita c'è un impegno reale, abbiamo tolto l'Eternit dagli edifici pubblici, scuole, tettoie di mercati, capannoni ,palestre, ma non è un lavoro concluso che  può fermarsi, sia sul fronte della prevenzione che sul fronte ambientale, così come non deve fermarsi la ricerca di sanità e di giustizia.

Quando parliamo di prevenzione però, non dobbiamo fermarci alla triste vicenda casalese dove, purtroppo, registriamo una sconfitta sul tema, la mancata prevenzione ha prodotto la tragedia che ha coinvolto la nostra gente.

Le leggi in materia non mancano nel nostro paese, il problema è farle rispettare.

Quanto costa alla comunità la mancata prevenzione ambientale, la mancanza di una politica   che ponga al centro dell'impegno delle parti sociali l'analisi delle nocività presenti, la rimozione di tutti i fattori di insalubrità e di rischio che  si possono incontrare nell'organizzazione del lavoro, in termini, oltre che di dolore, di costi sociali.

L'occasione casalese dove, la colpevole imprevidenza ha prodotto una tragedia, deve indurci ha riflettere sul fatto che, pur avendo in Italia leggi che pongono alla attenzione di tutti gli operatori di produzione, l'importanza , la centralità, della qualità della vita di chi lavora; per egoismo, ignoranza, mancanza di umanità, anche le più elementari norme vengono disattese.

Basti pensare che, pur avendone verificato la nocività, persistono sui nostri palazzi antenne ricetrasmissive di radio, tv, telefonia, negli ambienti di lavoro non esistono sempre ambienti  con microclima accettabile, uffici con attrezzature che permettano posture degli operatori  men che dannose.

Non serve richiamare i casi Tyssen  o Ilva, per ricordare che le nocività letali si ripetono, come a Casale, in tempi più vicini a noi, creando il giusto scalpore, la giusta indignazione.

Quante malattie professionali, sofferenze, vecchiaie infelici, che diventano calvari verso la fine, sono da addebitarsi a trascorsi professionali in condizioni di disagio e rischio ambientale ?

Queste giornate, nelle quali si discute e si discuterà anche negli anni a venire, dei danni causati dalla vicenda Amianto, devono costituire occasione per allargare il nostro orizzonte sulla vigilanza ambientale, sull'esigenza che la salubrità dei luoghi di lavoro diventi il primo tema presente nelle piattaforme sindacali, non meno che sull'operare degli addetti alla prevenzione ambientale.

I danni  indotti, in termini di dolore per le famiglie, di vecchiaie all'insegna della precarietà salutare, di costi medicali e sociali ingenti, devono diventare il primo monito per tutti.

Casale, con il suo carico di dolore, con la sua amara esperienza, con il suo indomito coraggio, sia ancora una volta esempio e punto di riferimento per una meditazione a tutto campo sul principio che il lavoro debba essere fonte di vita e non fonte di morte.

Luigi Ferrando

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